Teramo
comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia in Abruzzo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Teramo (['tɛ:rəmə] in abruzzese) è un comune italiano di 51 402 abitanti[1], capoluogo dell'omonima provincia in Abruzzo. La città ha origini molto antiche, riconducibili ai Piceni e ai Pretuzi, che dominavano fino al III secolo a.C. l'area di Aprutium, da cui il termine "Abruzzo", prima del dominio romano.
, TèrmTeramo comune | |
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Vista aerea del centro storico di Teramo | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Abruzzo |
Provincia | Teramo |
Amministrazione | |
Sindaco | Gianguido D'Alberto (indipendente di centro-sinistra) dal 28-6-2018 (2º mandato dal 23-5-2023) |
Territorio | |
Coordinate | 42°39′31.87″N 13°42′14.08″E |
Altitudine | 265 m s.l.m. |
Superficie | 152,84 km² |
Abitanti | 51 402[1] (31-7-2024) |
Densità | 336,31 ab./km² |
Frazioni | vedi elenco |
Comuni confinanti | Basciano, Bellante, Campli, Canzano, Castellalto, Cermignano, Cortino, Montorio al Vomano, Penna Sant'Andrea, Torricella Sicura |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 64100 |
Prefisso | 0861 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 067041 |
Cod. catastale | L103 |
Targa | TE |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona D, 1 834 GG[3] |
Nome abitanti | teramani |
Patrono | san Berardo vescovo |
Giorno festivo | 19 dicembre |
PIL | (nominale) 1 056,2 mln € (2021)[4] |
PIL procapite | (nominale) 20 354,8 € (2021)[4] |
Cartografia | |
Posizione del comune di Teramo nella provincia omonima | |
Sito istituzionale | |
Nel nucleo antico di Teramo, di forma regolare, vi sono importanti resti del periodo preromano, romano e medievale. Rimasta racchiusa all'interno del pianoro di confluenza fluviale fino all'inizio del XIX secolo, la città avviò successivamente un programma di riorganizzazione urbanistica che la portò a espandersi, in particolare a seguito della costruzione dei ponti sul Tordino e sul Vezzola[5].
Teramo è situata nella parte settentrionale dell'Abruzzo, nella Val Tordino, in una zona collinare sotto le pendici del Gran Sasso, che digrada verso la costa con una ricca vegetazione di vigneti e oliveti.
La città sorge alla confluenza del fiume Tordino con il torrente Vezzola che cingono il suo centro storico.
Il territorio di Teramo confina a nord con Campli e Bellante, a est con Canzano, a sud con Cermignano, Penna Sant'Andrea, Basciano e Montorio al Vomano e ad ovest con Cortino e Torricella Sicura.
Nella classificazione sismica della protezione civile è identificato come Zona 2, cioè zona a sismicità media, mentre nella classificazione climatica è contrassegnato come Zona D.
Teramo Collurania | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 8 | 9,3 | 11,9 | 15,8 | 20,4 | 24,3 | 26,8 | 26,9 | 22,8 | 17,4 | 13,5 | 8,8 | 8,7 | 16,0 | 26,0 | 17,9 | 17,2 |
T. min. media (°C) | 2,9 | 3,4 | 5,4 | 8,6 | 12,2 | 15,7 | 18,0 | 18,4 | 15,6 | 11,4 | 8,0 | 3,9 | 3,4 | 8,7 | 17,4 | 11,7 | 10,3 |
Precipitazioni (mm) | 70 | 51 | 55 | 67 | 51 | 59 | 56 | 86 | 84 | 83 | 55 | 84 | 205 | 173 | 201 | 222 | 801 |
Vento (direzione-m/s) | N 2,9 | N 3,2 | NE 3,1 | NE 3,2 | NE 3,1 | E 3,1 | E 3,1 | E 3,0 | NE 2,9 | N 3,0 | O 3,2 | NO 3,0 | 3,0 | 3,1 | 3,1 | 3,0 | 3,1 |
Essendo adagiata in una profonda conca, il clima è di tipo temperato semicontinentale, di transizione tra quello mediterraneo-collinare, tipico della costa della provincia nonché della zona pescarese e chietina, e quello puramente continentale montano, tipico dell'Aquila e della sua provincia. Pertanto, le temperature nel mese più freddo, gennaio, si aggirano attorno ai 5,5 °C, mentre in quello più caldo, luglio, attorno ai 25 °C, con un'escursione di quasi 20 °C. Le precipitazioni si aggirano attorno agli 800 mm annui e sono concentrate soprattutto nel primo autunno (settembre-ottobre).
In inverno la neve può cadere abbondante, come testimoniato sia dal gennaio 2005 sia, soprattutto, dai più recenti episodi del febbraio 2012 e del gennaio 2017. Data la sua posizione nel cuore di una bassa vallata, in estate non sono rari gli episodi di caldo intenso e afa stagnante.
Ebbe probabilmente dai Fenici il nome di Petrut, con il significato di "luogo elevato circondato dalle acque". Dalla latinizzazione di Petrut in Praetut derivò poi Praetutium e Ager Praetutianus per indicare il territorio.
I Romani la chiamarono Interamnia Urbs ("città tra i due fiumi", con riferimento al Tordino e al Vezzola), e fu detta Praetutium, o Praetutiorum o semplicemente Praetutia per distinguerla da Interamna Nahars (Terni), Interamnia Lirinos (la scomparsa Teramo sul Liri) e Interamnia di Capitanata (l'attuale Termoli). Nella divisione amministrativa del territorio promossa da Augusto imperatore, Interamnia fu ricompresa nella “V Regio”, il Piceno.
In epoca medievale, da Praetutium derivò Aprutium che fece la sua comparsa in documenti del VI secolo e che per qualche tempo, fino al secolo XII circa, avrebbe designato sia la città, il Castrum aprutiense, che il territorio circostante per estendersi quindi all'intero Abruzzo.
Il nome Interamnia si trasformò invece in Interamne, Teramne e Interamnium, Teramnium per giungere infine, all'inizio del II secolo d.C., alla forma Teramum.
È quindi fondata ipotesi di numerosi storici che il nome della regione Abruzzo derivi proprio da Aprutium, anche per l'importanza che la contea omonima ebbe, attestata soprattutto nel Catalogus Baronum per l'estensione e il numero dei suffeudatari armati al servizio dei Conti de Aprutio durante il periodo normanno.
Non ha trovato credito, invece, la teoria secondo la quale il nome Teramo sarebbe derivato da Thermae, con relazione quindi alla pur accertata presenza di importanti terme in varie zone della città, e che faceva riferimento sia all'aspirazione "Theramum" riscontrabile in alcuni codici sia all'uso del dialetto locale che contrae in "Terme" la pronuncia del nome di Teramo.
Popolata da tempi antichissimi, il territorio corrispondente all'odierna città era il principale centro della popolazione italica dei Pretuzi. In seguito, essa venne conquistata dal console romano Manio Curio Dentato nel 290 a.C. (cinque anni dopo la battaglia di Sentino), divenendo dunque un municipio della Roma repubblicana.
Avendo poi, al pari di tante altre regioni italiche, preso attivamente parte alla Guerra sociale (91-88 a.C.), Lucio Cornelio Silla la privò dunque del suo statuto di municipio, che le fu in seguito restituito da Cesare.
Come capitale del Pretutium, venne inserita nella V regio da Augusto: il Picenum.[6] Sotto il dominio imperiale conobbe un periodo di grande prosperità, testimoniato dalla costruzione, sotto Adriano, di templi, terme e teatri.
