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Prospettiva
Azienda sanitaria locale
ente pubblico della pubblica amministrazione italiana, deputato all'erogazione di servizi sanitari Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Un'azienda sanitaria locale (abbreviato ASL) o azienda unità sanitaria locale (AUSL) è un ente pubblico della pubblica amministrazione italiana, deputato all'erogazione di servizi sanitari in un determinato territorio, di solito provinciale. In singole regioni assume diverse denominazioni (ASP, ASM, ATS, AST).

Assolve ai compiti del Servizio Sanitario Nazionale e delle altre incombenze previste dalla legge in uno specifico ambito territoriale.[1]
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Storia
I servizi sanitari erano originariamente gestiti dalle casse mutualistiche (risalente all'istituzione dell'INAM nel 1943 e recepito dalla Repubblica Italiana nel 1947) che avevano evidenti disparità di trattamento tra lavoratori e disoccupati o sottoccupati.
Con l'istituzione del Servizio sanitario nazionale attraverso la legge del 23 dicembre 1978 n. 833, i servizi sanitari divenivano totalmente a carico statale, si erogavano in tutto il territorio nazionale in ottemperanza di quanto già predisposto dall'articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana ed erano di competenza delle "Unità Sanitarie Locali" (U.S.L.) istituite dalla stessa legge del 1978. Successivamente, col d.lgs. 30 dicembre 1992, n. 502, le U.S.L. vennero trasformate in aziende sanitarie locali, dotate di autonomia e svincolate da un'organizzazione centrale a livello nazionale, poiché dipendenti dalle regioni italiane.[2]
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Descrizione
Le ASL fanno parte del servizio sanitario nazionale; sono aziende con personalità giuridica pubblica, dotate di autonomia organizzativa, gestionale, tecnica, amministrativa, patrimoniale e contabile nonché centri di imputazione di autonomia imprenditoriale; infatti secondo l'art. 3 d.lgs 30 dicembre 1992, n. 502:
«in funzione del perseguimento dei loro fini istituzionali, le Unità Sanitarie Locali si costituiscono in Aziende con personalità giuridica pubblica e autonomia imprenditoriale[3]»
Secondo il tenore letterale della norma, esse avrebbero natura di enti pubblici economici; tuttavia dall'inizio del 1993, secondo la prevalente giurisprudenza, l'A.S.L. è un organo di competenza delle regioni, che possiede una propria soggettività giuridica con un'autonomia che ha in seguito assunto anche carattere imprenditoriale.[4]
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Organizzazione
Riepilogo
Prospettiva
Sono organi dell'ASL:
- il direttore generale;
- il collegio di direzione;
- il collegio sindacale.
Ciascuna ASL è organizzata nelle seguenti strutture tecnico-funzionali complesse:[5]
- dipartimenti;
- distretto sanitario (in Campania chiamato distretto sanitario di base, in Toscana zona-distretto);
- distretto ospedaliero;
- presidio ospedaliero;
Dipartimenti
Secondo l'art. 17-bis, comma 1, del d.lgs. 30 dicembre 1992, n. 502, "l'organizzazione dipartimentale è il modello ordinario di gestione operativa di tutte le attività" delle medesime.
Secondo il comma 2 del medesimo articolo, il direttore di dipartimento, preposto allo stesso, è nominato dal direttore generale dell'azienda sanitaria fra i direttori delle strutture complesse aggregate nel dipartimento e continua a svolgere anche le funzioni di direzione della struttura alla quale è preposto. La preposizione al dipartimento – che può essere ospedaliero, territoriale o di prevenzione – comporta l'attribuzione sia di responsabilità professionali in materia clinico-organizzativa e della prevenzione, sia di responsabilità di tipo gestionale in ordine alla razionale e corretta programmazione e gestione delle risorse assegnate per la realizzazione degli obiettivi attribuiti. A tal fine, il direttore di dipartimento predispone annualmente il piano delle attività e dell'utilizzazione delle risorse disponibili, negoziato con la direzione generale nell'ambito della programmazione aziendale.
