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Carafa

famiglia nobiliare italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Carafa
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I Carafa[1][2][3] (talvolta riportati anche come Caraffa[7][N 2] o Carfora) sono una nobile e antica famiglia di origine napoletana.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Carafa (disambigua).
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Stemma papale di Casa Carafa nel Palazzo dei Priori di Assisi

Divisa in numerosi rami, i cui principali e più importanti sono i Carafa della Spina e i Carafa della Stadera, e decorata dei più alti titoli, raggiunse l'apice della sua potenza con l'elezione al soglio pontificio di Gian Pietro Carafa, papa con il nome di Paolo IV.[3]

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Origini

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Le origini dei Carafa sono incerte e si perdono nella leggenda.

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Arco dei Carafa della Spina a Ispani nella frazione di Capitello

Una tradizione sostiene che il capostipite sarebbe stato un nobile pisano dei Sismondi il quale avrebbe salvato la vita all'imperatore Enrico IV frapponendosi tra lui e la lama di un attentatore. Il sovrano, avendolo abbracciato, gli disse: "Cara fe m'è la vostra", da cui il cognome "Carafa"[8]. Passando tre dita sulla corazza insanguinata del fedele gentiluomo, l'imperatore venne a segnarvi tre bianche fasce: da qui lo stemma con tre fasce d'argento in campo rosso[9] della famiglia. Altri raccontano diversamente l'episodio, identificando l'imperatore con Ottone I[10][11] ed il gentiluomo con un cavaliere della casa Caracciolo.

Secondo un'ulteriore versione, la famiglia sarebbe stata di origine polacca o ungherese e stabilitasi in Italia attorno al 1000, tradusse il proprio cognome Korczak in "Carafa"[6]

Altri studi propendono invece per una discendenza dei Carafa dal ramo dei Caracciolo detti "Rossi" (per distinguerli dai "Pisquizi" e dai "Cassano"), i quali furono soprannominati poi "Carafa" poiché, nel XIII secolo, erano concessionari di una tassa sul vino, comunemente detta appunto "campione della carafa"[12][13]. A questo proposito, lo Scandone[14] sostiene che il capostipite fosse Gregorio Caracciolo, il cui figlio Tommaso è chiamato "de Caraffa" in un documento del 1269. Dallo stesso documento si viene a sapere che a Gregorio (già citato nel 1186) appartenevano vari feudi tra Napoli, Acerra e Aversa. A ciò si aggiunge l'epigrafe di Letizia, morta nel 1340 e vedova di Philippi. Caraczoli. dicti Carrafa[15]. Sempre nel XIV secolo, fiorì a Napoli Bartolomeo Caracciolo detto Carafa (1300 circa – 7 dicembre 1362), nobile e diplomatico del Regno di Napoli, autore anche di una sintesi storica, la Breve Informazione e figlio di un padre omonimo[16]. Anch'egli fu seppellito nella chiesa di San Domenico Maggiore di Napoli[16]. Dalla stessa epoca, si ha notizia di un atto, custodito tra le pergamene della Certosa di San Martino di Napoli, nel quale Francesca Filomarino e il marito Nicola Caracciolo vendono a un certo Francesco Barbato, dell'Ordine dei frati minori e a un Bartholomeo Caracciolo Carafa (forse uno dei due già citati), un appezzamento fondiario in Casauria (Casoria), in località Pontone Sancti Martini[17].

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Carafa della Spina

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Stemma dei Carafa della Spina.
Blasonatura: Di rosso a tre fasce d'argento, con una spina di verde posta in banda ed attraversante il tutto.[4]

Capostipite della famiglia Carafa della Spina fu Andrea, familiare della regina Giovanna I d'Angiò, il quale seguì Carlo III di Durazzo nella guerra d’Ungheria.[4] I rappresentanti del Casato ricoprirono le più alte cariche in campo civile, militare ed ecclesiastico sino ad arrivare al soglio pontificio.[4] Fu ascritta al Patriziato napoletano del Seggio di Nilo e, dopo la soppressione dei sedili (1800), fu iscritta nel Libro d'Oro napoletano.[4]

