politico e generale francese (1769-1821), primo console (1799-1804) e imperatore (r. 1804-1815) di Francia Da Wikiquote, il compendio di citazioni gratuito
Napoleone Bonaparte (1769 – 1821), generale e politico francese.
[Raccontando di quando attraversò un campo di battaglia dal quale non erano stati ancora portati via i morti] Ad un tratto un cane sbuca di sotto il mantello di un cadavere, si slancia verso di noi, e ritorna subito nel suo nascondiglio emettendo dolorosi guaiti. La bestiola leccava, convulsamente la faccia del morto, e si dirigeva poi di nuovo verso di noi come per implorare soccorso, o per chiedere vendetta. Fosse lo stato d'animo, o il luogo o il tempo o il fatto stesso, o altro che non so spiegare, certo è che mai nulla, in nessun altro campo di battaglia, mi ha tanto commosso. Mi fermai un momento per apprezzare quella scena. Quest'uomo, mi dicevo, forse ha degli amici, ne ha forse in questo campo, nella sua compagnia, e giace qui, abbandonato da tutti meno che dal suo cane! Che lezione ci dà la natura tramite un animale!... Che cosa è mai l'uomo e quale è il mistero delle sue impressioni! Avevo, senza commuovermi, ordinato battaglie che dovevano decidere della sorte dell'esercito, avevo veduto, con occhio distaccato, eseguire movimenti che portavano alla perdita di molti tra noi e ora mi sentivo toccato nel profondo dai gemiti e dal dolore di un cane... Quello che è certo è che in quel momento sarei stato più arrendevole verso un nemico supplichevole: capii meglio il gesto di Achille che restituisce il corpo di Ettore al pianto di Priamo.[1]
Agli occhi dei fondatori di imperi, gli uomini non sono degli uomini, ma degli strumenti.[2]
Coloro che ricercano gli onori somigliano agli amanti; il godimento ne diminuisce il pregio.[3]
[Rivolto a Robert Fulton, inventore del battello a vapore, nel 1805] Come signore? Voi fareste navigare una nave contro vento e contro corrente accendendo un falò sotto coperta? Vi prego di scusarmi. Non ho tempo di ascoltare simili sciocchezze.[4]
Con cento mila uomini pari ai vostri, Eugenio sarebbe già sul Danubio.[5]
Con l'audacia si può intraprendere tutto, ma non si può fare tutto.[6]
Due miei marescialli gareggiano per ritenere sotto i proprii ordini la divisione italiana; io la lascio a Suchet che ha molto più grandi cose a fare che Macdonald. Gl'Italiani torneranno un giorno a divenire i primi soldati d'Europa. Dite al Viceré che sono molto contento del mio bravo esercito italiano.[8]
Chi ha paura d'essere battuto sia certo della sconfitta.[9]
È tempo che anche l'Italia vada annoverata fra le nazioni libere e potenti.[10]
Gli uomini di genio sono meteore destinate a bruciare per illuminare il loro secolo.[13][14]
Guai al generale che si presenta sul campo di battaglia con un piano![15]
[Sugli italiani] I fratelli minori hanno quasi superato in valore i fratelli maggiori.[16]
I popoli si vendicano volentieri degli omaggi che tributano ai re.[17]
Il fuoco è tutto... il resto non ha importanza.[18]
Il mondo è minacciato senza rimedio dalla cattiva stampa, che prevarica anche il buon senso, oltreché la verità.[19]
Il più grande pericolo si corre nel momento della vittoria.[20]
Il popolo di Parigi pensava che eliminando Robespierre avrebbe distrutto la tirannia, mentre lo scopo della sua eliminazione era in realtà quello di farla rifiorire più rigogliosa che mai. Ma una volta caduto Robespierre, l'esplosione fu tale che, nonostante tutti i loro sforzi, i terroristi non furono mai più capaci di riguadagnare il sopravvento.[21]
Il solo mio codice, per la sua semplicità, ha fatto alla Francia più bene che l'insieme delle leggi che lo hanno preceduto; [...] ho creato un codice che eternerà il mio nome fin nei secoli più lontani.[22]
L'esercito deve essere tenuto riunito e la maggior forza possibile concentrata sul campo di battaglia.[25]
L'uomo non ha amici. Ne ha solo la sua fortuna.[26]
La mia posizione è del tutto diversa da quella dei sovrani di vecchio stampo. Essi possono condurre una vita indolente nei loro castelli, e abbandonarsi senza vergogna a ogni specie di vizio. Nessuno contesta la loro legittimità, nessuno pensa di sostituirli. Nel mio caso, tutto cambia. Non c'è generale che non s'immagini di avere al trono lo stesso diritto che ho io. Non c'è uomo che non creda di aver determinato la mia sorte il 18 Brumaio... Sono dunque obbligato ad essere molto severo con questa gente...[10]
