alterazione dello stato fisiologico e psicologico dell'organismo Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
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Citazioni sulla malattia e sui malati.
A dire il vero, non è la morte, è la malattia quello che temo, l'immensa umiliazione legata al fatto di languire nei paraggi della morte. (Emil Cioran)
Amavo molto i malati ed avrei valicato monti e valli, se mi avessero lasciato fare, per visitare un malato, non per curarlo, ma per amarlo. (Marta Robin)
Bisogna allontanare con ogni mezzo e sradicare col ferro e col fuoco e con vari espedienti, dal corpo la malattia. (Pitagora)
Chi non sa prendere sul serio la patologia, non sarà capace di prendere sul serio neppure la vita. (The Kingdom - Il regno)
Chi non sente il suo male è tanto più malato. (Pierre Corneille)
Ci sono poi, oltre alle malattie vere, quelle immaginarie, e per esse i dottori hanno inventato immaginari rimedi. Tutti conoscono i nomi di codeste malattie e le medicine necessarie; e le nostre iahù di sesso femminile sono quasi sempre afflitte da simil genere di mali. (Jonathan Swift)
Come il medico è un coltivatore, il malato dovrebbe esserlo anche lui. Sapere cosa distruggere e cosa coltivare. (Peccato)
Con questo vediamo come, in effetti, i nostri errori […] diventano cause di malattia se appunto non ci limitiamo a un'incarnazione, ma consideriamo l'effetto di un'incarnazione su quella seguente; vediamo anche come gli influssi luciferici diventano cause di malattia allo stesso modo. In effetti, possiamo dire che non commettiamo impunemente i nostri errori. Portiamo in noi il marchio dei nostri errori nella nostra successiva incarnazione, e lo facciamo movendo da una ragione superiore a quella della nostra vita ordinaria, da quella ragione che durante il periodo tra morte e nuova nascita ci guida a renderci tanto forti da non essere più esposti in avvenire alle stesse seduzioni. Così le malattie si pongono perfino come possenti educatrici nella nostra vita. (Rudolf Steiner)
Dobbiamo sempre ritenere che la malattia sia curabile sin quando la natura non prova il contrario. (Peter Mere Latham)
Essere malati in un certo senso vuol dire essere speciali, ma solo se c'è qualcuno che quella specialità decide di amarla così com'è. Altrimenti essere speciale è solo un modo gentile per dire che sei solo. (Michela Murgia)
Essere molto malati ed essere morti sono condizioni molto simili agli occhi della società. (Charles Bukowski)
I sani sono dei malati che si ignorano. (Jules Romains)
Il malato deve essere curato, amato, vezzeggiato, rispettato, accarezzato, coccolato. (Il malato immaginario)
Il malato è un veggente, nessuno possiede un'immagine del mondo più chiara della sua. (Thomas Bernhard)
Il male è già mezzo guarito quando se n'è scoperta la causa. (Francesco di Sales)
Il medico non ha il senso delle proporzioni. La diagnosi, la prognosi, la terapia sono tutto il suo mondo. Eppure per l'uomo sano la malattia è solo una disgrazia, una parentesi, un incidente. Per l'avvocato è l'occasione per una causa di risarcimento. Per il filosofo è una riflessione sulla caducità delle cose umane. Per il sacerdote è un invito a rivolgersi alla misericordia divina. E tutti hanno ragione. Pare impossibile, ma tutti hanno ragione. (Rosario Magrì)
Il tabù morte ha già steso i suoi tentacoli alla malattia ed anche si sospetti di malattia, ed è rafforzato dal silenzio sulle realtà eterne. (Maurizio di Gesù Bambino)
Imparò a conoscere per la prima volta in vita sua la malattia, la benefica coercizione delle sue mani delicate, la sensazione meravigliosamente ingannevole di potersi alzare, ma di non volersi sollevare dal letto, la capacità di stare disteso e allo stesso tempo di librarsi, la forza che viene dall'abbandono come la grazia dalla sventura, e il muto dialogo con il cielo, che vasto e grigio empiva la finestra della stanza situata in alto, unico ospite dal mondo esterno. (Joseph Roth)
Io mantengo verso i medici una benevola diffidenza, perché a furia di studiare le malattie finiscono per considerare la salute anch'essa come una malattia. (Alfredo Panzini)
L'amore d'oggi è una malattia che entra nel sangue con il contatto; il resto è letteratura romantica del passato, è chiacchiera, è retorica; può essere tutt'al più contorno, ma non è il nocciolo. (Mario Mariani)
