Trento
comune italiano, capoluogo dell’omonima provincia autonoma e della regione Trentino-Alto Adige Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
comune italiano, capoluogo dell’omonima provincia autonoma e della regione Trentino-Alto Adige Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Trento (AFI: /ˈtrento/[5] o /ˈtrɛnto/,[6] ; Trènt in dialetto trentino; Trient in tedesco[7]; Trënt in ladino; Tria in cimbro[8]; Trea't in mocheno[9]) è un comune italiano di 119 097 abitanti,[2] capoluogo della provincia autonoma di Trento e della regione Trentino-Alto Adige.
Trento comune | |
---|---|
Trento visione d'insieme | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Provincia | Trento |
Amministrazione | |
Sindaco | Franco Ianeselli (indipendente di centro-sinistra) dal 23-9-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 46°04′N 11°07′E |
Altitudine | 194[1] m s.l.m. |
Superficie | 157,88 km² |
Abitanti | 119 097[2] (30-6-2024) |
Densità | 754,35 ab./km² |
Frazioni | Vedi elenco |
Comuni confinanti | Albiano, Aldeno, Altopiano della Vigolana, Besenello, Cavedine, Cimone, Civezzano, Garniga Terme, Giovo, Lavis, Madruzzo, Pergine Valsugana, Vallelaghi, Villa Lagarina |
Altre informazioni | |
Lingue | Italiano |
Cod. postale | 38121 (nord) 38122 (centro) 38123 (sud) |
Prefisso | 0461 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 022205 |
Cod. catastale | L378 |
Targa | TN |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 567 GG[4] |
Nome abitanti | trentini o tridentini (storico) |
Patrono | san Vigilio |
Giorno festivo | 26 giugno |
Cartografia | |
Posizione del comune di Trento nella provincia autonoma di Trento. | |
Sito istituzionale | |
La città di Trento (46°04′N 11°07′E) è situata nella valle del fiume Adige, a circa 150 km dalla sorgente del fiume e a 250 km dalla sua foce, 55 km a sud di Bolzano e 95 km a nord di Verona. La città di Trento è collocata al centro di un'area urbana compresa latitudinalmente tra Mezzolombardo e Rovereto e che si estende ad est verso la Valsugana, fino al comune di Pergine.
Trento presenta estreme diversità territoriali e di popolazione. La popolazione comunale non è concentrata solo in città, ma anche in numerosi centri sparsi o sobborghi, piuttosto diversi l'uno dall'altro e che conservano ancora una propria identità sia urbana, sia paesana, rurale o montana. La città antica conta 80 000 abitanti (ottobre 2004). L'agglomerato urbano con i comuni limitrofi arriva a 150 000 abitanti. Tra i sobborghi, quello più popoloso è Gardolo (a nord della città, 12 449 abitanti la circoscrizione).
Quello meno popolato è Sardagna (1 106 abitanti). La maggioranza di essi è distribuita sul fondovalle dell'Adige o sulle colline a est della città, mentre il paesino di Sardagna è situato ad ovest su un piano roccioso a 560 metri di altitudine ed è collegato al fondovalle anche da una piccola funivia; i paesi del Bondone sono invece situati tra i 490 m s.l.m. di Vigolo Baselga e i 1 650 metri di Vason e fanno tutti parte della stessa circoscrizione comunale.
La vastità della zona comunale fa derivare quindi una densità di popolazione non caratteristica di città compatte e a forte concentrazione di popolazione (736 ab./km² contro, per esempio, i 2 037 ab./km² di Bolzano).
Trento mantiene un legame molto stretto con la montagna; a nord-ovest si trova la Paganella, a nord-est il monte Calisio, a est la Marzola, a sud-est la Vigolana e a ovest il Monte Bondone, chiamato anche l'"Alpe di Trento". Quest'ultimo, che in gran parte ricade nel territorio comunale, è raggiungibile in poco tempo dal centro cittadino tramite la strada provinciale.
Presso la conca delle Viote del Bondone è possibile visitare il giardino botanico alpino e iniziare l'escursione verso la Riserva Naturale Integrale delle Tre Cime del Bondone (Cornet, Dos d'Abramo e Cima Verde).
I 15 803 ettari di cui è composto il comune di Trento sono così suddivisi (in ordine di grandezza):
La città di Trento è attraversata da diversi corsi d'acqua: il fiume Adige, che la percorre da nord a sud, e il torrente Fersina, che l'attraversa da est a sud-ovest per poi confluire nell'Adige, sono i maggiori. Parallelo all'Adige, scorre il canale chiamato "Adigetto". A sud della città scorre un altro piccolo corso d'acqua permanente, proveniente dalla collina di Povo, il rio Salè, che confluisce nel Fersina poco prima che questo a sua volta confluisca nell'Adige; nonostante abbia argini adeguati e un ampio letto rispetto alla portata normale, alcune volte ha invaso, alluvionandola, la zona circostante, detta "Bolghera" o anche "Gocciadoro".
Sulla sponda orografica destra, si congiunge il rio che scende dalla ben visibile cascata di Sardagna.
A Trento sono ubicate sei stazioni meteorologiche.[10] Secondo la Stazione meteorologica di Trento, che si trova in zona collinare a circa 240 m s.l.m., i dati medi del trentennio 1961-1990 registrano una temperatura media del mese più freddo, gennaio, a +1,6 °C, mentre quella del mese più caldo, luglio, è di +22,4 °C.
Il record di temperatura più bassa, mai registrata in città, risale all'inverno 1985 e fu di -16 C°.[11]
In fondovalle, dove è ubicata la città, a causa dell'inversione termica i valori minimi sono però sensibilmente più bassi[senza fonte] rispetto a quanto rilevato dalla stazione collinare (e riportato nella successiva tabella). Le medie minime di gennaio per la città di Trento si attestano a -3,6 °C con una media mensile di 0,5 °C. La media mensile di luglio, mese più caldo, è invece di +21,9 °C.[12]
In generale, il clima è continentale umido, (Köppen Cfa, Dfa) con quattro stagioni alquanto distinte. Le estati sono relativamente calde, talvolta afose, con massime sopra i 30° e con occasionali picchi di 35-37°, solitamente il periodo più caldo dell'anno si colloca tra la seconda metà di giugno e i primi giorni di agosto. Temperature prossime ai 40° si registrano eccezionalmente. Ciò nonostante, temporali relativamente frequenti mitigano spesso il clima con improvvisa frescura con calo termico anche di 10° in un'ora, mentre brezze talvolta soffiano lungo il fiume Adige oppure sulle colline circostanti la città. Le notti estive possono essere anch'esse calde, con minime anche intorno attorno ai 20-21°, ma picchi fino ai 23/24° durante le ondate di calore.
Dalla seconda metà di agosto ha inizio un generale raffreddamento, tuttavia il clima è di sovente molto gradevole in settembre, inizio della stagione autunnale, tendenzialmente piovosa con locali nebbie nei periodi di alta pressione. Il foliage (cambio di colore delle foglie sulle piante) inizia in quota nella prima metà di ottobre; in collina raggiunge il picco a fine mese, mentre in valle entro la prima decade di novembre. Di solito la prima gelata della stagione si verifica tra inizio e metà di tale mese, con possibili fiocchi già i primi di dicembre. Nevicate abbondanti in città si sono registrate comunque anche nell'ultima settimana di novembre come nelle stagioni 2005-2008-2010.[13]
L'inverno è moderatamente rigido con frequenti gelate, gli accumuli di neve sono molto variabili di anno in anno (nel 2019-2020 solo 3-5 centimetri, mentre tra il 28 dicembre 2020 e il 2 gennaio 2021 sono caduti 72 cm di neve in città). A dicembre il sole lambisce il centro storico solo per poche ore, dalle 9 alle 14 circa, a causa dell'ombra dei monti. Ciò accresce la sensazione di freddo e favorisce la formazione e ristagno di brina nei periodi soleggiati (infatti si tratta anche di un periodo relativamente più povero di precipitazioni).
