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partito politico italiano fondato nel 2007 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Partito Socialista Italiano (PSI) è un partito politico italiano di ispirazione riformista e socialdemocratica fondato il 5 ottobre 2007, che si dichiara in continuità con l'omonima formazione sciolta Il 12 novembre 1994.[11][14]
Partito Socialista Italiano | |
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Segretario | Enzo Maraio[1] |
Vicesegretario | Salvatore Oddo Vincenzo Iacovissi |
Coordinatore | Luigi Iorio |
Sede | Roma, Via Santa Caterina da Siena, 57[2] |
Abbreviazione | PSI |
Fondazione | 5 ottobre 2007[nota 1] |
Derivato da | |
Ideologia | Socialdemocrazia[3] Socialismo liberale Craxismo |
Collocazione | Centro-sinistra[4][5] |
Coalizione |
|
Partito europeo | Partito del Socialismo Europeo[7] |
Affiliazione internazionale | Internazionale Socialista |
Seggi Camera | |
Seggi Senato | |
Seggi Europarlamento | |
Seggi Consiglio regionale | 3 / 896 [8]
|
Testata | Avanti! Avanti! della Domenica[9] |
Organizzazione giovanile | Federazione dei Giovani Socialisti (FGS) |
Iscritti | 20 600 (2016)[10] |
Sito web | www.partitosocialista.it |
Inizialmente lanciato con il nome di Partito Socialista[15], il congresso fondativo si svolse fra il 4 e il 6 luglio 2008 e Il 7 ottobre 2009 assunse l'attuale denominazione.[15]
A livello internazionale aderisce all'Internazionale Socialista e al Partito del Socialismo Europeo.[16][17]
Un primo input arriva il 30 ottobre 2006 da Pietrasanta, dove si svolge un'assemblea dei movimenti di area socialista, liberale e laica promossa dal Circolo Rosselli e da Domani Socialista, con l'intento di promuovere la costruzione di un fiero Partito del Socialismo Italiano.[18]
Il 3 e il 4 marzo 2007 nella rocca di Bertinoro, sollecitato da Lanfranco Turci e Rino Formica, si riunisce il mondo «laico, liberale e socialista» per uscire dalla situazione di stallo della Rosa nel Pugno e ricomporre finalmente la diaspora. In quest'occasione Turci e Formica lanciano l'idea di una costituente.[19]
Dal V Congresso dei Socialisti Democratici Italiani, convocato in forma straordinaria ad aprile 2007, emerge inoltre una posizione totalmente diversa rispetto all'invito di aderire al Partito Democratico, considerato un «compromesso storico bonsai», un accordo tra i Democratici di Sinistra, di cultura post-comunista, e La Margherita, «un partito cattolico diretto verso lidi confessionali».[20][21][22]
Ragion per cui, nonostante le pressanti richiese giunte da Romano Prodi[23] di aderire al progetto del Partito Democratico, Boselli dichiara aperta la «Costituente Socialista», fissando un appuntamento all'autunno 2007 per realizzarne la fase conclusiva.[21] In quell'occasione egli affermò:
«Ai compagni che in questi giorni, anche prima, mi chiedevano come si chiamerà il nuovo partito che raccoglierà tutti i socialisti: quelli che vengono dalle nostre antiche esperienze, ma anche i giovani che guardano a noi come un punto di riferimento, io rispondo che si chiamerà come si è sempre chiamato, almeno dal 1893, con il Congresso di Reggio Emilia: Partito Socialista Italiano»
All'assise sono presenti Fabio Mussi e Gavino Angius, potenzialmente interessati al progetto.[24]
Il 23 maggio 2007[25], Ottaviano Del Turco, già ministro ed europarlamentare dello SDI, presidente in carica della Regione Abruzzo, che si era espresso favorevolmente all'adesione dello SDI al Partito Democratico, prendendo atto delle conclusioni del congresso nazionale, formalizza l'abbandono del partito per aderire al comitato promotore del nascente PD.[26][27]
Il Congresso del Nuovo PSI è convocato dal Consiglio Nazionale per il 23 e 24 giugno 2007 (al termine di una riunione burrascosa e piena di scontri).[28][29]
Il 26 maggio Gianni De Michelis riconvoca il Consiglio Nazionale, convinto da un ricorso di alcuni membri della direzione, secondo i quali il termine per la presentazione delle mozioni sarebbe stato fissato illegittimamente.[30] De Michelis, accogliendo il ricorso, stabilisce dunque una nuova data: il 7 e 8 luglio.
L'area riconducibile a Stefano Caldoro decide di proseguire nello svolgimento del congresso del 23-24 giugno all'Hotel Midas di Roma, come inizialmente prefissato, al termine del quale lo stesso Caldoro sarà eletto segretario del Nuovo PSI[31][32], manifestando la netta vicinanza politica e ideologica con la Casa delle Libertà e il centrodestra italiano[33].
Due settimane più tardi – come deciso – si svolge il congresso della componente di De Michelis che approva la sua mozione con la quale aderisce alla «Costituente Socialista» proposta da Boselli, abbandonando così la Casa delle Libertà.[34]
Questo congresso elegge segretario nazionale Mauro Del Bue, mentre De Michelis viene proclamato presidente.[35]
Tali posizioni vengono condivise dall'europarlamentare Alessandro Battilocchio e dagli altri rappresentanti del Partito Socialista Europeo[21][36][37].
Il 7 e 8 luglio si svolge a Chianciano la cosiddetta «Bertinoro 2» che vede – come per il primo convegno – a partecipazione di tutti i rappresentanti dei partiti e dei movimenti interessati al progetto, che ratifica la conclusione del primo passo verso la costruzione di una nuova forza politica «laica, liberale e socialista», così come si era deciso a Bertinoro.[38]
Il 14 luglio (anniversario della presa della Bastiglia e della fondazione della Seconda Internazionale) del 2007, all'Auditorium del Massimo a Roma, si aprono i lavori della Costituente socialista con l'obiettivo di ricreare in Italia una forza unitaria "socialista" che coinvolga tutte le personalità laiche, socialiste e riformiste, oltre a ricomporre la diaspora causata dallo scioglimento del Partito Socialista Italiano nel 1994.[39][40]
La manifestazione vede la partecipazione di una numerosa platea di vecchi e nuovi "compagni" ed è introdotta dall'intervento della presidente dell'Internazionale Socialista-Donne, Pia Locatelli.[41]
A conclusione della giornata si ha la firma simbolica da parte di tutti gli intervenuti di una "dichiarazione di intenti", illustrata dai rappresentanti delle federazioni giovanili dei partiti aderenti.[39]
Gavino Angius, in una lettera in occasione della Costituente Socialista, scrive:
«Le forze che si riconoscono nei valori del socialismo europeo potranno presto ritrovarsi in un progetto comune, magari in un'assemblea fondativa, per dare vita a una nuova sinistra di governo internata da nuovi protagonisti in grado di rappresentare efficacemente le impegnative sfide future»
Il 31 agosto l'Unità e Il Riformista pubblicano un appello, "Per un partito del socialismo europeo in Italia", firmato da Enrico Boselli, nonché da Gavino Angius e Valdo Spini, i quali ultimi, formalmente, abbandonano Sinistra Democratica per aderire alla Costituente.[42]
Il 5 e 6 ottobre si svolge a Roma la conferenza programmatica dal titolo (ironicamente riferito alle vicende del Partito Democratico) "Le primarie delle idee".[43]
Al progetto, promosso dai Socialisti Democratici Italiani di Enrico Boselli, aderiscono I Socialisti Italiani di Bobo Craxi e Saverio Zavettieri, la componente del Nuovo PSI facente capo a Gianni De Michelis e Mauro Del Bue, l'associazione Democrazia e Socialismo di Gavino Angius e Valdo Spini, alcuni fuoriusciti da Sinistra Democratica, l'associazione Socialismo è Libertà di Rino Formica, l'Associazione Nazionale per la Rosa nel Pugno guidata da Lanfranco Turci, la Costituente Laica Liberal-Socialista, alcuni dissidenti di altri partiti, come la ex DL Cinzia Dato e l'ex DS Roberto Barbieri.
