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Diocesi di Forlì-Bertinoro

diocesi della Chiesa cattolica in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Diocesi di Forlì-Bertinoro
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La diocesi di Forlì-Bertinoro (in latino Dioecesis Foroliviensis-Brittinoriensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Ravenna-Cervia appartenente alla regione ecclesiastica Emilia-Romagna. Nel 2023 contava 177.800 battezzati su 189.800 abitanti. È retta dal vescovo Livio Corazza.

Disambiguazione – "Diocesi di Forlimpopoli" rimanda qui. Se stai cercando la diocesi titolare, vedi Sede titolare di Forlimpopoli.
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La concattedrale di Bertinoro.
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La basilica di San Rufillo a Forlimpopoli.
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Territorio

Riepilogo
Prospettiva

La diocesi si estende su due province dell'Emilia-Romagna:

Sede vescovile è la città di Forlì, dove si trova la cattedrale di Santa Croce. A Bertinoro sorge la concattedrale di Santa Caterina. A Forlì si trovano pure due basiliche minori: San Pellegrino Laziosi e San Mercuriale. A Forlimpopoli sorge la basilica minore di San Rufillo.

Il territorio si estende su 1.182 km² ed è suddiviso in 128 parrocchie, raggruppate in 10 vicariati: Forlì centro storico, Forlì est, Forlì sud, Forlì sud-ovest, Forlì ovest, Forlì nord-ravennate, Bertinoro-Forlimpopoli, Valle del Bidente, Val di Rabbi e Acquacheta.

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie della diocesi di Forlì-Bertinoro.
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Storia

Riepilogo
Prospettiva

Forlì

La diocesi di Forlì risale ad epoca antica. Tradizionalmente la sua nascita viene fissata al II secolo e viene indicato come protovescovo san Mercuriale, la cui moderna critica storica lo colloca nel IV secolo circa. Benché la tradizione e gli storici locali abbiano elencato una lunga serie di vescovi nei primi secoli, il primo prelato forlivese storicamente documentato e certo è Crescente, vissuto a metà del VII secolo. Fin dai suoi inizi la diocesi di Forlì era suffraganea dell'arcidiocesi di Ravenna.

La prima cattedrale vescovile sorse fuori delle mura urbane, come in quasi tutte le città di Romagna[2]. La pieve di Santo Stefano rimase cattedrale fino al 720, anno in cui la sede episcopale fu trasferita in Santa Croce[3]. Nel Medioevo il capitolo della cattedrale aveva il diritto di eleggere il vescovo, ma, con l'età moderna, questa prerogativa andò perduta. Ancora nel 1433, il capitolo della cattedrale, in accordo con i maggiorenti cittadini, volle decidere l'elezione del vescovo, Guglielmo Bevilacqua, in contrasto però con la volontà di papa Eugenio IV.

Nel 1428 un incendio distrusse completamente una scuola di Forlì, lasciando intatta solo un'effigie cartacea della Vergine, da allora venerata dai forlivesi con il titolo di Vergine del Fuoco. Nello stesso secolo è registrato a Forlì un altro fatto miracoloso riguardo ad un'altra immagine mariana, che colpita da un pugnale, avrebbe schizzato sangue dalla ferita, dando origine alla devozione della Madonna della ferita.

Verso la metà del XVII secolo fu istituito il seminario vescovile di Forlì, ad opera del vescovo Giacomo Teodolo.

Il 7 luglio 1850 cedette una porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Modigliana (oggi diocesi di Faenza-Modigliana).

