Diocesi di Anagni-Alatri

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Diocesi di Anagni-Alatri

La diocesi di Anagni-Alatri (in latino Dioecesis Anagnina-Alatrina) è una sede della Chiesa cattolica in Italia immediatamente soggetta alla Santa Sede appartenente alla regione ecclesiastica Lazio. Nel 2022 contava 89.108 battezzati su 91.583 abitanti. È retta dal vescovo Ambrogio Spreafico.

Fatti in breve Regione ecclesiastica, Vescovo ...
Diocesi di Anagni-Alatri
Dioecesis Anagnina-Alatrina
Chiesa latina
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Regione ecclesiasticaLazio
 
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VescovoAmbrogio Spreafico
Vicario generaleAlberto Ponzi
Vescovi emeritiLorenzo Loppa
Presbiteri48, di cui 35 secolari e 13 regolari
1.856 battezzati per presbitero
Religiosi14 uomini, 146 donne
Diaconi4 permanenti
 
Abitanti91.583
Battezzati89.108 (97,3% del totale)
StatoItalia
Superficie787 km²
Parrocchie56 (3 vicariati)
 
ErezioneV secolo (Anagni)
VI secolo (Alatri)
in plena unione dal 30 settembre 1986
Ritoromano
CattedraleSanta Maria Annunziata
ConcattedraleSan Paolo
IndirizzoVia dei Villini 82, 03014 Fiuggi [Frosinone], Italia; Piazzale Acropoli, 03011 Alatri [Frosinone], Italia
Sito webwww.diocesianagnialatri.it
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
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La concattedrale di San Paolo ad Alatri.
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La cattedra nella cattedrale di Santa Maria Annunziata ad Anagni.
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La certosa di Trisulti.
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Il palazzo dei papi di Anagni.
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Il monastero di San Sebastiano nei pressi di Alatri.

Territorio

Riepilogo
Prospettiva

La diocesi comprende, oltre alle città di Alatri e Anagni, vari comuni compresi nella provincia di Frosinone (Trevi nel Lazio, Fiuggi, Piglio, Fumone, Acuto, Filettino, Morolo, Sgurgola, Torre Cajetani, Trivigliano, Vico nel Lazio, Guarcino, Collepardo) e, in misura minore, nella città metropolitana di Roma Capitale (Carpineto Romano, Gorga, Vallepietra). Appartiene alla diocesi inoltre la località di Porciano, frazione di Ferentino e un tempo comune autonomo.

Sede vescovile è la città di Anagni, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Annunziata.[1] Ad Alatri, invece, sorge la concattedrale di San Paolo.

Parrocchie e foranie

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Anagni-Alatri.

Il territorio si estende su 787 km² ed è suddiviso in 56 parrocchie, raggruppate in 3 foranie: Anagni, Alatri e Fiuggi.[2]

Forania di Anagni

La forania comprende 18 parrocchie nei seguenti comuni:

  • Anagni: Cattedrale Santa Maria Annunziata, Santa Maria Imperatrice, Sant'Angelo, Sant'Andrea Apostolo, San Paolo in San Giacomo, San Giovanni de Duce, Santi Pancrazio-Cosma-Damiano, San Giuseppe, San Francesco, Santi Filippo e Giacomo, Santa Maria della Pietà;
  • Carpineto Romano: Sacro Cuore, San Giacomo, San Leone Magno;
  • Gorga: San Michele Arcangelo;
  • Morolo: Santa Maria Assunta, San Pietro;
  • Sgurgola: Santa Maria Assunta.

Nel territorio di Anagni, la chiesa di San Giovanni de Duce è l'unica a non essere gestita da sacerdoti diocesani, infatti l'antica parrocchia fa riferimento all'Ordine dei chierici regolari minori di San Francesco Caracciolo.