A marzo inizia la fioritura di numerosi alberi da frutto e cespugli, sebbene geli ancora di frequente fino alla metà del mese, talvolta persino in aprile. In primavera il tempo è variabile a seconda dei fronti e delle perturbazioni, la transizione stagionale può essere decisamente repentina.
Com'è noto, in quota il tempo è più imprevedibile e incerto, più fresco nelle notti d'estate e molto nevoso d'inverno. Già a Villazzano, 150 metri più in alto del centro cittadino, la differenza termica può essere considerevole in estate con estati più miti, considerando che il centro città è affetto dal fenomeno dell'isola di calore urbana.
Le precipitazioni medie annue superano i 900 mm, distribuite mediamente in 88 giorni, con un picco nella tarda primavera e in estate, così come in autunno, mentre si registra un minimo relativo invernale.[14] La media nivometrica è di circa 55 cm[15]; Trento fu la città capoluogo di provincia più colpita dalla Nevicata del Secolo del 1985 con 145 cm di neve[16], un altro inverno nevosissimo fu il 1978 con ben 211 cm stagionali, valore notevole considerando che la città si trova soltanto a circa 200 m s.l.m.[17]
Trento Roncafort (194 m.s.l.m.) (1976-2009)[12] | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 5,8 | 9,2 | 14,7 | 18,2 | 23,0 | 26,4 | 29,0 | 28,7 | 24,2 | 18,0 | 10,8 | 6,1 | 7,0 | 18,6 | 28,0 | 17,7 | 17,8 |
T. media (°C) | 0,5 | 3,1 | 8,1 | 11,5 | 16,1 | 19,5 | 21,9 | 21,5 | 17,4 | 11,9 | 5,1 | 0,9 | 1,5 | 11,9 | 21,0 | 11,5 | 11,5 |
T. min. media (°C) | −3,6 | −1,7 | 2,8 | 6,2 | 10,5 | 14,0 | 16,0 | 15,6 | 11,8 | 7,1 | 0,6 | −3,0 | −2,8 | 6,5 | 15,2 | 6,5 | 6,4 |
Precipitazioni (mm) | 47 | 41 | 59 | 80 | 99 | 101 | 105 | 89 | 92 | 124 | 101 | 64 | 152 | 238 | 295 | 317 | 1 002 |
Trento Laste (312 m s.l.m.) (1961-1990)[14] | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 5,1 | 7,9 | 12,8 | 17,3 | 21,2 | 25,5 | 28,2 | 27,0 | 23,0 | 16,5 | 9,9 | 5,8 | 6,3 | 17,1 | 26,9 | 16,5 | 16,7 |
T. min. media (°C) | −1,8 | 0,0 | 3,6 | 7,1 | 10,7 | 14,4 | 16,6 | 16,1 | 13,1 | 7,8 | 3,0 | −0,9 | −0,9 | 7,1 | 15,7 | 8,0 | 7,5 |
Precipitazioni (mm) | 58 | 45 | 74 | 68 | 106 | 96 | 76 | 94 | 79 | 83 | 107 | 59 | 162 | 248 | 266 | 269 | 945 |
Giorni di pioggia | 5 | 5 | 8 | 7 | 11 | 10 | 8 | 9 | 6 | 6 | 8 | 5 | 15 | 26 | 27 | 20 | 88 |
Secondo la tradizione il toponimo Trento deriverebbe dal latino Tridentum (nome assegnato dai Romani) per via dei tre colli (Doss Trent, Dosso Sant'Agata e Dosso di San Rocco) che circondano la città, tuttavia si tratta di una leggenda.[20]
Gli storici moderni ritengono invece che più verosimilmente un’origine retica,[21] legata al termine trent, con il significato di guado o attraversamento,[22] testimoniato anche dall’ubicazione del primo abitato cittadino, sviluppatasi lungo un’ansa del fiume Adige,[23] dove esso quindi scorreva più lentamente e rendendone l’attraversamento meno complesso.
Nonostante non sia suffragata da fonti storiche, la paraetimologia tradizionale riscosse ampie fortune, al punto che sul vecchio municipio si legge ancora l'iscrizione latina Montes argentum mihi dant nomenque Tridentum («I monti mi danno l'argento e il nome di Trento»), coniata da Fra Bartolomeo da Trento († 1251; il termine argento è un riferimento all’attività mineraria del sviluppatasi nel Medioevo sul monte Calisio, che sovrasta la città a nord-est).
Secondo alcune teorie, Trento (Tridentum) si sarebbe sviluppata su un precedente insediamento retico di fondovalle. È inoltre probabile la presenza di un antico castelliere retico sul Doss Trento, forse utilizzato anche dai Romani dopo la conquista, uno dei primi nuclei urbani della città[24]. È ragionevole ritenere che la Valle dell'Adige, in quanto via di comunicazione nord-sud di primaria importanza, abbia favorito frequenti scambi culturali con le altre popolazioni pre-Romane, come i Veneti, gli Etruschi e i Galli.
La conquista Romana del Trentino avvenne nel corso del I secolo a.C. Trento, sorta già prima della conquista come accampamento militare romano (Castrum), divenne municipium tra il 50 e il 40 a.C.
In periodo augusteo, con l'Impero impegnato in una serie di operazioni militari nell'arco alpino, il ruolo strategico della città crebbe. Trento si sviluppò a partire da una pianta quadrangolare, delimitata da un lato dal fiume Adige, dagli altri tre lati da mura e fossati, con torri quadrangolari e porte per l'accesso; la principale, porta veronensis, era gemina, con due torri circolari ai lati. Le vie cittadine si svilupparono in maniera ordinata, parallelamente all'impianto del cardo e del decumano secondo i principi dell'urbanistica Romana.[25]
Tridentum era dotata di tutte le infrastrutture tipiche di un importante centro romano: erano presenti un foro, un anfiteatro, delle terme, un porto fluviale, un acquedotto proveniente dalle colline orientali per l'approvvigionamento idrico e una zona adibita alle sepolture all'esterno delle mura, oltre ad abitazioni (ville) e infrastrutture all'esterno della cinta muraria. Tridentum era inoltre un importante snodo viario, per la presenza nel suo territorio della Via Claudia Augusta (principale via militare verso il nord), nelle sue diramazioni della Claudia Augusta Padana e della via Claudia Augusta Altinate, che collegava la città con il Veneto passando per la Valsugana.
Nonostante la difficile situazione politica venutasi a creare con la decadenza dell'Impero, Trento rimase anche nel IV e nel V secolo il centro economico, commerciale e militare della regione.
Attorno alla metà del IV secolo venne istituita la cattedra vescovile, affidata al primo vescovo di cui si conosce solo il nome, Giovino (Iovinus). L'istituzione della diocesi tridentina rappresentò un passaggio importante, perché la figura del vescovo cercò sempre di garantire alla città sicurezza e unità, nonostante le continue incursioni straniere. Il terzo vescovo di Trento, successore di Giovino e Abbondanzio, fu un patrizio romano, Vigilio. Egli cercò di accelerare l'evangelizzazione del Trentino, di stabilire solidi legami con l'esterno in particolare con Ambrogio e la Chiesa milanese, di cui Trento era inizialmente suffraganea. Vigilio fu la prima grande guida della Chiesa tridentina (che nei secoli successivi assumerà su di sé anche i poteri laici) e morì in Val Rendena, divenendo patrono della città e oggetto di venerazione in tutto il territorio della regione.
