Palazzo Adriano
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Palazzo Adriano (IPA: [pa'latʦo adriˈano], Pallaci in arbëresh[3], Palazzu in siciliano[4]) è un comune italiano di 1 732 abitanti[1] della città metropolitana di Palermo in Sicilia.
Palazzo Adriano comune | |
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Piazza Umberto I con le principali chiese di rito bizantino-greco e latino | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Città metropolitana | Palermo |
Amministrazione | |
Sindaco | Nicolò Granà (lista civica) dal 26-11-2018 (2º mandato dal 10-6-2024) |
Territorio | |
Coordinate | 37°40′53.36″N 13°22′44.63″E |
Altitudine | 695 m s.l.m. |
Superficie | 130,1 km² |
Abitanti | 1 732[1] (31-8-2024) |
Densità | 13,31 ab./km² |
Comuni confinanti | Bivona (AG), Burgio (AG), Castronovo di Sicilia, Chiusa Sclafani, Corleone, Lucca Sicula (AG), Prizzi |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 90030 |
Prefisso | 091 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 082052 |
Cod. catastale | G263 |
Targa | PA |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Nome abitanti | palazzesi |
Patrono | san Nicola di Mira |
Giorno festivo | 6 dicembre |
Motto | (LA) Universitatis Palatii Adrianii |
Cartografia | |
Posizione del comune di Palazzo Adriano all'interno della città metropolitana di Palermo | |
Sito istituzionale | |
Situato nel cuore della Sicania, alle pendici settentrionali del monte delle Rose a 696 m s.l.m., è quasi equidistante da Palermo e Agrigento (80 km).
Colonia di origine albanese (arbëreshe) del XV secolo, è stata fondata inizialmente da milizie stradiote albanesi. Da lì a poco, quando la penisola balcanica fu invasa dai turchi-ottomani, numerosi altri albanesi profughi dall'Albania raggiunsero il casale. Pur avendo perso la lingua madre, i costumi e spesso la coscienza identitaria d’origine, appartiene all'Eparchia di Piana degli Albanesi e buona parte della sua popolazione conserva il rito bizantino (o rito greco) dei padri fondatori albanesi. Venuta meno la diversità linguistica a Palazzo Adriano, l’identità etnica albanese è percepita nella diversità liturgica. Ha contribuito significativamente alla storia della letteratura albanese con numerosi intellettuali, soprattutto religiosi. Oggi vi è la compresenza di due popoli, il siciliano (detto "latino", litiri in albanese) e l’albanese (detto "greco", ovvero di rito greco, arbëreshi in albanese) che convivono pacificamente, seppur fino anche a tempi recentissimi ha portato ad aspri scontri etnico-religiosi.
Noto per essere stato tra i principali set del film premio Oscar Nuovo Cinema Paradiso (1988), nel 2014 ha ottenuto dalla Regione siciliana il riconoscimento di "paese a vocazione turistica"[5]. Nel 2019 a seguito dell'annullamento del "Parco dei Monti Sicani", è tornato ad essere sede della "riserva naturale orientata Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio". L'amministrazione comunale può utilizzare nei documenti ufficiali e nella segnaletica stradale la lingua albanese, ai sensi della vigente legislazione che tutela le minoranze etno-linguistiche. Il comune montano appartiene all'Unione dei Comuni Albanesi di Sicilia "Besa" (Lidhja e Bashkivet "Besa"). È un centro dedito soprattutto all'agricoltura e al settore primario.
Palazzo Adriano è situato su un altopiano alle falde del Monte delle Rose / Mali i Trëndafilët (appartenente alla catena dei Monti Sicani) nell'entroterra di Palermo, al confine con la provincia di Agrigento. Il paese è ubicato a 695 m s.l.m. alle pendici del cozzo Braduscia.
Il territorio di Palazzo Adriano si estende per 12 925 ettari, corrispondente a quella parte del territorio antico di Prizzi donato, nel 1160, ai monaci cistercensi del monastero di San Cristoforo, situato tra Filaga e Montescuro[6].
Il territorio di Palazzo Adriano è attraversato in gran parte dal fiume Sosio, che nasce dai monti di Bivona e Santo Stefano Quisquina.
