Chiesa di San Giorgio dei Genovesi (Palermo)
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La chiesa di San Giorgio dei Genovesi è un edificio di culto situato nel centro storico di Palermo. È ubicata sito nel quartiere La Loggia presso La Cala.[1]
Chiesa di San Giorgio dei Genovesi | |
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Veduta d'insieme | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Località | Palermo |
Coordinate | 38°07′18.56″N 13°21′52.47″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | san Giorgio |
Arcidiocesi | Palermo |
Architetto | Giorgio Di Faccio |
Stile architettonico | rinascimentale |
Inizio costruzione | 1575 |
Completamento | 1596 |
Innalzare un nuovo edificio religioso tra la porta di uscita della città e il nuovo molo del porto, voluto dal senato cittadino, significava evidenziare la supremazia bancaria e mercantile. Molti furono i genovesi facoltosi che supplirono con prestiti di enorme entità alle crisi politiche ed economiche spagnole durante i regni di Carlo V e Filippo II. In qualità di banchieri e mercanti contribuirono le famiglie Bozolo, Castello, Costa, Doria, Ferrero, Lomellino, Marassi, Pallavicino, Pernice, Segno, Spinola.
Con l'ultimo recente restauro sono stati ricollocati i dipinti che decoravano le edicole e che confermano ulteriormente come Palermo di fine rinascimento fosse una città cosmopolita a livello europeo. L'attuale ricollocazione delle opere non risponde all'esposizione di Gaspare Palermo del 1816, tanto meno i patrocinii delle famiglie committenti e relative sepolture.
Nel 1963, Pier Paolo Pasolini filmò una scena iniziale di Comizi d'amore all'esterno della facciata principale. Nella sequenza è possibile notare parte del contesto colpito dai pesanti bombardamenti di vent'anni prima che azzerassero quasi del tutto il rione San Pietro, ed edifici poi inevitabilmente demoliti. Dopo un periodo di inattività, oggi la chiesa è utilizzata come spazio espositivo per mostre temporanee.
L'edificio ha pianta basilicale a croce latina ripartita in tre navate, prospetto rivolto a occidente, transetto sormontato e completato da cupola ottagonale.[3] Negli esterni prevalgono le forme e stili di derivazione toscana mentre all'interno si denota il connubio tra arte di origine bizantina e normanna. Le navate poggiano su archi a tutto sesto sorrette da colonne binate o colonne gemini in marmo bianco di Carrara, i pilastri della cupola presentano colonne binate e sovrapposte sul fronte del presbiterio.[4] L'insieme pone in risalto l'ambizione del progetto, poiché il costo dell'opera fu molto rilevante. All'interno dell'edificio molte sono le lapidi sepolcrali e le edicole marmoree che testimoniano la concorrenza esistente tra le più ricche famiglie genovesi allo scopo di garantirsi un prestigioso riconoscimento nella chiesa della Nazione.
La slanciata facciata è in stile rinascimentale suddivisa in due ordini da elaborato cornicione raccordati da eleganti volute con riccioli terminali. I tre ingressi del prospetto sono inquadrati da quattro altissime lesene con alti basamenti. I portali laterali sono sormontati da finestre con grate. Un oculo ovoidale dalla ricca decorazione si apre al centro del secondo ordine delimitato da ridotte lesene, sotto il frontone piatto di chiusura caratterizzato dalla ricca trabeazione con caratteri fitoformi. La chiesa non dispone di un portico a sottolineare l'utilizzo esclusivamente religioso della struttura che viene considerata uno degli esempi più importanti dell'architettura rinascimentale palermitana.
Nel cappellone sull'altare maggiore è collocato il quadro raffigurante San Giorgio e il drago[5] d'autore ignoto del XVII secolo. Sotto la mensa è collocata la statua in marmo di Santa Rosalia di Giovanni Battista Ragusa.
Tutti gli altari delle cappelle laterali sono contraddistinti da sobri portali lapidei.
In fondo alla navata destra sul pavimento è posta la lapide sepolcrale in marmi mischi della celebre pittrice Sofonisba Anguissola sposa di Fabrizio Moncada e in seconde nozze del mecenate ligure Orazio Lomellini.
I locali ipogei presentano degli affreschi e sono sfruttati per incontri culturali.
Primitivo luogo di culto.[2]
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