Forania di Alatri

La forania comprende 22 parrocchie nei seguenti comuni:

  • Alatri: Concattedrale San Paolo Apostolo, Santa Maria del Carmine, Santissimo Salvatore e San Lorenzo, Immacolata Concezione, Santa Maria Maggiore, San Silvestro, Santo Stefano, Santa Maria della Mercede, Sant'Emidio, Maria Santissima Regina, Santa Famiglia, Maria Santissima del Rosario, Maria Santissima Addolorata, Cuore Immacolato di Maria, San Valentino;
  • Collepardo: Santissimo Salvatore;
  • Fumone: Santa Maria Annunziata, San Pietro Celestino e San Paolo VI (eretta ad aprile 2021);
  • Guarcino: San Nicola Vescovo, San Michele Arcangelo;
  • Vico nel Lazio: San Michele Arcangelo, Santa Maria Goretti.

Forania di Fiuggi

La forania comprende 16 parrocchie nei seguenti comuni:

Santuari

La diocesi comprende i seguenti santuari:[3]

Storia

Riepilogo
Prospettiva

L'odierna diocesi è frutto della piena unione, stabilita nel 1986, di due antiche diocesi: Anagni, attestata dal V secolo, e Alatri, i cui primi vescovi sono documentati nel VI secolo.

Alatri

La vicinanza della città di Alatri a Roma suggerisce che il cristianesimo sia giunto nei primi secoli dopo Cristo, anche se non ci sono prove della tradizione locale circa una sua origine apostolica. Il primo vescovo noto di Alatri è Pascasio, che seguì papa Vigilio a Costantinopoli in occasione dello scisma tricapitolino: è tra i firmatari dell'atto con cui il papa, il 14 agosto 551, pronunciò la condanna di Teodoro Askida, vescovo di Cesarea di Cappadocia; la sua firma si trova anche in calce al Constitutum di papa Vigilio del 553, con il quale il pontefice si espresse sulla questione dei Tre Capitoli.

Relativamente ridotto è il numero dei vescovi alatrini conosciuti per il primo millennio, la maggior parte dei quali prese parte ai sinodi convocati a Roma dai pontefici. Il primo di questi è Saturnino, che fu presente al sinodo del 680 con cui papa Agatone condannò nuovamente l'eresia monotelita.

Importanti siti monastici attestano l'antichità della presenza religiosa nel territorio alatrino. Dalle lettere di Gregorio Magno (590-604) si evince la presenza di un cenobio in Campaniae partibus fondato dal patrizio Liberio verso la metà del VI secolo, che alcuni autori identificano con il monastero di San Sebastiano, situato a pochi chilometri da Alatri.[4] Ben più significativa la fondazione di un monastero benedettino ad opera di Domenico di Sora sul finire del X secolo nei pressi del sito dove, nel 1204, fu fondata dai cistercensi la certosa di Trisulti. A Guarcino venne fondata una delle più antiche comunità religiose del territorio, il monastero delle benedettine di San Luca, che nel XVI secolo si trasferirono nel centro di Alatri.[5]

Importante fu la traslazione nella cattedrale di Alatri delle reliquie di san Sisto I papa, avvenuta nel 1132. Persasi la loro memoria nel corso del tempo, furono riscoperte nel 1584; papa Giovanni Paolo II visitò la comunità alatrina nel IV centenario del ritrovamento delle reliquie di san Sisto nel 1984. Ad Alatri è pure legato il fatto prodigioso avvenuto nel 1228, noto come miracolo eucaristico di Alatri, in cui un'ostia consacrata si sarebbe trasformata in carne, tuttora conservata nella cattedrale di Alatri.

Nella chiesa di Santa Maria Maggiore di Alatri è custodita una statua lignea della Madonna, splendido esempio di arte romanica del XII secolo.[6]

Nel Cinquecento si segnala la presenza sulla cattedra alatrina del vescovo Ignazio Danti (1583-1586), noto cosmografo e matematico dell'epoca, membro della commissione che preparò la riforma del calendario gregoriano; nel 1584 celebrò il primo sinodo diocesano per l'attuazione della riforma voluta dal Concilio di Trento, impegnandosi soprattutto nella riforma del laicato e delle confraternite. Più laboriosa fu l'istituzione del seminario; dopo alcuni primi tentativi falliti, fu eretto stabilmente nel 1684 dal vescovo Stefano Ghirardelli (1683-1708). Benemerita istituzione cittadina fu la scuola aperta nel 1729 dagli scolopi, ininterrottamente presenti ad Alatri fino al 1970.