«La contea aprutina o latinamente de Aprutio, che noi qui tradurremo in Apruzio, o di Teramo, come oggi si direbbe, fu assai importante nell'alto Medioevo ed anzi, allo staccarsi che fece nella metà del secolo XII dal ducato di Spoleto, apparve nel celebre catalogo de' feudi normanni la più vasta del novello regno. … [Essa] forma l'anello di congiunzione tra il novello regno di Napoli e il vecchio Piceno, di cui sino allora dai tempi preromani sempre avea parte…»
Saccheggiata e rasa al suolo dai Visigoti nel 410, Teramo venne rifondata nel 568; in seguito fu conquistata dai Longobardi entrando a far parte prima del marchesato di Fermo e poi del ducato di Spoleto. Nel frattempo si sviluppò una contea autonoma, chiamata Contea Aprutium, dipendente dal Regno di Napoli, ma con autorità piena nel territorio circostante, escluso il Ducato di Atri. Entrò, già dal 1140, a far parte del regno di Sicilia sotto Ruggero, e quindi successivamente divenne la Porta Regni del regno di Napoli.
Contesa fra i Normanni e i duchi di Puglia, Teramo fu quasi distrutta nel 1155 ma si risollevò nuovamente e, sotto la dominazione vescovile, godette di un periodo di relativo benessere testimoniato dall'edificazione della nuova cattedrale di Santa Maria Assunta. Infatti la storica Cattedrale di Santa Maria Aprutiensis è stata distrutta con il saccheggio normanno, così come il vecchio campanile della Torre Bruciata, che assunse tale nome in ricordo del grande incendio. Dal 1202 al 1292 la città vive un periodo abbastanza prospero, e vengono allargate le mura e la costruzione di chiese, tra le quali l'odierna Sant'Antonio. Nel 1233, Federico II di Svevia incluse Teramo nel nascente "Giustizierato d'Abruzzo", inserendola nella porzione dell'Abruzzo Citra.
Nel 1362 iniziò la costruzione del Palazzo Melatino per l'affermazione al potere della famiglia omonima. A partire dal 1395 subì il dominio del ducato di Atri, da quando il conte di S. Flaviano, Antonio Acquaviva, si nominò Duca d'Atri e signore di Teramo. Tuttavia, una serie di eventi negativi, culminati nel terremoto del 1380, le lotte intestine fra la famiglia dei Melatini e quella dei De Valle e il brigantaggio condussero la città a un profondo declino, dal quale non si risollevò né sotto la dominazione dei signori d'Altavilla né sotto quelle successive di Francesi e Spagnoli.
Nel secolo successivo il forte terremoto del 1456 danneggiò la città, come riferisce lo storico Muzio Muzii[7].
Nel 1504 entrò in possesso assieme ad Atri del dominio della regina Giovanna di Napoli. Alla sua morte passò a Carlo V d'Asburgo. Presto la rivalità accesa tra Teramani e Atriani esplose e il 17 novembre 1521 gli Acquaviva presero d'assedio la città. In questo secolo Teramo iniziò a vivere un nuovo periodo di sviluppo culturale, grazie soprattutto allo storico Muzio Muzii, che nei suoi Dialoghi, scriverà della terribile peste teramana della metà del Cinquecento. Nel 1589 i fratelli Facij impiantano a Teramo la prima tipografia e pubblicano il trattato Descrittione del sacro monte di Varale di val di Sesia. Sopra il quale si vede, come in vna noua Gerusalem, il sepolchro del n.s. Giesu Christo, & molti altri luoghi pij, ad imitatione di Terra Santa, con infinite figure, statue, & pitture bellissime. Con li misterij fatti da poco tempo in qua, & vn'ordine e somma, che contiene insieme quello ancora che si gli ha da fare.
Il 1703 e i successivi fino al 1706 furono molto duri per la città[8]. Infatti il tremendo terremoto dell'Aquila del 1703 creò danni anche a Teramo, aggravati dalla povertà e da una nuova ondata d'epidemia, stavolta di colera. Così scrive Niccola Palma nella sua Storia di Teramo:[9]
«...ed in fine si aggiunse il tremuoto. Cominciò questo a farsi sentire in Dicembre 1702, e ad ingerire apprensione pe' disastri già cagionati nel Principato ultra e nella Contea di Molise. Ma dalle due ore della notte precedente ai 14 gennaio sino ai 2 febbraio 1703, alle ore 18, gli scotimenti furono così violenti che alcuni edifizj caddero, ed altri rimasero maltrattati. Ne abbiamo veduto due pruove nel Cap. LXV ed altre in gran numero se ne veggono anche oggi nell'incisione 1703 fatta su mattonelle ne' muri di rinforzo e ne' rinnovati tetti. Abbandonate le case, si ridusse ognuno a passare le fredde notti di quella stagione sotto le tende. Ecco perché dai 14 gennaio ai 2 febbraio, ad ore due della notte, si suonano in Campli le campane, e ciascuna famiglia si gitta in ginocchio a pregare il Signore, onde tenga lontano somigliante flagello: ed in Teramo nel giorno 2 febbraio si sospendono maschere, festini e teatro.»
Durante la conquista italiana di Napoleone Bonaparte nel 1798, L'Aquila e Teramo furono crudelmente saccheggiate. I francesi non risparmiarono nemmeno le campane del Duomo, fondendole per i cannoni e sfregiandole con le scariche di baionetta. Il 28 luglio del 1799 ci furono nuove scosse di terremoto, e il fatto che la cittadinanza di San Berardo avesse supplicato in cattedrale l'arresto di nuove scosse e queste non siano successivamente avvenute, fu riportato nell'opera storica da Angelo De Iacobis, storico della città.
Nel 1799 ci fu la presa del potere da parte dei fratelli Fontana. La vicenda dei fratelli Fontana è narrata sia dallo storico Niccola Palma che dal sacerdote contemporaneo Carlo Januarii. Partiti da Penne alla volta di Teramo, giunsero avendo al seguito centinaia di rivoltosi alle porte del capoluogo, dove il figlio Carlo sfidò il De Donatis puntandogli contro un cannone posto in corso San Giorgio e, dopo che questi aveva abbandonato la città, governando la stessa fino all'arrivo del generale Rodio[10].
Nel 1806, a seguito della divisione della Provincia di Abruzzo Ultra, Teramo divenne capoluogo della neoistituita provincia di Abruzzo Ultra I, mentre L'Aquila rimase capoluogo della provincia di Abruzzo Ultra II. Teramo continuò ad essere capoluogo di provincia anche dopo che, nel 1816, il regno di Napoli (a seguito del Congresso di Vienna), assunse il nome di regno delle Due Sicilie. Di quest'ultimo Stato seguì le sorti fino al 1860, anno in cui le truppe piemontesi-sabaude, attraversato il confine del fiume Tronto, penetrarono, senza dichiarazione di guerra, nel territorio del Regno e sconfissero l'esercito borbonico. Tale rivolta fu annientata con l'assedio di Civitella del Tronto il 20 marzo 1861. Successivamente, sempre nel 1861, fu proclamata l'Unità d'Italia.
Nel 1832 ci fu la visita di re Ferdinando II di Napoli. La fine del secolo fu segnata da diverse scosse di terremoto tra l'Abruzzo e le Marche, senza danni gravi. Nell'800 la città al livello culturale ebbe gli storici e saggisti Melchiorre Delfico e Francesco Savini, che si impegnarono molto per la conservazione dell'immenso patrimonio culturale della città e dei dintorni.
Nel 1927 il governo Mussolini creò la provincia attuale, suddividendo il territorio dell'ex ducato di Atri (incluso nella provincia), e la fascia di terra dell'ex Distretto di Penne, passato alla fiorente città di Pescara. Questa ottenne anche il borgo allora minuscolo di Montesilvano, mentre Silvi Alta fu ceduta a Teramo, che detenne l'amministrazione territoriale fino ai confini di Valle Castellana, Martinsicuro e Campotosto. Nel 1963, con la formazione della regione Abruzzo, Teramo sarà uno dei 4 capoluoghi di provincia.