La guarigione tende all'unità e alla completezza. L'uomo è sano una volta che ha trovato il suo vero Sé ed è diventato una cosa sola con tutto quello che è. [...] La malattia costringe l'uomo a non abbandonare la via che porta all'unità, per questo la malattia è una via che conduce alla perfezione. (Malattia e destino)
La malattia è un linguaggio comunicativo, non un ammasso anarchico di cellule impazzite. Succede che il nostro corpo non sia soddisfatto della vita che fa e si lamenta, tenti di opporsi, critica il cervello per le sue scelte. (Paolo Crepet)
La malattia mentale allora esprime contemporaneamente un movimento di rottura (autonomo e inconsapevole) con le forme di vista istituzionalizzate e lo stacco che il movimento stesso subisce. (Silvia Montefoschi)
«La malattia presenta innumerevoli aspetti squallidi, molti dei quali tu conosci anche troppo bene, mio caro», disse a Jack mentre erano insieme nella cabina del commodoro, «e tra questi, in un certo senso il peggiore è il totale egoismo del malato. È vero che un organismo impegnato a sopravvivere deve necessariamente concentrari su sé stesso, ma la mente che abita quell'organismo è talmente incline a indulgere anche quando la necessità non sussiste...» (Patrick O'Brian)
La malattia può agire «da filtro, da cribro», mettere l'uomo dinanzi alla verità, e quindi concentrare l'attenzione, dar maggiore acume allo spirito. Esser messi a faccia a faccia con la morte è ben diverso dal saper vagamente che un giorno si dovrà morire. (Mario Praz)
La malattia si è un impaccio del corpo, ma non della disposizione dell'animo, solo che esso non voglia. (Epitteto)
La realtà domestica è come la monade leibniziana, senza porte e senza finestre, chiusa in sé stessa e impenetrabile, impermeabile alla solidarietà del vicinato. In essa sovente non c'è spazio, né tempo, né cultura, né cura per malattie che non siano di breve durata e per malati che non siano autosufficienti, autocoscienti, o che siano morenti. Emarginato e inesaudito in ospedale, chi muore non è meno solo e incompreso in famiglia, nella realtà spesso ostile di oggi. (Giorgio Cosmacini)
La salute può essere un bene. La malattia a volte può essere addirittura meglio. Le malattie sono domande, sono anche dei compiti, perfino onorificenze. Tutto dipende da come uno se le appunta. (Ernst Jünger)
La società inizia pian piano a capire i problemi e, nel caso delle malattie, i malati si sentono meno soli. (Ron)
La verità è che la cosiddetta malattia è una crisi tossiemica e, una volta che le tossine sono state eliminate al di sotto del punto di tolleranza, la malattia automaticamente passa ripristinando la salute. Ma la malattia non va curata, in quanto le cause (le abitudini che hanno portato all'indebolimento) restano, le tossine continuano ad accumularsi, e nel corso del tempo si manifesterà un'altra crisi. Senza scoprire e rimuovere la causa che provoca la tossiemia, le crisi si ripeteranno fino a che i disordini funzionali faranno strada alla malattia organica. (John Henry Tilden)
Le malattie sono più intelligenti di noi, trovano la risposta dei nostri problemi prima della ragione. (Gina Lagorio)
MALATO. Per tirar su un malato, ridere della sua malattia e negare le sue sofferenze. (Gustave Flaubert)
Malattia e solitudine sono affini. Alla minima malattia, l'uomo si sente ancora più solo di prima. (Otto Weininger)
Malattia non è altro che non riconoscere, non trovare le strade della propria guarigione! (Peter Altenberg)
Malattie e sofferenze sono il risultato di un uso sbagliato di energia creativa. Tuttavia sono parte della forza creativa. Non derivano da una fonte diversa da quella di, diciamo, salute e vitalità. La sofferenza non è una cosa buona per l'anima a meno che non vi insegni come riuscire a non soffrire. Questo è il suo scopo. (Jane Roberts)
Nella malattia il dolore fine a se stesso non va mai accettato e va contrastato con qualsiasi mezzo. La malattia deve aumentare e non diminuire il rispetto per la libertà, l'autodeterminazione e la personalità dell'individuo. (Umberto Veronesi)
Non dobbiamo vergognarci della nostra malattia. Non è qualcosa da tenere nascosta. È, come dire, quella parte della nostra carta d'identità che ci fa rassomigliare di più A Gesù Cristo. È una tessera di riconoscimento incredibile, straordinaria. (Antonio Bello)
Non era triste che la maggior parte delle persone si dovesse ammalare per rendersi conto che è bello vivere? (Jostein Gaarder)
Non fuggire i malati di malattie ripugnanti perché anche tu sei rivestito di carne. (Isacco di Ninive)
