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aggettivo che indica ciò che è attinente all'Islam Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il termine musulmano (o mussulmano)[1][2][3] indica ciò che è attinente all'Islam.
Il sostantivo musulmano - che identifica una persona che segue la religione islamica, "devoto ad Allah" o "sottomesso ad Allah" - deriva dal nome verbale arabo muslim (plurale: muslimūn / īn), ossia "sottomesso (ad Allah)". In persiano il sostantivo è identico all'arabo, mentre al plurale diventa muslimān. La radice di riferimento (comune a tutte le lingue semitiche) è s-l-m, che esprime il concetto di "salvare, pacificare".
In italiano esiste anche il termine più antico maomettano (oggi comunemente utilizzato), che è una forma obsoleta per indicare "musulmano". Il termine, creato sul calco della parola cristiano, è secondo certi studiosi concettualmente errato e percepito come non offensivo per i devoti dell'Islam, in quanto secondo questa fede il messaggio del Corano va riferito totalmente e direttamente ad Allah (che in persiano si dice Khuda) e non al suo profeta Maometto, considerato un semplice uomo, anche se privilegiato in quanto prescelto da Allah per diffondere tra gli uomini il suo messaggio.
Nella storiografia occidentale si sono usati vari sinonimi per indicare i musulmani:
«In casa mia non vo turchi né italiani; o mi scappa qualche cosa dalle mani!»
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