Loading AI tools
arcidiocesi cattolica romana in Spagna Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'arcidiocesi di Saragozza (in latino: Archidioecesis Caesaraugustana) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Spagna. Nel 2022 contava 876.329 battezzati su 930.329 abitanti. È retta dall'arcivescovo Carlos Manuel Escribano Subías.
Arcidiocesi di Saragozza Archidioecesis Caesaraugustana Chiesa latina | |||
---|---|---|---|
| |||
Diocesi suffraganee | |||
Barbastro-Monzón, Huesca, Tarazona, Teruel e Albarracín | |||
Arcivescovo metropolita | Carlos Manuel Escribano Subías | ||
Arcivescovi emeriti | Manuel Ureña Pastor, Vicente Jiménez Zamora | ||
Presbiteri | 449, di cui 298 secolari e 151 regolari 1.951 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 243 uomini, 1.129 donne | ||
Diaconi | 8 permanenti | ||
Abitanti | 930.329 | ||
Battezzati | 876.329 (94,2% del totale) | ||
Stato | Spagna | ||
Superficie | 13.309 km² | ||
Parrocchie | 276 | ||
Erezione | I secolo | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Santissimo Salvatore | ||
Concattedrale | Nostra Signora del Pilar | ||
Indirizzo | Plaza de La Seo 6, 50001 Zaragoza, España | ||
Sito web | www.archizaragoza.org | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Spagna | |||
L'arcidiocesi comprende la provincia di Saragozza, ad eccezione della parte occidentale della provincia, che appartiene alla diocesi di Tarazona e una piccola porzione della parte settentrionale, che appartiene alla diocesi di Jaca. L'arcidiocesi comprende anche una parte della provincia di Teruel.
Sede arcivescovile è la città di Saragozza, dove si trovano la cattedrale del Santissimo Salvatore e la concattedrale di Nostra Signora del Pilar. A Saragozza sorge anche la basilica minore di Santa Engracia.
Il territorio è suddiviso in 276 parrocchie, raggruppate in 25 arcipresbiterati, a loro volta raggruppati in 7 vicariati.
La provincia ecclesiastica di Saragozza, istituita nel 1318, comprende le seguenti suffraganee:
La diocesi di Saragozza è una delle più antiche di Spagna, considerato che la sua origine risale a san Giacomo apostolo, secondo una tradizione mai posta in dubbio fino a quando ne scrisse Cesare Baronio, influenzato da una storia favolosa di Juan García Loaysa. Successivamente papa Urbano VIII ordinò la reintroduzione della versione tradizionale nel Breviario.
Strettamente legati alla tradizione della fondazione della Chiesa di Saragozza da parte di san Giacomo, sono la storia di Nostra Signora del Pilar e i santi Atanasio e Teodoro, discepoli di san Giacomo, che sono ritenuti i primi vescovi di Saraogozza.
Verso l'anno 256 appare come vescovo Felix Caesaraugustanus, che difende la vera disciplina nel caso di Basilide e Marziale, vescovi rispettivamente di Astorga e di Mérida.
San Valero, che partecipò al Concilio di Elvira, fu vescovo dal 290 al 315 e, insieme al suo discepolo e diacono san Vincenzo, soffrì il martirio durante la persecuzione di Daciano. San Vincenzo fu portato a Valencia, dove soffrì un lungo e terribile martirio. San Valero fu esiliato in un luogo chiamato Enet, vicino a Barbastro, dove morì. Le sue reliquie furono trasferite inizialmente a Roda de Isábena, ma il braccio e il capo furono recati a Saragozza dopo la reconquista della città.