Il direttore di dipartimento è membro di diritto del collegio di direzione dell'azienda sanitaria (art. 17, co. 2, d.lgs. 502/1992). È affiancato da un comitato di dipartimento, la disciplina della cui composizione e delle funzioni, compresa la partecipazione all'individuazione del direttore di dipartimento, è demandata alla legge regionale (17-bis, co. 3, d.lgs. 502/1992).
Servizi
Le ASL sono organizzate in servizi sanitari territoriali, dipartimenti e presidi ospedalieri. Una ASL può comprendere:
- Consultorio familiare
- Dipartimento di prevenzione
- Servizio vaccinazioni
- Servizio igiene e sanità pubblica
- Servizio sicurezza alimentare e veterinaria
- Servizio di micologia
- Servizio prevenzione igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro
- Servizio di continuità assistenziale (detta anche guardia medica)[6]
- Presidio territoriale di emergenza (PTE)
- Punto di primo intervento (PPI - adulti e pediatrico)
- Servizio per le dipendenze patologiche
- Ambulatori visite ed esami specialistici
- Assistenza domiciliare e in residenze socio sanitarie
- Servizi per la salute mentale
- Servizio per le tossicodipendenze (Sert)
- Servizio veterinario
- Hospice
- Servizi prenotazione prestazioni (CUP)
- Servizio assistenza integrativa e protesica
- Medici di famiglia convenzionati
- Pediatri di libera scelta
Distretto sanitario
Il Distretto Sanitario o "distretto socio sanitario" è l'area funzionale nonchè territoriale per e nella quale l'ente eroga le cure primarie attraverso i medici e i pediatri di libera scelta e la gestione a livello locale delle domande di prestazioni specialistiche e di diagnostica, nonché delle domande di prestazioni ospedaliere in regime ambulatoriale e di ricovero, con servizio di una utenza di certo numero di abitanti. Il sistema delle cure primarie a livello territoriale comprende i servizi e le prestazioni dell'assistenza primaria e specialistica, consultoriale, domiciliare e semiresidenziale. Il Distretto svolge quindi un ruolo chiave anche per allargare o restringere l'offerta di servizi e per integrare le esigenze dei diversi soggetti che concorrono alla promozione della salute, alla prevenzione delle malattie e delle disabilità, ai servizi sociali e socio-sanitari.
I Distretti Socio-Sanitari forniscono:
- medico di famiglia e pediatra
- accesso a esami e prestazioni specialistiche in ambulatori, poliambulatori e ospedali
- emergenza sanitaria: guardia medica e raccordo con 118 e pronto soccorso
- prevenzione: vaccinazioni, informazione e screening
- tutela della salute: ambiente, alimenti, lavoro, veterinaria
- assistenza farmaceutica
- assistenza riabilitativa e protesica
- assistenza domiciliare
- accesso all'assistenza ospedaliera
- accesso all'assistenza residenziale e semi-residenziale
- consultori per l'infanzia, la maternità e la famiglia
- informazione e assistenza amministrativa per l'utilizzo dei vari servizi sanitari e socio sanitari.
Il Decreto Ministeriale DM 77/2022 "Modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza nel territorio", riforma della medicina territoriale, definisce funzioni e standard.
- Standard territoriali: ogni 100 000 abitanti.
All'interno del Distretto è prevista una Centrale Operativa Territoriale COT che sarà a sua volta collegata con la rete della urgenza emergenza 118 e con il NEA Numero Europeo Armonizzato 116117 per cure mediche non urgenti. La COT è un modello organizzativo innovativo per il coordinamento sociosanitario della presa in carico della persona. Per ogni Distretto sono previsti:
- 2 Ospedali di Comunità - ogni 50-100.000 abitanti
- 2 Case della Comunità Hub - ogni 40-50.000 abitanti
- 2 Case della Comunità spoke
- il 10% della popolazione oltre i 65 anni dovrà essere assistito a domicilio oppure in RSA. Previsto anche un Hospice con almeno 10 posti letto.
Previsto il raccordo tra servizi e professionisti nei diversi scenari assistenziali
- servizi territoriali
- servizi ospedalieri
- rete urgenza emergenza.
