Lecco
comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia in Lombardia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Lecco (AFI: [ˈlekko], pronuncia locale [ˈlɛkko][5], , Lècch in dialetto lecchese [ˈlɛk][6][7]) è un comune italiano di 47 198 abitanti[1] posto sulla riva orientale del Lario; è capoluogo della provincia omonima in Lombardia.
Lecco comune | |
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Panorama dai Piani d'Erna | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Lecco |
Amministrazione | |
Sindaco | Mauro Gattinoni (indipendente di centro-sinistra) dal 6-10-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 45°51′12.02″N 9°23′25.73″E |
Altitudine | 216 m s.l.m. |
Superficie | 45,34 km² |
Abitanti | 47 198[1] (31-7-2024) |
Densità | 1 040,98 ab./km² |
Frazioni | nessuna[2]; vedi elenco quartieri |
Comuni confinanti | Abbadia Lariana, Ballabio, Brumano (BG), Erve, Galbiate, Garlate, Malgrate, Mandello del Lario, Morterone, Pescate, Sant'Omobono Terme (BG), Valmadrera, Vercurago |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 23900 |
Prefisso | 0341 |
Fuso orario | UTC+1 |
ISO 3166-2 | IT-LC |
Codice ISTAT | 097042 |
Cod. catastale | E507 |
Targa | LC |
Cl. sismica | zona 3 (sismicità bassa)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 383 GG[4] |
Nome abitanti | lecchesi |
Patrono | san Nicolò |
Giorno festivo | 6 dicembre |
Cartografia | |
Posizione del comune di Lecco nell'omonima provincia | |
Sito istituzionale | |
Elevato a capoluogo di provincia con decreto del presidente della Repubblica del 6 marzo 1992[8], ottenne il titolo di città il 22 giugno 1848[9] e a oggi il suo agglomerato urbano supera i centomila abitanti[10]. Lecco è soprannominata "La Città Manzoniana" per essere il luogo in cui lo scrittore Alessandro Manzoni ambientò I promessi sposi, la città è situata in uno dei vertici del Triangolo Lariano, sulla sinistra idrografica dell'Adda oltre ad affacciarsi sul ramo orientale del Lago di Como ed è compresa nelle prealpi orobiche, tra il gruppo delle Grigne e il Resegone[11].
Crocevia strategico per la Valtellina attraverso la Valsassina, Lecco assunse crescente importanza durante il Medioevo quando, a seguito della Pace di Costanza, fu annessa al Ducato di Milano che le conferì l'attuale impianto urbanistico, frutto dell'unificazione di dieci ben distinti comuni ciascuno sede di una propria parrocchia, ma fu nella seconda metà del XIX secolo, durante il dominio austriaco, che la città attraversò un periodo particolarmente fiorente che portò alla costruzione di palazzi e portici in stile neoclassico. Dopo l'Unità d'Italia Lecco si affermò come uno dei primi centri industriali d'Italia grazie allo sviluppo delle industrie siderurgiche, già attive nel XII secolo, che le conferirono l'appellativo di città del ferro,[12] e completò il suo processo di crescita nel 1995 quando fu elevata a capoluogo di provincia, una delle quattro moderne della Regione.[13]
«Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte»
Il territorio comunale si estende per una superficie di circa 45,93 km², di cui 11,75 km² corrispondono all'estensione della porzione urbanizzata, che si sviluppa in prevalenza su depositi di conoide alluvionale e nei fondovalle delle incisioni torrentizie[14]. Lecco sorge in una conca delimitata dalle Prealpi a est e dal Lario a ovest, più precisamente nel suo tratto terminale del ramo orientale, nel punto in cui finisce e l'Adda riprende il suo corso per poi riallargarsi nel lago di Garlate. Il territorio cittadino è solcato da tre torrenti principali, il Gerenzone, il Caldone e il Bione. Le montagne che circondano la conca naturale dove è situata la cittadina sono le seguenti: a nord il monte Coltignone e il San Martino, a est il monte Due Mani, il Pizzo d'Erna e il Resegone, a sud il Magnodeno. A ovest, sulla riva destra dell'Adda si trova il Monte Barro. Sull'Adda, nei pressi del Ponte Azzone Visconti, si trova la piccola Isola Viscontea.
Il territorio comunale ha una distribuzione altimetrica molto variabile: essa varia dai 198 metri s.l.m. nella zona lacustre, sino alla quota massima di 1875 metri s.l.m. del monte Resegone. Ciò offre alla città tre differenti aree contraddistinte da diverse caratteristiche morfologiche e climatiche, dovute alla presenza di rilievi montuosi, del lago e di una terza area, tra la fascia montuosa e quella lacustre.
Morfologicamente il territorio lecchese è il risultato delle numerose glaciazioni che hanno colpito il pianeta, condizione ben evidente nell'aspetto delle montagne circostanti, una su tutte la Grigna, che mostrano tutte le caratteristiche dell'escavazione glaciale.
L'idrografia lecchese è costituita principalmente dal tratto del fiume Adda in uscita dal ramo orientale del Lario. Vi scorrono inoltre una serie di torrenti, con relativi affluenti, che hanno origine nella fascia montuosa che sovrasta la città. Essi sono interessati da diffusi fenomeni franosi e quindi soggetti a particolare erosione del corso; presentano un itinerario relativamente breve e, con uno scorrimento prevalentemente da nord-est a sud-ovest, sfociano tutti nel golfo di Lecco o nel Lago di Garlate.
Da nord a sud si snoda il torrente Val Cascee; il torrente Gerenzone, che scorre per poco più di 4 km dando da vivere per molti anni, grazie ai suoi sfioratori e al suo ripido corso, agli abitanti del luogo che convogliavano l'acqua in tratti di rogge e a cascatelle utili al lavaggio e al pescaggio delle ruote dei magli, i quali, man mano coprivano l'intero corso del torrente facendo sorgere sulle sue rive fabbriche metallifere e facendo sviluppare al contempo i quartieri alti di Lecco tra cui Malavedo e Laorca, in passato vera patria dei lavoranti del ferro, quei ferascét o tirabagia che sono la fama della città; riceve nel suo breve percorso i torrenti Valle Calolden, Val di Streciura, Val Pozza e il Valle Spesseda; il torrente Val Nera. Più a sud scorre il torrente Caldone che si sviluppa per circa 7,5 km. Possiede quattro affluenti: il Varigione, il Valle del Pieno, il Val Boazzo e il Grigna tutti immissari nel Lago di Lecco. A partire dal 1965 fu quasi interamente coperto per creare un viale di circonvallazione. Nel lago di Garlate, invece, sfociano il Bione che, con il suo affluente Valle Comera, percorre il suo tragitto per 4 km; il torrente Tuf; il torrente Cif con il suo affluente Valle Ibraula; il torrente Valle di Culigo, il Merla e il Roggia Fornace Lansera. Nel tratto sud-orientale scorre per un certo tratto il torrente Valle Galaveso[15].
La conca nella quale giace Lecco è circoscritta, a nord, a est e a sud-est, da una catena montuosa di notevole altezza, calcarea e dolomitica, dominata dal Resegone e dal gruppo delle Grigne[16] mentre a ovest è delimitata dai rilievi collinosi della Brianza nord-orientale che culminano nel monte Barro. Lecco è più propriamente così delimitata: a nord si innalza il massiccio del monte Coltignone, prevalentemente di calcare e dolomia di Esino, affacciando direttamente sulla conca cime meno elevate, come il monte San Martino e il Monte Melma. A est il gruppo del Resegone, che, con i suoi 1875 metri s.l.m., domina la città caratterizzando il paesaggio lombardo sin da Milano. È così chiamato a causa dei suoi molteplici denti rocciosi che, visti dall'abitato, lo fanno assomigliare a una sega di gigantesche dimensioni; domina imponente con le sue propaggini, che sono i Piani d'Erna e il Pian Serada[17]. A sud-est, oltre Maggianico, la maggiore elevazione è rappresentata dal Magnodeno[18]. A ovest si elevano i rilievi collinari estremi della Brianza nord-orientale, tra cui spicca il Monte Barro[19] nel quale è stato costituito l'omonimo parco regionale a tutela della flora e fauna che custodisce.
Dal punto di vista sismico la città di Lecco presenta un rischio molto basso e distribuito in modo uniforme sul territorio. Il comune è stato infatti classificato come zona 3[20] (sismicità medio bassa) dalla protezione civile nazionale. Le località epicentrali per gli eventi che hanno prodotto i maggiori risentimenti/danni (osservazioni macrosismiche) provengono da zone appartenenti alle province vicine, corrispondenti al Bresciano, al Bergamasco e, soprattutto, all'Appennino emiliano-romagnolo. L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato comunque nel database macrosismico italiano del 2004[21] una serie di eventi piuttosto sporadici sul territorio nell'arco temporale di circa 110 anni dal 1884 al 1995. Nello specifico sono ben 17 gli eventi tellurici fra i quali spicca il terremoto del 24 aprile 1918 di magnitudo 5.07 che ebbe come epicentro la bassa val Brembana. Altri tre episodi hanno invece avuto come epicentro proprio il territorio lecchese e sono riportati dalla letteratura[22]; essi sono risalenti al 1887 (raccontato dal libro di Giuseppe Mercalli: Il terremoto di Lecco del 20 maggio 1887), al 5 marzo 1894 (raccontato nel libro di Mario Baratta: Il terremoto di Lecco del 5 marzo 1894) e al 1695 (raccontato sempre da Mario Baratta nel 1901 nel suo saggio di storia e geografia sismica: I terremoti d'Italia). L'ultimo evento registrato nel capoluogo e in tutta la provincia risale al 18 dicembre 2021 alle ore 11.34 con un sisma di magnitudo 4.4 della scala Richter che ha avuto come epicentro il paese di Bonate Sotto situato a soli 20 km di distanza da Lecco[23].
