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quotidiano italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Riformista (in origine Il Nuovo Riformista) è un quotidiano di approfondimento politico fondato il 23 ottobre 2002 da Claudio Velardi e diretto da Antonio Polito, chiuso il 30 marzo 2012 e riaperto il 29 ottobre 2019.
Il Riformista | |
---|---|
Stato | Italia |
Lingua | italiano |
Periodicità | quotidiano |
Genere | stampa nazionale |
Formato | berlinese |
Fondatore | Antonio Polito |
Fondazione | |
Chiusura | 30 marzo 2012 |
Inserti e allegati | L'interprete (2002-2012) Economia (2020-2023)[1] Avanti! della Domenica (2022-2023)[2] |
Sede | Via Pallacorda 7, Roma |
Editore | Romeo Editore srl |
Tiratura | 15 000 (ottobre 2019) |
Direttore | Claudio Velardi |
ISSN | 2704-8039 |
Sito web | ilriformista.it |
Il giornale è stato per molti anni di proprietà del Gruppo Tosinvest, che lo ha ceduto all'imprenditore Alfredo Romeo nel luglio 2019.
Per quel che concerne l'attuale linea editoriale, la testata si dichiara di orientamento libertario e garantista e si oppone a populismo, sovranismo e "giustizialismo".[3]
Ideato da Claudio Velardi, ex consigliere politico di Massimo D'Alema, nasce il 23 ottobre 2002.
Inizialmente consta di quattro pagine di analisi e commenti concentrati su politica ed economia. Successivamente passa a otto pagine e sviluppa inserti dedicati al mondo dell'attualità e della cultura (come Bookmark, settimanale sull'editoria indipendente, curato per tre anni da Francesco Signor), affermandosi presto nel panorama editoriale nazionale come uno dei principali quotidiani d'opinione.
Dal 20 ottobre 2008 il giornale esce con un nuovo formato, più ridotto, e una foliazione di 32 pagine. Viene abbandonato il caratteristico colore arancione per adottare il colore su tutte le pagine. La nuova impostazione grafica è firmata da Cinzia Leone.[4].
Il 30 dicembre 2010 il fondatore e direttore Polito lascia il giornale[5]. Nel periodo gennaio-aprile 2011 la direzione veniva temporaneamente assunta da Stefano Cappellini (vicedirettore di Polito), nell'attesa del passaggio di proprietà della casa editrice. Dal 1º maggio 2011 il nuovo direttore è Emanuele Macaluso.
Con il numero in edicola il 30 marzo 2012 il giornale ha sospeso le pubblicazioni. Nell'articolo di fondo di commiato ai lettori, Emanuele Macaluso ha scritto: «In queste ultime settimane abbiamo reso noto ai nostri lettori le difficoltà che incontravamo per continuare a pubblicare il Riformista. Oggi con grande amarezza vi diciamo che tutti i tentativi fatti per salvare il salvabile non hanno avuto esito positivo. L'assemblea dei soci, quindi, ha deciso di affidare a un liquidatore l'amministrazione della cooperativa e di sospendere la pubblicazione del giornale».
Il 5 luglio 2019 il Gruppo Tosinvest cede la proprietà del quotidiano all'imprenditore Alfredo Romeo, che ne annuncia l'imminente riapertura e la nomina di Piero Sansonetti (ex direttore di Liberazione, L'Ora della Calabria, Cronache del Garantista, Il Dubbio e della rivista Gli Altri) a nuovo direttore. La testata avrebbe dovuto apparire online a partire dal 20 luglio 2019 e nelle edicole a partire dal settembre 2019, ma la riapertura è stata successivamente rinviata al 29 ottobre 2019.[6][7][8][9]
Il 23 ottobre 2019 il nuovo quotidiano viene presentato alla sala stampa della Camera dei Deputati dal direttore Piero Sansonetti e dalla condirettrice Deborah Bergamini.[10] Il 29 ottobre 2019 Il Riformista è tornato in edicola e online.[11]
Il 28 agosto 2020 viene inaugurata l'edizione locale napoletana del quotidiano, sotto la direzione di Marco Demarco.[12] Dal 21 settembre esce tutti i lunedì l'inserto Economia, diretto da Renato Brunetta, economista e deputato (Forza Italia), il quale collaborava già col quotidiano come editorialista. Brunetta si avvale di un comitato scientifico composto da personalità del mondo accademico come Sabino Cassese, Pier Carlo Padoan, Giovanni Tria e Marco Bentivogli[13].
