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arcidiocesi della Chiesa cattolica in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'arcidiocesi di Sant'Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia (in latino Archidioecesis Sancti Angeli de Lombardis-Compsana-Nuscana-Bisaciensis) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Benevento appartenente alla regione ecclesiastica Campania. Nel 2022 contava 72.400 battezzati su 72.871 abitanti. È retta dall'arcivescovo Pasquale Cascio.
Arcidiocesi di Sant'Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia Archidioecesis Sancti Angeli de Lombardis-Compsana-Nuscana-Bisaciensis Chiesa latina | |||
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Suffraganea dell' | arcidiocesi di Benevento | ||
Regione ecclesiastica | Campania | ||
Arcivescovo | Pasquale Cascio | ||
Vicario generale | Tarcisio Luigi Gambalonga | ||
Presbiteri | 45, di cui 29 secolari e 16 regolari 1.608 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 25 uomini, 23 donne | ||
Diaconi | 4 permanenti | ||
Abitanti | 72.871 | ||
Battezzati | 72.400 (99,4% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 1.291 km² | ||
Parrocchie | 36 (4 vicariati) | ||
Erezione | VIII secolo (Conza) XI secolo (Nusco) XI secolo (Bisaccia) XI secolo (Sant'Angelo) in plena unione dal 30 settembre 1986 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Sant'Antonino martire | ||
Concattedrali | Santa Maria Assunta (Conza) Sant'Amato (Nusco) Natività della Vergine Maria (Bisaccia) | ||
Indirizzo | Via Belvedere, 1, 83054 Sant'Angelo dei Lombardi [Avellino], Italia | ||
Sito web | www.diocesisantangelo.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
L'arcidiocesi comprende 30 comuni della provincia di Avellino: Andretta, Aquilonia, Bagnoli Irpino, Bisaccia, Cairano, Calabritto, Calitri, Caposele, Cassano Irpino, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Conza della Campania, Frigento, Gesualdo, Guardia Lombardi, Lioni, Montella, Montemarano, Monteverde, Morra De Sanctis, Nusco, Rocca San Felice, Sant'Andrea di Conza, Sant'Angelo dei Lombardi, Senerchia, Sturno, Teora, Torella dei Lombardi, Villamaina e Volturara Irpina.[1]
Sede arcivescovile è la città di Sant'Angelo dei Lombardi, dove si trova la cattedrale di Sant'Antonino martire. A Conza della Campania, Nusco e Bisaccia sorgono le concattedrali dedicate rispettivamente a Santa Maria Assunta, Sant'Amato e alla Natività della Vergine Maria. Nella località di Materdomini del comune di Caposele si trova la basilica minore e santuario di san Gerardo Maiella.
Fanno parte della diocesi tre centri che furono in passato sedi episcopali, Frigento, Montemarano e Monteverde, dove si trovano le ex cattedrali dedicate rispettivamente a Santa Maria Assunta, all'Assunzione di Maria Vergine e a Santa Maria Maggiore.
Il territorio si estende su 1.291 km² ed è suddiviso in 36 parrocchie.
Sono tredici i santuari riconosciuti come santuari diocesani:[2]
A Nusco, nell'ex palazzo episcopale, è istituito il museo diocesano d'arte sacra, che raccoglie «le testimonianze storico-artistiche realizzate, nel corso dei secoli, dalle singole comunità credenti, che costituiscono l'odierna arcidiocesi».[3]
L'odierna arcidiocesi nasce nel 1986 dall'unione di quattro antiche sedi episcopali: Nusco, Bisaccia, Conza e Sant'Angelo dei Lombardi.
La diocesi di Nusco fu eretta durante il pontificato di papa Gregorio VII. Ad Alfano I, arcivescovo di Salerno, si deve la consacrazione del primo vescovo, sant'Amato, durante o dopo il 1076, anno in cui i Normanni di Roberto il Guiscardo conquistarono Conza.
La nuova diocesi era suffraganea dell'arcidiocesi di Salerno e comprendeva l'ex gastaldato longobardo di Montella, costituito da quattro centri abitati: Montella, Bagnoli, Cassano e Nusco.