Il territorio di Lecco risulta ben riparato dalle catene montuose, e dal punto di vista climatico, gode dei benefici influssi delle acque del lago e del soffio del Tivano che spira dalla Valtellina da nord-est tutto l'anno nelle prime ore del mattino, dalle 6 alle 10. La sua totale assenza indica l'avvicinarsi del brutto tempo. La Breva, è un altro noto vento che soffia da sud nelle prime ore pomeridiane, generalmente fra le 10 e le 18. Questi due venti in passato venivano sfruttati per la pesca e la navigazione: i barcaioli discendevano verso sud nelle prime ore del mattino e risalivano le acque del Lario nelle ore pomeridiane.
Nell'insieme la città gode di un clima continentale, solitamente accompagnato da un alto tasso di umidità, mitigato appunto dai suoi venti presentando inverni non particolarmente rigidi ed estati piuttosto gradevoli fermo restando che nel territorio comunale si registrano notevoli differenze termiche nei valori minimi tra i quartieri, sia per l'altitudine sia per l'esposizione o meno alle brezze del lago. Dalle valli che sboccano sul lago soffiano all'improvviso le varie montive, brezze che nelle giornate estive attenuano gradevolmente la calura ma, durante i temporali possono essere anche molto violenti e forti. Altro vento poco noto ma assai violento con raffiche intorno ai 40/60 km/h è il Ventone che soffia dalla Valchiavenna all'improvviso solitamente in primavera. Quasi inesistente in città la nebbia che caratterizza invece la vicina pianura padana, già in parte presente oltre le colline della Brianza in alcune occasioni.
La neve è abbastanza frequente, seppur discontinua a seconda degli inverni, con valori di nevosità media annua che si differenzia molto procedendo verso le località site in collina come Bonacina, Malavedo e Laorca. La piovosità è abbastanza elevata con una media annua di circa 1500 mm e presenta un'importante esposizione a fenomeni di tipo temporalesco. Le ultime grandi nevicate risalgono al 14 dicembre 2012, al 17 dicembre 2010, al 21-22 dicembre 2009, al 2 febbraio e 6-7 gennaio 2009, al 26, 27 e 28 gennaio 2006 e al 18 gennaio 2005; piuttosto rilevante la nevicata che ha interessato buona parte della regione tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio 2012, non per la quantità ma per il manto nevoso rimasto al suolo a lungo a causa delle bassissime temperature registrate (con valori minimi sino a -15 °C nella Brianza e Valsassina e valori massimi sotto lo zero anche in centro per circa una settimana). La dolcezza del clima e la buona esposizione al sole in passato favorì l'agricoltura, infatti vi si produceva olio e vino ed erano molto apprezzati fichi, noci, noccioli e castagne.
Lecco | Mesi | Stagioni | Anno | ||||||||||||||
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Gen | Feb | Mar | Apr | Mag | Giu | Lug | Ago | Set | Ott | Nov | Dic | Inv | Pri | Est | Aut | ||
T. max. media (°C) | 6 | 8 | 12 | 16 | 21 | 25 | 28 | 27 | 23 | 18 | 11 | 6 | 6,7 | 16,3 | 26,7 | 17,3 | 16,8 |
T. min. media (°C) | −2 | 0 | 3 | 7 | 11 | 14 | 17 | 17 | 14 | 9 | 4 | −1 | −1 | 7 | 16 | 9 | 7,8 |
Precipitazioni (mm) | 71 | 64 | 83 | 89 | 127 | 113 | 110 | 129 | 94 | 109 | 111 | 56 | 191 | 299 | 352 | 314 | 1 156 |
Giorni di pioggia | 6 | 6 | 8 | 9 | 12 | 10 | 7 | 9 | 7 | 7 | 8 | 6 | 18 | 29 | 26 | 22 | 95 |
Eliofania assoluta (ore al giorno) | 3,4 | 3,8 | 4,7 | 5,5 | 5,5 | 6,8 | 7,9 | 7,1 | 5,7 | 4,6 | 3,0 | 3,1 | 3,4 | 5,2 | 7,3 | 4,4 | 5,1 |
Vento (direzione-m/s) | NNE 5,1 | NNE 4,3 | NNE 4,5 | NNE 4,3 | NNE 5,9 | NNE 5,2 | NNE 5,5 | NNE 5,4 | NNE 6,1 | NNE 4,8 | NNE 5,3 | NNE 5,6 | 5,0 | 4,9 | 5,4 | 5,4 | 5,2 |
L'origine del toponimo Lecco non è certa ma probabilmente è di provenienza celtica che si collega a Lech o Loch e cioè lago, come ancora oggi in numerosi dialetti e toponimi di tale derivazione (in Irlanda, Scozia, Galles, Bretagna e Galizia, ma anche all'estremo opposto delle acque del Lario, dove si trova Samolaco[24]). Di fatto poco prima dell'anno 1000 a.C. alcune popolazioni di Galli e Celti emigrarono nel territorio lecchese per motivi di commercio. Leucos fu il nome dato dai Galli che abitarono queste zone sino all'epoca romana i quali trasformarono la denominazione in Leucum intorno al 200 a.C. sotto il dominio di Giulio Cesare. Questo tende a escludere l'ipotesi avanzata dagli storici che hanno individuato in Lecco la città romana fondata nel 95 a.C. da Licinio Crasso nell'area lariana con il nome di Leucera.[25] Altre teorie,fanno risalire l'etimologia dal greco leukos (bianco), probabilmente a causa delle bellissime rocce calcaree bianche; dal latino lucus (bosco) e/o lacus (lago). Altre illazioni riportano a una derivazione dall'antico indiano lokas (paese) o dal lituano laukas (campo aperto)[26]. Tuttavia l'esistenza della città è stata documentata per la prima volta nell'845, con la comparsa di un documento dal nome Leuco[27].
Scavi del 1988 dei Musei civici di Lecco, hanno portato alla scoperta di un villaggio della Cultura di Golasecca (prima Età del Ferro) alla Rocca di Chiuso. L'orizzonte cronologico va dal X secolo a.C. al IV secolo d.C. Infatti l'insediamento dei Celti golasecchiani nella zona precede di oltre 4 secoli l'arrivo dei Celti La Tène da oltralpe e numerosi ritrovamenti archeologici testimoniano la presenza della cultura di Golasecca e di La Tène nella zona (Olate di Lecco, Valsassina). Nel 2005 ai Piani d'Erna altri scavi dei Musei Civici di Lecco e della Università di Bergamo hanno portato alla luce il più antico sito di produzione metallurgica dell'intero arco alpino (II secolo a.C. - I secolo d.C.). I resti di forni fusori e di scorie di lavorazione comprovano che questa attività, che sarà poi per duemila anni tradizionale per Lecco, era allora già fiorente.[28] Anche la principale arteria militare proveniente da Aquileia, attraverso Bergamo, diretta a Como, non transitava da Lecco ma più a sud, sul ponte romano di Olginate. Il castrum del colle di Santo Stefano, individuato da Bognetti, e sul quale condusse i primi scavi archeologici il padre di Alessandro Manzoni, Pietro, risale al periodo Tardoantico-Altomedivale e faceva parte delle possenti fortificazioni del limes, poste a difesa di Mediolanum, che circondavano tutto il Lario Orientale da monte Barro a Lavello[29]. Da Lecco passava anche la via Spluga, strada romana che collegava Milano con il passo dello Spluga.
Durante l'alto medioevo la zona dei dintorni di Lecco acquista una notevole importanza militare. Punto nodale di diverse vie che mettevano in comunicazione l'attuale Lombardia con i territori d'Oltralpe, la regione diviene teatro di scontri e decisive battaglie, come è dimostrato dall'improvvisa scomparsa dell'importante fortificazione dei Goti sul Monte Barro, dove gli scavi archeologici hanno messo in luce i resti di un castello del VI secolo, del quale sono stati riconosciuti un'area abitata ai Piani di Barra e un sistema difensivo tra l'Eremo e il versante sud-orientale del monte. Il sistema fortificato di Lecco (Castrum Leuci) diventa sede, con i Carolingi, di un importante Comitato affidato alla famiglia degli Attonidi.[30] Nel 960 l'ultimo di questi conti fu privato del potere dall'imperatore Ottone I e Lecco fu sottoposta alla signoria dell'Arcivescovo di Milano. La signoria arcivescovile su tutte le terre orientali del Lario durerà per molti secoli.
Per tutto il medioevo e in larga misura per l'Età Moderna il nome di Lecco non indica un particolare centro abitato, ma comprende tutta la zona tra il lago e la Valsassina. Lecco era un abitato policentrico, in cui i vari rioni erano strettamente interdipendenti, ognuno con una specializzazione funzionale ed economica. In quel periodo in Lombardia la civitas (città) definiva solo i centri sedi di diocesi mentre i borgus (borghi) erano costituiti da realtà para-urbane di una certa importanza ma non sede vescovile così come accadde per Monza e Varese tutti riuniti sotto l'arcidiocesi di Milano. L'imporsi del termine burgus viene così a coincidere con un profondo cambiamento della struttura socioeconomica urbana, conseguente all'affermazione del regime comunale e allo sviluppo di un'attività economica su scala preindustriale.[31][32]
Nel 1117 scoppiò una lunga guerra, durata 10 anni, che vide contrapposti molti paesi dei laghi di Como e di Lugano contro Milano, di cui Lecco era alleata. I lecchesi presero parte allo scontro e nel marzo del 1125, con una flotta assediarono Como via lago, mentre i Milanesi la bloccavano via terra. Como dovette capitolare e i vincitori la diedero alle fiamme. I rapporti con Milano rimasero però sempre tesi e, a causa di una situazione scaturita da motivi politici ed economici per la disparità nella tassazione, si arrivò alle armi. Dopo alterne vicende si raggiunse la pace nel 1219 e, nel 1224, si ottenne il riconoscimento di alcuni diritti dei lecchesi.[33]
Nel tentativo di affrancarsi dal dominio milanese, durante la contrapposizione tra Milano e l'imperatore Federico II - nipote del Barbarossa - Lecco sostenne quest'ultimo, ma alla sua morte i milanesi attaccarono il castello che sorgeva sulla collina di S. Stefano e nel 1250 lo rasero al suolo. Successivamente Lecco rimase coinvolta nelle lotte tra le potenti famiglie milanesi dei Visconti e dei Torriani, questi ultimi proprietari dei territori valsassinesi. Le lotte portarono Matteo I Visconti a distruggere il borgo dando ordine che non risorgesse mai più (1296). Nonostante la distruzione Lecco venne però ricostruita e successivamente riconquistata da Azzone Visconti. Questi fece edificare il ponte tuttora esistente che da lui ha preso il nome e, considerando l'importanza strategica della zona posta al confine con il territorio di Venezia, ne fortificò il borgo. Per tutto il periodo la Comunità Generale di Lecco, che comprendeva tutto l'attuale territorio comunale si eresse a libero Comune con propri Statuti e, fino al 1757, fu de facto un piccolo Stato autonomo (con un proprio diritto civile e penale), ma inserito nel più grande Ducato di Milano.
