do
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Vedi anche: Do, dò, dó, dö e .do |
do ( approfondimento) m inv
do
IPA: /ˈdɔ/
do
/do/
do sing (pl.: dos)
do (vai alla coniugazione) (3ª persona sing. presente does, participio presente doing, passato semplice did, participio passato done)
do (vai alla coniugazione) (3ª persona sing. presente does, participio presente doing, passato semplice did, participio passato done)
do (vai alla coniugazione) (3ª persona sing. presente does, participio presente doing, passato semplice did, participio passato done)
dal medio inglese do, derivato dall'anglosassone dōn, a sua volta dalla radice proto-germanica *dōną, "fare", (da cui anche il tedesco tun, l'olandese doen), discendente del proto-indoeuropeo *dʰeh₁-, "fare, collocare, porre, allestire, mettere in atto". Dalla stessa radice indoeuropea, attraverso varie variazione fonetiche, discendono anche il sanscrito दधाति (dádhāti), "collocare, porre, instaurare, fare"; la radice balto-slava *dēˀtei, da cui il lituano dėti, "collocare, porre"; il greco antico τίθημι (títhēmi), "collocare, porre, instaurare", θεσμός (thesmós), "regola, precetto", θετός (thetós), "collocato, stabilito", θεμέλιον (themélion), "fondamenta"; la radice proto-italica *fakiō da cui il latino facio, "fare"; e la desinenza -dos del latino (sacer)dos, "sacerdote"
l'utilizzo di do come ausiliare per la costruzione di interrogative e negative è peculiare dell'inglese, e non si riscontra niente di simile nelle lingue germaniche (ancora in anglosassone si utilizzava la particella ne per il negativo, poi caduta in disuso, di discendenza germanica e correlata al tedesco nein; si vedano anche none e no); potrebbe essere di derivazione celtica brittonica
la forma flessa moderna di terza persona singolare does era nel medioevo una variante nel dialetto della Northumbria; iniziò ad affermarsi in inglese nel XVI secolo, accanto alle forme più antiche doth/doeth e dost/doeth e (si veda la sezione "uso" per approfondimento), rimpiazzando poi queste ultime solo nel XVII secolo
come sostantivo, derivato dal verbo; originariamente con il significato (oggi obsoleto) di "disputa, confusione, conflitto, agitazione", divenuto poi, verso la metà del XVII secolo, "qualcosa da fare, avvenimento"
do
do (vai alla coniugazione) prima coniugazione (paradigma: dō, dās, dedī, datum, dāre)
Ascolta la pronuncia (pronuncia classica) :
dal proto-italico *didō, discendente dell'indoeuropeo *dédeh₃ti, duplicazione con valore rafforzativo o frequentativo della radice *deh₃-, "dare"; dalla stessa radice derivano anche il greco antico δίδωμι (dídōmi), "dare, concedere"; il sanscrito ददाति (dádāti), "dare, concedere, offrire"; la radice balto-slava *dṓˀtei, da cui il lituano duoti, "dare", e il lettone dot, "dare"; sempre in latino la radice *deh₃- è inoltre all'origine del sostantivo donum e del verbo dono
la duplicazione d-d, presente nell'indoeuropeo e anche nella radice proto-italica, è venuta a mancare nel tema del presente del verbo latino, ma è ragione del tema ded- del perfetto (irregolare, per un verbo di prima coniugazione)
do
do m e f pl (ortografia classica)
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