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Premio Satira Politica Forte dei Marmi

riconoscimento annuale assegnato a personalità distintesi nel campo della satira, dell'umorismo e dell'intrattenimento Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Premio Satira Politica Forte dei Marmi
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Il Premio Internazionale di Satira Politica Forte dei Marmi (spesso abbreviato in Premio Satira o Premio Satira Forte dei Marmi) è un riconoscimento assegnato annualmente a personalità culturali e artistiche distintesi nel campo della satira, dell'umorismo e dell'intrattenimento. Fin dalla sua nascita, nel 1973, è organizzato e gestito dal Comune di Forte dei Marmi, che ogni anno ospita i vari premiati per una cerimonia ufficiale che generalmente si svolge alla fine del periodo estivo. Dal 2019 il Premio è diretto da Beppe Cottafavi.

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Il Premio Satira, disegnato da Altan
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Storia

Il premio fu ideato da Umberto Donati[1], segretario parlamentare e consigliere comunale di Forte dei Marmi, che nel 1973 propose di istituire nella città versiliana un riconoscimento dedicato alla satira, trovando il favore dell'allora sindaco Antonio Molino. Il Comune deliberò la nascita ufficiale del premio con un atto datato 17 agosto 1973: da allora si costituì la giuria, presieduta dallo stesso Donati. Come teatro della premiazione fu scelta la Capannina di Franceschi, locale molto in voga in quel periodo. Da allora tutte le cerimonie del Premio si sono svolte alla Capannina, con le sole eccezioni delle edizioni 2018 e 2019, tenutesi nel parco di Villa Bertelli, dimora ottocentesca di Forte dei Marmi.

Gli ultimi anni hanno visto alternarsi alla conduzione della serata di premiazione diversi volti dello spettacolo e del giornalismo: Serena Dandini (che ha condotto varie edizioni, fino al 2019), Andrea Delogu (2020), Alessio Viola (2021), Michela Andreozzi (2022) e Fabrizio Biggio (2023). L'edizione del 2024 è stata presentata dai Contenuti Zero, collettivo di attori comici che contestualmente sono stati premiati per il varietà.[2]

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Premiati

Riepilogo
Prospettiva

Il primo vincitore del Premio Satira, nel 1973, fu Mino Maccari, pittore e illustratore satirico senese. Il premio per l'opera letteraria fu assegnato, ex aequo, ai libri Asse pigliatutto di Lucio Ceva, La gabbia di Guglielmo Negri e Ricordo perfettamente di Nino Vascon.

Nel corso della sua storia, molte illustri personalità hanno ricevuto il Premio: tra essi i registi Mario Monicelli, Nanni Moretti, Dino Risi e Paolo Virzì, gli scrittori Alberto Arbasino, Andrea Camilleri, Achille Campanile, Fruttero & Lucentini, Giancarlo Fusco Leonardo Sciascia e Cesare Zavattini, gli attori Roberto Benigni, Dario Fo, Gigi Proietti e Carlo Verdone, i giornalisti Enzo Biagi, Maurizio Costanzo, Indro Montanelli e Michele Serra, gli autori Antonio Amurri e Dino Verde, Gianni Boncompagni, Antonio Ricci ed Enrico Vaime, i disegnatori Altan, Bruno Bozzetto, ElleKappa, Mauro Biani, Makkox, Sergio Staino, Vincino e Zerocalcare, oltre a popolari volti televisivi come Renzo Arbore, Aldo Giovanni e Giacomo, Claudio Bisio, Enrico Brignano, Paola Cortellesi, Geppi Cucciari, Fiorello, Gene Gnocchi, Corrado e Sabina Guzzanti, Serena Dandini, Ficarra e Picone, Pif e Virginia Raffaele.

Il premio è stato assegnato anche ad alcune trasmissioni televisive come Blob, Drive In, Striscia La Notizia e Le Iene, e radiofoniche come Caterpillar, Il ruggito del coniglio, La Zanzara e 610.

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Tutti i vincitori

Riepilogo
Prospettiva

Di seguito sono indicati tutti i vincitori del Premio Satira, suddivisi per anno e per categoria.

Anni Settanta

Anni Ottanta

  • 1983
    • Letteratura
    • Spettacolo
    • Grafica
    • Grafica internazionale
      • Jaume Perich (Spagna)
    • Rivista dell'anno
      • Humor (Argentina)
    • Premio giuria popolare
      • Lorenzo Vacca
  • 1988
    • Giornalismo
    • Grafica
      • Leonardo Cemak
    • Premio "Pino Zac"
    • Rivista dell'anno
      • Punch (Gran Bretagna)
    • Premio "I baroni della satira"
    • Premi speciali
      • Adolfo Chiesa
      • Claude Serre (Francia)
      • Igor Smirnov, Oleg Tesler, Garif Basyrov e Mikhail M. Zlatkovsky (URSS)

Anni Novanta

Anni Duemila

Anni 2010

Anni 2020

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Note

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Collegamenti esterni

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