Arcidiocesi di Modena-Nonantola

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Arcidiocesi di Modena-Nonantola

L'arcidiocesi di Modena-Nonantola (in latino Archidioecesis Mutinensis-Nonantulana) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Emilia-Romagna. Nel 2021 contava 400.230 battezzati su 511.182 abitanti. È retta dall'arcivescovo-abate Erio Castellucci.

Fatti in breve Regione ecclesiastica, Vicario generale ...
Arcidiocesi di Modena-Nonantola
Archidioecesis Mutinensis-Nonantulana
Chiesa latina
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Regione ecclesiasticaEmilia-Romagna
 
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Diocesi suffraganee
Carpi, Fidenza, Parma, Piacenza-Bobbio, Reggio Emilia-Guastalla
 
Arcivescovo metropolita-abateErio Castellucci
Vicario generaleGiuliano Gazzetti
Presbiteri205, di cui 166 secolari e 39 regolari
1.952 battezzati per presbitero
Religiosi45 uomini, 231 donne
Diaconi91 permanenti
 
Abitanti511.182
Battezzati400.230 (78,3% del totale)
StatoItalia
Superficie2.089 km²
Parrocchie222
 
ErezioneIII secolo (Modena)
VIII secolo (Nonantola)
in plena unione dal 30 settembre 1986
Ritoromano
CattedraleMetropolitana di Santa Maria Assunta in Cielo e San Geminiano
ConcattedraleSan Silvestro I papa
IndirizzoVia Sant'Eufemia 13, 41121 Modena, Italia
Sito webwww.chiesamodenanonantola.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
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L'abbazia di Nonantola, concattedrale dell'arcidiocesi
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Il palazzo arcivescovile
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Evangeliario proveniente dall'abbazia di Nonantola e conservato nel Museo del duomo di Modena, risalente al 1106 circa

Territorio

L'arcidiocesi comprende parte della provincia di Modena.

Sede arcivescovile è la città di Modena, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta. A Nonantola si trova l'abbazia, con la concattedrale dedicata a papa Silvestro I. In arcidiocesi si trovano anche due basiliche minori: la basilica della Beata Vergine del Castello a Fiorano Modenese e la basilica di San Pietro Apostolo a Modena.

Il territorio è suddiviso in 222 parrocchie.

Lo stesso argomento in dettaglio: Parrocchie dell'arcidiocesi di Modena-Nonantola.

Istituti religiosi

Istituti religiosi maschili[1]
Istituti religiosi femminili[2]

Storia

Riepilogo
Prospettiva

Sede di Modena

La prima menzione storica della diocesi modenese risale alla metà del IV secolo ed è legata alla figura di san Geminiano, che partecipò al sinodo di Milano del 390 presieduto da sant'Ambrogio. Dalla Vita di Geminiano si ricavano inoltre i nomi del predecessore e del successore sulla cattedra modenese, ossia Antonino e Teodoro (Teodolo).

Originariamente suffraganea dell'arcidiocesi di Milano, nel V secolo entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Ravenna.

Nel 1099 si iniziarono i lavori per la costruzione della nuova cattedrale. Nel 1106 le principali strutture erano pronte e la chiesa fu inaugurata alla presenza di papa Pasquale II e della contessa Matilde di Canossa; in questa occasione furono solennemente traslate le reliquie di San Geminiano. I lavori e le decorazioni interne del duomo termineranno nel 1184, anno in cui la chiesa fu consacrata da papa Lucio III.

Nel 1134, con la morte del vescovo Dodone, tutte le funzioni politiche e amministrative che i vescovi avevano esercitato fino ad allora passarono al comune.[3]

Nel 1148 per punizione Modena fu privata della sede episcopale da papa Eugenio III e il territorio della diocesi fu spartito tra le diocesi confinanti. Tuttavia, è incerto se il provvedimento ebbe mai applicazione; in ogni caso, ebbe breve durata, giacché nel 1156 Modena aveva già un proprio vescovo.

Nel 1276 vi furono gravi controversie nell'elezione del vescovo: il capitolo si divise in due fazioni ed elesse due vescovi, dei quali uno morì e l'altro rinunziò. Intanto la città di Modena fu colpita da scomunica e interdetto, fino al 1280, quando il Papa elesse un nuovo vescovo.

Il rito romano fu adottato a Modena nella prima metà del XV secolo, durante l'episcopato di Carlo Boiardo, per imposizione di papa Eugenio IV.

Durante il XVI secolo Modena fu uno dei centri del protestantesimo italiano, che trovò un gruppo di cultori appassionati con a capo il letterato Lodovico Castelvetro. Il vescovo Giovanni Gerolamo Morone, a distanza di anni, non più vescovo modenese, diplomatico papale di punta e cardinale, nel 1557 fu arrestato e imprigionato a Castel Sant'Angelo a Roma con l'accusa di essere stato troppo debole nei confronti degli eretici e di essere favorevole all'eresia protestante. Solo dopo la morte di papa Paolo IV nel 1559 fu liberato, riabilitato e successivamente resse una seconda volta la sede modenese. Fu in seguito protagonista al concilio di Trento e fondatore del seminario diocesano.