Il 25 settembre 1943, truppe tedesche giunte a Teramo si recano a Bosco Martese dove si scontreranno con centinaia di uomini della Resistenza ivi rifugiatisi; l'episodio è ricordato come la "battaglia di Bosco Martese", la prima battaglia campale contro l'esercito tedesco, e uno dei primi episodi della Resistenza in Italia.
Negli anni del governo della Democrazia Cristiana si distinse il sindaco Carino Gambacorta, che si adoperò per un massiccio piano di risanamento e modernizzazione della città. Tuttavia tali interventi oggigiorno sono stati criticati per le numerose demolizioni di edifici storici, come il Teatro comunale (XIX secolo) nel 1959 per la costruzione della Standa e vari edifici medievali e pubblici della città, e specialmente del Quartiere Santa Maria a Bitetto, venendo sostituiti da palazzine moderne di scarso valore artistico. Nel 1993 è nata l'Università degli Studi di Teramo, sede scorporata dell'Università Gabriele d'Annunzio di Chieti, fondata nel 1965.
Con il DPR 11 settembre 2001, con cui è stato concesso alla Città di Teramo un gonfalone, è stato altresì concesso, con esaustiva blasonatura, lo stemma già riconosciuto con decreto del capo del governo del 24 giugno 1941.[11][12]
«Di rosso, alla banda di argento, caricata dalla scritta, in lettere maiuscole scalinate, di nero, TERAMUM, essa banda accompagnata dalle due crocette trifogliate di argento, una in capo, l’altra in punta. Lo scudo è sormontato dalla corona d'oro formata dal cerchio brunito, gemmato, cordonato ai margini, cimato da quattro fioroni d'oro, tre visibili, sostenuti da punte, ed alternati da quattro perle al naturale, sostenute da punte, due visibili. Sotto lo scudo, due fronde di alloro e di quercia, decussate in punta e legate con il nastro tricolorato dai colori nazionali.»
«Drappo di bianco con la bordatura di rosso, riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in oro, recante il nome della Città. Le parti di metallo ed i cordoni saranno dorati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma della Città e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri ricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro.»
Il centro storico di Teramo si divise in quattro rioni storici:
Numerose altre sono poi le chiese presenti nell'antico centro storico di Teramo: tra le altre, la Chiesa di Sant'Agostino collegata alla storia di uno dei monasteri più antiche della città; la chiesa di Sant'Antonio (XIII secolo) sita in largo Melatini[19], di fronte ai Portici Savini e alla medievale Casa dei Melatino; la chiesa e convento di San Domenico (XIII secolo) in corso Porta Romana; la chiesa del Santo Spirito (XIV secolo) che si affaccia su largo Proconsole proprio al fianco dell'antica statua romana di Sor Paolo Proconsole (I secolo a.C.) e, "immersa" tra gli edifici di Corso Cerulli (dai teramani comunemente chiamato "Corso vecchio"), la piccola chiesetta di Santa Caterina (IX secolo)[20].
Si trova lungo il Corso Cerulli, all'altezza dell'inizio del Corso De Michetti. La chiesa in origine era il convento di San Francesco d'Assisi, antico edificio di culto di Teramo, costruito nel XIII secolo, precisamente dopo le "liberalizzazioni" del vescovo Sasso del 1207, dunque nel 1227.[21] L'edificio si trova sul Corso De Michetti, in stile romanico negli esterni, con il bel portale strombato con lunetta affrescata, e uccellini scolpiti in maniera molto fine presso i capitelli e gli archi.
L'interno è diviso in due chiese, ovvero il convento francescano con chiostro e quella di Sant'Antonio nella zona refettorio. Entrambe le chiese sono state ricostruite nel Settecento in stile barocco, che ha cambiato profondamente l'aspetto antico.
L'interno di Sant'Antonio è a navata unica con profondi aggetti, un organo ligneo presso la controfacciata, e l'abside semicircolare che conserva le opere di maggior pregio: la tela dell'Immacolata con San Carlo Borromeo e Sant'Antonio di Padova di Vincenzo Baldati, mentre nella cappella c'è una Madonna col Bambino di autore ignoto, del XVII secolo.
Si trova nel largo Proconsole, con la statua caratteristica di "Sor Paolo proconsole". Benché oggi sia posta tra abitazioni civili, la chiesa fu costruita fuori dalle mura medievali, e si hanno notizie già dal 1277. Fu sede della Confraternita dello Spirito Santo, che gestiva il più antico ospedale della città, oggi scomparso, posto accanto al tempio. Nella metà del Seicento la chiesa fu ricostruita totalmente, mostrano l'aspetto attuale barocco. I lavori furono condotti inizialmente dall'architetto Giuseppe Giosafatti da Ascoli Piceno, poi dal figlio Lazzaro.[22] La chiesa è completamente in laterizio, sulla facciata coronata a timpano si aprono un bel portale in travertino e un finestrone centrale. Incorniciate al di sopra del portale sono una "Doppia Croce" costantiniana di Gerusalemme, simbolo della confraternita aprutina, e una colomba ad ali spiegate.
Sul lato destro, inglobato nelle mura come torre di controllo, c'è il campanile a vela che è un compendio delle stratificazioni architettoniche rinascimentali-barocche della chiesa stessa. L'interno a navata unica ha una cupola ellittica presso il presbiterio, abbellito da stucchi e dipinti seicenteschi. Presso l'altare maggiore c'è un Crocifisso ligneo del Trecento, mentre sopra l'ingresso c'è un organo ligneo di Vincenzo Paci (1864) sorretto da cantoria, con parapetto mistilineo.
Il complesso si trova nel quartiere di Porta Romana, lungo il corso omonimo, ed è uno dei conventi più antichi e prestigiosi della città. La costruzione risale al XIV secolo, oggi esso appare in uno stile misto, con la facciata parzialmente ricostruita in stile neogotico da Francesco Savini nel Novecento. Ha copertura a capanna completamente in laterizio, presso la facciata si apre un bel portale nella cui lunetta sono stati rimontati alcuni frammenti di affreschi quattrocenteschi.
L'interno è costituito da una navata unica scandita da arcate gotiche molto pronunciate; con i vari restauri sono stati riportati presso le pareti gli affreschi quattrocenteschi che mostrano scene di vita di San Domenico. Di pregio è la Cappella del Rosario affrescata da Gilberto Todini con stucchi di Michele Clerici (XVIII sec). Gli archi a sesto acuto dell'interno sorreggono le capriate del tetto, consolidamento tardo gotico del Quattrocento. Gli affreschi trecenteschi, resistiti all'invasione francese degli inizi dell'Ottocento, sono presenti sulle pareti del coro, sulla parte terminale della parete sinistra della navata (questi ultimi, opera del presunto Luca di Atri, raffigurano storie cristologiche e il trionfo di San Tommaso)[23]. Gli affreschi presso la controfacciata, raffiguranti Sant'Antonio e San Donato, e della pareti attigue (ossia l'Annunciazione del maestro del "Giudizio universale" di Santa Maria in Piano a Loreto Aprutino), sono del primo Quattrocento.
Negli anni '30 la chiesa divenne Vicaria della Cattedrale, dal 2007 al 2015 è stata retta dai Francescani dell'Immacolata. Dell'attiguo convento domenicano rimangono gli archi del chiostro con alcune lunette dipinte da Sebastiano Majewski, che mostrano scene di vita del santo.
Non molto di originale si conserva dell'antica struttura conventuale, perché chiusa al culto dagli editti napoleonici, e riaffidata ai Domenicani solo nel 1931.