Alla conferenza partecipano anche personalità del mondo accademico, tra cui Luciano Pellicani e Pietro Ichino.
Vi sono anche rappresentanti del mondo sindacale (su tutti il segretario della UIL Luigi Angeletti), il presidente del Partito del Socialismo Europeo, Poul Rasmussen e compiaciute delegazioni del Partito Socialdemocratico di Germania e del PSOE.[44][45]
L'intento di tutti i partecipanti è quello di ricomporre la diaspora socialista[nota 2], conseguenza dello scioglimento del PSI storico, per dotare l'Italia di un partito della sinistra riformista che abbia nel socialismo europeo il proprio riferimento[46] e che faccia vivere i principi del socialismo democratico liberale, realizzando una politica di allargamento dei diritti civili e sociali.
In questa occasione vengono indicate tre personalità del passato come riferimento per i programmi del nuovo partito: Marco Biagi, Loris Fortuna e Giuseppe Di Vittorio.[45]
Il 24 luglio 2007 si riunisce per la prima volta il comitato promotore il quale, integrato dalle adesioni successive, è composto da: Gavino Angius, Roberto Barbieri, Enrico Boselli, Bobo Craxi, Cinzia Dato, Mauro Del Bue, Gianni De Michelis, Rino Formica, Franco Grillini, Ugo Intini, Pia Locatelli, Alberto Nigra, Gianfranco Schietroma, Valdo Spini, Lanfranco Turci, Roberto Villetti, Saverio Zavettieri.[47]
Il comitato promotore è affiancato da un comitato organizzatore, composto da: Rapisardo Antinucci, Alberto Nigra, Franco Benaglia, Antonio Demitry, Rosario De Maio, Antonio Perini e Massimo Perna. A quest'ultimo viene affidato il compito di coordinare il lavoro operativo per condurre la costituente al congresso fondativo.
Con l'adesione al progetto dei "fuoriusciti" da Sinistra Democratica è garantita la presenza socialista anche al Senato come componente del Gruppo misto.
Nel novembre 2007 I Socialisti Italiani, data la non condivisione del segretario Zavettieri delle finalità e della metodologia del progetto costituente, non sottoscrivono l'accordo costitutivo del partito; in disaccordo con questa decisione, Bobo Craxi e Franco Simone abbandonano i SI.
Alla Camera, dal 18 dicembre 2007, il gruppo della Rosa nel Pugno cambia nome in Socialisti e Radicali-RnP, al fine di consentire l'ingresso dei deputati non eletti nella lista radical-socialista.[48]
Il processo costituente subisce una brusca frenata a causa dell'anticipato appuntamento elettorale: la caduta del governo Prodi provoca uno sconvolgimento nel sistema italiano che porta tutte le forze politiche a rivedere le proprie alleanze. In quest'ottica il Partito Socialista cerca un dialogo con il Partito Democratico, rivendicando nel contempo la propria autonomia.[49]
In seguito – a causa del rifiuto di apparentamento da parte del PD di Walter Veltroni (concesso invece alla sola lista di "Italia dei Valori" di Antonio Di Pietro[50]) – Boselli annuncia la corsa solitaria dei socialisti[51], da soli e al di fuori di ogni coalizione.[52]
L'8 marzo, constatata l'impossibilità di allearsi col PD[53], viene resa ufficiale l'intenzione dei socialisti di correre da soli con un proprio candidato premier e con un proprio programma (dal titolo "Per un'Italia laica, civile e moderna") presentato lo stesso giorno in una manifestazione a Roma alla quale partecipa, con un video, George Papandreou, che annuncia l'appoggio al partito da parte dell'Internazionale Socialista, di cui è presidente.[54]
Proprio i riferimenti internazionali rappresentano uno dei punti maggiori della propaganda elettorale, con particolare attenzione alla situazione spagnola e alla forte affermazione di Zapatero.[52][54]
La proposta programmatica pone innanzitutto l'accento sulle tragedie delle "morti bianche"; a tal proposito si auspica l'istituzione di un fondo speciale per le famiglie dei caduti sul lavoro[55].
Altri punti riguardano: la necessità di un aumento della spesa pubblica e privata sulla ricerca, le liberalizzazioni da attuare (a partire dalle assicurazioni), la difesa della scuola pubblica, l'introduzione del reddito minimo garantito, l'unità politica dell'Europa sulla base del federalismo democratico e del principio di sussidiarietà, il rifiuto di pericolose forme di discriminazione.
Sulla laicità e i diritti civili, invece, è stato presentato agli elettori un "Patto laico" con cui il Partito Socialista si impegna a promuovere il divorzio breve, le unioni civili, la difesa della legge 194 sull'aborto, l'introduzione legale della "pillola del giorno dopo" e di altri anticoncezionali, una legge su procreazione assistita e una sul testamento biologico, ribadendo il diritto di ogni essere umano a decidere della propria vita.[56]
La questione ambientale, invece, è trattata dal "Manifesto eco-socialista" costituito di 10 punti su clima, energia, rifiuti e inquinamento. All'interno di tale documento è presentata la tutela dell'ambiente come «l'aspetto fondamentale per uno sviluppo sostenibile», e si propongono investimenti su fonti di energia alternative (fotovoltaico ed eolico) e su modelli di autoproduzione energetica.[57]
Il Partito Socialista comincia fin dai primi giorni una propaganda di forte impatto attraverso il portale internet siamoincazzati.com e con una serie di manifesti aventi come oggetto alcuni dei temi principali del programma socialista (difesa dei lavoratori, lotta al precariato, diritti civili, condizione delle donne e dei pensionati).
