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film del 2003 diretto da Peter Jackson Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re (The Lord of the Rings: The Return of the King) è un film colossal del 2003 co-sceneggiato, diretto e co-prodotto da Peter Jackson.
Basato sull'omonima terza e ultima parte del romanzo di J. R. R. Tolkien, è il sequel de Il Signore degli Anelli - La Compagnia dell'Anello (2001) e Il Signore degli Anelli - Le due torri (2002), ed è il terzo lungometraggio che conclude la trilogia de Il Signore degli Anelli.
Il film ha ottenuto un grande successo di critica e incassi, aggiudicandosi anche numerosi riconoscimenti, tra cui undici premi Oscar su altrettante candidature,[4] diventando il film più premiato di sempre, insieme a Ben-Hur e Titanic, e il primo film di genere fantasy ad aver vinto l'Oscar al miglior film. Con questo capitolo, inoltre, la saga risulta la più vittoriosa della storia, con diciassette statuette vinte.[5]
Due hobbit, Sméagol e Déagol, stanno pescando. All'amo di Déagol abbocca un pesce molto grande che trascina l'hobbit in acqua. Il pesce riesce a scappare, ma l'hobbit è attratto da un bagliore sul fondo, che si rivela essere l'Unico Anello. Quando Déagol torna a riva con l'Anello, Sméagol lo vede, ne desidera fortemente il possesso e glielo chiede come regalo di compleanno, ma Déagol si rifiuta. Nasce così uno scontro che sfocia nella morte di Déagol. Divenuto il Portatore dell'Anello, Sméagol è lentamente consumato e trasformato dal potere oscuro dell'oggetto e, rintanatosi a vivere nelle profondità della terra, diviene in seguito Gollum.
Nel presente, Gandalf, Théoden, Éomer, Aragorn, Gimli e Legolas si recano a Isengard e incontrano Merry e Pipino, i quali narrano loro il trionfo di Barbalbero e degli Ent su Saruman che, ormai a corto di poteri, è rinchiuso nella torre di Orthanc. Subito dopo Pipino trova il Palantír e lo prende, ma Gandalf glielo toglie di mano. Il gruppo torna a Edoras; Pipino, mentre tutti dormono, prende in mano il Palantír, attirando così su di sé l'occhio di Sauron. Fermato in extremis, riferisce a Gandalf quanto ha visto: l'albero bianco di Gondor; lo Stregone Bianco e Pipino, così, partono per Minas Tirith, dove Gandalf cerca di convincere il sovrintendente, Denethor, a prepararsi all'attacco di Sauron, ma questi, sconvolto dalla morte del figlio Boromir, ha perso il lume della ragione. Nel frattempo, Frodo, Sam e Gollum arrivano a Minas Morgul, dove vedono uscire un grande esercito comandato dal Re stregone di Angmar. Mentre salgono le ripide scale di roccia che portano a Cirith Ungol, Gollum fa credere a Frodo, sconvolto dalla fatica e debilitato dall'Anello, che Sam voglia impadronirsi del potente oggetto; Frodo, quindi, dice a Sam di andarsene. Nel frattempo, Aragorn convince re Théoden ad accorrere in aiuto di Gondor; viene, quindi, radunato un esercito di 6000 Rohirrim. Su suggerimento di Elrond, Aragorn, con Gimli e Legolas, attraversa i Sentieri dei Morti, infestati da un antico popolo che avrebbe dovuto aiutare Isildur e che, non avendo mantenuto la promessa, potrà trovare pace solo dopo aver aiutato il suo erede, Aragorn.
