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comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia in Veneto Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Treviso (AFI: /treˈvizo/ ) è un comune italiano di 85 517 abitanti,[1] capoluogo dell'omonima provincia in Veneto. È il quinto comune della regione per popolazione.
Treviso comune | |
---|---|
Veduta di Piazza dei Signori | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Veneto |
Provincia | Treviso |
Amministrazione | |
Sindaco | Mario Conte (LSP) dal 13-6-2018 (2º mandato dal 15-5-2023) |
Territorio | |
Coordinate | 45°40′19.99″N 12°14′31.99″E |
Altitudine | 15 m s.l.m. |
Superficie | 55,58 km² |
Abitanti | 85 517[1] (31-8-2024) |
Densità | 1 538,63 ab./km² |
Frazioni | Vedi elenco |
Comuni confinanti | Carbonera, Paese, Ponzano Veneto, Preganziol, Quinto di Treviso, Silea, Villorba, Zero Branco, Casier |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 31100 |
Prefisso | 0422 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 026086 |
Cod. catastale | L407 |
Targa | TV |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 378 GG[3] |
Nome abitanti | trevigiani, trevisani |
Patrono | san Liberale |
Giorno festivo | 27 aprile |
Soprannome | Urbs picta (Città dipinta)
Capoluogo di Marca |
Cartografia | |
Il territorio comunale nella provincia di Treviso. | |
Sito istituzionale | |
La città, di origine paleoveneta-pre romana, sorge su tre alture poste nei pressi del Fiume Sile, in un territorio caratterizzato da numerose risorgive. La vicinanza ad alcune importanti arterie, come la strada Postumia, e le stesse vie d'acqua, ha reso la città, sin dai tempi più antichi, un vivace centro commerciale. Detta anche "la città dei portici".
«e dove Sile e Cagnan s'accompagna»
La città sorge sulla bassa pianura veneta, in una zona ricca di risorse idriche: numerose sono le sorgenti risorgive, localmente dette fontanassi. Entro lo stesso territorio comunale nascono numerosi fiumi di risorgiva dei quali il più importante è il Botteniga. Quest'ultimo, dopo aver ricevuto le acque di Pegorile e Piavesella, oltrepassa le mura all'altezza del Ponte de Pria e si divide poi nei diversi rami, detti cagnani (Cagnan Grande, Buranelli, Roggia), che tanto caratterizzano il centro storico.
Un altro, più modesto corso d'acqua risorgiva, nasce all'interno della cinta muraria, il Cantarane (0,447 km, in gran parte interrato). Corso d'acqua principale è comunque il Sile che, dopo aver lambito le mura meridionali, riceve le acque dei cagnani del Botteniga. Altri fiumi rilevanti, tutti affluenti del Sile, sono lo Storga, il Limbraga (da sinistra) e il Dosson (da destra). La città poggia su un terreno composto di materiali fini e limoso-sabbiosi. La distribuzione dei vari livelli stratigrafici è molto irregolare a causa delle frequenti divagazioni e variazioni di corso subite dai fiumi durante l'ultima era geologica.
L'altitudine minima è di 6 m s.l.m. e si riscontra all'estremità sudorientale del territorio comunale, in località Sant'Antonino; di contro, il punto di massima, 31 m s.l.m., corrisponde all'estremità nordoccidentale, nei pressi di Santa Bona. Il municipio, Ca' Sugana, si trova invece a 15 m s.l.m. Per quanto riguarda il rischio sismico, Treviso è classificata nella zona 3, ovvero a bassa sismicità.
Il clima di Treviso è di tipo subcontinentale, presentando caratteristiche analoghe a quanto riscontrato in generale nella pianura Padano-Veneta, pur con le dovute e molteplici variazioni microclimatiche a seconda delle zone. Gli inverni sono moderatamente freddi e le estati calde ed afose. La media delle temperature minime nel trimestre invernale è inferiore allo zero, con frequenti gelate, specie nei periodi di stabilità atmosferica con cielo sereno. In tali situazioni le temperature minime possono scendere di diversi gradi al di sotto dello zero.
Non mancano gli episodi nebbiosi, talvolta persistenti per tutto il giorno, segnatamente nelle aree a sud del Centro Storico. La neve a Treviso non è certo un fenomeno raro, dato che di solito si presenta, con o senza accumulo nella maggior parte delle stagioni invernali, anche se la pianura trevigiana è solitamente meno nevosa rispetto ad altre aree della pianura Veneta e spesso la neve muta rapidamente in pioggia. Va inoltre considerato che Treviso si trova nella parte orientale della Pianura veneto-friulana ed è esposta alle masse di aria continentale da est che, se sufficientemente intense, possono portare a giorni di ghiaccio.
Nonostante questo fenomeno sia stato meno frequente negli ultimi anni, nel dicembre 2009 la città ha visto una nevicata molto intensa[4].