Il taglio "aggressivo" e deciso viene confermato nelle fasi successive della campagna elettorale nella quale sono sottolineati gli aspetti principali del programma. Su laicità e diritti civili, ad esempio, è proposta a Roma la candidatura a sindaco di Franco Grillini, appoggiata dall'Arcigay e contrapposta sul piano programmatico a quella «troppo confessionale» di Francesco Rutelli.[58]
Una delle costanti del periodo elettorale è la protesta contro i mezzi di informazione, rei di aver oscurato il Partito Socialista in favore del "duopolio" PD-PdL, culminata nel clamoroso abbandono da parte di Boselli della trasmissione Porta a porta e in una successiva protesta davanti alla sede della RAI.[59][60]
Un'altra scelta che suscita molto scalpore e reazioni contrastanti è la messa in onda di uno spot televisivo con oggetto la figura di Gesù, «definito il primo socialista della storia».[61]
Il 26 marzo Enrico Boselli comincia da Porta Pia il tour in giro per l'Italia con un TIR su cui campeggia lo slogan «Corre il vento socialista».[62]
Alle elezioni politiche in Italia del 2008, il Partito Socialista ottiene lo 0,98%[63] alla Camera e lo 0,87%[64] al Senato. Non è eletto alcun parlamentare presentatosi nelle liste del partito. Il PSI ha però appoggiato quattro candidati di centrosinistra nei collegi senatoriali del Trentino-Alto Adige, due di questi candidati sono stati eletti, uno del PD e uno della Südtiroler Volkspartei.
A seguito della débâcle elettorale Enrico Boselli presenta le sue dimissioni dalla guida del partito e viene annunciata la convocazione del congresso di fondazione per i giorni 4-5-6 luglio 2008.[nota 3][65][66]
Esse propongono linee diverse:
I lavori si aprono con delle parentesi di storia e attualità attraverso dei video e delle relazioni sulla Primavera di Praga, sulla pena di morte e sulla situazione del Tibet, a cui segue la presentazione delle mozioni.
Il secondo giorno è quello del dibattito congressuale e degli interventi di delegati e rappresentanti degli altri partiti. Particolare attenzione è data all'intervento di Walter Veltroni, leader del PD, che, pur accolto dalla platea con fischi e contestazioni, ha invitato a ricostruire il rapporto tra PSI e PD, basandosi sulla presunta base comune del riformismo di centrosinistra.[71]
Il 5 luglio 2008, dopo che i firmatari della prima mozione assicurarono la confluenza dei voti dei propri delegati in favore della terza mozione e a seguito del ritiro della candidatura di Pia Locatelli, il partito approva un documento politico unitario e vota all'unanimità l'elezione a segretario nazionale di Riccardo Nencini.[72]
Su l'Unità del 29 settembre 2008 Gavino Angius annuncia il suo avvicinamento al Partito Democratico e la conseguente uscita dal Partito Socialista, ritenuto un «progetto fallito». Insieme con lui decide l'uscita dal PS l'intero gruppo di Democrazia e Socialismo, associazione composta prevalentemente dai sostenitori della terza mozione dell'ultimo congresso dei Democratici di Sinistra, fra cui Franco Grillini, Accursio Montalbano e Alberto Nigra.[73][74]
Nell'ottobre 2008 riprende l'azione di protesta contro l'oscuramento del partito sulle reti RAI: il 3 ottobre il segretario Nencini incomincia uno sciopero della fame e il 9 ottobre viene ricevuto dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.[75][76][77]
Il 25 ottobre 2008 il Partito Socialista scende in piazza nella manifestazione promossa dal Partito Democratico segnando una distensione nei rapporti col PD dopo la rottura delle ultime elezioni politiche.[78]
Il PS torna a criticare i Democratici per l'approvazione da parte del PD, d'accordo col PdL, di una nuova legge elettorale per le europee con sbarramento al 4%. A seguito di ciò e in vista delle elezioni europee del 2009 il Partito Socialista stringe un'alleanza con Sinistra Democratica, il Movimento per la Sinistra, i Verdi e Unire la Sinistra, per costituire una lista comune chiamata Sinistra e Libertà (SL), «laica e di sinistra», che nelle intenzioni del PS doveva essere aperta anche ai Radicali, e che viene presentata il 16 marzo.[79]
Nelle elezioni del 6 e 7 giugno 2009, i 15 candidati del PSI in Sinistra e Libertà raccolgono complessivamente 127 435 preferenze: il più votato risulta essere Marco Di Lello con 42.480 preferenze.
La lista nel suo complesso, pur raggiungendo il 3,13% dei voti, non riesce a eleggere alcun parlamentare europeo.
Dopo mesi di disagio, l'11 settembre 2009 Bobo Craxi e altri annunciano per il successivo 10 ottobre un «congresso nazionale dei socialisti autonomisti», cioè di quei socialisti contrari alla confluenza in Sinistra e Libertà. Dal congresso nascono i Socialisti Uniti - PSI.[80]
Il 14 novembre 2009 il segretario Nencini annuncia che la coalizione con i partiti di Sinistra e Libertà è conclusa.[81][82]
Nello stesso anno il partito decise di assumere nuovamente, su proposta di Nencini, il nome di Partito Socialista Italiano.[83]
A febbraio 2010 pare ricomposta la divisione con la componente di Bobo Craxi: il partito annuncia infatti che l'ex sottosegretario agli Esteri resta nel PSI avendo rinnovato la tessera.[84]
In occasione delle elezioni regionali del 2010 il PSI appoggia ovunque i candidati del centro-sinistra, presentandosi con il proprio simbolo in Lombardia, nel Lazio e in Basilicata e giungendo nelle altre regioni ad accordi elettorali con altri partiti. In particolare: in Puglia, Veneto, Campania e Calabria si presenta con Sinistra Ecologia Libertà (in Puglia nella lista di SEL e nelle altre Regioni lista comune SEL-PSI); in Toscana e in Emilia-Romagna esprime propri candidati all'interno del Partito Democratico; in Piemonte promuove una lista comune con i Socialisti Uniti - PSI; nelle Marche e in Umbria si federa con alcuni movimenti minori.
Alla fine il partito elegge 14 consiglieri regionali, raccogliendo il più elevato numero di eletti tra i partiti cosiddetti «minori» e classificandosi terzo nel centro-sinistra dopo il PD e l'IdV.[85]
La metà dei suoi consiglieri regionali, però, vengono eletti nelle liste di SEL, e aderiscono ai suoi gruppi consiliari.