A sant'Amato si deve pure la fondazione dell'abbazia benedettina di Santa Maria de Fundiliano (Fontigliano), che rimase soggetta al vescovado nuscano fino al 1164, quanto ottenne l'immediata soggezione alla Santa Sede; caduta in rovina, fu unita alla mensa vescovile di Nusco da papa Pio II nel 1461.[4]
Sul finire del XV secolo, in occasione del quarto centenario della morte di sant'Amato, fu istituito a Nusco ad opera del vescovo Antonio Maramaldo il monte frumentario, uno dei primi del sud Italia.
I vescovi ebbero difficoltà ad attuare in diocesi i decreti di riforma del concilio di Trento. A Benedetto Giacinto Sangermano si deve una visita pastorale alla diocesi e la celebrazione di un sinodo diocesano nel 1680; come già diversi suoi predecessori, anche Sangermano dovette abbandonare la diocesi per l'opposizione ai suoi tentativi di riforma e sostituito da un vicario apostolico.[5] Solo nel Settecento fu istituito il seminario vescovile ad opera di Francesco Antonio Bonaventura (1758).
Il 27 giugno 1818, in forza della bolla De utiliori di papa Pio VII, la diocesi di Montemarano venne soppressa ed il suo territorio, costituito dai comuni di Montemarano, Volturara, Castelfranci e Castelvetere, fu incorporato in quello della diocesi di Nusco.[6]
Al momento dell'unione con le diocesi di Bisaccia, Conza e Sant'Angelo dei Lombardi, la diocesi di Nusco comprendeva 16 parrocchie nei comuni di Bagnoli Irpino, Cassano Irpino, Castelfranci, Castelvetere sul Calore, Montella (6), Montemarano, Nusco (3) e Volturara Irpina(2).[7]
La diocesi di Bisaccia fu eretta probabilmente nell'XI secolo. Infatti, il primo vescovo conosciuto fu Basilio, menzionato in un diploma del 1097, dove appare come testimone di alcune donazioni concesse da Goffredo di Andria. Per il XII secolo sono noti solo tre vescovi: Atinolfo, documentato in una carta del 1138; Riccardo, la cui firma appare in un diploma del 1174 e che prese parte al concilio lateranense del 1179; e Guglielmo, che partecipò alla consacrazione della chiesa di San Marco a Bovino nel 1197.[8]
La diocesi era una delle suffraganee dell'arcidiocesi di Conza. Questa dipendenza fu sancita da papa Innocenzo III con la bolla In eminenti dell'11 novembre 1200, che confermava precedenti privilegi concessi dai pontefici Alessandro III (1159-1181) e Lucio III (1181-1185).[9]
La diocesi comprendeva tre centri abitati: Bisaccia, Vallata e Morra.[10] Per la povertà delle rendite della mensa vescovile, papa Leone X nel 1513 stabilì l'unione aeque principaliter di Bisaccia con Sant'Angelo dei Lombardi, ma questa unione venne sospesa nel 1517. Papa Paolo III stabilì nuovamente l'unione con la bolla Aequum reputamus del 3 novembre 1534,[11] decidendo che il vescovo che sarebbe sopravvissuto avrebbe riunito le due sedi. L'unione si realizzò nel 1540 alla morte del vescovo Nicola Volpe di Bisaccia, e Rainaldo Cancellieri divenne il primo vescovo delle due diocesi unite.
All'inizio dell'Ottocento, il capitolo della cattedrale della Natività della Vergine Maria era costituito da tre dignità (cantore, primicerio e tesoriere) e da sette canonici. Nella città episcopale si trovava un monastero dei francescani conventuali, soppresso durante il regime napoleonico.[10]
Erano originari di Bisaccia, Nicola, che fu vescovo di Montemarano dal 1350 al 1364, e Arcangelo Gabriele Cela, vescovo di Anglona-Tursi (1819-1822). Due furono anche i vescovi nativi di Vallata, Antonio de Cozza, vescovo di Lacedonia (1428), e Giovanni Battista Capuani, vescovo di Belcastro (1729-1752). Infine Morra diede i natali a Nicola Cicirelli, vescovo di Gravina (1758-1790), e a Domenico Lombardi, vescovo ausiliare di Napoli e titolare di Lares.[10]
La diocesi di Sant'Angelo dei Lombardi risale all'XI secolo nel periodo che vide il territorio passare dal principato longobardo di Salerno ai nuovi dominatori normanni, e, come in altri casi analoghi, «rientra appieno nello schema dell'incastellamento normanno e della successiva promozione del nuovo centro a sede vescovile».[12]
La prima menzione di un suo vescovo si trova in un documento di papa Gregorio VII, non datato ma attribuibile al periodo 1080/1085, dove si accenna ad un vescovo R. che, assieme ad altri vescovi, deve il doveroso ossequio all'arcivescovo Alfano I di Salerno.[13] Tuttavia la sede di Sant'Angelo dei Lombardi appare ben presto suffraganea dell'arcidiocesi di Conza. Per il XII secolo è noto un solo vescovo di Sant'Angelo, Giovanni, documentato dal 1174 al 1183, e che prese parte al concilio lateranense del 1179.