«Ai tempi in cui accaddero i fatti che prendiamo a raccontare, quel borgo, già considerabile, era anche un castello, e aveva perciò l'onore d'alloggiare un comandante, e il vantaggio di possedere una stabile guarnigione di soldati spagnoli, che insegnavan la modestia alle fanciulle e alle donne del paese, accarezzavan di tempo in tempo le spalle a qualche marito, a qualche padre; e, sul finir dell'estate, non mancavan mai di spandersi nelle vigne, per diradar l'uve, e alleggerire a' contadini le fatiche della vendemmia.»
Con la caduta del Ducato di Milano, Lecco passò alla Spagna e, sotto Carlo V, venne trasformata in una piazzaforte militare.[34] In questo tormentato periodo si colloca la figura di Gian Giacomo Medici, detto il Medeghino, signore di Musso, un capitano di ventura che dominò la scena lombarda dapprima con azioni piratesche e, successivamente, con una disinvolta e machiavellica condotta politica. Gian Giacomo Medici ottenne il dominio di Lecco, della Valsassina e di parte della Brianza; dominio che perse quando, momentaneamente, questi territori tornarono sotto Francesco Sforza duca di Milano. Il Medeghino passò quindi agli ordini di Carlo V, facendosi onore come condottiero dell'esercito imperiale. Di fatto in questo periodo il potere rimase nelle mani del Patriziato Milanese, secondo la tradizionale politica spagnola che mantenne l'autonomia dei vari Paesi dipendenti dalla Corona di Spagna.[35] L'attività siderurgica continuò a fiorire, anche per l'azione di numerosi mercanti-imprenditori lecchesi, il principale dei quali fu Giacomo Maria Manzoni, il quadrisavolo del romanziere. In questo periodo si soffrì, come in tutto il milanese, di pestilenze e carestie, che il Manzoni ha mirabilmente descritto ne I promessi sposi. Nel 1714 la Lombardia passò agli Asburgo d'Austria e Maria Teresa pose Lecco a capo delle Pievi di Bellano, Mandello, Varenna, Vedeseta e Valsassina.
«...un gran borgo al giorno d'oggi, e che s'incammina a diventar città...»
Nel 1784 Giuseppe II d'Asburgo-Lorena visita la città e decide la definitiva soppressione della cinta muraria.[36]
Con la discesa di Napoleone e la nascita nel 1797 della Repubblica Cisalpina, la Riviera di Lecco si trova a far parte dell'effimero dipartimento della Montagna (del quale Lecco è il capoluogo). Nel 1799 un reparto dell'esercito austro-russo di Suvorov al comando del principe Pëtr Ivanovič Bagration si scontra a Lecco con i francesi e li sconfigge. La battaglia apre agli austro-russi le porte di Milano che cade in loro possesso. L'anno successivo, con il ritorno di Napoleone si ha la Seconda Battaglia di Lecco che è vinta, questa volta, dai francesi. La città è incorporata prima nel Dipartimento del Lario con capoluogo a Como, e poi in quello del Serio con capoluogo a Bergamo.
Nel 1814, dopo la definitiva sconfitta di Napoleone, l'esercito austriaco riprende possesso della regione, sopprime ogni istituzione francese, riporta stabilmente Lecco nel territorio della provincia di Como nel 1816 (da cui si renderà indipendente solo nel 1995) e suddivide definitivamente la città in tanti piccoli Comuni (che verranno riaccorpati solo nel 1923).[37]
Il periodo del Regno Lombardo-Veneto ha comportato effetti positivi nella storia di Lecco: in questi anni si collocano numerosi interventi di ammodernamento e sviluppo del territorio, come l'introduzione di una burocrazia efficiente, l'incremento del catasto, introdotto già da Giuseppe II, e lo sviluppo industriale che portarono a un diffuso benessere; l'industria serica, tradizionale nell'area, venne meccanizzata con l'uso del vapore e crebbe impetuosamente la tradizionale lavorazione del ferro, dando vita a grandi Industrie meccaniche come la Badoni che domineranno il mercato italiano anche per tutto il XX secolo. Negli anni trenta dell'Ottocento era attivo in città un centro di reclutamento per gli svizzeri che intendevano arruolarsi nelle guardie pontificie.
La prima meta del XIX secolo portò Lecco a essere uno dei cuori pulsanti della cultura italiana: gli Scapigliati, famoso gruppo di letterati milanesi fecero di Maggianico uno dei loro luoghi di ritrovo preferiti. Il fermento culturale del periodo era associato anche al fermento politico, e Lecco e i suoi abitanti ebbero un ruolo molto importante nel Risorgimento lombardo. Alla notizia dell'insurrezione milanese contro l'Austria nel marzo 1848 fu un prete, don Antonio Mascari, a incitare alla ribellione dal pulpito. Subito si raccolsero denaro e volontari. Nella notte tra il 18 e il 19 marzo i cittadini assediarono il Commissariato e costrinsero il comandante a cedere le armi ma la rivolta non ebbe comunque successo. Con il decreto 22 giugno 1848 il governo provvisorio della Lombardia (quello austriaco era decaduto in seguito alle Cinque Giornate di Milano) promosse Lecco al rango di città grazie al contributo che la città stava dando alla causa risorgimentale: molti lecchesi vennero inviati al Passo dello Stelvio per impedire la discesa in Lombardia degli Austriaci. Tuttavia, al loro ritorno, Lecco nel 1859 venne nuovamente declassata a Borgo.[38]. Nel 1859, con la Seconda Guerra d'Indipendenza, Lecco e la Lombardia, furono conquistate dal Regno di Sardegna, primo troncone del Regno d'Italia e, nello stesso anno, riebbe il titolo di Città, che le era stato conferito nel 1848 e cancellato dagli austriaci. Primo sindaco fu il notaio Francesco Cornelio.[39]
Nel 1837 ci fu a Lecco il primo esperimento di illuminazione pubblica con otto lampade a olio. La vera e propria illuminazione entrò in funzione solo otto anni dopo.[40] Nel 1885 nacque il corpo dei Vigili Urbani mentre nel 1923 il territorio comunale, ormai insufficiente a contenere l'espansione urbana, venne notevolmente ampliato con l'aggregazione dei comuni limitrofi di Acquate, Castello sopra Lecco, Germanedo, Laorca, Rancio di Lecco e San Giovanni alla Castagna, nonché di parte del territorio comunale di Maggianico[41]; nel 1928 venne aggregata anche la restante parte di Maggianico, mentre Malgrate e Pescate, di cui era prevista l'aggregazione, mantengono la loro autonomia. La città in seguito si sviluppò di pari passo con il Paese, fu centro di aspre lotte sindacali per il miglioramento delle condizioni negli stabilimenti tessili e dovette pagare un enorme tributo di sangue nel corso delle due guerre mondiali, furono molti i caduti ricordati nei numerosi monumenti presenti in città.
«Croce rossa in campo bianco e leone rampante su fondo azzurro-lago, a destra e sinistra, due tritoni, corona gemmata a nove palle.»
Lo stemma della città di Lecco può essere così blasonato: "Scudo ancile, partito: nel primo, d'argento, alla croce di rosso; nel secondo, d'azzurro, al leone d'oro, lampassato di rosso, rivoltato, la testa posta in maestà. Corona Comitale. Lo scudo addossato a un cartoccio dorato, sostenuto da due tritoni barbuti, addossati, il tutto d'oro."
Lo stemma della città di Lecco ha subito molte modifiche con il susseguirsi degli eventi storici che hanno riguardato la città. Dopo la raffigurazione più antica risalente al Seicento, è stato tramandato lo stemma degli Statuta Civilia Comminitatis Leuci (1691) il quale subì delle varianti più o meno elaborate e, a oggi, raffigura uno scudo partito con la Croce di San Giorgio sulla sinistra che rappresenta un simbolo di origine guelfa, che compare negli stemmi dei liberi Comuni del Nord Italia anti-imperiali, e un leone d'oro rampante in campo azzurro a destra. La croce rossa in campo d'argento, adottata anche nello Stemma di Milano, presuppone che il suo uso venne impiegato quando Lecco fece stabilmente parte del Contado Milanese alla fine del XIV secolo mentre il leone (originariamente un leopardo illeonito) rappresenta il simbolo del Comune di parte del Popolo, richiamando la posizione politica della città in epoca medievale dominata dai Signori di Milano e partigiana dei Torriani. Lo scudo è sorretto ai lati dai tenenti raffigurati da due tritoni (divinità della mitologia greca dalla doppia natura: metà uomini e metà pesci), una figura molto rara in araldica a ricordo delle origini di popolo vissuto in un villaggio di pescatori.
Lo stemma non è sormontata dalla tipica corona turrita di città ma, come Torino e altre città sedi di antiche contee, la corona comitale poiché, da un punto di vista araldico, Lecco era contea fin dal dominio carolingio (VIII secolo), quando era sede di una delle più antiche e potenti dinastie del Regnum Italicorum, gli Attonidi di Lecco. Tale dizione venne mantenuta anche dopo la morte dell'ultimo conte, comparendo anche nel testo della Pace di Costanza (1183) e negli atti pubblici milanesi dei secoli successivi. La corona comitale è composta da 16 punte sostenenti altrettante perle, di cui solo 9 sono visibili nello stemma.[42][43]
Lecco presenta un gonfalone di colore azzurro con al centro lo stemma del comune. Esso è decorato con la medaglia d'argento al valor militare e con la medaglia d'argento ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte.
