Loading AI tools
attrice australiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Catherine Elise Blanchett, detta Cate[1][2] (Melbourne, 14 maggio 1969), è un'attrice e produttrice cinematografica australiana con cittadinanza statunitense.
Considerata una delle migliori attrici della sua generazione,[3][4] è stata candidata in totale otto volte agli Oscar, la quarta attrice in assoluto più candidata della storia del premio (record condiviso con attrici del calibro di Glenn Close, Judi Dench e Geraldine Page). Nel 2005 ha vinto l'Oscar alla miglior attrice non protagonista per la sua interpretazione di Katharine Hepburn in The Aviator di Martin Scorsese, mentre nel 2014 si è aggiudicata l'Oscar alla miglior attrice per Blue Jasmine di Woody Allen. Così facendo, è diventata una delle sette attrici nella storia (insieme a Helen Hayes, Ingrid Bergman, Maggie Smith, Meryl Streep, Jessica Lange e Renée Zellweger) ad avere vinto il premio Oscar sia come migliore attrice protagonista sia come migliore attrice non protagonista; contestualmente è diventata la prima persona di nazionalità australiana ad avere vinto due Premi Oscar nelle categorie riservate alla recitazione.[5]
Formatasi professionalmente in patria, si è imposta all'attenzione internazionale per il ruolo di Elisabetta I d'Inghilterra in Elizabeth (1998), per il quale ha ottenuto la sua prima candidatura agli Oscar. Ha ricevuto la nomination anche per Diario di uno scandalo (2006), Elizabeth: The Golden Age (2007), Io non sono qui (2007), Carol (2015) e Tár (2022). Il suo impegno nell'industria cinematografica è stato premiato con numerosi altri riconoscimenti, tra cui quattro Golden Globe, quattro premi BAFTA, tre Screen Actors Guild Awards, tre Critics Choice Awards, due Coppe Volpi e il BFI alla carriera. È inoltre stata nominata ai premi Oscar per film prodotti in quattro decenni diversi (anni novanta, duemila, duemiladieci e duemilaventi). Tra le onorificenze nazionali, è stata insignita del titolo di cavaliere dell'Ordre des arts et des lettres dal governo francese nel 2012 e di quello di compagno dell'Ordine dell'Australia per i servizi resi in ambito artistico, umanitario e a sostegno dell'ambiente, quest'ultimo consegnatole dalla Regina Elisabetta II del Regno Unito. Nel 2020 è stata presidente della giuria del Festival del Cinema di Venezia.[6]
Nata nel 1969 a Melbourne, capitale dello Stato australiano di Victoria, ha origini francesi per parte del padre, Robert DeWitt Blanchett, e inglesi da parte della madre, June Gamble. Seconda di tre figli, ha un fratello maggiore e una sorella minore, perde il padre all'età di 10 anni. Dopo gli studi in danza e pianoforte, a 21 anni partecipa come comparsa nel film Kaboria, film arabo sul pugilato, durante un viaggio in Egitto, in cui interpreta una cheerleader[7], e la circostanza le dà lo spunto per intraprendere la carriera di attrice. S'iscrive quindi al Sydney's National Institute of Dramatic Arts e ottiene parti in teatro e in alcune serie televisive, fino all'approdo al grande schermo nel 1997 con Paradise Road di Bruce Beresford.
Raggiunge un buon successo di critica e pubblico nel 1998 con Elizabeth, di Shekhar Kapur, con cui ottiene il Golden Globe come migliore attrice drammatica e una candidatura all'Oscar. Nel 1999 recita nell'adattamento cinematografico della commedia di Oscar Wilde Un marito ideale, a fianco di Rupert Everett e Julianne Moore e ha dei ruoli secondari ne Il talento di Mr. Ripley di Anthony Minghella e The Man Who Cried - L'uomo che pianse di Sally Potter con Christina Ricci e Johnny Depp. Nel 2001 è la protagonista di The Gift, di Sam Raimi e recita nella commedia Bandits, accanto a Bruce Willis e Billy Bob Thornton, ma entrambi ricevono una fredda accoglienza da parte del pubblico. Al contrario, la trilogia de Il Signore degli Anelli del regista neozelandese Peter Jackson, nella quale interpreta la nobildonna elfica Galadriel e che debutta proprio in quell'anno, è un enorme successo di pubblico e critica.