Scavi archeologici condotti sul finire del XX secolo nel castello di Sant'Angelo hanno portato alla luce i resti di un'ampia struttura basilicale, databile in epoca normanna tra XI e XII secolo ed identificabile con la primitiva cattedrale diocesana, dedicata a sant'Antonino martire.[12] In seguito la cattedrale fu trasferita, probabilmente nel XIV secolo, nell'attuale posizione; fu più volte ricostruita o rimaneggiata per i frequenti terremoti che nel corso dei tempi hanno devastato l'Irpinia.[14]
Nel territorio diocesano fu fondata da san Guglielmo da Vercelli nella prima metà del XII secolo l'abbazia del Santissimo Salvatore del Goleto, che vide il suo massimo splendore nel XII e nel XIII secolo; caduta in disgrazia, nel 1515 papa Leone X la unì alla Real Casa della Santissima Annunziata di Napoli.[15]
A partire dal 1540 la diocesi fu unita aeque principaliter alla diocesi di Bisaccia.
Nel 1590 fu aperto il seminario diocesano, che fu tuttavia chiuso nel 1628. Un secolo dopo, nel 1738, il vescovo Antonio Manerba lo riaprì in alcuni locali del palazzo episcopale, finché nel 1746 lo stesso Manerba edificò un apposito edificio a fianco dell'episcopio.
Tra i vescovi di Sant'Angelo dei Lombardi e Bisaccia si distinse in modo particolare Gaspare Paluzzi degli Albertoni (1601 - 1614), nipote di papa Urbano VII, governatore delle province dell'Umbria e di Roma e nunzio apostolico in Portogallo, dove morì.
All'inizio dell'Ottocento la diocesi comprendeva i centri abitati di Sant'Angelo dei Lombardi, Lioni, Guardia e Torella.[16] Il 27 giugno 1818, in forza della bolla De utiliori di papa Pio VII, la diocesi di Monteverde venne soppressa ed il suo territorio, costituito dai comuni di Monteverde e di Carbonara, fu incorporato in quello della diocesi di Sant'Angelo dei Lombardi, a cui fu unita anche l'abbazia del Goleto.
Ignote sono le origini della diocesi di Conza, che alcuni autori fanno risalire all'epoca costantiniana.[12] La diocesi è documentata per la prima volta nell'VIII secolo, quando il vescovo Ladu (Lando) prese parte al sinodo indetto a Roma da papa Zaccaria nel 743.