Il comune di Lecco si fregia del titolo di città d'Italia per meriti patriottici a seguito del decreto di elevazione al rango emanato il 22 giugno 1848 dal Governo provvisorio della Lombardia guidato da Gabrio Casati, per poi essere declassata a borgo il 18 agosto dello stesso anno a causa del ritorno del dominio austriaco. Il titolo fu poi riconfermato definitivamente con provvedimento del 9 luglio 1859, subito dopo l'annessione dei territori lombardi al Regno di Sardegna.
Il comune di Lecco è decorato di Medaglia d'argento al valor militare per attività partigiana per la partecipazione alla Lotta di Liberazione dal 1943 al 1945, concessa con decreto del Presidente della Repubblica del 19 settembre 1974 e consegnata durante la cerimonia svoltasi allo stadio comunale Rigamonti-Ceppi dall'allora presidente della Camera dei deputati Sandro Pertini[46][47]:
Numerosi edifici religiosi e civili sono presenti nella città di Lecco. I principali sono: la basilica di San Nicolò con l'attiguo campanile simbolo della città, il Palazzo delle Paure, il Ponte Azzone Visconti, la Torre Medievale, il Teatro della Società e la celebre Villa Manzoni; quest'ultima dichiarata nel 1940 monumento nazionale da Re Vittorio Emanuele III simultaneamente all'ex Convento dei frati Cappuccini.[50]
La Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio si trova nel rione di Castello e i primi documenti la datano intorno alla fine del Duecento con un'architettura principale di tipo romanico, fino 1584 è stata la sede prepositurale poi trasferita presso la basilica di San Nicolò.
All’interno della chiesa è possibile ammirare i pennacchi con gli affreschi raffiguranti i quattro evangelisti realizzati dal Bergamasco Antonio Sibella nel 1882. Del 1899 è il bel simulacro della Madonna del Rosario compatrona della parrocchia. Il campanile è tra i più alti della città (42 m circa); innalzato nel 1931 su progetto di Bernardo Sironi, ospita un concerto di cinque campane fuso nello stesso anno dalla fonderia Fratelli Barigozzi di Milano. Per il forte incremento demografico registratosi nel secondo dopoguerra, la chiesa parrocchiale di Germanedo negli anni 1966/1970 ha subito un intervento ampliativo su progetto di Bruno Bianchi modificandone radicalmente così l’impianto originario.[58].
«Questo matrimonio non s'ha da fare, né domani, né mai.»
«Dominate da questi pensieri, passò davanti a casa sua, ch'era nel mezzo del villaggio, e, attraversandolo, s'avviò a quella di Lucia, ch'era in fendo, anzi un po' fuori. Aveva quella casetta un piccolo cortile dinanzi, che la separava dalla strada, ed era cinto da un murettino.»
«Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio!»
«Lecco, la principale di quelle terre, e che dà nome al territorio, giace poco discosto dal ponte, alla riva del lago, anzi viene in parte a trovarsi nel lago stesso, quando questo ingrossa: un gran borgo al giorno d'oggi, e che s'incammina a diventar città.»
Sono i luoghi, o quello che ne rimane, serviti da ispirazione ad Alessandro Manzoni e citati nel romanzo I promessi sposi. Alcuni luoghi sono storici, come il convento di Fra Cristoforo a Pescarenico o il ponte Azzone Visconti, altri indicati dalla tradizione, come la presunta casa di Lucia Mondella nel quartiere di Olate, il tabernacolo dei Bravi, il Palazzotto di don Rodrigo, la casa del sarto a Chiuso e l'attigua Rocca dell'Innominato. A tutto questo si aggiunge la già citata Villa Manzoni situata nel quartiere Caleotto (oggi Museo civico manzoniano), residenza della sua famiglia nella quale egli visse la sua infanzia, adolescenza e prima giovinezza come lui stesso scrive nell'introduzione del romanzo Fermo e Lucia.
Lecco è il centro di un agglomerato urbano che sulla sponda orientale del Lago di Garlate prosegue con Vercurago, cui segue Calolziocorte; sulla sponda destra dell'Adda comprende Pescate, Garlate, Galbiate, Olginate, Malgrate, Valmadrera e Civate, a nord Ballabio.
La popolazione di questo agglomerato conta più di 114.000 abitanti ed è in costante crescita.
«Lecco […]: un gran borgo al giorno d’oggi, e che si incammina a diventar città»
Intorno alla metà del Seicento, la popolazione di Lecco con Pescarenico, sommata a quella dei piccoli centri del circondario (assorbiti nella medesima entità amministrativa nella prima metà del Novecento) raggiungeva circa 3 000 abitanti mentre i residenti entro la cinta fortificata, ossia quelli compresi nel vero e proprio borgo di Lecco, assommavano a poche centinaia.[93]
Abitanti censiti[96]
La popolazione lecchese al 30 novembre 2019 conta 48 562 individui (di cui 23 476 maschi e 25 086 femmine) ed è il 16º comune più popoloso della Lombardia con una densità media di circa 1070 ab./km².[97] Dal grafico si nota come la popolazione sia aumentata quasi ininterrottamente fino al 1971 per poi registrare un periodo di crisi all'inizio degli anni novanta, durante il quale la popolazione è diminuita tornando a incrementarsi, seppur lievemente ma in modo costante, dal 2001 in gran parte grazie al progressivo incremento dei flussi migratori in entrata da diverse parti del mondo. Dal 2010 al 2014 la popolazione è rimasta sostanzialmente stabile nonostante un lieve calo progressivo di circa 500 residenti dal 2012 al 2014 dovuto per lo più alla riduzione di immigrati e alla crescita degli emigrati. Nello specifico, nei dati diffusi dal comune nel febbraio 2014[98], sui movimenti della popolazione, si registra un aumento dell'emigrazione (popolazione che si è trasferita da Lecco in altre località) che, per l'anno 2014, si è attestata a 1 462 unità rispetto ai 1 121 del 2013 mentre è in netta diminuzione il numero di persone che hanno scelto di venire a Lecco (1 574 nel 2014 e 1 705 nel 2013). Il tasso di natalità rimane pressoché invariato: le nascite sono state 383 nel 2014, in leggero aumento rispetto alle 361 del 2013. In contrasto invece il tasso di mortalità che, con 485 decessi, è in netto calo rispetto ai 591 del 2013. Si registra infine anche una diminuzione nel numero di matrimoni: si passa dai 138 del 2013 ai 129 del 2014 di cui solo 68 celebrati con il rito religioso.[99]
I dati dell'Istituto nazionale di statistica rilevano al 1º gennaio 2020 una popolazione straniera residente pari a 5 146 persone, rappresentante circa il 10,7% della popolazione residente a Lecco[100]. Le comunità maggiormente rappresentate sono le seguenti:
Oltre alla lingua italiana, a Lecco non sono ufficialmente riconosciute altre lingue. Si parla una declinazione del dialetto lombardo occidentale chiamato anche dialetto insubre[101] (parlato nelle province di Lecco, Como, Varese, Sondrio, Monza e Brianza, Milano, Lodi e nel Canton Ticino) appartenente al ceppo linguistico gallo-italico. A seconda delle zone ha influssi dialettali di origine bergamasca, brianzola, valtellinese e comasca.
La principale confessione religiosa a Lecco è quella cattolica. La liturgia differisce da quella tipica della maggior parte del mondo cattolico, in quanto in città si segue il rito ambrosiano, come in buona parte dell'arcidiocesi di Milano[102] che prevede, tra le altre particolarità, l'adozione di un lezionario, un messale e un calendario liturgico differenti da quelli del rito liturgico romano. Sede della III zona pastorale dell'arcidiocesi che conta 181 parrocchie è presente in città un Vicario Episcopale[103] e un prevosto a capo dei dieci decanati in cui la zona si ripartisce. Si trovano inoltre altre piccole comunità di altre religioni: Chiesa Cristiana Evangelica (con una sede in centro), Testimoni di Geova, Islam (con il centro maggiore nel rione di Chiuso)[104], Chiesa ortodossa (con due chiese nei rioni di Castello e Belledo).
Il tradizionale abito femminile lecchese è legato all'immagine di Lucia dei Promessi Sposi e si caratterizza per la bella raggiera composta da spilloni d'argento, chiamati guazze, che corona la testa accuratamente descritto da Alessandro Manzoni nel settimo capitolo con queste parole:
«I neri e giovanili capelli di Lucia si ravvolgean, dietro il capo, in cerchi molteplici di trecce, trapassati da lunghi spilloni d'argento, che si dividevano all'intorno, quasi a guisa de' raggi d'un'aureola....»
