Palermo
comune italiano, capoluogo dell'omonima città metropolitana e della regione autonoma Sicilia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
comune italiano, capoluogo dell'omonima città metropolitana e della regione autonoma Sicilia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Palermo (AFI: /paˈlɛrmo/[7] ; Palermu [paˈlɛɾmʊ] in siciliano; Paliemmu, Palermu[8] o Palìaimmu in dialetto palermitano[9]) è un comune italiano di 625 850 abitanti[2], quinto in Italia per popolazione, capoluogo della Regione Siciliana e dell'omonima città metropolitana.
Palermo comune | |
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Vista di Palermo da Monte Pellegrino | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Città metropolitana | Palermo |
Amministrazione | |
Sindaco | Roberto Lagalla (UdC) dal 20-6-2022[1] |
Territorio | |
Coordinate | 38°06′56.37″N 13°21′40.54″E |
Altitudine | 14 m s.l.m. |
Superficie | 160,59 km² |
Abitanti | 625 850[2] (31-8-2024) |
Densità | 3 897,19 ab./km² |
Frazioni | vedi elenco circoscrizioni |
Comuni confinanti | Altofonte, Belmonte Mezzagno, Ficarazzi, Isola delle Femmine, Misilmeri, Monreale, Torretta, Villabate |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 90121, 90122, 90123, 90124, 90125, 90126, 90127, 90128, 90129, 90131, 90133, 90134, 90135, 90136, 90138, 90139, 90141, 90142, 90143, 90144, 90145, 90146, 90147, 90148, 90149 e 90151 |
Prefisso | 091 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 082053 |
Cod. catastale | G273 |
Targa | PA |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[3] |
Cl. climatica | zona B, 751 GG[4] |
Nome abitanti | palermitani o panormiti[5] |
Patrono | santa Rosalia e Maria Immacolata[6] |
Giorno festivo | 15 luglio, 4 settembre e 8 dicembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Palermo nell'omonima città metropolitana | |
Sito istituzionale | |
La città, che si estende sulla Conca d'oro ai piedi del Monte Pellegrino, è circondata da sud-est a nord-ovest dall'anfiteatro naturale dei monti di Palermo e si affaccia sul suo omonimo golfo nel Mar Tirreno.
Il sito è abitato sin dalla preistoria, ma la vera e propria fondazione della città è attribuita ai fenici tra il VII e il VI secolo a.C.. La sua storia e il succedersi di numerosi popoli e civiltà hanno conferito alla città un imponente patrimonio artistico ed architettonico[10][11]. Con Enrico VI e Federico II fu capitale del Sacro Romano Impero, che rappresentò uno dei periodi di massimo splendore per la città . Nel XII e XIII secolo la città fu il centro propulsore dell'arte e dell'architettura arabo-normanna, i cui principali monumenti fanno parte del sito seriale Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale, dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 2015[12]. Fu poi luogo di formazione del Rinascimento siciliano, del Barocco siciliano e una delle capitali dell'Art Nouveau in Italia e in Europa. Per le numerose testimonianze architettoniche liberty, la città fa parte dell'Itinerario culturale del Consiglio d'Europa Réseau Art Nouveau Network[13]. Diversi edifici, tra chiese e palazzi, sono riconosciuti monumenti nazionali. A Palermo, all'interno del Palazzo Reale, ha sede l'Assemblea regionale siciliana, la più antica assise parlamentare in attività al mondo[14]. Nello stesso palazzo, presso la Magna Curia dell'imperatore Federico II, nacque la scuola poetica siciliana, cui si deve la prima produzione lirica in un volgare italiano (l'aulico siciliano) e l'invenzione del sonetto.
Palermo fu prima capitale dell'Emirato di Sicilia, poi del neonato Regno di Sicilia, acquisendo così i titoli di Prima Sedes, Corona Regis et Regni Caput, che mantenne fino alla sua dissoluzione nel 1816. Dall'8 dicembre 1816, nelle prime fasi di vita del Regno delle Due Sicilie, Palermo fu capitale di questa nuova entità statale per circa un anno, prima che lo divenisse Napoli. La città mantenne comunque lo status di città capitale dell'isola siciliana[15]. Al centro di numerose rivolte popolari lungo i secoli, Palermo fu protagonista dello scoppio della celeberrima rivolta dei Vespri siciliani nel 1282 e della rivoluzione siciliana del 1848 che riportò la Sicilia nuovamente stato indipendente. Tra le più rinomate località europee durante la Belle Époque, a seguito della perdita della vita di circa tremila cittadini tra il centro e le campagne e della devastazione urbanistica subita dai bombardamenti statunitensi del 1943, la città è stata fregiata con la medaglia d'oro al valore militare. Nel secondo dopoguerra la città è stata fortemente segnata dall'acuirsi del fenomeno della mafia, il cui contrasto da parte dello Stato ha condotto al Maxiprocesso e alle stragi politico-mafiose del 1992.
Palermo riveste anche un forte peso nell'immaginario collettivo della Sicilia nel mondo: luogo d'origine della lingua e della letteratura siciliana, oltre che di una rinomata tradizione culinaria, la città è depositaria di alcune delle più importanti e famose tradizioni artistiche dell'isola, come l'Opera dei Pupi e il Carretto siciliano. Molto noti sono anche i mercati storici di Ballarò, Vucciria e Capo.
Dal 1050 all'Ottocento Palermo si è posizionata stabilmente tra le dodici città più popolose dell'Europa occidentale, risultando la più popolosa in assoluto nel corso del XIII secolo[16]. Oggi Palermo costituisce il centro di un'area metropolitana di oltre un milione di abitanti estesa da Partinico a Termini Imerese. Fa parte della rete Eurocities delle più grandi città europee.
Palermo sorge all'interno di una pianura di circa 100 km², la Conca d'Oro, stretta tra il golfo e i monti calcarei che prendono nome dalla città. Alcune conformazioni rocciose si spingono verso la costa, creando una vera spaccatura fisica tra diversi quartieri. La città ricade in zona sismica 2, ossia di sismicità moderata.[17]
L'idrografia della Conca d'Oro di Palermo è stata radicalmente modificata nel corso della storia. Il primo insediamento abitato venne costruito tra due fiumi, il Kemonia e il Papireto, non più visibili in superficie; sono evidenti le loro tracce nella toponomastica e nella conformazione delle vie. Il fiume Oreto, unico fiume a scorrere ancora nel XXI secolo tra le strade cittadine, si trovava ben oltre le mura cittadine.
Erano presenti anche molti torrenti stagionali, che contribuivano a creare zone paludose o comunque ricche di acqua come la zona di San Lorenzo e l'area di Mondello. Sono presenti alle pendici del Monte Grifone alcune gole, chiamate valloni, quali il vallone di Croceverde e quello di Belmonte Chiavelli, che in caso di maltempo incanalano le discese alluvionali.
Secondo la classificazione dei climi di Köppen, il clima di Palermo appartiene al gruppo denominato Csa: clima mediterraneo con la stagione estiva asciutta e calda e inverno tiepido e piovoso. Le stagioni intermedie hanno temperature molto gradevoli. L'estate è arida e calda, generalmente torrida, anche se frequentemente ventilata grazie alla presenza delle brezze marine[18].
Non di rado il vento africano scirocco fa impennare la temperatura (picco storico di 47,0 °C registrati all'Osservatorio astronomico di Palermo registrato nel 2023[19], con tassi di umidità che scendono anche sotto il 15%; in inverno possono registrarsi massime superiori ai 20 °C (spiccano i picchi termici del febbraio 2010 e del novembre 2014, dove si sfiorarono i 30 °C per più giorni).
PALERMO BOCCADIFALCO[18] | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 14,7 | 14,5 | 16,4 | 18,7 | 23,3 | 27,2 | 29,8 | 30,5 | 27,5 | 23,5 | 19,0 | 15,8 | 15,0 | 19,5 | 29,2 | 23,3 | 21,7 |
T. min. media (°C) | 8,9 | 8,5 | 9,6 | 11,4 | 15,3 | 19,2 | 21,7 | 22,7 | 20,1 | 16,7 | 12,9 | 10,2 | 9,2 | 12,1 | 21,2 | 16,6 | 14,8 |
Precipitazioni (mm) | 97,5 | 109,9 | 78,2 | 65,1 | 36,2 | 17,9 | 6,7 | 31,8 | 65,3 | 105,6 | 117,5 | 123,7 | 331,1 | 179,5 | 56,4 | 288,4 | 855,4 |
Giorni di pioggia | 9,0 | 9,6 | 8,7 | 8,6 | 4,1 | 1,9 | 1,2 | 2,4 | 5,4 | 8,2 | 10,4 | 12,0 | 30,6 | 21,4 | 5,5 | 24,0 | 81,5 |
Umidità relativa media (%) | 67 | 65 | 62,5 | 60,5 | 61,0 | 59,0 | 57,0 | 58,0 | 61,0 | 64,0 | 65,0 | 67,0 | 66,3 | 61,3 | 58,0 | 63,3 | 62,3 |
Vento (direzione-m/s) | S 6,2 | S 6,3 | S 5,9 | W 5,6 | NE 4,8 | NE 4,5 | NE 4,4 | NE 4,5 | NE 4,6 | S 5,0 | S 6,0 | S 6,4 | 6,3 | 5,4 | 4,5 | 5,2 | 5,4 |
Il periodo più piovoso per la città è compreso fra ottobre e marzo. L'acme pluviometrica si ebbe durante l'alluvione del febbraio 1931 e ammontò a circa 395 mm in 39 ore[20]. In periodo autunnale improvvisi nubifragi possono abbattersi sulla città con anche 130 mm di pioggia in poche ore, come accadde il 16 settembre 2009[21], in cui si ebbero alluvioni nelle frazioni di Belmonte Chiavelli e Croceverde-Giardina.
I centri meteo d'informazione nazionale utilizzano i dati dell'aeroporto di Punta Raisi, per indicare la situazione di Palermo; ma l'aeroporto (diviso dalla città da alcuni rilievi) si trova a circa 22 km e registra di norma in inverno minime più alte e in estate massime più contenute.
