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rappresentativa nazionale maschile di calcio del Brasile Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La nazionale di calcio del Brasile (port. Seleção Brasileira de Futebol, per questo nota informalmente come Seleção) è la rappresentativa calcistica del Brasile ed è posta sotto l'egida della Confederação Brasileira de Futebol.
Uniformi di gara | |
Sport | Calcio |
Federazione | CBF Confederação Brasileira de Futebol |
Confederazione | CONMEBOL |
Codice FIFA | BRA |
Soprannome | A Seleção (La Selezione) O Canarinho (Il Canarino) Os Pentacampeões (I Pentacampioni) Verdeoro |
Selezionatore | Dorival Júnior |
Record presenze | Cafu (142) |
Capocannoniere | Neymar (79) |
Ranking FIFA | 5º[1] (24 ottobre 2024) |
Sponsor tecnico | Nike |
Esordio internazionale | |
Argentina 3 - 0 Brasile Buenos Aires, Argentina; 20 settembre 1914 | |
Migliore vittoria | |
Brasile 14 - 0 Nicaragua Città del Messico, Messico; 17 ottobre 1975 | |
Peggiore sconfitta | |
Uruguay 6 - 0 Brasile Viña del Mar, Cile; 18 settembre 1920 Brasile 1 - 7 Germania Belo Horizonte, Brasile; 8 luglio 2014 | |
Campionato del mondo | |
Partecipazioni | 22 (esordio: 1930) |
Miglior risultato | Campioni nel 1958, 1962, 1970, 1994, 2002 |
Copa América | |
Partecipazioni | 38 (esordio: 1916) |
Miglior risultato | Campioni nel 1919, 1922, 1949, 1989, 1997, 1999, 2004, 2007, 2019 |
Campionato CONCACAF/Gold Cup | |
Partecipazioni | 3 (esordio: 1996) |
Miglior risultato | Secondo posto nel 1996, 2003 |
Confederations Cup | |
Partecipazioni | 7 (esordio: 1997) |
Miglior risultato | Campioni nel 1997, 2005, 2009, 2013 |
La nazionale Verdeoro, come si usa chiamarla in Italia in riferimento ai colori della casacca[2], è una delle nazionali di calcio più titolate del mondo nonché quella più titolata nel campionato mondiale, vinto per 5 volte (1958, 1962, 1970, 1994 e 2002). Per questa ragione i giocatori del Brasile sono soprannominati Pentacampeões ("Pentacampioni"). Il Brasile è, insieme all'Italia, una delle due nazionali che si sono aggiudicate il titolo mondiale per due volte consecutive, nel 1958 e nel 1962.
Unica nazionale ad aver partecipato a tutte le edizioni del mondiale, in bacheca annovera anche 9 Coppe America e 4 Confederations Cup (primato). Vanta la disputa di sette finali del campionato del mondo e undici piazzamenti complessivi nei primi quattro posti della competizione in ventidue partecipazioni (solo la nazionale tedesca ha fatto meglio, con tredici piazzamenti complessivi in venti partecipazioni).
Nel ranking mondiale della FIFA, istituito nell'agosto 1993, ha più volte occupato la prima posizione: dal settembre al novembre 1993, dall'aprile al giugno 1994, dal luglio 1994 al maggio 2001, dal luglio 2002 al febbraio 2007, dal luglio al settembre 2007, dal luglio al novembre 2009, dall'aprile al luglio 2010, dall'aprile al luglio 2017, dall'agosto al settembre 2017 e dal marzo 2022 all'aprile 2023. Ha inoltre chiuso dodici volte l'anno solare in testa alla classifica, il che costituisce un primato. Il peggiore piazzamento nella classifica mondiale della FIFA è il 22º posto, occupato nel giugno 2013. Occupa attualmente la 5ª posizione della graduatoria.[1]
La nazionale brasiliana esordì nel 1914[3][4][5] e dovette attendere il 1928 per giocare contro squadre europee.[6] Guidata dal prolifico attaccante Arthur Friedenreich, la Seleçao vinse poi il campionato sudamericano del 1919 e del 1922.
Le prime apparizioni al campionato del mondo, tuttavia, non ebbero successo, in parte a causa delle lotte interne al calcio brasiliano circa l'opportunità di passare al professionismo, dissidi che resero la confederazione calcistica brasiliana incapace di schierare nazionali con i migliori giocatori. Eliminato al primo turno del campionato mondiale del 1930 e del 1934, il Brasile ottenne il terzo posto al mondiale del 1938, dove fu l'unica nazionale sudamericana nella competizione, con Leônidas capocannoniere a quota 7 reti. La fine del decennio seguente vide la squadra ottenere la vittoria al campionato sudamericano del 1949.