I principali appuntamenti della città sono:
Seppur discontinua, la tradizione della sfilata di carri ispirati agli episodi del romanzo, è ben radicata nel territorio ottenendo sempre un grande successo di forte suggestione. La prima edizione si ebbe nel 1923, nel cinquantesimo anniversario della morte di Manzoni, anticipata nel 1875 a seguito dell'opera lirica I promessi sposi di Errico Petrella andato in scena al Teatro della Società il 2 ottobre 1869.[107] Il corteo venne riproposto nel 1933, nel 1955, nel 1965, nel 2004 e nell'ottobre 2005 durante i festeggiamenti della Festa di Lecco a cura di 150 attori del Teatro tascabile di Bergamo che ne curarono la coreografia delle 11 rappresentazioni sceniche lungo il centro storico e le musiche del Seicento delle ultime due rappresentazioni. La rievocazione, con splendidi costumi tipici dell'epoca (alcuni utilizzati nello sceneggiato degli anni '90 di Salvatore Nocita esposti nel Civico museo manzoniano)[108], è stato l'ultimo grande evento ospitato in città.[109]
Nel mese di febbraio, sin dal 1884 (edizione n° 140 nel 2024), in occasione del "Carnevalone di Lecco" si ha la consueta incoronazione di Re Resegone e Regina Grigna consegnando loro le chiavi della città da parte del Sindaco dando il via al folclore carnevalesco che raggiunge il suo apice, secondo il rito ambrosiano quale la città segue, il giorno di sabato grasso con il corteo dei carri allegorici per le vie cittadine al pomeriggio e una tradizionale festa in maschera con animazione e musica nelle piazze centrali della città la sera stessa premiando il carro dell'anno.[110]
È una festa che si svolge nel mese di luglio coinvolgendo le contrade Biun, Cucagna, Cunvent, Era, Fussaa, Isola, Piscen, S. Ambros e Stradun nella frazione di Pescarenico all'interno dell'oratorio omonimo dove, oltre al servizio gastronomico con specialità di pesce, animazione e intrattenimento musicale, si svolgono i tornei di Green Volley. La sagra nel 2024 festeggia la 40ª edizione.
Tradizionale regata che si svolge sulle sponde del fiume Adda nel mese di luglio (data variabile) in occasione del Palio delle contrade di Pescarenico. Le imbarcazioni sono otto e di semplice struttura, ognuna del colore identificativo della contrada (Cunvent e Cucagna condividono la stessa barca) e guidata da una coppia di sesso diverso, sfidandosi nella prova più attesa della Sagra de Pescarenech a partire dalla seconda edizione; essa è abbinata al Palio delle Contrade. Nell'albo d'oro la contrada Era, detentrice del trofeo nel 2014[111], vinse molte gare tra cui le prime due disputate nel 1978 e 1979. Nelle varie edizioni che si sono susseguite vincenti sono state anche le contrade di Sant'Ambros, Fussaa, Stradun e anche un pari merito con Piscen ed Isula. La regata è preceduta dalla regata delle "Lucie", le imbarcazioni tipiche del lago, e diverse rappresentazioni di usi e costumi storici tipici della zona nella suggestiva cornice di piazza Era.[112]
Nata originariamente entro i limiti del rione di Acquate durante lo svolgimento della manifestazione dello Scigalott d'Or (appellativo derivante dal lecchese Cicala d'oro)[113] la corsa veniva disputata durante gli anni dispari su un percorso a ostacoli di 4 km in un terreno misto asfalto e sterrato fra le mulattiere e le vie del quartiere caratterizzato dalla presenza di numerosi intralci naturali quali gradoni, strettoie e fiumi da attraversare e artificiali come copertoni, getti di idranti, reti e balle di fieno. A oggi è un evento di così grande richiamo che viene organizzata a cadenza annuale solitamente il primo sabato di settembre su un percorso di circa 14 km che si estende fra il centro storico del capoluogo e i quartieri a monte avendo come tradizionale punto d'arrivo il sagrato della chiesa di Acquate. La competizione pone le sue radici il 6 giugno 1859 quando gli abitanti del rione si recarono a Lecco per acclamare il generale Giuseppe Garibaldi giunto in città accompagnandolo durante la marcia con canti simili al frinire delle cicale. La divertente Urban Obstacle Course Race denominata Scigamatt è stata inserita per la prima volta nel 2016 nel calendario del Campionato Italiano MudRun (unica tappa lombarda del circuito) qualificando i vincitori ai Campionati europei del 2017. La partecipazione è aperta a tutti previa iscrizione anticipata mentre le premiazioni sono assegnate ai migliori piazzamenti degli atleti divisi per sesso oltre ad altri premi minori come quello del costume più simpatico.[114]
Il nosocomio principale della città è l'Ospedale Alessandro Manzoni, facente parte dell'"Azienda socio sanitaria territoriale di Lecco" (quest'ultima comprende altri due presidi ospedalieri: il "Leopoldo Mandic" situato a Merate e l'"Umberto I" situato a Bellano). Questo ospedale sorge nel quartiere di Germanedo, dove il comune aveva acquistato nel 1949 Villa Eremo; provvista di vasta superficie agricola ha dato l'impulso per la costruzione del nuovo nosocomio cittadino. Nel 1989 infatti partono i lavori della grande opera, inaugurata nel 2000 e intitolata allo scrittore Alessandro Manzoni.
Esistono inoltre diverse cliniche private tra cui quella fondata dal Dott. Giovanni Battista Mangioni a esso denominata dal 1987 e la Casa di Cura Beato Luigi Talamoni; entrambe si trovano nel centro cittadino. In quest'ultima per anni è stata ricoverata Eluana Englaro, la cui vicenda, a seguito dell'incidente che la costrinse in stato vegetativo, sollevò diverse polemiche mediatiche e politiche a seguito della sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione che la portarono alla morte per volontà della famiglia i quali consideravano le cure come accanimento terapeutico.
A Lecco è presente la Procura della Repubblica, gli uffici del Giudice di Pace e dell'UNEP, tutti presenti all'interno del Tribunale cittadino, che, in attesa del termine dei lavori di ristrutturazione e ampliamento della sede storica di Palazzo Cereghini nei pressi del lungolago, sono ubicati temporaneamente nella cittadella della giustizia in Corso Promessi Sposi. In città si trova inoltre la Casa Circondariale nel rione di Pescarenico.[115]
Secondo il XXVI Rapporto sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di Provincia, pubblicato nell'ottobre 2019 da Legambiente, Lecco si piazza al 61º posto nella classifica generale tornando a recuperare alcune posizioni rispetto all'anno precedente; in Lombardia hanno ottenuto risultati peggiori solo i capoluoghi di Como e Monza. Il miglior punteggio, nei singoli indicatori selezionati, riguarda la capacità di depurazione (dove si colloca al 1º posto a pari merito con altre 15 città) e l'uso efficiente del suolo (8º posizione). Torna a guadagnare posizioni sulla gestione della raccolta differenziata dove si piazza al 33º posto rispetto alla 48º posizione del 2018 mentre resta stabile la produzione pro capite dove, con 494 kg/abitante, perde solo una posizione rispetto al precedente rapporto (39º posizione). Stabile anche il tasso di auto circolanti ogni 100 abitanti (20º posizione) così come nella categoria relativa all'indice di ciclabilità dove si è collocata al 66º posto perdendo una posizione rispetto al 2018. La qualità dell'aria, come per tutta la regione a eccezione della Provincia di Sondrio, è il problema centrale della Lombardia con un indice nettamente al di sotto delle normative comunitarie ma restando comunque nella prima metà della classifica (47º posizione).[116]
I risultati del XX rapporto sulla qualità della vita redatto da Italia Oggi in collaborazione con l'Università di Roma La Sapienza premiano Lecco collocando il capoluogo lariano al 15º posto nonostante abbia perso negli ultimi due anni la top ten della classifica. Per quanto concerne le posizioni nelle classifiche parziali emerge che il capoluogo si piazza in 9ª posizione (7ª nel 2017) per quanto riguarda il tasso di occupazione; per l'ambiente la posizione ottenuta dalla dispersione idrica colloca Lecco al 86º posto (42ª nel 2017) ma 1ª per capacità di depurazione delle acque reflue; riguardo alla classifica sulla criminalità è 8ª nella classifica generale (5ª nel 2017) e fra le prime posizioni in tutte le sottocategorie a eccezione di quella riguardante in furti in appartamento dove si conferma in 105ª posizione. Riguardo al tenore di vita Lecco si classifica nelle prime posizioni per importo medio delle pensioni.
Anno | Qualità della Vita (Sole 24 Ore) Dato riferito alla provincia |
Ecosistema Urbano (Legambiente) | Qualità della Vita (Italia Oggi) Dato riferito alla provincia[117] |
---|---|---|---|
2004 | 21ª posizione | 4ª posizione | 19ª posizione |
2005 | 21ª posizione | 1ª posizione | 18ª posizione |
2006 | 27ª posizione | 3ª posizione | 9ª posizione |
2007 | 24ª posizione | 12ª posizione | 35ª posizione |
2008 | 58ª posizione | 30ª posizione | 35ª posizione |
2009 | 74ª posizione | 44ª posizione | 51ª posizione |
2010 | 51ª posizione | 79ª posizione | 28ª posizione |
2011 | 40ª posizione | 33ª posizione (città piccole) | 23ª posizione |
2012 | 57ª posizione | 31ª posizione (città piccole) | 26ª posizione |
2013 | 45ª posizione | 12ª posizione (città piccole) | 11ª posizione |
2014 | 55ª posizione | 29ª posizione | 13ª posizione |
2015 | 45ª posizione | 14ª posizione | 12ª posizione |
2016 | 32ª posizione | 14ª posizione | 10ª posizione |
2017 | 33ª posizione | 58ª posizione | 5ª posizione |
2018 | 12ª posizione | 71ª posizione | 15ª posizione |
2019 | 30ª posizione | 61ª posizione | 18ª posizione |
2020 | 49ª posizione | 63ª posizione | 26ª posizione |
Presente in città fin dal 1867, la biblioteca civica si trova nell'edificio di Villa Locatelli in via Giuseppe Bovara. Intitolata a Uberto Pozzoli, giornalista e politico lecchese, essa offre un ampio patrimonio enciclopedico, saggistico e narrativo oltre a una notevole raccolta delle testate di giornali e riviste del territorio pubblicati fra il XIX e il XX secolo attualmente disponibili in microfilm per garantirne la tutela. Importante la collezione donata dalla famiglia Guzzi, fondatrice della prestigiosa azienda di motociclette di Mandello del Lario Moto Guzzi, la quale propone circa 400 opere inerenti alla Rivoluzione francese con alcune rarità pubblicate dal 1789 da diversi illuministi francesi. Sono presenti inoltre sezioni dedicate alle raccolte di DVD e CD musicali.[118] All'interno di Villa Gomes, nel rione di Maggianico, è stata allestita la sede della sezione musicale con opere inerenti alla teoria e alla storia della musica. L'archivio propone principalmente documenti e materiali inerenti ai generi di musica classica, lirica e il jazz grazie al prezioso dono alla città del maestro milanese di fama internazionale Giorgio Gaslini.[119]
Recentemente è stata istituita anche la biblioteca del polo universitario di Lecco all'interno del campus sito in via Previati con un patrimonio di circa 7500 monografie, periodici e tesi discusse fino al 2010.[120]
Nel territorio comunale sono presenti 2 asili infantili[121]; 9 asili nido; 21 scuole dell'infanzia (5 statali e 21 paritarie); 16 scuole primarie (13 statali e 3 paritarie); 8 scuole secondarie di primo grado (5 statali e 3 paritarie); 37 scuole secondarie di secondo grado (16 statali e 21 paritarie) oltre a 6 centri di formazione professionale.[122] I principali istituti statali sono: il Liceo classico e linguistico "A. Manzoni", l'I.I.S. "A. Badoni", l'I.I.S. "G. Bertacchi", l'I.I.S. "P.A. Fiocchi", il Liceo scientifico "G.B. Grassi", l'I.I.S. "G. Parini", e l'I.I.S. "M. Rosso"[123].
