Novara
comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia in Piemonte Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Novara (AFI: noˈvara[4], ; [nu'ara] in dialetto novarese) è un comune italiano di 102 734 abitanti[1], capoluogo dell'omonima provincia in Piemonte.
La città è uno strategico snodo logistico dell'Italia nord-occidentale[5], essendo situata al crocevia tra le rotte commerciali Torino-Milano e Genova-Svizzera. In città hanno sede l'Istituto Geografico De Agostini e l'Università degli Studi del Piemonte Orientale, struttura tripolare condivisa con Alessandria e Vercelli. Simbolo cittadino è la cupola della Basilica di San Gaudenzio di Alessandro Antonelli.
Novara dista circa 15 km dal fiume Ticino che segna il confine tra Piemonte e Lombardia, 45 km da Milano, 85 km da Torino, 30 km dal Lago Maggiore, 40 km dal Lago d'Orta, 120 km dalla Liguria, e 50 km dal confine di Stato tra Italia e Svizzera in Provincia di Varese.
La città sorge su una piccola collina ed è bagnata dai torrenti Agogna e Terdoppio che attraversano rispettivamente la periferia occidentale ed orientale della città. La zona nord-orientale è attraversata dal Canale Quintino Sella, emissario del Canale Cavour che a sua volta scorre al confine nord della città, nei pressi dei quartieri di Veveri e Vignale. Nei pressi del quartiere Bicocca ha le sorgenti il torrente Arbogna.
Il paesaggio della piana irrigua novarese è caratterizzato e fortemente condizionato dalla risicoltura, profondamente antropizzato e regolato a fini produttivi, frutto della secolare opera di bonifica e trasformazione che ha determinato la semplificazione morfologica del territorio, livellato e terrazzato anche sui modesti rilievi, e la presenza di una fitta rete irrigua, con canali, rogge, fossi, fontanili.
Il centro della città sorge in posizione sopraelevata di alcuni metri sul territorio circostante, nel punto più elevato di una dorsale di origine fluvio-glaciale, ultima propaggine morenica dei ghiacciai alpini, che digrada dolcemente verso sud fino a Vespolate (Valle dell'Arbogna).
Oltre alla coltura del pioppo, prevalentemente a filare, vi sono residui di aree boscate lungo i corsi d'acqua.
Novara presenta un clima temperato umido (classificazione Köppen-Geiger Cfa[6]) tipico della pianura padana, con estati calde e afose (è frequente che si superino i 30 °C di massima giornaliera da giugno a settembre) ed inverni freddi e nebbiosi (con frequenti gelate notturne) [7].
La temperatura media annua calcolata sul trentennio 1961-1990 è di 13.0 °C, mentre quella calcolata sul trentennio 1991-2020 è di 14.2 °C.[8]
Gli estremi termici registrati in città sono caratterizzati dal record di freddo del 7 febbraio 2012 (−17,6 °C) misurato dall'osservatorio Geofisico del Torrion Quartara, e dal record di caldo del 11 agosto 2003 (38,2 °C) registrato dalla stazione ARPA di Novara[9].
Secondo una recente analisi dei dati climatici storici raccolti a partire dal 1875 fino al 2023[10] la provincia di Novara, ed in generale il nord-ovest Italiano, risultano essere tra i territori italiani più colpiti dal cambiamento climatico[11]: Nella città di Novara la temperatura del decennio 1881-1890 era infatti di 12,0 °C mentre quella del decennio 2011-2020 è di 14,7 °C. La temperatura media del 2022 è risultata ancora più alta (15,5 °C). L'incremento totale della temperatura media calcolata sulla serie storica è di 2,2 °C in circa 150 anni[12][13].
