Orto botanico di Palermo
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L'Orto botanico di Palermo è una istituzione museale e didattico-scientifica del Centro Servizi del Sistema Museale dell'Università di Palermo, che vi ha sede[1]. Adiacente a Villa Giulia, vi si accede da via Lincoln, al confine del quartiere Kalsa di Palermo, e accoglie oltre 12.000 specie differenti di piante[2].
Orto botanico di Palermo | |
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L'ingresso dell'Orto botanico di Palermo | |
Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Palermo |
Indirizzo | Via Lincoln 2 |
Coordinate | 38°06′48.39″N 13°22′21.68″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Orto botanico |
Istituzione | 1789 |
Apertura | 9 dicembre 1795 |
Direttore | Rosario Schicchi |
Sito web | |
La sua origine risale al 1779, anno in cui l'Accademia dei Regi Studi, istituendo la cattedra di Botanica e Materia medica, le assegnò un modesto appezzamento di terreno per insediarvi un piccolo orto botanico da adibire alla coltivazione delle piante medicinali utili alla didattica e alla salute pubblica.
Questo primo orto ben presto si rivelò insufficiente alle necessità e nel 1786 si decise di trasferirlo in quella che è la sede attuale, presso il Piano di Sant'Erasmo, all'epoca tristemente famoso in quanto sede dei roghi dell'Inquisizione.
Nel 1787 Goethe in viaggio a Palermo visita l'orto botanico[3] e ne fa una descrizione incantata, visti i suoi interessi naturalistici:
«Nel giardino pubblico vicino alla marina ho passato ore di quiete soavissima. È il luogo più stupendo del mondo. Nonostante la regolarità del suo disegno, ha un che di fatato; risale a pochi anni or sono, ma ci trasporta in tempi remoti.»
Nel 1789 fu iniziata la costruzione del corpo principale degli edifici dell'Orto, costituiti da un edificio centrale, il Gymnasium, e da due corpi laterali, il Tepidarium e il Calidarium, progettati in stile neoclassico dall'architetto francese Léon Dufourny.[4]
Vicino al Gymnasium si trova la porzione più antica dell'Orto, detta Sistema linneo, anch'essa progettata dall'architetto Léon Dufourny con uno schema rettangolare suddiviso in quattro parallelogrammi. Su indicazione del padre francescano Bernardino da Ucria, insigne botanico, in questa porzione del giardino le specie furono disposte secondo la tassonomia linneana, sistema di classificazione sviluppato da Carl von Linné ed esposto negli aspetti riguardanti la botanica nel 1753 in Species Plantarum.
Il nuovo Orto fu inaugurato nel 1795 e nel 1798 si arricchì dell'Acquarium, una grande vasca in cui prosperano numerose specie di piante acquatiche.
Nel 1823 fu completata la Serra Maria Carolina. Il grande Ficus magnolioide, che costituisce il simbolo del moderno Orto, fu importato nel 1845 dalle Isole Norfolk. In seguito a successivi ampliamenti, nel 1892 fu raggiunta l'attuale estensione di 10 ettari circa.
Nel 1913 gli fu affiancato un Giardino coloniale poi soppresso. Dal 1985 l'Orto è in affidamento al Dipartimento di Scienze Botaniche dell'Università di Palermo.
Nel 1993, nel contesto di un progetto per la salvaguardia del patrimonio genetico della flora dell'area mediterranea è stata istituita la banca del germoplasma.[5]
Mappa dell'Orto botanico di Palermo.
È il settore più antico dell'Orto, in cui le piante erano originariamente disposte seguendo il sistema di classificazione esposta da Carl von Linné nel 1753 in Species Plantarum.
Realizzato a schema rettangolare nel 1789, il settore è suddiviso in quattro aree a parallelogramma, dette i Quartini (4 sulla mappa), a loro volta suddivisi in aiuole. L'impianto originario dell'area si è modificato nel tempo per lo sviluppo assunto da alcuni grandi esemplari a danno di altre piante che, sopraffatte, sono gradualmente scomparse.
Al centro del Sistema di Linneo si trova la Crociera, il piccolo e suggestivo piazzale formato dall'incrocio del Viale centrale con il Viale delle palme.
Di fronte al cancello di ingresso sta l'edificio centrale in stile neoclassico del Gymnasium (1 sulla mappa), che in origine era la sede della Schola Regia Botanice, dell'Herbarium, della Biblioteca e della dimora del direttore.
Affiancano il Gymnasium due edifici minori disposti simmetricamente. Essi sono ancora chiamati Calidarium (3 sulla mappa) e Tepidarium (2 sulla mappa) perché in origine ospitavano piante dei climi caldi e temperati rispettivamente.
