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comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Porlezza (Purlezza in dialetto comasco[4][5], AFI della pronuncia laghée: [purˈleːsa]; AFI della pronuncia comasca: [purˈlɛtsa]) è un comune italiano di 4 858 abitanti[1] della provincia di Como in Lombardia. Sito sulle sponde del lago di Lugano, Porlezza è una nota meta turistica e vi si trova una delle cinquantasette pievi medioevali dell'antica arcidiocesi di Milano, dedicata a San Vittore. L'antichità della pieve è indicata dalla sua posizione periferica rispetto alla sede episcopale di Milano e dalla dedica ad uno dei santi venerati in quella città.
Porlezza comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Como |
Amministrazione | |
Sindaco | Sergio Erculiani (lista civica Passione comune) dall'11-6-2017 (2º mandato dal 13-6-2022) |
Territorio | |
Coordinate | 46°02′N 9°08′E |
Altitudine | 275 m s.l.m. |
Superficie | 18,64 km² |
Abitanti | 4 858[1] (31-3-2023) |
Densità | 260,62 ab./km² |
Frazioni | Agria, Begna, Cima, Tavordo |
Comuni confinanti | Bene Lario, Carlazzo, Claino con Osteno, Corrido, Ponna, Tremezzina, Val Rezzo, Valsolda |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 22018 |
Prefisso | 0344 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 013189 |
Cod. catastale | G889 |
Targa | CO |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 460 GG[3] |
Nome abitanti | porlezzini o porlezzesi |
Patrono | san Vittore |
Cartografia | |
Localizzazione del comune di Porlezza nella provincia di Como | |
Sito istituzionale | |
Il borgo è situato all'estremità nord-orientale del lago di Lugano (Ceresio), alla foce dei torrenti Rezzo[6] e Cuccio. Il paese è circondato dalle Prealpi Luganesi.
Nel territorio comunale, che occupa la pozione occidentale della Val Menaggio, si trova anche la foce del canale Lagadone (o Agadone[7][8]), emissario del lago di Piano.
Il territorio è solcato anche da corsi d'acqua minori, parzialmente tombinati.[9]
Uno di questi è l'Avanzone[8][9][10] (già noto come Valsonna[11]), formato dalle acque provenienti dalle alture sopra all'oratorio di San Rocco[12]. A dispetto dell'esigua portata media, nel corso dei secoli l'Avanzone si è più volte rivelato protagonista di alcune alluvioni; tra queste spicca quella avvenuta 14 settembre 1828, quando le acque del torrente invasero tutta l'area dell'antico borgo di Porlezza.[11] Sul finire dell'estate 1911 fu invece il Rezzo a stravolgere la geografia del paese,[13] provocando danni nella zona a lago[13].
Un altro corso minore è il torrente Abbondio[9].
Porlezza, nell'antichità, è indicata con Porletia,[14] spesso Proletia[15] e Prolectia,[14] in diversi scritti anche col nome di Porlexe e Portolexe;[14] si trovano anche i toponimi Portus Laetitiae (che indicava l'antico porto) - talora volgarizzato in Porroletizia ) -[14] e Portum Raetia[16] (riconducibile ai Reti stanziatisi nella zona[16]).
I primi abitanti queste zone furono i Gauni[17], i quali battezzarono le rive del lago denominandole Gaune sponde.[18]
Stando alla tradizione, Porlezza sarebbe sorta a partire da un insediamento situato nella zona detta Darna, insediamento che nel VI secolo sarebbe stato spazzato via da un'alluvione.[14]
In epoca longobarda, l'intera Valsolda venne inserita nel Contado del Seprio, diventando una corte regia controllata da un gastaldo.[19] Furono gli stessi longobardi a dotare Porlezza di castelli[20] e altre strutture difensive (oggi non più esistenti): una prima fortificazione era una cinta muraria che si estendeva lungo il torrente Avanzone,[21] tra il lago e Roano,[10] dove si trovava un primo castello[10][21] (zona dell'incrocio tra le attuali vie Garibaldi e Matteotti)[21]; un altro castello era situato a San Michele di Cima; un terzo castello si sarebbe invece trovato a Tavordo (probabilmente dove si trovava l'ex-collegio Sant'Ambrogio).[19]
Nell'anno 951, Berengario II e Adalberto II d'Ivrea donarono la corte di Porlezza al monastero del Senatore di Pavia, che si trovava sotto la protezione della Santa Sede. Questa donazione, unitamente ai relativi privilegi, vennero confermati sia dall'imperatore Enrico II il Santo (nel maggio 1024), sia da papa Alessandro II (nel 1061).[22]
Nell'XI secolo[23] il territorio di Porlezza, divenuto nel mentre un feudo dei marchesi Corradidi di Lecco, Attonidi, passò sotto il controllo dell'Arcivescovo di Milano[23], il quale pose il paese a capo di una pieve. Durante la guerra decennale tra Milano e Como (1117-1127), Porlezza fu una piazzaforte milanese e, dopo la sconfitta della città lariana, rimase parte del contado di Milano[N 1] (sorte che, dal XIII secolo, ebbero anche il Varesotto ed il Lecchese) e a capo della pieve di Porlezza[24]. Tale compartimentazione amministrativa sopravvisse per secoli, fino alle riforme illuministe dell'imperatore Giuseppe II.