Si trova presso il quartiere di Santa Maria a Bitetto nel Largo del Carmine, anticamente fuori dalle mura, ed è una ricostruzione del 1761 dell'antica chiesa di Santa Croce, appartenuta a un monastero risalente al 1447 e poi caduto in rovina, ceduto ai Carmelitani nel 1578. Nel 1809 in seguito alla soppressione murattiana, il convento divenne sede della gendarmeria (oggi infatti ospita la principale Caserma). Dopo il risanamento coatto del quartiere medievale di Santa Maria a Bitetto della giunta comunale Gambacorta (anni '50), la sede della parrocchia dall'antica chiesa sconsacrata è passata alla chiesa del Carmine.
Ha pianta rettangolare, con facciata a coronamento mistilineo, scandita da paraste classiche, con semplice portale ad architrave piano, incorniciato in pietra. Nella parte in alto un finestrone centrale è sovrastato dal timpano ad arco ribassato. In un grande riquadro mediano c'è un affresco barocco della Vergine del Carmine. L'interno a navata unica p ricco di stucchi tipicamente barocchi, opera degli stessi maestri che lavorarono a Sant'Antonio di Padova. Il presbiterio è collegato al coro ligneo settecentesco, e presso la controfacciata si trova un organo.[24]
Insieme alla chiesa di San Luca, questo piccolo tempio è una delle architetture religiose medievali meglio conservate della città. Si trova lungo il Corso Cerulli, in vico Antica Cattedrale, risalente al tardo XV secolo, con una piccola facciata stretta tra le case civili, realizzata con pietre non sbozzate, mostrano semplicissimo portale sovrastato da una finestra. Alcuni elementi di reimpiego sono una colonna romana con fusto decorato da foglie, due blocchi con simboli e iscrizioni. Le epigrafi di grafia gotica sono simboli diversi: la prima a sinistra è una ruota dentata a otto raggi, simbolo del martirio della santa, la seconda il simbolo dell'incudine e del martello. Le due "S" fanno riferimento alla "santa" Caterina e a San Getulio, poiché la vecchia cattedrale teramana di Santa Maria (oggi Sant'Anna) era collegata ad essa mediante il seminario cinquecentesco.
L'interno è abbastanza manomesso per vari restauri, con un tetto del Settecento, arredi dell'Ottocento, insieme all'unico simbolo antico conservatori, una ruota dentata, la cui leggenda dice che se fatta girare il 25 novembre, la santa porterebbe fortune economiche e buoni auspici.
La piccola chiesetta è già citata nel 1372 come cappella della famiglia Melatino, e prospetta davanti al palazzo di questa famiglia. Sopra l'architrave della porta c'è una piccola pietra con il simbolo del "leone di San Marco", datato 1380. Secondo Francesco Savini l'emblema apparterrebbe a un'altra chiesa dedicata a San Marco e oggi scomparsa, fondata da mercanti veneziani.
La piccola chiesa ha pianta rettangolare, molto semplice nell'esterno in pietra, con un portale decorato da semplice architrave, e da un campanile a vela. Nella piccola navata centrale si trovano alcune tele barocche, provenienti da altre chiese di Teramo, specialmente dall'ex chiesa di San Matteo, demolita nel 1941 presso il Corso San Giorgio.
«Teramo venne, dopo i borghi e i lumi della valle; entrativi a notte, quando già vi passeggiavano gli ufficiali del presidio e della tutela con tutta la gente, e dal bar della piazza, sotto il bel portico, s'intravedeva in un elisio di luce a girar manopole d'ebano il garzone a tutto vapore, d'attorno la cattedrale nichelata degli espressi…»
Piazza Martiri è il centro della vita cittadina ed inizialmente denominata piazza Vittorio Emanuele II, è sede, nel corso dell'anno, di numerose manifestazioni. Vi si affacciano edifici storici e monumentali quali il duomo, il palazzo Vescovile, il Seminario, il palazzo dell'ex Banco di Napoli e il palazzo Costantini con i sottostanti portici (detti Portici di Fumo). Durante l'occupazione Francese del '700, fu il luogo in cui venne piantato l'albero della Libertà.
Ha tale intitolazione perché domina la chiesa di Sant'Anna dei Pompetti[36]. Sita nella zona più antica del centro storico cittadino, prende il nome dalla Chiesa di Sant'Anna dei Pompetti, piccolo edificio religioso edificato sui resti dell'Antica cattedrale di Santa Maria Aprutiensis.
Durante il corso dell'anno si svolgono in questa piazza numerose manifestazioni culturali e musicali: tra le altre, l'annuale "La Villa Suite", kermesse musicale che da cinque anni a questa parte vede la partecipazione di artisti più o meno rinomati a livello nazionale: nell'edizione 2009 vi hanno preso parte tra gli altri Tonino Carotone e i Quintorigo.
La città di Teramo fu cinta da mura nel 1158 circa, dopo la distruzione di due anni prima da parte del conte Roberto III di Loritello, che rase letteralmente al suolo la città, meno alcuni edifici. Nelle carte storiche del XVII secolo è ancora ben visibile la cinta muraria con porte e torri di guardia, che però nel XVIII secolo perse d'importanza, e incominciò a essere smantellata. All'inizio del Novecento quasi tutto il perimetro murario era scomparso, con l'eccezione di alcune porte e di Torre Bruciata, l'antico campanile della vecchia Cattedrale di Santa Maria Aprutiensis. La cinta muraria abbracciava la zona della Circonvallazione Ragusa a nord, con il tratto di Porta delle Recluse - Porta Melatino, ingresso dell'ex ospedale psichiatrico di Teramo "Sant'Antonio Abate", via Porta Reale a est, la Circonvallazione Spalato a sud, il viale Mazzini a ovest con l'ingresso da Porta Due di Coppe al Corso San Giorgio. Le porte visibili sono:
Davanti all'ingresso del Piazzale Madre Teresa, dove si trova il santuario, si trova una statua ritraente Giuseppe Garibaldi nelle vesti di condottiero.
Innocenzo IV in uno scritto del 1251 parla delle valvas civitatis di Teramo. Le porte della città erano sette[38]:
«Eterno amore di libertà contro bieca ferocia tedesca nel tradimento dei capi fuggiaschi il 25-26-27 settembre 1943 a Bosco Martese nella vittoria e nel martirio gli insorti del teramano nuovamente affermarono monito a tiranni e a servi popolo e comune posero il 25 settembre 1952»
Nell'alveo di ciascuno dei due fiumi che cingono il centro storico della città, è stato creato un parco fluviale con percorsi ciclopedonali: quello del parco del Tordino è lungo circa quattro chilometri, mentre quello del parco del Vezzola è di circa due chilometri. I due parchi sono collegati tra loro da un ponte di legno a doppio arco, e a monte il percorso attraversa il bosco nel quartiere del Castello, superando un dislivello di diverse decine di metri[47].
L'area verde intitolata al cantautore teramano Ivan Graziani è sita fuori da Porta Reale; nel parco sono presenti i resti archeologici di una Domus romana e un monumento alla resistenza dell'artista Augusto Murer. Un'altra area verde molto frequentata si trova lungo Viale Mazzini ed è denominata "i Tigli" dai teramani. Lungo "i Tigli" si possono osservare dei busti di illustri personaggi che hanno fatto la storia della Città.
Fuori dalle antiche mura vi è il parco della Villa comunale, progettato tra il 1882 e il 1884 da Ernesto Narcisi. La Villa è ciò che resta del Giardino Botanico di Teramo che si estendeva nella zona di Piazza Garibaldi.
Nel 1969, con l'intento di isolare l'architettura del duomo di Teramo, fu demolito l'Arco di Monsignore, un collegamento pedonale presente da secoli tra il duomo stesso e il palazzo vescovile.