All'inizio dell'Ottocento, per la sua opposizione all'occupazione francese, il vescovo Giuseppe della Casa (1802-1818) venne deportato in Francia.

Al momento della plena unione con Anagni nel 1986, la diocesi comprendeva i comuni di Alatri, Collepardo, Fumone, Guarcino, Torre Cajetani, Trivigliano e Vico nel Lazio.[5]

Anagni

Alla diocesi di Anagni la tradizione locale attribuisce un'origine apostolica, espressa nella vita di san Pietro di Anagni (XII secolo) con le parole «fundatam primitus apostolicis fundamentis».[7] Testimonianze archeologiche sembrano attestare una presenza cristiana organizzata nel territorio anagnino almeno dal IV secolo.[8]

La diocesi di Anagni è attestata per la prima volta nella seconda metà del V secolo, quando il vescovo Felice fu presente al concilio lateranense convocato nel 487 da papa Felice III.[9] A lui succede il vescovo Fortunato, che prese parte ai concili indetti da papa Simmaco tra il 499 e il 502.[10]

Nell'Alto Medioevo Anagni rientrò nel patrimonio fondiario pontificio e i papi riconobbero ai suoi vescovi speciale considerazione. Zaccaria di Anagni fu legato di papa Nicola I al sinodo di Costantinopoli dell'861, in cui si decise della validità dell'elezione di Fozio al patriarcato. Nell'896 il vescovo Stefano di Anagni divenne papa con il nome di Stefano VI.

Mentre papa Alessandro II era presente ad Anagni, avvenne nel 1062 l'elezione del vescovo Pietro di Salerno, canonizzato nel 1110, a cui si deve il rifacimento dell'antica cattedrale anagnina. Durante il suo episcopato, nel 1088, fu ratificata da papa Urbano II l'unione della diocesi di Treba con quella di Anagni, ai cui vescovi era già stata data in amministrazione dai papi precedenti.[11]

Nel XII e XIII secolo in più occasioni Anagni vide la presenza o divenne la dimora dei pontefici romani. Adriano IV vi morì nel 1159 e Lucio III (1181-1185) vi risiedette diverse volte. Papa Alessandro III si rifugiò in Anagni per sfuggire a Federico Barbarossa e fu proprio dalla cattedrale di Anagni che nel 1160 scomunicò Federico Barbarossa e l'antipapa Vittore IV sostenuto dall'imperatore; lo stesso pontefice ad Anagni canonizzò Bernardo di Chiaravalle nel 1174, stipulò il cosiddetto Pactum anagninum nel 1176 e consacrò la cattedrale nel 1179. Diversi papi ebbero forti legami con Anagni: Innocenzo III (1198-1216); Gregorio IX (1227-41), già canonico della cattedrale, che pose la diocesi sotto l'immediata soggezione della Santa Sede; Innocenzo IV (1243-54), che fu eletto papa nel palazzo dei canonici di Anagni; Alessandro IV (1254-61), anch'egli membro del capitolo dei canonici, che ricompensò elevando a 24 i suoi membri, e che canonizzò santa Chiara nella cripta della cattedrale; e infine Bonifacio VIII (1294-1303), noto per l'episodio passato alla storia con il nome di "schiaffo di Anagni". Tutti questi papi elargirono ampi benefici a favore della Chiesa e della cattedrale anagnina.

Thomas Becket fu canonizzato da Alessandro III nella vicina Segni. Lo stesso papa fece erigere nella Cattedrale una cappella in suo onore che oggi presenta un ciclo pittorico dell'epoca; la cappella è divenuta successivamente il luogo di sepoltura dei canonici. Nella stessa cattedrale è conservato un cofanetto reliquiario in smalti di Limoges che rappresenta l'uccisione del santo inglese.

