Provincia autonoma di Bolzano

provincia autonoma italiana, nella regione del Trentino-Alto Adige Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Provincia autonoma di Bolzanomap

La provincia autonoma di Bolzano (in tedesco Autonome Provinz Bozen; in ladino provinzia Autonoma de Balsan/Bulsan), comunemente nota come Alto Adige (in tedesco Südtirol),[4] è la più settentrionale delle province della regione Trentino-Alto Adige e dell'Italia, con 536.933 abitanti[2] e una superficie di 7.398,38 km².

Disambiguazione – "Alto Adige" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Alto Adige (disambigua).
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Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige
provincia autonoma
(IT) Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige
(DE) Autonome Provinz Bozen – Südtirol
(LLD) Provinzia Autonoma de Balsan/Bulsan – Südtirol
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Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige – Veduta
Sede del consiglio della Provincia autonoma di Bolzano.
Localizzazione
Stato Italia
Regione Trentino-Alto Adige
Amministrazione
CapoluogoBolzano
PresidenteArno Kompatscher (SVP) dal 9-1-2014 (3º mandato dal 18-1-2024)
Lingue ufficialiTedesco (69%), italiano (27%) e ladino (4%)[1]
Data di istituzione1927 come Provincia di Bolzano
Territorio
Coordinate
del capoluogo
46°30′00″N 11°21′00″E
Superficie7 398,38 km²
Abitanti536 933[2] (31-12-2023)
Densità72,57 ab./km²
Comuni116 comuni
Province confinantiProvincia di Sondrio, Provincia autonoma di Trento, Provincia di Belluno, Salisburghese (AT), Tirolo (AT), Grigioni (CH)
Altre informazioni
Cod. postale39100 (Bolzano),
39010-39059 (Provincia)
Prefisso0471, 0472, 0473, 0474, 0463
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2IT-BZ
Codice ISTAT021
TargaBZ
Nome abitantialtoatesini o sudtirolesi
PIL(nominale) 22 273 mln [3]
PIL procapite(nominale) 42 300 [3](2017)
(PPA) 42 900 [3](2017)
Cartografia
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Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige – Localizzazione
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Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige – Mappa
Carta della provincia autonoma di Bolzano.
Sito istituzionale
Chiudi

Assieme alla provincia autonoma di Trento e al Tirolo, costituisce l'Euroregione Tirolo-Alto Adige-Trentino, corrispondente (con buona approssimazione) al territorio della regione storica del Tirolo, a cui è legato da motivi linguistici e culturali; inoltre, unitamente al Trentino, al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia, appartiene alla macro-area geografica del Triveneto.

Toponomastica

Riepilogo
Prospettiva

La denominazione riportata nello statuto di autonomia del 1972 (legge costituzionale dello Stato) e nelle successive norme statali di attuazione è quella di provincia di Bolzano o di provincia autonoma di Bolzano, accompagnata dall'omologa traduzione ufficiale in tedesco (Provinz Bozen o Autonome Provinz Bozen). L'articolo 116 della Costituzione della Repubblica Italiana, a partire dalla riforma costituzionale del 2001, riporta la dicitura Alto Adige/Südtirol[5]: "La Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol è costituita dalle Province autonome di Trento e di Bolzano".

L'ente tuttavia utilizza in tutti i suoi atti la doppia denominazione Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige (tradotta in tedesco nella forma Autonome Provinz Bozen – Südtirol). Gli abitanti della provincia sono generalmente detti altoatesini. Si può tuttavia constatare anche in italiano l'utilizzo delle denominazioni Sud Tirolo, Sudtirolo o Tirolo del sud[6] per la provincia di Bolzano e sudtirolesi per i suoi abitanti di lingua tedesca o ladina.[7][8]

La forma ladina non è riportata nello statuto di autonomia o in altre leggi dello Stato, ma negli atti provinciali viene abitualmente resa come Provinzia Autonoma de Balsan – Südtirol (nella variante badioto-marebbana) oppure Provinzia Autonoma de Bulsan – Südtirol (nella variante gardenese).