Temperature minime negative ogni tanto sono registrate nelle zone periferiche pedemontane. Sono, invece, un fenomeno quasi sconosciuto in pieno centro cittadino, la zona più calda della città[22], in cui solo la stazione meteo dell'Osservatorio astronomico (situata a 75 metri di altitudine) ha registrato minime negative durante le nevicate del febbraio 1895 (−1,9 °C), dell'8 gennaio 1981 (−0,5 °C), e quelle del 30-31 gennaio e 1º febbraio 1999 (fino a −0,2 °C)[23]. Le altre stazioni hanno sempre registrato minime positive.
Le precipitazioni nevose sono rare ed effimere, in genere circoscritte alle zone pedemontane. Il maggiore evento nevoso dal dopoguerra fu quello dell'8 gennaio 1981[24].
La città di Palermo veniva chiamata Zyz (pronuncia /ˈziːz/) dai fenici (significa il fiore)[26][27][28]. Il nome attuale deriva dal greco antico πᾶς?, pâs, "tutto" e ὅρμος, hórmos, "porto", «ampio porto»,[29] per la presenza dei due fiumi Kemonia e Papireto che creavano un enorme approdo naturale, e divenne Panormus con i Romani. Gli arabi pronunciavano il nome della città Balarm, dizione che venne parzialmente adottata nella forma ufficiale Balermus del periodo normanno. Palermo viene acquisito definitivamente in età moderna.
La zona conserva resti di presenza umana sin dal paleolitico. Nelle grotte dell'Addaura ci sono alcune cavità abitate, che presentano tra gli altri ritrovamenti, incisioni e disegni databili tra l'epigravettiano finale e il mesolitico, raffiguranti figure antropomorfe e zoomorfe graffite nella roccia.
La città venne fondata dai Fenici tra il VII e il VI secolo a.C., probabilmente[30] con il nome di Zyz. Precedentemente l'area era stata un centro commerciale e logistico per la Sicilia nord-occidentale.
I Greci, stanziati nella Sicilia orientale e solo in minima parte in quella occidentale, si avvicinarono raramente a Palermo: nel 409 a.C. il generale siracusano Ermocrate effettuò un'incursione durante la quale il territorio venne saccheggiato e 500 dei suoi abitanti vennero uccisi davanti alle mura, le quali, però, non vennero attaccate[31]. Nel 397 a.C. il tiranno di Siracusa Dionisio I, durante la guerra contro l'isola di Mozia colonia cartaginese, attaccò e saccheggiò Palermo, rimasta fedele a Cartagine[32]. Infine, secondo Polibio, Pirro, in guerra contro Cartagine, conquistò Palermo, principale roccaforte punica in Sicilia dopo la distruzione di Mozia[33].
Nel 254 a.C. la città venne conquistata dai Romani che riuscirono a sottrarla ai Cartaginesi di Amilcare Barca, costretti a rifugiarsi alle falde del monte Pellegrino durante la prima guerra punica, nella battaglia di Palermo. I tentativi di riconquista dei Cartaginesi risultarono vani e la città divenne una conquista romana col nome di Panormus. Sotto il governo di Roma Palermo continuò a ricoprire il ruolo di porto strategico nel Mediterraneo, vivendo un periodo di tranquillità e agiatezza, tanto che la città crebbe e si dotò di splendidi edifici per spettacoli noti da epigrafi e testi antichi e in parte ancora individuabili[34]. Palermo fu città romana fino a quando le invasioni barbariche causarono il saccheggio e la devastazione della città.
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, nel 535 la Sicilia fu in gran parte devastata con l'arrivo dei Vandali nell'occidente dell'isola. La ricostruzione di Palermo avvenne grazie ai Bizantini, che tennero Palermo per tre secoli.
Con la conquista della città, comandata da Belisario, la Sicilia divenne una provincia periferica dell'Impero d'Oriente.
Nel IX secolo i musulmani dal Nordafrica invasero la Sicilia: la conquista, fu iniziata nell'827 e Palermo fu presa nell'831. I governatori musulmani spostarono la capitale della Sicilia da Siracusa a Palermo e la città fu dotata di tutte le strutture burocratiche e dei servizi necessari a una capitale. Gli arabi introdussero i primi agrumeti, formando la Conca d'Oro e aprendo così una nuova possibilità di sviluppo economico. Nel 948 in città si registravano oltre duecentomila abitanti, figurando tra le città più popolose del mondo[35]. La città divenne la prospera capitale del nuovo emirato kalbita nel 948, ma l'autonomia incoraggiò le lotte dei cristiani per l'indipendenza, fino ad aprire la via alla conquista normanna. Nel 1071/1072, dopo quattro anni d'assedio, Ruggero I d'Altavilla, primo conte normanno, espugnò Palermo[36]. Nel 1098 i Normanni completarono la conquista del resto dell'isola: la capitale, prima della Gran Contea di Sicilia, poi del Regno di Sicilia, restò a Palermo, ma gli abitanti calarono drasticamente (60 000[37]), per scendere infine a 51 000 nel 1330[38]. L'arrivo dei Normanni a Palermo portò alla costruzione di un numero considerevole di edifici cristiani e la città raggiunse il massimo splendore sotto il governo di Ruggero II. Dopo il regno normanno in Sicilia salirono sul trono gli Hohenstaufen (dal 1194 al 1266), che fecero di Palermo un centro amministrativo imperiale. Alla morte di Federico II (1250), Palermo e la Sicilia persero importanza nel panorama politico: il potere si spostò a Napoli, con Carlo d'Angiò[39] e gli Angioini (dal 1266 al 1282). Proprio a Palermo nel 1282 ebbe inizio la guerra del Vespro contro i francesi. Al termine della guerra, la corona della Sicilia venne offerta al ramo cadetto degli aragonesi, e Palermo ne divenne la capitale.
La dominazione del Regno di Spagna, che pose a Palermo la sede del Viceré, ponendo un confine politico, culturale e religioso contro il mondo islamico, portò come conseguenza l'isolamento e l'impoverimento della Sicilia. L'agricoltura dell'isola fu spinta verso la coltivazione del grano duro, necessario alla flotta spagnola per il sostentamento degli equipaggi, e, quindi, oltre a produrre meno reddito, generava carestie da eccesso di esportazione. Scoppiarono molte rivolte, che, però, avevano più come bersaglio l'organismo, incaricato della ripartizione e raccolta di imposte e tasse e composto di nobili siciliani, che il re di Spagna. I due secoli di dominio spagnolo a Palermo terminarono nel 1713 con il Trattato di Utrecht, che segnò la fine della guerra di successione spagnola.
Nel 1734 la città divenne dominio dei Borboni, che mantennero il Regno di Sicilia e di Napoli separati. Nel 1816 i regni vennero riuniti nel Regno delle Due Sicilie: Palermo perse lo status di capitale, divenendo secondo centro amministrativo dopo Napoli. Tuttavia Palermo continuò a possedere il titolo di capitale della parte isolana del regno[40].
La primavera dei popoli, conosciuta anche come rivoluzione del 1848, o moti del 1848[41], cominciò proprio a Palermo il 12 gennaio di quell'anno e rappresentò la prima miccia dell'esplosione europea. L'insurrezione siciliana portò alla dichiarazione di indipendenza e alla restaurazione del Regno di Sicilia. Seguì una rivoluzione a Napoli, il 27, che costrinse, due giorni dopo, Ferdinando II a promettere una Costituzione, promulgata l'11 febbraio[42]. Riconquistata la Sicilia con l'esercito, il sovrano ripristinò l'assolutismo e nell'isola si consolidò l'ostilità anti borbonica.
Nel 1860, dopo che a Palermo si era verificata la rivolta della Gancia repressa nel sangue dai borbonici, avvenne lo sbarco dei garibaldini a Marsala, che raggiunsero Palermo il 27 maggio, entrando in città dalla porta Termini. In tale occasione avvenne il bombardamento della città da parte dell'esercito borbonico con perdite tra i civili e distruzione. Nel 1866 la città fu protagonista della rivolta del sette e mezzo contro il nuovo Regno d'Italia da parte di ex garibaldini delusi, filo borbonici, repubblicani e persone affamate, con conseguente bombardamento operato dalla flotta, che distrusse non poche strutture architettoniche. Tuttavia la politica fiscale del governo sabaudo non mutò, sino a portare al regicidio di Umberto I.
Nel primo ventennio del XX secolo Palermo attraversò un'epoca florida, con un breve ma intenso periodo liberty, caratterizzato prevalentemente da architetture di gusto eclettico. Protagonisti di questa stagione furono i Florio[43], una famiglia di tradizione industriale, che rese protagonista la città in ambito internazionale nella cosiddetta Belle Époque. Non interessata dal primo conflitto mondiale, Palermo subì notevoli distruzioni a causa dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale, fino a essere occupata nel luglio 1943 dalle truppe alleate del generale statunitense George Patton[44].
La città fu teatro, nell'ottobre del 1944, della Strage del pane, episodio che diede di fatto il via alla stagione dell'EVIS, conclusasi con la concessione dello status di Regione a Statuto speciale alla Sicilia, che ha reso Palermo, ancora una volta, il centro della burocrazia e della politica regionale. A partire dalla fine degli anni '50 la principale organizzazione malavitosa siciliana, Cosa Nostra, grazie al boom economico e al processo di urbanizzazione della popolazione contadina, conosce una fase di crescita, riuscendo ad infiltrarsi nella spesa pubblica, nelle opere edilizie di ricostruzione post bellica e di espansione della città. È l'epoca del sacco di Palermo, l'espansione incontrollata della città verso nord, anche a costo dell'abbattimento di ville liberty. Dagli anni 60 agli anni 80, si ebbero 3 guerre di mafia con centinaia di morti tra i componenti della mafia. In quel periodo e in seguito furono colpiti anche imprenditori, giornalisti, medici, magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, poliziotti e il patrimonio culturale italiano, cosa che portò a una forte risposta dello Stato e della società civile e ad un conseguente arretramento del potere mafioso. Si parlò dunque di "primavera di Palermo", sia per la notevole attività portata avanti, non senza polemiche e scelte controverse, dall'allora sindaco Leoluca Orlando mirata alla promozione e al recupero dell'immagine della città in Italia e nel mondo, mortificata dalla lunga sequela di omicidi e crimini mafiosi, sia per la promozione di una cultura della legalità anche in ambito culturale ed educativo con la nascita di associazioni e comitati cittadini[45].
