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movimento politico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il gollismo (meno comunemente gaullismo;[1] in francese gaullisme) è la dottrina e il movimento che trae ispirazione dall'azione politica di Charles de Gaulle, nonostante il termine fosse contestato dal suo ispiratore. Il gollismo, più che un corpo di dottrina, è un modo di essere, una mentalità, che trae ispirazione dall'azione e dal pensiero del generale francese.[2][3][4][5]
Il significato del termine «gollismo» si è evoluto nel tempo, ma si possono identificare tre grandi periodi:[6]
Il simbolo del gollismo è la croce di Lorena, mutuata dalla bandiera della Francia libera, l'organizzazione militare gestita da de Gaulle durante l'occupazione nazista.[7]
Il termine «dottrina» va inteso nel senso di "dei principi di base sui quali si appoggiano una strategia e dei piani d'azione" e in questo senso il gollismo assume una dimensione ideologica d'ordine politico, economico, sociale o militare, ect. Il generale de Gaulle era in realtà innanzitutto un uomo pragmatico che adattava le modalità della sua azione secondo le circostanze, conservando tuttavia dei principi intangibili.[8][9]
Il gollismo è, inizialmente, una filosofia portatrice di «una certa idea della Francia».[10] Essa parte delle constatazioni seguenti:
In conseguenza, perché essa possa donare il meglio di se stessa e prendere la testa delle nazioni, la Francia deve in permanenza essere unificata da un capo, uno Stato o un progetto, e articolata in delle istituzioni politiche (un equilibrio dei poteri efficace), economiche (il piano) e sociali (la partecipazione) adeguate per evitare le lotte interne.
All'interno del gollismo si evidenzia una filosofia patriottica dell'umanesimo, ereditiera del cristianesimo politico (Charles de Gaulle partecipava prima della guerra ai circoli cristiano-democratici) ma anche probabilmente dell'ideale dell'anno II (rivoluzione francese) poiché de Gaulle ha detto in sostanza : «Non c'è che una sola disputa che conta, (...) ed è quella dell'Uomo.» Probabilmente, l'umanesimo gollista è:
Per conseguenza, sul piano politico, il gollismo tradizionale propone:
Riunificando personalità di diverse origini e sensibilità politiche attorno all'azione di un uomo (de Gaulle), il gollismo è per sua natura diverso e variegato. Tuttavia, finché de Gaulle fu in vita e al governo, tutte queste sensibilità diverse si offuscavano di fronte agli arbitraggi di de Gaulle; dopo la sua scomparsa tutte le diverse sensibilità e correnti sono finalmente apparse evidenti e a volte in contrasto tra di loro. Le principali correnti furono o sono:[17]
Il Rassemblement pour la République (RPR), negli anni 90, raggruppava quattro tendenze:
L'Union pour un mouvement populaire (UMP), a seguito del congresso del 18 novembre 2012, raggruppava cinque correnti (o movimenti) ufficiali:[20][21]
Il gollismo inizia durante la guerra, come movimento essenzialmente patriottico con l'appello del 18 giugno. Esso raggruppava attorno al generale de Gaulle, gli uomini di tutte le tendenze politiche che volevano portargli il loro appoggio per continuare la lotta contro Hitler e il nazifascismo accanto agli Alleati e rifiutare l'armistizio concluso dal maresciallo Pétain.
A partire da luglio e da ottobre 1940, de Gaulle respinge le leggi repressive sullo status degli ebrei e critica l'assenza di legittimità di queste leggi. Dopo la guerra, un dibattito dottrinale e filosofico politico si instaura sulla differenza tra leggi «legali» e leggi «legittime»; le leggi repressive e razziste del governo di Vichy erano ad esempio legali nel senso giuridico e costituzionale rispetto alla gerarchia delle norme, ma, secondo de Gaulle, esse mancavano di legittimità.
I gollisti che lo poterono raggiunsero quindi i territori britannici per arruolarsi nelle Forces Françaises Libres e combattere accanto agli Alleati, o attivarono dei movimenti di avvicinamento delle diverse colonie francesi, che entrarono in guerra sotto l'autorità di de Gaulle.
Gli altri gollisti, quelli che non poterono raggiungerlo (cioè la maggioranza), restarono nei territori diretti da Vichy, dove alcuni di loro costituirono delle reti di propaganda, di spionaggio o di sabotaggio contro gli occupanti. Finalmente tutte queste organizzazioni di resistenza furono riunificate, da Jean Moulin, nel Conseil national de la Résistance (CNR), sotto gli ordini del generale de Gaulle, che ha trasformato il suo movimento da France libre a France combattante, per riunificare i resistenti dell'estero e dell'interno.
