Remove ads
17ª edizione dei Giochi olimpici moderni, tenutasi a Roma (Italia) nel 1960 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
I Giochi della XVII Olimpiade, noti anche come Roma 1960, si sono svolti a Roma, in Italia, dal 25 agosto all'11 settembre 1960.
Giochi della XVII Olimpiade | |||||||||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Città ospitante | Roma, Italia | ||||||||||||||||||||
Paesi partecipanti | 83 (vedi sotto) | ||||||||||||||||||||
Atleti partecipanti | 5.338 (4.727 - 611 ) | ||||||||||||||||||||
Competizioni | 150 in 19 sport | ||||||||||||||||||||
Cerimonia apertura | 25 agosto 1960 | ||||||||||||||||||||
Cerimonia chiusura | 11 settembre 1960 | ||||||||||||||||||||
Aperti da | Giovanni Gronchi | ||||||||||||||||||||
Giuramento atleti | Adolfo Consolini | ||||||||||||||||||||
Ultimo tedoforo | Giancarlo Peris | ||||||||||||||||||||
Stadio | Stadio Olimpico di Roma | ||||||||||||||||||||
Medagliere | |||||||||||||||||||||
| |||||||||||||||||||||
Cronologia dei Giochi olimpici | |||||||||||||||||||||
|
Roma si era già aggiudicata l'organizzazione dei Giochi olimpici del 1908, ma a seguito dell'eruzione del Vesuvio del 1906 rinunciò a tale evento, cedendo l'onore dell'organizzazione alla città di Londra.
In precedenza soltanto un'altra città italiana era stata sede di evento olimpico: Cortina d'Ampezzo, che nel 1956 fu sede dei VII Giochi olimpici invernali.
La scelta di Roma come città ospitante venne presa dal Comitato Olimpico Internazionale riunitosi il 15 giugno 1955 a Parigi. Le altre città candidate erano: Losanna, Detroit, Budapest, Bruxelles, Città del Messico e Tokyo. Roma ha avuto la meglio nell'ultimo ballottaggio contro la città di Losanna.
In occasione dei grandi lavori realizzati per adeguare Roma ad accogliere i Giochi, molti artisti, tra cui Mario Mafai, Afro Basaldella e Giuseppe Capogrossi, raccontarono nei loro dipinti la città nei suoi mutamenti[2]. I più importanti architetti dell'epoca, tra cui Adalberto Libera, Luigi Moretti e Pier Luigi Nervi, lavorarono alla realizzazione del Villaggio Olimpico, nei pressi dello stadio Flaminio.
In base all'articolo 26 del regolamento del CIO toccò al Comitato olimpico nazionale italiano la responsabilità dell'organizzazione dei giochi. Il 22 settembre 1955 il Comitato Olimpico Nazionale Italiano nominò inizialmente un Comitato di Pianificazione con il compito di studiare i dettagli del piano organizzativo dei giochi. Il Consiglio Direttivo del CONI, il 15 maggio 1956, procedette ad un primo riparto dei compiti, istituendo un organismo tecnico, ovvero il C.O.R. (Costruzioni Olimpiche di Roma), per procedere alla costruzione degli impianti.[3] Il 3 ottobre 1956 il CONI propose alla Presidenza del Consiglio dei ministri la costituzione di un Comitato interministeriale per collaborare sul piano organizzativo, che venne ufficialmente costituito il 2 maggio 1957, la cui presidenza fu assunta dallo stesso presidente del Consiglio dei ministri Adone Zoli ed era composto da alcuni ministri direttamente interessati per il loro ruolo allo svolgimento dei giochi (Affari Esteri, Interno, Finanze, Tesoro, Difesa, Pubblica Istruzione, Lavori Pubblici, Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, commercio estero), dal sindaco di Roma, dall'assessore al turismo del Comune di Roma, dal presidente della Provincia di Roma e del presidente del CONI.[3] Nel novembre 1957 la giunta esecutiva del CONI, in attesa di nominare i comitati veri e propri, deliberò la costituzione anche di un comitato ristretto con poteri esecutivi, denominato "Comitato Provvisorio per la Gestione degli Affari Olimpici" (C.O.G.A.O.), che si riunì settimanalmente per esaminare ed affrontare tutte le problematiche connesse l'organizzazione dei giochi.[3]
