San Ginesio
comune italiano della provincia di Macerata Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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San Ginesio è un comune italiano di 3 071 abitanti[1] della provincia di Macerata nelle Marche.
San Ginesio comune | |
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Panorama con i Monti Sibillini | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Marche |
Provincia | Macerata |
Amministrazione | |
Sindaco | Giuliano Ciabocco (lista civica) dall'11-6-2018 (2º mandato dal 15-5-2023) |
Territorio | |
Coordinate | 43°06′28.24″N 13°19′00″E |
Altitudine | 680 m s.l.m. |
Superficie | 78,02 km² |
Abitanti | 3 071[1] (30-6-2023) |
Densità | 39,36 ab./km² |
Frazioni | Botondolo, Campanelle, Cardarello, Casa Gatti, Cerqueto, Colle, Collina, Ficcardo, Fontepeschiera, Macchie, Maregnano, Morichella, Morico, Passo San Ginesio, Pian di Pieca (Pieca e Santa Maria di Pieca) Rocca Colonnalta, San Liberato, Santa Croce, Santa Maria in Alto Cielo, Torre di Morro, Vallato, Vallimestre[2][3] |
Comuni confinanti | Cessapalombo, Camporotondo di Fiastrone, Colmurano, Gualdo, Fiastra, Ripe San Ginesio, Sant'Angelo in Pontano, Sarnano, Tolentino |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 62026 |
Prefisso | 0733 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 043046 |
Cod. catastale | H876 |
Targa | MC |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[4] |
Cl. climatica | zona E, 2 435 GG[5] |
Nome abitanti | ginesini e/o sanginesini |
Patrono | san Ginesio martire |
Giorno festivo | 25 agosto |
Cartografia | |
Posizione del comune di San Ginesio nella provincia di Macerata | |
Sito istituzionale | |
Il comune di San Ginesio si trova a 680 m s.l.m.,[3] ed è il 5º comune più alto e il 12° più esteso nella provincia di Macerata.[6][7] Situato a 60 chilometri da Ancona e 25 da Macerata, confina con la Via Picena, SS 78, che mette in comunicazione il territorio maceratese con i Monti Sibillini. L'altezza minima media del suo territorio è di 196 m, mentre quella massima di 1 294 m.[3] Si trova all'interno del parco nazionale dei Monti Sibillini e, grazie alla sua elevata posizione, il panorama spazia dal Conero agli Appennini umbro-marchigiani, con la vista di Monte San Vicino, della totalità dei monti dei Sibillini (come Monte Vettore, Cima del Redentore, Monte Sibilla, Monte Porche, Monte Priora, Pizzo Berro, Pizzo Tre Vescovi, Monte Rotondo) giungendo fino al Monte Ascensione e al Gran Sasso: per questa ragione San Ginesio è anche detto "il balcone dei Sibillini".[8] Uno dei punti più alti del territorio che risulta abitato è la frazione di San Liberato, che si trova a 800 m circa.
Il borgo, soprannominato anche "il paese delle 100 chiese",[9] sorge anche in un sito panoramico che consente la vista dei comuni di Macerata, Falerone, Treia, Civitanova Marche, Gualdo, Ripe San Ginesio, Sant'Angelo in Pontano, Penna San Giovanni e Monte San Martino, delle frazioni di Passo San Ginesio, Pian di Pieca e Santa Croce (appartenenti al Comune stesso), della frazione di Sassotetto (Sarnano) e la vista del mare Adriatico e delle pale eoliche di Serrapetrona. All'interno del territorio comunale nasce e scorre il fiume Fiastra, presente già in epoca romana con il nome Flussorius, che sfocia nel Chienti, e il torrente Entogge, che sfocia nel Fiastra,[10] mentre nei pressi delle frazioni Morico, Morichelli e Pian di Pieca scorre il Fiastrone.[11] Per evitare problemi di distribuzione idrica, il paese è dotato di un grande serbatoio, che in caso di penuria sopperisce alla necessità.