Nel 1941 venne demolita la chiesa barocca di San Matteo in corso San Giorgio, mentre nel 1959, nella stessa zona, venne demolito il teatro comunale del 1868, progettato da Nicola Mezucelli. Un ulteriore abbattimento nel centro storico, che subì numerosi interventi di questo tipo in quegli anni, fu quello della palazzina del Credito abruzzese a metà anni '50, edificio in stile neogotico che fu progettato da Alfonso De Albentiis nel 1925. Sempre negli anni '60, sotto l'Amministrazione Gambacorta, il centro storico ha subito innumerevoli danni e demolizioni di edifici storici, specialmente nel quartiere medievale di Santa Maria a Bitetto, oggi completamente irriconoscibile.
Abitanti censiti[48]
Al 31 dicembre 2023 la popolazione straniera residente era di 3 591 persone, pari al 6,65% della popolazione.[49]
Sulle colline prospicienti, a 4 km da Teramo, sorge l'Osservatorio astronomico d'Abruzzo[52]. Fu fondato nel 1890 dall'astronomo teramano Vincenzo Cerulli che poi lo donò allo Stato nel 1917. Dal suo telescopio, il 2 ottobre 1910, Cerulli scoprì un asteroide a cui diede il nome Interamnia (l'antico nome latino di Teramo).
L'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise (IZSAM), intitolato allo storico direttore Giuseppe Caporale, è uno dei dieci Istituti Zooprofilattici Sperimentali italiani e ha competenza sulle Regioni Abruzzo e Molise.
La sede centrale è sempre stata a Teramo sin dalla sua fondazione datata 2 settembre 1941.
A Teramo, all'interno dei locali dell'ospedale psichiatrico, venne fondata nel 1925 la Società psicoanalitica italiana, ad opera di Marco Levi Bianchini, docente presso l'Università degli Studi di Napoli Federico II e direttore dell'ospedale psichiatrico di Teramo. Tuttora, su una parete esterna all'ospedale, su via Aurelio Saliceti, una lapide ricorda la straordinaria figura di Marco Levi Bianchini e la nascita della Società psicoanalitica italiana, che ancora oggi svolge la propria attività e ha visto trasferire, nel 1932, la sua sede ufficiale da Teramo a Roma.
Nel 1909, presso le scuole elementari della città, all'epoca situate in prossimità del Duomo, in un edificio prossimo al Palazzo del Seminario (demolito negli anni trenta nell'ambito degli interventi di isolamento della Cattedrale e per consentire altresì l’apertura dell'attuale via di San Berardo), fu attivata la Scuola Montessoriana, collocando Teramo fra le prime città italiane ad ospitare istituti di educazione primaria che applicavano il metodo pedagogico di Maria Montessori. A decorrere dal 1915, in concomitanza con l'avvio del primo conflitto mondiale, la Scuola Montessoriana venne dapprima sospesa e successivamente soppressa.
A Teramo sono presenti scuole elementari, medie e superiori, pubbliche e private. Gli istituti di spicco si trovano nelle vicinanze del centro cittadino, quali Liceo Classico, Scientifico, Artistico, Magistrale, Istituti tecnici e professionali, Istituto agrario e alberghiero. Sono attive anche numerose scuole di formazione artistica, dedicate alla danza, alla musica e al teatro, e un istituto di formazione religiosa.
Teramo è la sede amministrativa dell'Istituto europeo di musica che svolge attività nel settore della musica classica, della danza e del teatro, con campus urbani, nelle città maggiori europee.[senza fonte][53] La struttura inoltre mantiene in veste di rappresentanza i contatti con le istituzioni accademiche di altri continenti.[senza fonte][54] Dal 1997 lo IEM è diretto dal pianista Davide Polovineo.
L'Università degli studi di Teramo è nata nel 1993 per scorporo dall'Università "G. D'Annunzio" di Chieti; al 2024, conta 5 Dipartimenti (Giurisprudenza, Bioscienze e Tecnologie agro-alimentari e ambientali, Medicina Veterinaria, Scienze della Comunicazione e Scienze Politiche), 24 corsi di laurea, 19 Master e 7 Scuole di specializzazione. Due i centri di eccellenza: quello giuridico-politico-comunicativo e quello agro-bio-veterinario. L'Ateneo conta due strutture: il Campus "Aurelio Saliceti" nel quartiere di Colleparco, dove hanno sede 4 Dipartimenti, il Rettorato, la mensa universitaria, laboratori scientifici, lo studio televisivo e radiofonico a disposizione degli studenti; l'Ospedale Didattico Veterinario Universitario in località Piano D'Accio dove ha sede il Dipartimento di Medicina Veterinaria.
L'Università Adriatica ha sede centrale ed amministrativa a Teramo ed è presente sul tutto territorio nazionale online. Diffonde e promuove i corsi di UNITELMA SAPIENZA presso le proprie strutture. Al 2012, conta le facoltà di Giurisprudenza e di Economia.[senza fonte]
I principali musei di Teramo sono:
Teramo ha conosciuto la letteratura con lo storico Muzio de' Muzii, vissuto nel XVI secolo, il quale scrisse una Storia di Teramo in Dialoghi sette, pubblicata però solo nel 1893 da Giacinto Pannella. Si tratta della prima monografia riguardo alle vicende storiche della città, scritta in forma dialogica, e con alcuni errori storici, poiché Muzio si concentra più sul riportare aneddoti e particolarità avvenute nelle vicende storiche della città, piuttosto che basarsi su fonti autorevoli. L'opera comunque rimane un punto di riferimento nel raccontare certe particolarità che all'epoca della seconda monografia storica di Niccola Palma (1832) erano andate già perse. Il Palma scrisse in quattro volumi la Storia ecclesiastica e civile della Regione più settentrionale del Regno di Napoli nominata Aprutium, e riguarda sin dalle origini fino alla rivoluzione francese del 1799 con Melchiorre Delfico dei fatti non solo di Teramo, ma anche della provincia circostante, in particolare parlando di Campli, Civitella del Tronto e Giulianova.
Quanto a letteratura non storica, si ricordano le figure di Giannina Milli, Raffaele Aurini, Melchiorre Delfico, Mario Pomilio, Fedele Romani.
Fino agli anni sessanta, la fonte di cultura principale in ambito teatrale, nella città, era il teatro comunale di stile vittoriano, lungo il corso San Giorgio (inaugurato nel 1868 - il primo teatro di Teramo era il Corradi, inaugurato nel 1793 presso Casa Catenacci in via V. Veneto). Dopo la caduta in degrado e abbattimento durante la giunta comunale di Carino Gambacorta, venne ricostruito un nuovo teatro moderno. Il nuovo Teatro comunale era stato dapprima adibito anche a cinema, fino al 2010, quando le principali realtà teatrali cittadine e provinciali hanno portato numerosi spettacoli di vario genere. Dal 2024 l'edificio subirà importanti lavori di riqualificazione con fondi PNNR che andranno a rivisitare profondamente l'intera struttura teatrale.
La gastronomia teramana è piuttosto ricca e varia e trae origine da antiche tradizioni contadine.
Un rituale propiziatorio si celebra all'arrivo della primavera, ogni primo maggio, con la preparazione delle virtù, un piatto le cui origini si perdono nella notte dei tempi quando, alla fine dell'inverno, le contadine univano alle primizie portate dalla buona stagione ciò che era rimasto nelle dispense delle scorte invernali.
La preparazione, che secondo la tradizione dura tre giorni e tre notti, è alquanto laboriosa perché i numerosi ingredienti (fave e piselli freschi, lenticchie, ceci, fagioli, indivia, carciofi, spinaci, cicoria, bietole, cime di rape, cuori di sedano, zucchine, aglio, cipolla, erbe aromatiche, prosciutto, cotenna, orecchio e piedini di maiale, cotiche, pallottine) vanno cotti separatamente, e solo alla fine si possono amalgamare con la pasta, di vari tipi e colori, che dovrebbe essere fresca anche se sono molto comuni le paste secche e i tortellini.
