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scrittore norvegese Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Jostein Gaarder (1952 – vivente), scrittore norvegese.
Cara Camilla,
non ci vediamo ormai da quella lontana settimana di ottobre... Che magnifico regalo aver potuto trascorrere con te le vacanze autunnali! Non avrai dimenticato i granchi pescati giù nella caletta, spero... E certo ricordi il grande telescopio che volevi provare ogni sera – tranne quella notte di nuvole, quando restammo in cucina a preparare le frittelle –, magari persino lo rimpiangi!
Forse ricorderai anche che promisi di scriverti una storia. Bene, eccola qui!
Sofia Amundsen stava tornando da scuola. Aveva percorso il primo tratto di strada insieme a Jorunn e avevano parlato di robot. Secondo Jorunn, il cervello degli esseri umani era paragonabile a un computer assai sofisticato: Sofia però non era molto d'accordo. Un uomo doveva essere qualcosa di più di una semplice macchina.
«Il cielo si è riempito di stelle», disse Hilde.
«Sì, adesso la notte estiva ha raggiunto il momento di maggiore oscurità.»
«Mentre d'inverno la notte scintilla. Ti ricordi quella prima della tua partenza per il Libano? Era il primo giorno dell'anno.»
«Fu in quel momento che decisi di scriverti un libro di filosofia. Ero stato in una grande libreria di Kristiansand, perfino nella biblioteca, ma non avevo trovato niente che fosse adatto ai giovani.»
«È come se fossimo seduti sulla punta dei peli sottili che formano la pelliccia del coniglio bianco.»
«Chissà se c'è qualcuno nella notte degli anni-luce?»
«La barca a remi sta andando alla deriva!»
«Sì, è vero...»
«Non capisco... Ho controllato che fosse ben ormeggiata prima che tu arrivassi.»
«Davvero?»
«Mi fa venire in mente quando Sofia prese in prestito la barca di Alberto. Ti ricordi che andò alla deriva sul laghetto?»
«Stai a vedere che è stata ancora lei.»
«Scherza, scherza pure, ma per tutta la sera ho sentito che c'era qualcosa.»
«Uno di noi due deve buttarsi in acqua.»
«Facciamolo tutti e due, papà.»
Cominciava a scendere la sera. Nelle strade brulicanti di gente risplendevano le luci natalizie e tra i lampioni danzavano grossi fiocchi di neve.
La sera tardi, quando Joakim entrò in camera sua, si fermò davanti alla finestra per un bel po', a fissare la notte natalizia. La neve aveva formato un manto spesso e adesso le stelle brillavano nitide nel cielo terso.
D'improvviso scorse alcune sagome sfrecciare lungo la strada. Non gli fu facile seguirle con lo sguardo, perché erano illuminate soltanto dalla fioca luce dei lampioni; e poi, l'apparizione era durata appena qualche secondo.
Joakim credeva di aver riconosciuto l'angelo Ezraele e tutti i compagni che si erano uniti a Elisabet nel pellegrinaggio a Betlemme.
Quella notte l'avevano riaccompagnata a casa.
Sei anni fa ammiravo le rovine dell'antico tempio di Poseidone, sul capo Sounion, con l'Egeo che si stendeva ai miei piedi. Un secolo e mezzo prima, Hans il Panettiere era approdato alla strana isola nell'azzurro dell'Atlantico. E sono trascorsi esattamente duecento anni da quando Frode, in rotta verso la Spagna, fece naufragio con il brigantino carico d'argento.
Devo risalire così indietro nel tempo per capire che cosa spinse la mamma a involarsi verso Atene...
Penserei volentieri ad altro. Ma so che devo tentare di scrivere ogni cosa finché rimane ancora in me una traccia del bambino che ero.
Seduto davanti alla finestra del suo soggiorno a Hisøy, guardo gli alberi del giardino e le foglie che cadono, ondeggiano nell'aria per adagiarsi poi sulle strade, simili a una soffice coltre. Una bambina avanza, pestando le castagne che schizzano da tutti i lati e vanno a frantumarsi sugli steccati dei giardini.
Non c'è più una relazione tra le cose.
Quando ripenso alle carte del solitario di Frode, mi pare che la natura sia andata in rovina.
PICCHE
ASSO DI PICCHE
... pedalando per la stradina fra i boschi, arrivò un soldato tedesco...
Il grande viaggio verso la Terra dei Filosofi partì da Arendal, un'antica cittadina sulla costa sud della Norvegia. A Kristiansand c'imbarcammo sul traghetto Bolero, che ci scaricò a Hirtshals, in Danimarca. Sul viaggio in questo Paese, e poi attraverso la Germania, non ho molto da raccontare. A parte Legoland e l'immenso porto di Amburgo, non avevamo visto altro che autostrade e fattorie. Soltanto arrivando alle Alpi qualcosa cominciò a muoversi.
Mio padre morì undici anni fa. Quando se ne andò, io avevo solo quattro anni. Non credevo che avrei più avuto sue notizie, ma adesso stiamo scrivendo un libro insieme.
Queste sono le primissime righe di quel libro, e le sto scrivendo io, ma a poco a poco sarà lui a parlare. È lui che ha una storia da raccontare.
Non sono sicuro di ricordarmelo bene. Probabilmente mi sembra soltanto di ricordarlo perché ho guardato tante volte le sue foto.
Solo una cosa sono convinto di ricordare veramente, ed è ciò che accadde una sera mentre guardavamo insieme le stelle dal terrazzo.
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