In fondo al viale centrale, si trova l'Aquarium, una grande vasca circolare suddivisa in 24 comparti, ottenuti ripartendo radialmente tre settori concentrici in 8 parti, che ospita numerose specie acquatiche.
A pochi metri dall'Aquarium si trova il laghetto, un'altra ampia vasca in cui le piante sono disposte in modo informale. Altre vasche minori si trovano nei quartini del sistema linneiano.
L'Orto si è nel tempo arricchito di un complesso di serre che attualmente ricoprono circa 1300 m2. La più antica di esse è la Serra Maria Carolina (6 sulla mappa), dono della regina Maria Carolina d'Austria, nota anche come Giardino d'Inverno. In origine essa era in legno e riscaldata da stufe; successivamente, nella seconda metà dell'Ottocento, fu ricostruita in ghisa dall'architetto Carlo Giachery.
Altre serre:
In questo settore le piante sono disposte secondo criteri bioecologici e geografici. Vi trovano posto il Giardino a succulente (12 sulla mappa), costituito da numerose specie degli ambienti aridi africani, il Palmetum (13 sulla mappa), il Cycadetum (14 sulla mappa), e la collinetta mediterranea (15 sulla mappa) che ospita alcune specie significative della flora spontanea mediterranea, compresi diversi endemismi e alcune rarità.
Nel settore sperimentale (16 sulla mappa), situato alle spalle del Giardino d'Inverno, si coltivano piante tropicali e subtropicali sottoposte a studi, conclusi o in corso, quali quelli del cotone, degli agrumi, della canna da zucchero, del sorgo. Il settore delle essenze utili (17 sulla mappa), che si estende sul versante sudoccidentale dell'Orto, comprende zone riservate alle piante officinali, tessili, da resina e gomma, da olio, da essenza e da corteccia.
Noto anche come nuovo settore (18 sulla mappa), comprende la parte meridionale dell'Orto, nel quale le piante sono disposte secondo la classificazione di Engler. Le specie sono ripartite in tre settori, rispettivamente dedicati alle gimnosperme, alle angiosperme dicotiledoni e alle angiosperme monocotiledoni.
Il moderno Herbarium mediterraneum, ospitato in alcuni edifici adiacenti all'Orto (19 sulla mappa), si estende su una superficie di circa 6000 m2. Il corpo principale delle collezioni è costituito dall'Erbario Siculo e dall'Erbario Generale del Dipartimento di Scienze Botaniche, stimate rispettivamente intorno a 50.000 e 200.000 specimina; di queste ultime circa un quarto è di provenienza mediterranea.
Il materiale extrasiciliano è costituito da collezioni provenienti da Portogallo, Spagna, Francia, Corsica, Sardegna, Grecia, Creta, Cipro, Algeria e Egitto. Comprende anche circa 2000 alghe, 1600 licheni, 4700 briofite e un migliaio di miceti.
La banca del germoplasma,[5] sorta nel 1993, si inserisce nel contesto di un progetto per la salvaguardia del patrimonio genetico della flora dell'area mediterranea.
Le funzioni specifiche della banca sono la conservazione ex situ a lungo e a breve termine dei semi delle specie endemiche, rare o minacciate. I semi delle piante, una volta raccolti e catalogati, sono opportunamente trattati e conservati in ampolle vitree, a disposizione delle istituzioni per scambi. I semi così conservati sono sottoposti a prove di germinazione e di vitalità periodiche.
L'Orto botanico di Palermo ospita oltre 12.000 specie differenti.
Sviluppatosi in una epoca di grandi esplorazioni, l'Orto palermitano si trovò, tra la seconda metà dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento ad essere punto di riferimento dei grandi orti botanici del Nord Europa che, a causa del clima favorevole, trasferirono qui molte specie ancora sconosciute o non ben classificate della flora esotica tropicale. Estremamente importante fu sotto questo profilo il collegamento con l'Orto botanico di Berlino, sotto la direzione di Adolf Engler, e quello con le regioni d'origine di molte specie esotiche asiatiche, africane, australiane e sudamericane.
All'Orto botanico di Palermo si deve, per fare alcuni esempi, l'introduzione nell'area mediterranea del mandarino (Citrus deliciosa) e del nespolo del Giappone (Rhaphiolepis bibas).
Il primitivo impianto linneiano comprendeva 1580 specie differenti, 658 delle quali tuttora esistenti.
Tra esse merita un cenno particolare un grande esemplare di Ginkgo biloba.