Nel 1950 il Brasile ospitò per la prima volta il mondiale e nella gara decisiva del girone finale affrontò l'Uruguay allo stadio Maracanã di Rio de Janeiro davanti a duecentomila spettatori. Nonostante al Brasile bastasse un pari per ottenere la vittoria dell'ambito trofeo, a vincere furono gli uruguaiani, che si imposero per 2-1 in rimonta, causando una disfatta vissuta dal pubblico di casa come un dramma, passato alla storia come Maracanazo[7][8][9][10] (in portoghese Maracanaço).[11] Al campionato mondiale del 1954 la selezione brasiliana, che annoverava calciatori del calibro di Nílton Santos, Djalma Santos, Julinho e Didi, uscì ai quarti di finale.
Nel 1958 il Brasile si aggiudicò per la prima volta il titolo mondiale, battendo in finale i padroni di casa della Svezia per 5-2; durante il torneo si mise in luce il diciassettenne Pelé, destinato a divenire secondo molti il miglior calciatore della storia e autore, proprio in finale, di un pregevole gol, ritenuto fra i più belli di sempre. Il successo fu replicato nel 1962, in Cile, dove il Brasile rivinse il titolo mondiale sconfiggendo i padroni di casa in semifinale e la Cecoslovacchia per 3-1 in finale. Garrincha fu il protagonista del torneo, in particolar modo dopo l'infortunio subito da Pelé nel secondo incontro della competizione, che costrinse o Rey a saltare le restanti partite.
Dopo il campionato del mondo svoltosi in Inghilterra nel 1966, dove i verdeoro furono eliminati al primo turno, il Brasile vinse la Coppa del mondo in Messico, nel 1970, battendo in finale l'Italia per 4-1. Quella selezione brasiliana trionfatrice allo stadio Azteca è reputata da molti osservatori la migliore squadra nazionale di tutti i tempi, potendo contare su campioni quali Pelé, alla sua ultima finale mondiale, Carlos Alberto, Jairzinho, Tostão, Gérson e Rivelino. Con questo successo la Seleção si aggiudicò la Coppa Rimet per la terza volta e poté quindi detenerla a titolo definitivo secondo quanto previsto dal regolamento FIFA allora vigente. Il trofeo fu poi rubato e non più ritrovato.
Al campionato mondiale del 1974 il Brasile terminò al quarto posto, perdendo la finale di consolazione contro la Polonia per 1-0, mentre nel 1978, pur avendo chiuso il mondiale senza sconfitte, non ebbe accesso alla finale, appannaggio dell'Argentina padrona di casa per una migliore differenza reti, avendo gli argentini ottenuto una controversa vittoria per 6-0 nell'ultima partita del girone, successo che consentì all'Albiceleste di colmare un gap di 5 reti con i brasiliani.
Al campionato mondiale del 1982, pur esprimendo un gioco pregevole con talenti come Zico, Falcão, Éder e Sócrates, che formavano una delle squadre più forti della storia,[12] la compagine allenata da Telê Santana dovette soccombere nel complicato girone di seconda fase con Argentina e Italia, dopo aver battuto per 3-1 gli argentini ed essere stata sconfitta per 2-3 dagli italiani, quando un pareggio contro la squadra di Enzo Bearzot sarebbe stato sufficiente per consentire alla Seleção di approdare alle semifinali a scapito degli azzurri.[12] La gestione di Telê Santana si chiuse con l'eliminazione ai quarti di finale del campionato del mondo 1986 contro la Francia ai tiri di rigore.
Passato sotto la guida di Sebastião Lazaroni, il Brasile uscì agli ottavi di finale del campionato del mondo 1990 contro l'Argentina, poi fu Paulo Roberto Falcão ad assumere le redini della squadra, traghettata al secondo posto nella Coppa America 1991 giocata in Cile. Fu quindi la volta del commissario tecnico Carlos Alberto Parreira, che condusse i suoi ai quarti di finale della Coppa America 1993 (eliminazione ancora contro l'Argentina, stavolta ai rigori).
Parreira rimase in sella per il campionato del mondo 1994, dove i brasiliani misero in bacheca il quarto titolo mondiale: il successo, maturato ai rigori nella torrida finale di Pasadena, permise ai brasiliani, capitanati da Dunga e trascinati dalle stelle Romário e Bebeto, di trionfare a ventiquattro anni dall'ultimo alloro mondiale, ancora contro l'Italia. Nella rosa campione del mondo figurava anche un giovane fuoriclasse, il diciassettenne Ronaldo, destinato ad affermarsi negli anni a venire.