Mettete un ladro bene in vista, agirà come un uomo onesto.[30]
[Su Giuseppina di Beauharnais] Mia moglie è una brava donna e non fa loro alcun male. È disposta a fare l'imperatrice, fino ad un certo punto, ad avere bei gioielli e bei vestiti, i balocchi dell'età sua. Non l'ho mai amata ciecamente al punto da non vedere i suoi difetti, eppure se ho deciso di farla imperatrice è per un senso di giustizia. Sono soprattutto un uomo giusto. Se mi avessero cacciato in prigione invece di riuscire a salire sul trono, lei avrebbe condiviso la mia disgrazia. Ed è giusto quindi che sia parte della mia grandezza.[31]
Murat ha tentato di riconquistare con duecento uomini quel territorio che non era riuscito a tenere quando ne aveva a disposizione ottantamila.[32][a proposito del tentativo disperato di Gioacchino Murat di riconquistare il Regno di Napoli, perso a Tolentino nel maggio 1815, con lo sbarco a Pizzo Calabro nell'ottobre dello stesso anno, risoltosi con il suo arresto e la sua condanna a morte]
Niente si ottiene in guerra se non per mezzo di precisi calcoli... il caso da solo non è mai apportatore di successo.[33]
Non si sale mai così in alto se non quando non si sa dove si va.[34]
Non vi sono che due leve per smuovere gli uomini: la paura o l'interesse; ogni grande rivoluzione deve procedere mediante la paura, gli interessi messi in gioco non portano affatto a dei grandi risultati.[37]
Più si è grandi e meno si deve avere volontà: si dipende dagli avvenimenti e dalle circostanze.[38][14]
Quanto è forte negli uomini la potenza dell'immaginazione! Ecco delle persone che non mi conoscono, che non mi hanno mai veduto, che hanno soltanto sentito parlare di me e tuttavia che cosa non farebbero in mio favore? E questa stranezza si ripete in tutti i paesi, in tutte le età, in tutti i sessi! Ecco il fanatismo! Sì, l'immaginazione governa il mondo![39]
[Sull'Austria] Sempre in ritardo: di un anno, di un esercito, di un'idea.
Toujours en retard: d'une année, d'une armée et d'une idée.[40]
Soldati, pensate a questo: dall'alto di queste piramidi, quaranta secoli vi guardano.[41]
[Alle truppe vittoriose ad Austerlitz, 2 dicembre 1805] Soldati, sono contento di voi![36]
[Su Giuseppina di Beauharnais] Un giorno, mentre ero seduto accanto a lei a tavola, cominciò a farmi complimenti di ogni genere sulle mie doti militari. Le sue lodi mi inebriarono. [...] Ero ardentemente innamorato di lei e i nostri amici se ne resero conto assai prima che io osassi farne parola.[42]
[In riferimento alla morte di Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena, l'ultima regina di Francia] Una donna che non aveva se non gli onori senza il potere, una principessa straniera, il più sacro degli ostaggi, trascinarla dal trono al patibolo, attraverso ogni sorta d'oltraggi, vi è in ciò qualcosa di peggio del regicidio.[43]
Voi non sapete quel che passa nell'animo di un soldato. Tutta la mia ascesa si è svolta sotto il segno della guerra: uomini come me tengono in poco conto le vite di un milione di uomini.[10]
[A Carlo Zucchi] Zucchi, io sono contento di voi; vi ho già nominato generale di divisione. Sono anche contento degl'Italiani: ovunque si trovano, essi si distinguono sempre.[44]
Attribuite
Con le baionette puoi farci pressoché di tutto, tranne che sedertici sopra![17]
[Citazione errata] La prima traccia di questa citazione risale al 1777 ed è una raccolta di pensieri filosofici intitolata Pensées Nouvelles et Philosophiques. In questa raccolta la frase viene attribuita a Bernard le Bovier de Fontenelle ma la fonte è abbastanza debole perché risale a venti anni dopo la morte dello scrittore. Presumibilmente la citazione è opera di un anonimo. La frase viene spesso attribuita a Napoleone che probabilmente invece la citò soltanto. Anche Mark Twain e James Joyce, successivamente, hanno citato questa frase e talvolta la citazione è attribuita erroneamente a uno di loro.[46]
Entro cinquant'anni l'Europa sarà repubblicana o cosacca.
