Basilica della Santissima Trinità del Cancelliere
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La Basilica Collegiata della Santissima Trinità del Cancelliere, comunemente conosciuta come basilica La Magione, è una delle più antiche chiese della città di Palermo, sita nei pressi del quartiere della Kalsa, di fronte all'omonima piazza.[1][2][3][4][5]
Basilica della Santissima Trinità del Cancelliere | |
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La facciata della chiesa | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Località | Palermo |
Coordinate | 38°06′49″N 13°22′08″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Santissima Trinità |
Arcidiocesi | Palermo |
Stile architettonico | normanno |
Completamento | 1191 |
Sito web | Sito della basilica |
Ha la dignità di basilica minore.[6]
Fondata nel 1191 dal cancelliere del regno normanno Matteo d'Aiello[5][7] successore di Stefano di Perché al servizio di Guglielmo II d'Altavilla, annessa alla contigua abbazia dell'Ordine cistercense, filiazione di Santo Spirito del Vespro, linea Clairvaux, e affidata ai seguaci di Bernardo di Chiaravalle.[8]
Ultima delle chiese edificate durante la dinastia normanna degli Altavilla: Tancredi vi seppellì il figlio Ruggero e lui stesso volle essere sepolto nella Basilica. Enrico VI di Svevia nel 1197 cacciò i cistercensi, che gli erano stati ostili, e favorì l'“ordo hospitalis Sanctae Mariae theutonicorum Jerusalem” che annoverava lo stesso imperatore tra i suoi confratelli.[7] (I Cavalieri Teutonici) in seguito a donazioni, ne aumentarono la proprietà e il prestigio. Divenuta la "Casa dei Cavalieri Teutonici", era così la magione, da cui il nome della chiesa del precettore generale dell'ordine.
Il sacro recinto ha subito varie trasformazioni nel tempo. Nel 1717 è documentata l'edificazione del portale barocco[13] e l'integrazione di un loggiato in stile neoclassico su tutta la facciata, manufatto demolito durante il restauro condotto nel 1920 da Francesco Valenti.
Nel secondo dopoguerra seguirono alcuni restauri a causa dei bombardamenti del 1943.
Il recinto consacrato accoglieva la primitiva Moschea, l'Ospedale per pellegrini, il chiostro col monastero - convento[15], l'Antioratorio di Santa Cecilia che costituisce l'accesso al settecentesco Oratorio del Santissimo Crocifisso alla Magione.
La facciata è caratterizzata da tre portali a sesto acuto, più piccoli i due laterali, strombati e incorniciati da bugne. Nel secondo ordine è presente una teoria di cinque monofore, delle quali tre cieche quelle centrali. Nel frontone che chiude il prospetto, tre monofore, quella centrale è posta in asse con il portale principale.
Il motivo delle monofore con ghiere si ripropone sui fianchi laterali e nelle absidi, delle quali, quella centrale è disegnata da archi intrecciati ben sporgenti mentre nelle minori, recanti slanciati archi a sesto acuto, sono appena accennati.
Controfacciata: Il soppalco ligneo sopra l'ingresso accoglie il maestoso organo.
La chiesa si presenta come un particolare esempio di arte arabo - normanna con le finestre ogivali incassate e il motivo delle arcate intrecciate riprodotto nell'abside tipico del periodo. Otto colonne, sei archi e vari livelli calpestabili conducono nel presbiterio.[13]
Un dipinto su tavola proveniente da questa chiesa si conserva nel Museo Diocesano di Palermo.
Al centro della navata Crocifisso sospeso del XII secolo.
La Commenda[5] comprende i territori del casale Risalaime Misilmeri[7], le dipendenze e le pertinenze della chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi.[11]
Nel 1787 la Real Corte di Ferdinando IV di Napoli incamerò le terre di Villa di Adriano fino allora amministrate dagli abati di Fossanova. Le terre appartenevano a Matteo Bonello che le ripartì tra i monasteri di Sant'Angelo e San Cristoforo. Federico II confermò la donazione di Matteo Bonello concedendo l'area e le due istituzioni religiose, fino ad allora di pertinenza del demanio della Corte Imperiale, all'abbazia di Fossanova. Risale al 1273 l'atto di divisione tra i monasteri di Sant'Angelo e San Cristoforo.
Gli archivi custodivano il Tabulario della Commenda della Magione.
La Congregazione del Santissimo Crocifisso, dedita alle pratiche di pietà e di assistenza agli ammalati, ebbe in dotazione nel XVIII secolo dal cardinale Antonio Branciforte Colonna la concessione di un locale ricavato nel primitivo refettorio della Magione.
Nel tempo molti affreschi dei medaglioni si sono deteriorati. L'addobbo in stucco della fascia che raccorda le pareti con la volta a botte, sopra l'altare maggiore la raffigurazione dello Spirito Santo con cherubini disposti su raggiera. Due putti disposti sul cornicione. Un affresco quattrocentesco (1472) raffigura Gesù Crocifisso ritratto con la Vergine Maria e San Giovanni Evangelista, ubicato sull'altare, che da restauri recenti ha svelato un ulteriore frammento d'affresco d'epoca anteriore.[22]
L'altare in marmi mischi accoglie un Crocifisso del XVII secolo, sotto la mensa la teca contenente il Cristo morto.
Un Cuore di Gesù domina l'aula da una mensola della controfacciata, una statua in gesso rappresenta i pellegrini che presso la Magione trovarono accoglienza e conforto.
La Chiesa dei Santi Euno e Giuliano fu voluta nella seconda metà del XVII secolo dalla Confraternita dei Seggettieri o "Vastasi di cinga" o portantini,[23] ossia i costruttori o conduttori di portantine. I lavori iniziarono nel 1651 e terminarono nel 1658.
Luoghi sacri di Sicilia custoditi dall'Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme:[26]
Chiese a vario titolo correlate all'Ordo Equestris Sancti Sepulcri Hierosolymitani (OESSH):
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