Cate viene inoltre molto apprezzata in Charlotte Gray e Heaven e riceve una candidatura al Golden Globe per la sua interpretazione in Veronica Guerin - Il prezzo del coraggio di Joel Schumacher. Nel 2004 viene scelta da Martin Scorsese per interpretare Katharine Hepburn in The Aviator, per cui ottiene l'Oscar come miglior attrice non protagonista nella cerimonia del 2005. Nel 2006 è al cinema con Diario di uno scandalo, del regista inglese Richard Eyre a fianco di Judi Dench (entrambe ricevono una candidatura agli Oscar) e Babel a fianco di Brad Pitt. Del 2007 partecipa a Intrigo a Berlino, firmato Steven Soderbergh, che annovera nel cast anche George Clooney e Tobey Maguire. Indossa nuovamente gli abiti di Elisabetta I d'Inghilterra, diretta ancora da Shekhar Kapur, in Elizabeth: The Golden Age, sequel del film che l'ha consacrata.
L'attrice è inoltre l'unica donna dei sei attori che interpretano Bob Dylan nel film Io non sono qui del 2007, e per questa sua interpretazione riceve la Coppa Volpi alla 64ª Mostra del cinema di Venezia[8] e un Golden Globe. La Coppa, in quell'occasione, viene ritirata per lei da Heath Ledger, anch'egli attore nel medesimo film. Agli Oscar 2008 riceve due candidature, una come miglior attrice protagonista per Elizabeth: The Golden Age, e l'altra come miglior attrice non protagonista per Io non sono qui, non riuscendo però a portare a casa nemmeno una statuetta. Il 5 dicembre 2008 riceve la sua stella nella Hollywood Walk of Fame. Ha interpretato il ruolo dell'agente Irina Spalko in Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo diretto da Steven Spielberg. Ne Il curioso caso di Benjamin Button di David Fincher, è stata protagonista insieme a Brad Pitt.
Dopo un anno di pausa, nel 2010, recita al fianco di Russell Crowe in Robin Hood di Ridley Scott: nella pellicola l'attrice ha il ruolo di Lady Marian, mentre nel 2011 interpreta un agente della CIA nel film Hanna, diretta dal regista Joe Wright, al fianco di Eric Bana. Nel 2012 riprende, a distanza di ben nove anni, il ruolo di Galadriel ne Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato, prima pellicola della trilogia Lo Hobbit, antefatto della trilogia de Il Signore degli Anelli, sempre diretta da Peter Jackson.
Nel 2013 viene scelta come testimonial del profumo Si di Giorgio Armani, con il quale firma un contratto da 10 milioni di dollari e lo stesso stilista ha dichiarato che l'attrice «rappresenta la donna per la quale io creo»[9][10]. Inoltre viene diretta da Woody Allen in Blue Jasmine, dove interpreta una donna che di fronte al fallimento di tutta la sua vita, compreso il matrimonio con un ricco uomo d'affari di New York, decide di trasferirsi nel modesto appartamento della sorella a San Francisco per ricominciare.[11] Grazie a questa sua interpretazione vince il suo terzo Golden Globe[12] e il suo secondo Oscar, questa volta trionfando nella categoria di miglior attrice[13] e diventando la prima attrice australiana ad aver ricevuto due premi Oscar. Sempre nello stesso anno partecipa al film a episodi The Turning, tratto dall'omonimo libro di Tim Winton, nel quale avrebbe inizialmente dovuto dirigere il capitolo Reunion, debuttando per la prima volta alla regia cinematografica, ma in un momento successivo abbandona tale intenzione, limitandosi solo a interpretare e produrre parte del film.
Nel 2014 viene diretta da George Clooney nel film Monuments Men, che narra la storia di un gruppo di storici dell'arte che durante la seconda guerra mondiale si mette a caccia dei capolavori finiti nelle mani dei nazisti, per salvaguardare il patrimonio culturale dell'umanità.[14] Sempre nel 2014 Blanchett partecipa a un film in veste di doppiatrice, prestando la sua voce a Valka, importante personaggio del film Dragon Trainer 2, seguito del film di successo del 2010 Dragon Trainer della Dreamworks.