Durante la dominazione asburgica, il territorio dell'odierna provincia di Bolzano era anche conosciuto come Mitteltirol, cioè Tirolo centrale,[9] mentre con Südtirol (Tirolo meridionale) spesso si designava l'odierno Trentino o l'intera parte meridionale del Tirolo (essenzialmente il Trentino-Alto Adige), ove si differenziava fra il Tirolo meridionale italiano (italienisches Südtirol, Welschsüdtirol o Welschtirol, il Trentino) e tedesco (Deutschsüdtirol,[10] l'odierno Alto Adige). L'uso del termine Südtirol per indicare il territorio fra Brennero e Salorno sarebbe pertanto, secondo alcuni autori, ingiustificato.[11] In ogni caso, nel Patto di Londra del 1915 si parlò nell'art. 4 espressamente del "Trentino" e del "Tirolo cisalpino" (a sud del Brennero) in modo separato.[12]

Anche in altre lingue l'uso storico non sempre corrisponde con quello attuale. In fonti di lingua inglese, South Tyrol (anche South Tirol) si estende oltre la provincia di Bolzano odierna.[13] In fonti di lingua francese Sud-Tyrol indica (anche) il Trentino.[14]

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Carta geografica in inglese del 1874: qui con South Tirol viene indicato approssimativamente il territorio dell'odierna provincia di Bolzano, parte della provincia di Belluno e il distretto di Lienz.

Secondo lo statuto di autonomia, la toponomastica deve essere bilingue. I toponimi italiani dell'Alto Adige sono stati raccolti, e in gran parte coniati, da Ettore Tolomei nel prontuario dei nomi locali dell'Alto Adige e vengono affiancati ufficialmente[15] dai corrispettivi toponimi tedeschi e ladini. Soprattutto nella cartellonistica di montagna vengono invece spesso omesse le indicazioni in italiano.[16] L'amministrazione di alcuni comuni a maggioranza di lingua tedesca ha inoltre disposto che il toponimo Alto Adige, ufficiale anche al tempo del Regno d'Italia napoleonico (per indicare la suddivisione amministrativa detta dipartimento dell'Alto Adige, gravitante però più sul Trentino), non venga più usato negli atti pubblici.[17][18]

Abbreviazione St. (Sankt)

I comuni o le località dell'Alto Adige che portano il nome di un santo hanno, nel corrispondente in lingua tedesca, l'abbreviazione St. che corrisponde a "Sankt" (ad esempio St. Christina in Gröden).

Geografia fisica

Riepilogo
Prospettiva

Morfologia

Confini

La provincia di Bolzano confina a nord e a est con l'Austria (Tirolo e Salisburghese), a ovest con la Svizzera (Canton Grigioni), a sud-est con il Veneto (provincia di Belluno), a sud con la provincia autonoma di Trento (Trentino) e a sud-ovest (presso il passo dello Stelvio) con la Lombardia (provincia di Sondrio). La provincia comprende innumerevoli valli, passi, fiumi e laghi che circondano l'intero territorio altoatesino. La Valle Aurina è la valle più a nord di tutta l'Italia e Predoi il comune più a settentrione, situato nella parte più interna della valle, sotto la Vetta d'Italia, al confine con l'Austria.

Monti

L'Alto Adige è completamente montuoso. Sul suo territorio si elevano le Alpi Centrali, a cui appartiene l'Ortles, il monte più alto della provincia autonoma di Bolzano (nonché dell'intera regione Trentino-Alto Adige) con i suoi 3905 m, e le Alpi Orientali. Tra i principali rilievi si contano anche la Palla Bianca, il Similaun, la Cima Altissima, il Gran Pilastro.

Appartiene all'Alto Adige anche una parte delle Dolomiti, dichiarate patrimonio dell'umanità nel 2009. Tra i rilievi dolomitici si annoverano le Dolomiti di Sesto con la Punta Tre Scarperi, la Croda dei Baranci, e le Tre Cime di Lavaredo, le Dolomiti di Gardena (Sassolungo, Sassopiatto, Sella, Piz Boè) e gli altri rilievi dolomitici come Plan de Corones, Latemar, Plose, Catinaccio, Sciliar.