Nell'assemblea generale del Comitato olimpico nazionale italiano tenutasi a Roma il 20 novembre 1958, venne costituito il Comitato Organizzatore vero e proprio ed il ministro Giulio Andreotti fu acclamato all'unanimità presidente dello stesso, su proposta del presidente del CONI Giulio Onesti.[3] La composizione di comitati Organizzatore ed Esecutivo fu decisa dal Consiglio Direttivo del CONI il 25 febbraio 1959, che scelse Onesti quale presidente di quello esecutivo, con Bruno Zauli come vicepresidente.[3] Costituitosi il 26 marzo 1959, il Comitato Organizzatore ebbe come vicepresidenti Onesti, il sindaco di Roma Urbano Cioccetti e il conte Paolo Thaon di Revel e, tra i trentasei membri, vi furono personalità di spicco come ad esempio Umberto Agnelli, allora presidente della FIGC.[3] Il comitato esecutivo era formato invece da sette persone. Al Presidente della Repubblica Italiana Giovanni Gronchi venne richiesto l'Alto Patronato dei giochi.[3]
Furono istituiti infine il Reparto Militare Olimpico, sotto la guida del comandante generale Tommaso Calise, e delle sezioni del comitato: Costruzioni olimpiche, presieduta da Luciano Berti; Gestione stadi olimpici, presieduta da Giovanni Poli; Sezione 1 Tecnica, presieduta da Virgilio Tommasi; Sezione 2 Torcia olimpica, presieduta da Alfredo Langellotti; Sezione 3 Villaggio olimpico, presieduta da Giuseppe Fabre; Sezione 4 Arte, presieduta da Roberto Vighi; Sezione 5 Servizio stampa, presieduta da Giuseppe Sabelli Fioretti; Sezione 6 Trasporti, presieduta da Sergio Taviani; Sezione 7 Segretariato, presieduta da Gino Del Neri; Sezione 8 Amministrazione, presieduta da Tommaso Folinea; Sezione 9 Biglietti e controlli, presieduta da Carlo della Vida; Sezione 10 Cerimoniale, presieduta da Luigi Magliari.[3]
Alcune delle opere principali per poter svolgere i Giochi furono le seguenti:
Oltre alle opere strettamente necessarie per lo svolgimento dei Giochi, sulla Capitale italiana vi furono investimenti pubblici per circa 65 000 000 000 di lire, volti alla trasformazione di Roma in una città moderna.[4] Come arterie stradali furono realizzati corso Francia e la via Olimpica;[4] all'EUR vennero istallati i padiglioni della Fiera di Roma e il laghetto artificiale (progettato da Marcello Piacentini).[4] Ma l'infrastruttura principale e più costosa fu la costruzione del nuovo scalo aeroportuale di Roma, l'aeroporto di Fiumicino, per far fronte all'aumento del traffico aereo e alle limitate possibilità di sviluppo dell'aeroporto di Ciampino;[4] progettato già nel 1947, venne inaugurato cinque giorni prima dell'inizio dei Giochi anche se divenne operativo solo sei mesi dopo la fine dell'evento, il 15 gennaio 1961.[4] Lo scalo romano, dai 15 000 000 000 di lire preventivati, lievitò nei costi fino a 80 000 000 000 di lire, a lavori conclusi.[4]
Per i Giochi della XVII Olimpiade, furono utilizzati i seguenti impianti sportivi.[3] Alcune strutture vennero realizzate in modo temporaneo per ospitare alcune delle gare in programma (come ad esempio la ginnastica alle Terme di Caracalla). La capacità degli impianti permanenti, realizzati per le olimpiadi o ristrutturati per l'evento e a tutt'oggi funzionanti, è riferita alla capienza del periodo olimpico e non a quella attuale che potrebbe aver subito variazioni (come ad esempio lo Stadio Olimpico, progettato allora per ospitare 90.000 spettatori e sceso ai 73.261 spettatori attuali dopo la ristrutturazione del 2009).
