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generale e politico francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Charles André Joseph Marie de Gaulle, comunemente chiamato il Generale de Gaulle () (Lilla, 22 novembre 1890 – Colombey-les-Deux-Églises, 9 novembre 1970), è stato un generale e politico francese.
Charles de Gaulle | |
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Charles de Gaulle nel 1963 | |
18º Presidente della Repubblica francese[1] | |
Durata mandato | 8 gennaio 1959 – 28 aprile 1969 |
Capo del governo | Michel Debré Georges Pompidou Maurice Couve de Murville |
Predecessore | René Coty (IV Repubblica) |
Successore | Georges Pompidou |
Membro del Consiglio costituzionale | |
Durata mandato | 28 aprile 1969 – 9 novembre 1970 |
Predecessore | carica istituita |
Presidente del Consiglio dei ministri | |
Durata mandato | 1º giugno 1958 – 8 gennaio 1959 |
Presidente | René Coty |
Predecessore | Pierre Pflimlin |
Successore | Michel Debré (primo ministro) |
Ministro della difesa nazionale | |
Durata mandato | 1º giugno 1958 – 8 gennaio 1959 |
Presidente | René Coty |
Capo del governo | Sé stesso |
Predecessore | Pierre de Chevigné |
Successore | Pierre Guillaumat |
Presidente del Governo provvisorio della Repubblica francese[2] | |
Durata mandato | 3 giugno 1944 – 20 gennaio 1946 |
Presidente | Sé stesso |
Predecessore | Philippe Pétain Pierre Laval (Governo di Vichy) Sé stesso (CFLN) |
Successore | Félix Gouin |
Presidente del Comitato francese di Liberazione nazionale | |
Durata mandato | 3 giugno 1943 – 3 giugno 1944 |
Presidente | Sé stesso |
Predecessore | Henri Giraud (comandante in capo francese civile e militare) Sé stesso (France libre/CND) |
Successore | Sé stesso (GPRF) |
Presidente del Comitato nazionale francese | |
Durata mandato | 24 settembre 1941 – 3 giugno 1943 |
Capo di Stato | Sé stesso |
Predecessore | Sé stesso (CDI) |
Successore | Sé stesso (CFLN) |
Capo del Consiglio di difesa dell'Impero | |
Durata mandato | 11 luglio 1940 – 24 settembre 1941 |
Presidente | Sé stesso |
Predecessore | Albert Lebrun Philippe Pétain (III Repubblica) |
Successore | Sé stesso (CND) |
Leader della France libre | |
Durata mandato | 18 giugno 1940 – 3 giugno 1943 |
Predecessore | carica istituita |
Successore | Sé stesso (CFLN) |
Sottosegretario di Stato alla guerra e alla difesa nazionale | |
Durata mandato | 6 giugno 1940 – 16 giugno 1940 |
Presidente | Albert Lebrun |
Capo del governo | Paul Reynaud |
Predecessore | Hippolyte Ducos |
Successore | carica abolita |
Dati generali | |
Partito politico | RPF (1947-1955)[3] |
Università | ESM Saint-Cyr |
Professione | Militare, scrittore |
Firma |
Charles de Gaulle d'Andorra | |
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Coprincipe di Andorra | |
In carica | 3 giugno 1944 – 20 gennaio 1946 |
Predecessore | Philippe Pétain |
Successore | Félix Gouin |
Coprincipe di Andorra | |
In carica | 8 gennaio 1959 – 28 aprile 1969 |
Predecessore | René Coty |
Successore | Georges Pompidou |
Trattamento | Sua Eccellenza |
Nascita | Lilla, 22 novembre 1890 |
Morte | Colombey-les-Deux-Églises, 9 novembre 1970 (79 anni) |
Luogo di sepoltura | Cimitero parrocchiale di Colombey-les-Deux-Églises |
Casa reale | De Gaulle |
Padre | Henri de Gaulle |
Madre | Jeanne Maillot |
Consorte | Yvonne de Gaulle |
Figli | Philippe de Gaulle Élisabeth de Gaulle Anne de Gaulle |
Religione | Cattolicesimo |
Firma |
«Il y a un pacte vingt fois séculaire entre la grandeur de la France et la liberté du monde.»
«C'è un patto di duemila anni tra la grandezza della Francia e la libertà del mondo.»