Dans cinquante ans, l'Europe sera républicaine ou cosaque.
[Citazione errata] Nonostante il testo riportato da Las Cases nel Memoriale di Sant'Elena fosse differente, si diffuse in forma orale la versione sopra citata, «dovuta certamente a qualche bonapartista che volendo conservare la riputazione di profeta al suo idolo, pensò di rimandare di quarant'anni il giorno fissato per il compimento di una delle sue più notevoli predizioni politiche», come spiega Giuseppe Fumagalli.
Citazione corretta: «[...] prima che passino dieci anni, tutta l'Europa può essere cosacca, o tutta avere la forma repubblicana [...].[47] ([...] avant dix ans toute l'Europe peut-être cosaque, ou toute en république [...])».[48]
Ogni soldato francese porta nella sua giberna il bastone di maresciallo di Francia.
Tout soldat français porte dans sa giberne le bâton de maréchal de France.[51]
Sarebbe difficile avere più spirito di quanto ne ha l'imperatore Alessandro; ma trovo che nel suo carattere manca un pezzo e mi è impossibile scoprire di che pezzo si tratti.[52]
Non è vero, non sono mai stato ateo. Quando ero a capo del governo, appena ho potuto, ho tentato di ristabilire la religione, che è una grande consolazione per il credente, soprattutto negli ultimi istanti della sua vita. (20162, p. 25)
Generale Bertrand, c'è un Essere Infinito in confronto al quale lei non è che è un atomo; in confronto al quale anch'io, Napoleone, con tutto il mio genio, sono niente: lo capisce? Io lo sento, questo Dio... lo vedo... ne ho bisogno... credo in Lui... E se lei non crede, peggio per lei... Ma a me la cosa sta a cuore... alla buon'ora generale, lei crede in Dio! Io perdono molte cose, ma ho orrore degli atei e dei materialisti... Cosa vuole che io abbia in comune con un uomo che non crede all'esistenza dell'anima, e che crede che l'uomo sia un mucchio di fango? Cosa vuole che io abbia in comune con un uomo che pretende che io sia, come lui pensa di essere, solo un mucchio di fango? (p. 23)
[Al Generale Bertrand] Io conosco gli uomini, e le dico che Gesù non era un uomo. Gli spiriti superficiali vedono una somiglianza tra il Cristo e i fondatori degli imperi, i conquistatori e le divinità di altre religioni. Questa somiglianza non c'è: tra il cristianesimo e qualsivoglia altra religione c'è la distanza dell'infinito. Una qualunque persona di buon senso, purché abbia almeno un po' di esperienza delle cose del mondo e conosca un po' gli uomini, risponderà come rispondo io. (p. 27)
Nella storia, invano, ho cercato qualcuno paragonabile a Gesù, o una realtà qualsivoglia comparabile al Vangelo, senza trovare né l'uno né l'altra: né la natura, né la storia, né gli uomini hanno niente che possa essere posto al livello o sia comparabile a Gesù. Nel Vangelo tutto è straordinario, e in esso tutto è al di fuori e al di sopra della mente umana. (p. 34)
Gesù non scende a patti con le umane debolezze: i sensi, tiranni dell'uomo, sono da lui trattati come schiavi del cuore dell'uomo, schiavi fatti per obbedire, e non certo per comandare. I vizi sono l'oggetto di una condanna implacabile; le passioni, che sono sempre presenti nei pensieri dell'uomo, sono invece mortificate. (p. 43)
Il più grande miracolo di Cristo è stato fondare il regno della carità: solo lui si è spinto ad elevare il cuore umano fino alle vette dell'inimmaginabile, all'annullamento del tempo; lui solo creando questa immolazione, ha stabilito un legame tra il cielo e la terra. Tutti coloro che credono in lui, avvertono questo amore straordinario, superiore, soprannaturale; fenomeno inspiegabile e impossibile alla ragione. (20162, p. 51)
Aforismi politici
Ben di rado si veggono i grandi uomini fallire nelle loro più pericolose imprese.
Bisogna parlar agli occhi per persuader il popolo.
È meglio avere un nemico conosciuto che un amico forzato.
Gli uomini sono rari.
I nemici che possono riescir pericolosi sono sempre abbastanza scaltri per non esporsi al pericolo.