In base alla stessa analisi dei dati climatologici storici la piovosità media annua è di 937,5 mm. La media nivometrica annuale della serie storica, pari a 28 cm, è condizionata da decenni che in passato sono stati molto nevosi, come gli anni Quaranta (46 cm) o gli anni Dieci (42 cm) del Novecento, e gli ultimi anni ormai caratterizzati da una costante scarsità di innevamento (solo 12 cm nel decennio 2011-20) e con inverni senza neve sempre più ricorrenti. Il regime pluviometrico è caratterizzato da due massimi (uno principale a maggio con 127 mm, uno secondario a ottobre con 110 mm) e da due minimi (principale a dicembre con 50 mm, secondario a luglio con 55 mm). Gli anni più siccitosi sono stati il 2017 (454,4 mm) e il 2022 (489 mm), il più piovoso il 1959 (1521,4 mm). Le piogge estive tendono ad essere più frequenti rispetto ai capoluoghi del Piemonte ubicati a sud della linea del Po, dato che Novara è leggermente più esposta alle instabilità atlantiche estive che percorrono spesso Alpi e Prealpi [14].
Novara è al 95º posto nella classifica annuale dell'indice climatico dei 107 capoluoghi di provincia Italiani prodotto dal Il Sole 24 Ore in collaborazione con 3BMeteo[15]. Occupa le ultime posizioni di questa classifica a causa dell'elevato numero di giorni umidi, di giorni nebbiosi, di giorni con pioggia, di giorni freddi, e per via dello scarso soleggiamento e dell'alto rischio di eventi estremi; è invece al 43º posto in classifica per quanto riguarda l'indice di calore (ovvero la città ha superato i 30 °C per 70 giorni all'anno in media nel periodo che va dal 2013 al 2023). Novara si piazza inoltre al 52º posto nella classifica annuale dell'indice di vivibilità climatica elaborato dal Corriere della Sera in collaborazione con gli esperti del ILMeteo.it[16].
La città fu fondata attorno all'anno 89 a.C. come colonia di diritto latino, in occasione della concessione della cittadinanza latina alle tribù celtiche della Gallia Transpadana. In età imperiale Novaria, nome latino di Novara, era un municipium situato sulla strada tra Vercellae (Vercelli) e Mediolanum (Milano). La sua pianta a strade perpendicolari (rimasta parzialmente intatta) risale all'epoca romana. Dopo che la città venne distrutta nel 386 da Magno Massimo per aver parteggiato per il suo rivale Valentiniano II, venne ricostruita da Teodosio I. In seguito venne saccheggiata da Radagaiso (nel 405) e da Attila (nel 452).
In epoca romana, dalla città iniziava la via Novaria-Comum, strada romana che collegava la città con Comum (Como) passando per Sibrium (Castelseprio), e passava la via delle Gallie, strada romana consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Gallia Cisalpina con la Gallia transalpina.
Nel 569 giunsero i Longobardi che abitarono non nelle città ma sparsi sul territorio. Proprio all'epoca longobarda risalgono le prime testimonianze del culto a San Gaudenzio. Nel 841 si ha notizia di una chiesa, costruita fuori dalle mura, nella quale era custodito il corpo del santo patrono cittadino.
La città si sviluppò, diventando poi un Comune medievale. L'imperatore Enrico V di Franconia vide nel gesto un atto di ribellione e, sceso in Italia per recarsi a Roma, attaccò Novara incendiandola e distruggendo il lato sud delle mura. Nel 1176, a Legnano, un drappello di trecento novaresi e vercellesi contribuì alla vittoria sull'Imperatore da parte della Lega Lombarda.
Tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo il Comune di Novara si assicurò il controllo di buona parte del Novarese, con l'eccezione dell'enclave vescovile della Riviera di San Giulio. Alla fine del XII secolo accettò la protezione di Milano e divenne così dominio dei Visconti e poi degli Sforza.
Nel corso delle cosiddette Guerre d'Italia, la città fu protagonista di ben due assedi: il primo nel 1495 e il secondo nel 1500.
Nel 1706 Novara venne occupata dalle truppe dei Savoia. Con la Pace di Utrecht, la città, insieme a Milano, divenne parte dell'Impero Asburgico. Dopo l'occupazione del 1734 da parte di Carlo Emanuele III, passò, nell'anno successivo, a Casa Savoia.
