Loading AI tools
diocesi della Chiesa cattolica in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La diocesi di Como (in latino: Dioecesis Comensis o Novocomensis[1][2][3]) è una sede della Chiesa cattolica in Italia suffraganea dell'arcidiocesi di Milano appartenente alla regione ecclesiastica Lombardia. Nel 2021 contava 529.890 battezzati su 548.600 abitanti. È retta dal vescovo cardinale Oscar Cantoni.
Diocesi di Como Dioecesis Comensis Chiesa latina | |||
---|---|---|---|
Suffraganea dell' | arcidiocesi di Milano | ||
Regione ecclesiastica | Lombardia | ||
| |||
Vescovo | cardinale Oscar Cantoni | ||
Vicario generale | Ivan Salvadori | ||
Provicario generale | Fausto Sangiani | ||
Vescovi emeriti | Diego Coletti | ||
Presbiteri | 458, di cui 330 secolari e 128 regolari 1.156 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 147 uomini, 475 donne | ||
Diaconi | 13 permanenti | ||
Abitanti | 548.600 | ||
Battezzati | 529.890 (96,6% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 4.214 km² | ||
Parrocchie | 338 (31 vicariati) | ||
Erezione | IV secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Santa Maria Assunta | ||
Santi patroni | Sant'Abbondio | ||
Indirizzo | piazza Guido Grimoldi, 5 22100 Como (CO) | ||
Sito web | www.diocesidicomo.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
La diocesi è molto estesa, è infatti tra le dieci diocesi italiane più grandi in termini di superficie. Comprende la maggior parte della provincia di Como, ad eccezione della Brianza e delle antiche pievi di Appiano Gentile e di Porlezza, appartenenti all'arcidiocesi di Milano. Fanno parte della diocesi comasca anche alcuni comuni della provincia di Lecco, l'intera provincia di Sondrio e due valli (Valcuvia e Val Marchirolo) appartenenti alla provincia di Varese.
Due parrocchie, quella dei Santi Vito e Modesto in Lomazzo Milanese e quella di San Giovanni Evangelista in Montorfano, erano ambrosiane, sia per rito sia per appartenenza diocesana, fino al 1981 e al 1982 rispettivamente; in seguito passarono alla diocesi comense e al rito romano. Viceversa, la parrocchia di Saltrio cambiò in senso contrario e, da romana che era, fu resa ambrosiana[4].
Sede vescovile è la città di Como, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta.
La diocesi comprende 338 parrocchie, raggruppate in 29 vicariati.
Fu Ambrogio, vescovo di Milano dal 374 al 397, a consacrare Felice come primo vescovo di Como, il 1º novembre 386.[5] Si presume, considerando il rapporto epistolare tra i due, che l'abbia inviato a evangelizzare il vasto territorio del municipium di Como e solo in questo senso si può affermare che quella milanese sia la "Chiesa madre" della Chiesa di Como, poiché per il resto, vale a dire liturgia, organizzazione delle comunità e rapporti di dipendenza, non abbiamo altre notizie. Le prime documentazioni di un'autorità metropolitica a cui facesse riferimento la Chiesa comense risalgono all'epoca dello scisma tricapitolino, quando chiaramente Como riconobbe la propria dipendenza da Aquileia.
La missione di Felice ricalcava quella affidata, alla fine del III secolo, dal predecessore di Ambrogio, Materno, a Fedele. Questi doveva aver conseguito qualche successo tanto che, attorno al 303, allorché giunsero a Milano alcuni sopravvissuti alla decimazione della Legione tebana, Fedele li aveva fatti fuggire con sé a Como. Qui Alessandro era stato arrestato, mentre Carpoforo, Cassio, Essanto, Severo, Secondo e Licinio vennero martirizzati, seguiti a breve distanza dallo stesso Fedele. Le salme dei martiri vennero recuperate dal protovescovo Felice, che le collocò nella prima chiesa cristiana di Como, ricavata in un tempio dedicato a Mercurio[6].
La confidenza di Fedele, comunque, sembra testimoniare la presenza di una comunità locale già ai tempi delle persecuzioni di Diocleziano e Massimiano, nel periodo 303-305. La pressione repressiva, d'altra parte, si sarebbe esaurita di lì a pochi anni, nel 313, con l'Editto di Milano. Ma si dovette trattare di una mera comunità di fedeli, addirittura priva di diaconi, come sembrano suggerire le considerazioni di Ambrogio nelle due lettere a Felice che ci sono conservate, relative alle difficoltà incontrate dal primo vescovo comasco nel far celebrare adeguatamente la messa.
