Remove ads
arcidiocesi della Chiesa cattolica in Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'arcidiocesi di Spoleto-Norcia (in latino: Archidioecesis Spoletana-Nursina) è una sede della Chiesa cattolica in Italia immediatamente soggetta alla Santa Sede e appartenente alla regione ecclesiastica Umbria. Nel 2022 contava 104.390 battezzati su 108.780 abitanti. È retta dall'arcivescovo Renato Boccardo.
Arcidiocesi di Spoleto-Norcia Archidioecesis Spoletana-Nursina Chiesa latina | |||
---|---|---|---|
Regione ecclesiastica | Umbria | ||
| |||
Arcivescovo | Renato Boccardo | ||
Vicario generale | Sem Fioretti | ||
Presbiteri | 100, di cui 53 secolari e 47 regolari 1.043 battezzati per presbitero | ||
Religiosi | 73 uomini, 167 donne | ||
Diaconi | 7 permanenti | ||
Abitanti | 108.780 | ||
Battezzati | 104.390 (96,0% del totale) | ||
Stato | Italia | ||
Superficie | 1.836 km² | ||
Parrocchie | 71 (5 vicariati) | ||
Erezione | I secolo (Spoleto) V secolo (Norcia) in plena unione dal 30 settembre 1986 | ||
Rito | romano | ||
Cattedrale | Santa Maria Assunta | ||
Concattedrale | Santa Maria Argentea | ||
Santi patroni | San Ponziano San Benedetto | ||
Indirizzo | Via Aurelio Saffi 13, 06049 Spoleto, Italia | ||
Sito web | www.spoletonorcia.it | ||
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc) | |||
Chiesa cattolica in Italia | |||
L'arcidiocesi comprende venticinque comuni nelle province di Perugia e Terni: Spoleto, Norcia, Cascia, Bevagna, Montefalco, Giano dell'Umbria, Sellano, Trevi, Castel Ritaldi, Campello sul Clitunno, Monteleone di Spoleto, Poggiodomo, Vallo di Nera, Preci, Sant'Anatolia di Narco, Scheggino, Cerreto di Spoleto, Ferentillo, Arrone, Montefranco, Polino, e parte dei comuni di Acquasparta[1], Foligno[2], Gualdo Cattaneo[3] e Terni[4].
Sede arcivescovile è la città di Spoleto, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta. A Norcia si trovano la concattedrale di Santa Maria Argentea e la basilica minore di San Benedetto. A Cascia sorge la basilica minore di Santa Rita.
Il territorio si estende su 1.836 km² ed è suddiviso in 71 parrocchie, raggruppate in 5 vicariati:
Nell'arcidiocesi sono venerati i seguenti santi e beati:[10]
L'odierna arcidiocesi nasce nel 1986 dall'unione di due antiche sedi episcopali: Spoleto, storicamente documentata a partire dal IV secolo; e Norcia, già attestata nel periodo tardo imperiale e ricostituita nel 1821.
Secondo la tradizione locale, la diocesi di Spoleto sarebbe stata eretta nel I secolo e la sua fondazione sarebbe legata alla figura del protovescovo san Brizio, che avrebbe consacrato il suo successore Giovanni. Le testimonianze archeologiche documentano una presenza cristiana a Spoleto o nel suo territorio nei ceti sociali più elevati a partire dal IV secolo.[11]
La serie episcopale spoletina per i primi secoli comprende un elenco di diversi santi vescovi, ma solo alcuni sono attestati storicamente. Il primo di questi è Ceciliano, che fu destinatario di una lettera di papa Liberio, scritta prima dell'estate del 356, e che, secondo quanto scrive Baronio, avrebbe preso parte ad un concilio a Milano nell'estate del 355.[12] Seguono Spes (o Speo), noto per il suo epitaffio, secondo il quale governò la Chiesa spoletina per 32 anni tra il IV secolo e il V secolo; Achilleo, che fece edificare la chiesa di San Pietro e che nel 419 fu incaricato di celebrare le festività pasquali a Roma, in quel momento sede vacante; Amasio, il cui epitaffio, oggi perduto, lo indica vescovo dal 476 al 489; Giovanni, che prese parte ai sinodi simmachiani del 499, del 501 e del 502 e che fu destinatario di una lettera di papa Gelasio I (492-496); Paolino, che visse all'epoca di papa Pelagio I; e Crisanto, a cui Gregorio Magno affidò momentaneamente la cura della Chiesa di Norcia.
