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golfo del mar Tirreno Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il golfo di Napoli o baia di Napoli[1] (in latino Crater), è un'ampia insenatura del mar Tirreno centrale settore est, situata a sud della città di Napoli, compresa tra la Penisola flegrea a nord-ovest e la Penisola sorrentina a sud.
Golfo di Napoli | |
---|---|
Vista satellitare | |
Parte di | mar Tirreno |
Stato | Italia |
Regione | Campania |
Coordinate | 40°44′07″N 14°16′31″E |
Dimensioni | |
Superficie | 870 km² |
Profondità media | 170 m |
Sviluppo costiero | 30 km |
Idrografia | |
Immissari principali | Sarno |
Isole | Capri, Ischia, Nisida, Procida, Vivara |
Insenature | golfo di Pozzuoli |
Nell'antichità era chiamato Crater (Crater sinus), successivamente anche Sinus Puteolanus, Sinus Cumanus e Sinus Baianus[2][3][4][5].
Il golfo di Napoli si sviluppa tra 40°50′N 13°52′E e 40°32′N 14°28′E , con un'estensione di 870 km² e una profondità media di 170 m[6].
La linea costiera del golfo misura ben 195 km, e va da Monte di Procida a nord-ovest a punta Campanella a sud. Esso comprende tutto il golfo di Pozzuoli (tra capo Miseno e capo Posillipo), il litorale napoletano e vesuviano, la costiera sorrentina ed i litorali delle isole di Ischia, Procida e Capri.
Su questa lunga costa sono state censite 328 opere marittime e 28 porti[7].
Il golfo di Napoli è dominato dal Vesuvio ad est, dalla catena dei monti Lattari a sud e dal monte Epomeo sull'isola di Ischia. La parte nord del golfo, ad ovest di Napoli, è occupata dal sistema di vulcani dei Campi Flegrei.
Nelle acque del golfo sfociano due fiumi: Il Sebeto, ormai totalmente interrato, la cui foce è situata nel porto di Napoli, ed il fiume Sarno, che sfocia tra Torre Annunziata e Castellammare di Stabia. Inoltre nel golfo sfociano numerosi Regi Lagni, sistema di canali di bonifica la cui costruzione iniziò nel 1610.
Nel golfo ci sono numerose isole che costituiscono l'arcipelago Campano. Le più grandi ed importanti sono Ischia, Procida, Vivara, e Capri, che ne definiscono idealmente i confini, cui si aggiunge Nisida, situata nel golfo di Pozzuoli. Considerando le isole del golfo come un ideale prolungamento delle due penisole, i margini estremi del golfo possono essere estesi fino a punta Imperatore, sull'isola d'Ischia e punta Carena sull'isola di Capri. Le vie marine di accesso al golfo sono quattro:
I venti del golfo di Napoli sono particolarmente stabili, in prevalenza occidentali, con un'intensità intorno ai 3 m/s. Un detto di Napoli dice che nel golfo il vento gira col sole: La mattina (il sole nasce dietro il Vesuvio) c'è una leggera brezza di terra. In tarda mattinata - primo pomeriggio, il vento ruota ad occidente (maestrale) e sale leggermente di intensità.
Data l'apertura del golfo sul lato sud, sud-est i venti di libeccio e parzialmente di scirocco fanno alzare il mare.
Nell'estate 2012 un eccezionale ritrovamento nei fondali di Capri, di un carico navale di ossidiana, naufragato 5000 anni fa[8], sembra provare che le zone del golfo di Napoli fossero abitate già nel neolitico.
Nell'età del ferro, una comunità era stanziata a Miseno. In seguito l'insediamento primitivo diventò porto cumano nel IV secolo a.C. e successivamente porto romano.
Secondo il geografo Strabone, alcuni coloni provenienti da Rodi avrebbero stabilito, tra il IX-VIII secolo a.C., una colonia sull'Isolotto di Megaride, oggi facente parte del lungomare di Napoli.
In epoca romana gli insediamenti nel golfo erano numerosi e rinomati. Ricordiamo Pompei, Ercolano, Stabia, Oplonti ed Puteoli. Degno di nota è l'esilio dell'Imperatore Tiberio che trascorse l'ultima parte del suo regno sull'isola di Capri, circondato da uomini di studio, giuristi, letterati ed anche astrologi.[9]
Dopo la caduta dell'Impero romano la maggior parte delle sponde del golfo costituivano una provincia bizantina. Successivamente, questi territori, raggiunta l'indipendenza dall'Impero Bizantino fondarono il Ducato di Napoli. Va sottolineato che solo i traffici marittimi del golfo hanno permesso al Ducato di sopravvivere alla pressione Longobarda.
Nel 1137 il Ducato fu annesso al Regno di Sicilia a opera di Ruggero II di Sicilia. Di qui in avanti la storia del golfo è legata a doppio filo con la storia di Napoli.
Il golfo possiede delle risorse ittiche che favoriscono la pesca. Quasi ogni porto è base di qualche flottiglia di pescherecci. Degna di nota è l'attività ittica di Pozzuoli.
Il cardine dei trasporti marittimi del golfo è il porto di Napoli, uno dei più importanti del Mediterraneo.
L'autorità portuale di Napoli sui traffici marittimi nel golfo[10] riporta per il 2008 i seguenti dati:
Per le sue bellezze naturalistiche, storiche ed artistiche, per il clima mite e per l'ottima gastronomia, il golfo di Napoli è un posto unico, conosciuto in tutto il mondo. Questo fa del turismo una delle principali attività economiche di tutta la fascia costiera.
L'offerta turistica spazia dai numerosissimi siti archeologici sparsi sul territorio, alle terme di ischia, Castellammare di Stabia o del litorale flegreo, ai parchi naturali del Vesuvio o degli Astroni, ai monumenti di Napoli, al glamour di Ischia e Capri, ai Parco sommerso di Baia e della Gaiola alle bellezze della penisola Sorrentina con Sorrento e Vico Equense.
Un posto di rilievo è occupato dal turismo balneare, con innumerevoli baie, insenature e cale. Sempre in quest'ambito, non va dimenticata la nautica da diporto. Durante la stagione estiva il golfo di Napoli è uno dei bracci di mare più frequentati ed apprezzati del mediterraneo. Questo anche grazie ad un sistema di porti da anni in crescita.
Importante anche il flusso turistico generato dal traffico crocierista del porto di Napoli. Nel 2011 i passeggeri totali passati per Napoli sono stati 1.297.236[11].
Oggi il golfo è caratterizzato da una fortissima densità abitativa e conseguente pressione antropica, soprattutto nella sua parte centrale (essenzialmente dall'area metropolitana di Napoli), fino a Castellammare di Stabia. Questa pressione produce inevitabilmente fenomeni di deterioramento ambientale.
Inoltre la foce del fiume Sarno, è un'importante fonte di inquinamento del golfo. Questo corso d'acqua è definito il fiume più inquinato d'Europa[13].
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