Dal 2007 l'INPS dedica ai soli dipendenti o pensionati pubblici non autosufficienti il servizio Homecare, programma avanzato di assistenza domiciliare integrata e caso unico nel panorama italiano, in cui la gestione della non autosufficienza è del tutto affidata alle famiglie.[senza fonte]
Presidio ospedaliero
Il presidio ospedaliero è un ospedale non costituito in azienda ospedaliera, in quanto privo dei requisiti di legge. Pertanto gode di un'autonomia minore, ma è comunque autonomo a livello direttivo (presenza di un dirigente medico responsabile delle funzioni igienico-organizzative), amministrativo (presenza di un dirigente amministrativo responsabile della gestione amministrativa) e gestionale (contabilità separata, seppur interna al bilancio dell'azienda sanitaria locale [ASL] di riferimento). Il direttore sanitario del presidio ospedaliero dipende dal direttore generale dell'ASL.
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Il personale
Riepilogo
Prospettiva
Per essere assunti è necessario superare un concorso pubblico bandito dalla regione italiana di competenza e pubblicato sul "portale del reclutamento". Lo stato giuridico del personale è disciplinato, oltre che dalle normative nazionali, specificatamente dal D.P.R. 20 dicembre 1979, n. 761; secondo tale norma è anche prevista l'assunzione per chiamata diretta, ma solo in particolari casi e per mansioni che richiedano una formazione elementare.
Esso è distinto in ruoli nominativi e divisi in comparto e dirigenza, gestiti dalla regione di pertinenza, e suddiviso in:
- ruolo sanitario;
- ruolo professionale;
- ruolo tecnico;
- ruolo amministrativo.
Il personale in servizio presso i dipartimenti di prevenzione delle ASL: medici dirigenti, medici veterinari dirigenti, infermieri, assistenti sanitari e tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro; svolgono attività di polizia amministrativa oltre ad esplicare, nei ruoli di ufficiale di polizia giudiziaria, nell'ambito dei loro compiti, funzioni di ispezione e vigilanza in ambito di polizia giudiziaria ed altresì possono essere delegati dalle autorità competenti in ambito penale.
Secondo la sentenza del Consiglio di Stato - Sez. V - n. 1487/2002 le norme sullo stato giuridico dei dipendenti ospedalieri ssi applicano solo al personale sanitario di ruolo, con esclusione quindi per i semplici assistenti a contratto, dalla possibilità di invocare il regime dell'aspettativa per motivi di salute.[7]
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Denominazioni regionali
Riepilogo
Prospettiva
Ciascuna regione sceglie per queste aziende una propria denominazione.
In Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Liguria, Piemonte e Puglia sono denominate Azienda Sanitaria Locale (ASL).
Hanno invece denominazioni diverse nelle seguenti altre regioni e provincie autonome:
- Alto Adige: Azienda Sanitaria dell'Alto Adige (ASDAA) o Südtiroler Sanitätsbetrieb (SABES) (in tedesco)
- Calabria: Azienda Sanitaria Provinciale (ASP)
- Emilia-Romagna: Azienda Unità Sanitaria Locale (AUSL)
- Friuli-Venezia Giulia: Azienda Sanitaria Universitaria (ASU) e Azienda Sanitaria (AS)
- Lombardia: Agenzia di Tutela della Salute (ATS)
- Marche: Azienda Sanitaria Territoriale (AST)
- Molise: Azienda Sanitaria Regionale del Molise (ASReM)
- Sardegna: Azienda regionale della salute (ARES)
- Sicilia: Azienda Sanitaria Provinciale (ASP)
- Toscana: Azienda Unità Sanitaria Locale (AUSL) - AUSL Toscana sud est (Tse); AUSL Toscana centro (Tc); AUSL Toscana nord ovest (Tno)
- Trentino: Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS)
- Umbria: Azienda Unità Sanitaria Locale (USL)
- Valle d'Aosta: Azienda Unità Sanitaria Locale (AUSL) o Unité sanitaire locale (USL) (in francese)
- Veneto: Azienda - Unità Locale Socio Sanitaria (AULSS)
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Distribuzione sul territorio
Riepilogo
Prospettiva
Attualmente nel territorio italiano sono presenti:[8]
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Note
Voci correlate
Collegamenti esterni
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