I più forti non trattano, ma dettano le condizioni e ne sono obbediti.
I sovrani abbisognano talora di appoggiarsi ad una vittoria per tentare una novella impresa.
Il buon esito dei mezzi dipende dall'unità di azione.
Il credere di rigenerare un popolo in un istante è un atto di demenza.
Il governare per opera di un partito equivale a porsi tosto o tardi in sua balia.
Il governo, i ministri, ed i principali agenti della Repubblica non devono ascoltare altra voce che quella dei posteri.
Il modo di influire maggiormente sulle determinazioni dei principi sta sempre nell'offenderne l'amor proprio.
Il nome d'imperatore è una parola come ogni altra; quegli che lo porta deve avere altri titoli per presentarsi ai posteri.
Il primo dovere del principe è quello senza dubbio di fare ciò che vuole il popolo, ma il popolo non sa quasi mai ciò che vuole.
Il trono è un pezzo di legno ricoperto di velluto.
In tutti i paesi la religione è utile per il governo; e bisogna servirsene per agire sugli uomini.
In un ministro le idee devono andar più rapide che la sua mano.
Io do un ordine, o taccio.
La fortuna è donna; se voi ve la lasciate sfuggire oggi non crediate di ritrovarla domani.
La moltitudine che mi guarda con ammirazione farebbe lo stesso se mi vedesse salire sul patibolo.
La pace è il primo bisogno, come è la prima gloria.
Le assemblee deliberanti si compongono sempre d'intriganti o di gente più o meno illuminata; questi ultimi quasi sempre ingannati, divengono per lo più gli strumenti ed i complici dei primi.
Le circostanze le più irrilevanti producono i massimi evenimenti.
Le rivoluzioni le meglio condotte distruggono tutto in un istante e non ricostruiscono se non col lungo avvenire.
Le rivoluzioni sono paragonabili ai letami: i più ributtanti promuovono la crescita dei più bei vegetali.
Non bisogna essere severo e debole nello stesso tempo.
Ogni albero produce il suo frutto, e si raccoglie solo ciò che venne seminato.
Quando un cortigiano fa l'elogio al suo re senza che questo lo meriti, gli rende un cattivissimo servigio.
Quando un nemico è in nostro potere bisogna far sì che non ci possa mai più nuocere.
Quando un sovrano conosce gli uomini che vogliono disfarsi di lui, dovrebbe prima d'ogni cosa disfarsi di loro.
Un uomo di Stato non dovrebbe mai introdurre una donna nel suo gabinetto.
Un sovrano ha sempre torto a parlare in collera.
Vi ha nulla di più tirannico di un governo che pretende di essere paterno.
Pensieri morali
Bisogna sempre lasciar trascorrere la notte sulle ingiurie del giorno innanzi.
Che cosa è un governo? Nulla, se non è sostenuto dall'opinione.
Chi s'abbandona al dolore senza resistenza o si uccide per evitarlo abbandona il campo di battaglia prima di aver vinto.
Colui il quale teme di perdere la gloria, è sicuro che la perderà.
È molto meglio per un popolo l'avere un ordinamento cattivo che non essere ordinato affatto.
Gli uomini si guidano con trastulli.
I grandi uomini sono simili alle meteore che splendono e si consumano per rischiarar la terra.
Il dolore ha certi limiti che non conviene oltrepassare.
Il regime della Chiesa non è punto arbitrario; essa ha canoni e leggi che il Papa deve osservare.
La vera libertà civile dipende dalla sicurezza della proprietà.
La virtù delle donne fu posta in dubbio sin dal cominciar del mondo e lo sarà sempre.
La vita di un uomo è uno specchio in cui si può leggere ed istruirsi con frutto.
Le cose non fruttano se non quando sono operate a tempo.
Le leggi che in teoria sono il tipo della chiarezza, nell'applicazione loro divengono troppo sovente un vero caos; gli uomini e le passioni guastano tutto ciò che toccano.
Le pene dell'altro mondo furono immaginate per supplire alle insufficienti attrattive che ci si offrono in esso.
L'idea di dedicare monumenti agli uomini che si sono resi utili ai popoli è onorevole per le nazioni; converrebbe solo lasciare ai secoli avvenire la cura d'innalzarli, quando essi confermano la buona opinione che si formò dapprima degli eroi.
Lo spettacolo di un campo di battaglia dopo la pugna è utile per ispirare ai principi l'amore della pace e l'orrore della guerra.
