Diretto discendente del 4-2-4 (o "sistema diagonale") usato dalla Nazionale brasiliana negli anni '50, deve la sua origine all'arretramento di un attaccante sulla linea mediana[1]; in tal modo viene mantenuta la propensione offensiva della squadra, pur assicurando una maggior copertura difensiva.[1] In senso storico, rappresenta anche il modulo di partenza del calcio totale[2]. In Italia viene introdotto dal Foggia di Zdeněk Zeman, che nei primi anni '90 del XX secolo si afferma come una realtà della Serie A capace di sfiorare più volte la qualificazione alla Coppa UEFA[3].
La difesa mantiene i tradizionali compiti di marcatura, ma i laterali possono anche supportare l'azione con cross ed inserimenti[1]. A centrocampo, ricopre una posizione cruciale il regista: le sue capacità di impostazione e costruzione del gioco risultano fondamentali per l'equilibrio in campo, mentre ai mediani è richiesto sia di ripiegare (per aiutare i difensori, in situazioni di non possesso) che di proporsi in avanti.[4] In attacco trovano invece spazio tre calciatori, due dei quali schierati esterni[4]: è talvolta consuetudine far giocare un'ala sul lato opposto rispetto al suo piede preferito, cosicché la tendenza ad accentrarsi possa indurre i difensori avversari ad allargarsi, ampliando la zona a disposizione per effettuare attacchi[4]. A coprire tali "buchi" possono intervenire i terzini e centrocampisti, offrendo dunque maggiori soluzioni per la conclusione a rete[4].
Degno di nota è anche il ruolo del centravanti, le cui caratteristiche possono variare[4]: una punta centrale agile e veloce può infatti risultare utile quanto una «boa» statica, che però è più capace nel gioco aereo e al tiro dalla distanza[5][6]. Del 4-3-3 non va - infine - sottovalutato il considerevole dispendio di energie, causato dal continuo movimento atto a scongiurare eventuali situazioni di inferiorità numerica[4]. A tal fine, è spesso richiesto il rientro delle ali in fase di non possesso per applicare il pressing e contrastare l'avanzata avversaria[4][7].
È un modulo che richiede qualità tecnica agli interpreti (soprattutto a centrocampo) e intelligenza tattica ai difensori esterni[8].
I centrocampisti possono disporsi in linea oppure su due linee, con due mezze ali ed il terzo centrocampista come regista difensivo (mediano) oppure offensivo (trequartista).
I numeri del 4-3-3
La numerazione associata ai ruoli, nel 4-3-3, prevedeva l'assegnazione seguente:
2 e 3 ai terzini, destro e sinistro
4 al mediano
5 e 6 ai centrali difensivi
8 e 10 alle mezzali (centrocampisti esterni)
7 e 11 alle ali (attaccanti laterali)
Il portiere e il centravanti, come da tradizione, mantenevano l'1 e il 9.[9]
Moltissime squadre, sia selezioni nazionali sia club, hanno utilizzato il 4-3-3, che dagli anni duemiladieci è diventato lo schema di gioco più inflazionato tra gli allenatori ad altissimo livello.[10] In particolare, la possibilità di schierare tre attaccanti senza grandi compiti in fase difensiva è largamente sfruttata.[11]
Club
Tutte le squadre di Zdenek Zeman. L'allenatore di Praga, naturalizzato italiano, ha segnato il calcio italiano con il suo 4-3-3, un marchio di fabbrica del calcio del suo paese (e generalmente dell'Europa dell'est[12][13]), riuscendo a lanciare vari talenti. Alla guida del Foggia, una squadra di neopromossi e di giovani scommesse, attraverso il duro lavoro e schemi offensivi eseguiti ad una velocità inconsueta, il tecnico ceco ruba la scena ai più blasonati club di Serie A, sfiorando la qualificazione alle coppe europee. Con il Lecce 2004-2005 Zeman detiene due record: sotto la sua guida la squadra salentina ottiene il proprio record stagionale di punti nella massima serie ed è tutt'oggi l'unica squadra ad essersi salvata in Italia con la difesa più battuta del campionato. Nel 2011-2012 il boemo riporta il Pescara in massima serie dopo vent'anni, vincendo il campionato cadetto con ben 83 punti a pari merito con il Torino e con il miglior attacco (90 gol messi a segno). La sua fase offensiva, amata da Arrigo Sacchi e Pep Guardiola, si studia a Coverciano e tanti allenatori (alcuni dei quali ex giocatori delle squadre allenate da Zeman) si ispirano a lui.
Il Manchester Utd di Alex Ferguson nella stagione 2007-2008, vincitore del Community Shield e della Champions League, adottava un 4-3-3 "asimmetrico", nel quale il tridente d'attacco era formato da Cristiano Ronaldo, Rooney e Tévez. La posizione da ala del portoghese non era bilanciata dal lato opposto, pertanto si perdeva la corrispondenza rispetto al centro del campo tra le due fasce. Con Giggs sul terreno di gioco, lo schema si poteva trasformare in un 4-4-2 offensivo[14]
I Paesi Bassi agli ordini di Rinus Michels (massimo esponente del totaalvoetbal), nazionale finalista al campionato del mondo 1974, si schieravano con questo modulo: i terzini che aiutavano la manovra offensiva erano Krol a sinistra e Suurbier a destra; le mezzali Neeskens e van Hanegem; le ali Rensenbrink e Rep; infine la stella Cruijff ad agire come centravanti[39], anche se fungeva a tutti gli effetti da regista a tutto campo, il quale creava spazio per tutti gli accorrenti e solo inizialmente si posizionava come falsa punta centrale[40][41]
La Francia agli ordini di Didier Deschamps, campione del mondo a Russia 2018, si schierava con un 4-3-3, nel quale il ruolo di mediano centrale era affidato a Kanté ed il tridente vario era formato da Mbappé (esterno veloce), Griezmann (fantasista) e Giroud (centravanti fisico e statico)[44]
La Spagna del selezionatore Luis Enrique dal 2018 al 2022 ha usato spesso tale sistema: nell'undici iberico il ruolo di mediano centrale, una sorta di playmaker e interditore, è stato ricoperto da Busquets (oppure da Rodri); il centravanti era Morata con a supporto le due ali, posizione ricoperta alternativamente da Asensio, Isco, Ferrán Torres, Rodrigo, Moreno e Dani Olmo[45]