Faramir, figlio di Denethor, posto a difesa di Osgiliath, subisce un violento attacco da parte degli orchi comandati da Gothmog e dai Nazgûl, che lo costringono a ritirarsi assieme ai suoi pochi uomini. Tornato a Minas Tirith, il capitano di Gondor è incolpato da suo padre Denethor della perdita di Osgiliath, ed è obbligato a un folle contrattacco per poterla riconquistare. Faramir riesce a salvarsi, ma è gravemente ferito e Denethor, ormai impazzito di dolore, quando vede l'esercito di Sauron in arrivo, decide di suicidarsi insieme al figlio e ordina ai servi di preparare un rogo. Frodo, nel frattempo, entra a Cirith Ungol dove, tradito da Gollum, è assalito da Shelob, un immenso ragno discendente da Ungoliant. Sam, accortosi del tradimento di Gollum, torna indietro ad aiutare l'amico, sconfiggendo Shelob, ma è costretto a prendere l'Anello da Frodo, apparentemente morto. La difesa di Minas Tirith è organizzata da Gandalf, ma la superiorità numerica degli orchi è schiacciante e il cancello della città viene abbattuto. Gandalf, avvertito da Pipino, raggiunge Faramir sulla sommità della cittadella, per salvarlo dalla pazzia di Denethor. Lo stregone riesce a salvare Faramir ma, a seguito della colluttazione, Denethor prende fuoco e si getta dalla rupe che sovrasta la città. Gli orchi, intanto, avanzano all'interno di Minas Tirith, ma all'alba giungono sul campo i cavalieri di Rohan che, con una carica travolgente, sbaragliano le file del nemico. A questo punto, però, arrivano gli enormi olifanti, che creano disordine e scompiglio tra i difensori.
L'arrivo di Aragorn, Legolas, Gimli e l'esercito dei morti, conclude la battaglia a favore di Gondor e Rohan. Théoden, però, resta gravemente ferito nello scontro con il Re stregone che Éowyn, prima della morte dello zio, riesce a uccidere con l'aiuto di Merry. Sconfitto l'esercito di Sauron, Aragorn ha l'idea di marciare verso Mordor, in modo da attirare su di loro l'attenzione di Sauron, distraendolo così da Frodo, il quale può recarsi all'interno del Monte Fato per distruggere l'Anello. Frodo, intanto, ancora vivo dopo l'attacco di Shelob, è catturato dagli orchi, ma, dopo essere stato salvato da Sam, recupera l'Anello e riprende il viaggio con il fedele amico. Arrivati alle pendici del Monte Fato, però, i due hobbit si scontrano nuovamente con Gollum e, mentre Sam combatte, Frodo entra nella voragine del vulcano per gettare l'Anello. Arrivato al momento cruciale, però, l'hobbit cede alla sua corruzione e lo indossa, rivelando così la sua posizione a Sauron, che invia immediatamente i Nazgûl contro di lui. Prima di loro, però, arriva Gollum che, con un morso, strappa il dito con l'Anello a Frodo e, durante la colluttazione che segue, cade nella lava trascinando con sé l'Unico Anello, che così è finalmente distrutto. Barad-dûr, così, crolla, l'esercito di Mordor viene spazzato via e lo spirito di Sauron è sconfitto definitivamente.
Frodo e Sam sono tratti in salvo dalle Aquile, arrivate in loro soccorso grazie a Gandalf, che li portano a Gondor, dove si ricongiungono con il resto della Compagnia. Tempo dopo, a Minas Tirith, si celebrano l'incoronazione di Aragorn come re di Gondor e il suo matrimonio con Arwen, figlia di Elrond. Gli hobbit tornano nella Contea e, pochi anni dopo, Frodo decide di partire insieme a Bilbo, Gandalf e gli ultimi elfi rimasti (tra cui Elrond, Celeborn e Galadriel) verso Valinor, chiudendo così la Terza Era della Terra di Mezzo.