I primi dati sull'esistenza del casale Arianum si hanno fin dal 1060[senza fonte] sotto il regno del conte Ruggero, quando Gerlando (primo vescovo di Agrigento dopo la cacciata dei saraceni) fondò le prime 14 prebende canonicali della mensa arcivescovile di Agrigento, con le decime dovute da alcuni borghi e luoghi abitati delle diocesi, tra cui sono riportati Prizzi e il suddetto casale Arianum. Più certi sono i dati sul casale di Palazzo Adriano riportati in un documento del 1160 (in cui venne scritto "sicut dividitur aqua inter Adrianum et Peritium" "Come si divide l'acqua tra Adriano e Prizzi"[9][10]) e, in seguito, in altri documenti del 1243 (Federico II conferma la donazione di Matteo Bonello delle terre ai monasteri e concede al monastero di Santa Maria di Fossanova la Villa di Adriano, fino ad allora di pertinenza del demanio della Corte Imperiale, compresa la giurisdizione sugli abitanti), del 1273 (atto di divisione tra i monasteri di Sant'Angelo e San Cristoforo dove per la prima volta si ritrova il nome Palacium Adriani[senza fonte]) e di altri documenti che risalgono all'epoca dei Vespri Siciliani.
A partire dal 1282 i feudi che oggi costituiscono il territorio di Palazzo Adriano videro susseguirsi più di trenta baronie concesse in enfiteusi tutte dagli abati del monastero di Santa Maria di Fossanova. Quest'ultimo ebbe riconosciuto il diritto di amministrazione dei feudi per più di 500 anni fino al 1787, quando la Real Corte di Ferdinando IV di Napoli incamerò tutte le terre, affidandone l'amministrazione alla Reale Commenda della Magione di Palermo. Alcuni enfiteuti sono stati Nicolò de Apilia (Abella), Margherita Ventimiglia, i Villaraut, gli Opezzinghi, i Montescuro, i Notarbartolo ed altri.
Una pagina importante nella storia di Palazzo Adriano è stata scritta a partire dal XV secolo, quando un gruppo di militari albanesi, gli arbëreshë, si insediò nella zona ormai disabitata ripopolandola. Con la caduta delle ultime resistenze albanesi capeggiate da Giorgio Castriota Skanderbeg, numerosi albanesi dovettero abbandonare l'Albania per fuggire all'avanzata devastante turca, raggiungendo la Sicilia e insediandosi nel piccolo casale costruito da pastori e contadini. Con le altre andate migratorie provenienti anche dalla Morea albanese, il casale crebbe di popolazione e di sviluppo.
Attraverso i secoli gli arbëreshë mantennero intatta la loro cultura e continuarono a parlare la lingua madre albanese, fin quando, dal XIX secolo, non entrarono nel paese famiglie provenienti dai territori vicini. Da allora l'equilibrio secolare si ruppe, dando inizio ad un impoverimento della lingua locale e vita ad una comunità in cui oggi coesistono famiglie di rito latino e di rito bizantino. Palazzo Adriano, difatti, aveva a lungo conservato cinque autonomie: amministrativa, giudiziaria, economica, religiosa e militare, di origine balcanica, permesse e riconosciute dalla legislazione del regno meridionale.
Ecco la descrizione araldica dello stemma del Comune di Palazzo Adriano:
«di rosso, all'aquila bicipite di nero, coronata all'antica d'oro sulle due teste, sostenenti fra gli artigli una lista bifida svolazzante, con la leggenda: universitatis palatii adriani. Lo scudo ha ornamenti esteriori da Comune consistenti: nella parte superiore, in una corona murale formata da un cerchio aperto da quattro pusterle (tre visibili), con due cordonate a muro sui margini, sostenente una cinta, aperta da sedici porte (nove visibili), ciascuna sormontata da una merlatura a coda di rondine, il tutto d'argento e murato di nero; nella parte inferiore in un ramo di ulivo, a sinistra, e in un ramo di quercia, a destra, legati da un nastro tricolore nazionale»
L'aquila bicipite su sfondo rosso è il simbolo del comune che si ricollega all'antica origine albanese. Il gonfalone comunale consiste in un drappo quadrangolare di velluto rosso, raffigurante all'interno lo stemma comunale, è custodito presso la stanza del sindaco.
Nel territorio di Palazzo Adriano si trovano, ancora integri, sia la Pietra di Salomone, sulla cui parete ovest si trovano alcune stanze, scavate dai bizantini e usate come vedette, sia la Pietra dei Saraceni, in cui è scolpita una scala che porta ad un pozzo di forma circolare, probabilmente per la raccolta dell'acqua piovana.
Gran parte del territorio del comune di Palazzo Adriano ricade all'interno della riserva naturale orientata Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio, istituita nel 1997 e comprendente anche i territori dei comuni di Bivona, Burgio e Chiusa Sclafani[14]; nel territorio della riserva naturale sono stati trovati i più antichi reperti fossili della Sicilia[15].