Nel VI secolo Trento venne occupata dai Goti, guidati da Teodorico. In una lettera, il re goto, secondo quanto riportato da Cassiodoro, invitò la città veneta di Feltre a collaborare con il municipio tridentino per la costruzione di un nuovo centro urbano, probabilmente da edificare nella Bassa Valsugana, che in realtà non venne costruito. Di questo episodio, risalente al 523-526, rimarebbe traccia nella tradizione popolare cittadina, attraverso la disfida dei Ciusi e dei Gobj che si svolge ogni anno durante le feste vigiliane, nella quale i Ciusi (a rappresentare le genti feltrine) cercano di conquistare la polenta difesa dai Gobj (i trentini) e dalle strozzere, contadine armate. I nomi di Ciusi e Gobi hanno origini lontane e più precisamente da Chiusi (in Toscana) e Gabi (nel Lazio). La mascherata risale all'epoca di Teodorico re degli Ostrogoti quando un contenzioso tra i Feltrini e i Trentini sui confini territoriali si risolse in una guerra vinta dai trentini che per ricordare l'evento istituirono il carnevale. In tal modo i Ciusi dovrebbero ricordare i feltrini con una maschera a muso di cane.[26]
La città e l'intero territorio trentino furono conquistati dai Longobardi attorno al 568-569. In seguito i Franchi e i Baiuvari si impegnarono in continue incursioni e spedizioni militari nel territorio del Trentino-Alto Adige. Per cercare di preservare la città e di trovare un compromesso fra Longobardi e Franchi, il vescovo di Trento Agnello (577-591) si rese protagonista di una serie di iniziative di pace tra i popoli, impegnando anche finanziariamente la diocesi per il riscatto dei prigionieri fatti dai Franchi. A seguito di ciò si rafforzò la dominazione longobarda che organizzò un Ducato di frontiera con capitale a Trento e retto per primo dal duca Evino († 595). Con i Longobardi venne stabilita per la prima volta l'area di influenza sulla quale si estendeva il potere della città, il Tridentinum territorium, che si estendeva fino a sud di Merano, compresa l'attuale città di Bolzano. Solo i territori più a nord dell'Alto Adige non erano soggetti all'autorità del duca di Trento e rimanevano in mano ai Franchi e ai Bavari. A Evino succedette Gaidoaldo che riuscì a espandere il ducato verso ovest, occupando l'intera Valsugana e le valli del Cismón. In seguito il Ducato di Trento perse la sua autonomia e divenne probabilmente un territorio dipendente direttamente dalla corona longobarda.
Nel 982 Trento venne inglobata dagli Ottoni nel Sacro Romano Impero Germanico.
Nel 1027 (o 1004) l'imperatore del Sacro Romano Impero Corrado II creò il Principato vescovile di Trento, istituzione che resistette assieme alla Contea del Tirolo (formatasi successivamente) fino al periodo napoleonico. Il principato era unito alla contea secondo la Foederatio Tyrolensis. Il territorio del Principato però non coincideva del tutto con quello dell'attuale provincia di Trento: alcune zone, specialmente quelle poste nell'attuale Alto Adige (Bozner Unterland) formando il cosiddetto Deutscher Anteil (la parte germanofona del vescovado), erano oggetto di disputa politica con i Conti del Tirolo (che risiedevano nell'omonimo castello sopra l'attuale Merano), advocates del vescovo, prima del passaggio della contea agli Asburgo nel 1363).[27] Altre parti orbitavano sulle venete (Primiero, Bassa Valsugana). Il Principato vescovile segnò la storia della città nell'ambito germanico per otto secoli, con maggiore o minore autonomia a seconda delle situazioni e dei personaggi, con il susseguirsi al suo vertice di 51 principi-vescovi, spesso scelti dal potere imperiale.[28]
La città fu intorno al 1200 un centro minerario (soprattutto argento, proveniente dal Monte Calisio) di discreta importanza, tanto che emanò il primo statuto minerario dell'arco alpino, dovuto al principe vescovo Federico Vanga.[29] Nei secoli XII e XIII Trento fungeva anche da propulsore cittadino nell'area atesina, diffondendo elementi statutari comunali sino a Bolzano.[30] Nel 1407 Rodolfo Belenzani fu a capo di una rivolta dei cittadini, i quali insorsero contro l'oppressione del principe vescovo Giorgio di Liechtenstein e governarono Trento per un paio di anni. Trento divenne famosa a livello internazionale per il Concilio (1545-1563), col quale ebbe inizio la Controriforma. Il XVI secolo fu uno dei periodi di maggior splendore per il capoluogo trentino. A capo del Principato i cardinali Bernardo Clesio e Cristoforo Madruzzo, importanti figure di mecenati, trasformarono l'impianto urbanistico di Trento secondo i principi rinascimentali, ristrutturando e edificando nuovi edifici e chiese. La curvatura delle vie del centro (via S. Pietro, via Belenzani, via Oss Mazzurana, etc.) sarebbe stata studiata appositamente da Bernardo Clesio per offrire al forestiero un sorprendente effetto scenico.[31] Il principato dovette più volte difendersi, oltre che dai tentativi di sopraffazione dei conti del Tirolo, anche dal successivo tentativo di espansionismo veneziano che culminò con la battaglia di Calliano, in cui il piccolo esercito trentino (circa 3 000 uomini) con l'appoggio di piccolissimi contingenti locali e di un piccolo contingente (800 uomini) dell'esercito imperiale, di presidio in Trento, inflissero una definitiva sconfitta al più numeroso esercito veneziano 4 200 fra fanti e cavalieri) al comando di Roberto di San Severino, perito nella battaglia, facendone sterminio. Non miglior fortuna per i veneziani fu una specie di battaglia navale combattuta sul Lago di Loppio (che fu prosciugato nel 1956) nel tentativo di prendere alle spalle Riva del Garda, dominio del Principe vescovo di Trento, che i veneziani non erano riusciti a conquistare con numerosi attacchi navali dal Lago di Garda.
Per tutto il medioevo comunque la città conservò, grazie alla sua posizione geografica fortificata sulla via Nord-Sud (con ripetuti transiti e brevi soggiorni di re e imperatori) e alla fiera difesa della sua autonomia, un'importanza notevole sicuramente sproporzionata alla modestia del numero degli abitanti (meno di 10 000 per tutto il medioevo). All'inizio dell'evo moderno poi ebbe ancor maggiore notorietà internazionale per il Concilio che vi si celebrò e le cui risoluzioni rappresentarono per i quattro secoli successivi il baluardo della dottrina cattolica contro le eresie protestanti.
Nella città, dal XV secolo fino a poco oltre il XVIII secolo, era presente una comunità di lingua tedesca, stabile in alcuni quartieri cittadini. L'entità di questa comunità si attestava attorno al 5-6% della popolazione totale della città circa.[32]
Il Principato Vescovile venne soppresso da Napoleone nel 1803. Dall'inizio dell'occupazione napoleonico-bavarese sino al 1809 patrioti trentino-tirolesi comandati da Andreas Hofer avevano combattuto contro l'esercito napoleonico una permanente guerriglia con una serie di scaramucce, senza mai ottenere il più volte promesso aiuto dell'esercito asburgico. Nella battaglia al Bergisel di Innsbruck, le truppe trentino-tirolesi di Hofer vennero sconfitte dai franco-bavaresi, mentre la figlia dell'imperatore d'Austria andava in sposa a Napoleone e Andreas Hofer veniva giustiziato a Mantova. Dopo l'era napoleonica, nel 1815 Trento e tutta la sua attuale provincia vennero inglobate nella Contea del Tirolo entro l'Impero Asburgico. Il Congresso di Vienna del 1815 sancisce il nuovo assetto territoriale. L'antico governo del principato vescovile, già abolito da Napoleone, non verrà ripristinato, pur mantenendo il vescovo di Trento il titolo solo formale di principe e di "Sua Altezza" sino al 1953, quando il papa Pio XII abolì tutti i titoli nobiliari degli ecclesiastici.
Durante tutto il XIX secolo Trento fu oggetto di trasformazioni di notevole rilevanza. Fra queste va ricordata la costruzione della Ferrovia del Brennero nel 1864, che collegava Venezia (allora sotto dominio asburgico) a Vienna (allora capitale dell'impero asburgico) passando per le città fortezza di Verona e di Trento, la ferrovia della Valsugana (fra Trento e Bassano) ad opera di una società privata austriaca con concessione dal 1899 al 1998 (ma incorporata alle Ferrovie dello Stato italiano nel 1919), e la ferrovia Trento Malé (tuttora formalmente privata e gestita sotto il controllo della provincia autonoma), ultimo residuo di altri tratti ferroviari che dall'inizio del XX secolo collegavano Trento con Riva del Garda (via Mori-Arco) e Predazzo (via Ora-Cavalese). Altri eventi rilevanti furono lo spostamento (allo scopo di meglio realizzare la ferrovia) verso la periferia Ovest del corso del fiume Adige dal suo secolare alveo che lambiva la città medievale, e la costruzione di palazzi di grande prestigio quali scuole pubbliche, caserme, il Palazzo di giustizia composto da tribunale e carceri (architetto Karl Schaden), la Banca Austro-Ungarica (attuale sede della Banca d'Italia), l'Hotel Imperial (attuale sede della Provincia autonoma di Trento) e la stazione ferroviaria (demolita 50 anni dopo dal governo fascista).
