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famiglia nobiliare veneta Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
I da Romano, altrimenti detti Ezzelini, furono un'antica famiglia feudale, di probabili origini germaniche, che segnò la storia dell'odierno Veneto tra il XII e il XIII secolo.
Da Romano | |
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Stato | |
Titoli |
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Fondatore |
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Ultimo sovrano | Alberico da Romano[N 1] |
Data di fondazione | XI secolo |
Data di estinzione | 1260[N 2] |
Il loro più celebre esponente fu Ezzelino III (1194-1259), abile uomo politico ma anche spietato condottiero che, sfruttando l'alleanza con Federico II di Svevia, riuscì a costituire un esteso dominio personale che andava dall'Oglio e dal Po fino a Trento e alla Marca Trevigiana[1]. Con la sua fine la famiglia cadde in rovina: morto mentre era prigioniero degli avversari guelfi, la sua eredità fu raccolta dal fratello Alberico che, tuttavia, fu massacrato poco dopo assieme ai figli[2].
La tradizione, riferita dalla Cronica di Rolandino da Padova, crede che il capostipite dei da Romano fosse un certo Arpone, un modesto soldato (ab uno equo "con un solo cavallo") sceso in Italia nel 1036 al seguito di Corrado II il Salico[3][4]. Il primo membro storicamente accertato è invece Ecelo (o Ezzelo), citato, spesso accanto alla moglie Gisla, in alcuni documenti a partire dagli anni 1070[4].
Verosimilmente gli antenati di Ecelo erano di origini germaniche, ma non è possibile dire in che periodo fossero giunti in Italia[4]. Certamente dovevano esservisi radicati da tempo: nel 1085 lo stesso Ecelo fece una cospicua donazione al monastero di Sant'Eufemia di Villanova, dimostrando come la sua famiglia dovesse essere dotata di un patrimonio consistente, che non poteva aver accumulato in soli cinquant'anni. Gina Fasoli ha ipotizzato che un avo degli Ezzelini potrebbe essere un certo Azeli, missu domini Ottonis citato in un documento del 998[3].
In uno scritto del 1076 Ecelo si autodefinì come "da Onara e da Romano", due località fortificate in posizione strategica lungo il corso del fiume Brenta. Romano, in particolare, rappresentava un insediamento di una notevole importanza, posto ai piedi delle Prealpi Venete e all'inizio del percorso Canale del Brenta-Valsugana che consentiva i collegamenti tra i due versanti delle Alpi[3][4]. A questi feudi se ne aggiunsero molti altri nei decenni successivi: la curtis di Godego (citata tra i loro possedimenti dal 1159), i castelli di Zumelle, Mussolente e Oderzo (1193), Marostica (1218), Maser (1221)[3].
In quest'area di influenza convergevano, in modo non sempre preciso, i confini di Treviso, Vicenza e Padova e transitavano le loro principali vie di comunicazione. Queste città, a partire dalla metà del XII secolo si diedero delle istituzioni di tipo comunale, inserendosi come nuove entità politiche nello scontro che opponeva Papato e Impero. Numerose famiglie nobili, e così anche i da Romano, furono attratte da questi nuovi centri di potere e si avvicinarono sempre più alla vita pubblica cittadina[3][4].
Il secondo esponente di rilievo è Ezzelino I (detto "il Balbo") figlio di Alberico di Ecelo. Viene citato per la prima volta nel 1135, quando fu presente alla vendita di una massaricia da parte di due coniugi di Mestre - allora sottoposta a Treviso - al monastero veneziano dei Santi Secondo ed Erasmo[4].
Ezzelino I divenne sempre più potente in terre e ricchezze, e fu un sostenitore e uno dei capi della Lega Lombarda, fondata per contrastare Federico I Barbarossa in Italia.
Da Ezzelino I nacque Ezzelino II (o Ecelino II). Costui (poi noto come il Monaco per essersi nel 1221 ritirato a vita religiosa), tosto della gloria paterna, fu podestà di Treviso nel 1191, di Verona nel 1200, di Vicenza nel 1211. Fu sotto di lui che venne distrutto Onara, il castello storico di famiglia.
Dopo ben tre matrimoni, da Ezzelino II e dalla quarta moglie nacquero molti figli, tra cui tre dei più noti esponenti: Ezzelino III, Alberico II e Cunizza, quest'ultima ricordata da Dante Alighieri e da lui posta nel suo Paradiso (Divina Commedia).
Ma fu proprio tramite Ezzelino III che la famiglia raggiunse l'apice della potenza e grazie al quale essa stessa è maggiormente nota. Egli, al contempo alleato e nemico di Federico II di Svevia, fu il più distinto tra i ghibellini e la sua ambizione lo fecero divenire un personaggio potente e temibile, tanto da arrivare ad assumere gli atteggiamenti propri di un tiranno; tutto ciò, infatti, gli valsero il soprannome di Ezzelino III il Terribile. Ferito dai crociati di papa Alessandro IV, venne poi fatto prigioniero e rinchiuso a Soncino, ove morì. Sempre Dante lo pone nel suo Inferno.
Dopo la morte del Terribile, la Marca Trevigiana si ribellò alla sua famiglia e Alberico fu costretto con la sua famiglia a fuggire e rifugiarsi nel castello di San Zenone, ma, tradito, venne fatto prigioniero. Così, condannati a morte, gli ultimi esponenti della casata furono trucidati il 26 agosto 1260.
A causa della damnatio memoriae perpetuata dopo la fine della famiglia, lo stemma dei da Romano non è noto.