Un altro piatto principe della cucina teramana sono i Maccheroni alla chitarra o Chitarra con le pallottine[55], nonostante il nome si tratta di una sorta di spaghetti a sezione quadrata che si ottengono pressando la sfoglia di pasta sulla chitarra: un attrezzo tradizionale abruzzese costituito da fili d'acciaio tesi, accostati parallelamente, su un'intelaiatura di legno. Una caratteristica di questo piatto è nel sugo ricco di carne sotto forma di pallottine: piccolissime polpettine di carne mista preparate a mano e fatte soffriggere.
Un altro elemento tipico della cucina locale sono le scrippelle: sottilissime frittatine preparate versando su una padella caldissima una pastella di farina, acqua e uova; tanto simili alle crêpes francesi che, secondo alcuni[alcuni chi?], da Teramo furono portate oltralpe al seguito dei loro eserciti. Le "scrippelle" sono alla base di due dei piatti fondamentali della cucina teramana[56], ovvero le scrippelle mbusse, cioè bagnate, immerse in un leggero brodo di gallina dopo essere state cosparse di parmigiano e arrotolate, e il timballo di scrippelle, dove sostituiscono la pasta sfoglia nel separare gli strati di ingredienti.
Un primo piatto caratteristico del teramano è la zuppa di ceci, funghi e castagne.
Le saporite mazzarelle vengono preparate con una foglia di indivia legata con un budellino che avvolge pezzetti di coratella d'agnello (fegato, cuore e polmoni), con cipolla, aglio e prezzemolo, possono essere semplici o con il pomodoro.
Non mancano i tipici arrosticini, in dialetto rustell, presenti soprattutto nei territori teramano e pescarese.
Altre pietanze sono le ‘ndocca ‘ndocca, il classico piatto povero dei contadini nel quale si utilizzano tutte le parti del maiale (orecchie, muso, cotenna, piedi, costate) che non possono diventare prosciutti o salumi, e la Pinsa teramana, una pizza leggera e croccante di forma rettangolare creata con farine speciali.
Tra i dolci, si ricordano i caggionetti[57], tipico dolce abruzzese a forma di raviolo; una sfoglia leggerissima contiene un ripieno che, nei caggiunitt‘ teramani è a base di castagne, insieme ai classici cioccolato, mandorle tostate, cedro candito, buccia di limone, rum e cannella e Li papatill o Pepatelli, (anche questi tipici del periodo natalizio come i caggionetti) sono preparati con farina mista bianca e integrale, mandorle miele e pepe in polvere con l'aggiunta di scorza d'arancia. li papatill risultano durissimi per cui vengono tagliati in fette sottili che hanno una forma che ricorda i cantucci toscani. Ancora li sfujatell, le sfogliatelle[58], che si differenziano da tutte le altre perché anticamente venivano preparate dalle pazienti massaie, con la marmellata d'uva fatta in casa; al giorno d'oggi si utilizzano anche altre marmellate. Si aggiungono mandorle e cacao in polvere e questo ripieno va poi messo dentro una sfoglia che una volta cotta avrà la tipica forma di mezza luna sfogliata.
Sulle colline tramane si coltivano i tipici vitigni abruzzesi: il Montepulciano d'Abruzzo rosso o cerasuolo e il Trebbiano d'Abruzzo bianco.
L'evento si svolge ogni 1º maggio all'interno del centro storico con gare competitive e non (tra cui le gare da 5 e 10 km), che si svolgono per tutto l'arco della giornata.
Cineramnia è un festival cinematografico che si svolge in una settimana di giugno[59].
La formula che contraddistingue questo festival è la seguente: cinque registi girano cinque film in cinque giorni, ovvero cinque scuole di cinema italiane ed europee vengono invitate a girare e montare un cortometraggio in cinque giorni. Durante il sesto giorno, i corti vengono proiettati in piazza dando al pubblico la possibilità di votare il migliore.
Protagonisti dei corti sono i cittadini che tre mesi prima hanno sostenuto un provino. Il nome Cineramnia è stato ideato dal regista Stefano Saverioni.
Nella settimana delle riprese, mentre i corti vengono realizzati, si svolgono lezioni e laboratori sul cinema e i suoi aspetti tecnici, linguistici, narrativi, spettacolari, con il corredo indispensabile di numerose proiezioni.
La Coppa Interamnia è la più grande manifestazione sportiva di Pallamano a livello mondiale: è infatti considerata l'olimpiade della pallamano, a cui partecipano ogni anno migliaia di persone. Le squadre partecipanti si sfidano sui campi allestiti per l'occasione in diversi punti della città. Il campo principale, dove avviene la serata di apertura e le premiazioni finali, è quello di Piazza Martiri della Libertà, munito di spalti, reti e luci.
Dal 1972 si svolge annualmente a Teramo nei primi giorni di luglio e vi partecipano squadre giovanili provenienti da tutti i continenti.
«Teramo, città aperta al Mondo»
Ogni anno (dal 2001), dal 18 al 22 novembre (festa di Santa Cecilia, patrona della musica) si tiene il Concorso Internazionale di Esecuzione Musicale Ars nova Città di Teramo[60] riservato a musicisti di ogni nazionalità. Il concorso è dedicato a tutti gli strumenti, divisi in classi anno per anno. Importante appendice del concorso è l'assegnazione del premio "alla carriera" ad un musicista teramano illustre. Lo hanno ricevuto Anna Guerrieri(2002), Ennio Vetuschi (2003), Leonia Vetuschi (2004), Anna Gorgoglione (2005), Giovanna Labellarte (2006), Rina Lupi (2007), l'Associazione corale teramana "G. Verdi" (2008), Marco Renzi (2009). Al premio "alla carriera" corrisponde una targa o una medaglia in argento donata dal Presidente della Repubblica Italiana.[senza fonte]
Ogni mese di ottobre una settimana è dedicata al Premio Internazionale per la Fotografia Cinematografica "Gianni Di Venanzo"[61]. La prima edizione risale al 1996.
Dal 1959 è sede del "Premio Teramo" per un racconto inedito. Il premio è stato fondato per iniziativa di Giammario Sgattoni che ne è stato il segretario per oltre vent'anni prima di entrare a far parte della giuria; Presidenti della giuria sono stati (in ordine cronologico): Michele Mandragora, Diego Valeri, Carlo Bo, Michele Prisco, Alberto Bevilacqua.
Organizzata dall'associazione culturale ARCAT, la manifestazione che si svolge a piazza Martiri della Libertà è un appuntamento fisso di fine luglio dell'estate teramana. Tema delle serate è la musica popolare italiana e internazionale suonata da gruppi provenienti dalle diverse regioni italiane e da paesi esteri.
Il 10 dicembre 2010 ha avuto inizio la prima edizione di una Stagione Internazionale di Danza, promossa dalla Società della Musica e del Teatro "Primo Riccitelli"[62].
Interferenze è un festival di danza urbana, ideato e diretto da Eleonora Coccagna, promosso dall'Associazione Electa creative arts di Teramo, nato nel 2006, si sviluppa in giornate di performance di danza in luoghi urbani della Città. Dal 2008 Interferenze entra nel Circuito mondiale Ciudades Que Danzan, una rete di Festival di danza nei paesaggi urbani che conta decine di festival in tutto il mondo.
Il centro storico è a forma ellittica irregolare, attraversato nel centro, orizzontalmente, da due assi principali, il corso San Giorgio da sinistra e il corso De Michetti da destra, che si collega mediante il corso Cerulli alla piazza del Duomo. Essi confluiscono nel punto focale del centro storico, ossia nella Cattedrale di Santa Maria Assunta, con le due facciate che volgono a destra verso Piazza Orsini, e a sinistra a Piazza Martiri della libertà. Altra importante piazza è il Largo Torre Bruciata, detto anche Piazza Sant'Anna, dove si trova l'omonima chiesa, un tempo antica cattedrale di Teramo.