Parreira lasciò la panchina del Brasile dopo il successo[13] e fu rimpiazzato da una vecchia gloria della Seleção, Mário Zagallo, che perse ai rigori la finale della Coppa America 1995 contro i padroni di casa dell'Uruguay e colse due successi, nella Confederations Cup 1997 e nella Coppa America 1997. Grande favorito per la vittoria del campionato del mondo 1998, il Brasile di Zagallo, qualificatosi di diritto alla manifestazione in qualità di squadra campione del mondo, giunse in finale, ma fu nettamente sconfitto (3-0) dalla Francia padrona di casa, che si aggiudicò il titolo mondiale per la prima volta. Le polemiche per la disfatta furono alimentate dal discusso utilizzo in finale di Ronaldo nonostante un serio problema di salute (convulsioni[14] o, secondo voci che circolarono, una crisi di nervi).[13]
A Zagallo subentrò Vanderlei Luxemburgo, che ottenne la vittoria nella Coppa America 1999, battendo per 3-0 l'Uruguay in finale. La successiva gestione di Émerson Leão, che richiamò Romário e tentò di costruire attorno a lui una squadra di giovani di talento, fu caratterizzata dalla clamorosa eliminazione ai quarti di finale della Coppa America 2001 contro l'Honduras e dal quarto posto nella Confederations Cup 2001, dove la nazionale brasiliana si presentò con una rosa priva delle stelle che giocavano nei campionati europei. Esonerato Leão,[15] fu Luiz Felipe Scolari ad assumere il ruolo di CT del Brasile. Sotto la sua guida il Brasile si qualificò al campionato del mondo 2002 con qualche affanno e poi trionfò nella competizione battendo in finale, la terza disputata consecutivamente dai verdeoro, la Germania per 2-0, grazie al contributo decisivo di Ronaldo (autore della decisiva doppietta nella finale di Tokyo), Rivaldo e del giovane astro Ronaldinho, con la spinta sulle fasce di Cafu e di Roberto Carlos. Tra le riserve di quella compagine vi era anche il ventenne Kaká, poi affermatosi a grandi livelli nel Milan di Carlo Ancelotti. Il capitano Cafu disputò in quell'occasione la terza finale mondiale consecutiva, stabilendo un primato.[16]
Ancora guidati da Parreira, richiamato in panchina nel gennaio 2003,[17] i brasiliani delusero nella Confederations Cup 2003, in Francia, uscendo già al primo turno.[18] Si aggiudicarono in seguito la Coppa America 2004[19] e la Confederations Cup 2005, in entrambi i casi contro l'Argentina, rispettivamente per 4-2 ai rigori dopo un 2-2 ai supplementari e per 4-1.[20][21][22] Al campionato del mondo 2006, però, i verdeoro furono fermati ai quarti di finale dalla Francia, poi finalista perdente del torneo.[23]
La mancata vittoria in Germania causò cambio in panchina,[24] con l'ex capitano Dunga che rimpiazzò Parreira.[25] Il nuovo tecnico portò in nazionale non solo le stelle acclamate delle grandi squadre europee, ma anche calciatori che militavano nei campionati russo e ucraino.[26] Vinta la Coppa America 2007 grazie al successo in finale contro l'Argentina per 3-0,[27] con Robinho nominato miglior giocatore del torneo, oltre che capocannoniere,[28] i brasiliani si aggiudicarono anche la Confederations Cup 2009,[29] sospinti dai gol di Luís Fabiano.[30] La gestione di Dunga si chiuse al termine del campionato del mondo 2010, dove i brasiliani furono eliminati ai quarti di finale dai Paesi Bassi, poi finalisti perdenti del torneo.[31][32][33]
Il successore, Mano Menezes,[34][35][36] rinunciò progressivamente alle colonne portanti del recente passato per favorire l'inserimento di nuovi volti come Coutinho e Neymar.[37] La disfatta nella Coppa America 2011, dove i brasiliani uscirono ai quarti di fine ai tiri di rigore, fallendo clamorosamente tutti e quattro i tentativi di realizzazione effettuati dal dischetto contro il Paraguay,[38][39] fece da preludio alla vittoria della nazionale olimpica, che si aggiudicò la medaglia d'oro ai Giochi olimpici di Londra 2012,[40] ma ciò non bastò a scongiurare l'esonero dell'allenatore, silurato dalla federazione brasiliana nel novembre 2012 dopo due anni giudicati "insufficienti".[41]