Le estati sono calde ed afose, con un evidente fenomeno di "isola di calore" che specie in certi periodi affligge il Centro Storico. Durante le fasi caratterizzate dalla presenza dell'Anticiclone Subtropicale, che negli ultimi 15 anni si presentano praticamente ad ogni stagione estiva, durante le ore notturne il caldo nell'area all'interno delle Mura può essere consistente e determinare valori di temperatura superiori anche di 4-5 gradi rispetto alle zone periferiche. Durante l'estate le fasi calde possono essere bruscamente interrotte da infiltrazioni di aria fresca che spesso causano fenomeni anche violenti, con grandinate e downburst. Le precipitazioni medie annue superano i 900 mm e i valori massimi si riscontrano in autunno ed in primavera.
La prima menzione di Treviso, seppur indiretta, compare nel III libro della Naturalis historia di Plinio il Vecchio in cui è citato il «Fluvius Silis ex montibus Tarvisanis». Bisognerà aspettare il De vita sancti Martini di Venanzio Fortunato per avere una prima citazione del toponimo «Tarvisus», seguito, poco dopo, dall'Anonimo Ravennate con «Trabision».
Numerosi sono poi i riferimenti nell'Historia Langobardorum di Paolo Diacono: «Tribicium seu Tarbision», «apud Tarvisium» ecc. L'ipotesi più probabile è che Tarvisium, scomponibile in Tarv-is-ium, sia di origine celtica: si riconoscono infatti tarvos "toro" e la formante -is- tipica dei toponimi gallici[5].
Altra ipotesi è la tesi di una derivazione dalla combinazione di due termini romani Ter- e -visi in relazione ai tre colli (in latino, appunto, visi), corrispondenti agli attuali Piazza Duomo, Piazza dei Signori e Piazza Sant'Andrea, su cui sarebbe stata edificata la città.
Villaggio paleoveneto sorto in epoca pre-romana su tre alture poste nei pressi di un'ansa del Sile, in un territorio ricchissimo di risorse idriche, l'antica Tarvisium divenne municipio all'indomani della sottomissione della Gallia Cisalpina da parte dei Romani[6]. La vicinanza ad alcune importanti arterie, come la strada Postumia, e le stesse vie d'acqua, ne fecero sin dai tempi più antichi un vivace centro commerciale della Venetia et Histria[7][8].
La decadenza del tardo periodo romano dal 284 al 476 si fece sentire anche a Treviso benché, all'indomani della caduta dell'Impero romano d'Occidente e durante il regno di Teodorico, la città fosse ancora un centro annonario di prim'ordine[9]. Contesa nel corso del VI secolo tra Ostrogoti e Bizantini, secondo la tradizione la città diede i natali a Totila, glorioso capo militare germanico che vinse i Bizantini proprio alle porte di Treviso[10].
Conquistata dai Longobardi, fu eretta a sede di uno dei trentasei ducati del regno e venne dotata di un'importantissima zecca[11][12]. Quest'ultima continuò a fiorire anche sotto i Carolingi, sotto i quali il locale vescovo ebbe il titolo di conte (da non confondere con il titolo di conte di Treviso dei Collalto che mantennero per molto tempo poteri sulla città, anche se limitati nel corso dei secoli) e ancora sotto la Serenissima vi si coniava il bagattino[13].
Fu tuttavia con la rinascita dell'Anno Mille che Treviso, datasi statuti comunali e vinto l'imperatore Federico Barbarossa accanto alle città delle leghe Veronese e Lombarda, conobbe un notevole sviluppo, ampliandosi nelle dimensioni ed arricchendosi di monumenti e palazzi, che le valsero il soprannome di urbs picta. Il vivere trevigiano divenne sinonimo di vita gaudente e la città si animava di feste e celebrazioni, quali quella del Castello d'Amore. Citata da Dante Alighieri che vi trascorse parte del suo esilio e da Fazio degli Uberti nel suo Dittamondo, la città crebbe ulteriormente in ricchezza e fasto per tutto il XII e XIII secolo dotandosi di una delle prime Università (1321) e contendendo alle limitrofe Padova e Verona il ruolo di città principe di quella che, al tempo, veniva chiamata Marca Trivigiana intendendo con l'espressione buona parte dell'attuale Veneto[14].
In modo analogo alle principali città del Nord Italia, anche Treviso assistette alla crisi del governo comunale ed il successivo passaggio alla signoria. Bisogna tener conto, comunque, che sin dagli inizi il potere era di fatto in mano ad una ristretta oligarchia aristocratica, tra cui spiccavano alcune famiglie quali i Tempesta.
La prima casata ad impossessarsi di Treviso fu quella degli Ezzelini, che signoreggiarono tra il 1237 ed il 1260 con le figure di Ezzelino III e Alberico. La città fu quindi preda di nuove lotte intestine tra i Guelfi filopapali ed i Ghibellini, sostenitori di un riavvicinamento all'Impero, tanto che solo nel 1283, a seguito della vittoria dei primi, si assistette ad una decisa ripresa economica e culturale che durò fino al 1312[15].
Della tormentata situazione politica trevigiana di inizio Trecento, dominata dai Collalto e dai Da Camino, si interessò anche Dante Alighieri, il quale dedicò a Treviso il celebre verso n. 47 del canto IX del Paradiso: "e dove Sile e Cagnan s'accompagna / tal signoreggia e va con la testa alta, / che già per lui carpir si fa la ragna". Con queste parole Dante allude a Rizzardo II da Camino, subentrato nel 1306 al padre Gherardo da Camino nella carica di capitano generale di Treviso, e ritenuto di atteggiamento borioso dal sommo poeta. Quest'ultimo venne assassinato nel 1312 mentre giocava a scacchi in veranda[16].