Valli

La val d'Adige identifica il tratto della valle percorsa dal fiume Adige che va da Merano a Rovereto, in Trentino. La val d'Adige è l'area più densamente popolata della provincia, sorgendovi l'area metropolitana di Bolzano. Segue un elenco delle principali valli e loro tributarie.

Passi

Il Passo del Brennero rappresenta il principale valico di frontiera fra l'Italia e l'Austria. Si pone sullo spartiacque fra i bacini del Mare Adriatico e del Mar Nero. Sul lato italiano vi discende la valle dell'Isarco, su quello austriaco il fiume Sill.

Tra gli altri numerosi valichi alpini si ricordano: Passo Gardena, Passo Nigra, Passo Sella, Passo Stalle, Passo del Rombo, Passo della Mendola, Passo delle Erbe, Passo delle Palade, Passo dello Stelvio, Passo di Campolongo, Passo di Costalunga, Passo di Monte Croce di Comelico, Passo di Monte Giovo, Passo di Pampeago, Passo di Pennes, Passo di Resia, Passo di Valparola, Passo San Lugano.

Idrografia

Fiumi

Il territorio sudtirolese è caratterizzato essenzialmente dall'alto bacino del fiume Adige - il secondo fiume italiano dopo il Po - situato a Nord della stretta di Salorno. Gli affluenti più importanti sono l'Isarco, il Talvera, la Rienza, il Passirio e il Rio Ram, le cui sorgenti si trovano in Svizzera. In Alto Adige sono altresì situate le fonti della Drava, che in seguito si sviluppa nell'Europa centro-orientale e confluisce nel Danubio.

Laghi

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Il lago di Resia
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Il lago di Dobbiaco

Nella provincia di Bolzano vi sono 176 bacini d'acqua naturali con lunghezza maggiore o uguale a 100 metri. Gran parte di tali bacini si trova a quote superiori ai 2000 m. I laghi naturali con una superficie maggiore di cinque ettari sono 13: di questi solo tre, il lago di Caldaro (il più esteso lago naturale dell'Alto Adige) e i due laghi di Monticolo, sono situati al di sotto dei 1000 m.[19]

Tra gli altri principali laghi naturali si contano il lago di Anterselva, lago di Braies, il lago di Carezza, il lago di Costalovara, il lago di Dobbiaco, il lago di Favogna, il lago di Fiè, il Lago di Santa Maria, il lago di San Valentino alla Muta, il lago di Landro e il lago di Varna.

Vi sono anche laghi artificiali, alcuni dei quali di dimensione ragguardevole. Tra i principali ricordiamo il lago di Resia (in assoluto il lago più grande della provincia), il lago di Zoccolo, il lago di Fortezza, il lago di Rio di Pusteria e il lago di Valdaora.

Cascate

Lo stesso argomento in dettaglio: Cascate in Alto Adige.
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L'orrido delle cascate di Stanghe

Terra di Alpi e Dolomiti, ricca di corsi d'acqua, l'Alto Adige può vantare numerose cascate. Tra le più belle si annoverano: le cascate di Stanghe, a Racines, nei pressi di Vipiteno, le cascate di Riva, a Campo Tures in valle Aurina, la cascata di Parcines, a Parcines in Val Venosta, la più alta dell'Alto Adige.

Natura

Parchi naturali

Rientra in territorio altoatesino una parte significativa del parco nazionale dello Stelvio, istituito nel 1935 allo scopo di tutelare la flora, la fauna e le bellezze del paesaggio del gruppo Ortles-Cevedale e di promuovere lo sviluppo di un turismo sostenibile nelle vallate alpine dell'Alto Adige.

Tra i parchi della provincia si contano anche il parco naturale Tre Cime, parco naturale Fanes - Sennes - Braies, parco naturale Gruppo di Tessa, parco naturale Monte Corno, parco naturale Puez-Odle, parco naturale dello Sciliar-Catinaccio, parco naturale Vedrette di Ries-Aurina. In totale sono otto i parchi naturali presenti in Alto Adige.[20]

Monumenti naturali

Particolari monumenti naturali che si trovano in Alto Adige sono le piramidi di terra, tra cui le piramidi di Plata e le piramidi di Renon.