Il suo vasto territorio si estende dall'alta montagna alla pianura, ragion per cui il clima è vario: si passa da un clima estivo piacevole e ventilato a inverni piuttosto rigidi e innevati, mentre le stagioni intermedie sono miti e piovose. Questo particolare comportamento climatico è comune nelle aree che si trovano nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Generalmente, la temperatura media di San Ginesio si aggira intorno al 5/6°C a gennaio, per raggiungere poi i 23/24 °C nel mese di luglio, anche se a volte possono variare. Secondo gli studi dell'Ente Parco, San Ginesio ha un coefficiente nivometrico del 20/25%[12] e attraverso le analisi effettuate con l'utilizzo di ERA-5, un sistema di rianalisi atmosferica del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine, dal 1979 al 2021 la temperatura media di San Ginesio è aumentata di circa 2 °C a causa del surriscaldamento globale.[13] Il Comune, inoltre, dispone di una stazione meteorologica situata a Pian di Pieca, a 468 m s.l.m..[14]
Dati meteo 2020[15] | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 7,5 | 8,2 | 12,0 | 15,7 | 19,9 | 24,7 | 27,6 | 27,7 | 22,5 | 18,1 | 13,0 | 8,6 | 8,1 | 15,9 | 26,7 | 17,9 | 17,1 |
T. media (°C) | 3,1 | 3,5 | 7,0 | 10,8 | 15,1 | 19,7 | 22,4 | 22,3 | 17,3 | 13,4 | 8,7 | 4,3 | 3,6 | 11,0 | 21,5 | 13,1 | 12,3 |
T. min. media (°C) | −0,6 | −1,0 | 2,1 | 5,6 | 9,7 | 13,8 | 16,2 | 16,5 | 12,5 | 9,3 | 5,0 | 0,5 | −0,4 | 5,8 | 15,5 | 8,9 | 7,5 |
Precipitazioni (mm) | 76 | 75 | 93 | 114 | 113 | 91 | 69 | 69 | 92 | 81 | 103 | 97 | 248 | 320 | 229 | 276 | 1 073 |
Giorni di pioggia | 8 | 8 | 9 | 11 | 10 | 8 | 7 | 8 | 9 | 8 | 9 | 9 | 25 | 30 | 23 | 26 | 104 |
Umidità relativa media (%) | 82 | 80 | 76 | 74 | 72 | 66 | 59 | 61 | 71 | 79 | 82 | 83 | 81,7 | 74 | 62 | 77,3 | 73,8 |
La prima citazione conosciuta del nome è "castrum Sancti Genesij", risalente al 995.[16] È probabile che il luogo precedentemente denominato "Avia" o "Oppidum esculanum" mutasse nel toponimo San Ginesio dopo il passaggio dei Franchi di Carlo Magno.
Il santo patrono del borgo non è Genesio di Arles, né il Genesio di Brescello, come scritto da Gaetano Moroni,[17] ma Genesio di Roma, mimo fatto martirizzare nel 303 dall'imperatore Diocleziano per essersi rifiutato di rappresentare in scena, in modo burlesco, il battesimo sacramento dei Cristiani. Per questa ragione il santo è diventato il patrono della gente di teatro. Nel 1601 papa Clemente VIII concesse a San Ginesio la reliquia del santo consistente in un braccio sinistro; ma siccome il martire Ginesio e il martire Eleuterio erano stati sepolti insieme, per evitare confusioni, le "sante braccia sinistre" inviate furono due. Da allora le reliquie sono conservate nella maggiore chiesa del luogo, denominata col nome di Collegiata.
Prima della nascita della Repubblica, che ne ufficializza la scrittura attraverso il decreto del Presidente della Repubblica del 1952,[18] il nome del comune non era sempre diviso come lo conosciamo oggi, ovvero San Ginesio, ma spesso si poteva trovare scritto unito, quindi Sanginesio. Ad esempio, troviamo "San Ginesio" nel Dizionario di Gaetano Moroni (1846),[17] mentre "Sanginesio" nel primo volume della guida dell'Italia Centrale del Touring Club Italiano (1924).[19]
La storia di San Ginesio inizia intorno al I millennio a.C., quando i Senoni si stanziarono nel territorio. Con l'arrivo dei romani i galli Senoni vennero sconfitti e conquistati, più precisamente dal III secolo a.C al I secolo d.C..[20] San Ginesio si presenta con pianta urbanistica a croce, circondato da un imponente giro di mura castellane dove sono ancora visibili i rompi-tratta e tutte le strutture difensive dell'epoca, dal camminamento di ronda, alle feritoie per arcieri e ai torrioni.[21] Con la caduta dell'Impero Romano, i Goti e i Longobardi, questi ultimi spodestati da Carlo Magno, distrussero gli insediamenti di pianura, costringendo gli abitanti ad arroccarsi e a rifugiarsi nelle colline più interne, dove i nobili erano soliti recarsi per le loro battute di caccia. Con l'arrivo dei Normanni nel X secolo, la borghesia prese la decisione di costruire una fortificazione sul colle più alto per dominare il passaggio a valle da un luogo adatto: così nacque San Ginesio.