Le riprese de Il ritorno del re sono state girate in gran parte nel 2001 e terminate agli inizi del 2002. L'ultimo giorno di riprese del terzo film si è svolto a casa di Peter Jackson, dove è stata filmata un'espressione facciale di Andy Serkis, l'attore che interpreta Gollum. Il video è stato inviato alla Weta, dove i tecnici decisero di incorporare l'espressione nel personaggio, precisamente nella scena in cui Gollum capisce che Frodo è intenzionato a distruggere l'anello.[6]
Peter Jackson è stato sempre presente, in ogni episodio della trilogia, come cameo. Nel terzo episodio ricopre la parte di un pirata, ucciso dalla freccia di Legolas; tale scena però è presente solo nell'edizione estesa del film.[6] La dipartita dello stregone Saruman, filmata inizialmente per essere impiegata nel precedente Le due torri, è stata inserita all'inizio de Il ritorno del re, ma successivamente tagliata quando Peter Jackson ha ritenuto che con quella sequenza il terzo film non sarebbe iniziato in maniera abbastanza efficace.[7] La scena ha comunque trovato posto nell'edizione estesa della pellicola.
La post-produzione del film è durata quasi due anni ed è terminata solo nel mese di novembre 2003, un mese prima del debutto nelle sale com'era successo per il secondo film. Le fasi finali di lavorazione de Il ritorno del re sono state molto caotiche, tanto che Jackson è riuscito a vedere una proiezione integrale del film solo alla première di Wellington, nel dicembre 2003: la stampa della pellicola finale era stata completata appena cinque giorni prima.[8]
Come per il Fosso di Helm nel secondo film, la città di Minas Tirith nel terzo film è una fedele ricostruzione alta circa 90 centimetri. Anche qui per le vicende che si svolgono dentro di essa, le scene sono state girate su dei set esterni e in seguito i personaggi e i combattimenti (questi ultimi girati in set attrezzati con la tecnologia green screen) sono stati inseriti nell'omonima ricostruzione con la tecnica digitale.[6]
Scene eliminate dal montaggio cinematografico e aggiunte nell'edizione estesa:
La colonna sonora originale per Il ritorno del re è stata composta da Howard Shore, e pubblicata il 25 novembre 2003. Il suo brano di chiusura, Into the West, è stato eseguito da Annie Lennox e ha vinto nel 2004 l'Oscar alla miglior canzone originale.[4]
I brani Twilight and Shadow, The End of All Things e The Return of the King sono stati cantati da Renée Fleming e i brani The Black Gate Opens, The Return of the King e The Grey Havens hanno visto la partecipazione di Sir James Galway.
L'album ha raggiunto la prima posizione in Irlanda, la quinta nella Ö3 Austria Top 40 e nella Suomen virallinen lista, l'ottava nelle Magyar Hangfelvétel-kiadók Szövetsége e Schweizer Hitparade, la nona nella The Official NZ Music Charts e la decima nelle Offizielle Deutsche Charts rimanendo in classifica 19 settimane e Ultratop rimanendo in classifica 27 settimane vincendo 2 dischi d'oro.
Il primo trailer promozionale per Il ritorno del re è uscito in esclusiva il 26 settembre 2003.[10]
Il film è uscito nelle sale negli Stati Uniti il 17 dicembre 2003,[11] in Italia il 22 gennaio 2004.[12]
In occasione dell'uscita del terzo e conclusivo film della saga, in molte sale italiane è stata fatta la cosiddetta "maratona" dei tre film, con proiezioni dalle 14.00 per arrivare a mezzanotte circa, ora d'inizio dell'ultimo capitolo della trilogia.[13]
La direzione del doppiaggio e i dialoghi italiani sono stati curati da Francesco Vairano.[14]