Altrettanto sconosciuta è l'epoca in cui Conza venne elevata al rango di sede metropolitana. Nella bolla di papa Giovanni XV del 12 luglio 989, Conza appare tra le suffraganee dell'arcidiocesi di Salerno; la stessa indicazione è ripetuta nelle bolle dei successivi pontefici Sergio IV (1012), Benedetto VIII (1016) e Clemente II (1047).[17] Nel decreto sinodale emesso il 2 maggio 1050 in occasione della canonizzazione di san Gerardo di Toul, per la prima volta Pietro di Conza si firma come arcivescovo. Tuttavia è probabile che ci furono delle contestazioni da parte dei metropoliti di Salerno; infatti in bolle successive del 1051, 1058 e 1059 Conza appare ancora tra le suffraganee di Salerno e Pietro come semplice vescovo. I papi Alessandro II e Gregorio VII (circa 1080/85) confermarono la soggezione di Conza a Salerno.[18] «Nel 1098 Urbano II, pur riaffermando l'ormai solo teorica supremazia degli arcivescovi di Salerno sui vescovi di Conza e di Acerenza, riconobbe il fatto compiuto dell'elevazione alla dignità arcivescovile di questi ultimi».[12]
Alla fine del XII secolo sono documentate le diocesi suffraganee di Conza: Muro Lucano, Satriano, Monteverde, Lacedonia, Sant'Angelo dei Lombardi e Bisaccia.[18]
Tra i primi vescovi di Conza, dopo Ladu, si ricordano: Pietro I, che appare tuttavia in un diploma del 967 ritenuto spurio; un anonimo vescovo, che morì durante il terremoto che distrusse Conza nel 990; Pietro II, documentato in diverse occasioni tra il 1050 e il 1059 e che per primo ebbe il titolo di arcivescovo; Leone, menzionato nel racconto della traslazione delle reliquie di san Nicola di Bari, scritto da Giovanni diacono; Gregorio, che nel 1103 donò ai suoi canonici la chiesa di San Martino de Silere; Roberto, documentato dal 1121/24 al 1129; sant'Erberto, patrono di Conza.
La cattedrale di Conza fu consacrata nel 1122 o 1123 dall'arcivescovo Roberto e dedicata all'Assunta.
La città episcopale fu oggetto di periodiche distruzioni ad opera di violenti terremoti (si ricordano quelli del 1456, 1466, 1561, 1694, 1702, 1732), che ne causarono lo spopolamento e il progressivo abbandono. A partire dal XIV o dal XV secolo gli arcivescovi lasciarono Conza e posero la loro residenza in vari centri dell'arcidiocesi, tra cui Calitri e Santomenna, fino a stabilirsi definitivamente a Sant'Andrea di Conza, dove fu eretto un nuovo episcopio, attualmente sede comunale, e la locale chiesa di San Michele eretta a procattedrale.[12] Durante l'episcopato di Francesco Paolo Nicolai (1716-1731) fu istituito a Sant'Andrea di Conza il seminario arcivescovile. Anche a Santomenna esistevano un episcopio, un seminario e la procattedrale di San Gaetano, edifici andati tutti distrutti con il terremoto del 1980.
Il 27 giugno 1818, in forza della bolla De utiliori di papa Pio VII, agli arcivescovi di Conza fu data in amministrazione perpetua la diocesi di Campagna, a cui fu unito il territorio della soppressa diocesi di Satriano. Con la medesima bolla, fu ridisegnata la provincia ecclesiastica di Conza che comprendeva ora le diocesi di Campagna, Lacedonia e Muro Lucano e le sedi unite di Sant'Angelo dei Lombardi e Bisaccia.
All'inizio dell'Ottocento l'arcidiocesi era costituita di 24 centri: Conza, Sant'Andrea di Conza, Pescopagano, Calitri, Cairano, Andretta, Teora, Caposele, Calabritto, Quaglietta[19], Senerchia, Auletta, Buccino, Castelnuovo di Conza, Colliano, Contursi Terme, Laviano, Oliveto Citra, Palomonte, Salvitelle, San Gregorio Magno, Santomenna, Valva e Vietri di Potenza.
Il 30 settembre 1921 con la bolla Ad christifidelium di papa Benedetto XV ebbe termine il regime di amministrazione perpetua e fu ristabilita la diocesi di Campagna, resa immediatamente soggetta alla Santa Sede. Contestualmente l'arcidiocesi di Conza fu unita aeque principaliter alle diocesi di Sant'Angelo dei Lombardi e Bisaccia, ed inoltre perse 13 comuni che furono ceduti alla diocesi di Campagna.[20] Giulio Tommasi, già vescovo di Sant'Angelo dei Lombardi e Bisaccia, fu nominato anche arcivescovo di Conza, ma continuò a mantenere la sua residenza a Sant'Angelo dei Lombardi, così come i suoi successori.
Il 4 agosto 1973 Gastone Mojaisky Perrelli, già vescovo di Nusco, fu nominato anche arcivescovo di Conza e vescovo di Sant'Angelo dei Lombardi e Bisaccia, unendo così in persona episcopi le quattro sedi diocesane.