La gola del rio Bletterbach è un canyon ai piedi del Corno Bianco mentre la gola del rio Rastenbach si trova in Oltradige.

Storia

Riepilogo
Prospettiva
Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Alto Adige.

Epoca preromana

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L'Italia augustea, con la Regio X "Venetia et Histria"

I rinvenimenti archeologici dimostrano la presenza dell'uomo nelle valli dell'odierno Alto Adige dopo la fine dell'ultima glaciazione, intorno al 12000 a.C. Reperti provenienti dall'Alpe di Siusi sono databili al paleolitico inferiore.[21]

La celebre mummia del Similaun, nota anche come Ötzi, avrebbe un'età di circa 5 300 anni. Questo la pone nell'età del rame, momento di transizione tra il neolitico e l'età del bronzo.

Appartiene alla tarda età del bronzo e alla prima età del ferro la cultura di Luco-Meluno, che prende il nome da due importanti siti archeologici presso Bressanone.[22]

Intorno al 500 a.C. si sviluppò la cultura di Fritzens-Sanzeno, conosciuta anche come la cultura dei Reti, popolazione di etnia etrusca secondo lo scrittore di epoca romana Plinio.[23] Studi recenti di linguistica hanno confermato una parentela tra la lingua retica e quella etrusca.[24]

Epoca romana

Nel 16 a.C. e 15 a.C., i Romani sotto Druso e Tiberio occuparono il territorio alpino, spingendosi fino alle rive del Danubio. La parte settentrionale dell'odierno Alto Adige venne divisa fra le due province Rezia (Raetia prima e Raetia secunda) e Norico (Noricum), mentre quella meridionale che includeva la Val d'Adige fino all'altezza di Merano venne inclusa nella Regio X Venetia et Histria.

Il periodo romano si protrasse per cinque secoli e lasciò profonde tracce nella regione che fu fortemente latinizzata. Le popolazioni autoctone svilupparono una parlata neolatina nella quale si fuse il sostrato retico-celtico, il cosiddetto retoromanzo.[25]

Dopo l'anno 400 d.C., nella tarda romanità, si diffuse il cristianesimo, influenzando in misura crescente la vita pubblica e privata.

Medioevo

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Castel Tirolo, presso il comune di Tirolo

Con la caduta dell'Impero romano d'Occidente nel 476 d.C., popolazioni barbariche di origine germanica invasero la regione che fu inclusa nel Regno di Odoacre e successivamente nel Regno degli Ostrogoti (493-553). Dopo la caduta del regno ostrogoto fu la volta dei Longobardi, che annetterono al loro regno la regione. I Baiuvari e i Franchi, questi ultimi favoriti dagli alleati Longobardi, penetrarono a più riprese in Val Venosta e Val Pusteria. Nel 774 d.C. Carlo Magno sconfisse i Longobardi a Pavia e conquistò il Regno longobardo d'Italia; con la deposizione di Tassilone III di Baviera nel 788, inglobava anche il Ducato di Baviera di cui il territorio della provincia fece parte.

Fu l'imperatore del Sacro Romano Impero Corrado II a concedere ai vescovi di Trento e Bressanone il potere temporale sulle rispettive diocesi nel 1027. I principati vescovili di Trento e Bressanone sopravvissero fino alla secolarizzazione napoleonica del 1803. La regione passò dunque sotto l'Impero Carolingio, seguendone le vicende e divenne quindi parte del Sacro Romano Impero (dal 1512 Sacro Romano Impero della Nazione Germanica).

Nel corso del XII secolo iniziò l'ascesa delle casate nobiliari a scapito del potere dei due principi vescovi. Riuscirono a imporsi i conti di Tirolo, una casata che prese il nome dall'omonimo castello presso Merano. Fu Mainardo II a dare alla regione del Tirolo i confini che poi, con minimi ampliamenti, restarono immutati fino al 1918.