Nel 2015 ritorna al cinema con la pellicola Cenerentola, diretto da Kenneth Branagh, dove veste i panni della malvagia matrigna Lady Tremaine.[15] Sempre nello stesso anno, ricopre un piccolo ruolo nel film Knight of Cups diretto da Terrence Malick[16][17][18], previsto per l'uscita nelle sale cinematografiche nel 2016. La pellicola è stata presentata in anteprima al Festival di Berlino nel febbraio 2015.[19] Nello stesso mese riceve la sua prima statua di cera, esposta al Madame Tussauds di Hollywood.[20] Nel 2016 è protagonista del film Carol, accanto a Rooney Mara. La pellicola, diretta da Todd Haynes, narra la storia di una donna sposata che s'innamora di una commessa di un grande magazzino.[21] Nello stesso anno recita accanto a Robert Redford nel film Truth - Il prezzo della verità, diretta da James Vanderbilt, basato sul libro della giornalista statunitense Mary Mapes intitolato Truth and Duty: The Press, the President, and the Privilege of Power. La pellicola, che racconta il caso che coinvolse la CBS News nell'inchiesta Bush-Guard e che portò al licenziamento della produttrice del programma 60 Minutes, viene presentato in concorso alla decima edizione del Festival del Cinema di Roma.[22]
Tra il 2015 e il 2017 è protagonista del progetto del videoartista tedesco Julian Rosefeldt Manifesto, in una serie di dodici video installazioni proiettate in alcuni musei d'arte moderna.[23] Successivamente, è stato annunciato che avrebbe interpretato Lucille Ball in un film biografico scritto da Aaron Sorkin, ma successivamente il ruolo è andato a Nicole Kidman.[24][25] Nell'autunno del 2016 inizia le riprese del film Ocean's 8, diretta da Gary Ross, al fianco di Sandra Bullock, Helena Bonham Carter, Anne Hathaway, Rihanna, Mindy Kaling, Sarah Paulson e Awkwafina. Il film, sequel e spin-off della trilogia di Ocean's, ha debuttato nell'estate del 2018.[26]
Nella primavera del 2017 ritorna al cinema nella sua terza collaborazione con il regista Terrence Malick, Song to Song, mentre nel mese di agosto viene inserita dalla rivista Forbes, all'ottavo posto fra le attrici più pagate, con un guadagno di 12 milioni di dollari, ex aequo con la collega Julia Roberts.[27] Nel mese di luglio inizia le riprese del film tratto dal libro Dove Vai Bernadette?, dell'autrice statunitense Maria Semple, diretta dal regista statunitense Richard Linklater. Nell'ottobre dello stesso anno interpreta la prima donna villain del Marvel Cinematic Universe,[28] vestendo i panni di Hela, dea della morte asgardiana, nel film Thor: Ragnarok.
Nel 2018 presiede la giuria della 71ª edizione del Festival di Cannes.[29] Nello stesso anno partecipa al film Il mistero della casa del tempo e presta la voce al serpente Kaa in Mowgli - Il figlio della giungla.[30][31] Nel 2019 fu protagonista in Che fine ha fatto Bernadette?.[32]
Nel 2020 Cate Blanchett ritorna al piccolo schermo con due miniserie da lei create: la prima è Stateless, di cui è stata creatrice, regista e produttrice esecutiva. La serie è andata in onda sul canale ABC australiano per poi essere distribuita da Netflix.[33] La seconda è Mrs. America, nella quale ha interpretato Phyllis Schlafly, che ha debuttato su FX nell'aprile 2020.[34] Nel 2021 entra a fare parte del cast di Don't Look up, insieme a Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence e Meryl Streep. L'anno seguente, grazie alla sua magistrale interpretazione nel film Tár, ben presto campione d'incassi, vince alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile (per la seconda volta), il Golden Globe per la migliore attrice in un film drammatico e il BAFTA alla migliore attrice protagonista, oltre a ricevere la sua ottava candidatura all'Oscar nella sezione miglior attrice protagonista.
