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comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Appiano Gentile (Apián o Pián in dialetto comasco[4][5], Appian in ortografia classica[6], AFI: /(a)ˈpjaŋ/) è un comune italiano di 7 719 abitanti[1] della provincia di Como in Lombardia. Fino al 1926 era conosciuto unicamente come Appiano.
Appiano Gentile comune | |
---|---|
Chiesa di Santo Stefano e uffici comunali | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Como |
Amministrazione | |
Sindaco | Fabrizio Luigi Rusconi (lista civica Insieme per Appiano) dal 13-6-2022 |
Territorio | |
Coordinate | 45°44′18″N 8°58′47″E |
Altitudine | 366 m s.l.m. |
Superficie | 12,81 km² |
Abitanti | 7 719[1] (16-5-2024) |
Densità | 602,58 ab./km² |
Frazioni | San Bartolomeo al Bosco |
Comuni confinanti | Beregazzo con Figliaro, Bulgarograsso, Carbonate, Castelnuovo Bozzente, Guanzate, Lurago Marinone, Lurate Caccivio, Oltrona di San Mamette, Tradate (VA), Veniano |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 22070 |
Prefisso | 031 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 013010 |
Cod. catastale | A333 |
Targa | CO |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 649 GG[3] |
Nome abitanti | appianesi |
Patrono | santo Stefano |
Giorno festivo | 26 dicembre |
Cartografia | |
Localizzazione del comune di Appiano Gentile nella provincia di Como | |
Sito istituzionale | |
Appiano è un antico borgo che sorge ai margini dell'omonima pineta che si estende a cavallo tra la provincia di Como e quella di Varese. Appiano Gentile dista:
L'etimologia di Appiano è soggetta a diverse ipotesi. A partire da Dante Olivieri[7], è considerata paraetimologica un'origine dalla locuzione latina Ad-Planum, col significato di "vicino alla pianura", sebbene la dizione Adplanum fosse esistita come forma iperlatinizzata in ambito giuridico medievale ed ecclesiastico. Le attuali etimologie proposte riferiscono invece un'origine dal gallico corrispondente a "piano d’acqua" o “terra dei cavalli” o “degli allevatori di cavalli”, a seconda dei linguisti[8].
L'appellativo Gentile, nonostante tentativi di attribuirvi una tradizione storica[9], avrebbe un'origine erudita risalente al Primo Novecento e si riferisce ai ritrovamenti archeologici d'epoca gentile effettuati nel territorio; venne apposto per distinguere il toponimo dall'omonimo comune atesino.
Negli anni trenta, in località Monte di Mezzo, fu rinvenuta una prima necropoli con tombe dell'Età del Bronzo[10] appartenenti alla Cultura di Canegrate.[11] Negli anni ottanta, in località La Mortizia fu rinvenuta una più vasta necropoli golasecchiana, che è stata giudicata testimoniare la fase di transizione tra la cultura celtica e quella romana. I reperti sono esposti nelle sale del Museo archeologico Paolo Giovio di Como[11]. La presenza di commerci con popolazioni di cultura greca sarebbe attestata dall'iscrizione Ἀφροδίτη (Afrodite) presente su un'ara marmorea[10] emersa durante alcuni lavori di demolizione di un'abside della vecchia collegiata di Santo Stefano.[12] Di età romana è invece una necropoli venuta alla luce in via Monte Zuccolo.[10]
Nel V secolo la popolazione di Appiano Gentile era soggetta al pagamento della decima all'arcivescovo Teodoro di Milano, dietro ottenimento di alcuni privilegi.[12] Al secolo successivo risale una lapide funeraria paleocristiana reimpiegata nella costruzione dell'abside della chiesa di Santo Stefano.[10][12]