Fu capo della Francia libera, poi dirigente del Comitato francese di Liberazione nazionale durante la seconda guerra mondiale, presidente del Governo provvisorio della Repubblica francese dal 1944 al 1946, Presidente del Consiglio dei ministri francese dal 1958 al 1959, creatore della V Repubblica fondata nel 1958, Presidente della Repubblica francese dall'8 gennaio 1959 al 28 aprile 1969. È stato il primo Presidente della quinta Repubblica francese e protocanonico d'onore della Basilica di San Giovanni in Laterano. Cresciuto in una cultura di grandezza nazionale, Charles de Gaulle scelse la carriera di ufficiale. Venne fatto prigioniero durante la prima guerra mondiale. Collaborò con l'entourage di Philippe Pétain e insistette per l'uso delle divisioni di blindati nella guerra contemporanea, scrivendo a diverse personalità politiche. Nel maggio 1940 era a capo di una divisione blindata e condusse diversi contrattacchi durante la battaglia di Francia; fu promosso generale di brigata a titolo temporaneo il 25 maggio 1940. Venne nominato Sottosegretario di Stato alla Difesa nazionale e alla Guerra nel governo Reynaud, durante l'esodo del 1940.
Rifiutò l'armistizio chiesto da Pétain alla Germania nazista. Da Londra lanciò, attraverso la BBC, l'appello del 18 giugno al popolo francese alla resistenza e a raggiungerlo nelle Forze francesi libere. Condannato a morte e privato della nazionalità francese dal regime di Vichy, volle incarnare la legittimità della Francia ed essere riconosciuto come tale degli Alleati. Controllando solamente qualche colonia, ma riconosciuto dalla Resistenza francese, egli unì, nel 1943, la Francia libera all'interno del Comitato francese di Liberazione nazionale, del quale prese la direzione, e condusse il paese alla Liberazione. Favorevole a un potere esecutivo forte, si oppose ai progetti parlamentari dei partiti e si dimise nel 1946. Fondò il Rassemblement du peuple français (RPF), ma il suo rifiuto di ogni compromesso con il «regime dei partiti» lo isolò in una «traversata del deserto» lontano da ogni responsabilità.
De Gaulle fu richiamato al potere nella crisi del 13 maggio 1958, durante la guerra d'Algeria. Nominato presidente del Consiglio dei ministri, fece approvare la Quinta Repubblica francese con un referendum. Eletto presidente della Repubblica, egli volle una «politica di grandezza» della Francia. Consolidò le istituzioni, la moneta (nuovo franco) e diede un ruolo di terza via economica a uno Stato pianificatore e modernizzatore dell'industria, avviando i "Trente Glorieuses" anni di boom economico. Rinunciò progressivamente all'Algeria francese, malgrado l'opposizione dei pieds-noirs (cittadini francesi nati in Nordafrica) e dei militari, che avevano favorito il suo ritorno. Decolonizzò anche l'Africa nera, ma vi mantenne l'influenza francese. De Gaulle era per l'«indipendenza nazionale» in rottura con il federalismo europeo e la divisione di Jalta: egli immaginava dunque una «Europa delle Nazioni» basata sulla riconciliazione franco-tedesca che sarebbe andata «dall'Atlantico agli Urali»; realizzò la forza di dissuasione nucleare francese, ritirò la Francia dal comando militare della NATO, pose un veto all'ingresso del Regno Unito nella Comunità Europea, sostenne il «Québec libero», condannò la guerra del Vietnam e riconobbe la Cina comunista.
La sua visione del potere, cioè di un capo approvato direttamente dalla Nazione, lo oppose ai partiti comunisti, socialisti, centristi pro-europei e di estrema destra. Essi criticavano uno stile di governo troppo personale, quasi un «colpo di Stato permanente», secondo la formula di François Mitterrand[4], contro il quale de Gaulle venne rieletto nel 1965 al suffragio universale diretto. Superò la crisi del maggio 1968 dopo aver dato l'impressione di volersi ritirare, sciogliendo l'Assemblée nationale e convocando delle elezioni anticipate; i partiti gollisti e di sostegno a de Gaulle ottennero una maggioranza schiacciante: 394 seggi su 487. Ma nel 1969 egli sottomise il suo mandato al risultato del referendum sulla riforma del Senato e la regionalizzazione e si dimise dopo la vittoria del «no». Si ritirò nella sua proprietà à Colombey-les-Deux-Églises, dove morì 18 mesi più tardi.
Charles de Gaulle, considerato come uno dei politici francesi più influenti del suo secolo, fu anche uno scrittore di talento. In particolare lasciò le sue Mémoires de guerre[5], nelle quali affermò essersi sempre «fatto una certa idea della Francia», giudicando che «la Francia non può essere la Francia senza la grandezza».
Nato a Lilla in una famiglia cattolica e fortemente nazionalista, di origine aristocratica (fondata da Thébault de Gaulle nel XVI secolo), de Gaulle era figlio di un professore di storia e letteratura, Henri de Gaulle (1848-1932), che gli fece scoprire il nazionalismo, e di Jeanne Maillot (1860-1940). Charles de Gaulle era il terzo figlio ed aveva tre fratelli e una sorella:
Terminati gli studi secondari presso un collegio dei gesuiti stabilitosi al Castello di Antoing, nel 1909 entrò alla scuola militare di Saint-Cyr; nell'ottobre 1912 fu promosso sottotenente e assegnato al 33º reggimento di fanteria, allora comandato dal colonnello Philippe Pétain.