Gestito a mo' di Repubblica, con le costituzioni egidiane del XIV secolo, scritte dal cardinale Egidio Albornoz, il Comune divenne territorio dello Stato pontificio e venne governato dai Da Varano di Camerino dal 1355 fino al 1434.[22] Fu proprio in questo periodo che nacque la grande sfida con la Marca Fermana e Fermo, che sfociò il 30 novembre 1377 anche in una battaglia, la battaglia della Fornarina.[23][24] L'indebolimento della casata dei Da Varano favorì la discesa del condottiero milanese Francesco Sforza che nel 1434 assoggettò un gran numero di territori della Chiesa, che furono poi liberati nel 1443 dall'altro Capitano di Ventura Niccolò Piccinino, al soldo del papato.[25] Fu solo nel 1445 che San Ginesio riconobbe pacificamente la sua appartenenza al dominio pontificio. Tra il 1450 e l'elezione al soglio pontificio di papa Pio II trecento ginesini vennero esiliati, accusati di complottare contro il Papa. Essi trovarono riparo nel comune di Siena. Il loro comportamento in questa città fu così lodevole e irreprensibile che i suoi governanti inviarono ambasciatori senesi a San Ginesio per difendere la loro causa presso la magistratura ginesina, ottenendone il perdono[16] e il permesso di rientrare in patria. Accompagnati da esponenti della città di Siena, gli esuli si presentarono alla "Porta Picena" recando in dono un crocifisso ligneo in segno di pace[26] e, in segno di concordia, gli Statuti senesi sui quali adeguare il nuovo ordinamento municipale che, redatto sul modello senese,[27] papa Pio II approvò nel 1458. Il governo cittadino scelse un pittore senese per rappresentare il quadro della storica battaglia, conosciuto come Quadro di Sant'Andrea.[28]
Nel XVI secolo l'Inquisizione istituì nel paese alcuni processi per eresia. Quello che fece più scalpore fu quello di Matteo Gentili,[29][30] che fuggì insieme a suo figlio Alberico, poi raggiunti dal penultimo, Scipione. I due fratelli divennero noti giuristi.
San Ginesio, durante la seconda guerra mondiale, fu un paese di collegamento strategico tra le Marche, visto il vasto territorio che confinava con la SS 78. Con la nascita della Repubblica Sociale Italiana nel 1943, nel territorio comunale iniziò ad operare il Gruppo Vera, guidato da Girolamo Casà, che dopo essere fuggito da Bari, aiutò i partigiani ginesini. Numerosi furono gli eventi che videro contrapposti soldati nazifascisti, partigiani e civili, che sfociarono in sparatorie e processi sommari, come l'assalto ad un ufficiale delle SS presso Pian di Pieca nella notte tra il 16 e 17 giugno, l'uccisione del carabiniere Glorio Della Vecchia a Passo San Ginesio e di padre Sigismondo Damiani da parte della II° Brandenburg 3 nell'eremo di San Liberato.[31][32][33]
Nel 1969 San Ginesio fu al centro di un importante patto politico: Arnaldo Forlani e Ciriaco De Mita stipularono un patto che avrebbe dovuto rinnovare la Democrazia Cristiana e portarli alla testa del partito. Il patto fu chiamato il "Patto di San Ginesio". Il convegno si realizzò quando Forlani divenne segretario del partito e De Mita vicesegretario, per discutere del cambio di generazione (dalla seconda alla terza) e per la successione di Giuseppe Saragat.[34][35] Nel 1972, dopo l'accordo e il via libera per il governo di Centro-destra di Giulio Andreotti, con il Congresso successivo, Forlani venne sostituito da Amintore Fanfani alla segreteria della DC, quindi la seconda generazione su quelli di San Ginesio vinsero. Con le vicende di tangentopoli, il rinnovamento della DC al quale dichiaravano di ispirarsi i giovani riuniti nel paese, fu imprevedibile.[35] Nel 1997 San Ginesio venne colpito dal terremoto di Umbria e Marche e nel 2016 dal terremoto del Centro Italia del 2016 e del 2017, subendo notevolissimi danni.