Nel marzo 2015 alcuni giuristi, attivisti dei diritti umani, amministratori pubblici e organizzazioni non governative sottoscrivono la Carta di Palermo per sollecitare la comunità mondiale a una revisione della legislazione sul permesso di soggiorno e delle politiche legate ai fenomeni migratori, sostenendo la mobilità umana internazionale come diritto inalienabile della persona[46]. Nel novembre 2015 Palermo è entrata a far parte del programma Safer Cities lanciato nel 1996 dall'Agenzia UN-Habitat delle Nazioni Unite, assumendone la co-presidenza mondiale[47].
Lo stemma del comune di Palermo è stato ufficialmente riconosciuto con decreto del Capo del Governo del 18 maggio 1942[48] ed è descritto dallo statuto comunale:
«di rosso all'aquila romana d'oro ad ali aperte, tenente con gli artigli una fascia carica delle iniziali S.P.Q.P»
L'origine dello stemma non è certa, alcune fonti lo fanno risalire a una concessione del 1154 di re Guglielmo I di Sicilia mentre altre all'epoca romana.
La descrizione del gonfalone è la seguente[49]:
«Drappo di rosso, frangiato d'oro caricato dell'aquila romana d'oro ad ali spiegate, tenente con gli artigli una fascia carica delle iniziali S.P.Q.P. Le parti di metallo ed i cordoni saranno dorati. L'asta verticale sarà ricoperta di bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della Città e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.»
Inoltre la città usa una bandiera trinciata che riprende i colori dello stemma, cioè giallo (nella parte superiore) e rosso (nella parte inferiore).
Un altro simbolo della città è il Genio di Palermo, antico nume tutelare del luogo.
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | architettonico |
Criterio | C (ii)(iv) |
Pericolo | no |
Riconosciuto dal | 2015 |
Scheda UNESCO | (EN) Arab-Norman Palermo and the Cathedral Churches of Cefalú and Monreale (FR) Scheda |
Il maggior numero di monumenti della città è dislocato all'interno del centro storico; altri sono distribuiti in tutto il territorio palermitano: ville storiche, torri d'avvistamento, tonnare, graffiti rupestri, antiche chiese o palazzi nobiliari.
Le residenze arabo-normanne, la cattedrale e altre chiese, insieme al duomo di Monreale e a quello di Cefalù, sono state inserite nella lista dei patrimoni dell'umanità dall'UNESCO il 3 luglio del 2015 nel sito seriale "Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale".
I sette complessi monumentali palermitani che hanno tale riconoscimento sono[54]:
Altri complessi architettonici con caratteristiche e tracce arabo normanne non rientrano formalmente nel sito seriale UNESCO, non rispondendo interamente ai suoi criteri: la Cuba Soprana, inglobata dalla settecentesca Villa di Napoli, la Cubula, la Cappella di S. Maria l'Incoronata, San Giovanni dei Lebbrosi, la Chiesa dei Vespri, la Chiesa di Santa Cristina la Vetere, il Palazzo dell'Uscibene, i Qanat e i Bagni di Cefalà Diana[55].
Quattro beni monumentali sono riconosciuti e tutelati come monumenti nazionali:
All'interno del Palazzo dei Normanni si trova la sontuosa Cappella Palatina, fatta costruire da Ruggero II dopo l'incoronazione avvenuta nel 1130.
Essa rappresenta una straordinaria sintesi di forme architettoniche latine, mosaici bizantini e muqarnas islamiche considerate tra le massime espressioni dell'arte iranica e fatimida. Vicino è ubicata la chiesa di San Giovanni degli Eremiti; con le sue cupole rosse (dipinte così nel XIX secolo) è diventata uno dei simboli della città. Notevoli anche la chiesa della Martorana dalla ricchissima decorazione a mosaico del più puro stile bizantino, la chiesa di San Cataldo
del 1160, dalla facciata tripartita sormontata da grosse cupole realizzate su tamburo e la basilica La Magione, conosciuta anche come chiesa della Santissima Trinità, che presenta una pianta a forma basilicale a tre navate, sorrette da colonne; mentre internamente la costruzione si presenta molto squadrata e movimentata da una serie di archi ogivali, tipici dell'architettura normanna, che girano intorno alla chiesa.
Sul Càssaro, oggi Corso Vittorio Emanuele II, si affaccia lo splendido complesso della cattedrale, eretta nel 1185 su un'area pianeggiante precedentemente occupata da una moschea araba.
La commistione artistica presente nell'edificio, sembra ripercorrere l'intera storia cittadina, con un portale laterale e delle torrette campanarie in stile gotico trecentesco, una facciata principale quattrocentesca, un'abside con decorazioni arabo-normanne, una cupola e cupolette laterali tardo barocche e numerosi inserzioni neogotiche dei primi anni del XIX secolo tra cui le parti basse del prospetto meridionale (oltre al nuovo transetto) e il gruppo di campanili sul Palazzo Arcivescovile di Emmanuele Palazzotto. Per restaurare e rimodernare la basilica, l'interno venne ricostruito in stile neoclassico alla fine del XVIII secolo. Vi sono conservati i sarcofagi di Federico II, Ruggero II, Arrigo VI, Costanza d'Altavilla e Costanza d'Aragona, oltre alla corona d'oro di Costanza di Sicilia, preziosi ornamenti e gioielli reali esposti nel tesoro della Cattedrale[56]. La torre più imponente della cattedrale ospita 8 campane ambrosiane.
Nell'arco del XII e XIII secolo, in maniera particolare durante la dominazione angioina, in città si sviluppò lo stile architettonico del gotico, di cui sono esempi: la chiesa di San Francesco d'Assisi, con sovrapposizioni di linguaggi artistici diversi, tanto che in età barocca l'edificio, al suo interno, venne ricoperto da stucchi e affreschi da Pietro Novelli e nel 1723 Giacomo Serpotta adornò i pilastri con le statue delle Virtù.
Appartengono al periodo compreso tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo la chiesa della Gancia, la chiesa di San Francesco di Paola, la chiesa di Santa Maria della Catena, e la chiesa di Santa Maria la Nova.
Tra le chiese barocche sono degne di menzione: la chiesa del Santissimo Salvatore; la chiesa della Madonna dei Rimedi; la chiesa di Santa Caterina; la chiesa di San Matteo al Cassaro, che conserva le spoglie di Giacomo Serpotta e Vito D'Anna; la chiesa dell'Immacolata Concezione al Capo, con un interno straordinariamente ricco di decorazione marmorea policroma; la chiesa di San Giuseppe dei Teatini, di cui una delle facciate costituisce uno dei quattro prospetti architettonici dell'Ottagono del Sole; la chiesa del Gesù o Casa Professa, rivestita al suo interno da bassorilievi marmorei posti sulla tribuna e Putti, tutti su modelli di Giacomo Serpotta, esperto in "barocco sacro".
La chiesa di San Domenico, con il caratteristico fronte formato da un telaio di colonne, di dimensioni maggiori di quelle della Cattedrale stessa, maestosa e dalla facciata sgargiante domina l'omonima piazza, con al centro la colonna dell'Immacolata, creando così una grande sintonia tra piazza e facciata della chiesa. Dalla metà del XIX secolo la chiesa è adibita a Pantheon dei siciliani illustri.
La seicentesca chiesa del Carmine Maggiore, nello storico quartiere Albergheria, è una basilica a croce latina con tre navate, sorretta da 12 colonne in pietra di Billiemi con capitelli dorici, e una splendida cupola, costruita nel 1680, ricca di elementi scultorei e completamente rivestita nella parte esterna da maioliche smaltate con colori, che richiamano lo stile arabo, unica nel suo genere non solo a Palermo, ma in tutta la Sicilia.
Una menzione a parte merita la chiesa di Santa Maria dello Spasimo, costruita a partire dal 1509, dove era conservato lo Spasimo di Sicilia: è un suggestivo teatro all'aperto e vi si allestiscono spesso mostre ed eventi. Ospita inoltre gli uffici della Fondazione The Brass Group, il Museo del jazz, la Scuola Popolare di Musica, il Ridotto, denominato anche Blue Brass e la Scuola Europea d'Orchestra Jazz.
Un particolare interesse ha il santuario di Santa Rosalia sito sul Monte Pellegrino, costruito nel 1626 in una grotta, già sede di un santuario dedicato a Tanit, e presunto luogo di ritrovamento del corpo di Santa Rosalia, patrona principale della città.
Di particolare interesse sono i Qanat, imponente opera di ingegneria idraulica costruita nel sottosuolo della città a cavallo tra la dominazione araba e il periodo normanno.[57][58] Al periodo normanno risalgono diversi castelli e palazzi costruiti dai sovrani normanni. Fra questi ricordiamo il Palazzo dei Normanni, la più antica residenza reale d'Europa, dimora dei sovrani del Regno di Sicilia e sede imperiale di Federico II e Corrado IV, oggi sede dell'Assemblea Regionale Siciliana; e le residenze di villeggiatura: il Palazzo della Zisa
e il suo sistema di fontane; il Palazzo della Cuba; il castello di Maredolce, sito all'interno del Parco della Favara; il Castello dell'Uscibene.
Agli edifici arabo-bizantino-normanni va affiancato il Ponte dell'Ammiraglio, del 1131, a dodici archi. Durante il dominio aragonese, la città si arricchisce di pregevoli palazzi nobiliari e chiese caratterizzati da un tipico gotico proveniente dal Regno di Aragona e dalla contea di Catalogna (il gotico catalano). Il Palazzo Sclafani, del 1330, costruito dal conte di Adernò (Adrano) Matteo Sclafani.
Coevo è Palazzo Chiaramonte detto Steri, in piazza Marina, già sede e carcere dell'inquisizione e attualmente sede del rettorato palermitano. Il Palazzo Conte Federico è uno dei più antichi edifici di Palermo. La sua torre arabo-normanna, denominata Torre di Scrigno, è infatti datata al XII secolo. Del 1473 è palazzo Alliata di Pietratagliata; mentre risale al 1490 la costruzione del Palazzo Ajutamicristo, noto per gli sfarzosi interni.
