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Arcidiocesi di Trento

arcidiocesi della Chiesa cattolica in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Arcidiocesi di Trento
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L'arcidiocesi di Trento (in latino Archidioecesis Tridentina) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Triveneto. Nel 2022 contava 488.960 battezzati su 542.166 abitanti. È retta dall'arcivescovo Lauro Tisi.

Disambiguazione – Se stai cercando l'antico principato vescovile, vedi Principato vescovile di Trento.
Fatti in breve Regione ecclesiastica, Arcivescovo metropolita ...
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Il palazzo dell'arcivescovo in Piazza Fiera a Trento.
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Il seminario arcivescovile di Trento.
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Il palazzo pretorio, sede del museo diocesano tridentino.

Il patrono dell'arcidiocesi è san Vigilio.

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Territorio

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie dell'arcidiocesi di Trento.

L'arcidiocesi estende la sua giurisdizione sull'intera provincia autonoma di Trento.

Sede arcivescovile è la città di Trento, dove si trova la cattedrale di San Vigilio. Nell'arcidiocesi sorgono, oltre alla cattedrale, altre due basiliche minori: la basilica dei Santi Martiri a Sanzeno, e la basilica di Santa Maria Maggiore a Trento.

Il territorio è suddiviso in 450 parrocchie, raggruppate in 8 zone pastorali.

La provincia ecclesiastica tridentina, istituita il 6 agosto 1964, è formata dall'arcidiocesi di Trento e dalla suffraganea diocesi di Bolzano-Bressanone.

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Storia

Riepilogo
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Lo stesso argomento in dettaglio: Principato vescovile di Trento.

La diocesi di Trento fu eretta nel II secolo e l'evangelizzazione del Trentino si compì, seppure con grande lentezza, nel tardo periodo imperiale. I nomi dei primi vescovi di cui si ha conoscenza sono Giovino, Abbondanzio, che partecipò al concilio di Aquileia nel 381, e san Vigilio. Vigilio (vescovo alla fine del IV secolo) ebbe rapporti epistolari con i metropoliti milanesi Ambrogio e Simpliciano, e con Giovanni Crisostomo. Con Vigilio iniziò un periodo di intensa evangelizzazione delle diverse vallate trentine, anche attraverso il sacrificio dei missionari orientali Sisinnio, Martirio e Alessandro, uccisi a Sanzeno nel 397. I martiri erano stati affidati al vescovo di Trento da Ambrogio per aiutare a diffondere la nuova religione in terre ancora fortemente pagane.

Nel IV e nel V secolo la Chiesa tridentina fece dunque riferimento alla prestigiosa sede episcopale milanese, mentre in seguito appartenne alla metropolia del Patriarcato di Aquileia fino al 1751. Con il vescovo Agnello (fine VI secolo) la diocesi, come tutte le diocesi del patriarcato aquileiese, aderì allo scisma tricapitolino, che ebbe fine nel VII secolo.

In età longobarda la diocesi si configurò nella sua attuale dimensione, ma con alcune eccezioni: la Valsugana e il Primiero erano territori affidati alla diocesi di Feltre, mentre la Val di Fassa a quella di Bressanone.

Al vescovo Iltigario (inizio del IX secolo) sono attribuiti i lavori di restauro dell'antica cattedrale extra muros di San Vigilio, che custodiva le reliquie del santo tridentino. Nella stessa epoca fu eretto il palazzo episcopale e venne istituito il capitolo dei canonici della cattedrale. In epoca carolingia inizia una prima organizzazione territoriale della diocesi, con l'istituzione delle pievi.

Nel 962 Trento ed il suo territorio furono incorporati da Ottone I nell'impero germanico. Da questo momento crebbe il ruolo politico dei vescovi tridentini, che venne consacrato, forse già da Enrico II il 9 aprile 1004, di certo da Corrado II il 31 maggio e il 1º giugno 1027. L'imperatore concesse al vescovo Uldarico II il potere temporale sul territorio della diocesi e su altri territori esterni, dove il vescovo si trovava nella particolare situazione di poter esercitare i poteri civili e amministrativi, ma non quelli religiosi. Il principato vescovile era parte del Sacro Romano Impero ed era dotato di un'autonomia che rimase in vigore fino al 1803. Nel 1796 venne abolito da Napoleone e definitivamente nel 1816 in seguito alla Restaurazione austriaca.