Non vi ha nulla di grande nel terminar la sua vita a guisa di chi ha perduto ogni suo avere al giuoco.
Non ci fu dato un cuore per vedere impassibilmente piangere altrui.
Non si sente mai tanto di amare come quando si rivede l'oggetto amato.
Nulla è tanto funesto alla felicità dei popoli quanto l'instabilità delle loro istituzioni.
Ogni ora di tempo perduto è una probabilità di danno per l'avvenire.
Per non piangere degli uomini conviene riderne.
Quando conosciamo la nostra malattia morale, dobbiamo curare l'anima come si cura un braccio o una gamba.
Quando non si dà veruna importanza all'opinione pubblica si mostra che non se ne meritano i suffragi.
Quando uno è solo cammina più rapidamente.
Quanti uomini superiori sono fanciulli parecchie volte al giorno.
Quei soli che capiscono tutta l'amarezza dei dolori di spirito possono consolare gli afflitti.
Un sovrano può con una condotta retta, sincera e semplice rendere felici i suoi popoli e se stesso.
Un uomo non più dipende da altri quando non vuole più dipenderne.
Appendice
A fare le cose a mezzo si perde sempre.
Bisogna non vedere, ma quando si è visto, è necessario saper punire.
Bisogna saper vincere il malumore.
Bisogna servire il popolo e non cercare di piacergli; il miglior modo di guadagnarsene il favore è fargli del bene.
Che calamità la mia caduta! Ero riuscito a chiudere la bufera in un otre: le baionette straniere lo hanno squarciato.
Ci sono ferite alle quali sarebbe preferibile la morte. Ma sono poche. Al momento di abbandonare la vita, ci si aggrappa ad essa con tutte le forze.
Coloro che vogliono ingannare i popoli e governarli ad esclusivo loro vantaggio hanno interesse a mantenerli nell'ignoranza.
Come le nostre rivoluzioni sono meschine e insignificanti nell'ordine dell'universo!
Con gli esperti non è facile ottenere la semplicità.
Ho portato il mondo sulle mie spalle, e questo mestiere, dopotutto, non lascia che stanchezza.
I ministeri sono lebbrosari: nessuno sfugge al contagio. Gli onesti possono aspirare ai posti ministeriali ma non ne verranno fuori senza esserne contaminati.
I preti ripetono continuamente che il loro regno non è di questo mondo, e si impadroniscono di tutto ciò che è a tiro.
Il corpo può essere in mano ai malvagi, lo spirito spazia ovunque: anche dal fondo di un carcere può innalzarsi al cielo.
Il genio delle grandi imprese e i grandi risultati consistono nell'arte di indovinare.
Il male, in guerra come in politica, non è scusabile se non è assolutamente necessario.
Il nostro corpo è una macchina, è un organismo che tende alla vita; si difende da sé; ha la forza e i rimedi per guarire senza bisogno di impiastri.
Il tormento delle precauzioni è peggio del pericolo che si vuole evitare: meglio affidarsi al destino.
In guerra come in amore bisogna guardarsi da vicino.
Io non sono fatto per le mezze misure.
L'amore dev'essere un piacere, non un tormento.
L’amore diventa lo scopo unico della vita quando la società languisce nell'ozio.
L'epiteto di sciocco è sempre un brevetto di persona onesta.
La civiltà agisce unicamente a pro dello spirito e lo favorisce a spese della forza fisica.
La divisione del lavoro porta alla perfezione nell'attività meccanica, ma è funesta e negativa nella creazione mentale; ogni prodotto dello spirito è tanto superiore quanto più la mente che lo produce è universale.
La mia fede si è trovata inceppata da quando ho cominciato a ragionare; e questo mi è accaduto assai presto, a tredici anni.
La sovranità non si lascia e si riprende come un mantello.
Madame de Sévigné sarà sempre un modello per il fascino e la grazia che promanano dalla sua opera; ma, quando se ne è letto molto, non resta gran che. È come le uova frullate che possono venir mangiate a sazietà senza riempire lo stomaco.
Nessuno può garantire del suo ultimo sentimento, né del proprio cervello.
Non sempre dipende dal maestro fare buoni allievi.
Non sono ateo, ma non posso credere in quel che mi vogliono insegnare contro la mia intelligenza, senza sentirmi falso e ipocrita.
Non v'è rivoluzione senza furore popolare, non v'è furore di popolo scatenato senza disordine e vittime.
Per gli stomaci vuoti non esistono né obbedienza né timore.