Combatté nella prima guerra mondiale con il grado di tenente nella 11ª compagnia del 33º reggimento di fanteria di Arras. Il 15 agosto 1914 fu ferito durante la battaglia di Dinant, il 15 ottobre 1914 ottenne il comando della 8ª compagnia e ad inizio dicembre assunse il comando del 33º reggimento.
Il 18 gennaio 1915 ricevette la Croix de guerre e il 10 febbraio fu promosso capitano (a titolo temporaneo). Il 6 marzo fu ferito superficialmente a un orecchio e il 10 marzo a una mano a Mesnil-les-Hurlus, venne quindi ospedalizzato. All'inizio di agosto prese il comando della 10ª compagnia e il 3 settembre il grado di capitano diventò definitivo.
Il 26 febbraio 1916 il 33º reggimento di fanteria era a Verdun e partecipò alla battaglia. La 10ª compagnia fu circondata dal nemico nei pressi del fort Douaumont, il 2 marzo fu ferito a una coscia e dato per disperso. Fatto prigioniero fu curato all'ospedale di Magonza. Restò prigioniero fino al termine del conflitto. Durante i due anni di prigionia conobbe un giovane sottotenente russo, il futuro generale sovietico Michail Tuchačevskij e tentò per ben 5 volte di evadere; rientrò in Francia nel dicembre 1918.
Nel 1919 e 1920 partecipò alla campagna di Polonia con il generale Weygand e prese parte alle operazioni militari condotte dal generale polacco Edward Rydz-Śmigły. Questa esperienza gli valse una citazione da parte del Ministero della Guerra francese e la Virtuti militari polacca.
Nel 1921 ottenne l'incarico di professore di storia militare alla scuola militare di Saint-Cyr.
Tra le due guerre la sua carriera militare conobbe alti e bassi, ma si rivelò comunque piuttosto rapida. Divenne famoso (e controverso) per due proposte: la formazione di un esercito professionale, al posto della leva, e la sua passione per il carro armato, arma di cui divenne uno dei maggiori teorici francesi[6].
Il 7 aprile 1921 sposò Yvonne Charlotte Anne Marie Vendroux, da cui ebbe tre figli:
Al momento dello scoppio della seconda guerra mondiale nel 1939, alla vigilia dell'entrata in guerra della Francia, sottolineò l'insufficienza della difesa, ma non venne preso in considerazione. Promosso generale di brigata a titolo provvisorio, il 6 giugno 1940 entrò nel governo di Paul Reynaud come sottosegretario di Stato alla Difesa nazionale. De Gaulle si oppose all'armistizio con i tedeschi e lasciò la Francia per la Gran Bretagna il 15 giugno 1940.
Nel Regno Unito, Churchill sostenne de Gaulle come voce della Francia anti-nazista, contro il parere del suo governo che avrebbe preferito personaggi più di spicco. Alla fine passò la scelta di de Gaulle, e la BBC trasmise l'appello del 18 giugno ai francesi, da Londra, esortandoli a resistere ai tedeschi e alla richiesta di armistizio avanzata dal governo Pétain: fu il segnale d'inizio della resistenza francese ai nazisti.
Mentre in Francia il Regime di Vichy lo condannava a morte in contumacia per tradimento, in luglio de Gaulle, al sicuro in Gran Bretagna, cominciò a organizzare France libre (Francia libera). All'inizio si trattava di suscitare la resistenza ai tedeschi a partire dai possedimenti coloniali, che la madrepatria aveva più difficoltà a controllare; queste forze vennero poi collegate alle forze di resistenza francesi, e France libre divenne France combattante.
In quegli anni de Gaulle fu imposto come rappresentante della Francia libera di fronte al mondo in generale e all'Inghilterra in particolare, anche grazie alla preziosa collaborazione del Capitano Teyssot, suo "assistente" dal 1942 al 1944. La sua preoccupazione era quella di salvaguardare fin dall'inizio gli interessi e l'immagine della Francia sconfitta durante e dopo il conflitto, a partire dalla garanzia del mantenimento dei possedimenti coloniali, senza perdere di vista un momento l'onore e la grandeur francesi. Per garantire l'indipendenza della propria organizzazione, de Gaulle volle che gli stessi aiuti finanziari che il Regno Unito forniva a France Libre fossero rimborsabili - e furono effettivamente rimborsati molto prima della fine della guerra.