La città venne scelta come sede del concilio di riforma che si svolse in tre diverse riprese tra il 1545 e il 1563. Il XVI secolo rappresentò il periodo di maggior splendore per la Chiesa tridentina, guidata da grandi personalità come Bernardo Clesio e Cristoforo Madruzzo.

Il trattato di Lunéville nel 1801 stabilì la secolarizzazione degli stati ecclesiastici, sancendo la fine del principato vescovile che venne secolarizzato definitivamente da Napoleone nel 1803. Fra il 1803 e il 1810 la zona fece parte del Regno di Baviera. Dal 1810 Napoleone ne decise l'annessione al breve regno d'Italia. Nel 1815 con la Restaurazione il territorio entrò a fare parte dell'Impero austriaco, nella Contea del Tirolo.

La diocesi venne ampliata nel 1786 con l'annessione della Valsugana e del Primiero, parti dei domini della Casa d'Austria ma soggetti spiritualmente fino ad allora alla diocesi di Feltre, e della Val di Fassa dopo aver ceduto Bagolino alla diocesi di Brescia nel 1785. Nel 1818 otteneva anche Merano e la Val Passiria (tolti alla diocesi di Coira).[1]

In seguito alla soppressione del patriarcato di Aquileia nel 1751 Trento entrò a far parte, per breve tempo, della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Gorizia ed in seguito divenne diocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede. Dal 1825 al 1920 fu suffraganea di Salisburgo. Il 24 febbraio 1920 fu nuovamente resa immediatamente soggetta alla Santa Sede con il decreto della Congregazione Concistoriale Sedes episcopalis.

Il 14 giugno 1929 è stata elevata a sede arcivescovile con la costituzione apostolica Inter ceteras di papa Pio XI.

Il 6 luglio 1964 in forza della costituzione apostolica Quo aptius di papa Paolo VI le parti altoatesine dell'arcidiocesi di Trento - il cosiddetto Deutscher Anteil (parte tedesca) - vennero aggregate alla diocesi di Bressanone, che assunse il nome di diocesi di Bolzano-Bressanone. Contestualmente i confini della sede tridentina vennero fatti coincidere con la provincia civile: così Trento cedette i comuni di Magasa e Turano alla diocesi di Brescia, e i comuni di Velo d'Astico e Pedemonte alla diocesi di Vicenza. Il vescovo ausiliare di Trento Heinrich Fohrer divenne ausiliare di Bolzano-Bressanone. I seminaristi e professori altoatesini di Trento si trasferirono a Bressanone. Il 6 agosto successivo la sede arcivescovile di Trento divenne sede metropolitana in forza della costituzione apostolica Tridentinae Ecclesiae dello stesso Paolo VI.

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Cronotassi dei vescovi

Riepilogo
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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

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San Vigilio, terzo vescovo di Trento (387 - 400) con i martiri Sisinnio, Martirio e Alessandro in un dipinto di Paolo Naurizio (1583)
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Cristoforo Madruzzo, principe vescovo dal 1539 al 1567
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Sigismondo Francesco d'Austria, vescovo dal 1659 al 1665
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Celestino Endrici, vescovo dal 1904 al 1940. Nel 1929 Trento divenne sede arcivescovile.
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Luigi Bressan, arcivescovo dal 1999 al 2016

Il seguente catalogo episcopale, fino al vescovo Uldarico II († 1055), è contenuto in un messale composto al tempo dello stesso Uldarico. Per la sua antichità e l'autorevolezza del manufatto che lo contiene, è ritenuto autentico.[2][3]

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Istituti religiosi

Istituti religiosi femminili

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Statistiche

L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 542.166 persone contava 488.960 battezzati, corrispondenti al 90,2% del totale.

Ulteriori informazioni anno, popolazione ...
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Bibliografia

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Voci correlate

Altri progetti

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