L'ultima contessa del Tirolo, Margherita di Tirolo-Gorizia, lasciò in eredità le sue terre al parente Rodolfo IV d'Asburgo, duca d'Austria. Iniziava l'epoca asburgica (1363 - 1918), interrotta soltanto dalle guerre napoleoniche, 1806 - 1814. Nel 1420, il duca Federico IV d'Asburgo trasferì la sua corte da Merano a Innsbruck.

Epoca napoleonica e Restaurazione

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L'Italia durante l'egemonia napoleonica. Nella carta compare la denominazione Haut-Adige ovvero Alto Adige, attorno a Trento

Nel 1805, dopo la disfatta asburgica per opera di Napoleone, il Trattato di Presburgo assegnò la Contea del Tirolo alla Baviera, alleata della Francia. Il successivo Trattato di Parigi del 28 febbraio 1810 sancì il passaggio di parti dell'odierna provincia di Bolzano al Regno d'Italia napoleonico: la città di Bolzano, l'Oltradige-Bassa Atesina, una parte rilevante del Salto-Sciliar e una piccola parte del Burgraviato (in particolare l'Alta Val di Non tedesca) furono incorporati nel dipartimento dell'Alto Adige, che comprendeva principalmente gran parte dell'odierno Trentino; le valli dolomitiche intorno a Dobbiaco furono riunite nel Dipartimento della Piave. L'epoca napoleonica venne segnata anche dalle insurrezioni capeggiate da Andreas Hofer. In seguito alla Restaurazione il Regno d'Italia venne dissolto e il territorio dell'odierna provincia tornò di nuovo all'impero austriaco (1814) in seguito all'impero austro-ungarico (1867).

Regno d'Italia

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Soldati austro-ungarici sull'Ortles
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Alpini presso il passo dello Stelvio

L'Impero asburgico, che in seguito alla Restaurazione divenne la potenza egemone nel nord-est della penisola italiana, fu un potente avversario del Risorgimento. Ciò non riuscì a impedire la nascita del Regno d'Italia, che fu proclamato nel 1861. Nel neonato stato italiano il processo di unificazione non fu considerato completo, poiché molti territori abitati da comunità italiane restavano sotto controllo austriaco e si consolidò di conseguenza l'irredentismo, che coinvolse una parte ridotta ed elitaria della popolazione (principalmente la borghesia e il ceto dirigente), trovando meno supporto nelle popolazioni rurali[26][27][28][29]; mentre era irrilevante nell'odierno Alto Adige, poiché in base al censimento austriaco del 1910 una esigua minoranza della popolazione si dichiarava italofona, mentre il 90% risultava germanofono. L'irredentismo nel Regno d'Italia rispetto all'Alto Adige, propagato da alcuni gruppi, trovava il suo fondamento nel principio della frontiera naturale, rientrando il territorio nelle frontiere geografiche della penisola italiana ed essendo il confine del Brennero militarmente rilevante.

Nel 1914, all'inizio della prima guerra mondiale, l'Austria-Ungheria e l'Italia aderivano entrambe alla Triplice alleanza, che era di natura difensiva e non contemplava l'intervento italiano al fianco degli austro-tedeschi (che erano le potenze aggredenti). L'Italia mantenne inizialmente la sua neutralità, ma in cambio di concessioni territoriali comprendenti anche l'Alto Adige in base ai termini del trattato segreto di Londra, stipulato nell'aprile 1915, dichiarò guerra all'Austria-Ungheria.

Annessione all'Italia

In seguito alla vittoria italiana e allo sfaldamento dell'Impero austro-ungarico il Trattato di Saint-Germain confermò, contro le proteste della popolazione locale, il passaggio dell'Alto Adige al Regno d'Italia, il 10 settembre 1919. Dopo aver istituito un governatorato civile, guidato da Luigi Credaro, l'annessione territoriale fu formalizzata nel corso del 1920 dai due parlamenti austriaco e italiano, nonostante una petizione sudtirolese ne chiedesse la revisione. Il 9 maggio 1920 fu organizzata a Merano dal Deutscher Verband una grande manifestazione per l'autonomia del territorio germanofono, evento seguito da ca 15.000 partecipanti che scandirono il «Los von Trient!» («Via da Trento»), rifiutando l'istituzione di una provincia unica per la Venezia Tridentina (la provincia di Trento) e chiedendo un'ampia autonomia per la parte germanofona. Le richieste non furono prese in considerazione dal governo italiano. L'Italia liberale seguì nei primi anni di governo una politica di integrazione della popolazione germanofona, non dando seguito alle richieste più oltranziste di un'italianizzazione radicale, voluta invece fortemente da Ettore Tolomei.[30]