Nel 1495 venne edificato in stile catalano il Palazzo Abatellis: ospita la Galleria Regionale d'arte Moderna e Medievale. Pure tardo quattrocentesco è Palazzo Bonet, sede della GAM di Palermo.
Tra i numerosi edifici cinquecenteschi vanno menzionati: il Palazzo Alliata di Villafranca, situato nella scenografica Piazza Bologni; il Palazzo Scavuzzo; il Palazzo Castrone-Santa Ninfa; il Palazzo Branciforte; il Palazzo Bordonaro; il nucleo originario di Palazzo Bonocore, tra gli edifici che fanno da cornice a Piazza Pretoria.
Nel 1583 fu eretta la Porta Nuova. La versione esistente risale al 1669 ed è caratterizzata da una copertura a piramide ricoperta di maioliche colorate. Tra le tante testimonianze della Palermo barocca anche Palazzo Asmundo.
Palazzo Mirto con parti risalenti al XIII secolo, ma terminato tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento, è arredato con opere d'arte che vanno dal XVII al XIX secolo. Del Seicento è anche il Loggiato San Bartolomeo, adiacente a Porta Felice.
Palazzo Isnello con una facciata post-barocca al suo interno ospita l'Apoteosi di Palermo, di Vito D'Anna, una delle otto rappresentazioni iconiche del Genio di Palermo. Palazzo Comitini, sitoin via Maqueda e già sede della Provincia Regionale di Palermo, presenta interni ricchi di stucchi, soffitti affrescati e opere d'arte, tra cui due tele di Renato Guttuso. Il Palazzo Valguarnera-Gangi, noto per essere stato scelto dal regista Luchino Visconti come set di una delle più affascinanti scene della celebre pellicola Il Gattopardo: la scena della festa e del ballo, è una delle più importanti dimore nobiliari della Sicilia. Completato nel 1784, Palazzo Riso, è un esempio del passaggio dallo stile tardo Barocco siciliano al Neoclassicismo per opera di Giuseppe Venanzio Marvuglia.
Nel XVIII secolo la zona limitrofa della città muta considerevolmente per il sorgere di numerose ville neoclassiche.
Tra esse vanno ricordate: la maestosa Villa Belmonte all'Acquasanta, realizzata da Giuseppe Venanzio Marvuglia in stile neoclassico; nonché Villa Niscemi, Villa Malfitano Whitaker, Villa Trabia, Villa Camastra, Villa Boscogrande, Villa Lampedusa, Villa Raffo.
Neoclassici sono i due Palchetti della Musica: il primo del 1844, sito nella spianata del Foro Italico, progettato per ospitare i concertini domenicali da Domenico Lo Faso Pietrasanta e da Carlo Giachery; il secondo, del 1875, sito in Piazza Castelnuovo, voluto dalla famiglia Ingham.
Tra la fine del Settecento e il 1814 nasce il Palazzo d'Orléans, oggi sede della Presidenza della Regione Sicilia.
Particolarmente originale è la Palazzina Cinese di Giuseppe Venanzio Marvuglia, dimora di villeggiatura di Ferdinando IV, che unisce i canoni dell'architettura neoclassica con l'eclettismo del tempo di ispirazione orientale. All'inizio del XX secolo, la città comincia a estendersi fuori le mura verso nord, soprattutto lungo una nuova strada chiamata via Libertà. In questo quartiere vengono costruite numerose ville e palazzi in stile eclettico e liberty, da parte di molti architetti, tra i quali i fratelli Giovan Battista e Francesco Paolo Palazzotto, ed Ernesto Basile. La città mostra nuovi fermenti in più settori, quali l'economico, l'industriale, il culturale, l'artistico, l'architettonico, ecc., grazie anche all'intraprendenza di più famiglie, come i Florio, i Whitaker, i Sandron, i Ducrot, i Basile, i Rutelli, gli Utveggio, e altre. Si rinnova, dotandosi di nuovi ospedali, teatri, come il celebre Teatro Massimo, il Politeama Garibaldi, il Teatro Biondo e altri edifici pubblici. Il crollo economico della famiglia Florio, segnerà la fine di quest'epoca.
Fra i molti villini liberty vanno ricordati il Villino Florio, che con il suo stile eclettico rappresenta un magnifico esempio dell'Art Nouveau, messa in luce da Ernesto Basile, e il Villino Favaloro, progettato dal padre Giovan Battista Filippo Basile. L'esempio più significativo di liberty a Mondello, che diventerà in breve tempo la spiaggia preferita dei palermitani, è lo stabilimento balneare, realizzato nel 1912.
Durante l'epoca fascista l'architettura ufficiale, finalizzata all'esaltazione del regime vigente, assume connotati dall'aspetto maestoso, che si ispirano alla romanità e alla cultura latina, tipici del Neoclassicismo, spesso mescolati all'ondata della nuova corrente del Futurismo. Vengono costruiti importanti edifici pubblici quali: il Palazzo di Giustizia (progettato nel 1938 ma ultimato nel 1957 dagli architetti Gaetano ed Ernesto Rapisardi in puro stile razionalista italiano); in via Roma il Palazzo delle Poste e la casa del fascio, oggi Caserma dei Vigili del Fuoco, primi esempi di edifici in cemento armato in città. Degni di nota sono pure l'Ingresso monumentale di via Roma, la Sede del Banco di Sicilia in via Roma e la Casa del Mutilato. Viene pure edificato un quartiere di case popolari, il Littorio, in Via Libertà, con la tecnica dei muri portanti in mattoni di laterizi, estranei all'uso locale, che è rimasto il più razionale esempio di edilizia popolare in città.
Durante gli anni successivi alla seconda guerra mondiale, a causa della devastazione della guerra, si è avuto l'abbandono da parte dei cittadini del centro urbano originario e lo spostamento verso le periferie, soprattutto verso nord nella "piana dei Colli". L'immigrazione dalla provincia ha determinato un boom della popolazione e, quindi edilizio, senza precedenti, che ha portato alla creazione nuovi quartieri residenziali, composti principalmente da palazzi in cemento armato. A partire dagli anni 50 vengono costruiti vari quartieri di edilizia pubblica residenziale, tra questi nella zona nord della città ZEN (Zona Espansione Nord) e ZEN2, mai completati e rimasti separati dal resto della città.[59] A partire dagli anni 60 viene costruito il polo universitario di viale delle Scienze. Gli edifici più alti della città sono il Grattacielo Ina Assitalia (90 metri) nel centro della città in piazzale Ungheria; Torre Resuttana I (63 metri); Torre Resuttana II (60 metri) e Torre Sperlinga (59 metri). Altri edifici di interesse sono: il palazzo della sede dell'Enel del 1961, concepito da Giuseppe Samonà secondo i canoni del Brutalismo; Palazzo Amoroso e la sede della Banca Commerciale Italiana (oggi Intesa Sanpaolo), entrambe opere del celebre gruppo BBPR; la piscina olimpionica comunale, costruita tra il 1963 e 1970; la sede regionale della Rai, edificata nel 1980 e i postmoderni nuovi edifici del tribunale, progettati nel 1981, siti proprio dietro il Palazzo di Giustizia.
Le prime mura furono costruite nel periodo punico, poi ampliate dagli arabi e dai normanni. Tra gli altri reperti, sono visibili alcune porzioni della cinta bastionata cinquecentesca, che, fino alla fine del XVIII secolo, circondava il centro cittadino. In particolare, sono integri alcuni bastioni, porte urbane e piccoli tratti delle cinta murarie, che sono state risparmiate dall'urbanizzazione ottocentesca, oltre che alcune torri di avvistamento.
Di alcune porte sono rimasti solo i nomi. Tra le esistenti ricordiamo: la già citata porta Nuova del 1669; Porta Sant'Agata, costruita in pietra grezza e grossi blocchi di tufo, che presenta una fessura dalla tipica forma del periodo normanno. L'ingresso più recente di epoca fascista in stile modernista: è l'ingresso monumentale di via Roma.
Lungo la costa, soprattutto quella settentrionale nei pressi delle borgate di Mondello e Sferracavallo, sono presenti alcune torri di avvistamento. Queste strutture difensive, sorte a partire dal tardo Medioevo, avevano lo scopo di avvisare la popolazione dell'arrivo dei pirati ed essendo collegate fra loro da un sistema di comunicazione basato su segnali di fumo, trasmettevano il segnale anche alle località vicine. Nell'entroterra sono visibili tracce di torri e bagli che rappresentavano delle residenze votate alla produzione agraria, ma anche delle strutture difensive e di osservazione.
Piazza Pretoria, incorniciata dal Palazzo delle Aquile, la Chiesa di Santa Caterina, Palazzo Bonocore e, oltre la Via Maqueda, dal prospetto laterale della Chiesa di San Giuseppe dei Teatini, presenta al centro l'imponente fontana rinascimentale di Francesco Camilliani. L'incrocio tra via Vittorio Emanuele II (detto Cassaro) e via Maqueda crea la piazza ottagonale, che rappresenta il centro della città antica, Piazza Vigliena (detta anche teatro del sole), racchiusa da quattro prospetti architettonici (conosciuti come quattro canti). Le due strade formano la cosiddetta croce barocca che suddivide la città in quattro parti (detti mandamenti): Kalsa, La Loggia, Seralcadio, Albergheria.
I canti sono articolati su più livelli, con fontane che rappresentano i fiumi storici della città (Oreto, Kemonia, Pannaria, Papireto), allegorie delle quattro stagioni, statue di sovrani spagnoli (Carlo V, Filippo II, Filippo III e Filippo IV) e infine, nell'ordine superiore, le quattro sante patrone di Palermo (Sant'Agata, Santa Ninfa, Santa Oliva e Santa Cristina), che prima dell'avvento di Santa Rosalia proteggevano ognuna un mandamento di Palermo.