Di fronte all'avanzata longobarda, nel 569 il vescovo di Milano Onorato si era rifugiato a Genova, città rimasta bizantina, ponendosi sotto la protezione dell'esarca. Condizione per ottenere la protezione dei Bizantini era chiaramente quella di abbandonare lo scisma dei tre capitoli e rientrare in piena comunione con il papa di Roma e l'imperatore. Fu poi il vescovo ambrosiano Lorenzo II a sottoscrivere una formale professione di fede che riportò la Chiesa milanese ufficiale all'obbedienza romana.
Como, tuttavia, sede suffraganea di Milano, si rifiutò fermamente di tradire lo spirito di Abbondio e del concilio di Calcedonia, cessò di riconoscere nella sede ambrosiana la propria metropolia e divenne suffraganea del lontano patriarcato di Aquileia, scismatico. Nella chiesa parrocchiale di Isola di Ossuccio, sul lago di Como, si leggono, su una grande lastra marmorea del VII secolo, le fiere motivazioni di questo scisma:[7]
Così, dopo un lungo periodo di sede vacante, mentre i Longobardi consolidavano sul territorio comasco le loro inizialmente precarie conquiste, il clero e il popolo di Como chiesero alla lontana Aquileia l'ordinazione di un nuovo vescovo, determinando un distacco da Milano durato fino all'età moderna.[8]
Il patriarca di Aquileia inviò a Como Agrippino; di lui afferma la già citata iscrizione di Ossuccio:
«Lasciando la sua patria e i cari parenti, volle farsi pellegrino per la santa fede, ed è noto che proprio per la fede degli avi sopportò inenarrabili travagli. Egli volle militare umile al servizio di Dio, benché potesse raggiungere le somme dignità del mondo. Egli preferì disprezzare tutti i beni terreni, per poter meglio cogliere i premi degni del cielo. Egli decise irrevocabilmente di aborrire il mondo per amare in spirito solo Dio»
Dopo la sua morte, Agrippino venne considerato un santo, e come tale è tuttora venerato, mentre le sue spoglie sono custodite nella chiesa parrocchiale di Delebio.
La diocesi di Como venera così come santo un vescovo, Agrippino, che in nome della fedeltà al Concilio di Calcedonia continuò per tutta la vita a opporsi alla sede romana, che ormai aveva accettato il compromesso di Vigilio e dei suoi successori. Anche se scismatico, dunque, Agrippino è da tempo immemorabile considerato santo, insieme con gli altri primi vescovi della sede comense.
Nel 554 molti vescovi occidentali, compresi quelli di Milano e di Aquileia, non accettarono le conclusioni del Concilio di Costantinopoli II, in cui papa Vigilio fu costretto, con la forza, a sottoscrivere la condanna di alcuni scritti di tre autori che avevano avuto parte attiva al Concilio di Calcedonia, chiamati i "Tre Capitoli". Implicitamente, con questa mossa, l'imperatore Giustiniano I voleva ingraziarsi i monofisiti, già condannati a Calcedonia. A questo punto si delineò il cosiddetto scisma tricapitolino: poiché i vescovi occidentali non volevano smentire Calcedonia, rifiutarono la condanna dei Tre Capitoli. A motivo di questa fedeltà, nelle Chiese locali scismatiche (a Grado, appartenente al patriarcato di Aquileia, ma anche nella diocesi di Como), alcuni luoghi di culto furono dedicati a Sant'Eufemia, patrona di Calcedonia.
Intorno al 570 il vescovo di Milano[9] ricompose lo scisma con Roma. Tuttavia, tra il 606 e il 608, Como si mantenne nella sua posizione di rifiuto della condanna dei Tre Capitoli ed entrò, quindi, a far parte della provincia ecclesiastica di Aquileia, della quale adottò il rito particolare conosciuto come patriarchino, che restò in vigore fino al 1598 quando, non senza difficoltà, papa Clemente VIII impose il rito romano. Lo scisma di Como fu ricomposto nel 698, grazie all'intervento del re longobardo Cuniperto.