Nell'Aquarium si trovano varie specie di ninfee, fra le quali Nymphaea alba, Nymphaea tuberosa, gli ibridi di Nymphaea × marliacea, dalle vistose fioriture multicolori, Nuphar lutea e il fior di loto Nelumbo nucifera. Inoltre, nella parte più interna non sommersa ma sempre umida si trovano Alocasia sp., Colocasia sp., Zantedeschia sp., mentre nel vicino specchio d'acqua, il cosiddetto "laghetto", prosperano il papiro egiziano (Cyperus papyrus) ed altre ciperacee quali lo Scirpus lacustris e il Cyperus alternifolius.
A poca distanza crescono poi varie specie di bambù e dietro, su una collinetta artificiale, spicca un notevole esemplare di Dracaena draco.
Non lontano si trovano poi la pianta più alta dell'Orto, una vetusta Araucaria columnaris, e quella più grande, un gigantesco esemplare di Ficus magnolioides (Ficus macrophylla subsp. columnaris) con grosse radici tabulari e fulcranti, importato dalle Isole Norfolk nel 1845.
Il giardino a succulente dell'area degli ordinamenti bioecologici ospita una ampia varietà di specie del genere Aloe e varie altre piante degli ambienti aridi quali Cereus, Crassula, Euphorbia e Opuntia. Accanto alla collezione delle succulente, un grande esemplare di Ficus rubiginosa dà vita ad un ambiente che richiama la giungla.
Nell'area del Cycadetum hanno trovato dimora alcune specie di cicadi che si possono definire storiche. Tra esse la Cycas revoluta, donata dalla regina Maria Carolina nel 1793, è stato il primo esemplare di questa specie posto a dimora in Europa. In epoca successiva furono acquisite le zamiacee Ceratozamia mexicana e Dioon edule, entrambe di origine messicana, e la Cycas circinalis, elegante specie della penisola indiana. Nel 1997 la collezione si è ulteriormente arricchita grazie all'acquisizione di diversi esemplari di particolare pregio, tra i quali Dioon spinulosum, Encephalartos altensteinii, Encephalartos longifolius, Encephalartos villosus, Macrozamia moorei e Zamia furfuracea.
Nell'area del Palmetum si trovano oltre alla Chamaerops humilis, unica palma indigena alla Sicilia, numerose palme esotiche, di cui l'Orto è particolarmente ricco, potendo annoverare, tra esemplari in piena terra o in vaso, ben 34 generi e circa 80 specie. Il genere Washingtonia è rappresentato da W. filifera, che per la prima volta fiorì proprio a Palermo, e da W. robusta. Nel genere Phoenix, oltre alla palma da datteri (Phoenix dactylifera) figurano P. rupicola, P. reclinata, P. canariensis, P. roebelinii e P. theophrasti. Sono presenti numerosi altri generi: Chamaedorea, Brahea, Sabal, Livistona, Howea e Trachycarpus.
Il Giardino d'Inverno ospita numerose specie provenienti dalle regioni calde di Africa, America Centrale, Sud America, Asia e Australia. Tra esse meritano un cenno la pianta del caffè (Coffea arabica), la papaia (Carica papaya), numerose specie di Bougainvillea, la cannella (Cinnamomum zeylanicum), la parmentiera (Parmentiera cereifera) e la mimosa sensitiva (Mimosa spegazzinii). Nella serra della Regione, si coltivano in vaso la cosiddetta "palma del viaggiatore" (Ravenala madagascariensis) e varie specie di Anthurium, Codiaeum, Pandanus e altre piante proprie dei climi caldo-umidi tropicali ed equatoriali.
Accanto ad essa, due serre più piccole ospitano, rispettivamente, orchidee e piante carnivore.
Notevole anche la collezione di succulente della omonima serra, tra cui spiccano esemplari di Echinocactus grusonii di notevoli dimensioni.
A fianco del viale Antonino De Leo, meglio noto come viale delle Corisie per il duplice filare di alberi di Chorisia speciosa che ne delimita il tracciato, si trova il Settore Sperimentale e delle Piante Utili in cui figurano piante alimentari come la canna da zucchero (Saccharum officinarum) e il sorgo zuccherino (Sorghum saccharatum), entrambe utilizzate per l'estrazione dello zucchero; l'avocado, varie cultivar di banano (Musa × paradisiaca, Musa cavendishi), il noce pecan (Carya olivaeformis), oltre alla ricca collezione di agrumi con oltre cento cultivar di notevole valore storico e di grande importanza per la conservazione del germoplasma locale.
Meritano infine un cenno le piante medicinali tra cui figurano l'assenzio maggiore (Artemisia absinthium), lo stramonio comune (Datura stramonium), il ginseng indiano (Withania somnifera), la canfora (Cinnamomum camphora) ed il papavero da oppio (Papaver somniferum).
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