Tra VI e VII secolo, Spoleto inglobò i territori delle soppresse diocesi di Trevi, di Spello e di Bevagna; attorno alla metà del IX secolo fu annessa a Spoleto anche Terni, diocesi restaurata nel 1218.[13]
Nell'XI secolo il vescovo Andrea dette avvio alla ristrutturazione della cattedrale, la cui prima attestazione risale al 956; il nuovo edificio fu consacrato una prima volta nel 1198 da papa Innocenzo III e poi, a lavori ultimati, da papa Onorio III forse nel 1216. Nella cattedrale spoletina fu solennemente canonizzato sant'Antonio da Padova nel 1232.
Numerose sono le istituzioni monastiche presenti in diocesi. Tra le più importanti si possono ricordare: San Giuliano sopra Spoleto, San Marco in Pomeriis, l'abbazia di San Pietro in Valle nei pressi di Ferentillo, San Felice di Narco, San Pietro di Bovara nel territorio di Trevi, San Pietro di Montemartano, San Felice di Giano, Santa Maria di Turrita, San Silvestro di Collepino nei pressi di Spello, e Sant'Eutizio in valle Castoriana. Tra i monasteri femminili: Sant'Eufemia, San Paolo inter vineas e San Concordio.[14] Attorno alla metà del XIII secolo arrivarono a Spoleto domenicani, francescani e agostiniani.
Secondo alcune ricostruzioni topografiche, la diocesi di Spoleto, tra la fine del XIII secolo e il XIV secolo, era la più grande dell'Umbria, estendendosi su un territorio di circa 2.484 km², comprendendo un totale di 345 chiese, di cui 94 nei centri urbani e 251 nei centri rurali.[15]
Nel 1586 cedette una porzione del suo territorio, lungo il crinale dell'Appennino umbro-marchigiano, alla diocesi di Camerino come compensazione per la perdita di San Severino Marche, eretta a diocesi da papa Sisto V.[14]
All'inizio del Seicento il vescovo Alfonso Visconti (1601-1608) fondò il seminario diocesano; il suo successore, Maffeo Barberini (1608-1617), dette avvio ai lavori di ricostruzione della cattedrale, consacrata nel 1680; il Barberini nel 1623 divenne papa con il nome di Urbano VIII.
Il 29 aprile 1772, dopo oltre cento anni di tentativi presso la Curia romana, iniziati nel 1645, vacando la sede di Spoleto per la morte del vescovo Vincenzo Acqua, papa Clemente XIV scorporò il territorio dell'antica diocesi di Spello, in cui erano oltre cinquanta chiese, dalla diocesi di Spoleto e l'aggregò a quella di Foligno[16].
Il 15 settembre 1821, come ricompensa per la perdita del territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Norcia, Spoleto fu elevata al rango di arcidiocesi, non metropolitana, con la bolla Pervetustam episcopalium di papa Pio VII[17]. L'arcidiocesi mantenne l'immediata soggezione alla Santa Sede.[18]
Tra i primi arcivescovi si ricordano Giovanni Maria Mastai Ferretti (1827-1832), divenuto papa nel 1846 con il nome di Pio IX; Giovanni Battista Arnaldi (1853-1867), che per la sua fedeltà al papa fu messo in carcere nel 1863; durante l'episcopato di Elvezio Mariano Pagliari (1879-1900) venne fondato a Spoleto ad opera del sacerdote e parroco Pietro Bonilli l'Istituto Nazzareno delle Suore della Sacra Famiglia.