Ma de Gaulle non si accontenta di mantenere una parte dei Francesi nella lotta contro l'occupazione tedesca: egli fa di tutto per riconquistare la sovranità francese nel campo alleato, contro alcune pressioni di governanti inglesi e soprattutto statunitensi che hanno a lungo giocato contro di lui l'opzione vichysta.
Durante la Liberazione della Francia, la resistenza francese ha moltiplicato le sue azioni e paralizzato i tentativi di risposta tedesca allo sbarco. Quanto alla popolazione francese, essa ha accolto de Gaulle trionfalmente, forzando così Roosevelt a riconoscere infine pienamente il governo provvisorio installato in Francia da de Gaulle.
Il termine gollista era quindi praticamente sinonimo di resistente (nelle FFL all'estero e nelle FFI in Francia metropolitana); ma dopo il 22 giugno 1941 (Operazione Barbarossa) e l'ingresso in massa dei comunisti nella resistenza, il termine gollista identifica i resistenti che non sono comunisti.
L'obiettivo di de Gaulle – e del gollismo – era di «vincere la guerra», sia dal punto di vista «militare», sconfitta del nazismo e liberazione della Francia, sia dal punto di vista «diplomatico», legittimazione del GPRF come continuazione della Repubblica francese rispetto all'État français (considerato illegittimo da de Gaulle)[22].
Ma de Gaulle, dopo aver vinto la guerra e restaurato la democrazia, ha criticato il «regime dei partiti» che era stato, secondo lui, per la Francia, prima della guerra una fonte di debolezza, e immagina l'instaurazione di un sistema democratico ma con un esecutivo forte.
I partiti politici, oggetto delle sue critiche, si difesero e, poiché de Gaulle non poteva applicare il suo programma, lo costrinsero a dimettersi dal GPRF nel gennaio 1946.
Il «gollismo» a questo punto prende un altro significato: smette di essere un movimento di resistenza e di restaurazione della democrazia e diventa un movimento politico deciso a sostenere le idee di Charles de Gaulle sulla necessità di un potere democratico ma forte, al quale si aggiungeva una parte sociale: la volontà di associare il capitale e il lavoro. Alcuni ex vichysti hanno raggiunto il movimento gollista così come ex comunisti, anche se alcuni dei ex compagni di lotte della France libre e della resistenza, che avevano preso posizione a sinistra, hanno combattuto il suo Rassemblement du peuple français (RPF).
Poiché la Quarta Repubblica francese aveva rapidamente evoluto verso un regime di preponderanza parlamentare, con dei governi di coalizione effimeri e che non arrivavano a prendere delle decisioni, i gollisti l'hanno combattuto senza tregua, associando a volte i loro voti in Parlamento a quelli dei comunisti. Il sistema politico della Quarta Repubblica, che riprendeva quello della Terza Repubblica (malgrado la crisi politica che questa aveva conosciuto negli anni 30), era un sistema parlamentare repubblicano; de Gaulle invece, nel suo discorso di Bayeux (1946) e in quello di Épinal (1946), delineava una forma di governo differente, che Maurice Duverger nel 1970 definirà come semipresidenziale[23].
Ma la Quarta Repubblica francese è indebolita a causa dell'incapacità dei governi di coalizione a risolvere i problemi della decolonizzazione. Dopo un sussulto sotto la Presidenza del Consiglio di Pierre Mendès France (ex aviatore della France libre, poi ministro di de Gaulle al CFLN e al GPRF), che riuscì a mettere fine per la Francia alla guerra d'Indocina e alla decolonizzazione della Tunisia, la Quarta Repubblica francese piomba nuovamente nell'immobilismo: l'insurrezione algerina provoca una repressione militare e un divorzio dalla métropole, non solamente con gli indigeni, ma anche con i francesi d'Algeria; fino alla crisi del maggio 1958 fomentata da militari e attivisti che reclamano il ritorno del generale de Gaulle.
Il governo centrale fu incapace di rispondere a questa crisi, e dopo il tentativo di colpo di Stato del 13 maggio 1958 ad Algeri e la creazione di Comités de salut public in Algeria e in Corsica, fu lanciata l'Opération Résurrection (24-28 maggio), questa prevedeva un'operazione militare in Corsica, per stabilire una testa di ponte, per poi dirigersi su Parigi e prenderne il potere allo scadere dell'ultimatum il 29 maggio.