Nel corso del medioevo i vescovi di Como intrattennero rapporti con re e imperatori, che concessero loro numerosi privilegi e regalie (specialmente in Valtellina e nell'attuale Canton Ticino), tra cui il titolo di conte; i vescovi di Como governarono anche civilmente la maggior parte del territorio diocesano come feudatari (vescovo-conte) dell'imperatore. La diocesi divenne l'erede e il fondamento dell'identità comasca anche civilmente: rispetto al territorio municipale imperiale romano, la diocesi perse solo aree marginali per gli scontri armati con le diocesi vicine, quella di Coira a nord e soprattutto con l’arcidiocesi di Milano a sud, che in una serie di guerre si impadronì principalmente di Lecco fino alla stipula della pace di Lomazzo che definì i confini fra le diocesi.[10]
La diocesi rimase suffraganea del patriarcato di Aquileia fino alla soppressione di questo (1751), quindi passò sotto la giurisdizione di Gorizia e, infine, approdò alla provincia ecclesiastica milanese (1789).
Fino alla convenzione del 1º settembre 1884, tra la Santa Sede e la Confederazione Elvetica, apparteneva alla diocesi di Como gran parte dell'attuale Canton Ticino. Anche qui, tuttavia, alcuni distretti, ad esempio le tre valli superiori di Blenio, Riviera e Leventina, appartenevano all'arcidiocesi di Milano e seguono tuttora il rito ambrosiano. Nel 1870, infine, i comuni del Grigioni italiano di Poschiavo e di Brusio furono staccati dalla diocesi comasca e incorporati in quella di Coira, a seguito dell'accordo tra Svizzera e Santa Sede del 23 ottobre 1869, entrato in vigore il 29 agosto dell'anno dopo.
Durante il Risorgimento, il governo italiano impedì al vescovo Luigi Nicora di prendere possesso della diocesi, non concedendogli l'exequatur.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
Il patrono della diocesi è Sant'Abbondio, celebrato il 31 agosto. Greco di nascita, Abbondio fu il quarto vescovo di Como e governò la diocesi dal 450 al 468. Partecipò al secondo concilio di Efeso e al Concilio di Calcedonia in veste di "ambasciatore" del papa, sostenendo la condanna di Nestorio ed Eutiche, i quali avevano dato vita a due eresie diffusissime in quel periodo, il nestorianesimo e il monofisismo.
Oltre che della diocesi di Como, Abbondio è anche santo patrono della città di Como e compatrono della diocesi di Lugano, insieme con san Carlo Borromeo. Viene celebrato tradizionalmente il 2 aprile, ma a Como la data è stata posposta al 31 agosto e, in occasione della ricorrenza, si tiene una tradizionale fiera agricola e commerciale, accompagnata da numerosi eventi collaterali[20].
Data | Celebrazione | Grado | Colore liturgico |
---|---|---|---|
18 gennaio | Sante Liberata e Faustina, vergini | Memoria facoltativa | bianco |
18 gennaio | Beato Andrea da Peschiera, sacerdote | Memoria facoltativa | bianco |
22 gennaio | Beato Antonio Della Chiesa, sacerdote | Memoria facoltativa | bianco |
1º febbraio | Beato Andrea Carlo Ferrari, vescovo | Memoria | bianco |
8 febbraio | San Girolamo Emiliani, religioso | Memoria | bianco |
23 febbraio | Beata Giovannina Franchi, vergine | Memoria facoltativa | bianco |
8 marzo | San Probino, vescovo[21] | Memoria facoltativa | bianco |
6 aprile | San Pietro da Verona, sacerdote e martire | Memoria | rosso |
8 aprile | Sant'Amanzio, vescovo | Memoria facoltativa | bianco |
20 aprile | Beata Chiara Bosatta, religiosa | Memoria facoltativa | bianco |
10 maggio | Beato Enrico Rebuschini, religioso | Memoria facoltativa | bianco |
13 maggio | Dedicazione della Basilica Cattedrale | Solennità in Cattedrale Festa in Diocesi | bianco |
15 maggio | Beata Maddalena Albrici, vergine | Memoria facoltativa | bianco |
1º giugno | San Giovanni Battista Scalabrini, vescovo | Memoria facoltativa | bianco |
