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fumettista, illustratore e regista italiano (1963-) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Gipi, pseudonimo di Gianni Pacinotti[1] (Pisa, 12 dicembre 1963), è un fumettista, illustratore e regista italiano. Per la sua attività come autore di fumetti ha avuto riconoscimenti internazionali come il Premio René Goscinny e quello per il miglior fumetto al Festival d'Angoulême con Appunti per una storia di guerra.
Gipi punta su una ricerca pittorica, esprimendosi con fumetti ad olio e poi ad acquerello; come fumettista, si caratterizza per la sintesi tra l'avventura ed il realismo sia di cronaca che di vissuto personale.[2] Autore di poche pubblicazioni, si afferma in pochi anni, vincendo numerosi premi, tra cui, nel 2006, il Premio Goscinny[senza fonte] e il prestigioso Premio al Miglior Album al Festival international de la bande dessinée d'Angoulême[3], assegnato in precedenza solo a due italiani, Hugo Pratt e Vittorio Giardino. I fumetti di Gipi sono pubblicati in Italia da Coconino Press, e sono tradotti in molti paesi, tra cui Francia, Spagna, Germania, Stati Uniti e Turchia.
Nel 2007, per Artissima Fumetto, si è tenuta la mostra antologica "GIPI. Appunti per una storia" a cura di Daniele Ratti e Sergio Pignatone presso il Palazzo Birago di Borgaro.
Gipi continua inoltre la sua collaborazione con il quotidiano la Repubblica, per il quale illustra racconti e articoli, e con il settimanale Internazionale. Sue sono le illustrazioni del libro di Alessandro Baricco I barbari, pubblicato a puntate su la Repubblica e poi edito in volume. Ha disegnato la copertina del primo disco di Le luci della centrale elettrica, intitolato Canzoni da spiaggia deturpata, pubblicato nel 2008. Nello stesso anno viene pubblicato uno dei suoi lavori di maggior successo[4], l'autobiografico LMVDM - La mia vita disegnata male.
Nel 2011 esordisce dietro la macchina da presa con il film L'ultimo terrestre prodotto da Fandango in concorso alla 68ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, firmandosi col suo "nome (quasi) vero"[5] all'anagrafe Gian Alfonso Pacinotti. Nel 2012 viene presentato al Torino Film Festival il suo mediometraggio Smettere di fumare fumando. Prosegue anche il lavoro come illustratore: nel 2013 realizza il manifesto ufficiale della 31ª edizione del Torino Film Festival[6], nel 2016 le copertine di alcuni romanzi degli Oscar Junior di Mondadori, nel 2017 il manifesto del 30º Salone del Libro di Torino.
Nel 2014 il suo fumetto Unastoria, edito da Coconino Press-Fandango, entra nei dodici finalisti del Premio Strega ed è il primo romanzo a fumetti a ricevere la candidatura nella storia del premio letterario, anche se in questo caso il linguaggio è affine a quello poetico. La candidatura ha suscitato un certo dibattito sullo status del fumetto come opera letteraria[7]. Lo stesso dibattito si è riacceso, seppure in tono minore, l'anno successivo, quando a essere candidato per lo stesso premio è stato il graphic novel di Zerocalcare Dimentica il mio nome[8]. Gipi vince, inoltre, il Premio Speciale "40 anni di Mondello" per la XL edizione del Premio Letterario Internazionale Mondello[9].
Nel 2015 pubblica il gioco di carte Bruti, da lui ideato e disegnato. Il gioco è edito da Rulez srl ed è stato realizzato grazie a una campagna di crowdfunding.[10][11] Nello stesso anno gli viene dedicata una mostra dal Museo Emanuele Luzzati di Genova[12]. Nel 2016 pubblica il graphic novel La terra dei figli, disegnato completamente in bianco e nero e ambientato in un futuro distopico e desolato.
Nel 2018 scrive e dirige il suo secondo lungometraggio, Il ragazzo più felice del mondo, prodotto da Fandango e presentato alla 75ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, nella categoria "Sconfini".[13][14][15]
A cavallo fra il 2018 e il 2019 esce la sua opera omnia in edicola come allegato a la Repubblica.[16][17]
A dicembre 2022 viene pubblicato per Rulez Barbarone sul pianeta delle scimmie erotomani[18], primo volume di una trilogia a sfondo fantascientifico, presentato in anteprima a Lucca Comics.
Regista
Soggetto
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