Evoluzione storica della popolazione | |
1625 | 2 841 |
1715 | 3 428 |
1765 | 3 875 |
1861 | 5 181 |
1882 | 5 882 |
1986 | 2 964 |
1991 | 2 767 |
2001 | 2 530 |
2011 | 2 227 |
Abitanti censiti[16]
Nonostante l'ampiezza del territorio, la popolazione di Palazzo Adriano non ha mai raggiunto quote elevatissime: dopo essere stato disabitato nel XIII secolo e ripopolato dagli albanesi in quello successivo, il paese ha vissuto un forte incremento demografico nel XVII secolo, fino ad arrivare a quasi 6 000 abitanti alla fine del XIX secolo. A causa del fenomeno dell'emigrazione che colpì Palazzo Adriano e l'intera Sicilia, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento la popolazione dapprima si stabilizzò, poi cominciò a decrescere, fino a quando, nel secondo dopoguerra, arrivò a perdere più di mille abitanti. Negli ultimi decenni la popolazione si mantenne costante intorno ai 3 000 abitanti; all'inizio del XXI secolo, giunse a circa 2 600 abitanti.
Al 31 dicembre 2022 risultano 54 residenti stranieri.
La lingua albanese e la cultura originaria è andata irrimediabilmente persa nel XIX secolo, ma si è mantenuto il rito bizantino degli avi. Il rito è l'unico elemento che rappresenta l'origine, l'identità degli antichi abitanti e continua a preservare la memoria storica. I costumi femminili albanesi di Palazzo Adriano, anch'essi persi[17], tuttavia in fase di ripresa, sono stati ripresi in alcuni acquerelli da Jean Houel[18] quando, facendo un viaggio in Sicilia e a Malta alla fine del Settecento, sostò per un breve periodo a Palazzo Adriano, affermando che: "[...] le donne albanesi si vestono con grande sfarzo nei giorni di festa"[19].
L'idioma più diffuso è la lingua italiana. Il dialetto, entrato preponderatamente dal XIX secolo, fa parte della famiglia dei dialetti centro-occidentali del siciliano.
Sebbene Palazzo Adriano sia delimitato come "comune di minoranza albanofona" ai sensi della legge 482/99 ("Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche"), la lingua albanese, l'arbëresh, non è più la lingua comune della comunità, ed è oggi persa. L'albanese sussiste nelle preghiere liturgiche delle parrocchie di rito bizantino[20] ed è parlata solo da pochi (sacerdoti di rito orientale, i papàdes, intellettuali, ex-studentesse del "Collegio di Maria", ex-studenti del "Seminario Italo-Albanese"[21] ed anziani del posto). Sul Monte delle Rose (Mali i Trëndafilëvet ) gli arbëreshë di Palazzo Adriano sono soliti recarsi ogni 1º agosto (E para e gushtit) per intonare il canto nostalgico dell'esule albanese O e bukurà Morè (Oh bella Morea) rivolti verso l'Albania, loro terra natia[22][23].
Il toponimo Palazzo Adriano presenta la forma in arbëresh "Pallaci", i suoi abitanti sono chiamati dalle comunità dell'Eparchia pallacjot/e (palazzese/a) o pallacjotët (palazzesi).
La caratteristica principale di Palazzo Adriano è la convivenza di due differenti gruppi etnico-religiosi, che pertanto seguono riti diversi: gli abitanti d'origine albanese di rito bizantino, detti impropriamente anche "greci", e i siciliani di rito romano, i "latini". Entrambi i gruppi conservano i propri usi, costumi e tradizioni, ed il loro attaccamento al proprio rito talvolta sfocia in controversie e rivendicazioni su fatti storici e culturali che coinvolsero buona parte del paese: l'acredine che più oppose i due gruppi è quella dovuta alle varie ipotesi riguardanti le origini di Palazzo Adriano. Palazzo Adriano appartiene all'Eparchia di Piana degli Albanesi, dopo essere stata per secoli all'interno dell'Arcidiocesi di Agrigento e successivamente nell'Arcidiocesi di Monreale
Dal 1924 la Congregazione delle Suore basiliane figlie di Santa Macrina di rito bizantino, presente nelle comunità italo-albanesi o in località in cui sono presenti emigrati o istituzioni arbëreshë, opera di apostolato nelle parrocchie, di assistenza, di educazione e di istruzione dei bambini e dei giovani negli asili, nelle scuole e nei collegi e l'assistenza agli ammalati, agli anziani ed agli invalidi.