Il 7 ottobre 1972, in forza del decreto Quo aptius della Congregazione per i vescovi, la diocesi ampliò il proprio territorio a scapito della diocesi di Modigliana. Furono annessi alla sede forlivese i comuni di Castrocaro Terme e Terra del Sole, Dovadola, Portico di Romagna, Rocca San Casciano, San Benedetto in Alpe, il vicariato di Premilcuore-Fantella, le parrocchie di Santa Maria in Cuzzano e di San Biagio in Sarturano, entrambe nel comune di Tredozio, la parrocchia di San Pietro in Senzano e parte del territorio della parrocchia di Santa Maria in Limisano, nel comune di Modigliana.[4]

Il 7 ottobre 1975 con un altro decreto dal nome Quo aptius, alla diocesi di Forlì furono aggregate anche le parrocchie della Valle del Bidente nei comuni di Galeata, Santa Sofia e Bagno di Romagna, fino a quel momento comprese nella diocesi di Sansepolcro (oggi diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro).[5]

Al momento dell'unione definitiva con la diocesi di Bertinoro (1986), Forlì comprendeva 86 parrocchie nei comuni di Forlì (46), Bagno di Romagna (1), Castrocaro Terme e Terra del Sole (5), Dovadola (2), Galeata (4), Meldola (3), Portico e San Benedetto (3), Predappio (3), Premilcuore (2), Rocca San Casciano (2), Santa Sofia (4), Ravenna (8) e Russi (3).[6]

Forlimpopoli-Bertinoro

La diocesi di Forlimpopoli fu eretta probabilmente nel V secolo ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Ravenna. Le origini della diocesi di Forum Popili sono legate al culto del patrono san Rufillo, ritenuto unanimemente protovescovo della città nel corso del V secolo.

Nella ricostruzione storica della cronotassi dei vescovi, nel corso dei secoli molti nomi spuri si sono aggiunti all'elenco, che solo a partire dagli studi di Lanzoni sono stati emendati. Dalla tradizionale cronotassi, riportata da Cappelletti, secondo il recente studio di Franco Zaghini sono da rimuovere i vescovi Grato, Sabino, Asello, Fortunato, Mailoco, Stefano, Magno, Anfriso e Agilulfo.

Le vicende della diocesi furono strettamente legate a quelle della città, coinvolta in diversi scontri, a partire dalle invasioni bizantine e longobarde del VII secolo e dall'invasione da parte di Federico Barbarossa nel XII secolo.

Nel 1360 Forlimpopoli fu distrutta dal cardinale Gil Álvarez Carrillo de Albornoz, e la sede della diocesi trasferita a Bertinoro. Il primo vescovo di Bertinoro fu il francese Roberto Boyssel, vescovo di Forlimpopoli dal 1359. Assumendo il titolo della nuova diocesi ereditò per sé e i suoi successori i diritti sulla diocesi forlimpopolese[7].

Il titolo di chiesa principale della nuova diocesi fu assegnato a un piccolo edificio sacro sito nella piazza centrale del paese, adiacente al palazzo comunale. La chiesetta, intitolata a Santa Caterina d'Alessandria, dovette essere ampliata. I lavori si svolsero nel Quattrocento. Nel 1393 le cronache registrarono un fatto portentoso: una croce azzurra sarebbe apparsa sopra il fonte battesimale per undici giorni di fronte a tutto il popolo. Sin dall'Alto Medioevo l'unico fonte del paese si trovava nella pieve di Santa Maria, sita sul monte Cesubeo non lontano dalla rocca.

Nella seconda metà del XVI secolo il vescovo Giovanni Andrea Caligari ricostruì la cattedrale di Bertinoro e lasciò l'originaria sede in borgo Carnevali per prendere residenza nella rocca, donatagli da papa Clemente VIII. Il fonte battesimale venne trasferito nella nuova cattedrale[7].

Durante il dominio napoleonico, nel 1803 fu stipulato tra la Santa Sede e la Repubblica Italiana un concordato che prevedeva la soppressione della diocesi di Bertinoro assieme a quella di Sarsina, «a condizione che le rispettive diocesi siano riunite di comune concerto ad altre diocesi vicine».[8] Di fatto però questa decisione non fu mai ratificata da un provvedimento canonico pontificio, e il vescovo Giacomo Boschi poté rimanere sulla sua sede fino al 1807, quando fu trasferito a Carpi. Seguirono diversi anni di sede vacante, durante i quali la diocesi fu affidata in amministrazione all'arcivescovo di Ravenna, in qualità di metropolita. Nel 1817 fu nominato un nuovo vescovo di Bertinoro, il cappuccino Federico Bencivenni, ma poiché molti dei beni ecclesiastici erano stati venduti, si trovava in una situazione economica miserevole.

