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Pietro di Anagni
vescovo e santo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Pietro (Salerno, inizi XI secolo – Anagni, 3 agosto 1105) fu vescovo di Anagni. Fu proclamato santo da papa Pasquale II nel 1110.
Biografia
Apparteneva alla nobile famiglia longobarda dei principi di Salerno. Rimasto orfano in giovane età, fu affidato ai monaci dell'abbazia di San Benedetto a Salerno: fu prelevato dal monastero dal cardinale Ildebrando di Soana, che lo affiancò come cappellano a papa Alessandro II.[1]
Eletto vescovo di Anagni, si dedicò alla riforma del clero, ravvivò il culto del martire locale san Magno, restaurò la cattedrale e recuperò alla Chiesa i beni usurpati dai laici.[1]
Durante l'episcopato dovette lasciare due volte la sua sede: Alessandro II lo inviò come apocrisario presso l'imperatore d'Oriente Michele VII Ducas e seguì Boemondo di Taranto nella crociata in Terra santa.[1]
Morì nel 1105.
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Culto
Il suo amico e antico collaboratore Bruno, vescovo di Segni, inviò al papa una narrazione (perduta) della vita e dei miracoli del predecessore.[2]
Con bolla data in Segni il 4 giugno 1110, papa Pasquale II annoverò Pietro tra i santi, ne autorizzò il culto per le diocesi della Campania e ne fissò la festa al 3 agosto.[2]
Il suo elogio si legge nel Martirologio romano al 3 agosto.
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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