A partire dal 1870 si svilupparono a Trento movimenti e circoli politici irredentisti che cercavano di difendere l'italianità della città dai tentativi di germanizzazione portati dai settori più nazionalisti del Tirolo tedesco, come il movimento del Tiroler Volksbund (costituitosi a Vipiteno nel 1905). A questi si aggiunsero anche movimenti di difesa dell'italianità trentina, ma senza la volontà di staccare il Trentino dall'Impero austro-ungarico. Come esempio del clima improntato agli antagonismi nazionalisti di fine Ottocento, nel 1896 venne inaugurato a Trento un monumento al massimo poeta della lingua italiana, Dante Alighieri.[33][34] Nello stesso anno si tenne a Trento il primo Congresso antimassonico internazionale. A Bolzano venne eretto invece il Monumento a Walther von der Vogelweide, poeta medievale di lingua tedesca. Anche se negli ambienti irredentisti più radicali si auspicava il distacco del Trentino dal Tirolo e dall'Impero e la sua annessione al Regno d'Italia, la maggioranza della popolazione, soprattutto contadina, era fedele all'Impero asburgico, pur auspicando una maggiore autonomia territoriale rispetto al governo provinciale tirolese di Innsbruck. Come riportato nel resoconto dei colloqui da lui avuti a Roma nel 1915 con Sonnino, Ministro degli Esteri del regno d'Italia, Alcide De Gasperi, rappresentante dei cattolici trentini al parlamento imperiale di Vienna, convenne che la maggioranza dei Trentini non era favorevole ad un'annessione all'Italia.
Durante la prima guerra mondiale Trento fu dichiarata città fortezza e divenne il caposaldo del fronte meridionale austro-ungarico. Circa 60 000 trentini, soldati di leva obbligatoria, combatterono con la divisa dell'Imperiale e regio esercito e migliaia di loro (11 000 in tutta la provincia, di cui 1 000 provenienti dalla città di Trento) caddero[35] durante la guerra arruolati nei reggimenti Kaiserjäger e Landesschützen. Circa 900 si arruolarono (di cui 710 erano effettivamente cittadini austriaci) volontari nell'esercito italiano.[36]
La città era difesa da una corona di forti che sono ancora presenti e in parte visitabili. Alla fine dell'anno 1915 la fortezza di Trento divenne la sede del quartier generale austro-ungarico per il fronte meridionale. Le montagne circostanti nascondevano il più potente caposaldo del fronte italiano, con molte strutture scavate nella roccia. L'ideatore di tali opere fu il maggior generale Franz von Steinhart.
La prima guerra mondiale portò a Trento e a tutta la zona di confine tragedie di proporzioni immani, a partire dall'evacuazione della maggior parte della popolazione civile. L'evacuazione, unita alla vicinanza di molti alla precedente amministrazione austriaca, lascia dubbi sulla spontaneità[dubbi avanzati da chi?] mostrata nelle fotografie della popolazione in festa che accolse l'arrivo delle truppe italiane il 4 novembre 1918. Trento, congiuntamente al resto della contea principesca tirolese a sud dello spartiacque alpino, divenne territorio italiano alla fine della prima guerra mondiale col Trattato di Saint Germain.
Durante il fascismo la città e l'intera provincia perdettero l'autonomia della quale avevano goduto per secoli. Nel 1923 il consiglio comunale di Trento fu sciolto dopo le dimissioni da sindaco di Giovanni Peterlongo, eletto l'anno precedente. Peterlongo fu poi nominato commissario prefettizio, incarico che mantenne fino al 1926).[37] Per riottenere autonomia amministrativa ed economica Trento attese fino alla fine del secondo conflitto mondiale (statuto della Regione autonoma Trentino-Alto Adige). Durante la seconda guerra mondiale la città fu bombardata dagli alleati dal 2 settembre 1943 fino al 3 maggio 1945, per un totale di 80 incursioni che causarono circa 400 vittime e 1792 danneggiamenti di edifici. Durante il primo bombardamento si verificò la strage della Portela, che causò circa 200 morti.[38]
La storia della città nel XX secolo coincise per lo più con quella della provincia e della regione.
Con le modifiche statutarie del 1971 e con le relative norme di attuazione degli anni seguenti, l'autonomia venne notevolmente ampliata ma la Regione venne divisa con l'attribuzione di quasi tutti i poteri alle due province autonome di Trento e di Bolzano.
Lo stemma del Comune di Trento raffigura un'aquila spiegata di nero, rostrata, armata e munita sulle ali di due gambi trifogliati d'oro, linguata e cosparsa di fiammelle di rosso come descritto nel Decreto di riconoscimento del 6 maggio 1930.[40] L'aquila di San Venceslao, che rispetto all'originale ha subito col passare dei secoli alcune modifiche, è lo stemma ufficiale di Trento dal 1407 (anno dell'insurrezione di Rodolfo Belenzani); anche se il Re Giovanni di Lussemburgo donò il simbolo della città molto prima, precisamente a Bratislava nell'anno del Signore 1339 (come si desume dal testo della concessione dello stemma di San Venceslao al vescovo e alla chiesa trentina). Appena tre anni prima, nel 1336, Carlo di Boemia figlio maggiore del re Giovanni di Lussemburgo, si era insediato nel castello di Tirolo quale reggente in vece del fratello minore che nel 1330 si era sposato con Margherita di Maultasch, contessa di Tirolo. Carlo di Boemia aveva portato con sé il cancelliere Nicolò da Bruna che nel 1338, grazie all'influente appoggio di re Giovanni, venne nominato vescovo di Trento. In questo modo fu possibile alla Casa di Boemia assicurarsi la completa fedeltà e sottomissione del Principato trentino. Il 9 agosto 1339, per ricompensare il principe vescovo dell'amicizia sempre dimostratagli, re Giovanni volle concedere, a Nicolò e ai suoi successori sulla cattedra di San Vigilio, lo stemma di San Venceslao.
Il gonfalone del comune di Trento è un drappo di tessuto di colore bianco, al cui centro troneggia l'aquila di San Venceslao. Sotto di essa vi trova posto l'iscrizione a lettere maiuscole dorate: «Comune di Trento».
La bandiera è composta da tre strisce orizzontali della stessa dimensione (drappo interzato in fascia), le due più esterne giallo e la centrale celeste.[41]
Trento, per il Trentino, è tra le città decorate al valor militare per la guerra di Liberazione, insignita della medaglia d'oro al valor militare il 16 aprile 1976, per i sacrifici delle sue popolazioni, per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale:[42]
Trento è stata anche insignita del titolo Città alpina dell'anno 2004.[43]
La città vanta numerose chiese, con un'architettura che va dal periodo romanico all'epoca moderna. Le più importanti sono:
Inoltre si trovano a Trento alcuni conventi:
Interessanti le numerose case affrescate di piazza Duomo e in altre vie delle città. Sono esempi dell'architettura residenziale trentina e ne costituiscono la maggior parte di abitazioni in centro, le case a schiera di tipo monocellulare, che si elevano, di solito, sino a 3 piani fuori terra. Priva di elementi decorativi di rilievo, conserva tuttora l'impianto tipico con l'androne e bottega al piano terra, corpo scale ligneo a due o più rampe e vani superiori prospicienti sulla via (soggiorno e zona notte, mentre cucina e latrina sono sistemate sul fondo).
La città di Trento inoltre possiede altre fontane di minor interesse artistico. Tra queste vi sono la fontana di Port'Aquila, la fontana del parco davanti al tribunale, le 3 fontane nel parco di san Marco, la fontana in piazza Garzetti, dietro alla Torre del Massarello, la fontana in piazza santa Teresa Verzeri.