Dopo la campagna in Italia di Napoleone Bonaparte, Novara fu capitale del Dipartimento dell'Agogna, per poi essere riassegnata alla Casa Savoia nel 1814. L'8 aprile 1821 fu luogo di una battaglia in cui le truppe regolari sarde e austriache sconfissero i liberali costituzionali piemontesi; nell'ancora più tremenda Battaglia di Novara del 23 marzo 1849, l'esercito piemontese fu sconfitto dagli austriaci del maresciallo Radetzky; questo fatto portò all'abdicazione di Carlo Alberto di Savoia ed alla occupazione della città da parte degli austriaci. La sconfitta dei Piemontesi può essere vista come l'inizio del Risorgimento italiano.
Con il regio decreto nº 3702 del 23 ottobre 1859 ("Decreto Rattazzi"), fu istituita la provincia di Novara, che comprendeva all'epoca anche le attuali province di Vercelli, di Biella e del Verbano-Cusio-Ossola.
L'antico nucleo cittadino di Novara, di forma pressoché pentagonale, è situato su un modesto rilievo collinare (oggi Centro Storico, sede dell'omonima circoscrizione) e conserva ancora per gran parte, nonostante le pesanti manomissioni in chiave moderna e le molte architetture neoclassiche, l'antico impianto medievale con strade ciottolate e piccole piazze (piazza delle Erbe e piazza della Repubblica).
Anticamente la città era dotata di una cinta muraria avente un perimetro di 2200 metri, innalzata alla fine del I secolo d.C. durante l'età imperiale. Parzialmente distrutte nel 1110 le mura furono successivamente ricostruite ed infine demolite agli inizi del Novecento per permettere lo sviluppo cittadino. Due tratti delle antiche mura romane, tornate alla luce a seguito di scavi archeologici, sono visibili oggi presso largo Cavour e nell'area verde alle spalle del Conservatorio Cantelli, tra via Solaroli e via Dominioni. Esse appaiono realizzate con la tecnica dell'opus mixtum utilizzando ciottoli di fiume legati tra loro con malta, posti di piatto e intervallati da basse fasce orizzontali in mattone.
Dopo il loro abbattimento, le mura hanno lasciato posto agli attuali baluardi, grandi viali alberati che circondano il centro storico.
Quale municipio romano, anche il reticolo stradale di Novara era caratterizzato da un cardo e da un decumano che corrispondono, il primo agli attuali Corso Cavour e Corso Mazzini (già Corso di Porta Sempione) ed il secondo a Corso Italia (già Corso di Porta Torino) e Corso Cavallotti (già Corso di Porta Milano)[18]. Le due strade si incontrano nel cosiddetto Angolo delle Ore.
Il monumento più celebre di Novara è la basilica di San Gaudenzio, costruita tra fine Cinquecento ed inizio Seicento, e caratterizzata dall'imponente cupola neoclassica a pinnacolo (alta 121 metri) progettata da Alessandro Antonelli e aggiunta al corpo della chiesa nella seconda metà del XIX secolo, da molti considerata la più alta al mondo in mattoni.[19]
Di particolare interesse anche il campanile di Benedetto Alfieri (zio del più famoso Vittorio Alfieri), l'organo a canne costruito da Vincenzo Mascioni e, soprattutto, il Polittico di Gaudenzio Ferrari.
Centro della vita religiosa cittadina è l'imponente Cattedrale, in stile neoclassico, progettata anch'esso da Alessandro Antonelli e costruita a metà del XIX secolo demolendo la preesistente cattedrale romanica (sorge infatti nello stesso punto in cui si trovava anticamente il tempio di Giove), della quale appartengono ancora la parte inferiore del campanile, il Chiostro della Canonica e l'Oratorio di San Siro.
Di fronte al Duomo si trova il Battistero, il più antico edificio della città tuttora esistente e una delle più antiche architetture paleocristiane del Piemonte.
Poco distante dal Duomo è situato il cortile (o Arengo) del Broletto, antico centro della vita politica di Novara libero comune. Esso è un complesso architettonico costituito da quattro palazzi storici disposti a quadrilatero, sorti in epoche diverse con materiali ed elementi decorativi non coerenti tra loro, che si affacciano sul cortile centrale: il palazzo del Comune (XII secolo) a nord, il palazzo dei Paratici (XII secolo) ad ovest, il palazzo del Podestà a sud e il palazzo dei Referendari ad est (entrambi fine XIV-inizio XV secolo).