Il secondo congresso nazionale del PSI si tiene a Perugia dal 9 all'11 luglio 2010.[86][87]
Tra gli invitati figurano: Pier Luigi Bersani (segretario nazionale del PD), Pier Ferdinando Casini (leader dell'UDC), Francesco Rutelli (Alleanza per l'Italia), Angelo Bonelli (Federazione dei Verdi), Mario Staderini (segretario nazionale dei Radicali Italiani), Paolo Ferrero (Rifondazione Comunista), Maurizio Sacconi (Ministro del Lavoro), Guglielmo Epifani (CGIL) e Carmelo Barbagallo (UIL).[86]
Il 10 luglio Nencini è riconfermato segretario a larga maggioranza, con 11 voti contrari e 4 astenuti su 649.[87][88]
Il 28 gennaio 2011, in occasione del congresso regionale del PSI della Puglia, Onofrio Introna (consigliere regionale del PSI e presidente del consiglio regionale pugliese) dichiara che non intende rinnovare la tessera del partito per il 2011.[89]
Nell'aprile 2011 il consiglio nazionale del PSI, riunito a Reggio Emilia, decide di inserire il tricolore nel simbolo del partito, in onore del 150º anniversario dell'Unità d'Italia.[90]
Il 28 luglio 2011, dopo una lunga militanza in Forza Italia, aderisce al movimento l'ex ministro della Famiglia del Governo Berlusconi I ed ex sottosegretario alla Salute nei governi Berlusconi II e III Antonio Guidi.[91]
Nel 2011 il senatore Carlo Vizzini, già segretario del Partito Socialista Democratico Italiano e Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, lascia Il Popolo della Libertà e aderisce al PSI, che torna così ad avere una rappresentanza parlamentare dopo tre anni.[nota 4][92]
Alle elezioni regionali in Molise del 2011 il partito elegge un consigliere regionale, all'interno della coalizione di centro-sinistra.
Il partito riacquista visibilità nell'ottobre 2012, quando il Segretario Nencini firma, insieme con Pier Luigi Bersani e Nichi Vendola, la Carta d'Intenti in vista delle elezioni politiche del 2013, dando vita alla coalizione di centro-sinistra detta Italia. Bene Comune.[93][94]
In occasione delle elezioni primarie di coalizione il PSI sostiene la candidatura di Pier Luigi Bersani, sia al primo sia al secondo turno; Bersani risulta vittorioso e diventa quindi il candidato presidente del consiglio della coalizione.[95]
Alle elezioni politiche del 2013 per il centro-sinistra si presentano tre liste, quella del Partito Democratico, di Sinistra Ecologia Libertà e del Centro Democratico, che sostengono Pier Luigi Bersani come futuro premier.
Il PSI presenta propri candidati nelle liste del PD sia alla Camera sia al Senato, tranne che in Lazio, Campania e Calabria, dove le liste sono comuni solo per la Camera.[96]
Il partito ottiene l'elezione di quattro deputati (Raffaele Di Gioia, Marco Di Lello, Pia Locatelli e Oreste Pastorelli) e due senatori (Riccardo Nencini nelle Marche e Fausto Guilherme Longo nella circoscrizione America meridionale), tutti candidati nelle liste del PD.
Alla fine di aprile il partito accorda la fiducia al Governo Letta, a seguito del fallimento di Bersani di formare un governo.[97]
In seguito il segretario Nencini precisa, in un'intervista all'Avanti!, che:
«Ora metteremo in pratica ciò che abbiamo dichiarato nel dibattito in Parlamento. Sosterremo il governo negli indirizzi generali della sua politica così come riferiti al programma. In secondo luogo esamineremo punto per punto i singoli provvedimenti. Nessuna fiducia al buio. Terzo, esigo che la convenzione costituente venga costruita tenendo conto di tutte le forze politiche presenti in Parlamento. Tutti i partiti presenti devono contribuire a scrivere le nuove regole»
In seguito alle dimissioni di Ignazio Marino del 22 maggio 2013, entra in Senato il socialista Enrico Buemi, che passa a far parte del Gruppo Per le Autonomie (SVP, UV, PATT, UPT) - PSI diventando così il terzo senatore socialista.[99]
Nell'estate del 2013 il segretario Nencini invita i cittadini a firmare per i referendum proposti dal partito radicale, dichiarando: «La questione giustizia prescinde dal caso Berlusconi: riguarda un italiano su sei, perché ci sono 10 milioni di cause aperte, alcune risalenti anche al precedente millennio».[100][101][102]
Il 12 settembre 2013 il partito organizza la sua festa nazionale a Grosseto, intitolata «Europei di lingua italiana», alla quale sono invitati (tra gli altri) Guglielmo Epifani, Nichi Vendola, Benedetto Della Vedova, Francesco Ferrara, Mario Staderini, Vannino Chiti, Goffredo Bettini, Claudio Martelli e Luigi Angeletti.[103]
Nell'ottobre 2013 il partito organizza una campagna per la candidatura alla presidenza della Commissione europea di Martin Schulz (PSE), all'epoca presidente del Parlamento europeo ed esponente di spicco del Partito Socialista Europeo, di cui il PSI fa parte.[104][105]
Alla fine del mese Marco Di Lello, capogruppo alla Camera dei deputati del PSI, ha espresso la volontà del partito di partecipare alle elezioni europee del 2014 con una lista unica (insieme con PD e SEL):[106]
«L’obiettivo è chiaro: arrivare alle elezioni europee con una sinistra unita che si riconosce nel Partito Socialista Europeo: stiamo lavorando in questo senso.»
Alle elezioni regionali del Lazio del 24 e 25 febbraio 2013, che vedono vincitore Nicola Zingaretti e la coalizione di centro-sinistra, il PSI, ottenendo l'1,98%, elegge all'interno della coalizione vincente un consigliere regionale nella circoscrizione di Roma, Oscar Tortosa[107], poi sostituito da Daniele Fichera.
Alle elezioni regionali in Lombardia ottiene lo 0,30% e in quelle in Molise ottiene l'1,87%, senza conseguire tuttavia alcun seggio.
Il PSI partecipa alle elezioni regionali in Trentino-Alto Adige del 27 ottobre 2013:
In quell'occasione il PSI non ottiene alcun seggio.
Nello stesso anno il PSI partecipa alle elezioni regionali in Basilicata del 17 e il 18 novembre 2013, sostenendo con una propria lista il candidato a Presidente Marcello Pittella, all'interno della coalizione di centro-sinistra (insieme con PD, IdV, Centro Democratico).[112]
In quell'occasione il PSI ottiene un seggio (nella persona di Francesco Pietrantuono), così come alle precedenti elezioni.[113]
In occasione del voto al Senato sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, come previsto della legge Severino, il partito, attraverso il portavoce del gruppo Per le Autonomie - Partito Socialista Italiano Karl Zeller (di cui il PSI fa parte), dichiara il proprio voto a favore della decadenza.[114][115][116]
Il terzo congresso del partito si svolge a Venezia in tre giornate (29 novembre, 30 novembre e 1º dicembre). Esso avrebbe dovuto eleggere il nuovo segretario, scegliendo fra tre mozioni distinte:
Al termine delle votazioni Riccardo Nencini risulta eletto nuovamente alla segreteria a larghissima maggioranza.[120]
Il congresso da inoltre spazio a numerosi interventi, tra cui: Gaetano Quagliariello (NCD), Gianfranco Schietroma (PSI), Lello Di Gioia (PSI), Carlo Vizzini (PSI), Adela Gambaro (ex M5S), Carmela Parziale (Unione delle Camere Penali), Pier Virginio Gastoli (Consiglio Italiano del Movimento Europeo), Luana Zanella (Verdi), Luigi Angeletti (UIL), Nichi Vendola (SEL) e Susanna Camusso (CGIL).[121]
Anche il presidente del Consiglio Enrico Letta interviene al congresso, di ritorno da un viaggio da Vilnius.[120][122]
Il 26 febbraio 2014, a seguito delle dimissioni di Enrico Letta dalla carica di presidente del Consiglio, il PSI accorda la fiducia al nuovo governo, presieduto da Matteo Renzi.[123][124] Il segretario Nencini afferma, nel suo discorso al Senato:[125]
«Oggi daremo la fiducia a un governo europeista [che] nasce con l'ambizione di giungere al 2018. Dovrà affrontare anni difficili: fragilità sociale, vacuità della sovranità, debolezza economica.»