Numerosi furono i feudi posseduti e furono insigniti di prestigiosi titoli, tra i quali:[4]

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Carafa della Stadera

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Stemma dei Carafa della Stadera.
Blasonatura: Di rosso a tre fasce d’argento, con una stadera di ferro al naturale al di fuori dello scudo.[1]

Capostipite della famiglia Carafa della Stadera fu Tommaso, figlio di Bartolomeo.[1] Fu ascritta al Patriziato napoletano del Seggio di Nilo e, dopo la soppressione dei sedili (1800) fu iscritta nel Libro d'Oro napoletano.[1]

Numerosi furono i feudi posseduti e furono insigniti di prestigiosi titoli, tra i quali:[1]

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Stemma dei Carafa della Stadera, presso il portale del Convento di Santa Maria degli Angeli a Nocera Superiore

Titoli nobiliari

Principi

Duchi

Marchesi

Conti

Baroni

Signori

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Principi della famiglia Carafa

Principi della famiglia Carafa della Spina

Principi della Roccella

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Principi della famiglia Carafa della Stadera

Principi di Anzi

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Principi di Avella

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Principi di Belvedere

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Principi di Chiusano

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Principi di Pietrelcina

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Principi di Sepino

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Principi di Stigliano

Lo stesso argomento in dettaglio: Principi di Stigliano e Duchi di Mondragone.
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Duchi della famiglia Carafa

Duchi di Andria

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Duchi di Ariano

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Duchi di Campolieto

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Duchi di Campora

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Duchi di Cancellara

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Duchi di Castelnuovo

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Duchi di Cercemaggiore

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Duchi di Chiusa

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Duchi di Forlì

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Duchi di Frosolone

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Duchi di Jelsi

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Duchi di Laurino

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Duchi di Maddaloni

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Duchi di Maierà

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Duchi di Montenero

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Duchi di Nocera

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Duchi di Noja

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Cardinali e arcivescovi

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La famiglia Carafa, come accadde per molte altre famiglie nobiliari, diede alla Chiesa cattolica numerosi prelati, tra cui vari cardinali e arcivescovi. Nei secoli i Carafa diedero i natali a 16 cardinali (di cui uno, Gian Pietro Carafa, venne eletto papa) e 11 arcivescovi (di cui 6 furono anche cardinali). Uno di questi cardinali, Marino Carafa di Belvedere, rinunciò successivamente alla vita ecclesiastica e divenne il 1º Sindaco di Napoli.

Ulteriori informazioni Cardinali di Santa Romana Chiesa, Immagine ...
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Altri personaggi illustri

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Oltre a tutti i principi, duchi, cardinali e così via, i Carafa diedero i natali anche ad altri illustri personaggi, che si distinsero nei secoli nei più disparati campi, dalla sfera politica a quella religiosa, passando per quella militare, fino a quella delle arti.

Quindi, qui di seguito sono elencati alcuni di quegli uomini e donne della famiglia Carafa che si distinsero nella storia per le proprie qualità:

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Genealogia della famiglia Carafa

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Qui di seguito sono rappresentati vari alberi genealogici dei principali rami cadetti della prolifica dinastia Carafa, ripercorrendo le varie ramificazioni dalle origini antiche sino ai giorni nostri.

I due più importanti rami distaccatosi dal ceppo antico principale sono i cosiddetti Carafa della Spina e i Carafa della Stadera. Da questi due rami principali discendono tutti gli altri rami minori.

Tutti i rami qui elencati sono ormai estinti sia in linea diretta maschile che in linea diretta femminile, ad eccezione di due rami cadetti: quello dei Principi di Roccella (del ramo Carafa della Spina) e quello dei Duchi d'Andria (del ramo Carafa della Stadera).