Tra le figure di maggior spicco del clero e della diocesi modenese emerge il sacerdote e cultore di cose ecclesiastiche Ludovico Antonio Muratori autore della monumentale collezione delle Rerum Italicarum Scriptores e a cui papa Pio XII dedicò un mirabile ricordo nel secondo centenario della morte.[4]

Il 22 agosto 1855 la diocesi, che precedentemente era stata suffraganea di Ravenna (V-XVI secolo) e poi dal 1582 di Bologna,[5] fu elevata ad arcidiocesi metropolitana con la bolla Vel ab antiquis di papa Pio IX.[6] In origine la provincia ecclesiastica coincideva con il territorio del ducato di Modena e comprendeva le diocesi di Reggio Emilia, di Guastalla, di Carpi e di Massa Carrara. Nel 1926 Massa Carrara tornò all'arcidiocesi di Pisa. Nel dicembre 1976 la provincia ecclesiastica modenese si allargò con le diocesi di Fidenza, di Piacenza e di Parma.[7]

Sede di Nonantola

L'abbazia di Nonantola fu fondata dal longobardo Anselmo, cognato del re Astolfo, nell'VIII secolo. Con l'arrivo a Nonantola delle spoglie di papa San Silvestro e di papa Adriano III, l'abbazia aumenta di importanza sotto il profilo religioso richiamando numerosi pellegrini, tanto che intorno al IX secolo l'abbazia può contare 1000 monaci.

A partire dal 1449 ebbe fine la serie degli abati monaci e l'abbazia fu affidata ad abati commendatari, per lo più cardinali. Tra gli abati commendatari ci furono anche Giuliano della Rovere, eletto poi papa Giulio II, e san Carlo Borromeo.

Nel gennaio del 1514 i Benedettini lasciarono il monastero, che venne affidato ai Cistercensi. Le principali condizioni pattuite erano che ai monaci, con una dotazione loro assegnata, spettava il compito di eleggere il proprio abate conventuale e di gestire la chiesa e il monastero, mentre il palazzo abbaziale, il patrimonio dell'abbazia e la giurisdizione spirituale rimanevano di pertinenza dell'abate commendatario.

Nel 1567 il cardinale Borromeo fondò il seminario abbaziale dotandolo personalmente di 6.000 scudi e scrivendone le regole; istituì inoltre per primo l'obbligo della visita pastorale del territorio dipendente dall'abbazia. Su istanza dello stesso cardinale fu celebrato il primo sinodo diocesano nella cattedrale di Nonantola il 4 dicembre 1565.

Dal sinodo celebrato dall'abate commendatario Jacopo De Angelis nel 1688 si evince che il territorio dipendente dall'abbazia era molto vasto. Esso comprendeva più di 300 chiese sparse, oltre che nel territorio proprio di Nonantola, in molte diocesi italiane (tra cui Parma, Piacenza, Cremona, Pavia, Mantova, Verona, Vicenza, Treviso, Bologna, Pistoia, Firenze, Perugia, Assisi) compresa una chiesa a Costantinopoli, senza contare terreni e castella nel ravennate, nel milanese, in Piemonte e presso il lago di Garda, su cui l'abate esercitava la giurisdizione temporale, nonché diritti vari, come mulini e diritti di pesca e di navigazione presso il Panaro.

Nel 1783 anche i Cistercensi lasciarono l'abbazia. Francesco Maria d'Este, vescovo di Reggio Emilia e abate commendatario, istituì allora nella cattedrale un capitolo di canonici in sostituzione di quello monastico. Per le cure dello stesso vescovo fu ingrandito il seminario fino a contenere quasi 80 seminaristi.

Con l'invasione francese del 1797 iniziò la crisi dell'abbazia e della diocesi, che fu spogliata di tutti i suoi beni. Nel concordato italiano tra il governo francese e papa Pio VII del 1803 l'abbazia territoriale fu soppressa ed il suo territorio unito a quello di Modena. Tuttavia Francesco Maria d'Este continuò a governare la sede nonantolana come amministratore apostolico.

Passata la bufera francese, il duca di Modena Francesco IV chiese ed ottenne il ripristino dell'abbazia territoriale, decisione che Pio VII prese il 15 dicembre 1820; l'abbazia nullius, ridotta territorialmente alle sole sue precedenti parrocchie comprese nel territorio del ducato, fu affidata in commenda[8] ai vescovi pro tempore di Modena.

Sedi unite

Il 23 settembre 1902 l'abbazia nullius di Nonantola divenne suffraganea dell'arcidiocesi di Modena[9], a cui fu unita il 1º maggio 1906 con il decreto Ex decreto della Sacra Congregazione Concistoriale.

Il 15 settembre 1984 in forza del decreto Quo aptius della Congregazione per i vescovi ha ceduto due parrocchie nel comune di Toano alla diocesi di Reggio Emilia.

Il 30 settembre 1986, per effetto del decreto Instantibus votis della Congregazione per i vescovi, fu stabilita la plena unione delle due sedi e la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto il nome attuale.

Dal 7 dicembre 2020 è unita in persona episcopi alla diocesi di Carpi. Il 18 settembre 2024 è stata annunciata la richiesta della Santa Sede di portare a compimento l'unificazione tra le due diocesi.[10]

Cronotassi dei vescovi

Riepilogo
Prospettiva

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Abati di Nonantola

Vescovi e arcivescovi di Modena

Arcivescovi di Modena-Nonantola

Statistiche

L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 511.182 persone contava 400.230 battezzati, corrispondenti al 78,3% del totale.

Ulteriori informazioni anno, popolazione ...
anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950383.519383.76999,943835286875105935225
1970404.500405.00099,941932099965132700238
1980405.000420.00096,43842711131.054131770244
1990420.000430.00097,7333245881.26116100610246
1999443.200444.50099,7301220811.4723794556245
2000442.500443.80099,7293219741.5103887561244
2001443.520445.00099,7284212721.5613887553244
2002455.000458.00099,3275197781.6543791548243
2003446.300448.50099,5262189731.7033982538243
2004455.000462.00098,5260184761.7504285538246
2013478.374515.73292,8239182572.0017257307243
2016478.350566.00084,5219167522.1847955295243
2019409.530511.02180,1225175501.8208754292242
2021400.230511.18278,3205166391.9529145231222
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Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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