Dopo l'allontanamento di Menezes, in panchina tornarono due grandi nomi del passato: Scolari fu affiancato da Parreira in veste di secondo.[42] Messa in bacheca la Confederations Cup 2013, grazie alla vittoria in finale del Maracanã contro la Spagna campione d'Europa e del mondo per 3-0 nella finale, la Seleção si apprestò a giocare il campionato del mondo 2014 da padrona di casa e grande favorita, ma l'epilogo fu tra i più amari nella storia della selezione verdeoro. Allo stadio Mineirão di Belo Horizonte, nelle semifinali del torneo, la partita contro la Germania assunse subito una piega del tutto inattesa e impronosticabile: alla mezz'ora del primo tempo, infatti, i tedeschi erano già in vantaggio per 5-0 e nella ripresa incrementarono il vantaggio fino a portarsi sul 7-0; a nulla servì il gol del definitivo 1-7.[43][44] Per la prima volta nella storia i brasiliani subirono sette reti in una sola partita e l'indignazione per l'umiliazione subita fu tanta che alcuni giornali l'indomani titolarono Mineirazo, in analogia con il Maracanazo del campionato del mondo 1950.[45] I brasiliani chiusero il torneo al quarto posto, sconfitti anche nella finale di consolazione dai Paesi Bassi, al che Scolari rassegnò le proprie dimissioni.[46]
Nel luglio 2014 tornò sulla panchina della nazionale il CT Dunga, che ottenne ben undici vittorie consecutive, ma nella Coppa America 2015 uscì ai quarti di finale ai tiri di rigore e nella Coppa America 2016, con una rosa priva dell'infortunato Kakà e con alcune esclusioni eccellenti tra i convocati, addirittura al primo turno, evento che nel torneo non si verificava dal 1987. Anche a causa dell'avvio considerato insoddisfacente nelle qualificazioni al mondiale 2018, Dunga fu sollevato dall'incarico.[47]
A Dunga successe, nel giugno 2016, Tite,[48] che colse otto vittorie consecutive nelle qualificazioni a Russia 2018, guadagnando l'approdo alla fase finale del torneo, da cui il Brasile venne poi eliminato ai quarti di finale. Nella Coppa America 2019 il Brasile, padrone di casa e ancora privo, a causa di un infortunio, della stella Neymar, tornò al successo, battendo per 3-1 in finale al Maracanã la sorpresa Perù, già affrontata e battuta nel girone. I brasiliani raggiunsero anche la finale della Coppa America 2021, nuovamente disputata in casa (al Maracanã) e tenutasi con un anno di ritardo a causa della pandemia di COVID-19: qui i verdeoro furono sconfitti di misura (1-0) dall'Argentina. Anche al campionato del mondo 2022 i brasiliani furono eliminati ai quarti di finale, sconfitti ai rigori dalla Croazia per 4-2.[49]
Dopo che Tite ebbe lasciato la panchina verdeoro a seguito della manifestazione, ben due allenatori ad interim si alternarono nel corso dell'anno successivo: prima Ramon Menezes, già allenatore della nazionale under-20, e poi Fernando Diniz, tecnico del Fluminense. Il 7 gennaio 2024 fu Dorival Júnior a venire ufficialmente nominato commissario tecnico del Brasile, che portò fino ai quarti della Copa América 2024, eliminato dall'Uruguay.
fino al Maracanazo (pre-1950)
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dopo il Maracanazo (post-1950)
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In origine la divisa del Brasile era bianca con il colletto blu, ma in seguito all'incredibile sconfitta ai mondiali del 1950 contro l'Uruguay nella partita decisiva per l'assegnazione del titolo i colori furono considerati poco patriottici e quindi, con il permesso della confederazione sportiva brasiliana, il quotidiano Correio da Manhã indisse una competizione per scegliere una nuova uniforme che contenesse i quattro colori della bandiera nazionale.[50] Alla fine vinse l'uniforme giallo-verde con pantaloncini azzurri progettata da Aldyr Garcia Schlee, un diciannovenne proveniente da Pelotas.[51] I nuovi colori vennero usati per la prima volta nel marzo 1954 in un match contro il Cile e da allora sono stati variati leggermente solo nelle tonalità del giallo o dell'azzurro, più o meno scuri a seconda degli sponsor tecnici che si sono avvicendati, così come la presenza o meno di rifiniture verdi sulle maglie o bianche sui pantaloncini, ma senza più intaccare la fisionomia del template. I calzettoni sono stati prevalentemente bianchi mentre i numeri sulle maglie sono stati sempre verdi.
La seconda divisa è di colore azzurro più o meno acceso con pantaloncini bianchi. Dal 1998 lo sponsor tecnico è Nike.