Ramificazione essenziale della famiglia Carafa dalle origini

 

Caracciolo
 
 
 Linee antiche
 
  
Carafa della Spina
Carafa della Stadera
 
  
 molti altri rami cadetti
Linea di Gurello Caracciolo detto Carafa
 
 
 Carafa dei Baroni di Sessola e Signori di Sant'Arpino e Roseto (est. XVII secolo)
 
 
 Carafa dei Signori di Roccascalegna (est. XVII secolo)

Genealogia dei membri primordiali della famiglia Carafa

 

Caracciolo
 
 
 Gregorio Caracciolo, detto "Carafa"
[N 8]
 
 
 Bartolomeo
⚭ Laura Capece
 
 
 Filippo
 
 
 Bartolomeo
⚭ Teodora del Gaudio
 
    
 Bartolomeo
⚭ Mabilia
 Tommaso
 Guglielmo
 Matteo
Caterina de Sangro
Alegoria Piscicelli
  
          
Andrea

⚭ Maria dei Signori di Montefalcione

Bartolomeo
Arcivescovo di Bari
Pietro
⚭ Roberta Dinissiaco
Nicola
Ligorio
Tommaso
Giacomo
 Marino
Mita
Antonio de Carofilio
Giovanni Caracciolo di Pisciotta

Filippo
cardinale
    
       
Carafa della Spina
 Nicola
Caterina di Somma
Maria Giulia de Yels
 Carafa della Stadera
Francesca
monaca
Tommaso
Giovanni
Pietro
  
    
 Andrea
Pietro
⚭ Maria Guindazzo
Onofrio
 Giovanni Antonio
 
   
 Adriella
⚭ Ermanno de Sabran
Veritella
⚭ Francesco Cantelmo
Pietro
⚭ Mariella Brancaccio
 
 
 Tommaso
Verdella Spinelli
Anna Marramaldo
 
  
 Pietro
Paolo

Ramificazione della famiglia Carafa della Spina

 

Linee antiche
 
 
 Carafa della Spina
[N 9]
 
   
 Linea di Giacomo di Onorio di Giacomo
 Carafa dei Conti di Santa Severina (est. XVI secolo)
 Carafa dei Signori di Forlì del Sannio
   
     
Carafa dei Conti di Grotteria, Marchesi di Castelvetere e Principi di Roccella (est. XVII secolo: linea maschile)
Carafa dei Conti di Policastro e Duchi di Forlì (est. 1764: linea maschile)
Carafa dei Baroni di Cuddia (est. XVIII secolo)
Carafa dei Baroni di Forlì (est. XVI secolo)
Carafa dei Baroni e Duchi di Forlì (est. XVII secolo)
   
   
Carafa dei Duchi di Bruzzano e Marchesi di Brancaleone, poi anche Principi di Roccella, Marchesi di Castelvetere e Conti di Grotteria [poi Carafa Cantelmo Stuart] (dal XVII secolo)
vivente
 Carafa dei Duchi di Traetto e di Montenegro, già Signori, Baroni e Conti di Cerro (est. 1909)
Carafa dei Baroni di Rionegro, poi anche Duchi di Montenero e Baroni di Petrella e Rocchetta (est. 1764)

Ramificazione della famiglia Carafa della Stadera

 

Linee antiche
 
 
 Carafa della Stadera
[N 10]
 
       
Carafa dei Conti di Airola (est. XVI secolo)
Carafa dei Conti di Ruvo, poi anche Duchi d'Andria e di Castel del Monte (dal XVI secolo)
vivente
 Carafa dei Conti di Marigliano e Duchi di Ariano (est. XVI secolo)
 Carafa dei Signori di Regino (est. XVI-XVII secolo)
 Linea di Antonio di Malizia
 Carafa dei Duchi di Nocera e Conti di Soriano Calabro (est. 1648)
 Carafa dei Conti di Maddaloni e Cerreto
      