L'8 settembre 1976 l'arcidiocesi di Conza cedette il comune di Pescopagano alla diocesi di Melfi.[21] Il 30 aprile 1979 perse anche la dignità metropolitica in forza della bolla Quamquam Ecclesia di papa Giovanni Paolo II, mantenendo il titolo arcivescovile. La diocesi di Nusco e l'arcidiocesi di Conza, con le antiche suffraganee di Sant'Angelo dei Lombardi, Bisaccia e Lacedonia, entrarono a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Benevento.[22]
Il terremoto del 1980 danneggiò gravemente il patrimonio culturale delle diocesi dell'Irpinia. In particolare andò distrutta la cittadina di Conza e la sua antica cattedrale, ridotta attualmente a poche vestigia.
Il 30 settembre 1986 con il decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi l'arcidiocesi di Conza e le diocesi di Sant'Angelo dei Lombardi, Bisaccia e Nusco sono state unite con la formula plena unione e la nuova circoscrizione ecclesiastica sorta dall'unione ha assunto il nome di Arcidiocesi di Sant'Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia.
Il 18 ottobre 1995 l'arcidiocesi si è ampliata, incorporando il comune di Rocca San Felice, che apparteneva alla diocesi di Avellino.[23]
Il 25 gennaio 1998 con una nuova variazione territoriale per effetto del decreto Quo uberius della Congregazione per i vescovi, la diocesi ha incorporato i comuni di Frigento (antica sede vescovile), Sturno, Gesualdo e Villamaina, che appartenevano alla diocesi di Avellino, e ha ceduto alla diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia il comune di Vallata.[24]
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 72.871 persone contava 72.400 battezzati, corrispondenti al 99,4% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
arcidiocesi di Conza, Sant'Angelo dei Lombardi e Bisaccia | |||||||||||
1950 | 91.646 | 91.898 | 99,7 | 68 | 58 | 10 | 1.347 | 10 | 73 | 22 | |
1970 | 83.765 | 85.500 | 98,0 | 73 | 60 | 13 | 1.147 | 19 | 92 | 24 | |
1980 | 62.200 | 63.200 | 98,4 | 59 | 38 | 21 | 1.054 | 25 | 80 | 22 | |
diocesi di Nusco | |||||||||||
1950 | 38.700 | 38.810 | 99,7 | 53 | 49 | 4 | 730 | 4 | 38 | 19 | |
1970 | 34.200 | 34.500 | 99,1 | 23 | 18 | 5 | 1.486 | 7 | 45 | 20 | |
1980 | 31.868 | 32.775 | 97,2 | 26 | 20 | 6 | 1.225 | 7 | 31 | 19 | |
arcidiocesi di Sant'Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia | |||||||||||
1990 | 92.800 | 93.000 | 99,8 | 62 | 45 | 17 | 1.496 | 18 | 117 | 40 | |
1999 | 101.500 | 103.000 | 98,5 | 63 | 38 | 25 | 1.611 | 1 | 31 | 78 | 45 |
2000 | 88.500 | 89.825 | 98,5 | 64 | 39 | 25 | 1.382 | 1 | 47 | 83 | 45 |
2001 | 88.500 | 89.825 | 98,5 | 67 | 40 | 27 | 1.320 | 1 | 57 | 83 | 45 |
2002 | 85.000 | 85.479 | 99,4 | 68 | 38 | 30 | 1.250 | 2 | 57 | 83 | 45 |
2003 | 85.000 | 85.470 | 99,5 | 67 | 37 | 30 | 1.268 | 2 | 70 | 86 | 45 |
2004 | 84.500 | 85.000 | 99,4 | 67 | 41 | 26 | 1.261 | 2 | 50 | 78 | 35 |
2010 | 83.000 | 83.500 | 99,4 | 65 | 41 | 24 | 1.276 | 1 | 35 | 73 | 36 |
2014 | 84.300 | 84.900 | 99,3 | 61 | 37 | 24 | 1.381 | 29 | 60 | 36 | |
2017 | 79.130 | 80.900 | 97,8 | 56 | 34 | 22 | 1.413 | 4 | 27 | 40 | 36 |
2020 | 77.050 | 78.000 | 98,8 | 54 | 31 | 23 | 1.426 | 4 | 29 | 25 | 36 |
2022 | 72.400 | 72.871 | 99,4 | 45 | 29 | 16 | 1.608 | 4 | 25 | 23 | 36 |
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