Nel marzo 2011 fu presentata la nuova terza maglia completamente nera, che suscitò polemiche nel paese. Come compromesso per la scelta azzardata, la nuova divisa fu impiegata solo in gare di esibizione e amichevoli.[52]
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Campionato del mondo | |
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Edizione | Risultato |
1930 | Primo turno |
1934 | Ottavi di finale |
1938 | Terzo posto |
1950 | Secondo posto |
1954 | Quarti di finale |
1958 | Campione |
1962 | Campione |
1966 | Primo turno |
1970 | Campione |
1974 | Quarto posto |
1978 | Terzo posto |
1982 | Secondo turno |
1986 | Quarti di finale |
1990 | Ottavi di finale |
1994 | Campione |
1998 | Secondo posto |
2002 | Campione |
2006 | Quarti di finale |
2010 | Quarti di finale |
2014 | Quarto posto |
2018 | Quarti di finale |
2022 | Quarti di finale |
Copa América | |
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Edizione | Risultato |
1916 | Terzo posto |
1917 | Terzo posto |
1919 | Campione |
1920 | Terzo posto |
1921 | Secondo posto |
1922 | Campione |
1923 | Quarto posto |
1924 | Rinuncia |
1925 | Secondo posto |
1926 | Rinuncia |
1927 | Rinuncia |
1929 | Rinuncia |
1935 | Rinuncia |
1937 | Secondo posto |
1939 | Rinuncia |
1941 | Rinuncia |
1942 | Terzo posto |
1945 | Secondo posto |
1946 | Secondo posto |
1947 | Rinuncia |
1949 | Campione |
1953 | Secondo posto |
1955 | Rinuncia |
1956 | Quarto posto |
1957 | Secondo posto |
1959 | Secondo posto |
1959 (II) | Terzo posto |
1963 | Quarto posto |
1967 | Rinuncia |
1975 | Terzo posto [53] |
1979 | Terzo posto [53] |
1983 | Secondo posto |
1987 | Primo turno |
1989 | Campione |
1991 | Secondo posto |
1993 | Quarti di finale |
1995 | Secondo posto |
1997 | Campione |
1999 | Campione |
2001 | Quarti di finale |
2004 | Campione |
2007 | Campione |
2011 | Quarti di finale |
2015 | Quarti di finale |
2016 | Primo turno |
2019 | Campione |
2021 | Secondo posto |
2024 | Quarti di finale |
Legenda: Grassetto: Risultato migliore, Corsivo: Mancate partecipazioni
Pur non essendo affiliata alla CONCACAF, la nazionale verdeoro è stata invitata a tre edizioni della Gold Cup, piazzandosi due volte seconda ed una terza.[55]
La Seleção si è classificato secondo all'unica Taça das Nações, organizzata in casa dalla CBD nel 1964.[56]
I Verdeoro hanno partecipato a tutti e tre i Campionati Panamericani, ottenendo due vittorie ed un secondo posto.[57]
La nazionale brasiliana ha partecipato ai Giochi panamericani in 10 occasioni. Tuttavia, data la natura dilettantistica della manifestazione, era impedita per regolamento la convocazione dei professionisti. Dunque fino al 2003 le selezioni erano costituite da giovani o calciatori di seconda fascia, mentre da tale data, vi è l'obbligo di schierare le Under-20. Pertanto dalla prima edizione del 1951 a quella del 1999 i carioca in sette partecipazioni hanno collezionato quattro medaglie d'oro, una d'argento ed una di bronzo.[58]
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1930 | Uruguay | Primo turno | 1 | 0 | 1 | 5:2 |
1934 | Italia | Ottavi di finale | 0 | 0 | 1 | 1:3 |
1938 | Francia | Terzo posto | 3 | 1 | 1 | 14:11 |
1950 | Brasile | Secondo posto | 4 | 1 | 1 | 22:6 |
1954 | Svizzera | Quarti di finale | 1 | 1 | 1 | 8:5 |
1958 | Svezia | Campione | 5 | 1 | 0 | 16:4 |
1962 | Cile | Campione | 5 | 1 | 0 | 14:5 |
1966 | Inghilterra | Primo turno | 1 | 0 | 2 | 4:6 |
1970 | Messico | Campione | 6 | 0 | 0 | 19:7 |
1974 | Germania Ovest | Quarto posto | 3 | 2 | 2 | 6:4 |
1978 | Argentina | Terzo posto | 4 | 3 | 0 | 10:3 |
1982 | Spagna | Secondo turno | 4 | 0 | 1 | 15:6 |
1986 | Messico | Quarti di finale | 4 | 1 | 0 | 10:1 |
1990 | Italia | Ottavi di finale | 3 | 0 | 1 | 4:2 |
1994 | Stati Uniti | Campione | 5 | 2 | 0 | 11:3 |
1998 | Francia | Secondo posto | 4 | 1 | 2 | 14:10 |
2002 | Corea del Sud / Giappone | Campione | 7 | 0 | 0 | 18:4 |