Da Palazzo Adriano furono vescovi ordinanti per gli albanesi di rito greco di Sicilia Francesco Chiarchiaro † (23 settembre 1748 - 31 ottobre 1834 deceduto) e Giuseppe Crispi † (14 aprile 1836 - 10 settembre 1859 deceduto), titolari di Lampsaco nell'odierna Turchia; mentre fu vescovo ordinante per gli albanesi di rito greco-bizantino di Calabria Giovanni Barcia † (24 aprile 1902 - 2 dicembre 1912 deceduto), titolare di Croia in Albania. Sono stati da Palazzo Adriano anche monaci basiliani del Monastero Esarchico di Grottaferrata; l'ultimo dei quali è stato Padre Antonio Costanza † (27 marzo 1931 - 02 agosto 2024), ex direttore del laboratorio di restauro del libro antico.
A Palazzo Adriano durante l'anno ci sono numerose ricorrenze religiose e sociali dovute alla compresenza delle due differenti etnie: quella albanese (di rito bizantino) e quella siciliana (di rito latino).
La Fiera, " 'A Fera" in palazzese, è una festa religiosa che si tiene in Palazzo Adriano dal 14 al 16 agosto di ogni anno.
Alla festa, che coincide con quella della chiesa di Maria Santissima Assunta, partecipano anche centinaia di donne e uomini che seguono scalzi la processione che si snoda per le vie del paese.
La processione è organizzata da tre confraternite:
A Palazzo Adriano è operativo l'Ospedale "Regina Margherita": si tratta di una "unità operativa complessa" con tutte le sue divisioni di primariato. Inaugurato nel 1905, venne costruito accanto all'antico ospedale, a sua volta fondato nel 1790 dalla Reale Commenda della Magione di Palermo[24]. Negli ultimi tempi le prestazioni dell'ospedale sono state ridotte per attuare la riconversione della struttura e la realizzazione della Residenza sanitaria assistenziale (RSA)[25].
In Piazza Umberto I ha sede da tanti decenni lo storico circolo "Skanderbeg", il 4 novembre 2021 è stato visitato dal presidente della Repubblica dell'Albania Ilir Meta in occasione di una visita ai 5 comuni arbëreshë di Sicilia affermando che "[…] sulla base di questo prezioso patrimonio, è necessaria una maggiore cooperazione tra i comuni arbëreshë e albanesi, come un'ottima occasione per rafforzare i rapporti tra di noi, soprattutto nel campo del turismo culturale e storico.[26]"
Nel tempo personalità di Palazzo Adriano, in maggioranza religiose, si sono distinte nella cultura, in special modo nella produzione letteraria albanese.
Tra questi da ricordare sono sicuramente: Papàs Paolo Maria Parrino (1710 - 1765), sacerdote di rito bizantino e letterato, allievo prediletto di P. Giorgio Guzzetta, rettore del Seminario Italo-Albanese di Palermo e parroco della chiesa contigua di San Nicolò, contigua al Seminario medesimo. Scrisse varie opere rimaste inedite, compiendo altresì un'opera storica «su 'dei Macedoni, o sian Epiroti", sotto la guida del Guzzetta e del Chetta. Primo ad esporre le notizie sulle colonie albanesi, è stato iniziatore dell'ideologia romantica albanista[27]; Mons. Giuseppe Crispi (1781 - 1859), vescovo ordinario degli albanesi di rito orientale in Sicilia, vescovo di Lampsaco e filologo. Una delle figure più importanti della comunità arbëreshe della Sicilia del periodo, è autore di una delle prime monografie sulla lingua albanese: "Memoria sulla lingua albanese (Palermo, 1831)"[28]. Fu zio di Francesco Crispi, al quale diede una prima educazione; Giovanni Emanuele Bidera (1784 - 1858), poeta e drammaturgo; Gabriele Dara Junior (1826 - 1885), politico e poeta. Egli è considerato come uno dei primi scrittori della Rilindja, la rinascita nazionale albanese[29]; Giuseppe Spata (1828 - 1901), magistrato, autore di parecchi saggi[30]; Pietro Chiara (1840 - 1915), deputato al Parlamento italiano[31], poeta e giornalista. Della corrente politica di Francesco Crispi, ha scritto poesie in lingua albanese e ha appoggiato la causa di indipendenza dai turchi dell'Albania[32].
Sita in via XX settembre, fondata nel 1926, possiede circa 15.000 volumi[12]. Fu istituita per volere dell'avvocato Rao che, molto legato al paese natio, chiese che la biblioteca fosse intitolata "Biblioteca Andrea Rao e Fratelli Rafti" ad uso degli studiosi. La sala lettura al primo piano della biblioteca comunale porta il nome di Mario Francese, cronista autentico e coraggioso nel ricercare la verità, ucciso la sera del 26 gennaio 1979[13].