Charles de Gaulle | |
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Charles de Gaulle nel 1942 | |
Soprannome | Cyrano, le paon, le dindon, la grande asperge, double mètre, sot-en hauteur, melon-kilomètre[10], l'homme du destin, le connétable de la France[11] |
Nascita | Lilla, 22 novembre 1890 |
Morte | Colombey-les-Deux-Églises, 9 novembre 1970 |
Cause della morte | naturali (rottura di un aneurisma) |
Luogo di sepoltura | Cimitero parrocchiale di Colombey-les-Deux-Églises |
Religione | Cattolicesimo |
Dati militari | |
Paese servito | Terza Repubblica Francia libera Governo provvisorio |
Forza armata | Armée de terre |
Arma | Fanteria Cavalleria Artiglieria |
Unità | 33e régiment d'infanterie 104e régiment d'infanterie 19e bataillon de chasseurs 507e régiment de chars de combat 4e division cuirassée de réserve |
Anni di servizio | 1908[12] / 1912[13] 1940[14] / 1944[15] |
Grado | Generale di brigata |
Ferite | Al ginocchio a Dinant, 15 agosto 1914. Alla mano sinistra a Mesnil-lès-Hurlus, 10 marzo 1915. Alla coscia sinistra a Douaumont, 2 marzo 1916 |
Guerre | Prima guerra mondiale Seconda guerra mondiale |
Campagne | Fronte occidentale (1914-1918) Campagna di Francia Teatro del Mediterraneo della seconda guerra mondiale |
Battaglie | Dinant (1914) Verdun (1916) Montcornet (1940) Abbeville (1940) Dakar (1940) |
Comandante di | 19e bataillon de chasseurs 507e régiment de chars de combat 4e division cuirassée de réserve |
Decorazioni | vedi #Onorificenze |
Studi militari | ESM Saint-Cyr (1909-1912) École supérieure de guerre (1922-1924) |
Pubblicazioni | vedi #Opere di Charles de Gaulle |
Altre cariche | Statista, scrittore |
(FR) Les grandes dates de la vie du général de Gaulle, su charles-de-gaulle.org (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2017). | |
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I rapporti di de Gaulle con Churchill erano spesso conflittuali e competitivi, ma sempre sostenuti da un forte rispetto reciproco. Altra era la situazione con Roosevelt: i due, provenienti da due diverse tradizioni politiche, si detestavano, e una battuta di de Gaulle con Churchill spiega in parte l'atteggiamento francese di fronte all'arroganza dello statunitense: "Sono troppo povero per inchinarmi".
Malgrado la scarsa collaborazione degli alleati, de Gaulle riuscì a sbarcare ad Algeri nel maggio 1943. Lì creò con il generale Henri Giraud il Comitato francese di Liberazione nazionale (CFLN), per unificare la direzione dell'Impero liberato, e ne venne posto presto al comando. Nel giugno 1944 il CFLN prese il nome di "Governo provvisorio della Repubblica francese" (GPRF) e arrivò a Parigi liberata il 25 agosto 1944.
Il 21 aprile 1944, con un'ordinanza del Comitato francese di Liberazione nazionale, de Gaulle accordò il diritto di voto alle donne; questo diritto fu confermato in seguito da un'altra ordinanza del 5 ottobre del Governo provvisorio della Repubblica francese; le donne votarono per la prima volta in occasione delle elezioni municipali il 23 aprile 1945.
Con la Liberazione de Gaulle avviò varie riforme, dalle nazionalizzazioni all'istituzione di un sistema di sicurezza sociale moderno. Dal 3 giugno 1944 al 2 novembre 1945 fu capo del governo provvisorio, e dal 2 novembre 1945 al 20 gennaio 1946 presidente del consiglio. Ma la politica riprese il suo spazio e i suoi tempi, e l'uomo era impaziente e non approvava la costituzione della Quarta repubblica.
Così nel gennaio 1946 de Gaulle si dimise e rifiutò la proposta del capo del governo di elevarlo nell'aprile di quell'anno al rango di maresciallo di Francia.
Nel 1947 fondò il suo movimento politico, il Rassemblement du Peuple Français (RPF), con l'obiettivo di trasformare la politica francese. Esso raccolse grandi consensi elettorali tra il 1947 e il 1948 (35% dei voti alle municipali, 42% tra i senatori eletti), tuttavia rigettando in blocco il sistema della Quarta Repubblica. Nel 1951 l'RPF ottenne il 22,3 % dei suffragi e 117 deputati, ma già l'anno successivo ne perse prima 27, e poi 55, che aderirono ad altri partiti. Progressivamente perse quindi importanza, e alle elezioni municipali del 1953 l'RPF perse metà dei propri voti.