Davanti al Palazzo Steri Chiaramonte si estende l'ampia Piazza Marina, che contiene il Giardino Garibaldi, ridefinito da Giambattista Basile nel 1863 e dominato da imponenti ficus magnolioides. Tra la chiesa di San Domenico e la via Roma si apre piazza San Domenico, con al centro di essa la Colonna dell'Immacolata, del 1726. Tutt'intorno alla colonna, proprio nel centro esatto della piazza, vi è una formazione circolare di statue marmoree raffiguranti alcuni tra i più grandi cardinali del passato della città. Su Corso Vittorio Emanuele II si apre invece la Piazza Bologni, piazza quadrangolare su cui si affacciano palazzo Belmonte-Riso, palazzo Alliata di Villafranca e palazzo Ugo delle Favare. Al centro la statua di Carlo V, opera di Scipione Li Volsi, del 1630. Piazza Castelnuovo e l'adiacente Piazza Ruggero Settimo formano un unico ampio spazio, comunemente chiamato Piazza Politeama, che contiene un Palchetto della Musica. Piazza del Parlamento, antistante il Palazzo dei Normanni, presenta il Teatro Marmoreo di Re Filippo V di Spagna, un gruppo scultoreo monumentale, opera dello scultore barocco Gaspare Guercio e di Carlo D'Aprile, con l'attuale statua, realizzata da Nunzio Morello nel 1856 in sostituzione della precedente, rappresenta Filippo V di Spagna. Piazza Vittorio Veneto, opera di Ernesto Basile, presenta un colonnato a forma di esedra con al centro un imponente monumento dedicato alla Libertà, con alla sommità una statua in bronzo raffigurante la Vittoria alata di Mario Rutelli. A queste si aggiungono Piazza Verdi, Piazza Marina, Piazza della Vittoria, Piazza Giulio Cesare, Piazza Bellini, Piazza Rivoluzione, Piazza Magione, Piazza Garraffello.
Palermo conserva il suo aspetto mediterraneo nei vari mercati storici: i più caratteristici sono la Vucciria, Ballarò e Il Capo.
La Vucciria è sita all'interno del mandamento Castellammare tra via Roma, il Cassaro e la Cala, il vecchio porto cittadino, la cui vicinanza stimolò l'insediamento di mercanti e commercianti genovesi, pisani, veneziani sin dal XII secolo. La presenza di numerosi artigiani si riscontra nella toponomastica. Il termine Bucceria deriva dal francese boucherie, "macelleria". Il mercato era infatti inizialmente destinato al macello e alla vendita delle carni; in seguito del pesce, della frutta e della verdura.
Ballarò è il più antico mercato di Palermo e si estende da piazza Casa Professa ai bastioni di corso Tukory. È uno dei più pittoreschi mercati di grascia, cioè d'alimentari[66].
Il Capo si sviluppa nel cuore dell'omonimo quartiere: conserva elementi popolari del tipico mercato mediterraneo. Altri mercati storici sono il mercato delle Pulci e dei Lattarini; un mercato dell'usato si trova anche in Piazza Marina.
Vi sono tracce puniche in porzioni dell'antica cinta muraria e nella necropoli punico-romana, situata nei pressi di corso Pisani. Del periodo punico rimane essenzialmente l'impianto urbano della città, corrispondente a un asse urbano principale (il Cassaro) e una viabilità minore che si dirama da questo; sono scarse, invece, le testimonianze tangibili.
All'interno di Villa Bonanno sono visitabili i resti di due domus romane, poste di fronte al Palazzo dei Normanni; altre abitazioni si trovano nei pressi di piazza Pretoria e piazza Sett'Angeli. Quest'ultimo sito presenta stratificazioni, che vanno dal periodo ellenistico-romano a quello bizantino; tra i resti, le pavimentazioni musive di una casa patrizia, un tratto stradale coevo e la parte basamentale di un pilastro di epoca bizantina.[67]
Il Parco archeologico del Castellammare, nei pressi della Cala, include i resti del castello-fortezza di epoca normanna, una necropoli islamica e i resti della Chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, quasi interamente rasa al suolo dai bombardamenti del 1943.
L'area verde più estesa è quella del Parco della Favorita. Sono presenti ville e giardini d'interesse storico che mantengono la loro conformazione originale. L'area urbana comprende inoltre ancora rilevanti porzioni di verde agricolo.
All'interno del territorio comunale di Palermo sono presenti quattro riserve naturali:
Popolazione storica (migliaia)[70]
Abitanti censiti[71]
Al 31 dicembre 2022 la popolazione straniera era di 24 749 persone, pari a circa il 4% dei residenti.[72]
A partire dal 2020, si registra una forte crescita la presenza di cinesi, concentrati soprattutto nella zona della stazione centrale, in particolare sulla centralissima via Lincoln, dove si sta sviluppando una piccola Chinatown attorno a un piccolo centro commerciale, sorto con accordo internazionale tra Cina e Regione Siciliana[73].
Storicamente una nutrita comunità di arbëreshë della provincia vive a Palermo[74].
Le lingue più parlate a Palermo sono l'italiano e il siciliano nella sua variante locale.
La confessione religiosa più diffusa è quella cristiana cattolica di rito latino. I cattolici dal 1624 riconoscono come patrona di Palermo Santa Rosalia, a cui sono dedicate le celebrazioni del festino. I patroni secondari Sant'Agata, Santa Cristina, Santa Ninfa, Sant'Oliva, San Benedetto il Moro[75], Sant'Onofrio e Sant'Agatone[76] non sono più ricordati. Palermo è stata città natale di due pontefici (Agatone e Sergio I), entrambi santificati.
La parrocchia di San Nicolò dei Greci alla Martorana e la comunità religiosa delle suore basiliane nella chiesa di Santa Macrina, appartenenti alla storica enclave albanese della provincia, osservano il cattolicesimo di rito bizantino.
Sono anche presenti, in minoranza, altri cristiani di più recente arrivo: tra i protestanti gli anglicani hanno un loro edificio di culto, la Chiesa anglicana di Palermo, così come i valdesi il Tempio valdese di Palermo; sono piccoli i gruppi di evangelici e ortodossi.
Nel periodo della dominazione musulmana erano presenti a Palermo più di 300 moschee[77], molte delle quali luoghi di culto cristiani trasformati. Negli ultimi anni, con l'arrivo di migranti Islamici del nord Africa, è stata istituita nel 1990 la Moschea di Palermo, ricavata dalla vecchia chiesa sconsacrata di San Paolino[78][79].
Il quartiere ebraico medievale era diviso in due parti collegate tra loro dalla Pubblica via (poi diventata via Mastrangelo): la contrada della Meschita (nei pressi di via Giardinaggio e via Calderai) e la contrada della Guazzetta (nei pressi di via Lattarini e vicolo Corrieri). Nel 2011 è stato celebrato per la prima volta dal XV secolo un Bar mitzvah[80][81]. Dopo quasi cinque secoli, nel 2018 l'oratorio di Santa Maria del Sabato viene trasformato in sinagoga della città, diventando così punto di riferimento per l'intera comunità ebraica dell'isola[82].
Sono individuabili da molto più recente, sempre relativo ai flussi migratori, altre piccole minoranze religiose[83].
L'Opera dei Pupi, patrimonio dell'UNESCO, appartiene alla tradizione marionettistica del teatro epico-popolare della Sicilia da almeno il 1700 e prende spunto dalle narrazioni cavalleresche tratte da romanzi e poemi del Ciclo carolingio.
Lo stile “palermitano” dell'opera dei pupi caratterizza la Sicilia occidentale e in particolare la città metropolitana di Palermo e i liberi consorzi comunali di Agrigento e Trapani. I pupi palermitani sono alti circa cm. 90 e pesano tra i 5 e i 10 chili. Le gambe possono eseguire un movimento pendolare, hanno le ginocchia articolate e possono sguainare e riporre la spada nel suo fodero grazie a un filo che attraversa la mano destra collegando il ferro di manovra all'elsa della spada. A Palermo, i pupari si dispongono ai lati del palcoscenico (per questo motivo il teatro è più profondo che largo) e, nascosti dalle quinte laterali, operano sullo stesso piano delle marionette, stendendo le braccia. Il maestro puparo si trova dietro la quinta destra (la sinistra degli spettatori), dirige lo spettacolo, manovra le marionette, improvvisa i dialoghi prestando la voce a tutti i personaggi (anche femminili) e realizza gli effetti sonori e di luci. Lo spettacolo veniva accompagnato dalla musica di uno o più violini che, alla fine dell'Ottocento, furono sostituiti dal pianino a cilindro, ancora oggi utilizzato. I cartelli palermitani, dipinti a tempera su tela, sono divisi in diversi riquadri, in genere otto, denominati “scacchi”. Ogni scacco, spesso sottotitolato, corrisponde a uno degli episodi del lungo ciclo carolingio. Un foglio che riportava la scritta “oggi” veniva fissato sullo scacco relativo allo spettacolo della sera mostrando a che punto del ciclo si era arrivati.[86]
A Palermo si può ammirare la più ricca collezione di Pupi divisa tra il Museo etnografico siciliano Giuseppe Pitré, il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino e Palazzo Branciforte dove è esposta la Collezione Giacomo Cuticchio e Pina Patti Cuticchio. Ogni anno, oltre alla quotidiana attività dei pupari, viene organizzato il Festival di Morgana.
Palermo è stata una delle città italiane pioniere del movimento per i diritti LGBT. Il 9 dicembre 1980 a Palermo, da un'idea del sacerdote Marco Bisceglia con la collaborazione Nichi Vendola[87], Massimo Milani, Gino Campanella e altri militanti[88], viene fondata l'Arcigay, la prima sezione italiana dell'ARCI dedicata alla cultura omosessuale[89], che si diffonderà di lì a poco in tutta Italia. Pochi mesi dopo, il 28 giugno 1981, presso Villa Giulia si svolse la festa dell'orgoglio omosessuale, una delle prime manifestazioni pubbliche per i diritti LGBT in Italia.