Il 28 febbraio Renzi annuncia la nomina di Nencini a vice-ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti[126], assegnando ai socialisti una rappresentanza nell'esecutivo.[127][128] A seguito di ciò Bobo Craxi ricorderà a Nencini che esiste «incompatibilità tra le [due] cariche» e gli chiederà di affrontare la questione.[129]
Il 19 marzo la direzione nazionale del PSI, a larga maggioranza, concede a Nencini una deroga per poter svolgere contemporaneamente le due funzioni.[130]
In occasione del dibattito sulla riforma della legge elettorale, fortemente voluta da Matteo Renzi, gli esponenti socialisti criticano alcuni aspetti di tale riforma, quali le percentuali troppo elevate delle soglie di sbarramento e la mancanza delle cosiddette «quote rosa».[131][132][133] Nonostante ciò il PSI vota a favore della riforma elettorale alla Camera dei deputati.[134][135]
I socialisti, in occasione delle elezioni regionali in Sardegna del 2 marzo 2014, si schierano a sostegno del candidato a Presidente del Partito Democratico Francesco Pigliaru, con una propria lista che ottiene l'1,39% dei voti, con l'elezione a consigliere regionale di Raimondo Perra.[136]
Il 3 aprile 2014 il vicesegretario del PD, Lorenzo Guerini, annuncia che:[137]
«Alle prossime elezioni europee vi saranno candidati del Partito Socialista nelle liste del PD. È l'inizio di una collaborazione che potrebbe anche portare alla confluenza del PS dentro il PD.»
Il segretario Nencini conferma l'accordo con il democratici, sottolineando il suo apprezzamento per il nuovo simbolo elettorale del PD, che ha un chiaro riferimento al PSE[138] e ribadendo l'importanza di sostenere Martin Schulz alla presidenza della Commissione europea.[139]
I candidati socialisti nelle liste del PD sono stati 4: Rita Cinti Luciani nella circoscrizione Italia nord-orientale, Mario Serpillo in quella dell'Italia meridionale, Marina Lombardi nella circoscrizione Italia nord-occidentale, Claudio Bucci nella circoscrizione dell'Italia centrale.[140][141]
La lista del Partito Democratico ottiene il 40,8% dei voti, eleggendo 31 eurodeputati, ma tra loro non vi è nessun esponente del PSI. I quattro candidati socialisti hanno raccolto 95.443 preferenze.
I socialisti, in occasione delle elezioni regionali del 2015, si schierano, in tutte le regioni che vanno al voto, a sostegno dei candidati a Presidente del Partito Democratico, con proprie liste o liste civiche.[142]
In occasione delle elezioni regionali in Campania, il PSI partecipa alle primarie di coalizione del centrosinistra, candidando Marco Di Lello alla carica di presidente della regione.[143] L'esponente socialista ottiene circa il 5,5%, mentre le primarie vengono vinte da Vincenzo de Luca del (PD)[143][144]. Il 31 maggio la lista socialista, alleata del PD, raccoglie il 2,2% e un seggio al consiglio regionale, nella persona di Enzo Maraio.[145][146]
In occasione delle elezioni regionali nelle Marche, il PSI contribuisce alla nascita di Uniti per le Marche, formazione alleata del PD e dell'UDC, che comprende anche la Federazione dei Verdi, l'Italia dei Valori, Scelta Civica per l'Italia e un coordinamento di Liste Civiche.[147] La lista sostiene la candidatura a presidente di Luca Ceriscioli (PD)[147]. La lista ottiene il 5% dei voti e due seggi in consiglio regionale, entrambi di esponenti socialisti, Boris Rapa e Moreno Pieroni (quest'ultimo entra in Giunta come assessore).[148]
Alle elezioni regionali in Veneto, i socialisti sostengono la candidatura di Alessandra Moretti (PD) con una lista elettorale chiamata Veneto Civico, insieme con Italia dei Valori e Scelta Civica per l'Italia[149][150]. La lista raccoglie l'1,45% dei voti e un seggio in consiglio regionale, ottenuto da un indipendente (Pietro dalla Libera).[151]
In occasione delle elezioni regionali in Toscana, il PSI presenta la lista "Il Popolo Toscano", alleata del PD, a sostegno della ricandidatura di Enrico Rossi[152][153]. La lista ottiene l'1,72% dei voti e non ottiene l'elezione di alcun consigliere regionale.[154]
Nelle elezioni regionali in Umbria del 2015 il PSI promuove la lista “Socialisti Riformisti Territori per l'Umbria”, in appoggio della ricandidatura della Presidente uscente Catiuscia Marini, del Partito Democratico. Risulta eletto consigliere l'assessore regionale uscente Silvano Rometti[155]. Inoltre, l'ex sindaco socialista del Comune di Avigliano Umbro, Giuseppe Chianella, è nominato assessore esterno nella Giunta Marini.[156]
Il 12 giugno 2015 Lello Di Gioia annuncia la sua decisione di lasciare il PSI. Secondo quanto riporta il Corriere del Mezzogiorno, il deputato socialista risulta coinvolto in un'inchiesta condotta dalla Procura di Trani sul fallimento di un istituto sanitario ecclesiastico privato.[157] Tale decisione viene presa «per non coinvolgere il partito».[157][158]
Successivamente, in un'intervista al Corriere della Sera nell'estate del 2015, il deputato socialista Marco Di Lello annuncia la sua intenzione di aderire al PD e di proporre la stessa soluzione a tutto il partito socialista.[159][160]
Questa decisione causa numerose polemiche tra esponenti dello PSI contrari alla proposta, tra cui Pia Locatelli, Enrico Buemi e Fausto Guilherme Longo.[161][162] Anche il segretario Nencini si schiera contro questa possibilità, affermando che:[161]
«I parlamentari socialisti tutti – da Buemi a Longo al Senato, da Pia Locatelli a Pastorelli alla Camera – e così i segretari regionali e i consiglieri regionali, con i quali ho parlato, restano al loro posto. Con convinzione. Rivolgo un appello a tutti i socialisti. C’è bisogno di unità per dare dignità alla nostra storia e per tenerla in vita. C’è bisogno di tutta la forza che abbiamo.»
Nencini infine dichiara che:[160]
«È una decisione solitaria, il popolo socialista è ugualmente numeroso.»