Legenda colori:
Impianti esistenti e in funzione (anche con cambio di utilizzazione successiva);
Impianti esistenti ma in disuso;
Impianti temporanei o edifici utilizzati a fini sportivi solo per l'evento;
Impianti demoliti successivamente all'evento;
Città | Impianto | Capacità | Sport |
---|---|---|---|
Roma | |||
Centro sportivo dell'Acqua Acetosa[3] | - | Calcio[3] | |
Ginnastica artistica[3] | |||
Hockey su prato[3] | |||
Lotta[3] | |||
Nuoto[3] | |||
Pugilato[3] | |||
Scuola Nazionale del Corpo Antincendiario[3] | - | Atletica leggera[3] | |
Stadio delle Terme di Caracalla[3][56] | - | Atletica leggera[3] | |
Tiro[3] | |||
Stadio degli Eucalipti[3][57] | 5 000[3] | Atletica leggera[3] | |
Stadio della Farnesina[3] | - | Atletica leggera[3] | |
Stadio della Stella Polare[3][56] | 10 000[3] | Atletica leggera[3] | |
Tiro[3] | |||
Stadio militare Silvano Abba[3] | - | Atletica leggera[3] | |
Il 31 gennaio 1957 fu lanciato, dalla Commissione per le arti presieduta dal direttore generale dell'Antichità e Belle Arti Guglielmo De Angelis D'Ossat, il concorso nazionale per la scelta dello stemma dei Giochi. Il 16 luglio 1957, su proposta della commissione artistica, si formò la Giuria esaminatrice, sotto la presidenza di Roberto Roberti, presidente dell'Unione Italiana Professionisti e Artisti. Al concorso parteciparono 249 bozzetti presentati da 212 artisti e, il 9 agosto 1957, la giuria ritenne che nessuna bozza presentata fosse in linea con i requisiti richiesti, non assegnando quindi alcun premio. Allo stesso tempo venne indetto un secondo concorso, annunciando i nomi dei dodici partecipanti. La stessa giuria decise, il 10 gennaio 1958, che l'opera di Armando Testa di Torino fosse la migliore soluzione artistica presentata; tuttavia, il 22 gennaio il Comitato esecutivo del CONI non ratificò la scelta in quanto non ritenne che soddisfacesse completamente i requisiti (ma comunque autorizzò l'aggiudicazione del premio a Testa) e invitò nel contempo la Sezione Artistica a ricercare una collaborazione con alcuni artisti italiani qualificati per l'elaborazione dello stemma. La Sezione Artistica, nella seduta del 6 febbraio 1958, prese atto delle decisioni del CONI e decise di proporre all'autore del progetto vincitore, Testa, di apportare modifiche al suo bozzetto vincitore. Il progetto definitivo di Testa, dopo essere stato approvato dalla Commissione per le Arti e dal Comitato Esecutivo del CONI, venne quindi adottato come stemma ufficiale dei Giochi.
Il logo ufficiale dei Giochi rappresentava i cinque cerchi olimpici, sovrastati dalla scritta "1960" in numeri romani ("MCMLX") a sua volta sormontata dalla Lupa capitolina, rappresentata nel celebre bronzo dei Musei Capitolini, nell'atto di allattare Romolo e Remo.[58]
La torcia olimpica fu disegnata da Amedeo Maiuri, archeologo famoso per i suoi studi sugli scavi archeologici di Pompei,[59] e prodotta dalla ditta Curtisa di Bologna.[60][59] Realizzata in alluminio bronzato[60][59] per una lunghezza totale di 39,5 cm ed un peso di 580 g,[59][60] la torcia era dotata di una capsula in materiale di resina vegetale, quale carburante per alimentare la fiamma,[59] prodotta dalla ditta G. Belardini & Figli di Roma.[60] Fece eccezione solamente la torcia utilizzata dall'ultimo tedoforo, la cui fiamma venne invece alimentata a gas per evitare che la stessa si spegnesse prima di poter accendere il braciere olimpico.[60]
La forma della torcia era ispirata a quelle presenti sui monumenti antichi e le esili scanalature decoravano e rifinivano il corpo della stessa, sulla quale vi era la scritta "Giochi della XVII Olympiade".[59]