Il Broletto fu anche sede delle carceri, poi delle corporazioni artigiane e ospita oggi i musei civici, con collezioni d'arte e reperti archeologici della storia novarese e la Galleria Giannoni, da molti anni in restauro, raccolta di opere pittoriche e scultoree dell'Ottocento e del Novecento.
Non lontano da piazza della Repubblica (già piazza Duomo) si trovano la triangolare e caratteristica piazza Cesare Battisti (meglio conosciuta dai novaresi come piazza delle Erbe). Essa costituisce il centro perfetto della città di Novara che è indicato da una piccola mattonella triangolare sul selciato, riconoscibile perché differente dalla altre che costituiscono la pavimentazione della piazza.
Nella piazza intitolata a Giacomo Matteotti è situato Palazzo Natta-Isola, sede della Provincia e della Prefettura, caratterizzato dalla bella Torre dell'Orologio, mentre nella vicina via Fratelli Rosselli si trova Palazzo Cabrino, sede degli uffici amministrativi del Comune.
La piazza più grande è Piazza Martiri della Libertà (già piazza Castello, successivamente piazza Vittorio Emanuele II), dominata dalla statua equestre intitolata a Vittorio Emanuele II, primo re d'Italia, incoronato proprio a Novara. Su piazza Martiri si affacciano poi il Castello Visconteo-Sforzesco, opera dei signori milanesi, sede attuale di eventi e mostre artistiche, e il Teatro Coccia, il teatro più storico del Piemonte. Il Castello, un tempo molto più vasto del complesso oggi rimasto, è circondato dall'Allea, uno dei più grandi giardini pubblici di Novara.
Altre piazze importanti sono:
Oltre al Duomo ed alla Basilica di San Gaudenzio, le principali chiese della città sono:
La più antica valutazione della popolazione cittadina risale al 1723, con 8 963 abitanti censiti di cui 5 590 dentro le mura e 3 373 nei sobborghi. Nel 1776, la popolazione era salita a 11 092 abitanti di cui 7 003 dentro le mura e 4 089 nei sobborghi. Si arriverà poi a 12 465 abitanti nel 1804 ed a 14 021 nel 1826[27]. Negli anni successivi si verificherà quasi un raddoppio della popolazione che sarà pari a 25 144 abitanti registrati durante il primo censimento nazionale del 1861. A partire da questa data la crescita della popolazione è costante e nel 1911 la città conta 53 657 abitanti. Successivamente nel periodo a cavallo tra le due guerre la crescita subisce una battuta di arresto, con una lieve ripresa che porta a 69 935 i cittadini nel 1951. Negli anni cinquanta e sessanta del Novecento la cittadinanza tornerà a crescere in modo vigoroso, attestandosi nel 1971 attorno ai 100mila abitanti, cifra che rimarrà pressoché invariata nei decenni a venire. Novara è il secondo comune più popoloso del Piemonte, l'unico, oltre a Torino, ad avere superato e mantenuto la soglia dei 100mila abitanti.
Al 31 dicembre 2023, gli stranieri regolarmente residenti nel comune di Novara erano 15925[28] corrispondenti al 15,27% degli abitanti totali.[29]
Al 2022, i principali gruppi etnici presenti (oltre 750 persone) sono:
Nella classifica stilata da Italia Oggi in collaborazione con Università degli Studi di Roma "La Sapienza" nel 2023 la città di Novara si classifica al 47º posto per qualità della vita su 107 capoluoghi di provincia italiani[30]. In base al rapporto Ecosistema Urbano 2023 di Legambiente, invece, la città di Novara si colloca al 64º posto[31].
La città di Novara è sede dell'Istituto Geografico De Agostini, che ha festeggiato il centenario nel 2001.