Il 24 giugno 1976 si completò la cessione delle parrocchie del comune di Leonessa, già iniziata nel 1859, alla diocesi di Rieti.[19] Il 14 aprile 1980 la parrocchia San Michele Arcangelo di Limigiano, nel comune di Bevagna, venne acquisita dalla diocesi di Assisi.[20]
Dopo il concilio Vaticano II fu istituito il museo diocesano (1968) ad opera di Ugo Poletti (1967-1969), poi cardinale vicario a Roma, e vennero aperti agli studiosi l'archivio della curia e la biblioteca diocesana, ad opera di Ottorino Pietro Alberti (1973-1987).
Alla vigilia dell'unione con Norcia, l'arcidiocesi spoletina comprendeva 87 parrocchie nei comuni di Spoleto (34), Bevagna (3), Montefalco (5), Giano dell'Umbria (4), Sellano (3), Trevi (8), Castel Ritaldi (4), Campello sul Clitunno (2), Vallo di Nera (2), Sant'Anatolia di Narco (2), Scheggino (2), Cerreto di Spoleto (2), Ferentillo (2), Arrone (2), Montefranco (2), Polino (1), Acquasparta (2), Foligno (1), Gualdo Cattaneo (1) e Terni (5).[21]
La diocesi di Norcia è attestata con certezza nel V secolo. Nella Passione di san Feliciano, protovescovo di Forum Flaminiii e patrono della diocesi di Foligno, si narra che un gruppo di ebrei di Norcia si convertì al cristianesimo grazie alle parole del santo vescovo, il quale avrebbe ordinato per la loro comunità, nella basilica chiamata Argentea, il sacerdote Pisentius (prima metà del III secolo).
Sono solo due i vescovi dell'antichità storicamente e certamente attribuibili alla sede di Norcia. Primo è Stefano, che prese parte al concilio romano indetto da papa Simmaco il 1º marzo 499 in basilica beati Petri apostoli per regolare le modalità di elezione del vescovo di Roma. Il secondo è Giovanni, che il 27 marzo 680 partecipò al concilio romano indetto da papa Agatone per rinnovare la condanna contro l'eresia monotelita.
Dalle lettere di Gregorio Magno sappiamo che all'inizio del VII secolo la sede nursina era probabilmente vacante. Infatti nel giugno 603 il vescovo Crisanto di Spoleto fu destinatario di una lettera del pontefice che lo informava che un processo contro alcuni preti di Norcia, accusati di coabitare con delle donne, si sarebbe svolto presso il tribunale ecclesiastico della sua diocesi, indizio questo che la diocesi nursina era all'epoca senza vescovo.[22]
Dopo questo periodo non si conoscono più vescovi nursini e nell'alto medioevo la sede fu accorpata alla diocesi di Spoleto, sotto la cui giurisdizione la ritroviamo nel X secolo.
Il 6 gennaio[23] 1821 fu ristabilita la diocesi di Norcia con la bolla Ad tuendam di papa Pio VII ricavandone il territorio dalla sede spoletina. La diocesi, costituita da oltre un centinaio di parrocchie, fu resa immediatamente soggetta alla Santa Sede.