L'11 settembre 2014 aderisce al gruppo parlamentare Per le Autonomie - PSI - MAIE e al PSI il senatore Lorenzo Battista, espulso dal Movimento 5 Stelle, mentre a novembre è il turno di Claudio Fava (ex SEL).[163] In seguito, alla fine del 2015, Fava aderirà a Sinistra Italiana, abbandonando il PSI.[164]
Il 14 ottobre 2015 Nencini annuncia che, all'interno dell'Assemblea regionale siciliana, tre suoi componenti hanno aderito al partito, portando la sua presenza a cinque deputati regionali.[165] Gli altri due esponenti socialisti erano il vice presidente vicario dell'ARS Antonio Venturino e il deputato questore Nino Oddo.
I neo-deputati socialisti, Giovanni Di Giacinto, Marco Forzese e Antonio Malafarina, appartenevano tutti alla lista Il Megafono, il cui leader e poi unico esponente era l'allora presidente Rosario Crocetta.[166][167]
Successivamente venne costituito un intergruppo parlamentare con Sicilia Futura[168].
Il 2 dicembre 2015 Carmelo Lo Monte, deputato eletto con il Centro Democratico si iscriveva ufficialmente.[169]
Esso si svolge a Salerno dal 15 al 17 aprile 2016 e vede la mancata partecipazione ai lavori della componente di Area socialista guidata da Bobo Craxi, che contemporaneamente ha convocato un'assemblea a Roma per il no alla riforma costituzionale Renzi-Boschi e alla legge elettorale maggioritaria "Italicum"[170]. Sulla base dell'unica mozione presentata al Congresso, il segretario uscente Riccardo Nencini viene nuovamente riconfermato[170][171][172]. La legittimità del congresso verrà poi contestata in sede giudiziaria dalla componente che aveva disertato l'assise[nota 5].
In occasione del referendum abrogativo del 2016 in materia di trivellazioni per l'estrazione di idrocarburi nelle acque territoriali italiane entro le 12 miglia nautiche dalla costa, il PSI non risulta né tra i soggetti favorevoli alle trivellazioni né in quelli contrari.[173]
Nonostante ciò il PSI della Sicilia (con altre federazioni locali del PSI[174][175]) si schiera a favore del «sì» e quindi contro la prosecuzione delle attività estrattive senza limiti di tempo, fino al completo esaurimento dei giacimenti.[176]
In vista del referendum sulla Riforma costituzionale Renzi-Boschi la posizione assunta è chiaramente per il «sì»[177][178].
Bobo Craxi, in polemica con la maggioranza nenciniana del PSI, ha presieduto il "Comitato Socialista per il NO"[178], al quale hanno aderito numerose personalità socialiste, a partire dall'ex-ministro Rino Formica (che è stato nominato Presidente Onorario), e i promotori del ricorso giudiziale contro il Congresso di Salerno: Angelino Sollazzo, Roberto Biscardini, Gerardo Labellarte, Pieraldo Cucchi, Aldo Potenza[179].
Nel dicembre 2016 sui quotidiani la Repubblica e il Fatto Quotidiano viene riportata la notizia secondo cui la 3ª sezione civile della Corte d'Appello di Roma ha sospeso in via cautelare gli effetti del congresso nazionale di Salerno vinto ad aprile dall'allora segretario Nencini[180][181]. La Corte era stata investita della decisione su ricorso dello stesso Nencini in quanto in precedenza (nel settembre 2016) il tribunale ordinario – in primo grado – aveva preso la stessa decisione di bloccare, in via cautelare, gli effetti del precedente congresso.[180][182]
Le motivazioni di tale sospensione cautelare sono da ricercare in alcune anomalie nel tesseramento. Secondo la ricostruzione de la Repubblica:[180]
«[...] il tesseramento potrebbe essere stato gonfiato di sedicimila tessere, secondo il ricorso presentato alla magistratura da cinque membri del partito (Roberto Biscardini, Pieraldo Ciucchi, Gerardo Labellarte, Aldo Potenza e Angelino Sollazzo).»
Infatti – secondo i ricorrenti – solo 6.000 tessere sono state «effettivamente pagate», mentre il segretario aveva dichiarato circa 22.000 iscritti regolari. Nencini sostiene – invece – che non vi è stata alcuna irregolarità nel tesseramento.[180]
In seguito all'annullamento del precedente congresso, l'Assemblea Nazionale convoca un congresso straordinario, da tenersi a Roma il 18 e 19 marzo 2017. L'unico candidato alla segreteria Riccardo Nencini risulta essere – per la quinta volta consecutiva – eletto segretario del partito, con tre voti contrari e nessun astenuto.[183][184]
La corrente di minoranza – chiamata Area Socialista e coordinata dal deputato Bobo Craxi – non ha presentato alcun candidato in polemica con la scelta di Nencini di voler cercare di coalizzarsi con il Partito Democratico in vista delle future elezioni.[184]
Secondo Craxi – che esclude per ora un'alleanza con il Movimento Democratico e Progressista dei fuoriusciti dal PD – bisogna cercare di rendersi più indipendenti dalle politiche di Matteo Renzi:[184]
«Il 4 dicembre è successo qualcosa di importante e quindi su quella base bisogna costruire delle alleanze, E io mi trovo, non per motivi ideologici, ma sulla base delle scelte politiche, maggiormente vicino a Bersani che ad un Pd a trazione democristiana.»
Nencini ha prontamente risposto[183]:
«Non si può consentire che Bobo Craxi scriva di un congresso farsa. Quel socialista lì vada dove gli pare e mi fermo qui per rispetto del cognome. È vittima della sindrome di Stoccolma, felice di sentirsi prigioniero. Auguri e buona strada»
Nel frattempo il deputato Carmelo Lo Monte lascia il partito e aderisce alla Lega Nord.[185]
Alle elezioni regionali in Sicilia del 2017 il PSI si schiera a sostegno del candidato del centro-sinistra Fabrizio Micari,[186] presentandosi alla competizione unitamente al movimento Sicilia Futura di Totò Cardinale, dando vita alla lista unitaria "Sicilia Futura-PSI" che ottiene il 6% dei voti e due seggi, nessuno dei quali spettante però al PSI.[187][188]
In vista delle imminenti elezioni politiche il 14 dicembre 2017 nasce Insieme, lista che federa il PSI, i Verdi e i prodiani di Area Civica a sostegno del PD di Matteo Renzi[189][190].
I candidati di area socialista nei collegi uninominali sono 2 alla Camera (Luigi Incarnato e Gianrico Ranaldi) e 4 al Senato (Lorenzo Cinquepalmi, Enrico Buemi, Riccardo Nencini e Oreste Pastorelli)[191]. Alla fine risulteranno eletti solo Riccardo Nencini e Fausto Guilherme Longo (candidato in Sud America nella lista PD).
In seguito all'esito deludente del voto, Nencini si dimette dalla carica di segretario; le dimissioni sono però respinte dalla segreteria nazionale.[192]
Nel 2019 si tengono le elezioni regionali in Abruzzo, dove il PSI si presenta insieme con Italia dei Valori, ottenendo il 0,93%, restando fuori dal Consiglio regionale. Due settimane dopo si tengono le elezioni regionali in Sardegna, in cui il PSI si allea insieme con l'Unione Popolare Cristiana ottenendo l'1,35% dei voti, restano anche in queste elezioni fuori dal Consiglio Regionale.