Seguì per la Marca un periodo di guerre e saccheggi che iniziarono nel 1329 e continuarono fino al 1388[17]. La città venne infatti occupata per circa un decennio anche dagli Scaligeri (1329-1339), e nel 1339 si diede spontaneamente alla Serenissima, andandone a costituire il primo possedimento in terraferma. Treviso fu tuttavia coinvolta nelle guerre per il primato sulla penisola italiana: la città fu quindi retta per un breve periodo dall'arciduca d'Austria tra il 1381 ed il 1384 per passare, nel 1384 e fino al 1388, ai da Carrara. Solo da allora la città tornò definitivamente alla Repubblica di Venezia, seguendone per i successivi quattro secoli le sorti e i voleri[18].
Finalmente sotto Venezia, Treviso poté godere di un lungo periodo di stabilità e relativo benessere, salvo la parentesi della Guerra della Lega di Cambrai, che vide la costruzione delle attuali fortificazioni (1509), e l'assedio imperiale e francese, tolto nel 1511[19]. Il territorio trevigiano fu tra le province venete quello più direttamente controllato dalla Serenissima (insieme al Padovano): fu l'unico territorio in cui non vennero mai creati dei vicariati, estromettendo così la consorteria nobiliare cittadina dal controllo diretto del territorio. Al loro posto vennero create una serie di podesterie affidate a rettori veneziani.
Il 21 ottobre 1866, nelle Province Venete si tenne il plebiscito di annessione al Regno d'Italia: a Treviso prevalsero nettamente i "sì" (i "no" furono soltanto due). Nel corso dell'Ottocento, si installarono in città famiglie della borghesia imprenditoriale, di origine «foresta» (tra cui Bosco San Giorgio)[senza fonte]che diedero il primo impulso alle industrie locali e al processo di inurbamento della popolazione contadina.
Alla fine del secolo la povertà nelle campagne era dilagante: la pellagra era all'ordine del giorno e molti ne soffrivano fino ad ammalarsi di mente (la cosiddetta "follia pellagrosa" che causava allucinazioni e deliri); proprio per far fronte a queste difficoltà venne costruito a Treviso il nuovo ospedale psichiatrico provinciale, il Sant'Artemio[20]. A causa di questa difficile situazione economica molti proletari cercarono fortuna altrove, in particolare in Brasile[21][22].
Durante la prima guerra mondiale, Treviso, «città di retrovia», subì diversi bombardamenti aerei da parte degli austriaci. A causa della ritirata di Caporetto, la provincia risultò tagliata in due e migliaia di profughi trevigiani furono evacuati e sparsi in tutta la penisola. A partire dal 1916, come sistema difensivo della città, venne costruito un campo trincerato. La ricostruzione e gli ambiziosi progetti urbanistici avviati in seguito, durante il ventennio, cambiarono in parte l'aspetto della città.
Nei primi anni dopo la marcia su Roma, il potere locale restò in mano a personale prefascista. I movimenti cattolici (leghe bianche e cooperative), in precedenza molto forti, furono sciolti. Nel 1938 Benito Mussolini visitò la città. I primi anni della seconda guerra mondiale furono determinanti per lo sviluppo economico Treviso, in particolar modo del settore terziario. In quanto nodo ferroviario molto importante verso l'est, il 7 aprile 1944 (era il Venerdì Santo), la città fu pesantemente bombardata dall'aviazione statunitense (bombardamento di Treviso). Il 29 aprile 1945 entrarono in Treviso le prime truppe alleate, accolte dai partigiani che, dopo l'8 settembre 1943, operarono in clandestinità anche nel trevigiano.
Dopo la caduta della Repubblica Sociale Italiana, la Chiesa tornava ad essere l'interlocutrice e la moderatrice della società trevigiana. Durante i primi anni di governo della Democrazia Cristiana furono ricostruiti i più importanti edifici storici distrutti dal bombardamento, venne inoltre migliorata la viabilità e costruiti numerosi alloggi per i senzatetto[23].
Negli anni ottanta e novanta, nella provincia di Treviso, grazie alle sue fabbriche, spesso di piccole dimensioni, scoppiò il boom economico che la portò, in pochissimi anni, da zona economica depressa a una delle realtà economicamente più vivaci dell'Italia. In quegli anni un nuovo soggetto politico appare nella scena veneta, la Lega Nord: nel 1994, dopo anni di amministrazione democristiana, viene eletto sindaco Giancarlo Gentilini.
Negli anni duemila nuove problematiche si affacciano nella società trevigiana: la microcriminalità, la sicurezza sociale, il precariato, il traffico, l'inquinamento da polveri sottili nel periodo invernale, la speculazione edilizia. Nel 2013, dopo essere stata amministrata dalla Lega Nord per circa vent'anni, la città ha eletto per la prima volta una giunta di centro-sinistra, scegliendo come sindaco l'avvocato Giovanni Manildo (Partito Democratico). Alle elezioni comunali del giugno 2018 la città torna ad essere amministrata dalla Lega Nord, eleggendo Mario Conte nuovo sindaco, riconfermato nel 2023.
Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del Capo del Governo del 22 agosto 1941[24] ed è così è descritto nell'articolo 6 dello Statuto Comunale:
«Scudo di rosso, alla croce d'argento, accantonata in capo da due stelle del secondo, di otto raggi, circondato da due rami di quercia e d'alloro, annodati da un nastro dai colori nazionali.»
Nell'araldica civica italiana, la croce è tipica delle città aderenti al partito guelfo; il metallo argento è di gusto francese perché furono i crociati Francesi ad adottare la croce argentata per distinguersi; le stelle sembrano senza significato se non quello di semplice ornamento di gusto araldico medievale[25].
Il vessillo è costituito da una bandiera bianca e azzurra con lo stemma comunale al centro. Treviso ha pure un proprio sigillo di forma ovale nel quale è rappresentata una città turrita e riportate le scritte "Tarvisium" e "Monti, musoni, ponto, dominorque Naoni". Il verso leonino rimanda agli antichi domini della città, che avevano come confini le Prealpi Bellunesi, il fiume Muson, il mare della Laguna Veneta e il fiume Noncello.
La città di Treviso è una delle città decorate al valor militare per la guerra di Liberazione: è stata infatti insignita della medaglia d'oro il 13 aprile 1948 per i sacrifici sofferti dalle popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale con la seguente motivazione:
La città di Treviso, legata a una lunga tradizione religiosa e monastica che l'ha interessata per lunghi secoli, conserva molte architetture religiose: dentro le mura sorgono le chiese più antiche e i monasteri superstiti; nei quartieri più moderni, sviluppatisi nel Novecento, sorgono le relative chiese parrocchiali, esempi di architettura religiosa moderna e contemporanea.
Il complesso delle Canoniche della Cattedrale sorge a sud-est del Duomo di Treviso. Le Canoniche Vecchie ospitano attualmente il Museo Diocesano di Arte Sacra, nelle Canoniche Nuove trova posto la Biblioteca capitolare di Treviso.
Il complesso degli edifici di cui fanno parte le Canoniche Vecchie e Nuove è tra i più antichi della città e si trova in un'area in cui, si tramanda, sorgeva il teatro della Tarvisium romana. Numerosi sono i reperti rinvenuti: la testimonianza più importante è certo la pavimentazione musiva del IV secolo visibile in via Canoniche.
A partire dall'anno 2016 Piazza Rinaldi, oggetto di un restyling con la piantumazione di tre alberi di quercia, è divenuta pedonale.
Il centro storico è ancora parzialmente racchiuso dalla cinta muraria costruita nel 1509 in vista della guerra della Repubblica di Venezia contro la lega di Cambrai. Oltre alla costruzione di imponenti mura bastionate e la deviazione di parte del fiume Botteniga, il progetto del frate Giovanni Giocondo, cui il Consiglio dei Dieci aveva affidato le opere di fortificazione, comportò anche l'abbattimento di diversi edifici, tra i quali parte dell'antico santuario di Santa Maria Maggiore[32]. Alle tre porte monumentali di seguito citate si aggiunsero, nella seconda metà del XX secolo, numerosi varchi.
Talvolta chiamata "la piccola Venezia", Treviso è bagnata da diversi canali, tutti originati dalla divisione in rami (detti "cagnani") del Botteniga. Il fiume entra in città passando sotto il "Ponte de Pria" (Ponte di Pietra) in corrispondenza del quale vi sono delle chiuse, ideate e fatte costruire da Fra' Giocondo. Altri due rami del Botteniga costeggiano le mura cittadine per immettersi poi, come i "cagnani", nel fiume Sile che lambisce il lato sud del centro storico.
Il Cagnan Medio o canale dei Buranelli, è una delle più pittoresche diramazioni del Botteniga che caratterizzano il centro storico. Il toponimo si riferisce ad uno dei ponti che attraversa il corso d'acqua, detto appunto ponte dei Buranelli, nei pressi del quale si trova tuttora un edificio cinquecentesco un tempo dimora e magazzino di commercianti provenienti dall'isola lagunare veneziana di Burano.
Altro corso d'acqua è il canale della Roggia, da cui deriva il nome dell'omonima via (Via Roggia), che percorre l'ala ovest del centro storico, passa nelle vicinanze di Piazza Duomo e successivamente di Piazza Borsa, per poi confluire nel Sile all'altezza di Riviera Santa Margherita.
Già nel XIV secolo il poeta fiorentino Fazio degli Uberti, nel suo Dittamondo, cantava "le chiare fontane" di Treviso ed il "piacer d'amor che quivi è fino". L'Abate Bailo, nella propria guida della città del 1872, loda la purezza delle acque di Treviso, al punto da scrivere: "quest'acque meritano che il forestier le gusti, né si dirà di conoscere Treviso, se non si sono gustate le sue acque"[33].