Quando voglio interrompere un lavoro, chiudo il cassetto, apro quello di un altro lavoro. Essi non si mischiano, non mi impacciano, non mi affaticano. Voglio dormire? Chiudo tutti i cassetti ed ecco il sonno.
Se un sultano fa tagliare teste a capriccio rischia di perdere la propria.
Strapazzando un uomo, so, da come reagisce, che cosa pensare di lui. Vedo a quale tono è salita la sua anima: se colpite un bronzo con un guanto, non vi darà alcun suono; ma colpitelo con un martello e risuonerà.
Un vero carattere riesce sempre a emergere nei grandi momenti.
Una testa senza memoria è una piazzaforte senza guarnigione.
Napoleone, molto più italiano che francese: italiano per stirpe, istinto, immaginazione e lascito; ha considerato nei suoi piani il futuro dell'Italia e, nel valutare il bilancio del suo regno, il profitto netto è per l'Italia e la perdita netta è per la Francia. (Hippolyte Taine) [53]
Dietro il valor di sue vittorie è lento | della parola e del pensiero il corso. (Vincenzo Monti)
È un uomo al quale si sarebbero innalzati altari nell'antichità, sì, amici miei, Bonaparte è il mio eroe. (Jacques-Louis David)
[Sul fascino esercitato sui suoi soldati] Egli li trascinava d'impresa in impresa, di guerra in guerra, di battaglia in battaglia, esigeva continui, spaventosi sacrifici, sforzi immani, fatiche esaurienti. Il freddo, il sole, la fame, gli stenti non erano mai per lui ostacoli insuperabili; egli era immensamente prodigo della vita umana; ognuno dei suoi soldati poteva credersi un condannato a morte, eppure la devozione del soldato per Napoleone non aveva confine. L'imperatore era per l'esercito un dio. Bastava ch'egli si mostrasse, ed ecco un soffio d'eroismo sollevava tutti i cuori, e tutti, dal fantaccino al maresciallo, correvano alla morte col grido di – Viva l'imperatore! – (Gaetano Negri)
Ei fu. Siccome immobile, | dato il mortal sospiro, | stette la spoglia immemore | orba di tanto spiro, | così percossa, attonita | la terra al nunzio sta, | muta pensando all'ultima | ora dell'uom fatale; | né sa quando una simile | orma di piè mortale | la sua cruenta polvere | a calpestar verrà. (Alessandro Manzoni)
Era grande: e perciò dové cadere. | Cielo e terra s'unirono ad abbatterlo. | Gli invidi uomini di fango non potevano | sopportar la sua grandezza, | e neppure potevano gli dei | sopportare chi a loro somigliava. (Mihály Vörösmarty)
Il carattere di Bonaparte era oppostissimo [a quello del generale Moreau]: ei scuoteva il soldato nelle sue intime fibre; con una parola sollevava quelle masse di granito; trascinava i suoi vecchi granatieri come fanciulli, sotto i prestigi della sua immaginazione, conducevali nelle misteriose e sconosciute regioni della sua vasta mente. Moreau faceva marciare l'esercito per dovere, Bonaparte per entusiasmo; e questo era così forte che gli faceva saltare le Alpi a piedi giunti, sfidare le sabbie bollenti dell'Egitto, i ghiacci del San Bernardo o l'ardente sole delle Piramidi, e senza che venisse mai meno. (Jean-Baptiste Capefigue)
Il Direttorio e Napoleone ci tradirono, è vero. Buonaparte usò con Venezia come coll'amica che intende l'amore per servitù e bacia la mano di chi la percote. (Ippolito Nievo)
Infatti che significa, dimmi… un uomo come lui, Bonaparte, soldato, capo dell'esercito, primo capitano del mondo, volere che lo si chiami maestà? Essere Bonaparte, e farsi sire! Il aspire à descendre: ma no, crede di salire eguagliandosi ai re. Egli ama più un titolo che un uomo. Povero uomo, le sue idee sono al di sotto della sua fortuna. Non dubitavo finché non vidi dare a Borghese la sorella più piccola, e credere che Borghese lo onorasse. (Paul-Louis Courier)
La camera da letto di Churchill era in parte una biblioteca con un numero enorme di libri [...]. C'erano anche molti volumi su Napoleone. «Sì» ammise «sono un suo grande ammiratore.» (Charlie Chaplin)