Nel X secolo, il paese rappresentava la pieve più orientale del contado del Seprio, con il Lura a fungere da confine con il contado della Martesana.[12] Nelle lotte tra comuni e impero, Appiano Gentile si schierò inizialmente con Federico Barbarossa, per poi aderire in un secondo momento alla Lega Lombarda.[12] La comunità di Appiano risulta già citata come entità amministrativa autonoma[13] in documenti del XIII secolo. Nelle dispute che videro contrapposte Como e Milano, Appiano costituiva una signoria di Pagano Torriani, che faceva parte dello schieramento dei lariani poi sconfitti.[12] Alla fine dello stesso secolo fu sotto il controllo visconteo, come l'intero Seprio.[12] Con la costituzione del Ducato di Milano nel 1395, Appiano ne entrò a far parte, rimanendovi fino alla sua dissoluzione nel 1797. Durante le dispute tra il papa Giulio II e Luigi XII di Francia, il paese fu razziato dalle truppe svizzere alleate del pontefice.[12]
Tra i secoli XVI e XVIII il feudo di Appiano Gentile passò più volte di mano, passando dai Del Rio Noreiga dapprima ai Castiglioni (1675), poi agli Imbonati e quindi ai Litta (1714).[12] Nel “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751, Appiano era sempre inserito nel Ducato di Milano, nella pieve omonima, e il suo territorio comprendeva anche i cassinaggi di Cantirere (oggi Cascina Cantiree), Filata, Casino, Giovanico, Ronco, Casa del Lupo, Guzzafame, Monte Caronello, Casino (altro), Monte Rosso, Cassina, Gessaghe (oggi Cassina Gessaga), Grafignana, Pedroso (oggi Cascina Pedrosi), Fasola, Casino (altro), Castigliona, Beniate di sotto, Beniate di sopra, Vicino a Beniate, Morosi, Monte Ravano (oggi Monte Rapano) e Malpensata.[14] Con la successiva suddivisione della Lombardia austriaca in province[15], il comune di Appiano venne inserito nella provincia di Gallarate. Appiano fu annesso al Regno d'Italia e accorpato alla provincia di Como nel 1801, fondendo a sé Lurate con Abbate, Oltrona e San Bartolomeo, unioni poi annullate con la Restaurazione. Durante il Regno Lombardo-Veneto, alcune tremende carestie indussero il governo austriaco del Milanese a obbligare i Comuni a realizzare strade dietro pagamento in vitto. In questo contesto vennero realizzate le strade che da Appiano portano alle località Focoreggio (Fogoreggio), Ronco Camosico (Roncamòcc) e Cascina Fontana.[12] Il 1863 segnò l'inizio di un importante fenomeno migratorio di appianesi verso il Sudamerica.[12] Nel 1867 al comune di Appiano Gentile venne aggregato il soppresso comune di San Bartolomeo al Bosco[16].
Nel 1926 il comune assunse la denominazione di Appiano Gentile[17]; l'appellativo si rifà alla presenza di testimonianze gentili, ossia pagane, e si rese necessario per la politica di disambiguazione di comuni omonimi promossa dal Regno[N 1]. Nel 1927 vennero aggregati i soppressi comuni di Bulgarograsso e Veniano, poi ricostituiti nel 1950. Con decreto presidenziale del 28 febbraio 2009 è stato concesso al Comune di Appiano Gentile il titolo di città.
Lo stemma del Comune di Appiano Gentile è stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 14 settembre 1928.[18]
«D'argento, al leone di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone, concesso con regio decreto del 17 giugno 1937[18], è un drappo di bianco.
La chiesa di Santo Stefano[19] contiene opere del Nuvolone e di Isidoro Bianchi.
La chiesa della Fontana, seicentesca[20], sorge sui resti della chiesa di san Michele Arcangelo. Presenta affreschi seicenteschi attribuiti a Isidoro Bianchi, tra cui la bellissima icona della Vergine posta sull'altare maggiore.
La chiesa del Lazzaretto[21], dedicata alla Beata Vergine Addolorata, è di origine settecentesca e ospita al suo interno, a navata unica, una pregevole statua lignea della Vergine e tre grandi altari in legno con due pale d'altare tra cui l'Assunzione della Beata Vergine Maria e la Crocefissione di Gesù. Nei secoli XVI-XVII servì come lazzaretto.