                 
Carafa dei Marchesi di Bitetto (est. XVII secolo)
Carafa dei Marchesi di Sant'Eramo (est. XVII secolo: linea femminile)
Carafa dei Signori di Marignanello (est. XVIII secolo)
Carafa dei Duchi di Cercemaggiore (est. XVII secolo)
Carafa dei Conti di Monte Calvo (est. XIX secolo)
Carafa dei Duchi di Campora e di Jelsi (est. XVIII secolo)
Carafa dei Principi di Chiusano (est. XVIII secolo)
Carafa dei Signori di Cusano e Marchesi di Montenero (est. 1633)
Carafa dei Marchesi di San Lucido (est. XVII secolo: in linea femminile)
Carafa dei Signori di Cercepiccola e Duchi di Jelsi (est. 1727: in linea maschile)
Carafa dei Principi di Stigliano e Duchi di Mondragone (est. XVII secolo)
Carafa dei Duchi di Noja e di Bojano (est. XX secolo)
Carafa dei Duchi di Cancellara (est. 1673: in linea maschile)
Carafa dei Principi di Belvedere e Marchesi di Anzi (est. XIX secolo)
Carafa dei Duchi di Maddaloni (1ª casa) e di Frosolone e Marchesi di Baranello (est. XVIII secolo)
Carafa dei Signori di Sesto e Principi di Colobraro (1ª casa) (est. XVII secolo)
Carafa dei Conti di Montorio e Marchesi di Cave (est. 1584)
     
          
 Carafa dei Signori e Principi di Sepino (est. XVII secolo)
Carafa dei Baroni e Duchi di Campolieto (est. 1691)
 Carafa dei Principi di Avella (est. 1780)
 Carafa dei Duchi di Laurino (est. 1686: in linea maschile)
Carafa dei Marchesi di Polignano
Carafa dei Duchi di Maddaloni (2ª casa) e Principi di Colobraro (2ª casa)
Carafa dei Conti di Morcone
 Carafa dei Duchi di Maierà (est. 1718)
 Carafa dei Signori e Baroni di Sant'Angelo a Scala (est. 1672: linea femminile)
Carafa dei Baroni di Stiffe e Duchi di Castelnuovo (est. XVII secolo)
  
  
 Carafa dei Baroni e Marchesi di Tortorella (est. XIX secolo)
 Carafa dei Principi di San Lorenzo (est. 1917: in linea maschile)
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Il ramo marchigiano

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Le prime notizie della presenza della famiglia Caraffa nelle Marche[42] risalgono alla seconda metà del XVI secolo, quando uno dei rami della famiglia fu esiliato "per ragioni di Stato" [43] dallo zio Gian Pietro Caraffa, papa Paolo IV, nel castello di Montalto, circondario di Camerino, con assegnazione di beni e possedimenti[44].

Dagli atti ufficiali, religiosi e civili, risulta per i Caraffa del Castello di Montalto l’appellativo di Dominus o Don per i maschi e Domina o Donna per le femmine [45].

  • Angelo (1651-1738) è Ufficiale della Venerabile Compagnia del SS.mo Sacramento del Castello di Montalto.
  • Amico (1690-1747) è Priore della Chiesa di San Paolo nel Castello di Borgiano
  • Giuseppe Antonio Caraffa (1737-1815), è avvocato, dottore in utroque iure, conte palatino e cavaliere della Milizia Aurata - Ordine dello Speron d'Oro[46]. Desiderio dei Marchesi Spreti, governatore generale del Ducato di Camerino, lo nomina suo rappresentante al Consiglio generale della città. Successivamente fu uno dei principali attori della prima Repubblica Romana, quale prefetto consolare nel territorio di Camerino.
  • Francesco (1772-1861) è Procuratore della Signoria di Beldiletto [47], con tutte le prerogative attribuite ai ministri camerali.
  • Felice Ottavio Caraffa (1831-1918), filosofo, ingegnere e architetto. È Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro [48] e Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia[49]. Ingegnere Capo della Giunta Liquidatrice dell'Asse Ecclesiastico (1873), Regio Economo Generale dei Benefici Vacanti per le Provincie Venete (1887), è l'autore de "Il nuovo Catasto del Regno d'Italia" ed è annoverato nel "Dictionnaire International des écrivains du monde latin". Nel 1906 acquista il palazzo gentilizio di Tolentino dalla famiglia Costaroli, trasferendovi la famiglia.

A Tolentino i Caraffa svolgono un ruolo importante come una delle principali famiglie della Città, ricoprendo anche cariche amministrative e politiche.

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Palazzi ed altri edifici

Riepilogo
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Questo che segue è un elenco parziale dei principali possedimenti edilizi e dimore della famiglia Carafa. Include gli edifici costruiti proprio su commissione dei Carafa, ma anche quelli che furono ereditati successivamente da questa famiglia e costruiti in precedenza da altri.

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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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