Il governo di Pierre Pflimlin, che si era installato il 14 maggio, si dimette il 28 maggio. Nel frattempo de Gaulle, con la dichiarazione del 15 maggio[24], si dichiarava pronto ad assumere i poteri della Repubblica e, nella conferenza stampa del 19 maggio[25], confermava la sua volontà di rendersi utile per il Paese ma in un quadro strettamente legale e nel rispetto delle libertà pubbliche. Finalmente il 29 maggio il presidente René Coty fa appello al più illustre dei francesi, de Gaulle accetta e il 1º giugno 1958 forma il governo e il giorno dopo ottiene i pieni poteri dall'Assemblea nazionale. Finisce così la sua «traversata del deserto» (in francese: «traversée du désert») iniziata nel gennaio del 1946 e durata 12 anni.
Il 1º giugno 1958 de Gaulle fa la dichiarazione d'investitura davanti Assemblea nazionale che gli accorda la fiducia; l'indomani ottiene dall'Assemblea nazionale i pieni poteri e la delega per la riforma costituzionale.
Il termine "neo-gollismo" è stato utilizzato in letteratura per descrivere il movimento emerso dopo la morte di de Gaulle nel 1970, attingendo una maggiore influenza dal liberalismo economico, rispetto al gollismo tradizionale e sociale. Alcuni aspetti del neogollismo, come il sostegno al Trattato di Maastricht e il riavvicinamento francese alla NATO sotto la presidenza di Chirac, sono stati descritti come difficili da conciliare con l'idea storica del gollismo.
I successori di Charles de Gaulle — Georges Pompidou, e brevemente Jacques Chaban-Delmas rappresentante l'ala riformista del gollismo - mantennero gli obiettivi del predecessore.
Dal dicembre 1976 il nuovo segretario Jacques Chirac iniziò la normalizzazione del programma gollista per allinearlo a quello delle destre europee (capitalismo liberale, fino all'atlantismo). Così il neogollismo moderno non ha conservato del gollismo che l'idea di una Francia forte all'interno di un'Europa indipendente.
La mutazione fondamentale, guidata dalla segreteria Chirac, è intervenuta dopo la presidenza di Georges Pompidou, durante quella di Valéry Giscard d'Estaing ed è continuata nella prima metà degli anni ottanta. La rapida diffusione attraverso il mondo delle idee del liberalismo economico sul modello britannico (1979) e americano (1980) così come lo scontro ideologico con i governi socialisti della presidenza di François Mitterrand (dopo il 1981) hanno portato l'adesione della maggioranza del RPR al liberalismo economico, ufficializzata al congresso del partito del 1983 con Jacques Chirac. Le misure del governo Chirac dal 1986 al 1988, in particolare sotto la spinta di Édouard Balladur, ne sono l'illustrazione.
La seconda grande mutazione è la conversione ufficiale del RPR alla costruzione europea, a seguito dell'evoluzione di Jacques Chirac su questa questione: l'autore dell'appel de Cochin (1978) fa una campagna europeista a favore del trattato di Maastricht (1992), contro le posizioni prese da Charles Pasqua e Philippe Séguin.
Il Rassemblement pour la République (RPR), negli anni 90, raggruppava quattro tendenze: «ortodossa», «legittimista/centrista», «liberale» e «sociale».
Nello stesso tempo, la potenza dell'influenza liberale sull'insieme dei movimenti politici di destra (e anche di sinistra) attraverso il mondo, ma anche la difficoltà, 20 o 30 anni dopo la sua morte, di immaginare cosa sarebbe stata la politica del generale de Gaulle, hanno condotto l'RPR a banalizzarsi all'interno delle destre europee, malgrado i tentativi di rinascita dottrinale dei gollisti sociali e sovranisti riuniti attorno alla rivista trimestrale «Une certaine idée», fondata da Philippe Séguin, nel 1998.
Dopo le elezioni presidenziali del 2002, il movimento «gollista» Raggruppamento per la Repubblica (RPR) si è sciolto in un nuovo partito di centro-destra: l'Unione per un Movimento Popolare (UMP).
La trasformazione del RPR nell'UMP, partito dominante della destra francese con un programma giudicato liberale e europeista, malgrado la difesa di Jacques Chirac del modello sociale francese, pose, nei primi anni del XXI secolo, la questione della perennità del gollismo nella vita politica francese.
Tuttavia, dopo la scomparsa del RPR, dei movimenti rivendicano il mantenimento del pensiero gollista: alcuni sono (stati) associati o vicini all'UMP (come l'Union des jeunes pour le progrès, il Mouvement Initiative et Liberté, il Club Nouveau Siècle o Le Chêne); altri se ne sono distaccati (Debout la France) o si sono riuniti attorno a valori comuni sovranisti e sociali; infine vi sono associazioni e club di riflessione di ispirazione gollista.