Il 10 ottobre 2020 Deborah Bergamini lascia la carica di condirettore.[14] Lascia anche Brunetta dopo solo quattro numeri del settimanale sull'economia.[15]
Il 5 aprile 2023 Sansonetti annuncia che dal 3 maggio successivo avrebbe lasciato la direzione del quotidiano per assumere quella de l'Unità, mentre la carica di direttore editoriale de Il Riformista sarebbe passata al senatore Matteo Renzi, leader di Italia Viva. Assume la carica di direttore responsabile Andrea Ruggieri, ex deputato di Forza Italia [16][17]. L'11 marzo la direzione passa ad Alessandro Barbano, che la lascia il 17 aprile a Claudio Velardi.
La proprietà della società editrice del quotidiano era originariamente divisa in due quote societarie: il 51% è di Claudio Velardi e il 49% della famiglia Angelucci (Tosinvest).[18]
Fin dalla fondazione il quotidiano è legato al mensile Le Ragioni del Socialismo, edito da Emanuele Macaluso, storico esponente della corrente migliorista del PCI. La rivista è organo ufficiale dell'omonima associazione politica, pertanto accede al fondo statale di sovvenzioni per l'editoria. Nel 2002 Macaluso e Claudio Velardi concludono un accordo in base al quale Il Riformista esce come allegato del mensile.
Nel 2006 l'imprenditore Giampaolo Angelucci acquista tutte le quote del fondatore Claudio Velardi. La famiglia Angelucci diventa così proprietaria del 100% della società editrice.[19]
Nel febbraio 2011, l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) con la delibera 63/11/CONS, ha sanzionato il senatore Antonio Angelucci per omessa comunicazione di controllo per i giornali Opinioni Nuove Libero Quotidiano (Libero) e Il Nuovo Riformista. La legge prevede che a beneficiare di soldi dallo Stato sia una sola testata per editore. Angelucci è risultato invece proprietario di due testate. Oltre a perdere il diritto ai contributi per gli anni dal 2008 al 2010, Angelucci e la società Tosinvest dovranno restituire i contributi incassati nel 2006 e nel 2007[20].
Dovendo scegliere tra le due testate, Angelucci ha deciso di mantenere la proprietà di Libero, avviando le trattative per la cessione del Riformista all'associazione politica Le Ragioni del Socialismo, cui il quotidiano è legato fin dalla fondazione. Le trattative si sono concluse nell'aprile 2011 con l'acquisizione della società cooperativa editrice da parte di Emanuele Macaluso e Gianni Cervetti (che ne ha assunto la presidenza). È stato quindi ripristinato l'assetto iniziale del quotidiano. A differenza del 2002, Il Riformista esce come organo ufficiale dell'associazione. In seguito alla chiusura (avvenuta nel 2012), Velardi e Macaluso cedono Il Riformista al gruppo Tosinvest.
Nel luglio 2019 il gruppo Tosinvest cede la proprietà della testata all'imprenditore Alfredo Romeo.[7]
Il quotidiano ha adottato la tecnologia virtualnewspaper, sistema software che, se integrato con un lettore a schermo tattile, permette di consultare il giornale simulando lo sfogliamento delle pagine. I contenuti del quotidiano sono inoltre disponibili online sul sito ilriformista.it, oltre che pubblicati sulla pagina Facebook del quotidiano stesso.
Nel gennaio 2021 viene annunciato il lancio di una nuova app, disponibile su Google Play e Apple Store, con la quale è possibile leggere le ultime notizie e gli approfondimenti dal sito, nonché la versione pdf del quotidiano.[21]
Nel marzo 2022 viene annunciato il varo del canale web. Diretto da Paolo Liguori, «Riformista Tv» produce notizie costantemente aggiornate, interviste e approfondimenti. Il servizio è pensato per la fruizione on demand[22].
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