2006 | Germania | Quarti di finale | 4 | 0 | 1 | 10:2 |
2010 | Sudafrica | Quarti di finale | 3 | 1 | 1 | 9:4 |
2014 | Brasile | Quarto posto | 3 | 2 | 2 | 11:14 |
2018 | Russia | Quarti di finale | 3 | 1 | 1 | 8:3 |
2022 | Qatar | Quarti di finale | 3 | 1 | 1 | 8:3 |
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1916 | Argentina | Terzo posto | 0 | 2 | 1 | 3:4 |
1917 | Uruguay | Terzo posto | 1 | 0 | 2 | 7:8 |
1919 | Brasile | Campione | 2 | 1 | 0 | 11:3 |
1920 | Cile | Terzo posto | 1 | 0 | 2 | 1:8 |
1921 | Argentina | Secondo posto | 1 | 0 | 2 | 4:3 |
1922 | Brasile | Campione | 2 | 3 | 0 | 7:2 |
1923 | Uruguay | Quarto posto | 0 | 0 | 3 | 2:5 |
1924 | Uruguay | Rinuncia | - | - | - | - |
1925 | Argentina | Secondo posto | 2 | 1 | 1 | 11:9 |
1926 | Cile | Rinuncia | - | - | - | - |
1927 | Perù | Rinuncia | - | - | - | - |
1929 | Argentina | Rinuncia | - | - | - | - |
1935 | Perù | Rinuncia | - | - | - | - |
1937 | Argentina | Secondo posto | 4 | 0 | 2 | 17:11 |
1939 | Perù | Rinuncia | - | - | - | - |
1941 | Cile | Rinuncia | - | - | - | - |
1942 | Uruguay | Terzo posto | 2 | 3 | 1 | 15:7 |
1945 | Cile | Secondo posto | 5 | 0 | 1 | 19:5 |
1946 | Argentina | Secondo posto | 3 | 1 | 1 | 13:7 |
1947 | Ecuador | Rinuncia | - | - | - | - |
1949 | Brasile | Campione | 7 | 0 | 1 | 46:7 |
1953 | Perù | Secondo posto | 4 | 0 | 3 | 17:9 |
1955 | Cile | Rinuncia | - | - | - | - |
1956 | Uruguay | Quarto posto | 2 | 2 | 1 | 4:5 |
1957 | Perù | Secondo posto | 4 | 0 | 2 | 23:9 |
1959 I | Argentina | Secondo posto | 4 | 2 | 0 | 17:7 |
1959 II | Ecuador | Terzo posto | 2 | 0 | 2 | 7:10 |
1963 | Bolivia | Quarto posto | 3 | 1 | 2 | 12:13 |
1967 | Uruguay | Rinuncia | - | - | - | - |
1975 | Itinerante | Terzo posto [53] | 5 | 0 | 1 | 16:4 |
1979 | Itinerante | Terzo posto [53] | 2 | 2 | 2 | 10:9 |
1983 | Itinerante | Secondo posto | 2 | 4 | 2 | 8:5 |
1987 | Argentina | Primo turno | 1 | 0 | 1 | 5:4 |
1989 | Brasile | Campione | 5 | 2 | 0 | 11:1 |
1991 | Cile | Secondo posto | 4 | 1 | 2 | 12:8 |
1993 | Ecuador | Quarti di finale | 1 | 2 | 1 | 6:4 |
1995 | Uruguay | Secondo posto | 4 | 2 | 0 | 10:3 |
1997 | Bolivia | Campione | 6 | 0 | 0 | 22:3 |
1999 | Paraguay | Campione | 6 | 0 | 0 | 17:2 |
2001 | Colombia | Quarti di finale | 2 | 0 | 2 | 5:4 |
2004 | Perù | Campione | 3 | 2 | 1 | 13:6 |
2007 | Venezuela | Campione | 4 | 1 | 1 | 22:4 |
2011 | Argentina | Quarti di finale | 1 | 3 | 0 | 4:3 |
2015 | Cile | Quarti di finale | 2 | 1 | 1 | 5:4 |
2016 | Stati Uniti | Primo turno | 1 | 1 | 1 | 7:2 |
2019 | Brasile | Campione | 4 | 2 | 0 | 13:1 |
2021 | Brasile | Secondo posto | 5 | 1 | 1 | 12:3 |
2024 | Stati Uniti | Quarti di finale | 1 | 3 | 0 | 5:2 |
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1992 | Arabia Saudita | Non invitata | - | - | - | - |
1995 | Arabia Saudita | Non invitata | - | - | - | - |
1997 | Arabia Saudita | Campione | 4 | 1 | 0 | 14:2 |
1999 | Messico | Secondo posto | 4 | 0 | 1 | 18:6 |
2001 | Corea del Sud / Giappone | Quarto posto | 1 | 2 | 2 | 3:3 |
2003 | Francia | Primo turno | 1 | 1 | 1 | 3:3 |
2005 | Germania | Campione | 3 | 1 | 1 | 12:6 |
2009 | Sudafrica | Campione | 5 | 0 | 0 | 14:5 |
2013 | Brasile | Campione | 5 | 0 | 0 | 14:3 |
2017 | Russia | Non qualificata | - | - | - | - |
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1996 | Stati Uniti | Secondo posto | 3 | 0 | 1 | 10:3 |
1998 | Stati Uniti | Terzo posto | 2 | 2 | 1 | 6:2 |
2003 | Stati Uniti / Messico | Secondo posto | 3 | 0 | 2 | 6:4 |
Anno | Luogo | Piazzamento | V | N | P | Gol |
---|---|---|---|---|---|---|
1952 | Santiago del Cile | Campione | 4 | 1 | 0 | 14:2 |
1956 | Città del Messico | Campione | 4 | 1 | 0 | 14:5 |
1960 | San José | Secondo posto | 3 | 1 | 2 | 10:8 |
Lista dei giocatori convocati per le gare di qualificazione al campionato mondiale di calcio 2026 del 14 e 19 novembre 2024.