La fiamma olimpica attraversò l'Egeo e la Magna Grecia dal veliero Amerigo Vespucci richiamando alla memoria i campioni dell'antichità.[61]
La staffetta di Roma 1960 fu la prima ad essere trasmessa in televisione.[59]
I Giochi del 1960 non ebbero una mascotte ufficiale della manifestazione, poiché divenne uno dei simboli di ogni edizione a partire dai successivi giochi invernali di Grenoble 1968.[62]
Le medaglie assegnate agli atleti classificati ai primi tre posti di ogni evento furono progettate dal fiorentino Giuseppe Cassioli e coniate dalla ditta Stabilimenti Artistici Fiorentini, anch'essa del capoluogo toscano.[63] La composizione delle medaglie era in argento dorato e bronzo per tutti i vincitori, in argento e bronzo per i piazzati al secondo posto e in bronzo per i terzi classificati, e il diametro delle stesse fu di 6,8 cm per quella del 1° posto, 7 cm per quella del 2° posto e 6,9 cm per quella del 3° posto.[63]
Le incisioni sulle due facce della medaglie furono le stesse che contraddistinsero tutte quelle assegnate nelle edizioni comprese tra Amsterdam 1928 e Città del Messico 1968:[63] su una faccia vi era raffigurata la "dea della vittoria" con una palma nella mano sinistra e la corona della vittoria nella mano destra, e al suo lato destro l'incisione specifica: "GIOCHI DELLA XVII OLIMPIADE ROMA MCMLX";[63] sull'altra faccia era raffigurato un campione olimpico portato in trionfo dalla folla, con lo stadio olimpico sullo sfondo.[63] Le medaglie di questi giochi furono circondate da un cerchio di bronzo raffigurante una corona di alloro con una catena, disegnata anch'essa come una sequenza di foglie di alloro in bronzo,[63] e i due lati delle stesse furono invertiti rispetto alle precedenti edizioni: la faccia con il campione olimpico portato in trionfo era quella davanti mentre la faccia con la "dea della vittoria" era quella dietro.[63]
Le medaglie commemorative date ai partecipanti furono invece progettate dallo scultore catanese Emilio Greco, raffiguranti su una faccia una tedofora svestita in corsa, con i cerchi olimpici sullo sfondo, e sull'altra faccia un volo di aquile sopra lo stadio Olimpico.[64] Ulteriori medaglie commemorative furono coniate dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato su commissione del Comitato organizzatore dei Giochi.[65]
Il numero delle medaglie coniate fu di 280 per i vincitori (distribuite 273),[64] 280 per i secondi classificati (distribuite 273),[64] 290 per i terzi classificati (distribuite 281),[64] 16 276 quelle commemorative.[65]
Per la prima volta, inoltre, ai Giochi Olimpici di Roma, la televisione coprì buona parte del programma di gare; la Rai produsse 106 ore di trasmissione, riprodotte (prima volta per un'Olimpiade estiva dopo Cortina 1956) in tutta Europa in Eurovisione: una quantità notevole considerata l'esistenza, comune praticamente in tutta Europa, di un solo canale. In America, la statunitense CBS, la canadese CBC e Telesistema Mexicano trasmisero un certo numero ore montando da Roma alcuni eventi, inviando poi tutto a Londra e da lì al continente.
Grande successo di critica e pubblico in tutto il mondo anche per il film ufficiale sull'evento La grande Olimpiade, prodotto dall'Istituto Luce e diretto dal regista documentarista Romolo Marcellini, che ottenne una nomination all'Oscar nel 1962 e il premio d'oro al Festival di Mosca.[66]
Gli iscritti furono oltre cinquemila (5393) e le Nazioni partecipanti ottantaquattro.
