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Per chiese di Palermo si intendono gli edifici di culto cristiani della città di Palermo.
Nella storia della città sono state molte le chiese demolite, scomparse, dismesse e sconsacrate. Sotto la dominazione araba si assiste alla conversione di numerose chiese in moschee. Con la successiva riconquista normanna sono ripristinati tutti i luoghi di culto. Con i Vespri siciliani si assiste a un rallentamento delle costruzioni religiose vedi la prima costruzione della chiesa di San Domenico. In epoca spagnola sono requisiti e demoliti moltissimi beni ecclesiastici per ricavare spazi edificabili e per tracciare il primo progetto urbanistico della città che prevede la realizzazione della principale arteria cittadina costituita dalla via Maqueda, in onore del Viceré di SiciliaBernardino de Cárdenas y Portugal Duca di Maqueda, che interseca perpendicolarmente il primitivo Cassaro. Molti edifici religiosi furono poi confiscati dallo Stato dopo l'unità d'Italia del 1861. Questi manufatti costituiscono però ancora la quasi totalità dei tesori artistici che compongono attualmente il patrimonio storico e artistico di Palermo.
Non lontano è ubicata la chiesa di San Giovanni degli Eremiti, che con le sue caratteristiche cupole rosse (cromaticamente inventate nel XIX secolo) è diventata uno dei simboli della città. Vanno inoltre ricordate la chiesa della Martorana, sita in piazza Bellini, dalla ricchissima decorazione a mosaico del più puro stile bizantino, e la vicina chiesa di San Cataldo del 1160, dalla facciata tripartita sormontata da grosse cupole realizzate su tamburo, con all'interno un interessantissimo pavimento
Costruita tra il 1130 e il 1170, la basilica La Magione, conosciuta anche come chiesa della Santissima Trinità, presenta una pianta a forma basilicale a tre navate, sorrette da colonne; mentre internamente la costruzione si presenta molto squadrata e movimentata da una serie di archi ogivali, tipici dell'architettura normanna, che girano intorno alla chiesa.
Dello stesso periodo è la chiesa del Santo Spirito (all'interno del cimitero di Sant'Orsola), dove motivi ornamentali in stile normanno s'inseriscono in una sobria architettura, articolata da archetti ogivali e portali d'ingresso. Presso la Loggia dell'Incoronazione, da dove i sovrani di Sicilia si mostravano per la prima volta al popolo, si trova la chiesa di Santa Cristina la Vetere. L'edificio fu costruito intorno al 1171 come mausoleo per le spoglie di santa Cristina, compatrona di Palermo, lungo il vicolo dei Pellegrini, un breve tratto della via Francigena.
Sul Càssaro, oggi Corso Vittorio Emanuele II, si affaccia lo splendido complesso della cattedrale della Vergine Assunta, eretta nel 1185 su un'area pianeggiante precedentemente occupata da una moschea araba.
La sorprendente commistione artistica, presente nell'edificio, sembra ripercorrere l'intera storia cittadina e dei popoli, che l'hanno guidata, mettendo in bella mostra un portale laterale e delle torrette campanarie in stile gotico trecentesco, una facciata principale quattrocentesca, un'abside con decorazioni arabo-normanne, una cupola e cupolette laterali tardo barocche e numerose inserzioni neogotiche dei primi anni del XIX secolo tra cui le parti basse del prospetto meridionale (oltre al nuovo transetto) e il gruppo di campanili sul Palazzo Arcivescovile di Emmanuele Palazzotto.
Cattedrale di Palermo (particolare).
Per restaurare e rimodernare la basilica, l'interno venne ricostruito in stile neoclassico alla fine del XVIII secolo. Vi sono conservati i sarcofagi di Federico II, Ruggero II, Arrigo VI, Costanza d'Altavilla e Costanza d'Aragona, oltre alla corona d'oro di Costanza di Sicilia, preziosi ornamenti e gioielli reali esposti nel tesoro della Cattedrale[1]. La torre più imponente della cattedrale ospita 8 campane ambrosiane (il campanone chiude le distese complete e i concerti solenni).
Nell'arco del XIII secolo, in maniera particolare durante la dominazione angioina, in città si sviluppò lo stile architettonico del gotico, di cui sono esempi: la chiesa di San Francesco d'Assisi, soggetta a continue trasformazioni e rifacimenti con sovrapposizioni di linguaggi artistici diversi, tanto che in età barocca l'edificio, al suo interno, venne ricoperto da stucchi e affreschi da Pietro Novelli e nel 1723Giacomo Serpotta adornò i pilastri con le statue delle Virtù.
La seicentesca chiesa del Carmine Maggiore, nello storico quartiere Albergheria, è una basilica a croce latina con tre navate, sorretta da 12 colonne in pietra di Billiemi con capitelli dorici, e una splendida cupola, costruita nel 1680, ricca di elementi scultorei e completamente rivestita nella parte esterna da maioliche smaltate con colori, che richiamano lo stile arabo, unica nel suo genere non solo a Palermo, ma in tutta la Sicilia.
Una menzione a parte merita la chiesa di Santa Maria dello Spasimo, costruita a partire dal 1509, dove era conservato lo Spasimo di Sicilia: è un suggestivo teatro all'aperto e vi si allestiscono spesso mostre ed eventi. Ospita inoltre gli uffici della Fondazione The Brass Group, il Museo del jazz, la Scuola Popolare di Musica, il Ridotto, denominato anche Blue Brass e la Scuola Europea d'Orchestra Jazz.