Presenze e reti aggiornate al termine della seonda gara.
N. | Pos. | Giocatore | Data nascita (età) | Pres. | Reti | Squadra | ||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
P | Ederson | 17 agosto 1993 | 29 | -21 | Manchester City | |||
P | Weverton | 13 dicembre 1987 | 10 | -7 | Palmeiras | |||
P | Bento | 10 giugno 1999 | 2 | -3 | Al-Nassr | |||
D | Marquinhos | 14 maggio 1994 | 95 | 7 | Paris Saint-Germain | |||
D | Danilo | 15 luglio 1991 | 65 | 1 | Juventus | |||
D | Gabriel Magalhães | 19 dicembre 1997 | 13 | 1 | Arsenal | |||
D | Alex Telles | 15 dicembre 1992 | 12 | 0 | Botafogo | |||
D | Abner | 27 maggio 2000 | 4 | 0 | Olympique Lione | |||
D | Léo Ortiz | 3 gennaio 1996 | 0 | 0 | Flamengo | |||
D | Murillo | 4 luglio 2002 | 0 | 0 | Nottingham Forest | |||
D | Dodô | 17 novembre 1998 | 0 | 0 | Fiorentina | |||
C | Lucas Paquetá | 27 agosto 1997 | 56 | 11 | West Ham Utd | |||
C | Bruno Guimarães | 16 novembre 1997 | 32 | 1 | Newcastle Utd | |||
C | Gerson | 20 maggio 1997 | 11 | 1 | Flamengo | |||
C | André | 16 luglio 2001 | 10 | 0 | Wolverhampton | |||
C | Andreas Pereira | 1º gennaio 1996 | 9 | 2 | Fulham | |||
A | Vinícius Júnior | 12 luglio 2000 | 37 | 5 | Real Madrid | |||
A | Raphinha | 14 dicembre 1996 | 31 | 10 | Barcellona | |||
A | Gabriel Martinelli | 18 giugno 2001 | 16 | 2 | Arsenal | |||
A | Savinho | 10 aprile 2004 | 11 | 1 | Manchester City | |||
A | Luiz Henrique | 2 gennaio 2001 | 6 | 2 | Botafogo | |||
A | Igor Jesus | 25 febbraio 2001 | 4 | 1 | Botafogo | |||
A | Estêvão Willian | 24 aprile 2007 | 4 | 0 | Palmeiras |
La nazionale brasiliana disputa occasionalmente partite di esibizione contro squadre di club, selezioni continentali, selezioni FIFA, di varie federazioni o leghe nazionali e perfino contro enti o fondazioni. Tutte queste partite, non essendo riconosciute dalla FIFA, non entrano a far parte delle statistiche individuali di presenze e di reti.
Statistiche aggiornate al 18 ottobre 2023.
I giocatori in grassetto sono ancora in attività con la maglia della nazionale.
Pos. | Giocatore | Presenze | Gol | Periodo |
---|---|---|---|---|
1 | Cafu | 142 | 5 | 1990-2006 |
2 | Neymar | 128 | 79 | 2010- |
3 | Dani Alves | 126 | 8 | 2006-2022 |
4 | Roberto Carlos | 125 | 11 | 1992-2006 |
5 | Thiago Silva | 113 | 7 | 2008-2022 |
6 | Lúcio | 105 | 4 | 2000-2011 |
7 | Cláudio Taffarel | 101 | 0 | 1988-1998 |
8 | Robinho | 100 | 28 | 2003-2017 |
9 | Djalma Santos | 98 | 3 | 1952-1968 |
Ronaldo | 62 | 1994-2011 |
Pos. | Giocatore | Gol | Presenze | Periodo | Media reti |
---|---|---|---|---|---|
1 | Neymar | 79 | 128 | 2010- | 0,62 |
2 | Pelé | 77 | 92 | 1957-1971 | 0,84 |
3 | Ronaldo | 62 | 98 | 1994-2011 | 0,63 |
4 | Romário | 55 | 70 | 1987-2005 | 0,79 |
5 | Zico | 48 | 71 | 1976-1986 | 0,67 |
6 | Bebeto | 39 | 75 | 1985-1998 | 0,52 |
7 | Rivaldo | 35 | 74 | 1993-2003 | 0,46 |
8 | Jairzinho | 33 | 81 | 1964-1982 | 0,40 |
Ronaldinho | 97 | 1999-2013 | 0,34 | ||
10 | Ademir | 32 | 39 | 1945-1953 | 0,82 |
Tostão | 54 | 1966-1972 | 0,59 |
NOTA: per le informazioni sulle rose successive al 1948 visionare la pagina della nazionale olimpica.