Scontento dei risultati, de Gaulle si ritirò dalla vita politica nel 1953 rimanendo appartato a Colombey-les-deux-Eglises, mentre di fatto il partito venne messo "in sonno" nel 1955. Gli restarono accanto i sostenitori più fedeli come Jacques Chaban-Delmas, Michel Debré, Jacques Foccart[16], Roger Frey, Olivier Guichard e André Malraux, i cosiddetti "baroni del gollismo" che avranno un ruolo eminente negli anni successivi.
Rientrò in scena allorché la crisi delle dominazioni coloniali successiva alla fine della guerra bussò anche alle porte della Francia. I fallimenti in Indocina e in Algeria travolsero la Quarta Repubblica, in particolare la vicenda algerina, gestita in modo maldestro dai governi di coalizione e causa principale della crisi costituzionale del maggio 1958. Infatti il governo di Pierre Pflimlin, che si era installato il 14 maggio, si dimise il 28 maggio. Nel frattempo de Gaulle, con la dichiarazione del 15 maggio, si dichiarò pronto ad assumere i poteri della Repubblica e, nella conferenza stampa del 19 maggio, confermò la sua volontà di rendersi utile per il Paese ma in un quadro strettamente legale e nel rispetto delle libertà pubbliche. Il 29 maggio il presidente René Coty fece appello "al più illustre dei francesi". De Gaulle accettò e il 1º giugno 1958 formò il governo e il giorno dopo ottenne i pieni poteri dall'Assemblea nazionale francese e divenne Presidente del Consiglio, con poteri quasi equivalenti a quelli della prima Costituente.
Come aveva annunciato, utilizzò questo potere per far redigere una nuova Costituzione sulla base delle idee enunciate nel discorso di Bayeux. Questa Costituzione mirava a esautorare la dialettica parlamentare, che egli stesso definiva la "dittatura parlamentare" (cioè quell'assetto istituzionale per il quale il potere di veto delle minoranze parlamentari, in un'Assemblea estremamente frazionata e rissosa, finisce per paralizzare le possibilità di azione dell'esecutivo, condanna i governi all'instabilità e genera una politica caotica), prevedendo una notevole concentrazione di poteri nelle mani dell'esecutivo (Presidente della Repubblica e governo da lui nominato) a discapito del Parlamento. Il presidente della Repubblica, in base agli articoli 6 e 7 della Costituzione, è eletto da un collegio di grandi elettori.
La nuova Costituzione, approvata con il 79,25% di voti favorevoli nella Francia metropolitana al referendum del 28 settembre, segnò il passaggio della Francia alla Quinta Repubblica con i poteri dell'esecutivo fortemente rafforzati. Le elezioni dell'Assemblea nazionale del 23 e 30 novembre (rispettivamente, primo e secondo turno elettorale) accordarono una larga maggioranza ai partiti gollisti.
Il 21 dicembre de Gaulle fu eletto Presidente della Repubblica con oltre il 78% dei voti dei grandi elettori. L'8 gennaio 1959 all'Eliseo avvenne il passaggio delle consegne con René Coty, l'ultimo presidente della Quarta Repubblica. Nel 1958 de Gaulle fu nominato Persona dell'anno dalla rivista statunitense Time, secondo e sinora ultimo francese a essere nominato dalla rivista.
Assunta la presidenza, de Gaulle perseguì quelli che considerava gli obiettivi strategici della Francia:
Nel 1962 de Gaulle propose un emendamento agli articoli 6 e 7 della Costituzione per consentire l'elezione diretta del Presidente della Repubblica, nonostante la forte opposizione di quasi tutte le forze politiche rappresentate all'Assemblea nazionale. Di fronte a ciò, la procedura di riforma costituzionale (che, regolata dall'articolo 89 della Costituzione, richiedeva - e tuttora richiede - almeno un'approvazione a maggioranza di entrambe le camere) si rivelò irta di ostacoli. Charles de Gaulle decise allora di ricorrere al potere presidenziale - previsto dall'articolo 11 della Costituzione - di indire un referendum popolare su proposta del governo concernente, tra l'altro, un progetto di legge riguardante l'organizzazione dei pubblici poteri.
L'Assemblea nazionale, per reazione al "colpo di mano" del presidente, sfiduciò il governo di Georges Pompidou (5 ottobre) e de Gaulle decise d'indire nuove elezioni. Anche se la forzatura della norma costituzionale era abbastanza evidente (l'articolo 11 si riferisce a leggi ordinarie, mentre le riforme della costituzione richiedono la procedura "rinforzata" di cui all'articolo 89), il 28 ottobre l'emendamento venne approvato dal corpo elettorale, con il 62,25% dei voti. Le successive elezioni politiche del 18 e 25 novembre videro una notevole affermazione gollista.