4 giugno | Sant'Eutichio, vescovo | Memoria facoltativa | bianco |
6 giugno | Beata Maria Laura Mainetti, vergine e martire | Memoria | rosso |
28 luglio | Beato Giuseppe Ambrosoli, sacerdote | Memoria facoltativa | bianco |
7 agosto | Santi Carpoforo e compagni, protomartiri della Chiesa di Como | Memoria | rosso |
12 agosto | Beato Innocenzo XI, papa | Memoria | bianco |
31 agosto | Sant'Abbondio, vescovo e patrono della Chiesa di Como | Solennità | bianco |
1º settembre | Santi vescovi di Como | Memoria | bianco |
4 settembre | Beato Nicolò Rusca, sacerdote e martire | Memoria | rosso |
12 settembre | Santissimo Nome di Maria | Memoria | bianco |
30 settembre | Beata Vergine di Tirano, patrona della Valtellina | Festa in Valtellina Memoria in Diocesi | bianco |
8 ottobre | San Felice, vescovo e fondatore della Chiesa di Como | Festa | bianco |
10 ottobre | Beata Vergine Madre della Misericordia di Gallivaggio | Memoria | bianco |
24 ottobre | San Luigi Guanella, sacerdote | Memoria | bianco |
25 ottobre | Dedicazione della propria chiesa[22] | Solennità | bianco |
29 ottobre | San Fedele, martire | Memoria | rosso |
7 dicembre | Sant'Ambrogio, vescovo e patrono della Regione Lombardia | Festa | bianco[23] |
A livello locale, in alcune parrocchie, vengono annualmente ricordati anche:
Dal 1989[24], una delle più importanti proposte pastorali rivolte dalla diocesi ai giovani è il "Molo 14", un raduno di tutti i quattordicenni per una messa e delle attività di gruppo, pensato come momento di verifica del percorso cristiano individuale e collettivo.
La formula si è negli anni consolidata: dal 2004[24] il "Molo 14" si tiene a Bellagio, nella frazione di San Giovanni, la prima o la seconda domenica di maggio. Tale località dispone di un molo con approdo fruibile, una grande piazza per la celebrazione, con vista sul lago e un parco pubblico poco distante. La diocesi ha scelto Bellagio come sede per quest'evento perché si trova in posizione mediana rispetto al suo territorio, che si estende sulla maggior parte della provincia di Como ma raccoglie anche tutta la Valtellina e la Valchiavenna.
L'ambientazione di fondo è una metafora lacustre-marinaresca, che coinvolge tutta la giornata, per cui i giovani sono suddivisi in gruppi come "rematori", "mozzi", "cambusieri" e si devono "vaccinare" contro le varie malattie (i peccati) che possono compromettere la salute degli uomini di mare. Le parrocchie partecipanti portano con sé il proprio "diario di bordo" e il vescovo è semi-travestito da pirata, con benda nera e uncino. All'interno di questa atmosfera i giovani, che hanno ricevuto la cresima di norma un anno prima, sono chiamati a vivere la loro fede per una giornata in stretta comunione con i coetanei e il pastore della Chiesa locale e, dunque, giungono a Bellagio su traghetti e battelli, partecipano a una messa celebrata all'aperto dal vescovo stesso, pranzano, si svagano, pregano e cantano insieme.
La giornata non è però conclusa in sé stessa: se, da un lato, nelle loro comunità, i giovani si preparano spiritualmente (con incontri catechistici) e materialmente (con la costruzione dei "diari di bordo") al "Molo 14", d'altronde, al termine dell'evento, il vescovo usa consegnare ai ragazzi dei simboli o dei libri, su cui lavorare insieme anche in futuro, lasciando come momento successivo di verifica e di incontro la "due giorni giovani", tenuta ogni anno in diversi luoghi della diocesi.
Dall'anno 2016, in occasione del Giubileo della Misericordia, il Molo 14 si tiene invece che a Bellagio a Como, dove i ragazzi, al mattino hanno la possibilità di gioco, di varie attività e di conoscenza con i loro coetanei, mentre nel pomeriggio celebrano la messa in Cattedrale con il Vescovo, a conclusione della "Tappa 14enni".
