Parco nazionale dello Stelvio
parco nazionale italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il Parco nazionale dello Stelvio (Nationalpark Stilfser Joch in tedesco, National Park of Stelvies in inglese) è uno dei più antichi parchi naturali italiani, istituito nel 1935, nato allo scopo di tutelare le bellezze naturalistiche del gruppo montuoso Ortles-Cevedale e per promuovere lo sviluppo turistico sostenibile nelle vallate alpine della Lombardia, Trentino e Alto Adige. Si estende sul territorio di 24 comuni e di 4 province ed è a diretto contatto a nord col Parco Nazionale Svizzero e a sud col Parco naturale provinciale Adamello-Brenta e il Parco regionale dell'Adamello: tutti questi parchi insieme costituiscono una vastissima area protetta nel cuore delle Alpi, che copre quasi 400.000 ettari.[1]
Parco nazionale dello Stelvio - Nationalpark Stilfser Joch | |
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Gran Zebrù, monte Zebrù e Ortles visti dalla val di Solda | |
Tipo di area | Parco nazionale |
Codice WDPA | 717 e 555540096 |
Codice EUAP | EUAP0017 |
Cod. Natura 2000 | IT2040044 |
Class. internaz. | IUCN category II - SIC - ZPS |
Stati | Italia |
Regioni | Trentino-Alto Adige Lombardia |
Province | Bolzano Brescia Sondrio Trento |
Superficie a terra | 130.734[1] ha |
Provvedimenti istitutivi | LN 740 24/04/1935 - DPR 23.04.1977, DPCM 26.11.1993 - DPR 7.07.06 |
Gestore | Ente Regionale per i Servizi all'Agricoltura e alle Foreste - Province autonome di Trento e Bolzano |
Mappa di localizzazione | |
Sito istituzionale | |
Fu istituito nel 1935[2] su un'area ampliata a 130 734 ettari nel 1977 e caratterizzata da una moltitudine di specie animali e vegetali, prendendo il nome dal comune altoatesino di Stelvio e dall'omonimo passo alpino. Nel suo territorio si trovano grandi boschi, aree agricole, masi di montagna, casali e paesi abitati. È oggi amministrato da un consorzio costituito dal ministero dell'Ambiente, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento e Regione Lombardia. I tre comitati di gestione (Bolzano, Trento e Lombardia) fanno riferimento a un consiglio direttivo, in cui sono rappresentati anche figure scientifico e ambientaliste.
Il 30 settembre 2009 un accordo tra lo Stato italiano e le province autonome di Trento e Bolzano (tramite l'organo paritetico della Commissione dei 12) ha previsto il passaggio della gestione del parco alla regione Lombardia, alla provincia autonoma di Trento e alla provincia autonoma di Bolzano, con introduzione di un comitato di indirizzo formato da 7 componenti: 3 rappresentanti dei comuni, ministero dell'Ambiente, regione Lombardia e Province di Bolzano e di Trento con l'esclusione dal consiglio di gestione delle figure scientifico-ambientaliste. Il Parlamento Italiano ha ratificato l'accordo nel dicembre 2010. Il PD e gli ambientalisti hanno accusato la SVP di essersi astenuta sulla fiducia al governo Berlusconi IV il 14 dicembre 2010 in cambio del via libera della maggioranza parlamentare alla suddivisione del parco, ma questa ha negato.[3][4] Stefania Prestigiacomo, ministro dell'ambiente, ha abbandonato Il Popolo della Libertà in dissenso col partito, per poi però rientrarvi.
Legambiente ha denunciato il rischio di rilassamento delle norme di tutela del parco in provincia di Bolzano, con la possibilità di apertura alla caccia, all'utilizzo delle strade forestali, alla creazione di impianti da sci e in genere alla speculazione edilizia, con gravi rischi per la conservazione dell'habitat naturale.[3] Nel marzo del 2011 il Presidente della Repubblica Napolitano non ha convalidato il Decreto Legge che sanciva il passaggio del Parco, rinviandolo alla commissione paritetica dei 12[5]. Il 30 luglio 2014, su proposta dell'SVP e nonostante il parere negativo del Ministero dell'Ambiente, viene inoltrata al Consiglio dei Ministri (in concomitanza alla legge di stabilità) un'ennesima proposta per lo smembramento del parco.[6]
Rientrano nel parco quasi tutte le cime Alpi dell'Ortles. La dorsale principale inizia al passo dello Stelvio (2.758 m), il secondo più alto valico transitabile d'Europa che collega Bormio a Trafoi, e s'innalza in numerose vette al di sopra dei 3.500 m, come la punta Thurwieser (3.652 m), il Gran Zebrù (3.857 m) e il Cevedale (3.769 m), per culminare con la vetta dell'Ortles con i suoi 3.905 m. Da questa dorsale si staccano creste secondarie, comunque molto elevate, che dividono tra loro importanti vallate.