Si ritiene che ci furono martiri in precedenti persecuzioni a Saragozza, come sembra indicare Prudenzio; però non esistono notizie certe prima di Valero, quando sono menzionati anche santa Engracia e i santi Innumerevoli. Si racconta che Daciano, per individuare ed eliminare i fedeli di Saragozza, ordinò che si promettesse libertà di culto alla condizione che tutti uscissero dalla città in un momento determinato e da una certa porta. Quanti passarono la porta, furono uccisi di spada e i loro corpi bruciati. Le loro ceneri furono mischiate con quelle dei criminali, di modo che non si potessero venerare. Però la pioggia separò le ceneri, formando da quelle dei martiri masse bianche, note come Santas Masas. Le Santas Masas furono deposte nella cripta della chiesa di santa Engracia, dove ancora si conservano.
Prima dell'invasione musulmana, si realizzarono tre concili nazionali a Saragozza. Il Primo concilio di Saragozza ebbe luogo nel 380 durante l'episcopato di Valerio II. Questo concilio, precedente quelli di Toledo, trattò lo sradicamento del priscillianesimo.
Nel 542, durante l'assedio dei Franchi, gli abitanti di Saragozza cedettero una parte della stola impregnata di sangue di san Vincenzo come prezzo per la ritirata delle truppe.
Dal 592 al 619 fu vescovo Máximo, che partecipò al concilio di Barcellona e a quello di Egara. Durante il suo episcopato si svolse nel 592 il Secondo concilio di Saragozza contro l'arianesimo.
La sede di Saragozza fu occupata durante l'epoca visigotica da due vescovi illustri: San Braulio (631-651), che prese parte al IV, V e VI Concilio di Toledo; e Tajón (651-664), famoso per i suoi scritti e per aver scoperto a Roma la terza parte dei «Morales» di san Gregorio Magno.
Il Terzo concilio di Saragozza ebbe luogo nel 691 sotto il vescovo Valedero. Vi si decise che le regine, una volta divenute vedove, avrebbero dovuto ritirarsi in un monastero per sicurezza e per decoro.
Durante l'occupazione islamica il culto cattolico non sparì dalla città; le chiese della Vergine e di santa Engracia furono mantenute, mentre la cattedrale fu convertita in moschea.
Dei vescovi dell'epoca ci sono giunti i nomi di Senior, che visitò sant'Eulogio a Cordova (849), di Eleca, che nell'890 fu espulso dai musulmani e si rifugiò a Oviedo. Paterno fu inviato dal re Sancho III Garcés di Navarra a Cluny, per introdurre la riforma cluniacense in Spagna, nei monasteri di San Juan de la Peña e di San Salvador de Leyre, e successivamente fu nominato vescovo di Saragozza (1040-1077).
Il re Alfonso I d'Aragona riconquistò la città il 18 dicembre 1118 e nominò vescovo Pedro de Librana, che ricevette la conferma di papa Gelasio II. López, nella sua Historia de Zaragoza, scrive che Pedro de Librana dapprima ebbe come cattedrale la chiesa del Pilar e il 6 gennaio 1119 purificò la grande moschea, che dedicò al Salvatore, per farne la sede della sua cattedra. Da qui trasse origine la controversia che cominciò nel 1135, tra i canonici del Pilar e della Seo per la titolarità della cattedrale.
Nel 1318 la sede di Saragozza, fino ad allora suffragaea dell'arcidiocesi di Tarragona, fu elevata ad arcidiocesi metropolitana con la bolla Romanus Pontifex di papa Giovanni XXII del 18 luglio. Inizialmente aveva sette diocesi suffraganee.
Nelle dispute che seguirono la morte del re Martino I d'Aragona, l'arcivescovo García Fernández de Heredia (1383-1411) fu assassinato da Antonio de Luna, partitante del conte Giacomo II di Urgel.
Per più di un secolo (1458-1577) la cattedra vescovile fu appannaggio di principi di sangue reale:
Il 15 settembre 1485, Pietro d'Arbués, canonico della cattedrale di Saragozza e inquisitore maggiore d'Aragona, fu aggredito e ucciso nella cattedrale probabilmente da convertiti. In risposta all'assassinio, centinaia di conversos furono arrestati e ne furono giustiziati da cento a duecento, compresi gli assassini. Successivamente PIetro d'Arbués fu beatificato e canonizzato.