Essendo Trento di origine romana e situata su un'importante via militare è lecito supporre l'esistenza di alcuni ponti che attraversavano il fiume Adige e il torrente Fersina, situato a sud della città da dove veniva la via militare. Si tenga tuttavia presente che il corso del torrente Fersina è nel luogo attuale solo dal XVI secolo, quando fu deviato perché più volte l'anno allagava il centro storico il corso essendo al centro dell'attuale piazza Fiera, subito fuori le mura, in posizione più elevata del centro storico. La cascata di Ponte Alto (realizzata per frenare la velocità delle acque) e i poderosi argini allora costruiti a contenimento del corso attuale hanno evitato ogni successiva alluvione del Fersina, anche se qualche rara volta il torrente è arrivato a sfiorare gli argini. Qualche volta però la zona bassa della Bolghera è stata invasa dall'acqua del Rio Salè, che a sud del Fersina scorre quasi parallelo ad esso, sfociando poi nel Fersina subito prima che questo sfoci nell'Adige.
Di questi ponti fino ad ora non è stata trovata traccia, né è dato sapere se fossero di muratura, di legno o costruiti con delle barche (nel caso dell'Adige, ricordando che nello spostamento del corso il percorso del fiume fu sensibilmente accorciato e quindi in precedenza l'acqua scorreva molto più lentamente e il corso era più ampio).
Stesse considerazioni si possono applicare ai ponti di origine medioevale. Antiche mappe della città riportano l'esistenza di un ponte, chiamato "ponte coperto", che attraversava l'Adige all'altezza di Torre Vanga per portare alla Chiesa di San Lorenzo e di un altro ponte situato sopra il Fersina. Quasi sicuramente questi ponti sorgevano dove un tempo sorgevano quelli romani, da quello sul Fersina (posto probabilmente davanti al Torrione di piazza Fiera) passava la strada che conduceva in città. Ovviamente il ponte fu ricreato al posto dell'attuale Ponte dei Cavalleggeri al momento dello spostamento del corso del Fersina, probabilmente in legno (ma non ve ne è memoria né certezza). Il "Ponte coperto" sull'Adige fu distrutto quando, per opera del governo austriaco, fu deviato il corso del fiume Adige per far posto alla ferrovia.
Ora in città ci sono ponti più recenti.
Oltre ai castelli e torri dislocate nel territorio comunale esistevano, e alcune esistono ancora, alcune caserme militari, tra cui la "Cesare Battisti", la "Gavino Pizzolato" e la "Damiano Chiesa".
Le famiglie nobili non esitavano a erigere una torre presso la propria abitazione in quanto è risaputo che ai piani alti le temperature sono più calde; in armonia con il nome della città, se ne possono contare trentatré[59]:
In provincia di Trento sono numerosi i forti e fortificazioni risalenti ai secoli XVII e XIX e comunque a prima della prima guerra mondiale costruiti dall'Impero austro-ungarico, alcuni sono in buono stato di conservazione, di altri sono visibili solo i resti. Delle molte fortificazioni trentine,[63] alcune di queste costituivano il complesso fortificato "Fortezza di Trento", in tedesco Festung Trient, che comprendeva:
Questi ultimi due complessi fortificati, anche se non sono di competenza del comune di Trento, sono stati menzionati per la loro posizione di confine.
Nel XX secolo a Trento sorgevano diverse caserme militari, di cui alcune di queste non si trova più traccia.
Le principali strade di Trento sono: via Andrea Pozzo, via Antonio Gazzoletti, via Armando Diaz, via Calepina, via Camillo Benso Cavour, via degli Orbi, via del Simonino, via delle Orfane, via Galileo Galilei, via Giannantonio Manci, via Giuseppe Garibaldi, via Giuseppe Mazzini, via Giuseppe Verdi, via Mantova, via Oriola, via Paolo Oss Mazzurana, via Rodolfo Belenzani, via Roma, via San Giovanni, via San Marco, via San Pietro, via San Vigilio, via Santa Maria Maddalena, via Santissima Trinità, via senatore Carlo Esterle, via Torre Vanga, via Torre Verde, via Vittorio Alfieri, vicolo dei Gaudenti, vicolo del Vò, vicolo dell'Adige, vicolo Galasso;[65] via Alessandro Manzoni, via Brennero, via cardinale Bernardo Clesio, via Clementino Vannetti, via dei Cappuccini, via della Cervara, via della Malvasia, via della Pontara, via della Spalliera, via Felice e Gregorio Fontana, via Francesco Petrarca, via Gian Domenico Romagnosi, via Giovanni Segantini, via Jacopo Aconcio, via San Martino, via Torre d'Augusto;[66] corso III Novembre, via Fratelli Bronzetti via Fratelli Perini, via Giacomo Matteotti, via Gino Buccella, via Giuseppe Giusti via Michelangelo Mariani, via Palermo, Via del suffragio, via Vittorio Veneto, viale Rovereto, viale Verona.[67]
Le piazze più frequentate del capoluogo trentino sono: piazza Adamo d'Arogno, piazza Cesare Battisti, piazza del Duomo, piazza Dante, piazza delle Erbe, piazza Lodron, piazza Venezia, piazzetta Anfiteatro, piazzetta del Sas, largo Giosuè Carducci;[65] piazza Centa, piazza della Mostra, piazza Raffaello Sanzio, piazza Silvio Pellico, largo Nazario Sauro.[66]
Non si è a conoscenza invece di un arco di trionfo romano.
Il geometra responsabile dei lavori di scavo delle fognature nel 1930 lasciò una serie di appunti circa continui ritrovamenti archeologici sotto le vie del centro storico, ma allora l'interesse era per la celere realizzazione delle opere e i reperti furono costantemente violati per realizzare la fognatura; del resto erano passate prima, probabilmente a profondità inferiore, le reti di distribuzione del gas e dell'acqua potabile. In quegli stessi anni fu distrutto il quartiere centrale, fatto di piccole case e di stretti vicoli, e realizzati in pieno centro storico nuovi grandi edifici con al centro la nuova piazza, allora (e sino agli anni sessanta) denominata piazza Italia, e poi rinominata più volte. Il livello di pavimento del centro storico è salito nel corso del tempo per le ripetute alluvioni provenienti dal torrente Fersina (il cui corso sino alla deviazione del XVI secolo correva subito all'esterno delle mura attraversando l'attuale piazza Fiera) e dal Rio Saluga.
Di grande interesse sono altri scavi più recenti:
Inoltre sono visibili sulla sommità del Doss Trento i resti di un'altra basilica paleocristiana.
A Trento era presente anche un anfiteatro, infatti, sotto l'omonima piazzetta di Trento sono stati trovati frammenti di pavimentazione, mura e gradinate dello stesso, oltre al fatto che la posizione di una parte delle case della piazzetta ha la curvatura tipica dell'anfiteatro, essendo le case sorte sui resti del medesimo e utilizzandone muri preesistenti e pietre. Pezzi di mura di cinta, torri, strade, abitazioni, sono stati trovati inoltre sotto numerosi edifici, strade e piazze di Trento.[68]
Recenti scavi sotto la chiesa di Santa Maria Maggiore stanno portando alla luce un'altra zona della città, infatti, qui era presente l'antica ecclesia che fungeva da cattedrale nei primi secoli del cristianesimo, si ipotizza che sia sorta sopra un antico tempio. Ulteriori scavi hanno inoltre portato alla luce una torre romana dietro il palazzo della facoltà di sociologia e una villa romana nel luogo dove è sorta la nuova facoltà di lettere.
A Trento forse sorgeva un tempio dedicato a Nettuno, visto il nome che aveva la città, e perché una leggenda racconta che il dio Nettuno, signore dei mari, risalì in tempi remoti il corso dei fiumi per espandere il proprio dominio sui territori alpini.[69]
La presenza di un arco di trionfo non è certa, anche se i Romani li costruivano per festeggiare le loro vittorie su un determinato territorio. Infatti non si sono avuti ritrovamenti archeologici in tal senso e non ci sono neppure documenti che ne proverebbero l'esistenza.