● | Cerimonia di apertura | ● | Competizioni | ● | Numero Finali | ● | Cerimonia di chiusura |
Sport | Agosto/Settembre 1960 | Finali | |||||||||||||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31 | 1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | ||
Cerimonia d'apertura | ● | ||||||||||||||||||
Atletica leggera | 2 | 4 | 7 | 3 | 3 | 5 | 3 | 6 | 1 | 34 | |||||||||
Calcio | ● | ● | ● | ● | ● | ● | 1 | 1 | |||||||||||
Canoa/kayak | ● | ● | 7 | 7 | |||||||||||||||
Canottaggio | ● | ● | ● | ● | 7 | 7 | |||||||||||||
Ciclismo | 2 | 1 | 2 | 1 | 6 | ||||||||||||||
Equitazione | ● | 1 | 1 | ● | 2 | 1 | 5 | ||||||||||||
Ginnastica | ● | ● | 2 | 2 | 4 | 6 | 14 | ||||||||||||
Hockey su prato | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | 1 | ● | ● | 1 | ||||
Lotta | ● | ● | ● | ● | 8 | ● | ● | ● | ● | 8 | 16 | ||||||||
Nuoto | ● | 2 | 1 | 2 | 2 | 3 | 2 | 3 | 15 | ||||||||||
Pallacanestro | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | 1 | 1 | ||||||||
Pallanuoto | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | ● | 1 | 1 | |||||||||
Pentathlon moderno | ● | ● | ● | ● | 2 | 2 | |||||||||||||
Pugilato | ● | ● | ● | ● | ● | ● | 10 | 10 | |||||||||||
Scherma | ● | 1 | ● | 1 | 1 | 1 | ● | 1 | ● | 1 | 1 | 1 | 8 | ||||||
Sollevamento pesi | 2 | 2 | 2 | 1 | 7 | ||||||||||||||
Tiro | ● | 1 | 1 | ● | 1 | 2 | 1 | 6 | |||||||||||
Tuffi | ● | 1 | 1 | 1 | ● | ● | 1 | 4 | |||||||||||
Vela | ● | ● | ● | ● | ● | ● | 5 | 5 | |||||||||||
Cerimonia di chiusura | ● | 0 | |||||||||||||||||
Finali | 0 | 2 | 4 | 0 | 11 | 5 | 14 | 8 | 11 | 15 | 0 | 14 | 16 | 13 | 12 | 12 | 12 | 1 | 150 |
Alla vigilia dell'inaugurazione gli atleti si riunirono in Piazza San Pietro per ricevere la benedizione di Giovanni XXIII. Il giuramento fu pronunciato da Adolfo Consolini, che in quell'occasione stabilì il record assoluto di partecipazioni olimpiche (quattro).
Il bel tempo aiutò il raggiungimento di buoni risultati tecnici, basta pensare ai venti primati olimpici e ai quattro primati mondiali migliorati nell'atletica leggera maschile e ai dodici olimpici e tre mondiali in quella femminile. Nelle gare veloci, dopo trent'anni di predominio gli statunitensi persero l'oro sui 100 metri consegnandolo al primatista tedesco Armin Hary; nella distanza doppia per la prima volta prevalse un mediterraneo, Livio Berruti, che eguagliò il record mondiale; nel salto in alto apparve il sovietico Valerij Brumel', che con la tecnica ventrale risulterà uno dei migliori esponenti in assoluto della disciplina; nella velocità femminile si mise in luce Wilma Rudolph (oro nei 100 metri piani, 200 metri piani e staffetta 4 x 100 metri) colpita da poliomielite nella prima infanzia e ricca di talento e volontà.
La stessa tendenza si ebbe nel nuoto, con tre record mondiali in campo maschile e quattro in quello femminile e con un dominio complessivo degli australiani e degli statunitensi.
Miglioramenti tecnici si ebbero anche nel sollevamento pesi, dove proseguì la supremazia della scuola dell'Europa orientale, e nel ciclismo su pista, dove gli italiani si misero in evidenza. La disputa della prima medaglia d'oro risultò fatale al venticinquenne ciclista danese Knud Enemark Jensen che durante la cronometro a squadre crollò a terra colpito da un'insolazione.[61]
Nella scherma, gli atleti sovietici si inserirono nella spartizione delle medaglie rompendo la tradizionale egemonia latina; l'introduzione del fioretto elettrico premiò qualità come la resistenza degli atleti a scapito dell'eleganza e dell'astuzia.[61]
Nella ginnastica si assistette al consueto dominio dello squadrone sovietico, contrastato efficacemente solo dai sorprendenti ginnasti giapponesi, che misero al collo ben quattro ori.
Venne scalfito, invece, il mito dell'invincibilità dei mediorientali nella lotta, dato che sia nella lotta libera sia in quella greco-romana le medaglie furono maggiormente ripartite fra occidentali, orientali e mediorientali.