Il 16 febbraio 2019 il Consiglio nazionale del partito convoca un nuovo Congresso straordinario per decidere il successore di Nencini (nuovamente dimissionario). Il Congresso si tiene a Roma tra il 29 e il 31 marzo 2019. Si confrontano due mozioni:
Risulta vincitrice la mozione a sostegno di Maraio, che è eletto segretario, mentre viene nominato un nuovo Consiglio Nazionale. Al congresso sono presenti come ospiti Nicola Zingaretti, Roberto Speranza, Maurizio Turco, Benedetto della Vedova e Luis Ayala.[193]
In vista delle elezioni europee del 2019, dopo un iniziale tentativo di formare una lista unica con il Partito Democratico e Articolo Uno, in nome della comune affiliazione al Partito del Socialismo Europeo, il PSI decide di formare una lista comune con +Europa e Italia in Comune, ma in caso di elezione, i candidati socialisti potranno sedere nell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici.[194] La lista ottiene il 3,11% non riuscendo a superare la soglia di sbarramento fissata al 4% e non ottenendo alcun europarlamentare.
Alle elezioni regionali in Umbria del 2019 insieme con Democrazia Solidale presenta la lista Bianconi per l'Umbria a sostegno del candidato del centro-sinistra Vincenzo Bianconi che perderà contro la candidata del centro-destra; la lista raccoglie il 4,03% e viene eletto consigliere regionale Andrea Fora, ex presidente di Confcooperative e inizialmente proposto come candidato presidente; Fora passerà a Italia Viva nel 2023.[195]
Con la caduta del governo Conte I e a seguito delle consultazioni per la creazione del governo Conte II, sostenuto anche da PD, Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali, il PSI esprime sin da subito la volontà di esprimere la fiducia al nuovo esecutivo[196][197].
Il 18 settembre 2019, Riccardo Nencini ed Enzo Maraio annunciano la creazione di un nuovo gruppo parlamentare in Senato, che unisca il PSI e il nuovo partito dell'ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi, Italia Viva, che sarà composto così da 15 senatori (di cui 13 di Italia Viva – provenienti dal PD –, uno proveniente da FI e uno del PSI)[198][199]. Il nuovo gruppo ha preso il nome "Italia Viva-PSI"[200].
Il 26 novembre 2019, in seguito a una consultazione tra gli iscritti, il PSI adotta un nuovo simbolo simile a quello storico con all'interno il tradizionale garofano[201][202].
Alle elezioni regionali del 2020 in Emilia-Romagna e in Calabria il PSI sostiene rispettivamente i candidati del centro-sinistra il presidente uscente Stefano Bonaccini, formando una lista con +Europa e il Partito Repubblicano Italiano ottenendo l'1,53%[203], e l'imprenditore Pippo Callipo, nella lista Io resto in Calabria e Democratici e Progressisti con Articolo Uno[204][205], ma non riuscirà ad eleggere nessuno. Alle regionali in Campania, in Puglia, nelle Marche e in Toscana appoggia rispettivamente i candidati del centro-sinistra gli uscenti Vincenzo De Luca con una propria lista[206] e Michele Emiliano nella lista Puglia Verde e Solidale[207], il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi nella lista Italia Viva - PSI - DemoS - Civici Marche[208][209] e il presidente del Consiglio regionale toscano Eugenio Giani nella lista Orgoglio Toscana per Giani Presidente[210], mentre in Veneto e in Liguria si schiera con i candidati di Italia Viva Daniela Sbrollini[211][212] e Aristide Massardo[nota 6] e in Valle d'Aosta non si presenta, dove riesce ad eleggere solo il consigliere regionale Andrea Volpe in Campania (ove la lista ottiene l'1,93% dei voti).[213]
Al referendum costituzionale sulla riduzione del numero di parlamentari legato alla riforma "Fraccaro", il PSI si schiera per il «No», in quanto il quesito poggerebbe «su basi demagogiche e populiste»[214]. In precedenza, nel corso delle relative votazioni sulla riforma alla Camera, il senatore Fausto Longo aveva dichiarato di non essere sicuro «se la decisione della grande maggioranza del Parlamento si sia basata sulla concentrazione di potere, su una riduzione minima di spesa, o semplicemente su un gioco di scena rivolto al pubblico elettorale»[215]. Inoltre, i socialisti avevano preso parte alla raccolta di firme per far celebrare un referendum costituzionale sulla riforma[nota 7], che poi si è effettivamente tenuto nel settembre 2020[216].
Alle elezioni amministrative del 2021 il PSI sostiene i candidati sindaci del centro-sinistra a Roma (Roberto Gualtieri), presentando una propria lista con capolista Bobo Craxi[217], a Napoli (Gaetano Manfredi), a Torino (Stefano Lo Russo), a Trieste (Francesco Russo), a Bologna (Matteo Lepore), Latina (Damiano Coletta), Isernia (Piero Castrataro) e Caserta (Carlo Marino), mentre a Grosseto appoggia assieme ad Azione e Italia Viva il medico Valerio Pizzuti[218] e a Cosenza riesce anche ad eleggere Franz Caruso, sostenuto dal PD e la sua lista civica personale, come sindaco in un capoluogo di provincia[219].
In vista dei referendum abrogativi sulla giustizia del 2022, promossi dalla Lega di Matteo Salvini e dal Partito Radicale, si schiera a favore di tutti e cinque i quesiti, andando a costituitire il relativo comitato rappresentato da Oreste Pastorelli.[220][221]
Dal 15 al 17 luglio 2022 si tiene presso l'Auditorium Antonianum di Roma il congresso del partito, dal titolo È il tempo del noi, durante il quale Enzo Maraio viene riconfermato, per acclamazione, come segretario.[222][223]
A fine luglio il segretario Maraio annuncia che il PSI parteciperà alle elezioni politiche anticipate dello stesso anno in una lista unitaria, insieme ad altre forze politiche europeiste di ispirazione socialdemocratica e progressista (PD, Articolo 1 e DemoS)[224], denominata successivamente «Italia Democratica e Progressista»[225]. Nella tornata elettorale il PSI, malgrado l'accordo col PD, non riesce però ad eleggere nessun parlamentare restando fuori dal Parlamento.
A novembre 2022 si rinnovano gli organismi, dove Nencini e altri esponenti di minoranza non partecipano ai lavori, in polemica con il gruppo dirigente.[226]
Alle elezioni regionali del 2023 in Lombardia, nel Lazio e in Molise il PSI sostiene i rispettivi candidati del centro-sinistra l'europarlamentare Pierfrancesco Majorino, nella lista Partito Democratico - Lombardia Democratica e Progressista, l'assessore alla sanità uscente Alessio D'Amato, presentando una propria lista che raccoglie lo 0,5%, e il sindaco di Campobasso Roberto Gravina, nella lista Molise Democratico e Socialista che raccoglie lo 0,77%, mentre in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia autonoma di Trento non si presenta.