Abitanti censiti[70]
Secondo dati ISTAT i cittadini stranieri a Trento al 30 dicembre 2020 sono risultati 14 524 (11,2% tra tutti i residenti).[71] Le prime dieci comunità sono risultate quelle provenienti da:
La maggioranza dei trentini è di religione cattolica romana, la cittadina è inoltre (dal IV secolo) sede arcivescovile ed è suddivisa in 25 parrocchie.[72] A Trento sono anche presenti una comunità evangelica, testimoni di Geova e seguaci di altre confessioni come quelli della Chiesa cristiana avventista del settimo giorno, Chiesa neo-apostolica e della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni (mormoni).
A Trento dal 1475 al 1965 non furono presenti comunità ebraiche per l'interdetto del 1475 del principe vescovo Giovanni Hinderbach all'ingresso e anche al solo transito di ebrei nel territorio del principato, pena l'uccisione immediata. Questa fu una conseguenza della vicenda relativa a Simonino di Trento, seguita da analoga scomunica lanciata dagli ebrei contro Trento, città da allora maledetta secondo l'ebraismo. Solo nel 1965, a seguito di studi storici[73] che provarono l'insussistenza delle accuse contro gli ebrei nel 1475 e l'ingiustizia della loro esecuzione dopo mesi di terribili torture, l'interdetto (ormai superato e non più applicato) fu formalmente revocato dall'arcivescovo Alessandro Maria Gottardi. Successivamente si svolse una cerimonia di perdono da parte delle comunità degli ebrei con una riconciliazione ufficiale.
La globalizzazione ha portato fedi prima non presenti in modo rilevante, come la fede islamica, il buddhismo, l'induismo, la fede Bahá'í e le fedi cristiano-ortodosse.
La religione cristiano-cattolica ha inevitabilmente caratterizzato la vita della città, nel lavoro così come nei momenti di festa e nelle ricorrenze per le quali, tra l'altro, si ricorda:
Nel rapporto "Ecosistema Urbano 2019" di Legambiente, si è classificata al primo posto nella classifica delle migliori città italiane per qualità dell'ambiente e della vita.[74]
Trento vanta la presenza di centri di istruzione e di ricerca scientifica all'avanguardia, che gli hanno fatto conquistare il soprannome di "Silicon Valley delle Alpi". Alcuni esempi sono:
L'Università di Trento fu fondata nel 1962 come Istituto universitario superiore di scienze sociali, l'Università statale di Trento è uno dei più prestigiosi atenei medi italiani, con una forte vocazione internazionale. Sono presenti le seguenti facoltà: medicina e chirurgia, economia, giurisprudenza, lettere e filosofia, ingegneria, scienze cognitive (a Rovereto), scienze matematiche, fisiche e naturali, sociologia. L'ateneo offre inoltre le scuole di specializzazione post laurea per le professioni legali. L'Università è incentrata su due poli distinti, uno in centro storico con le facoltà umanistiche occupa diversi palazzi vicini tra loro nella zona Ovest del Centro Storico, l'altro con tutte le facoltà e gli istituti di ricerca scientifica sulla collina della frazione di Povo, ove, partendo dal restaurato ad uso didattico grande edificio ospedaliero del vecchio sanatorio di Mesiano, si estende verso il centro della frazione con una serie di nuovi grandi edifici che ospita laboratori di ricerca e le strutture per la didattica delle facoltà scientifiche.
Grazie alla progressiva creazione nell'ultimo ventennio di diversi centri di ricerca (FBK, Trento RISE, FEM), di laboratori e alla sua università è stato soprannominato la "Silicon Valley delle Alpi".[76]
Trento vanta numerose strutture museali e diversi spazi espositivi.
Presso gli ampi ambienti del Castello del Buonconsiglio sono state organizzate le collezioni artistiche provinciali. Importanti le sezioni di arte medievale e moderna (sale del Castelvecchio e del Magno Palazzo). Da segnalare inoltre i materiali archeologici ed etnografici e una raccolta numismatica, nonché le collezioni e le mostre temporanee organizzate ogni anno.
Il Palazzo delle Albere ospita la sezione trentina del Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (MART). Il museo vanta una vasta collezione permanente dell'Ottocento e dei primi del Novecento, fino alla prima guerra mondiale (dal romantico Francesco Hayez al futurista Boccioni) e organizza numerose esposizioni temporanee.
Il Museo della S.A.T., dedicato alla storia della Società degli Alpinisti Tridentini, è ubicato presso il primo piano del palazzo della SAT di via Manci. Raccoglie un'ampia collezione di foto, documenti e cimeli relativi alle montagne e alla storia dell'alpinismo del Trentino.
Dedicato alla storia (politica, economica, sociale) del Trentino dal XVIII secolo alla conclusione del secondo conflitto mondiale è il Museo Storico in Trento, che conserva un'ampia raccolta bibliografica e archivistica.
Il museo diocesano tridentino ha sede in piazza Duomo, presso Palazzo Pretorio. Raccoglie il patrimonio di arte sacra dell'arcidiocesi di Trento e presenta una sezione dedicata al Concilio di Trento.
La collina del Doss Trento ospita il Museo storico degli alpini, realizzato presso un ex polveriera austriaca. La struttura conserva foto, documenti, cimeli, oggetti personali relativi alla storia del corpo degli Alpini.
Presso l'aeroporto di Trento a Mattarello è stato allestito il Museo "Gianni Caproni" aeronautica scienza e innovazione, dedicato all'ingegnere Caproni. Nel museo sono presenti una serie di velivoli costruiti tra il 1910 e il 1980, dei quali 9 unici al mondo.
L'importante Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas è un'ampia area archeologica che ha portato alla luce abitazioni, edifici pubblici e infrastrutture della Tridentum romana.
Le gallerie di Piedicastello, recentemente riutilizzate come spazio museale dopo che la tangenziale è stata dirottata su un altro tunnel. Qui vi sono due gallerie lunghe circa 300 metri, una bianca e una nera, che offrono sia al visitatore che all'espositore un ampio spazio espositivo.
Infine, la Galleria civica di Trento, situata nella centrale via Belenzani, ospita mostre, eventi e convegni.
Il Museo tridentino di scienze naturali aveva sede in Palazzo Sardagna e presentava una serie di esposizioni sulle scienze naturali e sul paesaggio naturale, strutturate su uno spazio di 21 sale. In sostituzione di questo, dall'estate 2013 vi è un nuovo museo, il MUSE. Il palazzo che lo ospita è stato progettato dall'architetto italiano Renzo Piano. Il MUSE si trova immediatamente a sud dello storico Palazzo delle Albere, all'interno del quartiere residenziale Le Albere, anch'esso disegnato da Renzo Piano.
Sono presenti i quotidiani: L'Adige, giornale indipendente del Trentino-Alto Adige fondato nel 1945, il Trentino, quotidiano regionale del Gruppo editoriale L'Espresso pubblicato anch'esso dalla fine della seconda guerra mondiale, il Corriere del Trentino, che esce in allegato all'edizione nazionale del Corriere della Sera dal novembre 2003, ed "il T Quotidiano". Tra i periodici Vita trentina, settimanale dell'Arcidiocesi di Trento e QuestoTrentino, quindicinale di informazione indipendente.
Fra le maggiori radio a livello provinciale: Radio Dolomiti, Radio Tele Trentino Regionale (RTTR), Radio Trentino inBlu, Radio DIGI-ONE.
Nel capoluogo è presente la sede regionale della RAI per il Trentino. A Trento sono presenti due emittenti televisive private, che diffondono i loro programmi nell'intero Trentino-Alto Adige: Radio Tele Trentino Regionale (RTTR) e Tele Commerciale Alpina (TCA). Con l'avvento del digitale terrestre è nato anche il primo canale all-news regionale: TvAlpi, seconda emittente del gruppo televisivo di RTTR.