Nel 2015 infine il leader dell'UMP, Nicolas Sarkozy, lo trasforma ne Les Républicains.
Elementi neogollisti sono presenti, oltre che ufficialmente nel partito erede dell'UMP sarkozista, Les Républicains, anche nel gruppo Les Patriotes e nel Front National dopo l'ascesa di Marine Le Pen nel 2011, partito di estrema destra ed euroscettico dal 2018 noto come "Rassemblement National". Alcuni commentatori politici hanno argomentato che anche il presidente centrista ed europeista Emmanuel Macron (La République en marche, oggi Reinassance) si ispiri in qualche modo al gollismo oltre che alla destra liberale; per le sue idee è stato altresì coniato il neologismo macronismo.[30][31][32]
A partire da Charles de Gaulle (1947 - 1970), sono stati di matrice gollista i politici Georges Pompidou (1970 - 1974), Jacques Chaban-Delmas (1974-1976), Jacques Chirac (1976-2004) e Nicolas Sarkozy (2004-2015).
I «baroni del gollismo» sono i gollisti che avevano raggiunto de Gaulle all'inizio, alcuni già dagli anni quaranta, durante la guerra: Alain Peyrefitte, André Malraux, Christian Fouchet, Edmond Michelet, Gaston de Bonneval, Gaston Palewski, Georges Pompidou, Jacques Baumel, Jacques Chaban-Delmas, Jacques Foccart, Jacques Soustelle, Léon Delbecque, Louis Terrenoire, Louis Vallon, Lucien Neuwirth, Maurice Couve de Murville, Maurice Schumann, Michel Debré[33], Olivier Guichard, Pierre Lefranc, Pierre Mazeaud, Pierre Messmer, Pierre Picard, Raymond Dronne, Raymond Triboulet, René Capitant, Roger Frey, Yves Guéna, ect.[34][35][36]
Altre personalità golliste sono: i 43 cosignatari dell'«appel des 43»[37], i 229 parlamentari eletti sotto la Quarta Repubblica francese tra il 1946 e il 1958[38], Alain de Boissieu[39], Alain Juppé, Albin Chalandon, Bernard Accoyer, Bernard Debré[33], Catherine Vautrin, Charles Pasqua, Claude Greff, Christian Poncelet, Dominique de Villepin, Eugénie Éboué-Tell[40], Édouard Balladur, François Fillon, Gérard Larcher, Gilbert Grandval, Henri Guaino, Isabelle Debré[33], Jacques Godfrain, Jean-Louis Debré[33], Joël Le Theule, Louis Joxe, Marie-France Garaud, Marie-Jo Zimmermann[41], Michèle Alliot-Marie[42], Michel Barnier, Nicolas Dupont-Aignan, Patrick Devedjian, Patrick Ollier, Philippe Briand, Philippe de Gaulle[43], Philippe Dechartre, Philippe Séguin, Roger Karoutchi, Serge Dassault, François-Xavier Bellamy, ecc.
In Francia il termine partito gollista ha designato generalmente il più grande movimento politico che si rivendicava gollista.[44] Tutti i partiti gollisti – da RPF a RPR – avevano nel logo la croce di Lorena.
Dallo scioglimento nel 2002 del Rassemblement pour la République, i successivi si definiscono movimenti post gollisti o neo gollisti.
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destra | 1% | |||
centro-destra | 17% | |||
centro | 52% | |||
centro-sinistra | 30% | |||
Ripartizione della tenzenza politica dei quadri dell'RPR nel 1978[45] |
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destra | 9% | |||
centro-destra | 63% | |||
centro | 26% | |||
centro-sinistra | 2% | |||
Ripartizione della tendenza politica dei quadri dell'RPR nel 1984[45] |
I partiti seguenti si collocavano o si collocano generalmente nel centro-destra dello spettro politico, anche se il gollismo di de Gaulle si voleva come una «terza via sociale anti-capitalista e anti-marxista». Il posizionamento a destra è gollismo è controverso. I gollisti della prima fase, erano divisi tra gli ortodossi, nazionalisti e sovranisti, e i sociali, riformisti e progressisti. Quest'ultimi non si dicevano di destra, seppur anti-comunisti, ma rivendicavano un posizionamento tra centrista e progressista[46][47] e consideravano l'UDF di Giscard d'Estaing un partito di centro destra e conservatore[45]. Ma questo almeno fino alla fine degli anni settanta, a partire dagli anni ottanta, l'RPR si sposta verso destra e viceversa l'UDF verso il centro dello spettro politico francese.
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