Alla parata del Pride nazionale, svoltasi a Palermo il 22 giugno 2013, hanno preso parte, per la prima volta nella storia delle parate italiane, diverse importanti cariche istituzionali: la Presidente della Camera, la Ministra delle pari opportunità, il Presidente della Regione Siciliana e il sindaco della città ospitante[90]. Inoltre, per l'occasione, è stato istituito il Gay Village più grande d'Europa all'interno dei Cantieri Culturali alla Zisa (50000 m²)[91], dove per 10 giorni sono stati organizzati concerti, mostre d'arte, convegni, rassegne cinematografiche, due discoteche e grandi spazi per la ristorazione e l'artigianato[92]. Appena tre giorni prima dell'inaugurazione il comune di Palermo aveva dato un segnale concreto di apertura: aveva istituito il registro delle unioni civili[93].
Dal 2010 a Palermo si svolge il Sicilia Queer Filmfest, festa internazionale del cinema LGBT e nuove visioni[94] e dal 2012 aderisce alla rete RE.A.DY. (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni per il superamento delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere)[95].
Il principale quotidiano cartaceo attualmente pubblicato a Palermo è il Giornale di Sicilia. La Repubblica ha una redazione in città, che pubblica l'edizione locale del quotidiano.
Dal 1900 al 1992 si pubblicò anche il quotidiano L'Ora
In città hanno sede diverse case editrici:
Dal 2011 la città ospita Una marina di libri, festival dell'editoria indipendente.
Nella sede RAI di Palermo, inaugurata nel 1986, vi è un polo produttivo dedicato al Mediterraneo, con un centro di produzione TV e un auditorium. Dal 2001 al 2012 produceva il canale in italiano e arabo Rai Med. Quotidianamente si trasmettono TG e GR regionali e si producono le rubriche Mediterraneo, Riva Sud, Buongiorno regione e il Settimanale della TGR. L'archivio storico di RAI Sicilia è costituito da 886 programmi televisivi realizzati tra il 1979 e il 1993, riversati e digitalizzati.
I Cantieri Culturali alla Zisa, oltre a essere un pregevole esempio di archeologia industriale, costituiscono uno spazio espositivo per eventi teatrali, musicali, artistici e iniziative culturali di ogni genere. Il Padiglione 18 ospita il Centro internazionale di fotografia, diretto da Letizia Battaglia[98].
Presso l'Archivio di Stato nella sede della Catena, oltre a carte topografiche, pergamene, manoscritti, stampe e atti notarili, è conservato il Mandato di Adelasia. Si tratta del documento cartaceo più antico d'Europa: una lettera bilingue, in greco e in arabo, scritta nel 1109 dalla terza moglie di re Ruggero I, Adelasia del Vasto[99]. A Palermo ha sede la Biblioteca centrale della Regione Siciliana, che custodisce ogni volume stampato nell'isola.
Ci sono inoltre le biblioteche dell'Università degli Studi di Palermo, che costituiscono il Sistema bibliotecario dell'Ateneo (SBA), e le due biblioteche dell'Università LUMSA, che invece aderiscono al Polo SBN comunale[100].
L'accademia cittadina è la Accademia nazionale di scienze, lettere e arti.
A Palermo sono presenti più di 450 plessi scolastici, così suddivisi: 162 scuole materne, 144 Istituti di Istruzione primaria, 76 Istituti di Istruzione secondaria di primo grado e 71 Istituti di Istruzione secondaria di secondo grado (dati all'anno scolastico 2007/2008)[101]. Tra essi vi è l'Istituto Alberghiero Pietro Piazza, scuola più grande d'Italia con 3000 studenti, 370 docenti e 120 aule.[102]
Decisiva per lo sviluppo in territorio italiano di una produzione letteraria in volgare romanzo fu la Scuola siciliana, una corrente filosofico-letteraria, che si sviluppò dal 1166 al 1266. Ebbe i suoi centri maggiori a Palermo e Messina[105][106]. Fu particolarmente operosa nella prima metà del XIII secolo, tra il 1230 e il 1250, presso la corte di Federico II di Svevia. La poesia lirica della scuola, in volgare siciliano aulico, ebbe anche il merito di introdurre il sonetto. Esercitò un chiaro influsso sulla produzione culturale delle città ghibelline dell'Italia centrale (come per esempio Bologna, dove visse Guido Guinizelli, padre del Dolce stil novo). La Scuola siciliana, anche se in genere ricordata soprattutto per la produzione poetica, fu in realtà caratterizzata da una molteplicità di interessi culturali e scientifici. Diede infatti un notevole impulso alle conoscenze matematiche, tecnico-scientifiche, agli studi di letteratura filosofica araba, di alchimia, astrologia e mantica, per opera principalmente di Michele Scoto (presso la corte palermitana furono tradotti Avicenna, Averroè e Alpetragio), e alla conoscenza della letteratura greco-bizantina e della poesia tedesca, soprattutto della lirica cortese d'amore del Minnesang[107].
Tra i primi anni del XIV secolo e la metà del XV la cultura umanistica diffuse l'importanza della filologia e personaggi di spicco del periodo, come Antonio Beccadelli, detto il Panormita, si dedicarono quasi esclusivamente a dar nuova vita a testi antichi, senza donare contributi originali, ma producendo materiale importantissimo dal punto di vista accademico. Francesco Balducci fu uno degli ultimi esponenti della corrente letteraria siciliana del petrarchismo. Il più importante poeta palermitano del XVII secolo fu Pietro Fullone. Fece parte dell'Accademia dei Riaccesi, assieme a Tommaso Aversa, Ortensio Scammacca, Giuseppe Galeano, Vincenzo Auria, Giuseppe Galeano, Ippolito Maia e tanti altri. Pietro Fullone rappresentò il legame tra il monrealese Antonio Veneziano, che scrisse nel XVI secolo, e i due più importanti poeti siciliani a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, il catanese Domenico Tempio e il palermitano Giovanni Meli.
Giovanni Meli raggiunse notorietà in tutta Italia aderendo ai modi e allo stile dell'Arcadia, di cui è ritenuto il più grande esponente assieme a Metastasio. Tra i più illustri scrittori palermitani va ricordato Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Il movimento letterario Gruppo 63 si costituì a Palermo nel 1963 per iniziativa di alcuni intellettuali fortemente critici nei confronti dei modelli letterari degli anni cinquanta. Fu definito di neoavanguardia per differenziarlo dalle avanguardie storiche del Novecento.[108]
La Biblioteca filosofica di Palermo, fu fondata da Giuseppe Amato Pojero[109]. Dapprima cenacolo, si trasformò poi in Società per gli studi filosofici e infine in Biblioteca filosofica di Palermo, costituita legalmente il 26 luglio 1910 da un gruppo di soci fondatori con in testa Giovanni Gentile. Ebbe vita attivissima dal 1910 al 1937, quando divenne una sezione dell'Accademia di scienze, lettere e arti. Esercitò larga influenza nel generale movimento del pensiero speculativo e scientifico, facendo di Palermo la capitale della filosofia italiana[110]. Vide la partecipazione di eminenti studiosi italiani e stranieri come Cosmo Guastella, Francesco Orestano, Santino Caramella, Vito Fazio Allmayer, Agostino Gemelli, Giovanni Vailati, Lev Gillet, Franz Brentano. Dallo scoppio della Seconda guerra mondiale non ha più svolto vera ed efficace attività, anche se ne è stata proposta la ricostituzione.[111][112] Va inoltre ricordato Antonio Aliotta, che si pose in polemica con l'imperante neoidealismo di Benedetto Croce e di Giovanni Gentile.
L'Accademia di Belle Arti di Palermo venne istituita nel 1780 e in origine nacque come Scuola di disegno, assumendo l'attuale conformazione degli istituti nel 1923. In quell'anno nasce il liceo artistico Eustachio Catalano, fondato da Ernesto Basile[113]. Dal 2013 si svolge la Biennale Internazionale d'Arte di Palermo[114].
Palermo ha dato i natali a Giacomo Serpotta, principale esponente della famiglia di scultori, famoso per aver rinnovato significativamente la tecnica dello stucco. Altra nota dinastia di artisti, considerati tra i principali maestri nella scultura del Rinascimento siciliano fu quella dei Gagini, il cui principale esponente fu Antonello.
Palermo ha dato i natali a importanti musicisti come, per esempio, Sigismondo d'India. Il più celebre è Alessandro Scarlatti, compositore italiano di musica barocca, che, in campo operistico, viene considerato uno dei padri della Scuola musicale napoletana.
Di rilievo anche il musicologo Nino Pirrotta, autore di numerose pubblicazioni sulla musica antica.
Il teatro dell'opera di Palermo è il Teatro Massimo Vittorio Emanuele.
L'Orchestra Sinfonica Siciliana, istituita dalla Regione Siciliana nel 1951, dal 2001 ha la sua sede fissa presso il Teatro Politeama. All'interno dell'ex chiesa di Santa Maria dello Spasimo c'è la sede del Brass Group, che la utilizza come auditorium per concerti.
Negli anni settanta la città è stata sede del Palermo Pop, tra i primissimi festival rock tenutisi in Italia.
La città ospita storicamente produzioni cinematografiche ed ha fatto da sfondo a diverse pellicole, fra le quali, tra le più celebri Il Gattopardo per la regia di Luchino Visconti e Il padrino - Parte III di Francis Ford Coppola. In città avviene la prima proiezione siciliana del cinematografo dei fratelli Lumière nell'aprile del 1897 e, successivamente nasce la Lucarelli Film nel 1905, prima Casa di produzione cinematografica dell'Isola.
Il Circolo Matematico di Palermo è un'organizzazione accademica di matematica fondata da Giovanni Battista Guccia il 2 marzo 1884. Viene considerata la più antica tra le società matematiche fondate in Italia[115]. All'inizio del XX secolo il circolo annoverava tra i suoi membri quasi mille tra i più prestigiosi matematici del mondo. Edmund Landau, il grande teorico dei numeri di Gottinga, nell'aprile del 1914 definiva Palermo Il centro del mondo matematico[116].
Tra i più noti scienziati palermitani va ricordato Domenico Scinà. Fu il primo a occupare la cattedra di fisica sperimentale all'Accademia degli studi di Palermo. Nei primi anni del XIX secolo venne inoltre nominato regio storiografo dal re Ferdinando di Borbone. Nel 1812 collaborò alla stesura della costituzione siciliana e fu membro perpetuo della Commissione di pubblica istruzione ed educazione in Sicilia. Ha lasciato diverse opere di carattere scientifico e storico.