Lo stemma di San Ginesio comparve per la prima volta nel Medioevo medioevo e, come traccia, oggi vengono conservati tre sigilli, conosciuti come "sigilli comunali". Nel volume XIX delle Antichità Picene, a cura di Giuseppe Colucci, lo storico antiquario settecentesco Telesforo Benigni afferma che ai suoi tempi esistevano ancora degli antichi sigilli rotondi, di cui riproduce le immagini.[21][36] In uno di essi è rappresentato un tempio, con a fianco un personaggio togato con qualcosa in testa che non si capisce bene: per Benigni il santo protettore. Nell'altro è rappresentato lo stesso tempio, con lo stesso personaggio a sinistra della costruzione che è sormontata dalle chiavi incrociate, simbolo dell'autorità papale.[21][36] In entrambe, nella scritta incisa in caratteri gotici nella corona circolare che chiude l'immagine, si legge[36]: † S. Nos Populum vestrum custodi Sancte Genesi. Il Benigni interpreta: San Ginesio, proteggi noi, vostro popolo; mentre nella S. legge l'abbreviazione per: Sigillo. Il Morichelli Riccomanni invece interpreta la S. per Senatum, e di conseguenza traduce: "San Ginesio, proteggi il senato nostro, vostro popolo".
Sicuramente si tratta di un sigillo usato per dispacci, e non di uno stemma. Ma interessante è la lettura del personaggio togato che qualche autore moderno ha supposto non si tratti del santo protettore, quanto invece dell'imperatore Federico II, del quale i Ginesini furono fedeli e valorosi alleati al punto di meritare il titolo di Defensores Imperii, titolo che conserveranno negli Statuti comunali per designare i massimi esponenti del governo cittadino, vale a dire i quattro priori e il gonfaloniere.[36]
A partire dal XV secolo la popolazione ginesina non utilizzò più i sigilli poiché papa Pio II concesse lo stemma.[21] Da questo evento lo stemma venne documentato in opere pittoriche, nel frontespizio della chiesa Collegiata di Enrico Alamanno e in alcune pergamene particolarmente importanti del 1464, lo scudetto che riconosce tuttora come stemma comunale.
A dimostrazione ne è il Quadro di Sant'Andrea. Sulla porta e sull'antiporta della cerchia delle mura castellane che fanno da quinta alla battaglia è raffigurato per ben due volte lo stemma di San Ginesio. Lo stesso stemma venne riportato da Stefano Folchetti nel dipinto Madonna in trono col Bambino, san Francesco e il beato Liberato da Loro Piceno del 1498, che il Magistrato aveva fatto dipingere, quale pala d'altare per la chiesa del convento di San Liberato.
Si suppose che papa Pio II concesse a San Ginesio di fregiarsi del suo stemma che recava una croce, alla quale furono tolti due bracci a simboleggiare le due scomuniche inflitte alla Terra. L'idea cadde dal momento che lo stemma di San Ginesio, insieme a quello del papa reggente Martino V, dei Signori da Varano, dell'arciprete e del mastro-architetto bavarese Enrico Alemanno, già dal 1421 era stato riprodotto nel frontespizio della Collegiata.
Oggi, molto più correttamente, seguendo i rigidi protocolli della scienza araldica, si ritiene si tratti di una croce gammata, vale a dire una croce ripiegata sui due bracci di diversa grandezza che in quella posizione configurano la lettera greca gamma, cioè "G", nel nostro caso lettera iniziale del santo patrono Ginesio.[17]
L'attuale stemma venne presentato e approvato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri il 10 giugno 1951, mentre l'attuale gonfalone dal Presidente della Repubblica il 1º luglio 1952.[37] La blasonatura dello stemma è
«Di rosso, alla squadra d'argento rivolta, uscente dalla punta. Ornamenti esteriori da Comune.»
Quella del gonfalone è:
«Drappo partito di bianco e di rosso riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma comunale con l'iscrizione centrata in argento: Comune di San Ginesio. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dai colori bianco e rosso con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati di argento.»