La città è sede dell'Università degli Studi del Piemonte Orientale insieme a Vercelli ed Alessandria. Quattro degli otto dipartimenti che compongono l'Ateneo si trovano a Novara[32]:
Inoltre è sede del Centro interdipartimentale di medicina d'emergenza, dei disastri e informatica applicata alla pratica e alla didattica medica (CRIMEDIM) ed è attiva la Scuola di Medicina che ha l'obiettivo di coordinare l'attività didattica e di ricerca svolta dai dipartimenti di Medicina Traslazionale e Scienze della Salute presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedale Maggiore della Carità.
Nonostante sia di recente istituzione, essendo stata fondata nel 1998, l'Università del Piemonte Orientale ha raggiunto 14 761 studenti iscritti al 15 dicembre 2020[33]. Secondo la classifica annuale stilata dal Censis la UPO si colloca al decimo posto in Italia tra i sedici Atenei di medie dimensioni[34]. Sia il dipartimento di Scienze della Salute sia il dipartimento di Medicina Traslazionale erano stati premiati dal MIUR nel 2018 come due dei 180 dipartimenti di eccellenza italiani[35]. Nella nuova tornata di dipartimenti di eccellenza finanziata nel 2023 solamente il dipartimento di Medicina Traslazionale è risultato invece l'unico vincitore tra tutti i dipartimenti della UPO[36].
Il riso è l'elemento più importante della cucina novarese, utilizzato per cucinare numerose ricette dai primi ai dolci. La più classica delle ricette a base di riso è la paniscia, risotto condito essenzialmente con lardo, salam d'la duja, cipolla, verze e fagioli.
Altro elemento tipico del territorio risicolo sono le rane, che possono essere cucinate con il riso, in brodo, fritte o in guazzetto.
Tra i prodotti da forno si ricordano il "pane di riso"[39] ed il "pane di mais"[40], composti rispettivamente con farina di riso e di mais in aggiunta alla farina di frumento.
Novara è soprannominata la capitale del Gorgonzola, per essere diventato il centro di maggior produzione del famoso erborinato.Il Gorgonzola DOP, nelle versioni dolce e piccante, è oggi infatti prodotto principalmente a Novara e nei comuni limitrofi. La città è inoltre sede del "Consorzio per la tutela del formaggio Gorgonzola".
Tra i salumi si ricordano:
Il più tipico dolce locale è il "Biscottino di Novara", un biscotto di forma rettangolare con angoli arrotondati, molto leggero (8 grammi) e senza grassi, in quanto composto solo da farina di frumento (38%), zucchero (38%) e uova intere (24%)[41]. Divenuto famoso in anni recenti grazie ad una sua rivisitazione commerciale (il cosiddetto "Pavesino" prodotto dalla locale ditta Pavesi), il biscotto ha però origini molto più antiche; le prime notizie storiche risalgono infatti al 1500 quando veniva preparato dalle monache nei monasteri femminili.[42] Il Biscottino di Novara dà anche il nome alla maschera tipica novarese: "Re Biscottino".
Altro dolce tipico novarese è il "Pane di San Gaudenzio"; si tratta di un dolce con un rivestimento esterno di pasta frolla ed un soffice ripieno composto da farina di frumento, zucchero, uva sultanina, burro, uova e limone. La superficie può essere cosparsa da granella di pinoli o di nocciole e zucchero a velo.[43]
L'Antico Dolce della Cattedrale ha antichissime origini, era infatti già prodotto nel 1200 quando veniva usato come omaggio dei feudatari ai canonici di Santa Maria che a loro volta lo ridistribuivano ai fedeli. Si presenta di forma rotonda ed è composto da farina di frumento, zucchero, burro, uova, lievito vanigliato, buccia di limone, grappa di Nebbiolo, latte e frutta (albicocche e prugne).[44] Tutti questi prodotti sono inseriti nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali piemontesi.
Novara è la patria dell'aperitivo Campari, famoso in tutto il mondo; fu infatti nel "Bar dell'Amicizia" (ora non più esistente) che Gaspare Campari, nel 1860, mise a punto la ricetta della bevanda alcolica che porta il suo nome.