Il 31 luglio 1577 la diocesi cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Teruel (oggi diocesi di Teruel e Albarracín).
Saragozza aveva due seminari: quello dei santi Valerio e Braulio, fondato dall'arcivescovo Agustín de Lezo y Palomeque nel 1788, fu distrutto da un'esplosione e ricostruito nel 1824 dall'arcivescovo Bernardo Francés Caballero e quello di san Carlo Borromeo, precedentemente un collegio dei gesuiti, trasformato in seminario per decisione di re Carlo III.
Nel XIX secolo l'arcidiocesi subì gravi conseguenze dalla Guerra d'indipendenza e dalle guerre carliste.
Il 2 settembre 1955, in forza del decreto Initis inter della Congregazione concistoriale, furono rivisti i confini dell'arcidiocesi per farli coincidere con quelli della provincia civile, in applicazione del concordato tra la Santa Sede e il governo spagnolo del 1953. L'arcidiocesi di Saragozza perse una buona porzione del suo territorio per la cessione di 7 arcipresbiterati alla diocesi di Teruel e di altri 2 alla diocesi di Tarazona, e il trasferimento di 10 parrocchie alle diocesi di Jaca, Pamplona, Tarazona e Tortosa. Acquisì solamente 7 parrocchie dalle diocesi di Huesca, Lleida e Tortosa. Queste decisioni risolsero la secolare anomalia rappresentata dalla chiesa di santa Engracia, che pur trovandosi nel centro di Saragozza, fino ad allora apparteneva alla diocesi di Huesca.
Il 1º settembre 2006 è stata approvata la nuova suddivisione dell'arcidiocesi in vicariati e arcipresbiterati.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 930.329 persone contava 876.329 battezzati, corrispondenti al 94,2% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
1950 | 570.000 | 570.000 | 100,0 | 679 | 418 | 261 | 839 | 624 | 1.327 | 371 | |
1969 | 615.228 | 616.428 | 99,8 | 797 | 437 | 360 | 771 | 552 | 2.344 | 183 | |
1980 | 847.512 | 864.427 | 98,0 | 841 | 466 | 375 | 1.007 | 649 | 2.020 | 276 | |
1990 | 766.000 | 785.000 | 97,6 | 802 | 454 | 348 | 955 | 628 | 2.199 | 278 | |
1999 | 770.000 | 794.000 | 97,0 | 711 | 405 | 306 | 1.082 | 527 | 1.973 | 274 | |
2000 | 770.000 | 794.000 | 97,0 | 701 | 409 | 292 | 1.098 | 498 | 1.973 | 275 | |
2001 | 770.000 | 794.000 | 97,0 | 704 | 420 | 284 | 1.093 | 491 | 1.973 | 274 | |
2002 | 770.000 | 794.000 | 97,0 | 698 | 418 | 280 | 1.103 | 495 | 1.844 | 274 | |
2003 | 770.000 | 794.000 | 97,0 | 718 | 419 | 299 | 1.072 | 516 | 1.844 | 275 | |
2004 | 770.000 | 794.000 | 97,0 | 703 | 414 | 289 | 1.095 | 507 | 1.844 | 272 | |
2010 | 873.040 | 917.040 | 95,2 | 676 | 388 | 288 | 1.291 | 386 | 1.577 | 275 | |
2014 | 900.213 | 936.403 | 96,1 | 597 | 373 | 224 | 1.507 | 354 | 1.431 | 277 | |
2017 | 876.176 | 910.176 | 96,3 | 544 | 344 | 200 | 1.610 | 308 | 1.335 | 277 | |
2020 | 892.936 | 926.936 | 96,3 | 513 | 318 | 195 | 1.740 | 3 | 281 | 1.235 | 276 |
2022 | 876.329 | 930.329 | 94,2 | 449 | 298 | 151 | 1.951 | 8 | 243 | 1.129 | 276 |
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.