Fascismo

Dopo l'avvento del fascismo, la popolazione di lingua tedesca fu sottoposta a un intenso tentativo di snazionalizzazione e italianizzazione. Le scuole di lingua tedesca vennero gradualmente soppresse. La stampa germanofona venne largamente proibita o censurata. L'uso dei toponimi tedeschi venne vietato e venne data la possibilità di "ripristinare" il cognome italiano (o italianizzare quelli tedeschi) a coloro che ne facessero richiesta[31].

Dal punto di vista amministrativo l'Alto Adige venne in un primo momento accorpato con il Trentino nella Provincia di Trento, al fine di diluire l'influenza dell'elemento linguistico tedesco, ma tale esigenza venne meno quando il regime abolì la democrazia locale e al contrario emerse la necessità di un controllo più particolareggiato del territorio. Venne allora istituita la Provincia di Bolzano (1927).

Nel contempo venne promossa la modernizzazione dell'economia altoatesina, con la realizzazione di infrastrutture e la costruzione di impianti idroelettrici per agevolare l'industria pesante installata nella provincia, la cui manovalanza venne reclutata dalle altre regioni italiane.

In seguito all'avvicinamento alla Germania nazista furono implementate le opzioni in Alto Adige. Alla popolazione di lingua tedesca fu richiesto di scegliere se diventare cittadini tedeschi e conseguentemente trasferirsi nei territori del Terzo Reich o se rimanere cittadini italiani integrandosi nella cultura italiana e rinunciando a essere riconosciuti come minoranza linguistica. La stragrande maggioranza optò per la Germania, ma solo una parte emigrò effettivamente e molti tornarono dopo la seconda guerra mondiale.

Zona d'operazioni delle Prealpi

Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 l'Alto Adige venne occupato dalla Germania nazista e, pur facendo formalmente parte della Repubblica Sociale Italiana, venne amministrato dalla Germania in seno alla Zona d'operazioni delle Prealpi. La parentesi nazista venne segnata dallo sterminio della popolazione ebraica, da persecuzioni contro gli abitanti di lingua tedesca che non avevano optato per la Germania e, verso la fine della guerra, da eccidi nei confronti di militari italiani. La guerra si concluse con 8.000 sudtirolesi, arruolati nelle file della Wehrmacht, delle SS e dell'organizzazione Todt, dispersi o morti.

Repubblica italiana

Primo statuto di autonomia
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Uno dei 37 tralicci che furono fatti saltare nel giugno 1961 con la Notte dei fuochi

Dopo la guerra gli altoatesini di lingua tedesca sperarono nell'unificazione con l'Austria, ma l'accordo De Gasperi-Gruber stabilì che la provincia rimanesse all'Italia in condizioni di autonomia. Il primo statuto di autonomia del 1948 dava ampie competenze alla regione Trentino-Alto Adige, dove i trentini e gli altoatesini di lingua italiana erano in maggioranza. Lo statuto ripristinò l'insegnamento del tedesco e stabilì la toponomastica bilingue. Fino alla metà degli anni cinquanta la Democrazia Cristiana e la Südtiroler Volkspartei, il partito di riferimento della popolazione di lingua tedesca, guidato originariamente da membri della Resistenza al nazismo, collaborarono dunque nella gestione dell'ente regionale, che poté svilupparsi anche economicamente.