Tra gli avversari nazionali contro cui sono stati disputati almeno 10 incontri, il Brasile presenta i seguenti saldi (aggiornati al 6 luglio 2018):
Nazionale | Partite | Vittoria | Pareggio | Sconfitta | Reti fatte | Reti subite | Differenza reti | Ultima vittoria | Ultimo pareggio | Ultima sconfitta |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Paraguay | 84 | 50 | 22 | 12 | 183 | 68 | +115 | 28 giugno 2024 | 27 giugno 2019 | 10 settembre 2024 |
Uruguay | 78 | 38 | 18 | 22 | 145 | 111 | +34 | 14 ottobre 2021 | 6 luglio 2024 | 17 ottobre 2023 |
Cile | 76 | 55 | 13 | 8 | 174 | 63 | +111 | 10 ottobre 2024 | 28 giugno 2014 | 9 ottobre 2015 |
Perù | 51 | 37 | 9 | 5 | 110 | 33 | +77 | 12 settembre 2023 | 18 novembre 2007 | 11 settembre 2019 |
Messico | 41 | 24 | 7 | 10 | 76 | 38 | +38 | 9 giugno 2024 | 17 giugno 2014 | 3 giugno 2012 |
Colombia | 37 | 21 | 12 | 4 | 69 | 21 | +48 | 11 novembre 2021 | 2 luglio 2024 | 16 novembre 2023 |
Ecuador | 36 | 28 | 6 | 2 | 99 | 24 | +75 | 6 settembre 2024 | 27 gennaio 2022 | 17 novembre 2004 |
Bolivia | 33 | 24 | 4 | 5 | 113 | 26 | +87 | 8 settembre 2023 | 5 ottobre 2017 | 11 ottobre 2009 |
Venezuela | 30 | 24 | 5 | 1 | 98 | 11 | +87 | 7 ottobre 2021 | 14 novembre 2024 | 6 giugno 2008 |
Inghilterra | 27 | 12 | 11 | 4 | 35 | 23 | +12 | 23 marzo 2024 | 14 novembre 2017 | 6 febbraio 2013 |
Germania | 23 | 13 | 5 | 5 | 41 | 31 | +10 | 27 marzo 2018 | 8 settembre 2004 | 8 luglio 2014 |
Portogallo | 20 | 13 | 3 | 4 | 39 | 16 | +23 | 11 settembre 2013 | 25 giugno 2010 | 6 febbraio 2007 |
Stati Uniti | 20 | 19 | 1 | 1 | 42 | 13 | +29 | 7 settembre 2018 | 12 giugno 2024 | 10 febbraio 1998 |
Cecoslovacchia | 16 | 9 | 5 | 2 | 27 | 14 | +13 | 18 dicembre 1991 | 3 marzo 1982 | 23 giugno 1968 |
Italia | 16 | 8 | 3 | 5 | 30 | 23 | +7 | 22 giugno 2013 | 21 marzo 2013 | 5 luglio 1982 |
Francia | 15 | 6 | 4 | 5 | 26 | 21 | +5 | 26 marzo 2015 | 20 maggio 2004 | 9 febbraio 2011 |
Svezia | 15 | 10 | 3 | 2 | 35 | 17 | +18 | 15 agosto 2012 | 28 giugno 1994 | 16 giugno 1989 |
Giappone | 13 | 11 | 2 | 0 | 35 | 5 | +30 | 6 giugno 2022 | 22 giugno 2005 | – |
Polonia | 12 | 9 | 2 | 1 | 37 | 19 | +18 | 26 febbraio 1997 | 17 marzo 1993 | 6 luglio 1974 |
Costa Rica | 12 | 10 | 1 | 1 | 34 | 9 | +25 | 22 giugno 2018 | 25 giugno 2024 | 10 marzo 1960 |
Galles | 10 | 8 | 1 | 1 | 20 | 5 | +15 | 5 settembre 2006 | 12 giugno 1983 | 11 settembre 1991 |
Scozia | 10 | 8 | 2 | 0 | 16 | 3 | +13 | 27 marzo 2011 | 18 giugno 1974 | – |
Spagna | 10 | 5 | 3 | 2 | 17 | 11 | +6 | 30 giugno 2013 | 26 marzo 2024 | 12 settembre 1990 |
Svizzera | 10 | 4 | 4 | 2 | 12 | 9 | +3 | 28 novembre 2022 | 17 giugno 2018 | 14 agosto 2013 |
Austria | 10 | 7 | 3 | 0 | 17 | 5 | +12 | 10 giugno 2018 | 1º maggio 1974 | – |
Nazionale | Partite | Vittoria | Pareggio | Sconfitta | Reti fatte | Reti subite | Differenza | Ultima vittoria | Ultimo pareggio | Ultima sconfitta |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Paesi Bassi | 12 | 3 | 5 | 4 | 15 | 18 | -3 | 8 giugno 1999 | 4 giugno 2011 | 12 luglio 2014 |
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