San Ginesio è quasi interamente costruito in pietra arenaria, proveniente proprio dai vicini Monti Sibillini. Gli edifici presentano elementi dell'architettura nordeuropea, arrivati nel paese in epoca medievale con delle maestranze provenienti dalla Germania, esempio è Pietro ed Enrico Alemanno, e dai Paesi Bassi.[39]
La Chiesa Collegiata di Santa Maria Assunta, chiamata anche Collegiata o Pieve Collegiata,[40] è la chiesa principale di San Ginesio, situata in piazza Alberico Gentili. Una prima struttura venne costruita nel XI secolo su una cappella paleocristiana dedicata a Genesio di Roma, santo patrono del paese, ma dopo l'inizio dell'espansione territoriale verso est dell'abitato, l'amministrazione pubblica decretò la costruzione di una nuova chiesa che potesse contenere molta gente.[24] L'edificio subì numerose modifiche e restauri,[41] a partire dal 1294 ad opera di Angelo Bussi, fino al più importante, ovvero quello riguardante l’abbellimento della parte superiore del frontespizio della facciata, commissionato nel 1421 ad Enrico Alemanno.[42][43] Proprio per il suo intervento, ad oggi è l'unica opera marchigiana in stile gotico fiorito.[44]
L'interno, diviso in tre navate, conserva la cripta originale del periodo paleocristiano, nove cappelle disposte lungo i lati, sei poste nel lato destro e tre poste nel lato sinistro.[45] Sono varie le opere presenti: molte sono opera del ginesino Domenico Malpiedi, anche se sono presenti tele ed affreschi di altri artisti, come Pietro Alemanno, Cristoforo Roncalli, Federico Zuccari, Adolfo De Carolis, Simone De Magistris e pittori della scuola del Perugino.[42][43] Altri artisti ginesini contribuirono all'abbellimento dell’interno, come Stefano Folchetti e Guglielmo Ciarlantini
L'8 settembre 2017 la chiesa venne inserita nel "Primo piano di interventi sui beni del patrimonio artistico e culturale", approvato dall'allora Commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani, il giorno prima della fine dell'incarico.[46] La struttura presenta numerosi danni, sia interni che esterni, dovuti soprattutto alla planimetria e alla dimensione strutturale.[47] Il terremoto ha causato un parziale crollo del soffitto interno e della muratura, che si aggira intorno alle 45 tonnellate di materiale.[48] Per l'intervento di messa in sicurezza sono state utilizzate fasciature in poliestere e un doppio telaio di controventamento in acciaio, che si collegano con la struttura già esistente.[47]
Alcuni studiosi sostengono che sotto il pavimento giacciono le spoglie di Pipino il Breve e di sua moglie Bertrada di Laon,[49] mentre altri sostengono che non sia l'unico edificio di San Ginesio a presentare simboli e incisioni riconducibili all'ordine templare.[49]
«Cento amene colline e cento vedi città e castelli sottostar ridenti e ville e curve vie vedi e rivedi.»
Abitanti censiti[111]
A causa del terremoto del Centro Italia del 2016 e del 2017, alcuni ginesini, sia paesani sia delle frazioni, sono stati costretti ad abbandonare le proprie abitazioni e trasferirsi altrove.
In San Ginesio al 31 dicembre 2019, secondo i dati dell'ISTAT, risiedono 269 stranieri e rappresentano l'8,2% della popolazione. La percentuale maggiore (68,40%) proviene dall'Europa, mentre la minore (6,69%) dall'America.[112] Le nazionalità maggiormente presenti erano:
In San Ginesio, nel 1981, è stato fondato il Centro internazionale di studi gentiliani (CISG), un cenacolo per la cultura giuridico-umanistica che celebra la memoria del giurista Alberico Gentili, la cui statua è collocata nel centro della piazza principale della città.