A Trento sono presenti i seguenti teatri:
A Trento ha sede il conservatorio di musica "F. A. Bonporti", una scuola di alta formazione musicale, pubblica e statale. La sua prima finalità è la formazione di compositori, cantanti e strumentisti, insegnanti di musica. Esso svolge oltre a ciò attività di ricerca (convegni, pubblicazioni, ecc.) e di produzione artistica (concerti, spettacoli musicali, ecc.). Dal 1987-88 inoltre è stato avviato il Liceo quinquennale sperimentale ad indirizzo musicale annesso al Conservatorio. A Trento hanno sede due prestigiosi cori italiani che hanno fatto la storia del canto corale popolare, ovvero il coro della SOSAT e il coro della SAT; esiste inoltre un prestigioso coro polifonico, la Corale Città di Trento, fondata nel 1889 e diretta da Roberto Gianotti.
Trento offre ogni anno una stagione sinfonica eseguita dall'Orchestra Haydn di Bolzano e Trento. Altra realtà è Il Vagabondo produzioni - La Piccola Orchestra Lumière Una fucina creativa nata per promuovere, forgiare e divulgare nuove opere musicali legate alla canzone, al cinema, al teatro e all'arte.[79]
La musica da camera è invece offerta dalla Società Filarmonica di Trento.
Trento ospita concerti di ensemble di tutto il territorio provinciale, come l'Orchestra Giovanile Trentina, fondata nel 2008 e guidata quasi esclusivamente da giovani, che dal 2013 promuove una propria Stagione Concertistica al Nuovo Teatro Comunale di Pergine Valsugana.
Hanno sede a Trento le scuole musicali I Minipolifonici, nata nel 1967 come coro di voci bianche, e Il Diapason.
La città di Trento e alcune delle sue frazioni sono sede di cori e bande musicali.
Le manifestazioni più importanti, che coinvolgono il maggior numero di persone e che richiamano molti turisti sono:
Inoltre, la città ha ospitato 5 edizioni dell'Adunata nazionale degli alpini (negli anni 1922, 1938, 1958, 1987 e 2018).[85]
Rispetto alla situazione storica, la città ha subito una forte espansione urbanistica, cominciando negli anni cinquanta con edifici in centro storico o a contatto con esso (si pensi al palazzo ITAS in centro storico) per poi espandersi prima verso Sud del centro storico, poi verso le frazioni della collina ad est e nord est (Cognola, Povo e Villazzano) e infine verso nord, venendo a formare una continuità urbana con la frazione (o ex frazione) di Gardolo posta a nord, mentre si prevede nel futuro anche un'espansione verso ovest forse nuove strutture al di là dell'Adige.
Per il futuro sono allo studio i seguenti interventi urbanistici, anche se la recente crisi economica europea sembra aver rallentato se non fermato del tutto questi progetti.
La città di Trento nel periodo medioevale-rinascimentale era suddivisa in nove contrade:
Ad introdurre alle contrade erano una serie di antiche Porte: Brescia o Portela (tra Torre Vanga e via San Giovanni), Germana o di San Martino (tra Torre Verde e la scuola Sanzio), Aquila (via Clesio), Augusta (via Roma), Nuova (a piazza Venezia ex piazza delle armi), Verona o di San Vigilio (via Santa Croce), Margherita (via Santa Margherita), Porta Venezia (via Maffei).
Il comune di Trento è suddiviso in 12 circoscrizioni amministrative: Gardolo, Meano, Bondone, Sardagna, Ravina-Romagnano, Argentario, Povo, Mattarello, Villazzano, Oltrefersina, San Giuseppe-Santa Chiara e Centro Storico-Piedicastello.[87]
È da tenere presente che pressoché la metà della popolazione del comune di Trento risiede nelle frazioni.
Trento è passata da città industriale a centro terziario con una buona attività industriale nella zona periferica di Trento Nord e una vasta attività agricola (mele, uva) nelle campagne della periferia di Trento Sud. Molto importante è anche il turismo (culturale e escursionistico). Il settore tradizionalmente più ricco e redditizio è in ogni caso il commercio (si veda la zona centrale della città e la zona dei centri commerciali a Trento Nord). Nell'ultimo trentennio è diventato determinante il peso economico dell'ente Provincia e delle sue articolazioni (enti e agenzie varie, numerose società partecipate, contributi generosi alle attività economiche), forte di una massa di risorse assegnatale che ha eguali solo nella consorella Provincia di Bolzano e in Valle d'Aosta. Oltre la metà dei lavoratori del comune di Trento è direttamente o indirettamente (società partecipate) alle dipendenze di enti pubblici. Sono ancora diffuse e rinomate le antiche lavorazioni del legno e del ferro battuto finalizzate alla realizzazione di mobili e arredamenti, oltre a quelle del rame, dell'ottone, del peltro, dell'oro e dell'argento.[88]
Il 14 aprile 2000 nasce la Cassa Rurale di Trento, una banca di Credito Cooperativo risultato dalla fusione tra più istituti bancari preesistenti: la Cassa Rurale di Villazzano e Trento, la Cassa Rurale di Povo e Vigo Cortesano, la Cassa Rurale di Sopramonte e la Cassa Rurale di Aldeno e Cadine.
Trento, adagiata nella valle dell'Adige, è situata sull'asse viario del Brennero (Strada statale 12 dell'Abetone e del Brennero, Autostrada A22); è punto di arrivo dell'asse viario della Valsugana (Strada statale 47 della Valsugana); è punto di partenza dell'asse viario che collega Vicenza-Asiago-Thiene-Piovene Rocchette attraverso l'Altopiano dei Sette Comuni (Strada statale 349 di Val d'Assa e Pedemontana Costo) ed è qui che terminano la Gardesana Occidentale e la SP 90 Destra Adige.
Sono presenti due stazioni ferroviarie:
La ferrovia del Brennero, situata parallelamente all'autostrada permette veloci collegamenti verso nord (Bolzano, Austria e Germania) e sud (Verona). Da Trento partono, inoltre, i treni verso Bassano del Grappa (linea ferroviaria della Valsugana, con coincidenza per Venezia e fermate urbane a Santa Chiara, San Bartolameo, Villazzano e Povo-Mesiano) e le vallate del Trentino nord-occidentale (linea ferroviaria Trento-Malé-Mezzana, inaugurata nel 1964 in sostituzione della preesistente tranvia).
Trento inoltre possiede un aeroporto situato a 5 km dalla città, presso il sobborgo di Mattarello. L'aeroporto di Trento, intitolato a G. Caproni, è un aeroporto aperto al traffico aereo turistico nazionale e comunitario, accoglie aerei da turismo, alianti ed elicotteri. È presente anche un servizio di trasporto privato di passeggeri, trasporto merci (fino ad un massimo di circa 600 kg) e il trasporto medico sanitario operando da e per tutte le destinazioni europee con un aeromobile Piper Cheyenne III A 720.
A Trento una funivia prodotta dalla Hölzl collega la città con la frazione di Sardagna, situata in posizione montana. La funivia di Sardagna venne costruita negli anni venti e permette un veloce collegamento con il monte Bondone. Il primo viaggio della funivia ebbe luogo il 4 agosto 1925.[89]
I trasporti urbani ed extraurbani sono gestiti dalla società Trentino Trasporti. La rete urbana consta di 23 linee, che collegano la Stazione Centrale a tutti i quartieri e le frazioni del comune, fino a Lavis. Centro del sistema di trasporto pubblico della Provincia, dalla città partono una serie di collegamenti extraurbani verso le vallate trentine (Fassa, Fiemme, Giudicarie, Non, Primiero, Rendena, Sole, Tesino, Valsugana).
Il servizio taxi di Trento è gestito invece dalla "Cooperativa Radiotaxi Trento".
L'interporto di Trento si sviluppa su una superficie di circa 100 ettari e si trova a Trento Nord accanto alla zona industriale di Spini di Gardolo e alla zona commerciale, a breve distanza dal casello Trento Nord dell'autostrada A22, vicino alla strada statale 47 della Valsugana e alla circonvallazione provinciale di Lavis S.P. 235. L'interporto di Trento è dotato di un terminal per il trasporto intermodale con 9 binari per il trasporto ferroviario, in modalità accompagnata (ROLA Autostrada viaggiante) e in modalità non accompagnata (trasporto container).