Altre cime importanti sono Monte Zebrù (3.735 m), Palon de la Mare (3.703 m), Punta San Matteo (3.678 m), Monte Vioz (3.645 m), Punta Taviela (3.612 m), Pizzo Tresero (3.602 m), Punta Pedranzini (3.599 m), Cima di Trafoi (3.565 m), Monte Pasquale (3.553 m), Cima Vertana (3.535 m), Punta Cadini (3.524 m), Angelo Grande (3.521 m), Punta dello Scudo (3.461 m), Punta delle Bàite (3.458 m), Cima Sternai (3.443 m), Gioveretto (3.439 m), Monte Cristallo (3.434 m), Cima Venezia (3.386 m), Croda di Cengles (3.375 m), Cima Solda (3.376 m), Monte Confinale (3.370 m), Corno dei Tre Signori (3.360 m), Punta di Lasa (3.305 m), Orecchia di Lepre (3.257 m), Cime dei Forni (3.247 m), Cima Careser (3.189 m), Monte Scorluzzo (3.094 m), Punta di Ercavallo (3.068 m), Cima Nera (3.037 m), Monte Braulio (2.980 m), Cima Vegaia (2.890 m), Cima Tremenesca (2.882 m) e Monte Livrio (3.174 m).
L'area naturale protetta, posta in posizione centro-orientale nella catena alpina, poco più a sud della catena principale alpina, al centro delle Alpi Retiche (Alpi Sud-orientali), è immersa al centro di un vasto anfiteatro di cime che lungo lo spartiacque montuoso divide la Lombardia a ovest dal Trentino-Alto Adige a est, con le provincie di Sondrio a ovest, Bolzano a est, Brescia e Trento a sud. Il parco si estende da quote di bassa montagna fino a culminare sulle maestose vette del gruppo Ortles-Cevedale, presentando numerosi biomi e ambienti naturali pressoché intatti, che vanno dai pascoli, alla tundra, alle foreste di abeti e larici, alle pareti rocciose e alle formazioni nevose perenni.
Rientrano nel parco diverse vallate alpine:
Oltre a numerosi torrenti lungo le rispettive valli, nel territorio sono presenti diversi importanti ghiacciai, il più importante dei quali è il ghiacciaio dei Forni, il più vasto ghiacciaio vallivo alpino italiano, situato sul versante lombardo.
I comuni interessati sono:
Nella fascia altimetrica che va dai 1000 ai 2000 metri, l'ambiente del parco è dominato dalle foreste di conifere. La specie più diffusa è sicuramente l'abete rosso (Picea abies), al quale si associano pochi e isolati gruppi di abete bianco (Abies alba), quest'ultimo presente soprattutto in val di Rabbi, zona trentina del Parco. Queste formazioni di alberi risalgono i versanti diradandosi verso il limite superiore per cedere lentamente il posto al larice (Larix decidua) e al pino cembro (Pinus cembra), diffuso principalmente in Val di Peio.
Ai boschi di aghifoglie, segue la fascia degli arbusti nani, che sale oltre il limite della vegetazione (circa 2600 metri). Dopo i 2800 metri trovano spazio le rocce, i ghiaioni, le nevi perenni e le morene glaciali, dove la presenza di forme di vita è garantita solo da alcune tenaci specie pioniere assai specializzate come i licheni.
All'interno del Parco si trovano inoltre ambienti particolari come le torbiere: zone umide caratterizzate da una flora altamente specializzata come la Drosera rotundifolia e la Pinguicula alpina, piccole piante carnivore, che sopperiscono alla carenza di azoto del terreno catturando piccoli insetti, o la rara Paludella squarrosa, una briofita a distribuzione circumpolare-artica, presente in poche stazione delle Alpi fra la Lombardia e il Trentino-Alto Adige.
Il parco include un'ampia varietà morfologica e di ecosistemi, con grandi dislivelli (da 650 m s.l.m. ai 3900 m s.l.m. delle vette dei ghiacciai). Si possono trovare cervi, camosci, caprioli, stambecchi, marmotte, volpi, ermellini, scoiattoli, lepri, tassi e donnole. Ci sono stati avvistamenti di lupi, linci e anche orsi, provenienti dal vicino Parco naturale Adamello Brenta.
Numerose specie di uccelli nidificano nella zona del parco: la pernice bianca, la coturnice, il gracchio alpino, il corvo imperiale, la cornacchia, il picchio, il gallo cedrone, il gallo forcello, il francolino di monte, la poiana, lo sparviero, il gufo, l'aquila reale e, grazie ad un riuscito e prezioso progetto di reintroduzione, il gipeto. Tanti animali vi trovano rifugio ed è anche grazie al parco naturale che alcune specie in via di estinzione sono protette e accudite.
Esistono numerosi centri-visita attrezzati da cui è possibile accedere al parco ed informarsi.
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