Nel corso dei secoli si sono creati altri slarghi e vie principali, specialmente con le demolizioni iniziate nell'800 e proseguite nel corso del Novecento che hanno portato alla realizzazione di Piazza Verdi, Piazza Martiri Pennesi, Piazza Sant'Agostino, Piazza Giuseppe Garibaldi, Piazza del Carmine e Piazza Dante.
Oltre ai tre principali corsi, Teramo nella zona sud dietro il Convitto "Melchiorre Delfico" conserva il quartiere di Corso Porta Romana, con il complesso di San Domenico, che mediante via Vincenzo Irelli si collega al piazzale del teatro romano, oppure mediante via Stazio al rione Santa Maria a Bitetto, fino al piazzale della chiesa del Carmine.
Verso nord-est si trova il quartiere di Sant'Antonio, che è collegato alla zona di Sant'Anna dei Pompetti.
Il centro è lambito dalle vie della Circonvallazione Spalato, lungo il vecchio Quartiere di Santa Maria a Bitetto e il vecchio stadio, e la Circonvallazione Ragusa, che parte dal largo di Porta Reale. All'imbocco dei due corsi ci sono il Largo Madonna delle Grazie, per il corso De Michetti, e la piazza Garibaldi per il San Giorgio.
Il centro antico è circondato dai seguenti quartieri moderni: a nordovest il rione Piano della Lenta e il Viale Bovio. Questo percorso è stato uno dei primi nuclei espansivi moderni della città da Piazza Garibaldi, dove si trova la villa comunale "Stefano Bandini", e tra i vari uffici amministrativi ospita la Questura di Teramo.
A sud-ovest i tre viali principali dedicati a Mazzini, Cavour e Crucioli collegano il nuovo quartiere di Santa Chiara-Madonna della Cona sorto negli anni '60 attorno alla pineta che attorniava il neogotico Castello Della Monica; a nordest ci sono il rione Ospedale, insieme al quartiere di San Berardo (zona stazione) con il Parco fluviale Vezzola, e i due quartieri di Colleatterrato e San Nicolò a Tordino. Questi sono le maggiori zone moderne di espansione ad est: il primo si trova presso il cimitero, il secondo ospita la nuova zona dello stadio comunale "Gaetano Bonolis", insieme al centro commerciale "Gran Sasso" e al complesso industriale principale del capoluogo, che insieme alle zone di Sant'Atto e Piano d'Accio forma una nuova realtà urbana dinamica fuori dal centro antico teramano, in facile collegamento con il casello autostradale Teramo Est dell'A24.
Il Comune di Teramo consta di 43 frazioni all'interno del proprio territorio, per un totale di oltre 18 000 abitanti[63]. Bivio Miano, Cannelli, Caprafico, Casette, Castagneto, Castrogno, Cavuccio, Cerreto, Chiareto, Colle Caruno, Colle Marino, Colleminuccio, Colle Santa Maria, Forcella, Frondarola, Frunti (paese abbandonato), Galeotti, Garrano Alto, Garrano Basso, La torre, Magnanella, Miano, Monticelli, Nepezzano, Orciano, Pantaneto, Piano d'Accio, Poggio Cono, Poggio San Vittorino, Ponte Vezzola, Ponzano, Putignano, Rapino, Rocciano, Rupo, Saccoccia, San Nicolò a Tordino, San Pietro ad Lacum, Sant'Atto, Sant'Egidio, Sardinara, Scapriano, Sciusciano, Secciola, Sorrenti, Sparazzano, Spiano, Tofo Sant'Eleuterio, Torre Palomba, Travazzano, Valle San Giovanni, Valle Soprana, Varano, Villa Butteri, Villa Falchini, Villa Gesso, Villa Pompetti, Villa Ripa, Villa Romita, Villa Rossi, Villa Schiavoni, Villa Stanchieri[64], Villa Taraschi, Villa Tordinia, Villa Turri-Ferretti, Villa Viola e Villa Vomano.
Teramo, a partire dagli anni cinquanta del Novecento, ha visto un notevole incremento della produzione agricola grazie al circostante territorio pianeggiante che permette la coltivazione di vari ortaggi, legumi, e soprattutto di vigneti. La produzione principalmente riguarda quella del vino. Sviluppata è anche l'attività della pesca in acqua dolce, essendo la città vicino al fiume Vomano. L'agricoltura teramana è rappresentata dall'Ispettorato Provinciale dell'Agricoltura di Teramo.
Altre industrie sono specializzate nella lavorazione del vetro e della ceramica, quest'ultima vanta in realtà una tradizione che risale al Rinascimento e si sviluppa in particolare nel Settecento[65][66], nonché nel settore manifatturiero. Negli anni del boom economico è cresciuta anche l'industria, sviluppata principalmente sul settore delle ceramiche con Spea, oggi conosciuta come Hatria, la metalmeccanica di precisione, la farmaceutica e in ultimo le costruzioni.
Il turismo per Teramo è una tra le città più visitate della regione Abruzzo (insieme a L'Aquila, Chieti e Pescara) nonché della provincia stessa (insieme ad Atri, Giulianova e Tortoreto), principalmente per il turismo religioso (vi sono chiese artisticamente pregevoli e il santuario di San Gabriele a Isola del Gran Sasso d'Italia) e per la città antica. Sono oggetto di visita anche i palazzi storici, i rioni medievali, le biblioteche storiche il Museo archeologico con i resti romani in diversi luoghi del centro storico.
Sono inoltre di interesse turistico le aree naturali del territorio e la Val Vomano, che consente escursioni e battute di pesca sul fiume.
Il turismo teramano è anche eno-gastronomico per la produzione di vini, carni e formaggi, e per una cucina ricca di piatti tipici quali la chitarra con le polpettine, il timballo di "scrippelle", le "scrippelle" in brodo, le "virtù", le "mazzarelle", vari tipi di paste lavorate, nonché secondi piatti di carne e pesce e contorni a base di verdure.
La città essendo capoluogo di provincia ospita molti uffici periferici centrali. Nel quartiere di Colleparco è presente la sede centrale dell'Unite. Ospita uno sei 7 Istituti Zooprofilattici Nazionali, l'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Abruzzo e del Molise.
La città è facilmente raggiungibile grazie all'autostrada adriatica A14, che la collega ad Ancona e Pescara, e all'Autostrada A24[67] (detta anche Strada dei Parchi) che la collega a Roma in meno di due ore e al capoluogo di regione L'Aquila in circa 40 minuti.
La Strada statale 80 racc di Teramo prolunga l'A24 fino al casello Teramo-Giulianova-Mosciano Sant'Angelo dell'A14 costituendo un collegamento baricentrico tra Roma e l'intera costa adriatica.
Il Lotto Zero classificata come Strada statale 80 var, costituisce la tangenziale sud della città abruzzese che collega le uscite Teramo Est e Teramo Ovest. L'uscita Teramo Ovest consente un collegamento immediato tra il quartiere Cona e il centro della Città.
Anche la Strada statale 80 del Gran Sasso d'Italia collega Teramo alla costa e, attraverso il cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, al capoluogo di regione, L'Aquila.
La Dorsale Marche-Abruzzo-Molise è in fase di completamento e collega la città col nord della provincia e con Ascoli Piceno, mentre verso sud prosegue in direzione di Penne e Chieti.
La ferrovia Teramo-Giulianova collega la Stazione di Teramo con quella di Giulianova. La stazione fu aperta nel 1884 progettata come stazione passante lungo la ferrovia Roma-Giulianova, mai realizzata. Fu elettrificata nel 2003 con la realizzazione del Servizio Metropolitano Regionale Chieti/Pescara/Teramo. Teramo è collegato con vari paesi e cittadine come Gulianova, Pescara, Chieti, Lanciano e San Benedetto. La fermata in zona Piano d'Accio permette di raggiungere l'Ospedale Veterinario universitario, Il centro commerciale Gran Sasso e lo Stadio Gaetano Bonolis.