La biblioteca comunale Scipione Gentili, con 12 000 volumi, si trova nell'ala nord del palazzo del comune ed è gestita dai volontari e dal comune stesso.[121]
Il comune è sede principale dell'istituto comprensivo "Vincenzo Tortoreto".[122] Comprende quattro scuole dell'infanzia,[123] quattro scuole primarie[124] e due scuole secondarie di primo grado,[125] distribuite nei comuni di San Ginesio, Sant'Angelo in Pontano e Ripe San Ginesio. Nel territorio è presente anche l'Istituto di Istruzione Superiore Alberico Gentili, dedicato proprio al giurista Alberico Gentili. L'istituto comprende anche il liceo scientifico con sede a Sarnano.[126] Inoltre, nel comune è presente anche la sede distaccata dell'Istituto Professionale di Stato per l'Industria e l'artigianato Renzo Frau, che si occupa di arredamento e meccanica.[127]
Intorno al 1970, dopo che il comune fornì al proprio territorio la prima antenna radio libera, venne creata la prima stazione radio chiamata Radio Zona L (RZL), poi soppressa. Il nome della radio riprende quello della Comunità montana dei Monti Azzurri, che controlla la "zona L" del territorio.[131]
Nel 1989, nacque la Corale Giulio Bonagiunta, che prende il nome dal musicista ginesino del XVI secolo Giulio Bonagiunta.
Le frazioni del comune sono 23 e sono: Botondolo, Campanelle, Cardarello, Casa Gatti, Cerqueto, Colle, Collina, Ficcardo, Fontepeschiera, Macchie, Maregnano, Morichella, Morico, Passo San Ginesio, Pian di Pieca (Pieca e Santa Maria di Pieca) Rocca Colonnalta, San Liberato, Santa Croce, Santa Maria in Alto Cielo, Torre di Morro, Vallato e Vallimestre.[2][3]
Passo San Ginesio nacque nel 1911 con la creazione dell'azienda Autolinee SASP, che costruì lungo la SS 78 i suoi uffici e il suo deposito mezzi.[136] Durante la seconda guerra mondiale la frazione fu luogo di rastrellamenti e nel 1944 luogo di morte di tre partigiani. Dal 1970 in poi, i passesi (abitanti ginesini della frazione) vivono una faida indiretta con gli abitanti del borgo.
Nel comune di San Ginesio, principalmente nella zona collinare e nella zona pianeggiante del suo territorio, è comune trovare piantagioni di orzo, grano, girasoli, erba medica, mais, vigneti ed uliveti.
Tra le attività economiche più tradizionali, diffuse e attive vi sono quelle artigianali, come la rinomata arte della tessitura finalizzata alla realizzazione di tappeti e di altri prodotti di pregio artistico.[137] Nell'antichità il Comune è rinomato, anche a livello europeo, per i fiorenti commerci.[138]
Le industrie situate nel comune sono principalmente stanziate nella Zona PIP (Piano per gli insediamenti produttivi) della frazione di Pian di Pieca e lungo la SS 78. La zona comprende industrie alimentari, industrie tessili e industrie di materie plastiche. Nel restante territorio comunale possiamo trovare varie industrie minerarie. Molteplici aziende, situate nella periferia del paese storico e nelle frazioni di Passo San Ginesio e Pian di Pieca, sono chiuse o andate in fallimento a causa della grande recessione.
Situato vicino ai Monti Sibillini, fa parte dell'associazione I borghi più belli d'Italia[139] ed è stato insignito della Bandiera arancione[140] dal Touring Club Italiano, della Bandiera gialla dall'Associazione campeggiatori turistici d'Italia[141] ed è uno dei Comuni che aderisce al Comune amico del turismo itinerante.[142] Il 2 dicembre 2021 ha ricevuto il riconoscimento di "miglior villaggio turistico 2021" per l'Italia a Madrid dall’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite (UNWTO).[143][144] Va ricordato inoltre come negli anni ottanta e novanta, San Ginesio era meta assai ambita da diversi professionisti del tennis come luogo in cui effettuare il ritiro estivo ed allenarsi.
San Ginesio si trova lungo la Strada provinciale 45 Faleriense, che lo collega, anche nella frazione di Pian di Pieca, con la Strada provinciale 502 di Cingoli. Fuori dal paese la SP 45 si incrocia con la Strada provinciale 126, che lo collega con Tolentino. La frazione di Passo San Ginesio è il punto d'incontro tra la SP 45 e la Strada statale 78 Picena ed è la frazione in cui la Autolinee SASP - facente parte dell'unione delle società Contram, azienda di trasporto pubblico italiano - ha la sede amministrativa, officina e i magazzini.
Ha sede nel comune la società di calcio San Ginesio calcio, che ha disputato campionati dilettantistici regionali.[149]
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