A Lecco è presente una sezione[124] del Politecnico di Milano dal 1993, dopo la sperimentazione positiva delle scuole di specializzazione e i corsi di laurea breve introdotte nel 1989. Nel 2013 l'area in cui sorgeva il vecchio ospedale cittadino è stata recuperata e riqualificata per la costruzione del nuovo campus universitario in stile anglosassone. Le strutture, che si sviluppano su una superficie di 30000 m², hanno la particolarità di essere quasi completamente autosufficienti poiché oltre a essere alimentate da pannelli fotovoltaici e solare termico possiedono pompe di calore che sfruttano l'acqua di falda.[125] La palazzina all'interno del campus dedicata all'architetto austriaco Adolf Loos, destinata a uso residenza universitaria, è stata inaugurata nel marzo 2014 e dispone di 200 posti letto destinati agli studenti (compresi quelli Erasmus), ai ricercatori e ai visiting professor. Sempre nella stessa area, oltre agli alloggi per gli studenti e laboratori, dal maggio 2015, sorge anche un edificio del CNR.[126] All'interno del polo sono presenti 7 organismi del Consiglio nazionale delle ricerche tra cui l'istituto di fotonica e nanotecnologie, l'istituto nazionale di ottica e l'istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare.[127]
A Lecco è possibile conseguire i seguenti diplomi di laurea:
Fondati nel 1888 da Carlo Vercelloni, i Musei civici di Lecco sono oggi una serie di strutture riunite in un sistema museale (Sistema Museale Urbano di Lecco, acronimo SiMUL) costituito da cinque istituti:[128]
Fanno parte del sistema anche la sezione separata d'archivio, la biblioteca specializzata e la fototeca.
Sedi principali dei musei lecchesi sono:
Nell'ottobre 2014 la città è stata scelta come location parziale della terza stagione del telefilm Una grande famiglia[129], diretta da Riccardo Donna.
Nel mese di marzo 2017 Lecco e alcune località della provincia sono state scelte come ambientazione della serie tv prodotta da Sky Italia The Comedians interpretata dalla coppia Claudio Bisio e Frank Matano e diretta da Luca Lucini.[130]
Data la straordinaria posizione tra lago e montagna Lecco è da sempre città di grande richiamo per pittori, letterati e scienziati a partire da Leonardo da Vinci che, dopo aver indagato sui segreti geologici e studiato progetti per un canale navigabile verso il Lambro, si dilettò a riprodurre schizzi della conca di Lecco e delle Grigne descrivendole nella raccolta del Codice Atlantico oltre a esserne ispirato nei due celebri dipinti della Vergine delle Rocce rispettivamente conservati presso i musei del Louvre a Parigi e alla National Gallery di Londra.
Una delle correnti architettoniche che più ha contraddistinto Lecco è il Razionalismo italiano sviluppatosi fra gli anni venti e anni trenta del XX secolo, a seguito delle innovazioni ingegneristiche legate ai nuovi materiali (ferro, vetro, cemento). Essa è rappresentata in questo territorio dall'architetto Mario Cereghini il quale è autore della storica sede del Palazzo di giustizia e della chiesa ubicata all'interno degli istituti Airoldi e Muzzi a Germanedo.[131]
Negli anni 2000 alcune zone della città sono state interessate da diverse edizioni di Lecco Street View; un'iniziativa promossa dall'amministrazione comunale e da alcune associazioni del territorio con l'obiettivo di promuovere una forma d'arte spesso sottovalutata riqualificando alcuni angoli della città spesso degradati dando nuova vita a muri grigi e insignificanti con particolare attenzione alle zone periferiche.[132] Il progetto dei murales è stato avviato nel 2011 con la riqualificazione di via Ferriera, durante la quale intervennero 50 writer e street artist leader della scena artistica italiana; fu ripetuto l'anno successivo quando fu scelta la facciata del centro civico di Germanedo rivolta verso l'ospedale mentre nel 2013 i graffiti hanno interessato la parete del sottopasso della stazione ferroviaria durante il quale intervenne l'artista belga ROA, uno dei writer più famosi al mondo.
Nel marzo 2015, la nuova edizione, ha coinvolto l'intervento sulle facciate di una scuola superiore e su altre pareti del centro Informagiovani cittadino[133] mentre nell'estate 2017 l'intervento di street art ha interessato il centro storico riqualificando l'interno del sottopassaggio pedonale che collega il lungolago a piazza XX settembre.
La città di Lecco ha dato i natali ad artisti illustri come Ennio Morlotti, nato a Lecco nel 1910 e morto a Milano nel 1992, e a Romano Trojani, nato a Lecco nel 1926 e scomparso nel 2017. I due artisti hanno dato lustro alla città di Lecco esponendo le loro opere di naturalismo astratto nel bel paese e nel mondo.
A Lecco sono presenti due teatri a uso lirico:
Inoltre nel rione di Castello è presente il cine Teatro Palladium. Dal 2021 il Cinema Aquilone è stato rinnovato tornando a essere cinema di prima visione. Nel rione di Acquate è presente anche SoszioTeatroInvito che propone rassegne teatrali e cinematografiche.
Le prime riprese cinematografiche in città avvennero nell'estate del 1947 con Totò, furono girate alcune scene del film sul Giro d'Italia con Mario Riva, Walter Chiari, Gino Bartali, Fausto Coppi e Fiorenzo Magni.
Nel film di spionaggio LSD-Inferno per pochi dollari, del 1967, per la regia di Massimo Mida, Lecco fa da sfondo per tutta la prima parte.[134]
Negli ultimi anni grazie alla Lecco Film Commission la città ha ricevuto numerose richieste da parte della industria di cinema indiana. Bollywood ma più precisamente Kollywood, seconda industria cinematografica indiana con sede a Kodambakkam, sobborgo di Chennai, con produzioni che si differenziano dalla prima soprattutto per la lingua tamil ha girato fra ottobre 2011 e giugno 2012 ben cinque produzioni cinematografiche.
Dal 30 luglio al 2 agosto 2020 a Lecco si è svolta la prima edizione del Lecco Film Fest con il patrocinio e l'organizzazione di Fondazione Ente dello Spettacolo, un'organizzazione sostenuta dalla Chiesa Italiana per la diffusione e promozione della cultura cinematografica, già curatrice di eventi in tutta Italia. La prima edizione del Festival è stata interamente dedicata alle donne, anticipando in un certo senso le tematiche del 77º Festival di Venezia che si tenne poche settimane dopo. Tra gli ospiti Matilde Gioli, Violante Placido e la madrina dell'edizione d'esordio, Maria Grazia Cucinotta. La manifestazione è stata realizzata con il supporto di Confindustria Lecco e Sondrio, nel progetto di rilanciare il turismo e l'immagine del territorio attraverso il cinema seguendo gli esempi virtuosi di molte regioni italiane con l'obiettivo di creare uno spazio in cui lo sguardo femminile possa essere misura del mondo, un complesso di voci capace di esprimere un immaginario cinematografico contemporaneo, svincolato dagli stereotipi che persistono in molti aspetti della narrazione dominante nonostante i tanti passi avanti compiuti nella società. Il programma della manifestazione, eterogeneo e originale, tra incontri e proiezioni, si è svolto come un racconto collettivo in cui il cinema è punto di partenza e d’arrivo, luogo dell’anima e dello spirito in cui le donne non possono essere relegate a semplici comprimari dei personaggi maschili ma devono essere veri motori delle storie.[141]
Dal 2005, presso il Teatro della Società, viene consegnato il Premio Alessandro Manzoni, divenuto dalla terza edizione Premio letterario internazionale Alessandro Manzoni - Città di Lecco assegnato a opere edite di narrativa, in forma di romanzo, diario o biografia nelle quali sia presente un'evidente prospettiva a carattere storico. La giuria, nominata da Confcommercio, ha premiato negli anni scrittori come Umberto Eco conferendogli un premio alla carriera nel 2008 e Luis Sepúlveda nel 2015 con l'opera Storia di un cane e del bambino a cui insegnò la fedeltà.[142]
I piatti tipici di Lecco sono in gran parte legati all'attività di pesca che, con i pochi pescatori rimasti nel rione di Pescarenico a gettare le reti nel tratto di fiume Adda e dintorni, offrono oltre cento tonnellate di pesci all'anno tra cui agoni, le piccole alborelle, i pregiati lavarelli (talvolta chiamati anche coregoni), persici, cavedani, lucci e tinche. Piatto tipico sono i famosi missoltini, ossia agoni sviscerati subito dopo la pesca, pressati nel sale nelle cosiddette missolte di legno e appesi al sole per circa cinque giorni per poi essere affogati nell'aceto o grigliati e serviti con la polenta.[151]
La polenta è un altro dei piatti tradizionali della cucina lecchese. Spesso accompagna portate a base di selvaggina o le tagliate di formaggio casera, prodotto in due qualità: grasso e semigrasso. Con le sue infinite varianti spiccano la polenta uncia, la taragna, la polenta e usei (piatto però di origine bergamasca), ricotta di polenta, polenta e patate. Un gustoso piatto unico tradizionale è il riso bianco o, talvolta, allo zafferano, con il pesce persico.[152] Altre specialità tipiche sono lo squartone o carpione che è il pesce di lago servito in salsa verde di basilico, aglio e pinoli; gli Scapinasc, ravioli con ripieno di uvetta, amaretti e pane grattato; i cotecotti con fagioli e naturalmente tutti i prodotti della salumeria nostrana come le filzette e i cacciatorini.
