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62º esecutivo della Repubblica Italiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il governo Letta è stato il sessantaduesimo esecutivo della Repubblica Italiana, il primo della XVII legislatura.
Governo Letta | |
---|---|
Foto ufficiale scattata dopo la cerimonia di giuramento al Palazzo del Quirinale | |
Stato | Italia |
Presidente del Consiglio | Enrico Letta (PD) |
Coalizione | PD, SC, UdC, RI, NCD[1] (dal 16/11/13), PpI[2] (dal 10/12/13), GS (fino al 23/11/13), PdL/FI (fino al 26/11/13) con l'appoggio esterno di PSI, SVP, PATT, USEI, MAIE, UV, CD, UpT GAPP (fino al 26/11/2013) |
Legislatura | XVII Legislatura |
Giuramento | 28 aprile 2013 |
Dimissioni | 14 febbraio 2014 |
Governo successivo | Renzi 22 febbraio 2014 |
È rimasto in carica dal 28 aprile 2013[3][4] al 22 febbraio 2014[5], per un totale di 300 giorni, ovvero 9 mesi e 25 giorni.
L'incarico di formare un «governo di larghe intese» venne affidato a Enrico Letta dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 24 aprile[6] in quanto «sola prospettiva possibile, quella cioè di una larga convergenza tra le forze politiche che possono assicurare al governo la maggioranza in entrambe le camere»[7]; ciò vista l'impossibilità di dar vita a un governo guidato da Pier Luigi Bersani, capo della coalizione di centro-sinistra che alle elezioni del 24 e 25 febbraio aveva ottenuto la maggioranza assoluta alla Camera, ma non al Senato. Il governo venne formato con esponenti di diversa provenienza politica, oltre che con alcuni indipendenti.
Ottenne la fiducia della Camera dei deputati il 29 aprile 2013 con 453 voti favorevoli, 153 contrari e 17 astenuti[8]. Ottenne la fiducia al Senato della Repubblica il 30 aprile 2013 con 233 voti favorevoli, 59 contrari e 18 astenuti[9]. Si dimise il 14 febbraio 2014[10], il giorno dopo che la Direzione Nazionale del Partito Democratico aveva rilevato «la necessità e l'urgenza di aprire una fase nuova, con un nuovo esecutivo»[11].
Il 27 aprile 2013 il presidente del Consiglio incaricato, Enrico Letta, sciolse la riserva e annunciò la lista dei ministri.
Con le elezioni di febbraio si era determinata una situazione di stallo parlamentare che aveva indotto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a nominare 10 saggi e ad anticipare la fine del suo mandato per dare al Paese un presidente con pieni poteri. Ma i leader politici chiesero al presidente Napolitano la disponibilità per un secondo mandato. Con la rielezione di Napolitano a capo dello Stato la formazione di una maggioranza parlamentare era definita e il 22 aprile il presidente Napolitano avviò il terzo giro di consultazioni con la presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, il presidente del Senato della Repubblica, Pietro Grasso, e i leader politici. Il 24 aprile il presidente affidò l'incarico al vicesegretario del Partito Democratico, Enrico Letta, per la formazione di un governo di larghe intese con il Popolo della Libertà.
La composizione del Consiglio dei ministri è stata comunicata da Enrico Letta il 27 aprile 2013, contemporaneamente allo scioglimento della riserva dell'incarico affidatogli dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 24 aprile 2013[12]. Oltre al Presidente Letta, che è anche ministro ad interim delle politiche agricole alimentari e forestali, fanno parte del governo diciannove ministri, di cui dodici a capo di un dicastero e sette senza portafoglio; ci sono anche trentasette sottosegretari di Stato, di cui nove viceministri, per un totale di complessivamente cinquantasette componenti.
Si sono anticipatamente dimessi due ministri: uno con portafoglio (Nunzia De Girolamo di NCD) e uno senza (Josefa Idem del PD), due viceministri (Bruno Archi di FI e Stefano Fassina del PD) e quattro sottosegretari (Michaela Biancofiore del PdL, Gianfranco Micciché di Grande Sud, Walter Ferrazza dei Moderati in Rivoluzione e Jole Santelli di FI). Nel periodo decorso tra la nomina del sottosegretario Minniti e le dimissioni del ministro Idem il governo ha conosciuto la sua più ampia composizione arrivando ad annoverare sessantaquattro membri: il presidente, tredici ministri, otto ministri senza portafoglio, dieci viceministri e trentadue sottosegretari di Stato.
