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figura retorica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Per antonomasia (/antonoˈmazja/[1]; dal greco antico ἀντονομάζω?, antonomázō, "cambiare nome") si intende una figura retorica utilizzata con diverse funzioni e scopi.
Come indicato da Pierre Fontanier, le funzioni principali della figura sono:[2]
Sempre Fontanier ha definito l'antonomasia la «sineddoche d'individuo».[3]
La sostituzione del nome può avvenire nei seguenti modi:[4]
1) Un nome comune al posto di un nome proprio:
2) Un nome proprio per un nome comune:
Questo secondo tipo di antonomasia è detta anche «vossianica», dal nome di Gerardo Giovanni Vossio (XVI-XVII secolo), che aveva attribuito all'antonomasia la stessa reversibilità della sineddoche (la parte per il tutto e il tutto per la parte).[4] Altri esempi di antonomasia vossianica sono:
In certi casi, all'antonomasia vossianica si accompagna uno slittamento di senso, come nei casi di megera, vulcano, cicerone.[4]
3) Un nome proprio per un altro nome proprio («Ghino di Tacco» per Craxi)[l'esempio riportato é improprio, in quanto si tratta di uno pseudonimo e non di antonomasia.].
4) Un nome comune per indicare un individuo ma anche la categoria cui questi appartiene e cui viene associato a partire dalla considerazione di una qualità ritenuta esemplare (un epicureo).
Spesso l'antonomasia si presenta in forma di perifrasi (il flagello di Dio, la Mecca degli evasori).[4] Tali forme possono essere metonimiche[5] (l'inquilino del Colle per il Presidente della Repubblica Italiana la cui residenza è il palazzo del Quirinale, con spostamento per la sostituzione del nome oltre il limite concettuale della nozione da indicare) o metaforiche (la tigre di Cremona per Mina, la pantera di Goro per Milva, Ia vecchia signora per la Juventus).[4]
Stretto è il rapporto tra antonomasia e linguaggio dei media (oltre che nel linguaggio corrente), in quanto le antonomasie esaltano la loro condizione di associazione stereotipata, di luogo comune, sono spesso accompagnate da enfasi, hanno scopi ironici o satirici:
Tali caratteristiche di utilizzo rendono alcune di queste antonomasie materiale di veloce consumo e altrettanto rapida estinzione nel linguaggio della pubblicità, dell'informazione, della politica.[4]
Anche grazie alla pubblicità che li ha resi popolari, alcuni prodotti commerciali sono spesso denominati per antonomasia con la marca leader del loro genere o con il marchio con cui sono stati introdotti nel mercato. Questa forma di antonomasia configura la cosiddetta "volgarizzazione del marchio"; alcuni esempi: lo Scottex con cui si intende genericamente il rotolo di carta per la cucina; il K-way per intendere un impermeabile leggero; il Vinavil in riferimento al tipo di colla la cui composizione si chiama Vinilacetato; il Kindle per intendere i libri elettronici o ebook; il Moon Boot per riferirsi a un determinato tipo di doposcì; l'"Amuchina" per intendere disinfettanti per le mani. In altri prodotti l'antonomasia può derivare dal nome dell’inventore, per esempio la biro per indicare la penna a sfera, oppure dalla provenienza geografica.
In generale le antonomasie possono essere considerate "attive" in specifico rapporto a determinati ambienti, culture, epoche e paesi. Ad esempio, fino al 1860-61, l'eroe dei due mondi (le Héros des Deux Mondes) non era Garibaldi ma La Fayette (1757-1834), che aveva anche lui combattuto in America, nella sua giovinezza. Nel mondo francofono, le Héros des Deux Mondes può designare o l'uno o l'altro.
Alcune antonomasie sono valide solo in ambienti ristretti e rientrano quindi nell'ambito dei gerghi. Ad esempio, Gertrude (la "monaca di Monza", un personaggio de I promessi sposi) era chiamata per antonomasia "la signora" all'interno del suo monastero.
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