Il primo vescovo fu Gaetano Bonanni (1821-1843), a cui spettò il compito di organizzare la nuova diocesi e di impiantarvi le istituzioni principali in ottemperanza alle indicazioni previste dalla bolla Ad tuendam. Per il mantenimento della mensa vescovile e del seminario diocesano furono destinate le rendite del monastero di San Benedetto di Norcia, che divenne anche sede vescovile, dell'abbazia di Sant'Eutizio e dell'abbazia di Sassovivo in diocesi di Foligno.[24]
Il 24 giugno 1976 la parrocchia di Trimezzo, frazione del comune reatino di Cittareale, fu ceduta alla diocesi di Rieti.[25]
Il 19 marzo 1984, nell'ambito della riorganizzazione territoriale delle diocesi marchigiane e per far coincidere i confini delle diocesi con quelli delle regioni, la diocesi di Norcia cedette 23 parrocchie dei comuni marchigiani di Visso, Castelsantangelo sul Nera e Ussita all'arcidiocesi di Camerino.[26]
In seguito a queste modifiche, alla vigilia dell'unione con Spoleto, la diocesi nursina comprendeva 51 parrocchie nei comuni di Norcia (20), Poggiodomo (2), Preci (7), Cascia (20) e Monteleone di Spoleto (2).[27]
Il 13 maggio 1972 Giuliano Agresti, già arcivescovo di Spoleto, venne nominato anche vescovo di Norcia, unendo così in persona episcopi le due sedi.
Il 30 settembre 1986, con il decreto Instantibus votis della Congregazione per i Vescovi, è stata stabilita la plena unione delle diocesi di Spoleto e Norcia e la nuova circoscrizione ecclesiastica ha assunto il nome attuale.
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 108.780 persone contava 104.390 battezzati, corrispondenti al 96,0% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per presbitero | uomini | donne | |||
arcidiocesi di Spoleto | |||||||||||
1949 | 108.900 | 110.000 | 99,0 | 219 | 144 | 75 | 497 | 25 | 391 | 173 | |
1970 | 84.118 | 84.138 | 100,0 | 186 | 128 | 58 | 452 | 65 | 364 | 177 | |
1980 | 76.310 | 76.530 | 99,7 | 166 | 124 | 42 | 459 | 47 | 370 | 152 | |
diocesi di Norcia | |||||||||||
1950 | 28.000 | 28.000 | 100,0 | 96 | 85 | 11 | 291 | 12 | 144 | 102 | |
1970 | 21.480 | 21.480 | 100,0 | 149 | 132 | 17 | 144 | 21 | 155 | 101 | |
1980 | 14.500 | 15.150 | 95,7 | 65 | 50 | 15 | 223 | 19 | 125 | 100 | |
arcidiocesi di Spoleto-Norcia | |||||||||||
1990 | 92.390 | 92.650 | 99,7 | 173 | 126 | 47 | 534 | 1 | 63 | 402 | 138 |
1999 | 94.220 | 94.500 | 99,7 | 154 | 111 | 43 | 611 | 1 | 48 | 372 | 138 |
2000 | 94.220 | 94.500 | 99,7 | 156 | 110 | 46 | 603 | 1 | 51 | 372 | 137 |
2001 | 94.220 | 94.500 | 99,7 | 155 | 109 | 46 | 607 | 1 | 62 | 372 | 137 |
2002 | 100.501 | 101.385 | 99,1 | 148 | 102 | 46 | 679 | 70 | 372 | 141 | |
2003 | 100.501 | 101.385 | 99,1 | 148 | 104 | 44 | 679 | 5 | 71 | 349 | 74 |
2004 | 100.562 | 101.472 | 99,1 | 148 | 97 | 51 | 679 | 6 | 78 | 328 | 74 |
2010 | 101.750 | 104.215 | 97,6 | 141 | 83 | 58 | 721 | 5 | 73 | 293 | 76 |
2014 | 102.000 | 108.000 | 94,4 | 133 | 74 | 59 | 766 | 5 | 118 | 266 | 73 |
2017 | 102.300 | 108.700 | 94,1 | 121 | 69 | 52 | 845 | 8 | 78 | 213 | 71 |
2020 | 104.800 | 109.290 | 95,9 | 107 | 58 | 49 | 979 | 7 | 81 | 171 | 71 |
2022 | 104.390 | 108.780 | 96,0 | 100 | 53 | 47 | 1.043 | 7 | 73 | 167 | 71 |
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.