Le trentatré fontane tutt'oggi presenti all'interno delle mura vennero installate, ad esclusione delle fontane di piazza S. Vito e piazza S. Leonardo e della particolare fontana delle Tette, per motivi di utilizzo domestico. Il rapporto con gli abitanti della via o della piazza era quotidiano e cadenzato dagli eventi legati allo svolgersi della giornata.
Tra le fontane della città vi sono:
Le numerose ville venete schedate dall'IRVV nel comune di Treviso coprono un ampio arco temporale, dal XVII al XIX secolo dovuto all'espansione di Venezia in terra ferma. Particolarmente interessanti sono Ca' Zenobio Alverà Ceccotto a Santa Bona e Villa Manfrin detta Margherita a Sant'Artemio.
All'interno della città di Treviso sono presenti numerose aree verdi tra cui:
- Il Parco naturale regionale del Fiume Sile e le Restere:
- Il Parco dello Storga e il Parco Sant'Artemio, area protetta gestita dalla Provincia di Treviso istituita con lo scopo di tutelare il patrimonio naturalistico ed etnografico locale. All'interno del Parco Sant'Artemio si trova l'ex ospedale psichiatrico Sant'Artemio ora sede dell'Amministrazione Provinciale di Treviso;
- Il Parco di Villa Margherita;
- Il parco delle Mura, da Bastione San Paolo a Bastione San Marco e Porta Santi Quaranta.
Abitanti censiti[34]
Al 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti nel comune erano 12.250, ovvero il 14,31% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[35]:[36]
Accanto alla lingua italiana, il dialetto in uso a Treviso e dintorni è un veneto con un'impostazione molto simile a quello veneziano. Le differenze riguardano anzitutto la resa di ŏ latino in sillaba libera, che è pronunciato /ɔ/ e non /o/ ("fuoco" è fògo e non fógo) e nell'evoluzione del suffisso latino -ĕllus che è -èl ("fratello" è fradèl e non fradèło). La tipicità più evidente è però data dall'intonazione, in particolare nelle interrogative in cui si ha l'allungamento dell'ultima sillaba anche se atona (qua? e maja? sono pronunciati /'kwaa/ e /'majaa/)[37][38].
Prima della conquista della Serenissima, che diede inizio alla penetrazione culturale veneziana in terraferma, a Treviso si parlava una forma di veneto settentrionale affine ai dialetti attualmente in uso nella Pedemontana e nel Bellunese[39].
La prima confessione religiosa a Treviso è quella cattolica. La città è sede vescovile e il territorio comunale è suddiviso in 27 parrocchie comprese nel vicariato urbano. Tra le altre comunità religiose spiccano quella musulmana e varie confessioni cristiane non cattoliche. A Canizzano esiste un grande complesso dei Testimoni di Geova che vi si radunano per i loro congressi annuali e le settimanali adunanze.
Da luglio 2014 si attua su tutto il territorio comunale la raccolta differenziata porta a porta. Tra i comuni capoluogo di provincia italiani, Treviso è la prima città dove si applica la tariffa puntuale (cioè si paga in base alla quantità di rifiuti prodotti)[40] e la prima per percentuale di rifiuti avviati a recupero (l'85,6% del totale nel 2016)[41]
Inoltre, negli anni 2016 e 2017, l'Amministrazione comunale ha realizzato un apprezzato[42][43] progetto di graduale pedonalizzazione del centro storico di Treviso[44], non esente da osservazioni critiche riguardo alla carenza di parcheggi[45]. Sono divenute interamente pedonali e precluse al passaggio delle automobili Piazza Rinaldi e Piazza Santa Maria dei Battuti[46].
La città, specialmente nei mesi invernali[47], soffre di una scadente qualità dell'aria. «Le caratteristiche geomorfologiche, unite a fattori ambientali-meteorologici e alla combustione di biomassa legnosa, portano il Comune ad essere particolarmente soggetto ad aumenti della concentrazione delle polveri sottili»[48].
Nel comune sono presenti numerose istituzioni prescolastiche, istituzioni scolastiche di primo e secondo grado, inferiore e superiore. Di una certa rilevanza per la città sono il liceo ginnasio statale Antonio Canova, il quale vanta anche un indirizzo linguistico, il liceo scientifico statale Leonardo da Vinci, il liceo pluriindirizzo "Duca degli Abruzzi"[49] oltre al Liceo Artistico e infine il Collegio vescovile Pio X. Nella città è presente inoltre l'istituto Canossiano "Madonna del Grappa" dove è presente un liceo scientifico sportivo.
La Biblioteca Comunale ha cinque sedi, delle quali tre si trovano nel centro storico[50]. Sono presenti inoltre alcune fondazioni private come il centro documentazione della Fondazione Benetton Studi e Ricerche con annessa la biblioteca,[51] a Palazzo Caotorta, la Biblioteca Capitolare[52] e la Biblioteca del Seminario.[53][54] Anche il Liceo Canova dispone di un'interessante biblioteca al piano terra della sua sede principale, in Via San Teonisto.
Già nel 1231 la città era alla ricerca di un medico che fosse in grado di tenere un corso a Treviso, è invece del 1269 la nomina del canonico Florio de' Dovari da Cremona, probabilmente il primo professore di diritto. Nel 1313-1314 si ha notizia che il Comune garantiva la presenza di due docenti di diritto, un ordinario ed uno straordinario, un terzo doveva insegnare diritto canonico ed il quarto medicina.
