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giornalista, fumettista, vignettista e regista italiano (1940-2023) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Sergio Staino (Piancastagnaio, 8 giugno 1940 – Firenze, 21 ottobre 2023[1]) è stato un giornalista, fumettista, vignettista e regista italiano.
Nato e cresciuto a Piancastagnaio, in provincia di Siena, dopo essersi laureato in architettura, insegnò educazione tecnica presso vari licei della provincia di Firenze, stabilendosi poi a Scandicci. Successivamente si dedicò al mondo dei fumetti esordendo con Bobo, il personaggio che l'avrebbe reso famoso, vagamente somigliante a Umberto Eco ma dichiaratamente ispirato a Staino stesso. Bobo fu pubblicato per la prima volta nel 1979 sulla rivista Linus, allora diretta da Oreste Del Buono.
Negli anni ottanta collaborò con i quotidiani Il Messaggero e l'Unità, con cui lavorò dal 1982; nel 1986 fondò e diresse il settimanale satirico Tango e nel 1987 realizzò per Rai 3 il programma Teletango. Successivamente, sempre per la Rai, realizzò il programma Cielito lindo, un varietà satirico condotto da Claudio Bisio e Athina Cenci. Nel 1989 diresse e sceneggiò il film Cavalli si nasce, e nel 1992 Non chiamarmi Omar, sviluppato a partire da un racconto di Altan. Nel 2007 realizzò Emme, "periodico di filosofia da ridere e politica da piangere", supplemento settimanale dell'Unità, continuando le sue collaborazioni anche con televisione, cinema e teatro.
L'8 settembre del 2016 venne annunciata la sua nomina, a partire dal 15 settembre, a direttore de l'Unità, in affiancamento ad Andrea Romano[2]. Mantenne tale carica fino al 6 aprile del 2017 quando, in seguito allo sciopero dei giornalisti del giornale tenutosi il 1º aprile contro il piano di ridimensionamento del personale del 60% voluto dalla società proprietaria della testata, decise di rassegnare le dimissioni irrevocabili - sebbene respinte dall'amministratore delegato dell'azienda Unità srl Guido Stefanelli[3] -, con la motivazione d'essersi alienato la fiducia dei suoi colleghi a causa dell'approccio da lui tentato nella gestione della faccenda[4]. Gli subentrò perciò come direttore il redattore capo Marco Bucciantini[5]. Il 23 maggio, Staino venne nominato nuovamente direttore della testata, carica che mantenne fino alla definitiva chiusura del giornale, il 2 giugno del 2017.[6]
Nel novembre del 2017 venne annunciata la collaborazione tra Staino e il quotidiano La Stampa: a partire dal 4 novembre il vignettista pubblicò "La striscia di Bobo" ogni sabato nella sezione Lettere e Commenti del giornale, che in questo modo tornò ad avere vignette satiriche a distanza di 12 anni, dopo la separazione con Giorgio Forattini.[7][8] Nell'edizione del quotidiano torinese del 6 dicembre 2017 apparve in prima pagina una vignetta satirica, sotto il nome di "Visto da Staino".
Dal 1º gennaio al 22 ottobre 2018 collaborò con il quotidiano Avvenire pubblicando una serie di vignette intitolate "Hello Jesus". Presentandosi in un'intervista[9] ai lettori della testata rivelò di essere affetto da una degenerazione retinica[10], che l'aveva reso quasi cieco.[11][12] Sempre dal 2018 iniziò a collaborare con il sito Tiscali Notizie.[13] Dal 2019 pubblicò vignette anche su Il Riformista.[14] Malato da tempo, è morto in un ospedale di Firenze il 21 ottobre 2023, all'età di 83 anni.[15]
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