Alle elezioni amministrative del 2023 si presenta nelle liste del PD a Imperia e Latina, di Europa Verde e Sinistra Italiana a Vicenza e Terni, di Azione e Italia Viva ad Ancona e Pisa e nelle civiche a Udine, Siena e Ragusa[227].
Alle elezioni regionali del 2024 in Sardegna, in Abruzzo, in Basilicata e in Piemonte il PSI sostiene i rispettivi candidati del centro-sinistra la deputata e vicepresidente del M5S Alessandra Todde, raccogliendo l'1,69% eleggendo l'ex PD Lorenzo Cozzolino, l'ex rettore dell'Università di Teramo Luciano D'Amico, presentando assieme a Italia Viva e +Europa la lista "D'Amico Presidente - Riformisti e civici" ottenendo il 2,81% e non eleggendo alcun consigliere[228][229], il presidente della Provincia di Matera e sindaco di Montalbano Jonico Piero Marrese, presentandosi insieme a Alleanza Verdi e Sinistra e Basilicata Possibile raccogliendo il 5,79% eleggendo Antonio Bochicchio[230], e, in concomitanza con le elezioni per il rinnovo del parlamento europeo, e Gianna Pentenero, presentano insieme a Italia Viva, +Europa e Libdem, come per le europee, nella lista Stati Uniti d'Europa[231].
Il 20 aprile 2024, in vista delle elezioni europee di giugno, viene presentato il simbolo della lista Stati Uniti d’Europa alla quale il PSI aderisce insieme a +Europa, Italia Viva, Radicali Italiani, LibDem Europei e L’Italia C’è con il segretario Maraio che, da capolista nella circoscrizione meridionale, raccoglie circa 42.000 preferenze piazzandosi terzo in lista.[232][233] Tuttavia la lista non supera la soglia di sbarramento del 4%. Alle regionali in Piemonte la stessa lista con il 2,42% elegge un consigliere di Italia Viva.
In autunno il PSI si presenta alle regionali in Liguria nella Lista Orlando Presidente, candidando Fabio Panariello, avvocato penalista e segretario regionale PSI, la lista ottiene il 5,3% con un seggio in Consiglio regionale senza però alcun eletto di area socialista, mentre in Emilia-Romagna e Umbria forma due liste civiche con Azione, +Europa e PRI raccogliendo l’1,72% e il 2,3% senza alcun eletto.
Nel Manifesto dei valori è scritto[nota 8]:
I suoi valori sono riconducibili alle correnti autonomiste e riformiste dello storico Partito Socialista Italiano, di cui si proclama erede, e dei soggetti appartenenti a tale area quali il Partito Socialista Democratico Italiano e in generale alla storia del movimento socialista internazionale[234].
Il «pantheon» di figure storiche di riferimento comprende: Filippo Turati[235][236], Carlo Rosselli[237][238], Giacomo Matteotti[239][240][241], Pietro Nenni[242][243], Loris Fortuna[244][245], Olof Palme[246][247], Sandro Pertini[248][249], Giuseppe Saragat[250][251][252], Willy Brandt[253], Norberto Bobbio[254], Bettino Craxi[255][256][257][258][259], Marco Pannella[260], Lelio Lagorio[261].
Gli organi principali sono innanzitutto la Segreteria nazionale (il cui compito è coadiuvare con funzioni esecutive il Segretario) e il Consiglio Nazionale.
Il Consiglio Nazionale è composto da 325 membri, di cui un terzo eletti dal Congresso Nazionale e i restanti eletti dai Congressi regionali, in proporzione alle quote riconosciute agli stessi.
Fra le sue funzioni rientrano quelle di indirizzare la linea politica scaturita dal Congresso ed eleggere in prima seduta il Presidente, il Tesoriere e la Direzione Nazionale.
La Direzione Nazionale è composta dal Segretario, da 50 membri eletti dal Consiglio Nazionale, dal Presidente, dal Tesoriere, dal Responsabile della Commissione Nazionale di Garanzia, dal Rappresentante della Federazione giovanile, dai Segretari regionali, nonché dagli eletti a vario titolo nelle istituzioni.
Immagine | Segretario | Periodo |
---|---|---|
Enrico Boselli | 5 ottobre 2007 – 6 luglio 2008 | |
Riccardo Nencini | 6 luglio 2008 – 31 marzo 2019 | |
Enzo Maraio | 31 marzo 2019 – in carica |
Immagine | Nome Cognome | Durata della carica |
---|---|---|
Pia Locatelli | 6 luglio 2008 – 11 luglio 2010 | |
Carlo Vizzini | 2014 – 7 maggio 2019 | |
Riccardo Nencini | 7 maggio 2019 – 12 novembre 2022 | |
Luigi Incarnato | 12 novembre 2022 - in carica |
Organi ufficiali del partito sono la rivista mensile Mondoperaio, fondata da Pietro Nenni, consultabile sul proprio sito e anche sui siti web del PSI. Direttore politico è stato l'ex-parlamentare socialista Luigi Covatta. Al suo decesso è subentrato il nuovo direttore, Cesare Pinelli.
Dal 30 aprile 2022 è in edicola l'Avanti! della domenica, organo ufficiale del PSI diretto per la prima volta nella sua storia da una donna, Giada Fazzalari, giornalista e capo della Comunicazione del PSI. Dal 5 gennaio 2012 è in rete l'Avanti! online, quotidiano socialista diretto da Livio Valvano.
Gruppo Rosa nel Pugno
Gruppo misto - Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI)[262]
Gruppo misto - Popolo Protagonista - Alternativa Popolare (AP) - Partito Socialista Italiano (PSI)
XVIII legislatura |
---|
1 deputato (Fausto Guilherme Longo[nota 14]) |
Gruppo Per le Autonomie (SVP, UV, PATT, UPT) - PSI
Gruppo Italia Viva-PSI[263]
XVIII legislatura |
---|
1 senatore (Riccardo Nencini[nota 18]) |
Elezione | Voti | % | Seggi | |
---|---|---|---|---|
Politiche 2008 | Camera | 387 355 | 0,98 | 0 / 630 |
Senato | 311 813 | 0,86 | 0 / 315 | |
Europee 2009 | In Sinistra e Libertà | 0 / 72 | ||
Politiche 2013 | Camera | Nel Partito Democratico | 4 / 630 | |
Senato[N 1] | 57 688 | 0,18 | 2 / 315 | |
Europee 2014 | Nel Partito Democratico | 0 / 73 | ||
Politiche 2018 | Camera | In Italia Europa Insieme[N 2] | 1 / 630 | |
Senato | In Italia Europa Insieme | 1 / 315 | ||
Europee 2019 | In +Europa | 0 / 73 | ||
Politiche 2022 | Camera | In PD-IDP | 0 / 400 | |
Senato | In PD-IDP | 0 / 200 | ||
Europee 2024 | In Stati Uniti d'Europa | 0 / 76 | ||
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