Decisivo fu poi l'intervento nel 1867 di Gaetano Giorgio Gemmellaro, che confermò i risultati cui era pervenuto Domenico Scinà. Gemmellaro nel 1866 creò la prima collezione universitaria di geologia e paleontologia, fondando il museo che porta il suo nome. Svolse un'intensa attività di ricerca e collaborò con Charles Lyell e con la Geological Society, uno dei centri più prestigiosi della geologia mondiale[117]. Importante fu inoltre l'attività svolta a Palermo da Pietro Doderlein. Originario di Dubrovnik, nel 1862 venne chiamato a ricoprire la cattedra di zoologia e anatomia comparata all'Università di Palermo e organizzò in modo esemplare il Museo di storia naturale di Palermo, poi divenuto Museo di zoologia Pietro Doderlein, ed ebbe un'influenza decisiva sullo sviluppo della zoologia e sul progresso della biologia marina in Sicilia.
Va ricordato anche l'Osservatorio astronomico di Palermo, con una storia di oltre duecento anni di attività, segnati da picchi di eccellenza e fasi di declino. Fondato nel 1790 per volontà di Ferdinando I di Borbone, venne eretto sulla torre pisana del Palazzo Reale, e fu immediatamente dotato della migliore strumentazione allora disponibile, commissionata da Giuseppe Piazzi, che ne fu il primo direttore. Nel 1801 dall'Osservatorio di Palermo venne scoperto Cerere, così chiamato in onore del famoso mito che si svolge proprio in Sicilia. Un'altra importante scoperta fu quella dell'ammasso globulare NGC 6541 da parte di Niccolò Cacciatore. Oggi l'Osservatorio di Palermo, intitolato a Giuseppe Vaiana, è una delle strutture dell'Istituto nazionale di astrofisica (INAF) e porta avanti diversi progetti di ricerca.
Un illustre botanico palermitano fu Filippo Parlatore. Si deve al suo impegno la rinascita di forme associative nel campo della scienza botanica, che condurrà nel 1888 alla nascita della Società botanica italiana. Nel 1841 fondò l'Erbario centrale italiano e nel 1844 il Giornale botanico italiano. Tra i più importanti direttori dell'Orto botanico di Palermo Vincenzo Tineo e Agostino Todaro. Altri due importanti botanici sono stati Paolo Silvio Boccone e Giuseppe Catalano.
Nelle scienze naturali si distinse l'ornitologo Baldassare Palazzotto (1777-1858), dimostratore di Scienze Naturali alla Real Università e direttore della Biblioteca Comunale di Palermo. Va menzionato anche Cesare Airoldi, naturalista del XVIII secolo, che portò avanti soprattutto studi di mineralogia.
Nella chimica si è distinto Stanislao Cannizzaro. Nel 1858 pubblicò il fondamentale Sunto di un corso di filosofia chimica e fece scoperte note come Reazione di Cannizzaro e Regola di Cannizzaro. Fu tra i fondatori, nel 1871 a Palermo, della rivista scientifica Gazzetta Chimica Italiana e nel 1891 vinse la Medaglia Copley per i suoi lavori scientifici. A lui è stato intitolato il cratere lunare Cannizzaro, situato nell'emisfero opposto alla Terra, subito oltre il margine nordorientale. Tra gli altri prestigiosi chimici palermitani vanno ricordati Emanuele Paternò e Domenico Marotta.
Nelle scienze mediche vanno ricordati il pediatra Giovanni Di Cristina, l'oncologo Maurizio Ascoli.
Tra i più noti geodeti palermitani, Corradino Mineo. Tra gli entomologi, Pietro Genduso. Vanno inoltre ricordati i matematici Michele De Franchis, Francesco Paolo Cantelli, Salvatore Correnti, Renato Calapso e Michele Cipolla, e i fisici Damiano Macaluso e Michele La Rosa. Luigi Crocco è stato tra i maggiori studiosi mondiali nel campo dell'aerodinamica teorica e della propulsione a razzo.
Michele Amari ha contribuito in modo rilevante alla conoscenza della storia della Sicilia islamica ed è ritenuto il fondatore dell'organizzazione scientifica e metodologica degli studi di orientalistica in Italia.
Rosario Gregorio fu uno degli storici palermitani più importanti del XVIII secolo. La sua opera maggiore è Considerazioni sopra la storia di Sicilia dai tempi normanni sino a' presenti, di cui i sette volumi uscirono dal 1805 al 1826.Fondamentale è stato il lavoro svolto da Gioacchino Di Marzo, tra i fondatori della moderna storia dell'arte siciliana, mentre per ciò che riguarda la storiografia siciliana in generale, ebbe il merito d'aver dato vita a la Biblioteca storica e letteraria di Sicilia, ossia Raccolta di opere inedite e rare di scrittori siciliani dal secolo XVI al XIX, in ventotto volumi, in cui raccolse la vita pubblica e privata, intellettuale e morale della Sicilia, e soprattutto di Palermo, dagli inizi del XVI secolo fino alla fine del XVIII, tramite le notizie che ne avevano dato diaristi e cronisti come Rocco Pirri, Filippo Paruta, Vincenzo Auria, il Mongitore e Francesco Maria Emanuele Gaetani.
Va ricordato anche l'archeologo, numismatico e paleografo Antonio Salinas. Socio nazionale dei Lincei, fu tra i più importanti curatori museali in Sicilia, pioniere di un'idea di museo come luogo di raccolta di "bene comune", oltre che tra i fondatori dell'Istituto italiano di numismatica. Partecipò agli scavi che si effettuarono a Mozia, Selinunte, Tindari, Solunto, Lilibeo ed ebbe diversi altri incarichi, come quello di primo archeologo della Missione scientifica italiana ad Atene. Fu il primo a illustrare i monumenti del Ceramico[118][119]. Tra le collezioni del Museo archeologico regionale di Palermo, intitolato allo studioso, c'è quella di oltre 6.000 pezzi che lo stesso Salinas cedette al Museo nel 1914.
La cucina palermitana rientra nel modello nutrizionale della dieta mediterranea e mostra tracce e contributi di tutte le culture che si sono stabilite in Sicilia negli ultimi due millenni. Tra le pietanze più famose troviamo la caponata (utilizzata sia come antipasto sia come contorno), primi come la pasta con le sarde o anelletti al forno e secondi come le sarde a beccafico o l'arrosto panato alla palermitana. L'insalata tipica è invece quella di arance con erba cipollina, olio d'oliva, sale e pepe.
Come in molte parti del Mediterraneo, il vino accompagna i pasti palermitani. La tipica bevanda alcolica è l'Anice Unico Tutone, un prodotto ad altissima gradazione alcolica (60 gradi) a base di anice misto aromatizzato con parti di cumino e che, mischiato all'acqua fredda, compone la famosa bevanda rinfrescante chiamata Acqua i zammù.
Palermo è famosa per la sua pasticceria e in maniera particolare per i dolci tipici, che hanno come ingrediente principale la crema di ricotta: cannoli, cassate, dita d'apostolo, sigarette, sfince (che si mangiano il giorno di San Giuseppe), la cuccìa (che si mangia il giorno di Santa Lucia) e i biscotti di San Martino ripieni (che si mangiano il giorno di San Martino). Il cuoco palermitano Francesco Procopio dei Coltelli è ritenuto il padre del gelato, uno dei dessert più consumati e noti al mondo. A Palermo hanno avuto origine anche la frutta martorana e più recentemente l'Iris, creata da un pasticcere palermitano nel 1901.
Un aspetto caratteristico della cucina locale è il cibo da strada, largamente diffuso. Il panino con la milza, (pani câ meusa) che viene preparato con fette di milza e polmone di vitello fritte nello strutto e può essere consumato schiettu (semplice) o maritatu (con scaglie di caciocavallo o ricotta o entrambi), e il panino con panelle, frittelle salate di farina di ceci spesso accompagnate con le crocché (morbide crocchette fritte di patate), si contendono il primato in tale campo. Molto popolare anche una variante palermitana della pizza chiamata sfincione: una focaccia preparata con pomodoro, cipolla, caciocavallo e olio d'oliva. Altre pietanze che rientrano nella categoria sono la stigghiola, la frittola e la caldume (quarume).
Molto diffusi i cosiddetti pezzi di rosticceria locale, tra cui: calzoni, ravazzate, rizzuole, rollò (che hanno come base una sorta di pasta brioche poi farcita all'interno), mattonelle (pasta sfoglia in forma rettangolare farcita in vario modo), e le celeberrime arancine.
Nel 2015 ha ospitato la biennale europea di arte contemporanea Manifesta 12[123]; è stata inoltre Capitale italiana della cultura nel 2018[124] e Capitale italiana dei Giovani nel 2017[125].
La forma del primo nucleo della città ricorda un piede e pertanto Palermo viene spesso definita Piede Fenicio[126]. Lo sviluppo urbanistico ha risentito delle varie dominazioni che si sono succedute nel corso dei secoli con una grande varietà di ambienti e scorci; in ultimo l'espansione recente ha reso il centro storico un luogo ben differenziato dalla cosiddetta Palermo Nuova.
La città di Palermo è capoluogo della Regione Siciliana (regione a statuto speciale) e della Città metropolitana di Palermo (fino al 2015 Provincia di Palermo).
Il territorio comunale si estende su una superficie di 161 km² con una popolazione di circa 670 000 abitanti.
Il centro storico di Palermo (che corrisponde alla prima circoscrizione) è suddiviso in quattro parti da Via Maqueda e Corso Vittorio Emanuele, che incrociandosi a piazza Vigliena danno origine alla croce barocca (i Quattro Canti, detto anche "Teatro del Sole").
I quattro quartieri storici o mandamenti[127] così creati sono:
La città di Palermo è ripartita in otto circoscrizioni, ripartite a loro volta in 25 quartieri e 55 unità di primo livello.
Palermo è una città policentrica[128], poiché durante l'espansione urbanistica novecentesca vennero inglobati centri urbani preesistenti[129], talvolta ormai poco distinguibili all'interno del tessuto urbano.
Una capillare rete viaria di antica origine metteva in collegamento il centro storico con questi insediamenti minori, di cui alcuni erano borgate marinare e altri erano dediti all'agricoltura degli agrumi.