Cate Blanchett inizia la sua carriera artistica in teatro, dove prende parte a produzioni minori fin dal suo diploma presso il NIDA. Si fa notare dai critici nel 1993, quando recita al fianco di Geoffrey Rush nell'opera Oleanna di David Mamet, che le vale il Rosemont Award. Dopo alcune produzioni australiane nel 1999 è in scena a Londra con Plenty, del drammaturgo inglese David Hare.
Dopo cinque anni lontano dal palcoscenico, Cate Blanchett ritorna al teatro nel 2004, al fianco di Hugo Weaving, in Hedda Gabler di Henrik Ibsen, che le vale il primo Helpmann Award come miglior attrice teatrale. Nel 2009, anno che segna l'inizio della sua co-direzione artistica della compagnia teatrale di Sydney, interpreta Blanche DuBois in Un tram che si chiama Desiderio, diretta dall'attrice norvegese Liv Ullmann. Sempre nel 2009 riveste due ruoli nel ciclo The War of the Roses, adattamento tratto dall'Enrico VI e dal Riccardo III di William Shakespeare. Nel 2010 calca il palcoscenico con l'opera Zio Vanja di Anton Čechov, mentre nel 2011 è Lotte in Groß und klein del drammaturgo tedesco Botho Strauß; la sua interpretazione in quest'ultima opera le vale la candidatura agli Evening Standard Theatre Awards come migliore attrice.
Dopo un anno di assenza dalle scene, nel 2013 calca nuovamente il palcoscenico ne Le serve, di Jean Genet, al fianco dell'attrice francese Isabelle Huppert, mentre nel 2015 fa parte del cast del riadattamento dell'opera incompiuta Platonov di Anton Čechov, che debutta a Broadway l'anno successivo.
Nel 2017 l'annuncio del nuovo progetto teatrale tratto dal film Eva contro Eva, che la vede nel ruolo che fu al cinema di Bette Davis, e che la portò per la prima volta nei teatri del West End londinese nella primavera del 2018.
Dopo avere diretto, durante le scuole superiori, un riadattamento teatrale del libro Non si uccidono così anche i cavalli? dello scrittore statunitense Horace McCoy, Cate Blanchett debutta ufficialmente come regista teatrale nel 2006, quando dirige, per la compagnia teatrale di Sydney, l'opera Una specie di Alaska del drammaturgo inglese Harold Pinter. Nel 2007 dirige Blackbird dello scrittore scozzese David Harrower, mentre nel 2008 Robyn Nevin ne L'anno del pensiero magico, opera autobiografica della scrittrice statunitense Joan Didion.
Il 29 dicembre 1997 ha sposato il drammaturgo, sceneggiatore e regista australiano Andrew Upton, conosciuto l'anno prima sul set di uno show televisivo. La coppia ha quattro figli[35]: Dashiell John (2001), Roman Robert (2004) e Ignatius Martin (2008), mentre nel marzo 2015 ha confermato le voci secondo cui avrebbe adottato una bambina[36][37], Edith Vivian Patricia.
Blanchett è impegnata in iniziative culturali, sociali e ambientaliste, è ambasciatrice di buona volontà dell'ONG di sviluppo SolarAid e ha più volte collaborato con l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), di cui è diventata ufficialmente ambasciatrice di buona volontà nel maggio 2016, al ritorno da una missione nel campo profughi in Giordania.[38]
Cate Blanchett ha collezionato diverse vittorie e candidature ai più importanti premi cinematografici, televisivi e teatrali: ha vinto due Premi Oscar su otto candidature ricevute, quattro Golden Globe su dodici candidature, quattro Premi BAFTA su sette candidature, tre Screen Actors Guild Award, due Satellite Awards e ha anche ricevuto una candidatura ai Tony Awards a cui vanno ad aggiungersi altri riconoscimenti che rendono omaggio ai suoi lavori e alla sua carriera.
Nelle versioni in italiano dei suoi film, Cate Blanchett è stata doppiata da:
Nei prodotti a cui ha partecipato come doppiatrice, in italiano è stata sostituita da:
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.