Un numero elevato di chiese è demolito nel periodo a cavallo dell'Unità d'Italia per necessità urbanistiche e di viabilità, ad esempio per la costruzione del Teatro Massimo Vittorio Emanuele. Dal 1860 al 1891 furono perdute le seguenti chiese:[223]
Per il taglio e il completamento della via Roma dal 1895 al 1932 seguì la demolizione di aree edificate del rione Conceria e dei quartieri adiacenti (Stazzone, Santa Rosalia, Giardinaccio), con l'abbattimento di chiese, mura e palazzi.
Altrettanti scempi sono perpetrati durante e dopo i bombardamenti del secondo conflitto mondiale che tuttora lasciano rase al suolo ampie porzioni di numerosi quartieri del ricchissimo centro storico palermitano, esempi i bombardamenti del 23 giugno 1940, 6 luglio 1941, 1 marzo - 16 e 17 aprile - 9 maggio - 29 e 30 giugno 1943. Per molte costruzioni nel dopoguerra è modificata la destinazione d'uso oppure è concordata la prolungata chiusura. Non mancano tuttavia esempi celebri di demolizioni avvenute al di fuori dei periodi elencati, come l'oratorio di Sant'Orsola demolito nel XVII secolo per le successive riedificazioni della chiesa di San Domenico o per le ricostruzioni di altre chiese, in seguito diversamente intitolate. Famoso è l'abbandono della struggente chiesa di Santa Maria dello Spasimo dovuta alla presunta insalubrità dei luoghi e ai disegni tattico-militari del XVI secolo, da cui derivò anche il fraudolento trasferimento in Spagna dello Spasimo di Sicilia, da molti anni adibita alle funzioni più disparate, è oggi destinata a sede di spettacoli pubblici.
Cimiteri
Riepilogo
Prospettiva
Peculiarità della maggior parte degli edifici di culto cittadini, dettata dalla particolare presenza di cavità e reti di gallerie nel sottosuolo, è la presenza di catacombe, eremi sotterranei, rifugi, luoghi di culto, tombe, cimiteri, cripte. In seguito l'aggiunta di colatoi, essiccatoi, locali per l'imbalsamazione e mummificazione, ovvero di spazi espressamente preposti al trattamento conservativo dei cadaveri. Interi aggregati costituiti da chiese in tutte le accezioni, cappelle, conventi / monasteri, oratori, chiostri, cortili, confraternite e similari, tutti luoghi deputati alla sepoltura di personale, confrati e patrocinatori. La necessità di fronteggiare emergenti e vasti aspetti sanitari, l'entrata in vigore dell'Editto di Saint Cloud, l'applicazione delle disposizioni in Italia nel 1806, posero fine all'inumazione dei corpi entro i recinti dei luoghi di culto. Solo in alcune strutture periferiche fu consentito lo sviluppo di impianti cimiteriali esterni. Per il merito, la caratura, l'operato, lo spessore di amati personaggi sono contemplate tuttavia delle deroghe che ai giorni nostri consentono d'accogliere le spoglie mortali del sacerdote Pino Puglisi temporaneamente nella cattedrale di Palermo (2013) e di Giovanni Falcone nel Pantheon degli "Uomini illustri" della chiesa di San Domenico (2015).
Convento dei frati minori osservanti sotto il titolo dei «Santi Cosma e Damiano», già chiesa di San Rocco oggi chiesa dei Santi Cosma e Damiano al Capo[14][34][226]
Convento dei frati francescani del Terzo Ordine sotto il titolo dell'«Annunziata» alla Zisa[227]
Convento dei frati carmelitani scalzi o Convento Santa Teresa di Gesù sotto il titolo della «Madonna del Rimedio e Santa Teresa di Gesù» fuori Porta Nuova[232]
Convento dei frati carmelitani scalzi in Monte Santo della chiesa di Sant'Antonio in Porta Termini con annesso ospedale. 1866, Comunità soppressa, chiesa, convento e ospedale abbattuti[229]
Monastero di San Vito del Terz'Ordine francescano sotto il titolo di «Santa Maria di tutte le Grazie» presso i baluardi delle Mura Spagnole omonimi, oggi sede del Comando Provinciale dell'Arma dei Carabinieri[246][255]
chiesa di Santa Teresa di Porta Carini elementi architettonici del prospetto demolito nel 1740 sono inseriti nella facciata della chiesa di San Gregorio Papa
chiesa di San Saverio all'Albergheria
chiesa della Madonna di Piedigrotta alla Cala[97][279]
chiesa di San Nicolò dei Pauperibus o «de Sulcro» primitivo luogo di culto derivato in chiesa di Sant'Antonio di Padova dei Barbieri adiacente «Palazzo Reale»[27][28]
chiesa di Santa Rosalia primitivo luogo di culto nel quartiere Olivella ove è documentata la casa della famiglia Sinibaldi e il Pozzo di Santa Rosalia.
chiesa di Santa Maria di Ustica e Sant'Onofrio e convento alla Kalsa
chiesa di Santa Maria della Consolazione al Molo del Convento degli Agostiniani Calzi,[227] zona Ucciardone, demolita nel 1951 per edificare una centrale termoelettrica (a sua volta demolita nel 1985)
Chiesa di Santo Stefano d'Ammirato, luogo di culto demolito assieme al Palazzo dell'Ammiraglio per la costruzione della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria.[307]
Chiesa di Santa Elisabetta Regina al piano di Palazzo Reale, annessa al monastero delle monache del Terz'ordine di San Francesco, quest'ultimo trasformato in caserma nel 1866.
Chiesa di San Tommaso dei Greci, 1860, demolita in seguito agli assalti in epoca borbonica.