Benché dunque la città potesse vantare un proprio ateneo in periodo medievale, solo di recente le Università di Padova e l'Università "Ca' Foscari" di Venezia hanno qui stabilito proprie sedi distaccate, dando nuovamente a Treviso dignità di "città universitaria". Le lezioni si svolgono presso l'ex Ospedale dei Battuti e l'ex Distretto Militare San Paolo.
Oltre a diversi musei, la città offre importanti spazi espositivi quali Palazzo dei Trecento, sede del Consiglio Comunale, Ca' dei Carraresi, di proprietà di Fondazione Cassamarca[55], e palazzo Bomben, sede della Fondazione Benetton Studi e Ricerche[56] e gli spazi espositivi di Cà Scarpa (ex Chiesa di Santa Maria Nova e antico complesso monastico di Ognissanti).
I quotidiani storici cittadini sono La Tribuna di Treviso e l'edizione locale de Il Gazzettino. Anche il Corriere della Sera, da alcuni anni pubblica un'edizione locale: il Corriere del Veneto, edizione Treviso-Belluno. È presente la sede della casa editrice Santi Quaranta.
Tra le emittenti radiofoniche locali si possono ricordare le stazioni del gruppo di Roberto Zanella con sede in Castelfranco Veneto (Radio Birikina, Radio BellaeMonella, Radio Piterpan, Radio Marilù, Radio Sorriso e Radio Gelosa). È presente anche Erreci radio Conegliano, Radio Veneto Uno, Radio Asolo international e Rvs. In provincia di Treviso ha sede l'emittente televisiva Antenna Tre Nordest e l'emittente televisiva Rete Veneta (redazione di Treviso).
In città furono operanti, oltre agli storici teatri Santa Margherita, Onigo e Dolfin, il teatro Sociale (ex Ariston)[65], il cinema Hesperia di piazza Crispi[66], nel quale presero avvio, nel 1945, le proiezioni del primo Cine Club italiano, quello di Treviso appunto, il cinema Astra, già teatro Ruberti di via Carlo Alberto[67], l'Edison, l'antico teatro Garibaldi, situato tra vicolo Rialto e vicolo XX Settembre[68], il cinema teatro Embassy situato nei pressi di Largo Porta Altinia ed il cinema multisala Corso, unico cinema attualmente attivo nel centro della città. Al di fuori delle mura incontriamo il cinema Edera che dedica la sua attività soprattutto alla proiezione di film d'essai.
Teatri in attività:
Anche grazie alla richiesta dei nobili veneziani che trascorrevano il periodo di villeggiatura nei dintorni di Treviso, a partire dalla fine del XVII secolo aprirono in città alcuni teatri d'opera. Rimane a tutt'oggi il Teatro Comunale, dal 2011 intitolato al tenore Mario Del Monaco. La sala attuale, fatta ricostruire sulle ceneri dell'antico teatro Onigo dalla società dei palchettisti, fu inaugurata nel 1869. Il teatro, rilevato dal Comune nel 1930, è stato sede per molti anni di un rinomato "Autunno musicale". Le opere più rappresentate furono quelle degli autori italiani del XIX e XX secolo, ma anche gli autori russi e francesi ottennero buona accoglienza (a Treviso si ebbe, in particolare, la seconda italiana di Boris Godunov dopo la prima della Scala).
Tra gli artisti che calcarono le scene del Teatro Comunale si possono ricordare Enrico Caruso, che ha cantato a Treviso la sua prima Tosca (1900), Toti Dal Monte, Mario Del Monaco, Katia Ricciarelli, la quale si esibì qui per la prima volta nel Trovatore (1970) ed in Otello (1971).[69] Concesso in gestione ad un ente strumentale di Fondazione Cassamarca, il Teatro Comunale “Mario Del Monaco” ospita, oltre alla rinnovata stagione sinfonica e lirica, un importante concorso per cantanti d'opera dedicato al soprano Toti Dal Monte (fra i vincitori: Garbis Boyagian, Ghena Dimitrova, Ferruccio Furlanetto, Simone Alaimo).
Il Teatro Del Monaco ospita anche il concerto di Capodanno, ogni 1 gennaio, che rappresenta un appuntamento musicale molto seguito dai trevigiani e che registra sempre il tutto esaurito. In città si svolge inoltre uno dei maggiori festival nazionali dedicati alla musica antica per organo, il "Festival Organistico Internazionale"[70] e il "Festival chitarristico Internazionale delle due città Treviso - Roma", importante manifestazione che si svolge in contemporanea anche a Roma, da cui il nome.[71]
Da molti anni nella prima settimana di luglio si tiene il "Festival musicale Suoni di Marca", con concerti e stand gastronomici nella cornice delle mura cittadine.[72] L'associazione Treviso Ricerca Arte, che ha avuto sede a Cà Dei Ricchi, dal 2014 al 2019 ha ospitato per alcuni anni una rassegna di musica Jazz dal nome TRAcce di Jazz.[73]. Infine, sempre per gli appassionati di musica jazz, dal 2014 si svolge alla fine del mese di maggio Treviso Suona Jazz Festival, che con l'edizione 2024 è giunto alla decima edizione[74].