La locale rete di trasporti pubblici urbani è esercitata dall'azienda privata Baltour; il servizio è strutturato su 8 linee, tutte transitanti in Piazza Garibaldi, mentre la maggior parte di esse transitano anche in Piazza San Francesco e davanti alla Stazione Ferroviaria. I trasporti interurbani afferenti alla città di Teramo sono gestiti dalla società TUA.
Teramo è gemellata con:
Il Teramo Calcio fu fondato nel 1913. A seguito del fallimento dell'estate del 2008, che ha comportato l'estromissione dalla serie C2, è stata fondata una nuova società, il Real Teramo[70] (denominazione cambiata dopo appena un anno in Teramo Calcio), che ha vinto il campionato di Promozione 2008/2009 e quello di Eccellenza abruzzese 2009/2010, conquistando la promozione in Serie D. Nel 2012 la società, che ha ripreso il nome di Teramo Calcio, vincendo il campionato di serie D è tornata nel professionismo. Nella stagione 2012/13 milita nel campionato di Seconda Divisione (ex C2), girone B. Il 6 aprile 2014 con la partita Teramo-Arzanese, conquista la promozione nella terza serie nazionale, la Prima Divisione. Nella stagione 2014-2015 vince il girone B della Lega Pro ottenendo la prima storica promozione in Serie B per la stagione 2015-2016, ma non viene promosso a causa della combine del match Savona-Teramo[71]. Dal 2015 al 2022 i Biancorossi militano in Serie C, sempre in zona di metà classifica. In seguito a problemi societari, la squadra nell'estate 2022 non si iscriverà al Campionato di Lega Pro. Nasce così il Città di Teramo 1913, che partecipa e vince il campionato di Promozione 2022/23 e inizia il percorso che riporterà la squadra aprutina di nuovo nei campionati professionistici nazionali.
Nel 2008 è stato inaugurato il nuovo Stadio Gaetano Bonolis, già Stadio Comunale di Piano d'Accio, dove la squadra aprutina gioca le sue partite casalinghe dal 2008 ad oggi. Il Vecchio Stadio Comunale, è stato lasciato in condizioni non ottimali per oltre un decennio, le sue tribune considerate inagibili, ed è in attesa di lavori di manutenzione e riqualificazione per un possibile riutilizzo. Quest'ultimo si trova all'interno del centro storico cittadino ed è il luogo dove dal 1929 al 2008, la squadra biancorossa ha costruito gran parte della sua storia calcistica.
I colori sociali sono il bianco e il rosso e il diavolo è il simbolo della squadra, denominata anche "i diavoli" o "gli aprutini". Il logo della squadra ricorda lo scudo sannita con striscia trasversale e la scritta "Teramum", proprio come quello del Comune di Teramo. Le maglie da gioco sono solitamente a strisce verticali o a tinta unita, in qualsiasi caso con i colori del Club.
Il Teramo Basket fu fondato nel 1973 e dal 2003 al 2012 ha giocato nella massima serie. Nell'estate del 2012 a causa di problemi economici la società non ha iscritto la squadra biancorossa a nessuna categoria. La stagione migliore nella storia della Teramo Basket resta quella del 2008/2009 in cui si è classificata 3ª alla fine del campionato regolare, raggiungendo i quarti di finale dei play-off scudetto. La squadra ha giocato le proprie partite casalinghe nel più grande dei tre palasport della città, il PalaScapriano. A seguito della scomparsa del Teramo Basket, in città restano tre società di pallacanestro: il Basketball Teramo (nato a giugno 2012), il Teramo Basket 1960 e la Teramo a Spicchi: le prime due giocano la CSilver mentre la terza in Serie B, dal 2021 ad oggi a seguito dell'acquisto di un titolo sportivo dopo aver disputato la serie Csilver. Il Basketball Teramo e la Teramo a Spicchi si occupano di minibasket e settore giovanile; le società hanno anche la gestione ventennale degli impianti Comunali del campo dell'Acquaviva (per la Teramo a Spicchi) e della Palestra San Gabriele e del Campo da Calcio della Cona (per il Basketball Teramo).
Hanno militato in serie A1 sia la squadra di pallamano maschile (promossa in serie A d'Elite) Teramo Handball che quella femminile HF Teramo. Quest'ultima si è laureata campione d'Italia nella stagione 2011/2012.
La NHC Teramo, nata nel 2015 come nuova squadra cittadina, dopo alcune stagioni di serie B e A2, è riuscita a vincere il campionato stagione 2018/2019 salendo di diritto in A2.
La pallamano è molto seguita a Teramo dove ogni anno si svolge la Coppa Interamnia, in vari campi sparsi per la città.
L'Amatori Rugby Teramo è stata la squadra della città. Dopo anni bui a cavallo del terzo millennio, a seguito della riorganizzazione dei campionati, voluta dalla federazione, ha conosciuto nuovi fasti[72]. Al momento le squadre dilettantistiche teramane sono il Teramo Rugby 1976 e il Teramo Rugby Femminile.
Il Torball praticato dalla Teramo Non Vedenti ASD è tra le maggiori società di torball in Italia: ha vinto 5 scudetti 3 coppe Italia e 4 supercoppe. La squadra milita nel Campionato di Serie "A" dall'anno 2002 e da quell'anno una serie infinita di successi Nazionali ed Internazionali. La 7th Worldcup Torball & 20th IBSA European Torballcup 2010 si è svolta nella città di Teramo.
Teramo è stata più volte arrivo di tappa del Giro d'Italia:
Data | Tappa | da | km | Vincitore | Nazionalità |
1910 (22 maggio) | 3ª | Bologna | 345 | Carlo Galetti | Italia |
1930 (30 maggio) | 9ª | Roma | 203 | Michele Mara | Italia |
1932 (20 maggio) | 5ª | Rimini | 286 | Raffaele Di Paco | Italia |
1934 (30 maggio) | 9ª | Campobasso | 283 | Learco Guerra | Italia |
1959 (25 maggio) | 10ª | Vasto | 159 | Rino Benedetti | Italia |
1980 (31 maggio) | 15ª | Roccaraso | 194 | Tommy Prim | Svezia |
1990 (25 maggio) | 5ª | Sora | 233 | Fabrizio Convalle | Italia |
2000 (20 maggio) | 7ª | Vasto | 171 | David McKenzie | Australia |
2011 (17 maggio) | 10ª | Termoli | 159 | Mark Cavendish | Gran Bretagna |
Ogni anno si svolgono tre manifestazioni sportive per cicloamatori:
Altra manifestazione importante, giunta nel 2019 alla sua 40ª edizione, è la "Maratonina Pretuziana", che si svolge il 1º maggio di ogni anno. Nell'edizione del 30 aprile 2006 si è svolta anche la Mezza Maratona nazionale. Espressione massima del podismo femminile sono le pluricampionesse italiane Franca Costantini e Teresa Di Carlo. Alla maratonina partecipano giovani di tutte le età, ma anche adulti a livello agonistico e le celebrazioni si svolgono nel centro cittadino per tutta la giornata, con corse, spettacoli e premiazioni.
Gli impianti sportivi più importanti in città sono: il vecchio Stadio Comunale e lo Stadio Gaetano Bonolis per il calcio, il PalaScapriano e Palestra San Gabriele per il Basket, il Palacquaviva, il Pala San Nicolò e il PalaBinchi per la pallamano, il Campo di Atletica leggera sito nel quartiere Gammarana, la Piscina Comunale e il Tiro a Segno Nazionale.
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