A Palazzo Adriano è presente un istituto comprensivo statale "Francesco Crispi" succursale dell'Istituto comprensivo di Prizzi, che comprende la scuola materna (o dell'infanzia), la scuola elementare (o primaria) e la scuola media (o secondaria di primo grado), e una scuola privata, la scuola materna "San Basilio".
Il Museo comunale sito nella piazza Umberto I, al piano terra del palazzo municipale, si suddivide in varie sezioni[33]:
Dal 2023 in piazza Umberto I°, nell'ex palazzo comunale, ha sede il Museo Nuovo Cinema Paradiso: espone una serie di oggetti di scena originali, più di cento foto delle riprese e varie ricostruzioni delle scene più famose del film.[34]
Presso la biblioteca comunale esiste una Sezione Museo del Libro[33].
A Palazzo Adriano è stato girato quasi interamente il film di Giuseppe Tornatore Nuovo Cinema Paradiso. Lo scrittore Marco Padùla, nativo del luogo, che ha partecipato in qualità di comparsa alla realizzazione del film, ha scritto un romanzo, "Un Paese da Oscar" (Firenze Libri, 1991), ispirato alle vicende relative alle riprese cinematografiche che videro coinvolti come comparse abitanti del paese. Nell'ottobre 2007 sono state girate alcune scene del film La siciliana ribelle di Marco Amenta.
I piatti tipici di Palazzo Adriano sono[35]:
Fra i prodotti agricoli maggiormente coltivati ci sono cereali, olive, uva, e fichi d'India. È cospicuo l'allevamento dei bovini e degli ovini così come la lavorazione dei prodotti caseari.
L'artigianato locale si basa sui ricami per la produzione di merletto e di lavori all'uncinetto e a calza. In paese sussistono alcune antiche attività, come quella degli ebanisti, che lavorano principalmente il legno secondo un antico insegnamento presente a Palazzo Adriano sin dal 1890. È presente l'artigianato artistico, di fattura pregiata e fantasiosa[35].
Dal 1920 al 1959 era in funzione anche la ferrovia Filaga–Palazzo Adriano a scartamento ridotto delle FS una piccola diramazione della ferrovia Lercara-Filaga-Magazzolo e a Palazzo Adriano aveva la sua stazione ferroviaria tuttora esistente ma non più in uso.
Il comune è interessato dalla Strada Statale 188
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
22 novembre 1993 | 30 novembre 1997 | Andrea Ribaudo | Lista civica | Sindaco | |
1º dicembre 1997 | 27 maggio 2002 | Giuseppe Alessi | Lista civica | Sindaco | |
28 maggio 2002 | 12 maggio 2007 | Giuseppe Alessi | Forza Italia | Sindaco | |
13 maggio 2007 | 5 maggio 2012 | Salvatore Masaracchia | Lista civica | Sindaco | |
6 maggio 2012 | 26 ottobre 2016 | Carmelo Cuccia | Lista civica | Sindaco | |
27 ottobre 2016 | 25 novembre 2018 | Michela La Iacona, Carmelo Fontana, Ferdinando Trombadore | Commissione prefettizia | ||
26 novembre 2018 | 9 giugno 2024 | Nicolò Granà | Lista civica | Sindaco | |
10 giugno 2024 | in carica | Nicolò Granà | Lista civica | Sindaco |
Il comune di Palazzo Adriano fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali: regione agraria n.1 (Montagna interna - Montagna di Corleone)[36] e Unione dei Comuni Albanesi di Sicilia BESA (Lidhja e Bashkivet BESA). Dal 2012 al 2019 il comune di Palazzo Adriano è stato tra le sedi del Parco dei Monti Sicani[37].
Palazzo Adriano ospita una delle prove del circuito Ecotrail Sicilia, l'Ecotrail dei Monti Sicani. È presente un'A.S.D. di ciclismo "Matt'in Bike".
A livello calcistico la squadra di Palazzo Adriano, "U.S. Città di Palazzo Adriano", fino ai primi anni duemila ha avuto un fiorente trascorso calcistico arrivando fino al campionato di Promozione. Ad oggi "U.S. Città di Palazzo Adriano" non esiste più.
A novembre del 2021, il quotidiano inglese "The Guardian" ha dedicato un servizio a Palazzo Adriano come il comune italiano che ha raggiunto l'incredibile cifra del 104% di persone vaccinate contro il Covid-19. Nello spiegare lo strano dato, dovuto al fatto che anche individui non residenti vaccinati a Palazzo Adriano sono stati conteggiati nelle statistiche, il sindaco Nicolò Granà ha confermato che la popolazione locale ha compreso la gravità della situazione sanitaria e dunque si è vaccinata in massa.[38].
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