La città è sede di numerosi cori polifonici e popolari (tra cui il coro Stella Alpina) e di alcune bande (Banda musicale "Domenico Visentin", nata nel 1963). Nel 2012 Treviso ha ospitato il 7º Festival della coralità veneta. Treviso ha dato i natali a Giuliano Carmignola uno dei più famosi violinisti in attività, Andrea Vettoretti, chitarrista classico di fama internazionale, e Francesco Artusato, chitarrista di fama internazionale noto per essere membro dei gruppi All Shall Perish e Devil You Know.
Un tipico antipasto è la soppressa, insaccato morbido tagliato a fette spesse, di solito accompagnata da polenta e radicchio. Tra i primi si possono menzionare i "risi" (con i fegatini o accompagnati da verdure di stagione come asparagi, radicchio, piselli o "bisi"...) e le minestre (in particolare il semplice brodo di cappone con i tortellini, la zuppa di fagioli e la sopa coada). Secondi tipici sono la selvaggina da piuma ed il pollame: la faraona arrosto con "pevarada" (una salsa di fegatini e pasta d'acciughe), il bollito di gallina, l'oca (spesso condita con il sedano), l'anatra allo spiedo e il cappone in umido.
Viene usato anche il pesce di acqua dolce e in particolare l'anguilla, "bisatto" in dialetto, fritta oppure in umido con polenta, i gamberi di acqua dolce, la trota e lo stoccafisso (a Treviso e nel Triveneto chiamato comunemente "baccalà"). Anche le verdure, in particolare il radicchio Rosso di Treviso,[75] sono spesso protagoniste della tavola trevigiana. Benché la provincia sia ricca di formaggi (Montasio, Asiago, Taleggio, Morlacco) e la casatella trevigiana, un formaggio fresco a denominazione di origine protetta preparato con latte di mucca pastorizzato.
Tra la frutta più coltivata in provincia vi sono il marrone di Combai, la ciliegia, specie dei colli Asolani, e l'uva. Il dolce più caratteristico è il Tiramisù, secondo la tradizione preparato per la prima volta nel ristorante “Alle Beccherie”.[76][77] Altri dolci sono la "torta fregolotta" e i dolci stagionali quali le frittelle, i crostoli e le castagnole carnevalizi, la pasquale "fugassa con le mandorle", le Favette dei Morti. Il vino bianco più famoso è certamente il Prosecco, al quale si possono affiancare il Tocai, il Verduzzo e quelli da uve Pinot bianco, grigio e Chardonnay per quanto riguarda i bianchi e da Cabernet, Merlot, Pinot nero e Raboso per quanto riguarda i rossi.[78]
Tra i festival organizzati all'interno della città sono citati: l'Home Festival che costituiva il festival musicale più grande d'Italia, i Suoni di Marca e il Treviso Comic Book Festival. La città ha ospitato inoltre le Adunate nazionali degli alpini del 1967, del 1994, e quella del 2017[79].
Dal 2014, inoltre, Treviso ospita il festival jazz denominato Treviso Suona Jazz Festival. La manifestazione dura sette giorni e si tiene in genere alla fine del mese di maggio. Il Festival si caratterizza per la collaborazione con alcuni conservatori di musica veneti, e ha portato in città artisti jazz come Enrico Pieranunzi, Steve Kuhn, Logan Richardson, Marco Tamburini, Paolino Dalla Porta, Bebo Ferra, Mauro Ottolini, Francesco Bearzatti, Roberto Gatto, Ed Cherry. All’edizione 2019[80] hanno partecipato Scott Hamilton, Simone Zanchini, Gabriele Mirabassi e Fabrizio Bosso. L'edizione 2020, tenutasi in settembre, ha ospitato un concerto con il musicista Enrico Rava al teatro Mario del Monaco[81]. Nell'edizione 2022 si è esibito il pianista americano Uri Caine[82]. L'edizione 2023 è stata caratterizzata per l'esibizione di Gegè Telesforo all'auditorium di Sant'Artemio[83], nonché di Eddie Gomez, Joe La Barbera e Dado Moroni al Teatro Mario Del Monaco[84].
Nell'edizione 2024, decimo anno di festival, si è esibito il pianista americano Fred Hersch insieme al contrabbassista Drew Gress e al batterista Joey Baron al Teatro comunale Mario del Monaco[85].
Il centro storico della città, tutt'oggi racchiuso dalle mura rinascimentali, mantiene in buona parte il tipico impianto urbanistico medioevale, caratterizzato da strade strette e dall'andamento irregolare.
Scavi archeologici hanno permesso di identificare in questa direttrice l'antico cardo massimo della Tarvisium romana[86]. Si ritiene che il decumano sia, invece, da identificare nell'attuale via Martiri della Libertà; il punto di incrocio, e probabile sede del foro, corrisponde dunque all'attuale piazza Carducci, nei pressi della loggia dei Cavalieri, (Stradario di Treviso).