Il 28 agosto 1824 in forza della bolla Dominici gregis di papa Leone XII la sede di Bertinoro fu unita a quella di Sarsina. L'unione con Sarsina, problematica soprattutto per la difficoltà di comunicazione tra le due sedi, fu revocata attorno al 1872, quando la diocesi di Sarsina tornò ad avere un proprio vescovo.

Il 7 luglio 1850 cedette una porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Modigliana (oggi diocesi di Faenza-Modigliana).

Al momento dell'unione definitiva con la diocesi di Forlì, Bertinoro comprendeva 41 parrocchie nei comuni di Bertinoro (8), Cesena (5), Civitella di Romagna (4), Forlì (6), Forlimpopoli (5), Meldola (5), Predappio (7) e Santa Sofia (1).[9]

Sedi unite

Il 9 giugno 1976 Giovanni Proni, vescovo di Bertinoro e coadiutore di Paolo Babini a Forlì, succedette al Babini sulla sede forlivese, unendo così in persona episcopi le due diocesi.

Il 30 settembre 1986, in forza del decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi, fu stabilita la piena unione delle due diocesi e la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto il nome attuale.

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Cronotassi dei vescovi

Riepilogo
Prospettiva

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Forlì

Vescovi di Forlimpopoli

  • San Rufillo † (V secolo)
  • Stefano † (menzionato nel 649)
  • Magno † (menzionato nel 680)
  • Giovanni I † (menzionato nel 731)
  • Anscauso † (menzionato nel 755)
  • Giovanni II † (prima dell'858 - dopo l'861)
  • Arnaldo † (prima del 955 - dopo il 967)
  • Sergio † (menzionato nel 983)
  • Giumegisto o Guinigiso † (X secolo)
  • Teuperto † (prima del 998 - dopo il 1014)
  • Onesto † (menzionato nel 1035)
  • Pietro † (prima del 1053 - dopo il 1077)
  • Guido † (menzionato nel 1119/1120)
  • Ansarico o Ausarico † (menzionato nel 1152)
  • Enrico † (menzionato nel 1165)
  • Gregorio † (menzionato nel 1177)
  • Lanfranco o Lanfredo † (prima di novembre 1179 - dopo il 1182)[21]
  • Guardo o Gualfo † (prima del 1195 - 1213 deceduto)
  • Ubertello † (1214 - marzo 1223 deceduto)
  • Egidio † (1224 - dopo il 1241)
  • Giovanni III † (prima del 1251 - circa 1262 deceduto)[22]
  • Aimerico † (8 febbraio 1262 - marzo 1270 deceduto)
  • Ravaldino † (prima di settembre 1270 - 1285 deceduto)
  • Taddeo † (26 agosto 1285 - 1303 deceduto)[23]
  • Pietro I, O.F.M. † (prima del 31 maggio 1304[24] - circa 1314 deceduto)
  • Pietro II Lancetti, O.S.B. † (circa 1314 - 15 febbraio 1321 deceduto)
  • Ubaldo Gabrielli, O.S.B. † (30 aprile 1321 - 6 giugno 1323 nominato vescovo di Treviso)
  • Ugolino, O.P. † (6 giugno 1323 - 1359 deceduto)
  • Roberto Boiselli (Boysel o Boyssel), O.F.M. † (15 novembre 1359 - 1360 trasferitosi a Bertinoro)[25]

Vescovi di Bertinoro

Vescovi di Forlì-Bertinoro

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Statistiche

Riepilogo
Prospettiva

La diocesi nel 2023 su una popolazione di 189.800 persone contava 177.800 battezzati, corrispondenti al 93,7% del totale.

Ulteriori informazioni anno, popolazione ...
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Note

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Bibliografia

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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