Ogni essere vivente, avendo la propria costituzione particolare, porta in sé la propria malattia, nuova e sconosciuta alla medicina e spesso molto complessa. Essa non deriva esclusivamente né dai polmoni, né dal fegato, né dal cuore: non è menzionata in alcun libro di scienza; è semplicemente il risultato di combinazioni che provoca l'alterazione di uno di questi organi. I medici, che passan la vita a curare gl'infermi, vi consacrano gli anni migliori e son pagati per questo, non possono ammettere questa opinione. (Lev Tolstoj)
Ovunque in una malattia subentri dolore, vi è una potenza luciferica che ha causato quella malattia. (Rudolf Steiner)
Per me la malattia è soprattutto un periodo di eccezione che ci colloca al margine del mondo caotico e produttivo, un momento in cui possiamo fare una pausa per osservare e riflettere. (Guadalupe Nettel)
Quando entra un accidente nella vita, nel mio caso la malattia, ma lo stesso vale per un lutto, un inciampo casuale, la linea del tempo si frattura. E la gestione del futuro dipende anche da fattori esterni. La convivenza con l'imprevisto squaderna il passato e il futuro, o meglio l'idea di futuro che avevamo prima. La persona cui viene diagnosticata una malattia lo pensa in ogni singola attesa nelle anticamere dei reparti ospedalieri, quando si siede nella farmacia territoriale in attesa delle medicine, quando i giorni della settimana assumono un calendario intimo, privato. E i nomi dei giorni cambiano. Oggi non è domenica, è il giorno che segue alla terapia, forse avrò effetti collaterali che non mi faranno alzare dal letto. [«Ti fa rabbia?»] Tanta, non come il primo giorno, però sì. Ma mi ha fatto fare i conti con la nostra hybris. Non siamo invincibili. Viviamo in corpi finiti. In corpi talvolta ostili. (Francesca Mannocchi)
Piacemi l'esser sincero. Molte infermità si curano spontaneamente, cioè senza medicatura meglio da se medesime si dileguano, dopo un certo determinato tempo, e molte sono di lor natura incurabili, e rendono infelice e vano qualunque esperimento. (Antonio Cocchi)
Quando la malattia entra in una casa non si impossessa soltanto di un corpo, ma tesse tra i cuori un'oscura rete che seppellisce la speranza. (Muriel Barbery)
Quando la vita biografica sia impedita da una malattia tormentosa, inguaribile e ingravescente (come nel caso di Welby) o da un'irreversibile perdita di coscienza (come nel caso di Eluana), la vita biologica può essere interrotta da una pietas che è il rispetto dell'altrui identità ed è l'unica manifestazione autentica della «proprietà riflessiva» dell'amore che lega chi vive a chi muore. (Giorgio Cosmacini)
Ristrettezze: Malattia che coglie chi si espone alla prosperità di un amico. (Ambrose Bierce)
Se si esamina la natura delle malattie, si vedrà che esse traggono origine dalle passioni e dalle pene dello spirito. L'età dell'oro, che ne era immune, era immune da malattie. (François de La Rochefoucauld)
Se so che ho una cosa grave e so che esiste, non mi preoccupo, me ne occupo. (Marco Pannella)
Sempre più mi divenne evidente che per le persone colpite Dio destina i giorni di malattia a diventare giorni di raccoglimento interiore. (Adrienne von Speyr)
Una malattia ne vale un'altra: i nomi fanno più paura della malattia. E le cure qualche volta sono peggio dei mali. (Enrico Pea)
Una malattia non conta nulla, quando non si hanno ragioni per desiderare di guarirne. (Shôhei Ôoka)
Una malattia ti toglie tutto, annulla quello che hai fatto prima, diventa complicato ricordarsi quel che c'è stato prima. (Victoria Cabello)
Il malato è un veggente, nessuno possiede un'immagine del mondo più chiara della sua.
Non c'è ipocrisia più diffusa di quella del sano nei confronti del malato. I sani, in fondo, non vogliono avere più niente a che fare con i malati e non sono affatto contenti che i malati, sto parlando dei veri malati, e cioè dei malati gravi, esigano tutt'a un tratto di ritornare in buona salute, o almeno di normalizzarsi o almeno di migliorare le loro condizioni di salute. Il sano, se è una persona sincera, ammetterà che non vuole avere più niente a che fare con il malato, non vuole che nessuno gli rammenti la malattia e, attraverso la malattia, logicamente e forzatamente la morte.
Si tratta di capire se di malattie reali in generale ne esistano, se tutte le malattie non siano malattie inventate, essendo la malattia un'invenzione per sua stessa natura.