Nel 1779 Giambattista Verci inserì nella sua Storia degli Ecelini la riproduzione di uno stemma che attribuì con sicurezza ai da Romano basandosi, a suo dire, su testimonianze dell'epoca o di poco posteriori. Era scolpito a bassorilievo su una lapide collocata nella loggia della corte maggiore del castello di Padova. Le teorie del Verci furono accolte dal genealogista Pompeo Litta che, nel suo Famiglie celebri italiane, riportò una versione a colori dell'arma con tanto di blasonatura.
Queste rappresentazioni furono subito adottate dalla pittura ottocentesca a tema storico (la stessa che raffigurava Ezzelino III come un uomo barbuto e arcigno) e ad esse si ispirarono i comuni di Romano d'Ezzelino e di San Zenone degli Ezzelini per realizzare i rispettivi stemmi.
L'arma descritta dal Verci non ha però nulla a che vedere con quello dei da Romano, come dimostrato sin dal 1896 da Francesco Franceschetti. Si tratta infatti dello stemma di re Luigi d'Ungheria, derivante a sua volta dallo stemma degli Arpadi (partito con le fasce) e degli Angioini (partito con i gigli). Il sovrano fu alleato e amico di Francesco il Vecchio da Carrara e il suo blasone ricorre varie volte nel castello, che fu restaurato proprio dal signore di Padova[5].
La dinastia degli Ezzelini è, ad oggi, completamente estinta.[6]
Arpone capostipite | ||||
Ecelo I | ||||
Ecelo II | Alberico I | |||
Ezzelino I, detto "il Balbo" | ||||
Ezzelino II, detto "il Monaco" | ||||
Ezzelino III, detto "il Terribile" | Alberico II |
Arpone[N 3] capostipite | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ecelo I[N 4] † post 1091 cavaliere di ventura ⚭ Gisla | ||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ecelo II[N 5] ⚭ Aica | Alberico I[N 6] † ante 1154 ⚭ Cunizza | |||||||||||||||||||||||||||||||||
donna ignota ⚭ Giacomo del Corvo, nobile di Treviso | donna ignota ⚭ Geremia da Limena, nobile di Padova | Ezzelino I, detto "il Balbo"[N 7] † post 1182 condottiero e podestà ⚭ Auria di Riccardo da Baone | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Giovanni[N 8] ⚭ Beatrice di Albertino da Baone | Ezzelino II, detto "il Monaco" condottiero ⚭ Agnese d'Este ⚭ Speronella Dalesmanni ⚭ Cecilia da Baone e Abano ⚭ Adelaide da Mangona | Cunizza † 1191 ⚭ Tiso da Camposampiero | Gisla[N 9] ⚭ Guecello, conte di Porzia e Prata (?) | |||||||||||||||||||||||||||||||
⬤ Palma † 1218 ⚭ Valpertino da Cavaso, o detto "di Onigo" | ⬤ Agnete ⚭ Giacinto de' Guidotti | ⬤ Cunizza[N 10] † post 1279 ⚭ Riccardo di Sambonifacio ⚭ Aimerio da Breganze ⚭ uomo ignoto da Verona | ⬤ Emilia o Imigla[N 11] † 1289 ⚭ Alberto de' Conti | ⬤ Soffia ⚭ Enrico II da Egna ⚭ Salinguerra Torelli | ⬤ Ezzelino III, detto "il Terribile" † 27 settembre 1259 podestà e condottiero ⚭ Zilia di Sambonifacio ⚭ Selvaggia di Svevia ⚭ Isotta Lancia ⚭ Beatrice di Buontraverso de' Maltraversi | ⬤ Alberico II † 26 agosto 1260 (ucciso) podestà, condottiero e trovatore ⚭ Beatrice da Vicenza ⚭ Margherita | ⬤ Palma Novella ⚭ Alberto, conte di Baone | Adelasia[N 12] [illegittima] | Fioramonte[N 13] [illegittimo] † 1255 | Gherardo da Camposampiero | ||||||||||||||||||||||||
Ansedisio de' Guidotti[N 14] † 1258 | ⬤ Enrico III da Egna politico e militare | Pietro[N 15] [illegittimo] | ⬤ Alberico † 26 agosto 1260 (decapitato) | ⬤ Romano † 26 agosto 1260 (decapitato) | ⬤ Ugolino † 26 agosto 1260 (decapitato) | ⬤ Giovanni † 26 agosto 1260 (decapitato) | ⬤ Griseide o Lisia † 26 agosto 1260 (bruciata) | ⬤ Tornalasce † 26 agosto 1260 (bruciata) | ⬤ Amabilia o Palmeria † 26 agosto 1260 (bruciata) | Ezzelino † 1243 (in battaglia) | Adelaide[N 16] † 1251 (avvelenata) ⚭ Rinaldo I d'Este |
Oltre alle diverse località interessate dalle vicende storiche del casato degli Ezzelini è notevole l'elenco delle stesse dove, secondo recenti studi,[7] risultavano insediati i patrimoni immobiliari all'epoca del loro annientamento nel 1260; sono località che interessano diverse province della parte nord orientale della penisola italiana.
Località dell'attuale provincia di Vicenza
Località dell'attuale provincia di Treviso
Località dell'attuale provincia di Padova
Località dell'attuale provincia di Belluno
Località dell'attuale provincia di Venezia
Località dell'attuale provincia di Verona
Località dell'attuale provincia di Pordenone
Località dell'attuale provincia di Trento
Località dell'attuale provincia di Mantova
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