Al comune di Treviso non appartengono ufficialmente delle frazioni, ma attorno al centro storico gravitano vari quartieri e sobborghi che spesso prendono il nome dalla parrocchia presente. Prima della legge n. 42/2010, che ha soppresso le circoscrizioni nei comuni con meno di 250.000 abitanti, il territorio comunale era così suddiviso:
Si contano, in aggiunta, numerose località minori delle quali citiamo il Chiodo (cinta extramuraria a nord), Sant'Artemio, Villapendola (un'isola tra il Sile e il Sil Morto, di fronte a Fiera), la Ghirada (la cosiddetta "città dello sport", a sud di San Lazzaro) e parte dell'abitato di Frescada ("Frescada Vecchia").
La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1920 aggregazione della frazione Monigo staccata dal comune di Paese (Censimento 1911: pop. res. 1333)[87].
A Treviso sono diffuse le produzioni artigianali di ceramiche e di porcellane, oltre alla lavorazione della paglia e del vimini.[88]
A Treviso in passato è stata fondata e vi ha avuto sede la Dal Negro, azienda produttrice di carte da gioco[89]. Attualmente in questa città sono presenti uno stabilimento Osram e la sede della De'Longhi.
La stazione ferroviaria di Treviso Centrale, è una delle stazioni più importanti della Regione ed è attraversata da quattro linee ferroviarie:
Nel 2021, a seguito dell'elettrificazione della linea Conegliano-Belluno, sono stati reintrodotti collegamenti diretti tra Treviso e Vittorio Veneto e Ponte nelle Alpi. Attualmente ci sono anche alcune corse dirette tra Venezia Santa Lucia e Calalzo passando per Treviso.
La città è servita dall'Aeroporto di Treviso-Sant'Angelo, intitolato ad Antonio Canova e posto a circa 3 km dal centro, che insieme all'Aeroporto di Venezia-Tessera costituisce il terzo polo aeroportuale d'Italia, serve le principali città italiane ed europee nel 2017 ha superato per la prima volta i 3 milioni di passeggeri. A circa 10 km a ovest di Treviso si trova l'Aeroporto militare di Treviso-Istrana, sede del 51º Stormo dell'aeronautica militare italiana.
I servizi di autolinee urbani e extraurbani sono svolti a cura della società Mobilità di Marca[90]. Il centro storico e tutto il territorio comunale sono serviti da 13 linee urbane MOM, servizio svolto in passato dall'azienda cittadina ACTT. Treviso dispone di un'autostazione, centro del trasporto extraurbano della provincia, dalla quale si diramano le linee MOM dirette verso tutti gli abitati della provincia ed estese anche verso altre località al di fuori della provincia di Treviso.
Fra il 1910 e il 1938 operò la rete tranviaria di Treviso, costituita da tre linee urbane a trazione elettrica e integrata rispetto a quella di Mestre, rappresentando sin dall'origine il prolungamento urbano della tranvia extraurbana Mestre-Treviso. Tali impianti in seguito furono sostituiti da una rete filoviaria, chiusa negli anni sessanta.
L'attuale amministrazione comunale è guidata dal sindaco Mario Conte, della Lega.
Freccette / Darts
A Treviso è stato fondato, nel 1983, il primo Dart Club in Italia. Nato come club privato, sviluppò ben presto un grande numero di soci appassionati dello sport delle freccette. Nel locale dove si giocava, fu gettata la base per la costituzione della F.I.G.F. (Federazione Italiana Gioco Freccette), anch'essa con sede a Treviso.
La prima è la Pallacanestro Treviso, fondata nel 1954, vincitrice di cinque scudetti e numerosi titoli nazionali e internazionali. La Benetton Basket è "sopravvissuta" solo a livello giovanile in particolare fino all'under 14. Il Treviso Basket fondato nel 2012, è la squadra locale nata dopo l'addio alla serie A del Gruppo Benetton. La squadra milita nella massima serie del campionato italiano dopo aver ottenuto la promozione nell'anno 2018-2019 Serie A (pallacanestro maschile) e conta numerosi tifosi in tutta la provincia. I "Fioi dea Sud" sono il gruppo ultras che segue la squadra in tutte le partite, registrando grandi presenze in ogni partita sia casalinga che in trasferta.
Benetton Rugby Treviso, nato nel 1932 come Associazione Sportiva Rugby Treviso e legato alla famiglia Benetton dal 1978, è una delle società più rappresentative del rugby italiano, ha conquistato quindici scudetti, che ne fanno la seconda squadra più vincente d'Italia. La sezione femminile è costituita dalla società Red Panthers, vincitrice di quattordici scudetti inoltre esiste anche una seconda società rugbistica in città, ovvero l’Associazione Sportiva Ruggers Tarvisium, nata nel 1969.
Judo
Ha sede in città l'ASD Judo Treviso, scuola di Judo fondata dal maestro Berardino De Carlo nel 1959.
Tra gli impianti sportivi, vanno citati stadio Comunale di Monigo, in cui si giocano le partite di rugby, e lo stadio Omobono Tenni, per il calcio, il complesso del poligono Comunale del Tiro a Segno di via Fonderia. A questi si aggiungono il complesso della Ghirada, vera e propria cittadella sportiva in cui hanno sede numerose strutture.
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