Novara era divisa in 13 quartieri[45]. Prima dell'entrata in vigore della legge 42/2010[46] tali circoscrizioni avevano un loro ruolo istituzionale[47].
Num. | Circoscrizione | Abitanti 2010[48] | Cittadini stranieri[49] | Aree comprese |
---|---|---|---|---|
1 | Centro | 7 605 | 1 401 | Centro storico |
2 | Nord Est | 8 739 | 1 546 | Quartieri Sant'Andrea e San Rocco |
3 | Nord | 11 546 | 768 | Quartieri Sant'Antonio, Vignale e Veveri |
4 | Sant'Agabio | 12 877 | 3 274 | Quartiere Sant'Agabio |
5 | Porta Mortara | 8 097 | 1 292 | Quartiere Porta Mortara |
6 | Sacro Cuore | 8 082 | 734 | Quartiere Sacro Cuore |
7 | San Martino | 9 505 | 1 391 | Quartiere San Martino |
8 | Santa Rita | 4 886 | 350 | Quartiere Santa Rita e frazione Agognate |
9 | Ovest | 9 654 | 720 | Quartieri San Paolo e Zona Agogna |
10 | Sud | 10 582 | 700 | Quartieri Cittadella, Villaggio Dalmazia, Rizzottaglia e Torrion Quartara |
11 | Sud Est | 7 849 | 512 | Quartiere Bicocca e frazione Olengo |
12 | Lumellogno | 1 983 | 174 | Frazioni Lumellogno, Casalgiate, Pagliate e Gionzana |
13 | Pernate | 3 619 | 248 | Frazione Pernate |
Totale | 105 024 | 13 110 |
Nel 2010, il quartiere con maggior immigrazione risultava essere Sant'Agabio con una quota pari al 25% di residenti stranieri[50].
La scormagna era il soprannome attribuito agli abitanti di un certo paese o di un sobborgo, solitamente con tono scherzoso, talvolta anche spregiativo.
I novaresi erano detti nel complesso sciavatìn (correlato al Paratico dei calzolai, il più importante di Novara) e anche i quartieri e le frazioni potevano avere una propria denominazione:
La città, specialmente per quanto riguarda le industrie della sua periferia e alcune delle sue scuole pubbliche, è stata la location dei set per il film del 1971 "La classe operaia va in paradiso" diretto da Elio Petri, pellicola presentata al Festival di Cannes e premiata col David di Donatello.[53]
La città è uno strategico snodo logistico e commerciale a circa metà strada rispetto a Torino e Milano. La vicinanza geografica e storica con il capoluogo lombardo fa sì che l'economia novarese sia maggiormente influenzata da quest'ultimo. Uno studio del 2011 stima che fino al 20% degli occupati novaresi lavori come pendolare nell'area metropolitana milanese[54], un dato probabilmente in aumento.
Due sono le principali zone industriali della città: la prima a nord-est, tra i quartieri di Sant'Agabio e San Rocco, e la seconda ad ovest, in un'area compresa tra i quartieri di San Martino, San Paolo ed il comune di San Pietro Mosezzo.
A partire dalle amministrazioni guidate dal sindaco Alessandro Canelli, Novara ha attratto diversi attori internazionali nel campo della logistica, un settore diventato sempre più centrale per l'occupazione e l'economia cittadina[55][56][57][58].
Le più importanti attività economiche sono:
Il CIM viene progettato nel 1987 quale evoluzione dello scalo intermodale della stazione di Novara Boschetto e diventa operativo nel 1995. È un importante centro di smistamento commerciale e logistico. Funge da scalo dei treni in arrivo o in partenza per il nord Europa, collegando tramite la rete ferroviaria Svizzera il Belgio e i Paesi Bassi con Milano, Torino e Genova.
Dopo diversi progetti non portati a termine[59], sulla spinta di nuovi attori logistici quali Hupac e Develog nel 2022 è stato approvato e nel 2024 è stato confermato l'ampliamento del CIM nella frazione di Pernate[60][61]. Tale ampliamento ha generato una controversia pubblica tra cittadini ed amministrazione comunale relativa al crescente sfruttamento del suolo vergine nel territorio novarese[62][63][64]. Nel caso di Pernate è ora in atto una campagna per la difesa dei terreni agricoli e sono stati aperti due ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale[65].