Verso la metà degli anni cinquanta del Novecento, in seguito al ritorno di molti optanti dalla Germania e alla ricostituzione della Repubblica Austriaca, decisa a sostenere istanze rivendicazioniste, la politica altoatesina si radicalizzò. La stampa e il clero di lingua tedesca si inserirono nella controversia etnica evocando una "marcia della morte" orchestrata dal Governo italiano ai danni della popolazione di lingua tedesca attraverso l'industrializzazione e l'immigrazione da altre regioni d'Italia. [senza fonte].

La radicalizzazione portò alla nascita di movimenti terroristici: il Gruppo Stieler, autore di diversi danneggiamenti; il Comitato per la liberazione del Sudtirolo, che perseguì anche una strategia stragista. Il Governo italiano rispose al terrorismo con una massiccia presenza militare in Alto Adige.

Secondo statuto di autonomia

La questione dell'Alto Adige raggiunse le Nazioni Unite. Dopo anni di discussione nei consessi nazionali e internazionali nel 1972 l'Alto Adige ottenne un'ampia autonomia separata dal Trentino, racchiusa nel Pacchetto per l'Alto Adige e contenuta nel secondo statuto di autonomia del Trentino-Alto Adige, che consegnava la maggioranza politica al gruppo tedesco e istituzionalizzava la separazione etnica attraverso la cosiddetta proporzionale etnica.

Ciononostante, gli attentati terroristici ripresero con forza nella seconda metà degli anni settanta del Novecento, per finire solamente alla fine degli anni ottanta. Accanto a gruppi estremistici di lingua tedesca, in particolare Ein Tirol, favorevoli al distacco dallo Stato italiano, comparvero anche organizzazioni italiane, come l'Associazione Protezione Italiani e il Movimento Italiano Alto Adige, contrarie ai provvedimenti contenuti nel secondo statuto di autonomia.

La pacificazione fu raggiunta sul finire degli anni ottanta del Novecento e ha coinciso con un lungo periodo di prosperità economica, fino allo scoppio della crisi dell'Eurozona. Dopo un passato tormentato l'Alto Adige è oggi visto come un esempio di pacifica convivenza fra gruppi etnici.

Si registrano tuttavia da un lato il disagio della popolazione di lingua italiana, che dagli anni settanta ha visto progressivamente calare la propria consistenza numerica, con la radicalizzazione del voto a favore del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale negli anni ottanta e successivamente in misura minore di Unitalia; dall'altro lato la crescente insofferenza della popolazione di lingua tedesca con il consolidato successo dei partiti, come i Freiheitlichen, che sostengono l'annessione all'Austria o la creazione di un Alto Adige Stato indipendente.[32]

Monumenti storici

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L'abbazia di Monte Maria, presso Burgusio di Malles

L'odierna provincia di Bolzano nel corso della storia è passata sotto diverse dominazioni, ciascuna delle quali ha lasciato le proprie tracce.[33] La più duratura risulta la dominazione asburgica, che durò più di cinque secoli, prendendo avvio nel 1363 e terminando nel 1918, e segnò profondamente sia le popolazioni sia le espressioni storico-artistiche della regione.[34]

Del periodo medievale sono testimonianza numerosi castelli,[35] tra i quali il più importante è castel Tirolo: dai suoi signori, i conti di Tirolo, ha preso il nome l'intera regione. A castel Roncolo si trovano affreschi di soggetto cavalleresco, castel Coira alloggia un'importante collezione di armature. Sotto l'impero austro-ungarico furono costruiti diversi forti, tra cui il forte di Fortezza.

Oltre a castelli e fortezze nella provincia di Bolzano si trovano innumerevoli chiese, abbazie e monasteri, di stile romanico, gotico e barocco: tra questi l'abbazia di Monte Maria, l'abbazia di Novacella, il monastero di Sabiona, la collegiata di San Candido, il duomo di Bressanone e il duomo di Bolzano.[36] Durante il Ventennio furono eretti numerosi monumenti in sintonia con l'iconografia e ideologia del regime fascista, tra essi il Monumento alla Vittoria di Bolzano e il monumento all'Alpino di Brunico.

Onorificenze

Attestato e medaglia di bronzo dorata di eccellenza di I classe di pubblica benemerenza del Dipartimento della Protezione civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza»
 Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre 2010[37]

Società

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