Per quanto riguarda la carne, una peculiarità lecchese sono i capponi, che abitualmente vengono cucinati dai lecchesi ripieni con prugne, castagne e uvetta. Sempre più ricercati i piatti a base di ungulati, come capriolo e camoscio. Attivissima a Lecco, e in particolar modo nella vicina Valsassina, la produzione di formaggio vaccino e caprino: di straordinario livello la qualità di taleggio, robiola, quartirolo, ricotta e caprini.
Per quanto concerne i dolci si ricordano la miascia, a base di farina gialla con uvette, miele di produzione locale e frutta secca e i caviadini, biscotti di pasta frolla e zucchero in grani di origini valsassinese. Sulle tavole di Lecco molti piatti e bevande vengono condivisi con la Valtellina: dai pizzoccheri al vino.[153]
Il primo piano urbanistico della città si ebbe intorno al 1450 quando il centro storico era racchiuso in una cinta muraria dall'inusuale forma triangolare avente la base rivolta verso il lago e il vertice a monte dove oggi restano gli unici resti della fortificazione nei pressi della biblioteca civica. In prossimità delle mura esisteva un fossato il cui riempimento era assicurato dalle acque del torrente Gerenzone che proprio in corrispondenza del vertice di Porta Nuova esso si divideva in due rami per poi immettersi nel golfo. Le mura iniziavano nei pressi del molo cittadino dove sorgeva la Porta di Santo Stefano per poi proseguire in direzione est verso l'attuale basilica dove sorgeva il Torrione la cui base circolare di questa torre è ancora visibile poiché su di essa si innalza il celebre campanile simbolo della città. Oltrepassata la torre, le mura seguono il percorso dell'attuale Via Bovara per giungere al vertice di Porta Nuova dove era ubicata, oltre ai due ponti levatoi d'ingresso al borgo, anche la casa del comandante della Piazzaforte. Da qui le mura discendevano con andamento regolare verso le odierne Via Cavour e via Mascari dove sorgeva il terzo ingresso al borgo nonché il principale detto Porta di Milano o Porta di San Giacomo. La torre adiacente che si trova fra il lago e l'antica Piazza Grande è tutto ciò che resta del castello la cui area superava i 1000 m².[157]
Nei secoli successivi le mura subirono poche modifiche fino all'arrivo degli spagnoli quando le torri e il castello caddero in rovina o vennero trasformate in abitazioni. Con l'introduzione dell'artiglieria a fuoco, l'importanza delle fortificazioni persero efficacia e, fra il 1782 e il 1784, tramite il provvedimento di Giuseppe II d'Austria che ne abolì la Piazzaforte, il borgo ottenne la possibilità di demolire le mura e le fortificazioni esistenti. Il processo di allargamento rimase comunque lento nonostante lo sviluppo dei nuclei di Pescarenico a sud e Castello sopra Lecco a est dopo l'arrivo della ferrovia. Nel 1848, per meriti patriottici, il borgo fu proclamato città e, intorno al 1900, si creò un comprensorio di comuni con interscambi quotidiani industriali, commerciali, amministrativi e di servizi usufruendo, ad esempio, dello stesso ospedale, delle scuole di avviamento, dei pompieri, della stazione ferroviaria, degli uffici statali e delle banche. Queste furono le motivazioni che sostennero l'iniziativa di unificare l'amministrazione in un unico comune così da presentare al Ministero dell'interno la richiesta di aggregazione a Lecco di nove comuni e di due frazioni attigue. Nel 1923 un primo provvedimento unì sei comuni (rimasero esclusi Malgrate e Pescate) mentre Maggianico cedette solo una parte del proprio territorio: le due località di Sant'Ambrogio e Belledo. Primo sindaco della grande Lecco fu il Dr. Angelo Tubi eletto nel 1926. Il cammino per l'unificazione si conclude nel 1928 quando, l'intero Comune di Maggianico, comprendente anche i paesi di Barco e Chiuso, verrà unito a Lecco configurando gli attuali confini delineati dal lago e dai monti S. Martino, Resegone e Magnodeno sino alla Rocca dell'Innominato. Nel medesimo anno si inaugurò l'attuale sede municipale alla presenza di Vittorio Emanuele III in visita alla città. I rioni richiamano per lo più appunto agli antichi comuni da cui è sorta e in quattordici parrocchie rette con una Prepositura. Fanno corona ulteriori 22 nuclei secondari: Arlenico, Barco, Bonacina, Bione, Brogno, Cabagaglio, Castione, Cereda, Coltogno, Costa, Falghera, Garabuso, Gera, Malavedo, Malnago, Missirano, Movedo, Vignola, Prato La Valle, Pometo, Varigione e Versasio.[158]
L'aumento considerevole della popolazione e delle industrie ha portato, negli anni settanta, alla pianificazione a livello comunale, affidando la programmazione delle nuove espansioni a strumenti urbanistici (Piano Regolatore Generale). Nel periodo vengono ampliati anche i servizi, con la costruzione del nuovo ospedale e del campus universitario.
Lecco è suddivisa in diversi quartieri (chiamati rioni) che hanno caratteristiche peculiari ben distinte. I rioni storici della città sono 14 (Centro, Castello, Pescarenico, San Giovanni alla Castagna, Rancio, Laorca, Caleotto, Acquate, Olate, Bonacina, Germanedo, Belledo, Maggianico, Chiuso), a cui nel corso del XX secolo si sono aggiunti nuove zone urbanizzate come Colle Santo Stefano. Altra caratteristica di Lecco è la suddivisione interna dei rioni in contrade, ognuna delle quali è generalmente dotata di un proprio stemma e di un proprio colore sociale in uso durante le manifestazioni folcloristiche e sportive che annualmente si svolgono in città.
Sono incluse nel comune anche le località di Caviate e Pradello nella fascia a nord oltre a Falghera, Malnago, Deviscio e Versasio a oriente lungo la strada che porta al piazzale della funivia. Raggiungibile esclusivamente da una mulattiera che porta al Rifugio Stoppani dalla località di Versasio, alle pendici del Pizzo d'Erna, si trova la piccola località di Costa situata a 800 metri s.l.m. e costituita da un piccolo gruppo di case in pietra e una cappella di recente costruzione dedicata alla Madonna del Resegone che commemora i caduti in montagna.
Nel territorio comunale è inclusa la località di Piani d'Erna e parte di Piani dei Resinelli.
«(...) Di Lecco il malleo domator del bronzo tuona dagli antri ardenti; stupefatto perde le reti il pescatore, ed ode.»
La storia economica di Lecco ha attraversato tre fasi ben distinte: quella serica, quella siderurgica e quella edilizia. Oggi, invece, sviluppate sono l'attività commerciale e l'industria, in particolare metalmeccanica, siderurgica ed elettrotecnica. Lo sviluppo altomedievale della città spiega la particolare forma urbana, costituita da una serie di quartieri poco distanti specializzati originariamente in settori completamente differenti l'uno dall'altro. I quartieri addetti alla produzione serica con filatoi e filande posti lungo la valle del Gerenzone accolsero numerose industrie del ferro, i quartieri agricoli ai piedi del Resegone, il quartiere dei pescatori (Pescarenico), il quartiere militare (Castello) e il Borgo, luogo del mercato e degli scambi sulla riva del lago.
Delle antiche e gloriose fabbriche seriche non ne sopravvive neanche una, delle acciaierie sopravvive solo l'Arlenico (di proprietà del gruppo Lucchini Piombino spa)[173]; delle altre attività industriali sono sopravvissute alla fine della Seconda Fase poche fabbriche d'eccellenza, testimoni dell'antica identità industriale della città, non completamente sepolta ma ancora all'avanguardia in alcuni settori:
Una delle più prestigiose industrie lecchesi è stata, dal 1938 al 1992, la Sae (Società anonima elettrificazione); un'azienda leader mondiale nella realizzazione di linee di trasporto ad alta tensione. Fra i lavori attuati durante la sua storia il più celebre fu la costruzione dell'attraversamento a 220 kV dello Stretto di Messina con campata unica da 3,65 km e i due tralicci alti 225 metri in Calabria e Sicilia; impresa che nel 1957 le valse il premio nazionale Aniai per la miglior realizzazione di ingegneria industriale italiana.[176]
In ordine di tempo l'ultima grande industria a chiudere nel 1993 è stata la Antonio Badoni Lecco, leader in Italia nelle costruzioni di locomotive da manovra, di carpenterie metalliche e veicoli speciali per il trasporto.[177]
A oggi risultano sul territorio circa 1 300 attività industriali con oltre 9 000 addetti pari a quasi il 40% della forza lavoro occupata. Risultano occupati complessivamente più di 24 000 individui, pari al 51,57% del numero complessivo di abitanti del comune.
Lecco è rinomata anche per la lavorazione artigianale del vimini finalizzata alla produzione di ceste e canestri.[178]
Per quanto riguarda lo scambio economico e commerciale l'Unione europea resta il principale mercato di sbocco del Made in Lecco nel 2017 con il 68,2% di esportazioni così come nei mercati di approvvigionamento (84,4% del totale inclusi i paesi non UE). Lecco e la sua provincia hanno incrementato le esportazioni (+6,8%) e le importazioni (+12,9%) rispetto all'anno precedente pertanto, il saldo della bilancia commerciale lecchese registra un lieve calo attestandosi a -2,1%.