Nel mentre, il 29 luglio 1148, una bolla pontificia di papa Eugenio III sancì il passaggio della proprietà della corte di Porlezza dal monastero del Senatore al monastero maggiore di Milano.[25] Il 28 dicembre 1210, la stessa proprietà (con relativi diritti) vennero acquistati da un tal Alberto de Domo di Varenna.[26]
Nel 1240, Federico II di Svevia sancì il passaggio della giurisdizione su Porlezza dall'Arcidiocesi di Milano alla Diocesi di Como, tramite un decreto che tuttavia non trovò mai attuazione.[27]
Nel 1442, le truppe di Franceschino Rusca, partite da Locarno con l'obiettivo di conquistare Como, occuparono Porlezza.[28]
Nel 1470 Porlezza e la sua pieve furono infeudate ad Ambrogino di Longagnana (o da Logagna[29]) per concessione di Galeazzo Maria Sforza.[24][30] Di fatto, si trattò di un'infeudazione di tipo formale, in quanto essere nominati titolari del feudo di Porlezza comportava ben poco oltre al titolo in sé e al mandato di elezione del podestà;[29] la ragione risiedeva nel fatto che, quando nel 1446 i Rusconi avevano ottenuto il feudo porlezzese assieme a relativi diritti censuari e daziari, tali diritti erano stati immediatamente acquistati dalla pieve di Porlezza.[29] Dopo esser passato a Ugo Sanseverino nel 1486,[30] il titolo del feudo finì dapprima nelle mani dei Lampugnani[31] (1497), poi in quelle dei Trivulzio (per iniziativa degli abitanti porlezzesi[21]) e infine, nel 1552[30], in quelle della famiglia D'Este[30], titolare fino al 1752, anno in cui l'ultimo erede maschio morì e il feudo ritornò tra le disponibilità demaniali del Ducato di Milano[32] .[24]
Nel 1516, nell'ambito di dispute territoriali che vedevano il Ducato di Milano contrapposto alle Tre leghe grigionesi, Porlezza e tutta la Val Menaggio furono oggetto di razzia da parte dei soldati partiti dalla Valtellina e guidati Francesco Morone.[33]
Dal 1528 al 1532[21] il territorio porlezzese fu occupato e controllato da Gian Giacomo Medici[31], che prima di fuggire demolì le fortificazioni di Porlezza e della Valsolda[21].
Nel 1751 il territorio comunale di Porlezza si estendeva ai cassinaggi di Molini, “Cassina Ravignasca”, “Prato Livrano”, Unsagnia, Lugino e Begna.[24]
Nel 1786 il comune del Ceresio fu incluso nella provincia di Como[34]. Leopoldo II, fratello del già citato imperatore Giuseppe, annullò l'atto di trasferimento nel 1791, ma i rivoluzionari giacobini della Repubblica Cisalpina lo riproposero nel 1798, per poi revocarlo nuovamente l'anno dopo.
Nel 1798, durante una campagna di riconquista da parte degli austro-ungarici, l'esercito austriaco accampatosi a Porlezza e Campione d'Italia tentò senza successo di riconquistare Lugano via lago; l'anno successivo, un nuovo attacco alla città ticinese finì con la fuga dei quattromila austriaci e con una razzia di Porlezza da parte dei soldati del duca di Rohan.[35]
Il 13 maggio 1801, il governo napoleonico deliberò la definitiva annessione di Porlezza alla provincia di Como.[36] Dal punto di vista religioso, tuttavia, Porlezza rimase - e così è tuttora - sotto la Diocesi di Milano.
Il Congresso di Vienna sancì nel 1814 la nascita del Regno Lombardo-Veneto, concepito dal Metternich; Porlezza venne designata come capoluogo del distretto VI della provincia di Como[N 2][37], istituita l'anno successivo.
Tra il 1854 e il 1855, Porlezza fu colpita da un'ondata di colera[38] che causò 18 vittime, il triplo di quelle che la stessa malattia provocò nel 1836.[13]
Nel 1859, in seguito alla seconda guerra d'indipendenza, la Pace di Zurigo dispose l'annessione della Lombardia (esclusa Mantova e gran parte della sua provincia) al Regno di Sardegna.