Meno male che c'è stato Napoleone che ha portato via un bel po' di opere d'arte, sennò qui distruggevano pure quelle che stanno al Louvre. (Sbucciando piselli)
Napoleone I era figlio di un povero cancelliere, eppure macellando milioni di uomini, compreso mio zio Martino, arrivò ad essere un grand'uomo, ma finalmente, per aver voluto troppo, perdé tutto, e, come me, finì la vita prigioniero, lui a S. Elena, guardato a vista dai soldati inglesi, io nel bagno di S. Stefano, sotto la rigida sorveglianza delle sentinelle dell'esercito italiano. (Carmine Crocco)
Napoleone I, la cui carriera ebbe il carattere di un duello contro l'Europa intera, disapprovava il duello fra gli ufficiali del suo esercito. Il grande imperatore militare non era uno smargiasso e aveva poco rispetto per la tradizione. (Joseph Conrad)
Napoleone si vantava di poter addestrare uomini a sacrificare la vita per un nastrino. (Chuck Palahniuk, Fight Club)
Qui stanno le ceneri, il suo nome è dappertutto. (epitaffio)
Sire, voi siete perduto. Ne avevo la sensazione quando sono venuto qui – ora che me ne vado ne sono certo. (Klemens von Metternich)
Si sa, durante dieci anni Napoleone risparmiò i suoi soldati opponendo gli Italiani, i Belgi, gli Olandesi, tutti i contingenti delle confederazioni, ai Russi, ai Prussiani, agli Austriaci ed agli Inglesi. Non è dunque esagerato l'affermare che, durante quel lungo e sanguinoso periodo di 23 anni, la guerra divorò in Europa circa 2.000 uomini al giorno. (Edmond Potonié)
Se Napoleone era un tiranno, i sovrani che gli facevano guerra erano molto più tiranni e incapaci di lui. Di fronte a loro egli era un genio, un progressista, un uomo che aveva fatto camminare il mondo in avanti, mentre essi non avevano altra volontà che quella di farlo tornare indietro. (Carlo Zaghi)
Spuntava il quindici d'agosto... madama Letizia Bonaparte usciva per la messa; ella era incinta di Napoleone e vicina a sgravarsi. Sebbene attendesse da qualche giorno il momento, madama nondimeno sperava d'aver il tempo di fare le sue divozioni in un dì così solenne. Ma appena scostatasi per breve tratto dalla casa, venne assalita dai dolori del parto, e si vide costretta a rientrare. Giunta in casa, ebbe soltanto il tempo di ricevere le prime cure; Napoleone nacque sopra un tappeto di alto liccio che si distese in fretta sopra il pavimento. (Laure Junot d'Abrantès)
Te dunque, o Bonaparte, nomerò con inaudito titolo LIBERATORE DI POPOLI E FONDATORE DI REPUBBLICA. Così tu alto, solo, immortale, dominerai l'eternità, pari agli altri grandi nelle gesta e ne' meriti, ma a niuno comparabile nella intrapresa di fondare nazioni. (Ugo Foscolo)
Tutto ei provò: la gloria | maggior dopo il periglio | la fuga e la vittoria | la reggia e il tristo esiglio | due volte nella polvere | due volte sull'altar. | Ei si nomò: due secoli, | l'un contro l'altro armato, | sommessi a lui si volsero, | come aspettando il fato; | ei fe' silenzio, ed arbitro | s'assise in mezzo a lor. (Alessandro Manzoni)
Un riservatissimo medico americano, all'ombra dei grattacieli di Manhattan, tra gli altri titoli accademici, vanta un onorifico incarico. Custodisce il pene di Napoleone Bonaparte. John Latimer, questo il nome del conservatore del reperto anatomico, ovviamente al corrente dell'augusta provenienza, gelosamente cela l'imperiale appendice presso lo Squirer Urological Clinic della Columbia University. (Giuseppe Marcenaro)
Il metodo col quale Bonaparte si fece padrone della Francia è caratteristico dell'uomo e del suo tempo. Egli rovesciò la costituzione con l'astuzia e con la violenza.
La caduta di Napoleone è una trilogia, della quale Mosca, Lipsia e Fontainebleau sono le parti successive, e Waterloo è l'epilogo.
Nella storia d'Italia il più significativo aspetto della sistemazione politica data alla penisola da Napoleone non fu il tradimento ai danni di Venezia, ma la fondazione della Repubblica Cisalpina.