La Germania risulta il primo paese sia per l'import che per l'export, seguono la Francia (2º mercato di sbocco e 3º per approvvigionamento) e la Spagna (5º mercato di sbocco e 2º di approvvigionamento). La somma degli attivi commerciali con Germania, Francia e Stati Uniti, Regno Unito e Spagna rappresenta oltre la metà dell'intero avanzo commerciale lecchese.
Il materiale prevalentemente esportato è provenuto principalmente dal settore metalmeccanico (metalli: 39,4%; macchinari: 14,3% del totale) seguito da quello chimico (9.7% del totale), quello del legname e della carta (7,2%) e, infine quello alimentare (6,5% del totale) in calo rispetto all'anno precedente.[179]
La città ha ottenuto nel 2013 il titolo Città alpina dell'anno[180] mentre nel 2017 è stata eletta come città più romantica della zona dei laghi del nord Italia alle spalle di Bergamo e prima di Varenna nella prestigiosa classifica stilata dal noto portale turistico americano CNN Travel.[181]
Nonostante il pessimo risultato ottenuto nell'ultimo rapporto annuale curato dal Sole 24 Ore nel novembre 2012 sull'appeal turistico fra i 107 comuni capoluogo, dove la città si è piazzata solo 90ª, l'economia locale, superati gli splendori dell'epoca industriale, si concentra sulla promozione turistica dei luoghi decantati dal romanzo di Alessandro Manzoni, dal suo lago e le vicine montagne. Sono proprio i borghi divenuti celebri con I promessi sposi a registrare il maggior numero di turisti in città tra cui Pescarenico, racchiusa tuttora intorno a Piazza Era negli stretti vicoli in riva all'Adda. La stagione di maggior afflusso turistico è il periodo fra marzo e ottobre ma grazie agli svariati appuntamenti tematici il territorio riceve presenze durante tutto l'arco dell'anno in particolar modo da Germania e Paesi Bassi.
Il recente trasferimento della nuova sede dell'ufficio informazioni e accoglienza turistica all'interno della prestigiosa location del Palazzo delle Paure nel cuore della città rappresenta la prima significativa tappa di un progetto più ampio che intende creare un luogo nevralgico in cui si associano l'ambito culturale e museale, nonché l'ambito turistico informativo e promozionale. A questo importante traguardo si è giunti attraverso la sottoscrizione nel 2013 di una Convenzione per il progetto Luoghi e vie della fede tra Regione Lombardia, Provincia, Comune di Lecco, Camera di Commercio di Lecco, Comunità Montana Lario Orientale Valle San Martino e altri soggetti (Parrocchie, Comuni e Fondazione della provincia di Lecco), nell'intento condiviso di ampliare la fruibilità del Palazzo delle Paure e di valorizzare l'importanza strategica dell'ufficio IAT, biglietto da visita per turisti e visitatori italiani e stranieri.
La posizione strategica situata sulle rive del lago aggiunge nell'ampia offerta turistica un campeggio a Rivabella e un lido attrezzato in località Pradello nel quale è possibile noleggiare pedalò, canoe e imbarcazioni senza patente. Al di là del centro storico, dell'itinerario manzoniano e dei musei che la città offre ci sono altre piccole perle poco note ma molto suggestive come il piccolo cimitero di Laorca che si trova arroccato ai piedi del Corno Medale dove, fra gli speroni rocciosi, si aprono grotte e anfratti creando una sorta di anfiteatro naturale che ospita il cimitero con diverse cappelle private di fine Ottocento e primi Novecento, l'antica chiesa cimiteriale di San Giovanni ai morti e le cappelle della Via Crucis. L'insieme può definirsi un Sacromonte oggetto di forte devozione nel corso dei secoli e dai terrazzamenti si gode un panorama della città di Lecco e del lago. Difeso dagli abitanti del quartiere attende di essere valorizzato.
Pur non trovandosi in prossimità di alcuna autostrada Lecco è un crocevia strategico per i collegamenti stradali con i capoluoghi di provincia confinanti. La principale arteria stradale della città è la strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga che attraversa l'abitato mediante un viadotto a doppia carreggiata per senso di marcia e una lunga galleria di circa 4 800 metri divisa in due canne separate e sovrapposte denominata San Martino collegando il capoluogo lombardo con la Valtellina e la Valchiavenna. Fu aperta al traffico veicolare il 25 ottobre 1999, dopo circa vent'anni di lavori.[182]
Nel 2006 fu aperto il raccordo Lecco-Valsassina; 11,7 km, sviluppato quasi interamente in galleria, che collega il capoluogo con la vicina località di Ballabio mentre sono in corso i lavori di variante in galleria alla strada statale 639 dei Laghi di Pusiano e di Garlate per snellire i collegamenti con Bergamo e la Valle San Martino.
La città è attraversata da tre ponti a scavalco del fiume Adda:
Sono due le stazioni ferroviarie in città:
Tali gli impianti sono serviti da treni regionali svolti da Trenord nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Lombardia. Dal 2009, in concomitanza con il raddoppio ferroviario tra le stazioni di Carnate e Airuno, tale direttrice è servita dalla relazione S8 del Servizio ferroviario suburbano di Milano, mentre la linea Milano-Lecco via Molteno è servita dalla relazione S7; entrambi i servizi osservano capolinea a Lecco.
La navigazione lacustre è attiva fin dal 1826 con l'avvio dei servizi passeggeri tramite il varo del primo piroscafo a vapore collegando la città con le località rivierasche situate verso nord arrivando a trasportare nella prima metà del Novecento un significativo trasporto di passeggeri. Tuttavia l'offerta negli ultimi anni è drasticamente calata e i servizi tra la città e i paesi della sponda orientale del lago subirono cambiamenti che videro ormai l'utilizzo di un solo imbarcadero nei pressi di Piazza M. Cermenati con corse limitate al solo periodo estivo assumendo un'utilità prettamente a livello turistico collegandola con Bellagio o per minicrociere serali con cena e ballo a bordo.[183][184] (vedi Lago di Como).
Nel golfo di Lecco è presente una postazione di servizio taxiboat che effettua escursioni di circa 40 minuti fra il tratto antistante il centro cittadino e il lago di Garlate attraversando il tratto di fiume Adda che li divide.[185]
Dalla località di Versasio è in funzione una funivia che la collega ai Piani d'Erna. Realizzata dalla Antonio Badoni nel 1965, fu completamente restaurata nel 2008 e, dalla sua stazione sommitale posta a quota 1 300 metri s.l.m., si gode del panorama su Lecco.[186] Dalle due stazioni partono inoltre diversi sentieri e ferrate verso i rifugi del Resegone. La lunghezza dei cavi raggiunge i 1695 metri superando in 5 minuti un dislivello di 725 metri.[187]
Dal 1927 al 1953 fu in esercizio una linea tranviaria urbana che attraversava la città da nord a sud passando per il centro e per la stazione ferroviaria. Il servizio era affidato alla "Società Tramvie Elettriche Comensi Alessandro Volta - STECAV" ed era collegata alla tranvia Como-Erba-Lecco (1928-1955) che entrava in città dal ponte Azzone Visconti. La rete tranviaria venne definitivamente sostituita da servizi di autobus nel 1953.
La rete dei trasporti pubblici urbani è dotata di nove linee di autobus[188] gestite da LineeLecco S.p.A. facente parte del consorzio Lecco Trasporti.
La rete dei trasporti interurbani era gestita principalmente da SAL Lecco[189], società confluita poi in SAB Bergamo, confluita poi dal 31 dicembre 2020 nella società Arriva. I collegamenti con Como sono invece gestiti da ASF Autolinee mentre i collegamenti interregionali diretti sono amministrati da Flixbus.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
20 giugno 1993 | 11 maggio 1997 | Giuseppe Pogliani | Lega Nord | Sindaco | [190] |
11 maggio 1997 | 30 maggio 2006 | Lorenzo Bodega | Lega Nord | Sindaco | [191][192] |
30 maggio 2006 | 28 ottobre 2009 | Antonella Faggi | Lega Nord | Sindaco | [193] |
28 ottobre 2009 | 28 marzo 2010 | Sante Frantellizzi | Commissario prefettizio | ||
28 marzo 2010 | 6 ottobre 2020 | Virginio Brivio | Partito Democratico | Sindaco | [194][195] |
6 ottobre 2020 | in carica | Mauro Gattinoni | Indipendente | Sindaco | [196] |
Il primo Consiglio comunale fu eletto nel 1822.[197]
Nel 2011 il Consiglio comunale ha introdotto l'insediamento di cinque nuovi organismi denominati Coordinamenti territoriali per la partecipazione formati e gestiti dagli stessi consiglieri in sostituzione dei precedenti Consigli di zona a causa di tagli finanziari agli enti locali.[198]
Lecco è gemellata con[201]:
Lecco ha accordi di cooperazione con le seguenti città:
Lo sport nella città di Lecco è da sempre legato alle peculiarità del suo territorio: la montagna e il lago.
Grazie alla posizione che pone la città sulla sponda del lago sono numerose le attività sportive legate all'acqua tra cui vela, canottaggio, wakeboard, wakesurf e wakeskate.
Dal 1956 Lecco è stata sede di tappa in varie edizioni del Giro d'Italia:
Dal 2011 la città è stata inoltre sede di arrivo di tre edizioni consecutive del Giro di Lombardia conosciuta anche come "classica delle foglie morte".
Ha fatto parte anche di tre edizioni del Giro di Lombardia:
L'impianto sportivo principale della città, essendo il campo da gioco ufficiale della squadra calcistica Calcio Lecco 1912, è lo Stadio Rigamonti-Ceppi che si trova, dal 1922, in via Don Pozzi nel rione di Castello. La struttura, intitolata al giocatore del Grande Torino, Mario Rigamonti, e al Presidentissimo Mario Ceppi, ha una capienza di circa 5000 persone; al suo interno vi si trova anche la sede della società.
Gli altri impianti sul territorio sono il Centro Polisportivo comunale "Bione"[210] e il palazzetto del "Palataurus".
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