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arte di costruire un tessuto Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La tessitura è l'arte di costruire un tessuto, ottenuto con l'intreccio dei fili di ordito con quello di trama.
Nel caso del tessuto più semplice, la tela, i fili di ordito (verticali) sono divisi in due serie, quelli pari e quelli dispari. Aprendo le due serie, una in alto e l'altra in basso, si ottiene un varco (passo) in cui si inserisce il filo di trama (orizzontale). Con lo scambio di posto delle serie, quella che era in alto va in basso e viceversa, si ottiene un incrocio che blocca il filo di trama, questo deve essere battuto, cioè schiacciato, contro la trama precedente, costituendo il tessuto[1].
Per costruire un tessuto si possono utilizzare molti mezzi, dai più semplici, come un cartone dentellato, alcuni bastoni o una cornice di legno, a quelli più complessi, come un telaio jacquard o uno industriale. La resa, cioè la qualità, la complessità e la dimensione del tessuto ottenuto, è in relazione con le caratteristiche tecniche del mezzo utilizzato.
Democrito (V secolo a.C.) scriveva: «Noi siamo stati discepoli delle bestie nelle arti più importanti: del ragno nel tessere e nel rammendare...».
Nasce dalla necessità di soddisfare esigenze materiali basilari, come coprirsi, per difendersi dagli sbalzi di temperatura e dagli eventi atmosferici. La storia della tessitura segue passo passo quella dell'umanità, cercando di migliorare i manufatti e velocizzare il lavoro, l'uomo costruisce macchinari sempre più complessi, sino ad arrivare al punto, durante la rivoluzione industriale, in cui le macchine condizionano e determinano la vita di un'ampia fetta della popolazione europea occupata nel settore tessile.
I primi tessitori apparvero nel neolitico, costruivano telai molto semplici, poco più di un'intelaiatura rettangolare in bastoni o pali di legno messa in posizione verticale. La tensione dei fili di ordito era ottenuta tramite pesi, in argilla o pietra, che si trovano numerosissimi negli scavi archeologici. Utilizzavano lino e altre fibre vegetali.
Nell'antichità la tessitura era gestita in ambito familiare o con piccole imprese artigianali, ma già presso i Romani le fasi della lavorazione della lana e del lino cominciarono ad essere organizzate in officine specializzate in una sola lavorazione dove la manodopera era fornita dagli schiavi. Con la rete dei commerci giungevano in Italia materie prime e coloranti non solo dal Mediterraneo ma anche dall'oriente.
In Sicilia gli arabi portarono la produzione e manifattura della seta e Palermo durante il periodo normanno divenne il principale centro italiano per la produzione di tessuti preziosi in seta e oro, tra gli altri, il famoso mantello dell'incoronazione di Ruggero II conservato a Vienna.
Con il crollo dell'impero romano la tessitura ritorna a una gestione locale, solo verso la metà del XII secolo riprende con una produzione organizzata grazie alla confraternita degli Umiliati, dedita alla lavorazione della lana, che partendo dal Milanese costruì coi suoi conventi una prosperosa industria che si diffuse in tutto il nord Italia.
Con la ripresa dei commerci l'industria della lana (forse l'unica produzione che poteva definirsi tale) diede ricchezza alle città che la praticavano (Milano, Vicenza, Bologna, Firenze) e potenza alle corporazioni che gestivano i vari settori (Arte di Calimala, Arte della Lana, Arte della Seta, Arte dei Tintori). Con la sua dedizione ai commerci è Firenze che si afferma come centro di importazione ed esportazione dei manufatti di tessitura.
Nel Rinascimento la tessitura raggiunge un alto livello tecnico, grazie anche all'importazione della seta, materiale finissimo, lucido e resistente, vengono prodotti tessuti preziosi: raso, damasco, broccato, velluto, con disegni complessi e aggiunte d'oro e argento.
Nel XVIII secolo l'arte della tessitura della seta vive un momento importante nel regno delle Due Sicilie quando, con Carlo di Borbone, vengono istituiti gli stabilimenti reali di San Leucio, a ridosso della reggia di Caserta, e vengono inviati in Francia i sarti napoletani per acquisirne a pieno l'arte.
All'inizio del XIX secolo la produzione tessile si meccanicizza e razionalizza, Joseph-Marie Jacquard, francese, inventa il telaio Jacquard dove una scheda perforata comanda il movimento dei licci permettendo l'esecuzione di disegni molto complessi con il lavoro di un solo tessitore, il telaio esce da un ambito artigianale e domestico per diventare uno degli artefici della rivoluzione industriale.
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