Benché il territorio sia prevalentemente urbanizzato, all'interno del comune sono presenti vasti territori dedicati all'agricoltura. In particolare forte è la presenza di questi terreni nella zona di Ciaculli, dove viene coltivato un particolare tipo di mandarino locale[131] per il quale i produttori si sono riuniti in un consorzio[132]. Tale consorzio tratta anche un frutto, che in zona trova il suo habitat: la nespola.
La pesca è un'importante attività cittadina: grossi gruppi di pescatori sono presenti in alcuni porti minori cittadini come La Cala e soprattutto il porto di Sferracavallo[133]. La borgata è infatti rinomata per la grossa presenza di ristoranti specializzati nella preparazione di pietanze a base di prodotti ittici[134]. L'allevamento è diffuso soprattutto al di là delle alture, che delimitano il tessuto urbano della città. È inoltre diffuso al largo della costa cittadina l'allevamento del tonno[135].
Il principale polo industriale cittadino è il porto di Palermo con la presenza dei cantieri navali di proprietà della Fincantieri, che generano anche un grosso indotto. Altri poli industriali cittadini sono: il quartiere industriale di Brancaccio dove sono presenti molte attività industriali di media dimensione, il maggiore deposito ferroviario merci della città e i capannoni della nettezza urbana comunale e degli Autobus; la Zona Industriale Nord, nota anche come via Ugo La Malfa, anche se quest'area è in larga parte occupata da società di servizi; la zona di Partanna. Altre zone industriali sono ormai dismesse come l'area dell'Ex Chimica Arenella, destinata a trasformarsi in zona turistico alberghiera.
Il terziario e i servizi rappresentano la principale economia cittadina[136]. In particolare la grossa presenza di uffici governativi della Regione Siciliana, degli uffici comunali e provinciali (tra cui la filiale della Banca d'Italia), oltre che delle sedi regionali di enti pubblici o di società a capitale pubblico, tra cui la RAI, occupa direttamente e tramite l'indotto una grossa fetta della popolazione attiva[137]. Sono inoltre nate molte società di servizi che si occupano di telefonia.
Importante settore è quello bancario. La città è stata per decenni sede principale del Banco di Sicilia sin dalla fondazione del banco fino all'incorporazione in Unicredit. Altre banche con sede a Palermo erano la Banca Nuova e la Banca di Palermo.
Il settore commerciale è invece orientato al dettaglio e alle aziende di piccola e media dimensione. Il 25 novembre del 2009 ha aperto ufficialmente il primo grosso centro commerciale presente sul territorio comunale[138], il Forum Palermo nel quartiere Roccella, a cui ne sono seguiti altri.
Palermo, già nel ‘700, era spesso metà di visitatori del Grand Tour compiuto da artisti, letterati e nobili europei (specialmente provenienti da Gran Bretagna, Francia e Germania) vedendo ospite grandi personaggi come per esempio: Jean-Pierre Houël, Alexandre Dumas (padre), Guy de Maupassant e Johann Wolfgang von Goethe.
Il turismo è un settore molto importante nell'economia della città, che attrae per il suo clima mediterraneo, per il cibo caratteristico, per i luoghi naturali, il patrimonio artistico-architettonico e culturale. A partire dagli anni 2000 ha subito un profondo incremento[139] anche grazie al sempre crescente traffico crocieristico.[140]
Il turismo religioso ha il suo fulcro nel culto di Santa Rosalia[141]. A partire dal 2017 è stata rivalutata la "Magna Via Francigena", da Palermo ad Agrigento (sezione della "Via Francigena"), la percorrenza della quale permette di conseguire il "Testimonium", prova della propria devozione.[142]
Il turismo LGBT vede una città da sempre culturalmente aperta alle diversità ha alle spalle una storia che l'ha vista protagonista nel movimento LGBT italiano, con la nascita di Arcigay[143] e lo svolgimento di uno dei primi gay pride italiani[144]. Ricca di locali[145], serate e di luoghi di ritrovo estivi come le spiagge di Barcarello e Balestrate[146] (dove si può anche praticare nudismo), offre anche importanti iniziative culturali a tema come il Sicilia Queer Filmfest (rassegna di cinematografia gay internazionale)[147] e manifestazioni come il Palermo Pride[148] accompagnato annualmente dall'organizzazione del gay village e dalla parata conclusiva nel centro storico della città. Negli ultimi anni è diventata sempre più numerosa l'offerta di strutture turistiche gayfriendly[149] come hotel e bed and breakfast.[150]
Palermo è attraversata, da sud-est a nord-ovest, dal viale della Regione Siciliana (detto anche circonvallazione di Palermo); l'arteria assume per la città un'importanza fondamentale in quanto connette alla viabilità urbana le due autostrade (A19 e A29): l'autostrada A19, che la collega a Catania dal 1975[151] e all'autostrada A20 per Messina nei pressi dell'uscita Buonfornello e infine l'autostrada A29, che collega Palermo a Mazara del Vallo, all'aeroporto Punta Raisi e all'A29 Dir. Alcamo-Trapani; questa, inaugurata nel 1978[151], fu collegata alla circonvallazione alla fine degli anni ottanta. Alla circonvallazione sono connesse anche due strade statali: la SS 186, che collega Palermo a Partinico uscendo in direzione sud-ovest lungo corso Calatafimi e che, dopo aver superato viale della Regione Siciliana, raggiunge il quartiere periferico di Mezzomonreale e prosegue fino a raggiungere Borgetto e Partinico, dove si innesta sulla strada statale 113 Settentrionale Sicula; e la SS 624, che ha inizio da via Ernesto Basile, in corrispondenza del cavalcavia che sovrasta viale della Regione Siciliana sud-est e termina confluendo nella strada statale 115 Sud Occidentale Sicula.
Per Agrigento si percorre lo scorrimento veloce Palermo-Agrigento, che è un asse stradale, che collega le due città passando per Lercara Friddi e per la valle del Platani. Lo scorrimento veloce non ha una classificazione ufficiale in quanto tale ed è costituito da due strade statali:
Le due arterie sono collegate senza soluzione di continuità in corrispondenza del bivio Manganaro, costituendo effettivamente un unico asse stradale.
Nel territorio comunale passa gran parte dei treni isolani: le stazioni ferroviarie svolgono anche il traffico metropolitano. Le principali stazioni sono:
Altre stazioni sono Tommaso Natale, Brancaccio, San Lorenzo Colli, Francia, Giachery e Vespri.
La città ospita uno dei maggiori scali nazionali per traffico di passeggeri e merci. L'area gestita dall'Autorità portuale della Sicilia Occidentale comprende, oltre al moderno porto commerciale, anche l'antico scalo de La Cala e quelli ad uso diportistico e peschereccio dell'Arenella, dell'Acquasanta e di Sant'Erasmo[153].
Sono inoltre presente piccoli porti approdi turistici all'Addaura, alla Bandita, a Fossa di Gallo e nelle due frazioni costiere di Mondello e Sferracavallo
Il porto di Palermo è connesso con servizi regolari di navi-traghetto con Napoli, Livorno, Cagliari, Civitavecchia, Genova, Tunisi e, in maniera meno frequente, con diverse altre località italiane e del bacino del Mediterraneo. Inoltre, è collegato attraverso aliscafi alle isole Eolie e all'isola di Ustica. Esso ospita anche un notevole traffico merci, con la movimentazione di container provenienti, via Gioia Tauro, da tutte le parti del mondo e destinati all'intero territorio siciliano. All'interno del porto esiste il cantiere navale di Palermo, fra i pochi esistenti del Mezzogiorno d'Italia nel Mediterraneo. I cantieri navali sono di proprietà della Fincantieri, che riserva ai cantieri di Palermo il compito di costruire e ristrutturare le navi passeggeri e merci. È uno dei porti più importanti del mediterraneo per traffico crocieristico.
A Palermo è attivo un servizio ferroviario metropolitano, gestito da Trenitalia, articolato su due linee:
Inoltre la Stazione Centrale, la Stazione Notarbartolo e la Stazione di Roccella sono servite dai treni regionali di Trenitalia.
Il trasporto urbano su gomma è curato dall'ex azienda municipalizzata AMAT; le linee (cinquantadue ordinarie, otto notturne, una navetta per il Centro storico e quattro stagionali) sono diffuse in tutto il territorio cittadino e arrivano anche in alcuni comuni limitrofi[158][159]
La prima rete tranviaria venne inaugurata nel 1887, il sistema venne utilizzato per circa 60 anni, dismesso nel 1947 e sostituito da una rete filoviaria (ugualmente soppressa nel 1966). Della rete palermitana faceva parte l'originale tranvia Palermo-Monreale, con capolinea in piazza Bologni, la cui tratta intermedia superava la forte pendenza esistente per mezzo di una sezione a trazione funicolare.
La rete attuale, completata nel 2015, si compone di quattro linee[160].
Nel 2009 sono state costruite due piste ciclabili con percorso che dalla zona pedemontana va verso il mare scavalcando letteralmente la circonvallazione. Entrambe sono lunghe 7 km ciascuna, per un totale di quasi 14 km di pista ciclabile che si vanno ad aggiungere all'altra pista ciclabile lunga poco più di 1 km che costeggia via Messina Marine[161].
A partire da gennaio 2016 è stato attivato un servizio comunale di taxi condiviso che interessa cinque percorsi urbani più uno extraurbano, per il collegamento tra lo scalo Falcone-Borsellino e il centro abitato.[162][163]
Albania, Austria, Bangladesh, Belgio, Bolivia, Brasile, Bulgaria, Burkina Faso, Capo Verde, Repubblica Ceca, Cile, Cipro, Corea del Sud, Costa d'Avorio, Danimarca, Estonia, Filippine, Finlandia, Francia, Germania, Ghana, Grecia, Libia, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Malta, Marocco, Messico, Norvegia, Paesi Bassi, Pakistan, Polonia, Portogallo, Principato di Monaco, Regno Unito, Federazione Russa, Senegal, Slovenia, Spagna, Stati Uniti, Sudafrica, Svezia, Tunisia, Ungheria, Zambia.
Palermo è gemellata con le seguenti città[164]:
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