Novara è collegata con Torino e Milano attraverso l'autostrada A4 (svincoli Novara Ovest e Novara Est). L'ex svincolo Novara dell'A4 è stato chiuso alla fine degli anni novanta, insieme a quello di Galliate, in concomitanza con l'apertura del casello di Novara Est, posto a metà strada dei precedenti e direttamente collegato con la tangenziale esterna della città.
La città è inoltre dotata di un sistema parziale di strade tangenziali (SS 703). La Tangenziale Est inizia dalla strada statale 32 Ticinese a nord della città e termina al raccordo con la strada statale 211 della Lomellina a sud; la Tangenziale Sud prosegue fino alla SS 11 per Vercelli, a sud-ovest della città.
La città è servita da tre stazioni ferroviarie:
Fra il 1884 e il 1934 presso la stazione ferroviaria era presente il capolinea delle tranvie per Biandrate e Ottobiano, gestite dalla Società anonima per le Ferrovie del Ticino.
Il trasporto pubblico nella città è svolto mediante autoservizi operati dalla società SUN attraverso autobus e navette.
Tramite l'app per smartphone dedicata è possibile affittare monopattini in "sharing".
Novara non dispone di un aeroporto dedicato al traffico cittadino, ma si serve dell'Aeroporto di Milano-Malpensa distante dalla città solamente 30 km, raggiungibile tramite linee dedicate di autobus e anche attraverso collegamenti su rotaia con scalo su Castano Primo e Busto Arsizio che partono dalla stazione ferroviaria di Novara.
Dispone però di un aeroporto militare, gestito dall'Aeronautica Militare, situato nella vicina Cameri.
È presente anche un piccolo aeroporto gestito da Aeroteam Novara.
La città di Novara è servita principalmente dall'Ospedale Maggiore della Carità.
La sede distaccata del Maggiore, l'Ospedale San Giuliano, situato nel quartiere Porta Mortara, è il principale centro di riabilitazione della città.
A partire dal 1998 è stato progettato un trasferimento dell'attuale sede ospedaliera-universitaria centrale presso un nuovo edificio, chiamato in ultima istanza Città della Salute e della Scienza, che dovrebbe sorgere a Sud della città[66]. Dopo vari cambiamenti, fermi e ripartenze nel settembre 2022 è stato approvato dalla regione Piemonte il bando di gara aggiornato per la costruzione del nuovo polo ospedaliero che, nel caso andasse a buon fine l'appalto, dovrebbe vedere la luce nel 2028[67].
Tra le cliniche private presenti sul territorio comunale la Clinica San Gaudenzio è l'unica a svolgere anche un ruolo para-ospedaliero per trattamenti, interventi e degenze brevi o di medio periodo.
Il Novara Calcio ha disputato per tredici volte il campionato di Serie A (l'ultima nella stagione 2011-2012). La stagione 2021-2022 viene disputata in Serie D, a causa del fallimento della società storica e della fondazione di una nuova società, il Novara Football Club. La stagione 2022-2023 è nuovamente disputata in Serie C. Lo Sparta Novara è la seconda squadra di calcio della città.
L'AGIL Volley è una società pallavolistica femminile italiana con sede a Novara: milita nel campionato di Serie A1. Nel suo palmarès vanta una Champions League conquistata nella stagione 2018-2019, una Coppa CEV, tre Coppe Italia, uno scudetto conquistato nella stagione 2016-2017[68] ed una Supercoppa italiana.
L'Hockey Novara è una squadra di hockey su pista di Novara vincitrice di 32 scudetti[69]. Nel settembre 2024 la città ospita i World Skate Games.
Il Baseball Novara 2000 fu una società italiana di baseball iscritta alla Italian Baseball League, il massimo campionato italiano di Baseball. Vinse due volte la Coppa Italia.
I Lancieri Novara sono una squadra di football americano di Novara. Sono affiliati alla Federazione Italiana di American Football; partecipano alla Terza Divisione.
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