Adito dal Presidente del Senato il Conseil Constitutionnel (6 novembre 1962) contro tale "forzatura" costituzionale, questo rispose di non essere competente a giudicare questa questione perché il suo compito di giudicare in conformità della Costituzione le leggi organiche e le leggi ordinarie si "ferma" davanti alle leggi adottate dal popolo mediante Referendum. Ciò risultava dallo spirito della Costituzione che aveva fatto del Conseil Constitutionnel un organo regolatore dei pubblici poteri che visiona unicamente le leggi votate dal Parlamento e non anche quelle adottate dal popolo con Referendum, le quali costituiscono l'espressione diretta della sovranità nazionale.[20]
Nel 1963 fu uno dei candidati per il Premio Nobel per la letteratura[21].
Nel 1965 si concluse il primo mandato presidenziale di de Gaulle e si svolsero le prime elezioni presidenziali a suffragio universale diretto. Al primo turno de Gaulle si fermò al 44,65% dei voti e fu costretto al turno di ballottaggio da François Mitterrand, secondo con il 31,72% dei voti, anche a causa della candidatura del centrista Jean Lecanuet, terzo con il 15,57% dei voti. Al secondo turno de Gaulle ottenne un nuovo mandato settennale, con il 55,20% dei voti.
De Gaulle continuò a promuovere energicamente l'indipendenza e un forte ruolo della Francia in politica estera:
La fase di forte inquietudine sociale culminata nel Maggio francese parve riportare de Gaulle ai tempi dell'appello del 18 giugno o della guerra d'Algeria; inizialmente scelse di allontanarsi da Parigi per incontrare a Baden Baden il generale Jacques Massu, comandante delle forze francesi in Germania. In sua assenza, il primo ministro Georges Pompidou riuscì a padroneggiare la situazione e al rientro di de Gaulle, un milione di sostenitori del gollismo sfilò per Parigi. Il Presidente sciolse l'Assemblea nazionale[24] e stravinse le elezioni del giugno 1968, con il partito gollista che ottenne 294 seggi su 487 e una maggioranza presidenziale di 394 deputati.
Ma l'anno dopo il Presidente perse con uno scarto minimo il referendum sulla riforma del Senato e la regionalizzazione, che prevedeva la "costituzionalizzazione delle Regioni come collettività territoriali"[25] e la "riforma del Senato"[26]. Ma dissentirono da lui perfino alcuni autorevoli ex membri del governo come Valéry Giscard d'Estaing, e nell'indire il referendum, de Gaulle preannunciò che, in caso di esito negativo, ne avrebbe tratto tutte le conseguenze del caso.[27]
Preso atto dei risultati del referendum, il 28 aprile 1969 annunciò le proprie dimissioni con effetto immediato da mezzogiorno.
Per evitare di essere implicato nella campagna elettorale per la sua successione, partì per un soggiorno di un mese (dal 10 maggio al 19 giugno, da dove votò per procura per il nuovo Presidente) in Irlanda, a Sneem (dal 10 al 23 maggio), a Cashel (dal 24 al 3 giugno), a Killarney (dal 4 al 17) e infine a Dublino (17-19 giugno), dove fu ricevuto il 17 giugno dal Presidente della Repubblica d'Irlanda Éamon de Valera all'Áras an Uachtaráin.
L'anno successivo, dal 3 al 27 giugno 1970, effettuò un viaggio privato in Spagna, e fu ricevuto dal generale Franco, l'8 giugno a Madrid. De Gaulle in seguito passò la maggior parte del tempo nella sua residenza de La Boisserie a Colombey-les-Deux-Églises, dove lavorò al seguito delle sue Mémoires de guerre, il 18 settembre fu pubblicato il 5° (e ultimo) volume di Discours et messages e il 12 ottobre il 1° volume di Mémoires d'espoir: la morte gli impedirà di completare il 2° volume (solo i primi due capitoli erano pronti per la stampa) e di redigerne il 3°.
Il 9 novembre 1970, com'era sua abitudine, il Generale cominciò un solitario nella biblioteca della sua abitazione a Colombey; verso le 19:00 ebbe un malore causato dalla rottura di un aneurisma e morì alle 19:30. Nell'annunciare la sua morte in televisione, il nuovo presidente della Repubblica Georges Pompidou pronunciò la frase: «Françaises, Français, le général de Gaulle est mort. La France est veuve» ("Francesi, Francesi, il generale de Gaulle è morto. La Francia è vedova")[28][29].
I funerali furono celebrati il 12 novembre 1970 in forma privata a Colombey-les-Deux-Églises, il feretro fu trasportato su un engin blindé de reconnaissance dalla Boisserie verso la chiesa del villaggio, in presenza di una grande folla, di una delegazione dell'Armée française e dei compagni dell'Ordine della Liberazione. Una messa in memoria, in presenza di numerosi capi di Stato stranieri (tra cui Gustav Heinemann, Richard Nixon, Baldovino del Belgio, Carlo, principe di Galles, Giuseppe Saragat e Nikolaj Viktorovič Podgornyj)[30], si tenne nella cattedrale di Notre-Dame.
