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bandiera formata da tre colori Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il termine tricolore designa una bandiera di tre colori, rappresentati in tre bande verticali o orizzontali di uguale dimensione, con o senza un carico araldico.
Il tricolore ha origine dal XVI secolo come simbolo repubblicano, di libertà o ancora rivoluzionario. Le bandiere di Francia, Italia, Romania, Messico e Irlanda furono tutte adottate per la prima volta con la formazione di una repubblica indipendente nel periodo tra la Rivoluzione francese e le rivoluzioni del 1848, con l'eccezione del tricolore irlandese, che risale al 1848 ma che fu adottato dopo la rivolta di Pasqua nel 1916.
Nella lingua italiana il tricolore per antonomasia è quello italiano[1], ciò nonostante con lo stesso termine possono essere indicate anche altre bandiere formate da tre colori.
La prima associazione di una bandiera tricolore con il repubblicanesimo è stato il tricolore arancione-bianco-blu del Prinsenvlag (predecessore della bandiera dei Paesi Bassi), usato dal 1579 da Guglielmo I d'Orange durante la guerra degli ottant'anni, la quale ha portato all'indipendenza le Province Unite dall'Impero spagnolo.
Anche se non fu la prima bandiera tricolore, una delle più famose, conosciuta anche come le drapeau tricolore o le drapeau bleu-blanc-rouge, è la bandiera della Francia, adottata dopo la rivoluzione francese.
Con la formazione delle repubbliche sorelle, il tricolore rivoluzionario francese fu esportato e adottato ampiamente in Europa e anche in Italia.
Il tricolore rimase un simbolo repubblicano fino al XIX secolo; in seguito anche diversi monarchie assunsero il tricolore come bandiera nazionale, come il Regno di Sardegna (diventato poi Regno d'Italia) o la Confederazione Tedesca del Nord (diventata poi Impero tedesco), la stessa Francia utilizzò il tricolore durante la monarchia di luglio.
Dopo il 1848, i neonati stati-nazione assunsero il tricolore più per simboleggiare la propria identità nazionale o etnica, che l'anti-monarchismo.
All'inizio del XX secolo, il panslavismo diede origine ai colori panslavi (bianco-blu-rosso); il nazionalismo arabo diede origine ai colori panarabi (i colori sono quattro, bianco-nero-rosso-verde, ma le bandiere hanno spesso tre bande); il panafricanismo diede origine ai colori panafricani (oro-rosso-verde e nero-rosso-verde) e il nazionalismo iraniano diede origine ai colori paniraniani (bianco-rosso-verde).
Nel 1999, una bandiera tricolore rosso-verde-blu è stata proposta come bandiera di Marte, i colori rappresentano: il rosso simboleggia il colore di Marte oggi (pianeta rosso), il verde e il blu simboleggiano la possibile terraformazione di Marte.
Alcuni tricolori a bande orizzontali hanno costituito il modello di altrettante famiglie di bandiere, grazie all'adozione dei loro colori da parte di nazioni e popoli diversi ma vicini per etnia o per altre ragioni. Così, il tricolore russo (bianco, blu e rosso) è diventato matrice dei colori panslavi, quello hashemita (bianco, nero e verde con triangolo rosso) dei colori panarabi, quello etiopico (oro, rosso e verde) di una combinazione di colori panafricani, e lo storico tricolore di Francisco de Miranda (blu, giallo e rosso) dei colori adottati dalle nazioni della Grande Colombia. Non sempre, tuttavia, le bandiere appartenenti a queste famiglie rispettano lo schema del classico tricolore a bande orizzontali di uguali dimensioni e contigue.
Il tricolore italiano nacque quando l'adozione di una bandiera nazionale soppiantò l'utilizzo di un drappo con le insegne reali come simbolo patrio. L'origine del tricolore italiano va ricercata nei moti giacobini che avvennero in Italia a fine XVIII secolo e al richiamo alle libertà comunali che parevano vicine agli ideali della Rivoluzione francese.[3]
Il tricolore italiano fu decretato a Reggio Emilia come bandiera della Repubblica Cispadana il 7 gennaio 1797. I colori nazionali hanno tuttavia alcuni precedenti nei tricolori di Bologna, Modena, Felina, Novellara e nel primo tricolore cispadano. Il blu del vessillo francese fu sostituito dal verde probabilmente in relazione ai colori delle divise della Guardia Nazionale milanese. La disposizione era orizzontale con il rosso in alto. L'11 maggio 1798 la Repubblica Cisalpina introdusse una versione a bande verticali.
Nel 1799 la Repubblica Napoletana adottò a sua volta una bandiera tricolore, sempre mutuandola dal tricolore francese, cambiandone il colore bianco in giallo.
Nel 1848 bandiere tricolori vennero fatte sventolare sulla barricate milanesi durante le Cinque giornate di Milano e re Carlo Alberto, prima di incominciare la Prima guerra di indipendenza italiana, adottò come bandiera del suo regno il tricolore verde bianco e rosso, con le bande di colore verticali, inserendovi al centro lo stemma sabaudo.
Lo stesso anno anche l'effimero Regno di Sicilia adottò il tricolore verde bianco e rosso, con al centro la Triscele simbolo dell'isola siciliana; il tricolore venne adottato anche dal Granducato di Toscana con sovrimpresse le armi della casata degli Asburgo-Lorena, dalla Repubblica Romana con la scritta di ispirazione mazziniana Dio e Popolo.
Nel 1861 il tricolore, caricato dello stemma di Casa Savoia, divenne bandiera ufficiale del Regno d'Italia. Alla nascita della Repubblica lo stemma sabaudo fu abolito e il tricolore, seppure con proporzioni diverse, tornò a essere quello del 1798.[4]
L'uso di questa bandiera è puntualmente sancito da un'apposita norma della Costituzione:
«La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.»
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