A partire dalle prime elezioni democratiche Trento venne retta da governi guidati dalla Democrazia Cristiana. Dopo lo scandalo di Tangentopoli nacque quella che viene definita seconda repubblica. Da questo periodo in poi la città è sempre governata da una coalizione di centro-sinistra.
La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1926 aggregazione di territori dei soppressi comuni di Cadine, Cognola, Gardolo, Mattarello, Meano, Povo, Ravina, Romagnano, Sardagna, Villazzano e Sopramonte; nel 1968 aggregazione di territori dei soppressi comuni di Baselga di Vezzano e Vigolo Baselga.[91]
La principale squadra di calcio della città è l'AC Trento 1921 SSD. Il settore maschile, nella stagione 2023-24, milita in Serie C, mentre quello femminile in Serie B.
Le altre squadre locali sono l'U.S.D. ViPo Trento (nata dalla fusione tra U.S. Villazzano e U.S.Povo Scania nel 2014), che milita nel campionato regionale di Eccellenza, l'U.S. Azzurra San Bartolomeo, affiliata al L.R. Vicenza[92] con una compagine maschile iscritta al campionato di Prima Categoria provinciale e una femminile disputante la Serie C, l'A.S.D. Virtus Trento, nata nel 1947, che disputa il campionato di Prima Categoria e oltre al calcio organizza diverse manifestazione sportive,[93] l'A.C.D. Aquila Trento, nata nel 1945, militante nel locale campionato di Promozione e il G.S. Bolghera, storica società polisportiva della città nata nel 1979, che partecipa al campionato di Seconda Categoria provinciale.[94]
La Trentino partecipa dal 2000-2001 al campionato di A1, dopo aver acquistato il titolo sportivo dal Porto Ravenna Volley. La squadra ha vinto uno scudetto nella stagione 2007-2008, prima vittoria di un campionato sportivo nazionale da parte di una squadra della città. Successivamente ha vinto altri quattro scudetti nelle stagioni 2010-2011, 2012-2013, 2014-2015 e 2022-2023. Ha conquistato per quattro volte la Champions League nel 2009, 2010, 2011, 2024 e cinque volte la Coppa del Mondo per club.
Esiste anche la squadra femminile che milita nella serie A1, la Trentino Rosa.[95] Nella realtà trentina si annoverano anche altre associazioni sportive dilettantistiche, la più longeva delle quali è il Gruppo Sportivo Bolghera che opera nell'omonimo quartiere della città dal 1979.[96]
La principale squadra della città è l'Aquila Basket Trento, che nella stagione 2014-2015 disputa per la prima volta il campionato di Serie A, mentre nelle stagioni 2016-2017 e 2017-2018 giunge in finale scudetto, persa rispettivamente contro Venezia e Milano. Nella stagione sportiva 2012-13 ha vinto la Coppa Italia di Legadue.
Dal 2012 al 2017, la città è stata sede, annualmente, della Trentino Basket Cup, un torneo internazionale per nazioni.
Trento è stata negli anni città di arrivo delle seguenti tappe del Giro d'Italia:
Anno | Tappa | Partenza | km | Vincitore di tappa | Maglia rosa |
---|---|---|---|---|---|
1919 | 1ª | Milano | 302,8 | Costante Girardengo | Costante Girardengo |
1928 | 1ª | Milano | 233,1 | Domenico Piemontesi | Domenico Piemontesi |
1939 | 15ª | Cortina d'Ampezzo | 256,2 | Gino Bartali | Gino Bartali |
1940 | 18ª | Ortisei | 186 | Glauco Servadei | Fausto Coppi |
1946 | 15ª | Bassano del Grappa | 186 | Aldo Ronconi | Gino Bartali |
1947 | 16ª | Pieve di Cadore | 194 | Fausto Coppi | Fausto Coppi |
1948 | 17ª | Cortina d'Ampezzo | 160 | Fausto Coppi | Fiorenzo Magni |
1955 | 19ª | Cortina d'Ampezzo | 227 | Jean Dotto | Gastone Nencini |
1958 | 18ª | Bolzano | 183 | Gastone Nencini | Ercole Baldini |
1960 | 19ª | Belluno | 110 | Emile Daems | Jacques Anquetil |
1979 | 17ª | Pieve di Cadore | 194 | Francesco Moser | Giuseppe Saronni |
1989 | 15ª-1ª | Corvara in Badia | 131 | Jean-Paul van Poppel | Laurent Fignon |
1989 | 15ª-2ª | Trento | 83,2 | Lech Piasecki | Laurent Fignon |
È stata inoltre sede di partenza delle seguenti tappe del Giro d'Italia:
Anno | Tappa | Arrivo | km | Vincitore di tappa | Maglia rosa |
---|---|---|---|---|---|
1919 | 2ª | Trieste | 334,3 | Costante Girardengo | Costante Girardengo |
1928 | 2ª | Forlì | 312,6 | Alfredo Binda | Domenico Piemontesi |
1939 | 16ª | Sondrio | 166 | Giovanni Valetti | Giovanni Valetti |
1940 | 19ª | Verona | 149 | Gino Bartali | Fausto Coppi |
1946 | 16ª-1ª | Verona | 90 | Oreste Conte | Gino Bartali |
1947 | 17ª | Brescia Sant'Eufemia | 114 | Adolfo Leoni | Fausto Coppi |
1948 | 18ª | Brescia | 239 | Elio Bertocchi | Fiorenzo Magni |
1955 | 20ª | San Pellegrino Terme | 216 | Fausto Coppi | Fiorenzo Magni |
1956 | 22ª | San Pellegrino Terme | 191 | Giorgio Albani | Charly Gaul |
1957 | 19ª | Levico Terme | 199 | Charly Gaul | Gastone Nencini |
1958 | 19ª | Gardone Riviera | 176 | Miguel Poblet | Ercole Baldini |
1960 | 20ª | Bormio | 229 | Charly Gaul | Jacques Anquetil |
1979 | 18ª | Barzio | 245 | Amilcare Sgalbazzi | Giuseppe Saronni |
1989 | 16ª | Santa Caterina Valfurva | - | annullata | Laurent Fignon |
A Trento si svolge una gara dilettantistica chiamata Giro della Bolghera, vinta in anni recenti da giovani corridori diventati in seguito professionisti quali Marco Marcato, Oscar Gatto, Sonny Colbrelli e Matteo Trentin.[97] Nel 2016 si è disputata l'edizione numero 106.[98]
Ogni anno si svolge la “Trento-Bondone” la cronoscalata più lunga nel calendario mondiale delle gare in salita, con partenza da Trento (308 m) e arrivo a Vason del Monte Bondone (1 650 m). Il percorso si snoda lungo i 40 tornanti e misura 17,3 km con una pendenza media dell'8,88%. La gara è valida per il Campionato Italiano Velocità in Montagna e per il Campionato Europeo della Montagna.
A Trento ha sede la Federazione Italiana Sport Orientamento in Piazza Silvio Pellico, 5.
Inoltre a Trento in data 07/07/2014 e con partenza e arrivo in Piazza Duomo si è disputata la prima Mixed Sprint Relay durante l'edizione del World Orienteering Championships 2014, nuova formula che va ad aggiungersi alle prove Sprint, Middle, Long e Relay.[99]
Numerose sono le società sportive dilettantistiche di atletica leggera della città di Trento. La più conosciuta è l'Atletica Trento Cmb, organizzatrice del "Meeting Città di Trento", che si svolge presso il "Campo Coni".
La "Buonconsiglio nuoto-tuffi" è la società sportiva di Francesca Dallapé, tuffatrice che in coppia a Tania Cagnotto ha vinto molti premi, come un argento ai mondiali di Roma 2009 e tre ori agli europei di tuffi.
L'hockey su ghiaccio è rappresentato dall'Hockey Club Trento.
Dal 2016 esiste persino una squadra dilettantistica di Quidditch Babbano, l'Aquilae Tridentum Quidditch
I principali impianti sportivi di Trento sono:
Al 2023, la città conta più di 600 telecamere di videosorveglianza, alcune delle quali dotate di microfoni, integrate con l'intelligenza artificiale e sistemi anonimi di analisi dei social network.[100]
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.