De Gaulle è sepolto nel cimitero di Colombey-les-Deux-Églises, accanto alla figlia Anne e insieme alla moglie Yvonne (morta 9 anni dopo); a qualche metro riposano il genero Alain de Boissieu (1914-2006) e la figlia Elisabeth (1924-2013), il figlio Philippe (1921-2024) e la nuora Henriette (1929-2014)[31].
Alcune settimane dopo la morte di de Gaulle, il 23 dicembre 1970, fu adottata la legge nº 70-1206 sull'«esonero dei diritti di mutazione sulla successione del generale de Gaulle» per «servizi eccezionali resi alla Nazione». La legge fu presentata al Parlamento dal segretario di Stato all'Economia e alle Finanze, Jacques Chirac.
Nel 1972, è stato inaugurato sulle colline di Colombey-les-Deux-Églises, il Mémorial Charles-de-Gaulle, segnalato da una grande croce di Lorena in granito. Il nuovo mémorial Général de Gaulle fu inaugurato l'11 ottobre 2008 dal Presidente francese Nicolas Sarkozy e dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel.
Inaugurato nel febbraio 2008 nel sottosuolo dell'Hôtel des Invalides, l'historial Charles de Gaulle è una della componenti del Musée de l'Armée.
Il nome di Charles de Gaulle è stato dato a numerose arterie, ponti o immobili importanti dei comuni francesi: nel 2007, la Fondation Charles-de-Gaulle contava 3 634 comuni che avevano una o più vie «de Gaulle»[32], le municipalità di destra o di centro sceglievano generalmente la forma militare «Général-de-Gaulle», mentre quelle di sinistra più generalmente la forma civile «Charles-de-Gaulle». Si possono citare in particolare la place Charles-de-Gaulle (ex place de l'Étoile) e il pont Charles-de-Gaulle a Parigi o l'Aéroport Charles-de-Gaulle (ex Aéroport de Roissy).
Il 4 aprile 2005, durante una trasmissione di France 2 diffusa in diretta dal Sénat, egli è stato designato dai telespettatori come «il più grande francese di tutti i tempi», superando anche Louis Pasteur, l'Abbé Pierre, Marie Curie, Coluche, Victor Hugo. Una parte dei centristi, ma anche della sinistra, come Régis Debray, ha dichiarato di trovare in lui una fonte d'ispirazione.
Secondo un sondaggio effettuato nel 2005, nel contesto del 10º anniversario della morte di François Mitterrand, quest'ultimo, all'epoca solo presidente di sinistra della V Repubblica, è considerato come il miglior presidente dal 35%, seguito da Charles de Gaulle (30%) e Jacques Chirac (12%), che si rivendica gollista.
Un altro sondaggio realizzato da BVA nel 2009 indica che l'87% dei francesi giudicano positivamente la presidenza di de Gaulle, classificandolo così in prima posizione tra i presidenti della V Repubblica. Un altro sondaggio di BVA nel 2013 va nella stessa direzione: con 89% di opinioni positive de Gaulle appare come il presidente preferito dei francesi, mentre Mitterrand non è che in quinta posizione con 55%, dietro Pompidou (83%), Chirac (58%) e Giscard d'Estaing (57%).
Nel novembre 2010, in occasione del 40º anniversario della sua scomparsa, un sondaggio di TNS Sofres qualifica de Gaulle come «personaggio il più importante della storia di Francia» per il 44%, davanti a Napoleone (14%), Carlo Magno (14%), Jean Jaurès (12%), Luis XIV (7%) e Léon Blum (4%). Un'inchiesta realizzata dall'Ifop nell'aprile 2011 indica che il 45% dei francesi considerano il generale de Gaulle come colui che ha maggiormente cambiato la Francia, superando tutti gli altri presidenti della V Repubblica [Mitterrand (29%), Sarkozy (11%), Chirac (8%), Giscard d'Estaing (3%) e Pompidou (3%)].