Quando pensiamo a Napoleone Bonaparte, quale mondo di visioni e di memorie sorge davanti alla mente nostra! Chi non conosce l'aspetto esteriore del più grande conquistatore e condottiero dell'èra moderna: quella piccola, o addirittura bassa statura, quella testa tonda e simmetrica, e il pallore ulivigno delle guance, e la fronte prominente, e il taglio del naso e della bocca, scolpito come nei più puri marmi dell'arte classica, e soprattutto gli occhi, fondi e incastonati, grigi e luminosi, ora balenanti elettriche scintille, ora velati e assorti in una specie di contemplazione impenetrabile? L'immagine di Napoleone è universalmente nota nel suo insieme, anche per quelle fogge d'abito nelle quali i pittori si sono tanto compiaciuti di ritrarlo.
↑ Da Massime e pensieri, a cura di Emmanuel de Las Cases, Tipografia Tommaso Fontana, Venezia, 1845, n. 36.
↑ (EN)What Sir? Would you make a ship sail against the wind and currents by lighting a bonfire under her deck? I pray you excuse me. I have no time to listen to such nonsense. (citato in Christopher Cerf e Victor Navasky, The Experts Speak, New York, Villard, 1998, p. 252. ISBN 0-679-77806-3)
↑ Citato in Bartolomeo Bertolini, Il valore vinto dagli elementi, vol. II, Milano, 1869, p. 347.
↑ Riferendosi alla corona ferrea, all'incoronazione come re d'Italia nel Duomo di Milano, 26 maggio 1805; citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013, n. 4805.
↑ Citato in De Laugier, Fasti e vicende dei popoli italiani dal 1801 al 1815, to. X, Firenze, 1836, p. 43 – Aless. Zanoli, Sulla milizia cisalpino-italiana, cenni storico-statistici dal 1796 al 1814, vol. II, Milano, 1845, p. 145.
↑ Dal Journal of the private life and conversation of the emperor Napoleon at Saint Helena by count de las Casas, London 1823; citato in George Rudé, Robespierre, traduzione di Maria Lucioni, Editori Riuniti, 1981.
↑ Citato in Natalino Irti, La Cina verso l'unità di un codice civile, Corriere della Sera, 31 gennaio 2017, p. 26.
↑ Citato in Honoré de Balzac, Massime e pensieri di Napoleone, n. 282.
↑ Dal discorso all'esercito in Egitto prima della battaglia delle Piramidi, 21 luglio 1798; citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013, n. 4804.
↑ Citato in Carolly Erickson, L'imperatrice creola, p. 128.
↑ Citato in Cesare Giardini, I processi di Luigi XVI e Maria Antonietta (1793).
↑ Citato in Carlo Zucchi, Memorie, pubblicate per cura di Nicomede Bianchi, Milano, 1861, p. 63.
↑ Citato in E. Blaze, La vie militaire sous l'Empire, vol. I, p. 5.
↑ Citato in Giuseppe Berti, Alessandro I, C.E.I., Giano. I tascabili doppi, Roma / Milano, 1966, pp. 18-19. Nel testo: Un giorno Napoleone dirà a Metternich: Sarebbe difficile avere più spirito di quanto ne ha l'imperatore Alessandro; ma trovo che nel suo carattere manca un pezzo e mi è impossibile scoprire di che pezzo si tratti. Cfr. Alessandro I, pp. 18-19.
Mario Grasso, Punti di vista, FrancoAngeli, Milano, 2001. ISBN 88-464-3200-2
Napoleone Bonaparte, Conversazioni sul cristianesimo: ragionare nella fede, a cura di Giorgio Carbone, prefazione di Giacomo Biffi, traduzione di Vito Patella, ESD-Edizioni Studio Domenicano, Bologna, 2013. ISBN 978-88-7094-849-3
Napoleone Bonaparte, Conversazioni sul cristianesimo: ragionare nella fede, a cura di Giorgio Carbone, prefazione di Giacomo Biffi, traduzione di Vito Patella, ESD-Edizioni Studio Domenicano, Bologna, 20162 ampliata. ISBN 978-88-7094-932-2
Cesare Giardini, I processi di Luigi XVI e Maria Antonietta (1793), Verona, Mondadori, 1934.
Emmanuel de Las Cases, Il Memoriale di Sant'Elena, a cura di Luigi Mascilli Migliorini, Rizzoli, Milano, 2013. ISBN 978-88-58-65732-4
Napoleone Bonaparte, L'arte di comandare, a cura di Francesco Perfetti, Newton & Compton, Roma, 2014. ISBN 978-88-541-7215-9
Len Deighton, La Guerra Lampo, traduzione di G. Simone, Longanesi editore, 1981. ISBN 8830401692