Nel Cinquecento diversi cardinali si succedettero sulla cattedra di Anagni. Nella seconda metà del secolo, i vescovi cominciarono ad applicare le normative di riforma del Concilio di Trento. Gaspare Viviani (1579-1605) celebrò il primo sinodo diocesano e per primo fece la visita ad limina a Roma. Il successore Antonio Seneca (1607-1626) fondò il seminario nel 1608.

Nel Seicento i problemi di giurisdizione tra varie diocesi con la vicina e potente abbazia di Subiaco furono risolti con una serie di transazioni, approvate dai pontefici; nel 1639 la diocesi di Anagni cedette all'abbazia i territori di Jenne e di Trevi, sui quali Subiaco ebbe autonoma e sovrana giurisdizione; tale transazione fu approvata da papa Urbano VIII il 21 luglio 1639.[12]

«All'inizio del XVIII secolo la diocesi comprendeva una decina di località per un totale di ventisei parrocchie (sei nel capoluogo), i cui 12.500 abitanti contavano su 119 sacerdoti».[8]

Con la fine dell'occupazione francese, il vescovo Gioacchino Tosi fu sospeso dalle sue funzioni e costretto a dimettersi per aver prestato il giuramento di fedeltà all'Impero (1815); la diocesi rimase vacante per oltre vent'anni, durante i quali fu gestita da amministratori apostolici.

Nel 1897 papa Leone XIII, originario della diocesi, fondò ad Anagni il Pontificio Collegio Leoniano, affidandone la responsabilità ai padri della Compagnia di Gesù, che mantennero la gestione fino al 1984. Con Pio X divenne seminario per la formazione dei sacerdoti delle diocesi del Lazio. Dal 1931 è divenuto seminario regionale per il Lazio meridionale e per le sedi suburbicarie.

Anagni-Alatri

Il 30 novembre 1972 Vittorio Ottaviani, già vescovo di Alatri, fu nominato anche vescovo di Anagni, unendo così in persona episcopi le due diocesi, che rimasero unite anche con il successivo vescovo Umberto Florenzani.

Il 2 settembre 1984 papa Giovanni Paolo II si recò in visita pastorale nella città di Alatri,[13] mentre il 31 agosto 1986 visitò la città di Anagni.[14]

Il 30 settembre 1986, in forza del decreto Instantibus votis della Congregazione per i vescovi, le due sedi sono state fuse in una sola diocesi con il nome attuale di Anagni-Alatri.

Il 16 luglio 2002 la diocesi si ingrandì con il territorio delle parrocchie del comune di Trevi nel Lazio, appartenute in precedenza all'abbazia territoriale di Subiaco.[15]

Dal 10 novembre 2022 è unita in persona episcopi alla diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino.

Cronotassi dei vescovi

Riepilogo
Prospettiva

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Alatri

Vescovi di Anagni

Vescovi di Anagni-Alatri

Statistiche

La diocesi nel 2022 su una popolazione di 91.583 persone contava 89.108 battezzati, corrispondenti al 97,3% del totale.

Ulteriori informazioni anno, popolazione ...
anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
diocesi di Anagni
195941.30041.302100,09536594346025329
197042.66642.666100,09134574686220032
198048.48048.500100,06329347693920034
diocesi di Alatri
195030.00030.000100,06735324473210016
195938.95039.00099,95126257637411016
197031.26031.29199,94826226512511222
198031.15331.153100,0412714759165022
diocesi di Anagni-Alatri
199081.50081.80999,69357368763831053
199783.00084.96997,76844241.2203127053
200083.50084.00099,47045251.1922727054
200183.50084.00099,47245271.1592927054
200385.20086.00099,17143281.20023122056
200485.20086.00099,17244281.18313022056
200685.25086.20098,97445291.15213021056
201289.50092.39096,96341221.42022421356
201589.40092.05097,16641251.35422821056
201888.50890.90897,45735221.55232620656
202085.00387.32297,34935141.73441716556
202289.10891.58397,34835131.85641414656
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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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