Delle statue sono state erette in sua memoria anche all'estero: a Québec, Londra, Varsavia o Mosca. La Repubblica Popolare Cinese gli è pubblicamente molto riconoscente perché de Gaulle l'aveva riconosciuta diplomaticamente nel 1964. Israele invece riteneva più duramente le sue dichiarazioni sensazionali del 1967 che il culto popolare che era voluto all'«uomo del 18 giugno», che si poteva confrontare fino a quel momento, come ricordato da Éric Roussel, a quello di «Padre della Nazione» di David Ben Gurion. Il mondo arabo si ricorda di lui per le sue critiche contro l'occupazione di Gaza e della Cisgiordania. Ben Bella rese omaggio a de Gaulle come al più valoroso degli avversari del FLN: «Capo militare, è lui che ha portato contro di noi i colpi più duri», ma che finì per accettare l'indipendenza algerina; in effetti, per Ben Bella: «De Gaulle guardava più lontano» e «De Gaulle non era un politicante. Aveva quella dimensione internazionale che manca troppo spesso ai dirigenti attuali». A coloro che gli rimproveravano di essere rimasto un "cliente della Francia gollista" (Françafrique) Léopold Sédar Senghor replicava che pochi capi di Stato occidentali potevano vantarsi di aver rischiato personalmente la propria vita per realizzare l'indipendenza delle colonie. Il Líder Máximo Fidel Castro aveva dichiarato davanti a delle telecamere di aver trovato in de Gaulle un modello dopo la lettura delle sue Mémoires de guerre. L'America Latina o il Vietnam apprezzano l'uomo che si opponeva alla dominazione statunitense, il Québec colui che rifiutava la predominanza anglofona.
La Costituzione francese del 1958 dura ormai da più di mezzo secolo, con alcune modifiche. «L'uomo di Londra» (o «L'uomo del 18 giugno») è entrato in un passato mitico nel quale, per i francesi, lui incarna, e lui solo, l'opposizione al Governo di Vichy.
Gli anni che l'economista Jean Fourastié ha chiamato i "Trenta Gloriosi" (1945-1975)[35] hanno lasciato ai francesi il ricordo di un'epoca, seppur non facile (due guerre coloniali), almeno di crescita e prosperità. «Noi non siamo i più ricchi, noi non siamo i più potenti, ma io vi garantisco che noi siamo fra i più felici», affermava Georges Pompidou durante i consueti auguri di fine anno ai francesi. Ora, la fine di questo periodo felice corrisponde approssimativamente a quello di de Gaulle: difficile quindi in queste condizioni separare oggettivamente quello che è dovuto all'uomo e al suo delfino designato (Georges Pompidou) da quello che è dovuto al contesto economico.
Dal punto di vista politico il partito da lui fondato nel 1968, l'Unione dei Democratici per la Repubblica (nel 1976 divenne Raggruppamento per la Repubblica) inaugurò di fatto un movimento politico definito "neogollismo", che con Pompidou, Chirac e Sarkozy governerà la Francia a più riprese.
Il primo presidente della quinta Repubblica francese appare oggi come uno degli ultimi grandi uomini capaci di fare la storia, lui che ha saputo spesso muovere gli eventi invece di lasciarsi muovere da essi; "protagonista della storia politica europea del Novecento, Charles de Gaulle è stato anche un pioniere nel ricorso ai mass media[36]. In maniera più aneddotica, molti tratti della sua personalità avevano generato una simpatia dei francesi verso la sua persona: innanzitutto il suo vocabolario non convenzionale per un uomo politico della sua epoca e della sua età («culbute», «chienlit»), le sue battute spiritose, o il suo senso della replica (durante una conferenza stampa, egli rispose a un giornalista la cui domanda era semplicemente «Come state?» con «Non sto male, ma rassicuratevi: un giorno non mancherò di morire»[37]); a Louis Vallon che avrebbe urlato «Morte agli stupidi!» durante una riunione, ai tempi del RPF, de Gaulle rispose: «Vasto programma!»[38]. Noti sono anche il suo disprezzo esibito per i partiti politici e, infine, la sua sfiducia verso una destra che non lo amava (e che glielo fece vedere nel 1969), così come verso una sinistra che non aveva mai veramente sostenuto il progetto di partecipazione dei salariati ai benefici della loro impresa, che gli era caro (conformemente alla sua politica direttamente ispirata dal cattolicesimo sociale[39]). De Gaulle era, in uno spirito molto «Asterix», uno di quei «piccoli che non si lasciano sopraffare dai grandi».[40] Non ci si sorprende quindi della sua dichiarazione secondo la quale il suo libro preferito sarebbe Cyrano de Bergerac. Egli fece un giorno questa constatazione ironica: «In fondo, voi sapete, il mio solo rivale internazionale è Tintin».
Il generale de Gaulle ha pianificato e modernizzato la ricerca e l'industria con l'impulso dello Stato. È durante il suo periodo che datano gli inizi dei grandi programmi che hanno fatto la forza dell'industria francese e che trovano il loro risultato oggi nelle grandi imprese francesi o europee:
Charles de Gaulle ha ricevuto almeno 80 tra onorificenze, distinzioni e decorazioni:[48][49]
Quale Presidente della Repubblica:
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