La frazione di San Bartolomeo al Bosco ospita l'omonima chiesa, risalente all'XI secolo[22]. Si tratta di un edificio in stile romanico dalle pregevoli vetrate romaniche lombarde: al suo interno si trova la seicentesca statua del santo, risalente al periodo in cui la struttura della chiesa fu ridotta da tre navate a un'unica aula[23]. L'accesso alla chiesa avviene attraverso un portale in serizzo, decorato a motivi ispirati al regno animale e ala geometria[23]. Attualmente, l'edificio è visitabile solo il 24 agosto di ogni anno.
L'edificio religioso[24] nacque nel 1492, come cappella di un convento di frati, dedicata alla Beata Vergine del Monte Carmelo. Con la demolizione del convento, rimase la chiesa che venne ampliata e adibita a santuario. L'interno a due navate presenta degli affreschi molto antichi, un quadro a olio della Vergine del Carmelo e una copia della statua della Madonna. L'originale cinquecentesca è conservata presso la Chiesa di Santo Stefano.
Di antica costruzione, è una cappella con all'interno i resti dell'affresco ritraente il transito di San Giuseppe per opera di Isidoro Bianchi. Vi si celebrano le rogazioni in aprile.
Nota anche come Villa Vallardi, Villa Cagnola (XVIII secolo[25]) deve la sua attuale denominazione alla famiglia che, sul finire del XIX secolo, commissionò una serie di lavori che conferirono un aspetto liberty ad alcune parti della dimora. Prima dei Cagnola, la villa era appartenuta a un tal Bovara. Gli interventi voluti dai Cagnola non erano tuttavia che gli ultimi di una serie di altre rielaborazioni già implementate nei decenni precedenti, tra le quali una rivisitazione in stile neoclassico della porzione sudoccidentale. Quest'ultimo stile si ritrova anche nella cappella gentilizia, rivolta verso l'attuale via Pozzone.[26]
Nel complesso, la villa si compone di più corpi, incentrati attorno a un cortile rettangolare, sul quale si affaccia un porticato sorretto da colonne e architravi in stile liberty. L'ala ovest, rivolta verso un giardino che introduce un ampio parco, costituisce la porzione più antica della villa.[26]
A nord dell'attuale Piazza della Libertà si trova Casa Lucini Cavadini (XVII secolo)[27], risultato dell'unione di due proprietà collocate tra le odierne vie Grilloni e del Borgo: Casa Lucini e Casa Cavadini.
La porzione più antica del complesso è Casa Lucini, già appartenuta all'omonima famiglia di Como. All'interno del corpo principale di Casa Lucini, il quale si sviluppa parallelamente a via del Borgo, spicca una scalinata ellittica dotata di corrimano in ferro battuto e gradini a mensola.[28]
Al primo Ottocento risale invece il primitivo nucleo di Casa Cavadini, costituito un'ala rivolta verso ovest che si innesta in un prolungamento di Casa Lucini lungo via del Borgo. A questo primitivo nucleo, nel corso del XIX secolo la famiglia Frigerio-Lucini aggiunse un ulteriore edificio, con funzioni di filanda.[28]
Nel loro insieme, le due case formano una struttura con impianto a "U", aperta verso ovest e un ampio parco.[28][29]
Conosciuta anche come Villa Raimondi o Villa De' Rosnati, la dimora risale alla metà[30] del XVIII secolo[31]. Successivamente a questo periodo, la villa fu rilevata dai Raimondi (forse dagli Odescalchi, per via ereditaria).[30]
Introdotta da una fila di antichi edifici rurali, la villa è dotata di una torre in stile neogotico.[30]
Inserita in un giardino all'inglese,[30] attualmente la villa è sede della Biblioteca comunale e del Municipio.
Abitanti censiti[37]
Attraversata dalle strade provinciali 23 e 27, fra il 1910 e il 1955 la località era servita dalla principale stazione[38] della Tranvia Como-Appiano Gentile-Mozzate.
Il trasporto pubblico con Como e Varese è realizzato mediante autoservizi svolti da SPT Linea e FNM Autoservizi.
Nel territorio di Appiano Gentile è incluso il Centro Sportivo Suning, sede di allenamento dell'Internazionale Milano. Esso si trova nella località detta La Pinetina, prossima al confine con il territorio di Veniano.
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