Nel 1928, allorché il regime fascista decise di sopprimere numerose entità comunali, furono annesse le due frazioni di Cima e Tavordo.[39][40] Quest'ultima costituiva un antico comune del Milanese e, dal 1801, del Comasco, (lo stesso accadde alla stessa Porlezza);[41] nel 1807 il comune di Tavordo fu una prima volta unito a Porlezza a seguito di un regio decreto napoleonico e, in seguito, venne ripristinato dal ritorno degli Austriaci.[36][42] Cima venne invece slegata dall'appena soppresso comune di Cressogno,[senza fonte] il quale confluì nel neonato comune della Valsolda, istituito con la volontà di restaurare l'antica unità della valle omonima.
Il 1º dicembre 2013 un referendum consultivo sulla fusione tra i comuni di Porlezza, Valsolda, Claino con Osteno, Corrido e Val Rezzo ha ottenuto un esito negativo.[N 3][43]
Lo stemma è antico ed è riportato a pagina 330 dello Stemmario di Marco Cremosano del XVII secolo. È stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 12 marzo 1933.[44] Gli smalti verde e oro sono ripresi dal blasone della famiglia Trivulzio, feudatari del paese (palato d'oro e di verde).
Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 10 luglio 2000[44], è un drappo troncato di verde e di giallo.
fonte: lombardiabeniculturali
Abitanti censiti[75]
Secondo i dati ISTAT, al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 426 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Nonostante il patrono sia San Vittore, la festa del paese ricorre in occasione di San Rocco, il 16 agosto; in tale ricorrenza hanno luogo diversi eventi.[76][77]
Oltre al centro principale, compongono il Comune di Porlezza le frazioni di Tavordo, Begna, Agria e Cima; quest'ultimo, pittoresco borgo si trova lungo la sponda settentrionale del Ceresio, lungo la statale che conduce al limitrofo comune di Valsolda. Di notevole interesse storico, la frazione di Cima ha mantenuto una tipica struttura medievale, con resti di antiche mura e fortificazioni.
Porlezza è attraversata dalla statale "Regina", importante arteria stradale che collega Como alla frontiera con la Svizzera situata tra Valsolda e Gandria, località facente parte del comune di Lugano. Il tratto tra Porlezza e Cima venne reso completamente carrozzabile solo tra il 1869[7] e il 1888[79], mentre quello tra Cima e Oria nel 1932[68]. Alla città elvetica Porlezza è collegata anche tramite un servizio di battelli sul Ceresio[80].
La strada di collegamento tra Porlezza e Osteno venne realizzata nel 1907.[79]
Non collegata alla rete ferroviaria, Porlezza dista circa venticinque minuti dalla stazione di Lugano e poco più di cinquanta minuti da quella di Como San Giovanni, entrambe collocate lungo la linea che da Milano porta a Zurigo.
Dal 1884 al 1939[N 4] è stata attiva una linea ferroviaria che univa Porlezza al comune lariano di Menaggio e costituiva un interscambio tra i servizi di navigazione del Lario e del Ceresio; nel territorio comunale sorgevano la stazione di Porlezza, che fungeva da capolinea, e la fermata di Tavordo.
L'attuale sindaco di Porlezza è Sergio Erculiani, rieletto per il suo quarto mandato (non consecutivo) durante le Comunali dell'12 giugno 2022.[81]
La seguente tabella elenca i sindaci ed i commissari prefettizi succedutisi a partire dal 1980.[82]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1980 | 1985 | Walter Barelli | Sindaco | ||
1985 | 1990 | Marina Bergamini | Sindaco | ||
1990 | 1991 | Ernesto Palmieri | Sindaco | ||
1991 | 1992 | Giuseppe Castelnuovo | Commissario prefettizio | ||
1992 | 1994 | Marina Bergamini | Sindaco | ||
1994 | 2003 | Gerardo Scappatura | Sindaco | ||
2003 | 2003 | Sergio Erculiani | Vicesindaco facente funzioni | ||
2003 | 2004 | Luciano Straniero | Commissario prefettizio | ||
2004 | 2014 | Sergio Erculiani | Lista civica Amministrare insieme | Sindaco | |
2014 | 2016 | Franco Franchi[84] | Lista civica La breva | Sindaco | |
2016 | 2017 | Domenico Roncagli | Commissario prefettizio[85] | A seguito dello scioglimento della giunta Franchi[86] | |
2017 | In carica | Sergio Erculiani | Lista civica Passione Comune | Sindaco |
La polisportiva locale[87] si cura di attività che comprendono la pallavolo, il tennis, il taekwondo, il calcio. La squadra di calcio locale milita in seconda categoria.
Porlezza è sede della società canottieri "Aldo Meda Cima", società che vanta diversi titoli a livello nazionale[88] sotto l'egida della Federazione Italiana Canottaggio Sedile Fisso[89].
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