Il film è stato pubblicato dalla New Line Cinema in DVD e in produzione limitata in VHS nel maggio 2004.[15] In DVD è stato pubblicato in edizione Widescreen, con nove minuti in meno rispetto alla versione cinematografica, poiché sono stati effettuati alcuni tagli di regia esclusivamente nei titoli di coda. La seconda edizione è la versione estesa del film, uscita sia in DVD sia in VHS, che consta di cinquanta minuti in più rispetto a quella cinematografica[2] ed è uscita nella primavera 2005. Il film in versione estesa contiene nuove scene inedite ed è diviso in due tempi su due dischi per un totale di quattro (gli altri due contengono extra), mentre nell'edizione VHS è in un cofanetto di due videocassette. La versione cinematografica Blu-ray del film è uscita negli Stati Uniti il 14 settembre 2010,[16] mentre la versione estesa è uscita il 28 giugno 2011.[17] Sebbene non contenga scene inedite, l'edizione estesa in alta definizione dura tredici minuti in più rispetto all'edizione estesa in DVD.[3] Essa include nei titoli di coda anche i nomi di tutti membri dei più noti fans club internazionali dedicati della Terra di Mezzo, che hanno partecipato all'iniziativa di diventare "produttori associati accreditati" per la pubblicazione in Blu-ray della trilogia in edizione estesa. Questa iniziativa è stata lanciata dalla Warner Bros. nel 2010. Il 1º dicembre 2020 è uscito il cofanetto in Blu-ray 4K con una color correction rivista da Peter Jackson,[18] e con tutti e tre i film in altrettante steelbook, in cui sono incluse sia la versione cinematografica (un disco) che estesa (divisa in due dischi).[19]
Il film è stato record d'incassi e ha superato i due predecessori nell'incasso globale: infatti, a fronte di un budget di produzione di soli 94 milioni di dollari, ha ottenuto un incasso mondiale di 1138027091 $, di cui 381878219 $ in Nord America e 755758537 $ nel resto del mondo.[20]
Il film è il maggior incasso mondiale del 2003[21] e il maggior incasso nel Nord America del 2003,[22] ed è stato il secondo film con maggiori incassi nella storia del cinema dietro a Titanic;[23] inoltre è il maggior incasso della New Line Cinema e il secondo più grande successo finanziario per Time Warner dopo Harry Potter e i Doni della Morte - Parte 2.
Nel primo giorno di programmazione il film ha incassato $34,5 milioni in 3,703 schermi.[24] Nel week-end d'esordio ha ottenuto il primo posto al botteghino incassando $72,6 milioni,[25] mentre nella prima settimana ha incassato di $150,1 milioni.[24] Ha mantenuto il primo posto anche nel secondo week-end con $50,6 milioni,[26] nel terzo week-end con $28,2 milioni[27] e nel quarto week-end con $14,2 milioni,[28] per poi scendere al terzo posto nel quinto fine settimana con $10,2 milioni.[29]
Nel resto del mondo ha incassato 755758537 $ e i mercati maggiori sono stati Regno Unito ($106,7 milioni), Giappone ($95,4 milioni), Germania ($87,2 milioni), Francia ($48,4 milioni), Spagna ($40,1 milioni), Australia ($36,6 milioni), Corea del Sud ($28,8 milioni), Svezia ($24,1 milioni), Norvegia ($20,5 milioni) e Paesi Bassi ($20 milioni).[20] In Italia ha incassato 23331510 €,[30][N 1] che ne fa il 37º film col maggiore incasso di sempre.
Il film è stato accolto molto positivamente dalla critica cinematografica. Sull'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes ha un indice di gradimento del 94% basato su 280 recensioni, con un voto medio di 8,7 su 10; il consenso critico del sito recita: "Visivamente mozzafiato ed emotivamente potente, Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re è una conclusione commovente e soddisfacente per una grande trilogia".[36] Su Metacritic ottiene un punteggio di 94 su 100 basato su 41 recensioni.[37]
«And the Oscar goes to... It's a clean sweep, for Lord of the Rings - The Return of the King: Barrie M. Osborne, Fran Walsh and Peter Jackson»
«E l'Oscar va a... È piazza pulita, per Il Signore degli Anelli - Il ritorno del re: Barrie M. Osborne, Fran Walsh e Peter Jackson»
L'ultimo capitolo della trilogia vinse undici premi Oscar su undici candidature,[4] eguagliando il record di Titanic e Ben-Hur,[5] ma non ha ricevuto candidature per le categorie relative agli attori.
Nel 2003 è uscito Il Signore degli Anelli: Il ritorno del re, videogioco basato sulle vicende del film e sviluppato da Electronic Arts.[41]
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