Sono già trascorsi parecchi anni da quando la diocesi, in particolare sotto l'impulso del vescovo Alessandro Maggiolini, ha incominciato a vivere il terzo sabato del mese, ogni mese, un pellegrinaggio mensile al santuario della Madonna del Soccorso, sopra a Ossuccio, luogo dove i giovani della diocesi convergevano alla vigilia della Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.
Visto il successo ottenuto da questa iniziativa, negli anni si è pensato di proporre un pellegrinaggio analogo, in contemporanea il terzo sabato del mese, in altri luoghi della diocesi.
A partire dal 2010, a fronte della chiusura del seminario minore avvenuta nel 2005, sono stati aperti, in alcuni punti della diocesi, i cosiddetti Sicomoro[25], che hanno la loro sede centrale presso il seminario vescovile di Como: il "Sicomoro" è una piccola comunità formata da ragazzi dei primi delle scuole superiori, che vivono insieme una settimana al mese, accompagnati da un sacerdote responsabile e da una coppia di sposi, che adempie anche ai compiti della cucina. Nel 2016 ne sono presenti cinque: Bormio (2010), Olgiate Comasco (2011), Lomazzo, Como Centro e Rancio Valcuvia. Ci sono progetti in corso per l'apertura di altri "Sicomoro".
A partire dalla metà degli anni Sessanta, la diocesi apre ufficialmente due missioni diocesane: una in Camerun (prima nella diocesi di Sangmélima, poi nella diocesi di Maroua-Mokolo) nel 1969 e l'altra in Argentina (nella diocesi di Santiago del Estero), nel 1964.
Con il nuovo millennio, già chiuse le esperienze in Camerun (per motivi di sicurezza legati alla presenza della minaccia terroristica di Boko Haram) e soprattutto in Argentina, l'impegno di una missio ad gentes rinasce nel cuore della diocesi: nel 2010 si apre una nuova missione in Perù (diocesi di Carabayllo) e nel 2020 in Mozambico (diocesi di Nacala).
Dal 1964 sono stati 47 i missionari, sacerdoti diocesani, laici e religiose che hanno donato una parte significativa della loro vita alla Chiesa in Argentina, Camerun e Perù.
La diocesi nel 2021 su una popolazione di 548.600 persone contava 529.890 battezzati, corrispondenti al 96,6% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 379.321 | 380.000 | 99,8 | 718 | 562 | 156 | 528 | 219 | 2.013 | 360 | |
1970 | 455.000 | 459.885 | 98,9 | 730 | 500 | 230 | 623 | 275 | 2.285 | 374 | |
1980 | 502.700 | 506.800 | 99,2 | 676 | 476 | 200 | 743 | 220 | 1.900 | 374 | |
1990 | 500.000 | 501.000 | 99,8 | 659 | 469 | 190 | 758 | 232 | 1.524 | 341 | |
1999 | 518.272 | 525.460 | 98,6 | 630 | 436 | 194 | 822 | 5 | 242 | 1.268 | 341 |
2000 | 510.000 | 518.000 | 98,5 | 619 | 429 | 190 | 823 | 7 | 237 | 1.251 | 341 |
2001 | 510.000 | 518.000 | 98,5 | 637 | 456 | 181 | 800 | 7 | 224 | 1.037 | 341 |
2002 | 518.000 | 525.000 | 98,7 | 606 | 425 | 181 | 854 | 9 | 223 | 1.010 | 341 |
2003 | 518.000 | 525.000 | 98,7 | 598 | 420 | 178 | 866 | 8 | 220 | 1.000 | 341 |
2004 | 518.000 | 525.000 | 98,7 | 581 | 418 | 163 | 891 | 9 | 204 | 881 | 338 |
2006 | 523.000 | 533.000 | 98,1 | 593 | 417 | 176 | 881 | 9 | 208 | 850 | 338 |
2013 | 518.000 | 533.000 | 97,2 | 517 | 376 | 141 | 1.001 | 11 | 176 | 138 | 338 |
2016 | 516.891 | 535.000 | 96,6 | 527 | 388 | 139 | 980 | 12 | 172 | 540 | 338 |
2019 | 536.260 | 555.190 | 96,6 | 466 | 338 | 128 | 1.150 | 13 | 147 | 475 | 338 |
2021 | 529.890 | 548.600 | 96,6 | 458 | 330 | 128 | 1.156 | 13 | 147 | 475 | 338 |
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.