Questa Olimpiade vide sfumare altre consuetudini come quella della vittoria dell'India nell'hockey su prato e quella dell'imbarcazione statunitense nell'otto del canottaggio; nel primo caso fu il Pakistan ad arrecare la prima delusione agli indiani, mentre nel secondo caso furono i tedeschi, in forte ascesa in questa disciplina, a soffiare l'oro agli statunitensi.
Una particolarità riguarda il cronometraggio, che solo in questa occasione non fu effettuato dalla Omega SA, ma dalla Federazione Italiana Cronometristi, con la presenza di 82 cronometristi provenienti da quasi tutta Italia (tra questi il futuro scrittore Luciano De Crescenzo) e che hanno rilevato e certificato le prestazioni degli atleti e i record nelle gare di atletica, nuoto, ciclismo, canottaggio, pugilato e sport equestri. Alcune apparecchiature "storiche" utilizzate nell'occasione sono conservate presso la sede della FICr a Roma e presso il Museo del Cronometraggio a Bari.
Posizione | Paese | Totale | |||
---|---|---|---|---|---|
1 | Unione Sovietica | 43 | 29 | 31 | 103 |
2 | Stati Uniti | 34 | 21 | 16 | 71 |
3 | Italia | 13 | 10 | 13 | 36 |
4 | Squadra Unificata Tedesca | 12 | 19 | 11 | 42 |
5 | Australia | 8 | 8 | 6 | 22 |
6 | Turchia | 7 | 2 | 0 | 9 |
7 | Ungheria | 6 | 8 | 7 | 21 |
8 | Giappone | 4 | 7 | 7 | 18 |
9 | Polonia | 4 | 6 | 11 | 21 |
10 | Cecoslovacchia | 3 | 2 | 3 | 8 |
11 | Romania | 3 | 1 | 6 | 10 |
12 | Gran Bretagna | 2 | 6 | 12 | 20 |
13 | Danimarca | 2 | 3 | 1 | 6 |
14 | Nuova Zelanda | 2 | 0 | 1 | 3 |
15 | Bulgaria | 1 | 3 | 3 | 7 |
16 | Svezia | 1 | 2 | 3 | 6 |
17 | Finlandia | 1 | 1 | 3 | 5 |
18 | Austria | 1 | 1 | 0 | 2 |
Jugoslavia | 1 | 1 | 0 | 2 | |
20 | Pakistan | 1 | 0 | 1 | 2 |
21 | Etiopia | 1 | 0 | 0 | 1 |
Grecia | 1 | 0 | 0 | 1 | |
Norvegia | 1 | 0 | 0 | 1 | |
24 | Svizzera | 0 | 3 | 3 | 6 |
25 | Francia | 0 | 2 | 3 | 5 |
26 | Belgio | 0 | 2 | 2 | 4 |
27 | Iran | 0 | 1 | 3 | 4 |
28 | Paesi Bassi | 0 | 1 | 2 | 3 |
Sudafrica | 0 | 1 | 2 | 3 | |
30 | Argentina | 0 | 1 | 1 | 2 |
Rep. Araba Unita | 0 | 1 | 1 | 2 | |
32 | Canada | 0 | 1 | 0 | 1 |
Ghana | 0 | 1 | 0 | 1 | |
India | 0 | 1 | 0 | 1 | |
Marocco | 0 | 1 | 0 | 1 | |
Portogallo | 0 | 1 | 0 | 1 | |
Singapore | 0 | 1 | 0 | 1 | |
Taiwan | 0 | 1 | 0 | 1 | |
39 | Brasile | 0 | 0 | 2 | 2 |
Indie Occidentali | 0 | 0 | 2 | 2 | |
41 | Spagna | 0 | 0 | 1 | 1 |
Iraq | 0 | 0 | 1 | 1 | |
Messico | 0 | 0 | 1 | 1 | |
Venezuela | 0 | 0 | 1 | 1 | |
Totale | 152 | 149 | 160 | 461 |
Seamless Wikipedia browsing. On steroids.
Every time you click a link to Wikipedia, Wiktionary or Wikiquote in your browser's search results, it will show the modern Wikiwand interface.
Wikiwand extension is a five stars, simple, with minimum permission required to keep your browsing private, safe and transparent.