L'appartenenza politica dei membri del governo, considerate le variazioni successivamente intervenute, si può così riassumere:
Partito | Presidente | Vicepresidente | Ministri | Viceministri | Sottosegretari | Totale | |
---|---|---|---|---|---|---|---|
Partito Democratico | 1 | - | 8 | 5 | 12 | 26 | |
Il Popolo della Libertà[1][13] | - | 1 | 4 | 1 | 8 | 14 | |
Scelta Civica | - | - | 1[14] | 1 | 1 | 3 | |
Unione di Centro | - | - | 1[14] | - | 1 | 2 | |
Popolari per l'Italia | - | - | 1 | - | 1 | 2 | |
Radicali Italiani | - | - | 1 | - | - | 1 | |
Indipendente | - | - | 3 | 2 | 5 | 10 |
Partecipazione all'esecutivo senza rappresentanza in Consiglio dei ministri:
La provenienza geografica dei membri del governo si può così riassumere:
Regione | Presidente | Vicepresidente | Ministri | Viceministri | Sottosegretari | Totale |
---|---|---|---|---|---|---|
Toscana | 1 | - | 1 | - | 3 | 5 |
Sicilia | - | 1 | 2 | - | 3 | 6 |
Lazio | - | - | 5 | 1 | 5 | 11 |
Lombardia | - | - | 1 | 2 | 4 | 7 |
Campania | - | - | 1 | 1 | 4 | 6 |
Emilia-Romagna | - | - | 2 | 1 | 1 | 4 |
Veneto | - | - | 1 | - | 2 | 3 |
Puglia | - | - | 2 | - | - | 2 |
Liguria | - | - | 1 | - | 1 | 2 |
Calabria | - | - | - | 1 | 1 | 2 |
Umbria | - | - | - | - | 2 | 2 |
Piemonte | - | - | 1 | - | - | 1 |
Abruzzo | - | - | - | - | 1 | 1 |
Basilicata | - | - | - | - | 1 | 1 |
Molise | - | - | - | - | 1 | 1 |
Trentino-Alto Adige | - | - | - | - | 1 | 1 |
Sardegna | - | - | - | - | 1 | 1 |
Al momento della formazione vi erano sette donne ministro (cinque con portafoglio e due senza), numero record per la storia della Repubblica. Per la prima volta è stato nominato, nella persona di Cécile Kyenge, un ministro di origine africana[15], pur essendo senza portafoglio.
L'età media dei ministri è di circa cinquantadue anni (dieci di meno rispetto al governo precedente).
Oltre allo stesso Letta, solo quattro ministri e due sottosegretari avevano già ricoperto incarichi ministeriali in precedenza, mentre cinque sottosegretari di cui tre viceministri erano già sottosegretari nel precedente governo.
Quattro ministri e un viceministro hanno fatto parte della "commissione di saggi" istituita da Napolitano poche settimane prima dell'incarico.
Tra i ministri si contano sette dottori generici, cinque avvocati, cinque professori universitari, un prefetto, un banchiere e due sindaci. Otto ministri sono deputati, tre senatori, uno non è parlamentare nella legislatura attuale ma lo era in quelle precedenti.
Camera dei deputati | Seggi | |
---|---|---|
Partito Democratico Il Popolo della Libertà Scelta Civica per l'Italia Centro Democratico Minoranze linguistiche Partito Socialista Italiano MAIE Altri[16] Totale maggioranza |
293 98 47 5 5 4 3 2 457 | |
Movimento 5 Stelle Sinistra Ecologia Libertà[17] Lega Nord e Autonomie[18] Fratelli d'Italia - Centrodestra Nazionale Totale opposizione |
109 37 20 9 173 | |
Totale | 630 |
Senato della Repubblica | Seggi | |
---|---|---|
Partito Democratico[19] Il Popolo della Libertà Scelta Civica per l'Italia Per le Autonomie-PSI Grandi Autonomie e Libertà Altri[20] Totale maggioranza |
108 91 22 10 10 1 242 | |
Movimento 5 Stelle Lega Nord e Autonomie Sinistra Ecologia Libertà Totale opposizione |
54 16 7 77 | |
Totale | 319 |
L'esecutivo gode dell'appoggio dei seguenti partiti presenti in Parlamento:
Inoltre, in passato, è stato sostenuto da:
Il 28 aprile 2013, mentre il Governo Letta si trovava al Quirinale per il giuramento, in Piazza Colonna, davanti a Palazzo Chigi, un uomo esplose dei colpi di pistola ferendo due Carabinieri in servizio sulla piazza, Giuseppe Giangrande e Francesco Negri.[153]
L'attentatore venne fermato e arrestato; identificato come Luigi Preiti, dichiarò di aver voluto colpire i politici o almeno un simbolo della politica e di essere stato spinto dalla disperazione essendo disoccupato e avendo recentemente divorziato.[154]
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